La casa di Tae

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    Mai sanguinare davanti agli squali

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    Oh, sì grazie, molto gentile...un tè sarebbe proprio l'ideale... bene, disse Tae sorridendo, provvedo subito; non ti nascondo che non vedevo l'ora di bermi un tè caldo...come ti ho detto prima torno adesso da un lungo viaggio, è stato molto faticoso. Non sono molto abituata a viaggiare..anzi, non mi sono mai allontana dal Paese dell'Acqua.
    La kunoichi si alzò dal letto, dove era seduta e si diresse verso la zona cucina, aprì la dispensa e tiro fuori due ciotole ed una teiera; una volta riempita con dell'acqua fredda accesa il fornello e aspettò che si riscaldasse. Comunque... riprese Kaori, ho visto come lo guardavi prima...come qualcuno in cerca di vendetta...è un tuo ex? o forse ti ha battuto in uno scontro? sembra un tipetto sleale, usa diverse trappole ? un brivido percorse la schiena della ragazza squalo, un po perchè l'idea di essere la ragazza di Teddy gli dava nausea, un po perchè la seconda ipotesi della sua ospite era corretta, in un certo senso; mettiamo subito in chiaro una cosa, quello sgorbietto irritante non potrà mai essere o essere stato in nessun universo il mio ragazzo...riguardo allo scontro...be c'è stato. Era uno scontro a coppie, io e lui contro due tizi, Supaku Hadoru ed un certo Maky, rispettivamente chunnin e genin della Sabbia...oh, l'acqua è pronta...scusami un attimo. Tae spese il fornello e dopo aver indossato un guanto da cucina, e aver cacciato da uno scompartimento basso un vassoio, prese la teiera bollente e ce l'appoggiò sopra. Prese poi due bustine di tè nero scusandosi con lo sguardo per la qualità non proprio ottima dell'infuso e per la poca scelta di gusti; mise infine le bustine nelle ciotole e dopo averle poggiate sul tavolo, insieme ad un tazzina di zucchero e due cucchiaini, vi verso l'acqua. Allora...dove ero rimasta ? ah si, il nostro scontro a Suna...be, come ti dicevo, era un semplice scontro amichevole a coppie: in un primo momento ci intendemmo bene, avevano una certa affinità come coppia in combattimento, poi senza nessuna ragione alcuna mi ha colpito alle spalle...ma se non ti spiace preferirei non andare oltre.
    Pur sforzandosi Tae non riusciva a nascondere quanto gli desse fastidio parlare di quello che era accaduto a Suna. Non era accaduto certamente niente di atroce, non una di quelle cose che ti segnano per tutta la vita, ma la ferita era ancora fresca ed essendo una ragazza orgogliosa, si sarebbe sentita in imbarazzo nel raccontare come era stata presa alle spalle e costretta a spogliarsi davanti a tre ragazzi sconosciuti; è quello che intendevi con il fare attenzione a dove metto i piedi ? Oh, scusami, forse mi sto intromettendo troppo in questioni private...
    Perdonami Kaori...ma non posso dirti di più di quello che ti ho già detto. Anche se Teddy è un tipo sleale e scorretto, io non sono come lui e non posso darti informazioni particolari, almeno non più di quanto io abbia già fatto: se vuoi saperne di più, dovrai affrontarlo...e se mai lo farai, sta attenta a dove metti i piedi. Tae si scusò nuovamente con lo sguardo per poi sorridere alla sua ospite, sperava di non averla offesa in alcun modo ma non poteva dirle di più. Anche se lei stessa aveva chiesto informazioni su Teddy al chunnin Supaku, aveva già affrontato Teddy ed aveva già avuto modo di vedere la sua tecnica delle ombre, per lo più lo shinobi della sabbia le aveva dato conferme ed era la stessa cosa che lei avrebbe fatto nel caso in cui Kaori in futuro ne avesse volute. Oh, il tè è pronto^^
     
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    "bene...provvedo subito; non ti nascondo che non vedevo l'ora di bermi un tè caldo...come ti ho detto prima torno adesso da un lungo viaggio, è stato molto faticoso. Non sono molto abituata a viaggiare..anzi, non mi sono mai allontana dal Paese dell'Acqua."
    All'udire quelle parole la kunoichi assunse un'espressione stupita
    "Mai uscita dal paese dell'acqua? fieu, non bella come cosa...ma vedrai che cominciando ad affrontare missioni di livello un po'più alto avrai modo di girare tutto il mondo ninja...io fin'ora sono stata un po'dappertutto, tranne che nelle terre di nessuno...Iwa è proprio l'unico posto che non ho ancora avuto modo di visitare, ma sinceramente non è che mi dispiaccia..."
    Più che altro se fosse stata costretta ad inoltrarsi in quelle terre lo avrebbe al novanta per cento fatto da mukenin e quella non era certo un'idea che l'allettava
    "mettiamo subito in chiaro una cosa, quello sgorbietto irritante non potrà mai essere o essere stato in nessun universo il mio ragazzo...riguardo allo scontro...be c'è stato. Era uno scontro a coppie, io e lui contro due tizi, Supaku Hadoru ed un certo Maky, rispettivamente chunnin e genin della Sabbia...oh, l'acqua è pronta...scusami un attimo. "
    Supaku, udire quel nome le fece tornare alla mente tanti ricordi e l'ospitalità che il ragazzo di Suna le aveva dato, non fosse stato per lui ora forse lei non sarebbe stata lì a parlare.
    Rapidamente la giovane genin andò a controllare l'acqua che aveva messo su per il tè ed al suo ritorno riprese instancabile il discorso che stava facendo
    "Allora...dove ero rimasta ? ah si, il nostro scontro a Suna...be, come ti dicevo, era un semplice scontro amichevole a coppie: in un primo momento ci intendemmo bene, avevano una certa affinità come coppia in combattimento, poi senza nessuna ragione alcuna mi ha colpito alle spalle...ma se non ti spiace preferirei non andare oltre."
    Mentre la kunoichi le esponeva i fatti lei prese una delle due tazze posate dalla ragazza sul tavolo e fece ruotare dolcemente la bustina all'interno dell'acqua bollente, lei personalmente preferiva gli infusi fatti con foglie secche selezionate ed immerse direttamente intere dentro all'acqua, ma anche quel tipo di preparazione non le dispiaceva più di tanto
    "Perdonami Kaori...ma non posso dirti di più di quello che ti ho già detto. Anche se Teddy è un tipo sleale e scorretto, io non sono come lui e non posso darti informazioni particolari, almeno non più di quanto io abbia già fatto: se vuoi saperne di più, dovrai affrontarlo...e se mai lo farai, sta attenta a dove metti i piedi."
    "Capisco le tue remore e non ti chiederò di più...ma lo cercherò e proverò a sfidarlo ed allora si pentirà del suo atteggiamento, attaccare i propri compagni alle spalle è la cosa più disdicevole che uno shinobi possa fare ed i riservi che tieni nei suoi confronti ti fanno onore, ma son fin esagerati visto come lui ti ha trattata...parlando di cose migliori...così ti sei scontrata contro Supaku eh? come se la cava il ragazzo? è una brava persona, ma non ho mai avuto modo di scontrarmi con lui, una volta a Suna mi ha letteralmente salvato la vita..."

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    Dietro la schiena, in orizzontale appena sopra al rotolo

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    Dietro la schiena, quasi verticale con una lieve inclinazione verso la spalla destra

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    Capisco le tue remore e non ti chiederò di più...Kaori comprese le remore di Tae nel parlare di Teddy e delle sue abilità ma ci tenne a precisare una cosa, capisco le tue remore e non ti chiederò di più...ma lo cercherò e proverò a sfidarlo ed allora si pentirà del suo atteggiamento, attaccare i propri compagni alle spalle è la cosa più disdicevole che uno shinobi possa fare ed i riservi che tieni nei suoi confronti ti fanno onore, ma son fin esagerati visto come lui ti ha trattata... già...dai adesso lasciamo perdere Teddy e parliamo di qualcos'altro ti va ? parlando di cose migliori...così ti sei scontrata contro Supaku eh? si come se la cava il ragazzo? è una brava persona, ma non ho mai avuto modo di scontrarmi con lui, una volta a Suna mi ha letteralmente salvato la vita... davvero ? wow...sembra che sia una specie di hobby per lui^^ sai, ha aiutato anche me. Non ero affatto abituata alle temperature di Suna, così ebbi un forte giramento di testa per poi svenire, che figura... sorrise la genin mettendosi una mano sul viso come per nascondersi, comunque, mi ha portato a casa sua, mi ha offerto il pranzo e...questo kimono bianco, è proprio un bravo ragazzo; ed è anche un ottimo shinobi, non ho avuto l'occasione di affrontarlo direttamente, dato che come ti dicevo prima era uno scontro a coppie, ma ha del talento senza dubbio. Kaori...se non sono indiscreta, in che occasione ti ha aiutato ?
     
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    "davvero ?...sai, ha aiutato anche me. Non ero affatto abituata alle temperature di Suna, così ebbi un forte giramento di testa per poi svenire, che figura...comunque, mi ha portato a casa sua, mi ha offerto il pranzo e...questo kimono bianco, è proprio un bravo ragazzo; ed è anche un ottimo shinobi, non ho avuto l'occasione di affrontarlo direttamente, dato che come ti dicevo prima era uno scontro a coppie, ma ha del talento senza dubbio. Kaori...se non sono indiscreta, in che occasione ti ha aiutato ?"
    A quella domanda un sorriso si dipinse sul volto della kunoichi, in un istante i suoi ricordi tornarono a Suna, al pomeriggio passato in compagnia dello shinobi dai capelli bianchi ed alla circostanza che l'aveva portata ad incontrarlo
    "Beh, in realtà la storia non mi fa molto onore...c'è da premettere che non ero mai stata prima a Suna e mentre giravo fra le vie della città in cerca dell'abitazione di un mio amico ho assistito ad una rapina, ovviamente mi sono mossa subito per intervenire, ma quando pensavo di aver messo il malvivente con le spalle al muro sono stata sorpresa alle spalle, non so ancora bene cosa sia successo, probabilmente avevo sottovalutato il mio avversario credendolo un comune malvivente, fatto sta che un tizio è comparso alle mie spalle e mi ha pugnalata, subito dopo ho sentito le forze man mano abbandonarmi ed era come se fossi stata prosciugata delle mie riserve di chakra, arrancando sono riuscita ad arrivare all'ingresso di un condominio ed il fato ha voluto che fosse proprio quello in cui abita Supaku e che lui stesse tornando a casa, mi ha portato subito in ospedale salvandomi così quasi certamente la vita...devo dire che è una delle volte che me la son vista più brutta in tutta la mia vita e ti assicuro che ho affrontato avversari non paragonabili nemmeno a cento scippatori messi assieme...fregata come una principiante...da allora ho imparato veramente cosa volesse dire non abbassare mai la guardia...anche se un paio di volte questa cosa si è ritorta contro uomini ben intenzionati, ma poco accorti...ricordo un uomo in un negozio...mi ha preso per la spalla per dirmi che avevo dimenticato di prendere il resto e gli ho rotto un polso...col tempo però ho imparato a controllare abbastanza i miei riflessi in maniera da essere efficiente quando necessario e controllata quando i riflessi sono scatenati da qualcosa di non pericoloso..."

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    Kaori acconsentì gentilmente a raccontare la sua disavventura nel Villaggio della Sabbia, e di come fosse stata salvata anche lei dal giovane Supaku, che comportandosi sempre in modo onesto e gentile si era fatto parecchi amici. Il Suniani dai capelli bianchi aveva soccorso Kaori che, dopo un inseguimento a causa di un calcolo errato delle capacità dell'avversario fu vigliaccamente pugnalata alla schiena. La giovane kiriana si era ritrovata davanti all'abitazione del chunnin che la soccorse velocemente salvandole la vita. Wow...te le sei vista proprio brutta Kaori, Supaku ti è stato davvero d'aiuto, immagino che da quel momento siate diventati amici, o comunque adesso dev'esserci un forte legame. Sai avevo intenzione di andare a trovarlo dopo l'esame: due chiacchiere, un tè e qualche pugno, gli porterò i tuoi saluti ^^
    Tae ripensò velocemente alla sua singolare esperienza con il ragazzo albino: certo, le circostanze erano diverse, molto diverse; Kaori rischiava la vita, la giovane squaletta invece prese solo un colpo di sole ma in entrambi i casi le azioni del suniano furono impeccabili. Non avuto intenzione di conoscerlo bene ma...effettivamente mi aveva fatto una buona impressione; è un ragazzo gentile anche se un filino ombroso. Credo che lo andrò a trovare dopo l'esame chunnin...a proposito...non manca molto ormai e a causa degli ultimi avvenimenti non sono ancora riuscita a parlare con Kei-sensei..avevo programmato di farci addestrare da lui come facevamo una volta...mmm...a quest'ora dovrebbe essere ancora in accademia a dare ripetizioni, sarà meglio andare a trovarlo. Kaori, perdonami la scortesia ma devo salutarti, ho delle cose da fare. L'esame chunnin è vicino e per colpa di quel maledetto viaggio a Suna non sono riuscita a mettermi d'accordo con il mio sensei per gli allenamenti. Voglio prepararmi al meglio, ti assicuro che farò un figurone e terrò a cuore i tuoi insegnamenti: non sottovaluterò il mio avversario e darò sempre tutta me stessa senza nessuna esitazione o pietà...magari se ti va, ti vengo a trovare una volta promossa...immagino tu sia molto forte, non vedo l'ora di combattere contro di te.
     
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    narrato "parlato generico" Pensato

    Una brutta giornata, una visita inaspettata, una ragione per abbracciarsi.

    Dalla sua ultima missione a Mitsu erano passati ormai alcuni giorni, ciò nonostante Tae non riusciva a stare meglio. Provava un fortissimo senso di colpa e, anche se la sua coscienza l'aveva assolta, non poteva non pensare a Fubuki, Kato e gli altri membri della loro banda che aveva ingannato e che avevano fatto breccia nel suo cuore quanto lei nei loro. Viveva di cibo precotto e succhi di frutta, non era più uscita di casa, aveva persino mentito a Kei Kurono, il suo mentore: quando questo le aveva proposto la solita passeggiata con annessa sezione di allenamento, lei, senza neanche aprigli la porta di casa, si era finta malata, quando invece era rimasta tutto il giorno a letto con la testa sul cuscino. "Basta con le missioni di spionaggio...non mi fingerò più qualcun'altra..." ma perché non riesco a guardare avanti? Erano dei criminali, derubavano e uccidevano degli indifesi, sono feccia. Eppure...come può qualcuno di malvagio mostrarti un sorriso così buono ? Come può qualcuno senza cuore scaldare il tuo con una semplice pacca sulla spalla ?..."già...basta con le missioni di spionaggio..."
    Fu un vociare famigliare proveniente da dietro la porta di casa che riportò la ragazza squalo nella realtà:
    "Siamo arrivati caro" disse un vocione femminile
    "Sicura ? Non era l'appartamento sette ?"
    "No, caro, è il numero nove, nove ! Quante volte dovrò ancora ripetertelo ?"
    "Avanti su, non c'è bisogno di essere sempre così severi moglie"
    "Oh questa e buona, tu fai sempre così ! Non ascolti mai quello che ti dico, sei sempre con la testa tra le nuvole."
    "No, non è vero non puoi dirl.."
    "Come no !? Bugiardo, non ricordi quella volta quando siamo andati a trovare mia cugina ? Anche allora io ti dissi chiaramente.."
    Ma che diavolo succede lì fuori ?
    Tae si alzò dal letto, conosceva quelle voci, sapeva a chi appartenevano ma, sperava con tutta se stessa di sbagliarsi; a piccoli passi la kunoichi si avvicinò alla porta di casa e, lentamente girò la maniglia.
    Oh...merda...
    "TESORO MIO !!"
    Il peggior incubo di Tae si era appena materializzato, difatti le due voci appartenevano ai genitori della ragazza, venuti direttamente da Todoroki per far visita alla figlia. I due gettarono immediatamente le braccia al collo delle figlia che, non tentò neanche di abbozzare un sorriso, mostrando anzi, il suo dissenso con una smorfia
    "Come sta la mia piccolina ?" Disse Kaneshiro, il padre.
    "Ma come sei cresciuta bambina mia ! Sei praticamente una donna !" Continuò con le lacrime agli occhi, cosa che Tae non gradì affatto.
    "Avanti caro, lasciala stare, lo sai che a Tae non piacciono tutte queste smancerie."
    "Ma moglie lo sai che io stravedo per la mia bambina"
    "Papà!" Esclamò la ragazza squalo, ora visibilmente irritata, scostando il padre e la madre, " non sono una bambina"
    "Ah, come siamo docili oggi, lo sai che tuo padre esagera sempre" disse la madre
    "Ci fai entrare pesciolina mia ?"
    "Si mamma...accomodatevi"
    L'appartamento di Tae rispecchiava perfettamente lo stato d'animo della proprietaria, era trasandato ed in disordine, puzzava di chiudo e c'erano cartacce e vestiti in terra.
    "Vedo che hai smesso di essere una maniaca dell'ordine...ti ho spesso detto di darti una regolata ma vedo che non puoi fare a meno di passare da un eccesso all'altro"
    "Siete venuti da Todoroki fino a Kiri solo per farmi una predica su come tengo casa mia o avete qualcosa di più interessante da dirmi ?" Rispose stizzita la ragazza
    "Tae chan, non fare così, siamo venuti perché..."
    "Zitto Kaneshiro !" Disse Fubuki intervenendo tempestivamente
    "Caro perché non vai a farti un giro fuori ?"
    "Oh...ok cara, andrò a trovare il vecchio Kei"
    "Non portarlo qui papà"
    "Certo, certo, lo porterò a bere qualcosa, non preoccuparti...ci vediamo dopo cara, a dopo tesorino mio."
    I due vecchi genitori erano molto orgogliosi della loro bambina che, al contrario di loro aveva sempre mostrato un grande talento come kunoichi. I due erano molto affettuosi: un po' perché era nella loro natura, un po' perché consideravano la figlia come la cosa migliore che avessero mai fatto, l'incarnazione del loro amore, il premio per le loro fatiche. Tae lo sapeva e si era sempre sentita orgogliosa di loro ma, in quel momento di debolezza non aveva proprio voglia di essere felice, non aveva voglia di abbracci e di affetto. Inconsciamente la ragazza sentiva di meritarsi quel senso di colpa e non poteva accettare di essere guarita dal soffocante amore dei suoi genitori. Le due donne erano rimaste sole e, mentre con nonchalance Fubuki Nobunaga faceva un giro dell'appartamento per poi sedersi goffamente sul letto sfatto della figlia, Tae, rimase al centro della stanza a braccia conserte. Seguirono alcuni imbarazzanti secondi di silenzio, durante i quali la kunoichi non poteva fare a meno di sentirsi schiacciare dall'ingenuo sorriso della madre; un sorriso ingenuo che, più volte aveva tratto in inganno i suoi interlocutori poiché, anche se le mancavano bellezza e talento di certo non difettava di intelligenza.
    "Allora pesciolina, che mi racconti di bello ? Non ci vediamo dalla tua promozione al grado chunnin."
    "Niente, niente di che."
    "Niente ? Avanti come è possibile che in sei mesi non sia successo niente ad una furia della natura come te ?...ti sei fatta un fidanzatino ?"
    "Mamma ! No, non mi interessano i ragazzi"
    "Avanti, a me puoi dirlo, non ci credo che alla tua età tu non abbia trovato nessuno. Quindici anni è l'età dell'amore, neanche una cottarella ?"
    "Già, si vede che io sono diversa...magari sono lesbica" disse dopo una breve pausa Tae cercando di mettere in imbarazzo la madre.
    "Non dirlo neanche per scherzo ! Cosa ne sarà della gloriosa casata Nobunaga se non ci darai dei nipoti ?" Ribatté con forza Fubuki
    "Hahaha, ma quale gloriosa casata ?"
    "Tu diventerai Mizukage tesoro...non è forse una casata gloriosa quella che annovera tra i suoi membri una Mizukage ?"
    Mamma...
    Il sorriso apparso sul pallido volto della ragazza rassicurò la madre che, sapeva di essere riuscita a sciogliere un po' la figlia.
    "Vieni a sederti accanto a me pesciolina..."
    Tae si avvicinò sommessamente al letto e si sedette al fianco della mamma che, dopo averle fatto una carezza le mise il braccio attorno alle spalle tirandola a se.
    "Non siamo venuti per dirti come devi tenere casa tua. Vuoi sapere perché
    siamo qui ?"
    Tae non rispose, limitandosi a fare si con la testa ora appoggiata sulla grossa spalla della vecchia madre.
    "Sei giorni fa Kei ci ha inviato un messaggio..."
    "Cosa ??"
    "Diceva che ti eri finta malata e che non usciva di casa da un paio di giorni, ha pensato di avvisarci subito e noi subito siamo partiti...che ti è successo pesciolina ? Se non è per amore che ti fa male il cuore...per quale motivo allora ?"
    "Non lo so...non è niente...è un momento no...non è niente."
    "L'orgoglio e l'unica cosa che non mi piace di te...è un problema di lavoro ?"
    "Si...diciamo di si...vedi nella mia ultima missione io..."
    "No Tae...di questo non voglio che me ne parli. Sei una kunoichi ed io non lo sono più. Non puoi raccontarmi nulla delle tue missioni."
    "Si..." Fece con uno sguardo triste la ragazza squalo "capisco..."
    "Voglio però che tu sappia una cosa...è una regola non scritta, una regola che ogni shinobi di valore conosce e che impara ad accettare giorno dopo giorno, missione dopo missione..."
    "Qual è mamma ?"
    "Non è colpa tua"
    "Cosa !?"
    "Hai capito bene, non è colpa tua. Il tuo è un lavoro bastardo...ti capita di rubare, mentire...uccidere...non mi è mai dispiaciuto non esserci portata.
    Quando sei in missione, tu non sei Tae Nobunaga, n'è l'allieva di Kei, n'è la mia pesciolina. Tu sei la mano di Kiri...esegui e basta...lascia che siano i capoccia a sentirsi in colpa, lascia che siano loro a piangere, non è colpa tua."
    "Si mamma...credo di capire..."
    "...ma, se nonostante tutto, il tuo cuore si sentisse male...non esitare a chiedermi un abbraccio. Hai delle persone che ti amano...permettigli di guarirti caso mai capitasse un altro momento no. Ok pesciolina ?"
    "Si mamma...posso chiederti solo una cosa ? È giusto che ti piacciano i tuoi nemici ?"
    "È la mano di Kiri che deve odiarli...nessuno ha mai detto che a Tae non possano piacere"
    "...grazie mamma..."
    Non importa quanto tu ti senta sporco, non importa quante maschere indosserai per sembrare invincibile, non importa quanta strada farai per cercare di scomparire... Non riuscirai a nasconderti agli occhi delle persone che ti amano davvero.

    Edited by filippomustdie - 25/11/2013, 18:32
     
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    CtbDrDR

    Perdutamente sconfitti


    Erano rimasti in cinque ad essere ancora coscienti.
    L'avevo detto! io l'avevo detto diavolo!! pensava la ragazza mentre con fatica si trascinava dietro il corpo di Jinsuke; non era morto, il ragazzo era un vero duro nonostante l'età, ma le ferite del corpo e il consumo esagerato di chakra lo costringevano a quello stato inerte.
    Maledetti...pff...luridi maledetti...
    Sentiva il sudore scendere copioso dalla fronte, la schiena era zuppa, le ferite sanguinavano ancora nonostante il tentativo di prestare un rozzo soccorso, e il fiato, il fiato sembrava esserle stato succhiato via dai polmoni. Quanta forza potrà richiedere portarsi in giro un ragazzino pre-adolescente? pensava la giovane, mentre le sembrava di trasportare un'insopportabile macigno. Correvano, quelli che da quel giorno in avanti sarebbero stati ricordati come i "Caduti della Luna", correvano al massimo delle loro possibilità, stanchi e feriti, non solo nel corpo, cercavano disperatamente una via di fuga che sembrava non arrivare mai. Senza neanche sapere come, i cinque soldati, avevano percorso la landa di detriti e case diroccate una volta nota come la grande Tsuki; il rimpianto era la sensazione che maggiormente accompagnava la squadra quando giunti ai piedi della foresta, a circa due chilometri dal villaggio in rovina, si fermarono.
    Lo shinobi più anziano del gruppo, un certo Muten, era quello messo peggio: sembrava avere più di qualche osso rotto, diverse ferite dalle quali ancora perdeva sangue e parte del corpo aveva delle brutte ustioni; neanche l'odore della foresta sotto la pioggia o l'aria frizzante di una notte temporalesca potevano nascondere la puzza di pelle bruciata. Ci scommetto un occhio...quel tizio non arriverà a domani mattina...
    La kunoichi si rese improvvisamente conto di non provare nulla per quell'uomo, quello shinobi, per di più suo compaesano che, a meno di un miracolo, da li a poco sarebbe morto; non sentiva dolore o nessun'altra partecipazione, fu allora che realizzò di non conoscere nessuno dei suoi compagni. Li aveva visti al briefing, e di nuovo la mattina prima della partenza ma nulla di più. Non si era informata sul loro conto, non sapeva perché avevano coraggiosamente accettato di essere lì, con lei, in quell'inferno, in quel trucco...soffriva la sconfitta però, soffriva pesantemente la sconfitta.
    Luridi maledetti! luridi sporchi maledetti...viscidi...
    Tae aveva poggiato il corpo svenuto di Jinsuke vicino ad un grosso albero e, dolorante, sedette vicino a lui, come a fargli da guardia. Stringeva forte il pugno, piena di rabbia e imbarazzo. Maledetti! maledetti! inveiva ancora; la mano destra, l'unica ancora in funzione, cercava di mascherare il nervosismo della ragazza strappando ciuffi d'erba dal terreno, erba che era bagnata, umida, il sangue secco sulla mano si scioglieva e si mescolava alla terra bagnata.
    Maledetti...maledetti bastardi!...con quale onore mandi dei chunnin dentro tutto questo?
    La rabbia della ragazza era focalizzata e incentrata tutta verso il suo villaggio e quello di Konoha e quello di Kumo e quello di tutti gi altri. Com'era stato possibile? quale criminale aveva proposto di inviare dei ragazzini contro degli avversari sovrannaturali? e quale congrega di meschini aveva deciso di acconsentire. Per la prima volta nella sua vita, Tae sentiva del sincero risentimento verso la Nebbia...perché? si chiedeva, perché noi? non avrebbe avuto molto più senso mandare ninja più esperti ? magari quelli del briefing...per Tae quello era un crimine, non un errore ma un cosciente attacco alla sua vita e alla sua carriera.
    Già...sconfitta...maledetti bastardi, maledetti! non avevo chance...non ne avevo nessuna...nessuno di noi ne aveva. Non ha avuto senso nulla: le mie promesse a quel vecchio storpiato...la dedizione di Yusuke san...l'ostinazione del vecchio...e neanche la tua forza di volontà... disse, adesso rivolgendosi a Jinsuke, o almeno al corpo di Jinsuke.
    Non sei niente male ragazzino...quanto avrai? dodici? forse tredici anni? io alla tua età non avevo ancora imparato a centrare il bersaglio con i kunai...tu invece mi hai quasi ucciso...più o meno.
    Tae si prese una ciocca di capelli, da quando si era fusa con il demone erano avvenuti diversi cambiamenti nel suo corpo, uno solo di questi era permanente: dal suo caschetto corto erano fiorite lunghe ciocche di capelli corvini. Li accarezzava con cura.
    Improvvisamente la sua attenzione si rivolse verso il suo capitano; Yusuke, steso anche lui sull'erba, sembrava distrutto. Il suo volto raccontava di rimorsi e fallimento, niente di nuovo insomma...
    I suoi occhi, che occhi, fissi sul manto erboso, non un movimento di palpebre, non una parola. Tae guardava quel ragazzo distrutto, senza però osservarlo...in quel momento guardare Yusuke era solo un buon motivo per non guardarsi intorno, per distrarsi da quell'aria opprimente e da quell'imbarazzante silenzio. Si fosse concentrata anche solo poco di più, avrebbe visto un Yusuke diverso, nuovo, mutato...in qualche modo l'esperienza fatta nel Paese della Luna, gli sarebbe rimasta stampata in faccia per tutta la sua vita, sotto forma di artigli e zanne.
    Aaah... sbuffò.
    Sai... riprese rivolgendosi ancora a Jinsuke
    non so neanche se sei cosciente o meno...diamine non so neanche se arriverai a domani...ma non ti ho mai chiesto scusa. La verita è...è che ero cosciente già da diverse ore, ho preferito però aspettare e vedere se saresti riuscito a portare Nihiru dove volevo io...a indebolirla...quello che sto cercando di dirti è che vi ho lasciato fare, anche quando ti ha infilzato con la spada...ho sentito il suo desiderio di ucciderti, ho sentito che ci sarebbe riuscita...ho sentito la sua forza ma...l'ho lasciata fare...ah diamine che situazione, sto parlando con un sacco di patate...Jinsuke...ti chiami così no? Jinsuke...io ti chiedo scusa...ma non per quello che ti ho appena detto...ti chiedo scusa perché ho pensato che...perché penso che...penso che i miei sogni siano più importanti dei tuoi. Penso che vi avrei lasciato tutti morire per portare a termine la missione...per tornare viva....scusa Jinsuke.
    La strada per il mare era lunga, ancora molto lunga. Il gruppo si rialzò e riprese a camminare...nessuno aprì più bocca fino alla barca.


    Tae Nobunaga [Kiri]

    Chunnin
    fSsO621
    Mai sanguinare davanti agli squali...
    I

    ChakraFisicoMentale
    155OttimaleOttimale
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai x4Occhio Cibernetico
    Shuriken a Tre Punte x17Radiolina [Indosso]
    //Cimice x3
    Rasoi x24Taccuino e Matita
    Abbigliamento
    SlotOggettoDescrizione
    FasciaSpada Larga [Kisame]Schiena
    Arma Leggera////
    Rotolo Minore////
    //////
    AbbigliamentoFasce di CuoioIndosso [Stinchi]
    AbbigliamentoGomitiereIndosso
    Gilet Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Cartabomba x2Specchio
    //Pergamene Minori
    NoteCoprifronte legato alla coscia sinistra


    narrato - parlato - pensato
    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT







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    Edited by filippomustdie - 21/10/2019, 21:33
     
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    PTSD


    25/02/xxxx Ospedale Militare, Ala di Psicologia, Zona Nord di Kirigakure no Sato

    4° Seduta

    Allora Nobunaga, come stai oggi? Com’è andata la settimana?
    Male…bene…non lo so. Come sempre.
    Vuoi dire quindi che non è cambiato nulla?
    No, forse si. Sono tornata da una missione qualche giorno fa…ecco, diciamo che durant…no ogni tanto durante la missione è andata bene.
    Dammi i dettagli, che vuoi dire?
    Lo sai no?
    No, non lo so.
    Gli…gli attacchi di panico...i tremori...gli in.in..incubi. Sono stati pochi. Mi sono fermata in una città prima di arrivare a destinazione, lasciando perdere i particolari, diciamo che ho avuto da fare, ho avuto da fare tutto il giorno…era da parecchio che non andavo in missione, ed è stato bello, non ho pensato.
    Bene, sono contento. Diresti quindi che il motivo per cui sei stata meglio è stato il…”non pensare” o la missione in se? Tornare a lavoro.
    Non lo so…
    Pensaci un attimo…
    Direi entrambe le cose…forse…no…non lo so.
    Che tipo di missione era, se posso…
    …omicidio.
    Vuoi dire assassinio, ti hanno mandato in una missione d’assassinio?
    No…non era una missione di assassinio…potevo scegliere…
    Ed hai scelto…
    Morte…ho scelto morte.
    Posso chiederti il perché?
    Non c’è un perché…una serie di ragioni logistiche, era più sicuro.
    È una scelta che hai dovuto prendere sul momento?
    No.
    Lo sapevi già quando ti sei fermata in quella città?
    Si.
    Lo sapevi che avresti scelto morte quando sei partita?
    Non lo so…forse si.
    Nobunaga, pensi che il motivo per cui sei stata meglio possa essere legato a questa consapevolezza? La consapevolezza che avresti necessariamente dovuto uccidere una persona?
    Cosa? e perché? Perché mai saperlo avrebbe dovuto farmi sentire meglio?
    Non lo so, secondo te perché?
    Che cazzo di domanda è? Secondo me no. Non cercare di fottermi con queste stronzate! Non mettermi parola in bocca!
    La kunoichi battè forte il pugno sulla scrivania di Ginzaemon Ōtomo. Gli occhi grandi e profondi della ragazza guardavano febbrilmente verso ogni angolo della stanza. Due gemme dorate impazzite che mostravano con imbarazzante chiarezza quanto lo scatto di rabbia appena avuto e lo sguardo iroso fossero tutta scena. Mentre il pugno destro infatti era ancora saldo, fermo come un macigno sulla scrivania, la mano sinistra, nascosta dietro la schiena tremava.
    Perché ti sei arrabbiata Nobunaga?
    Perché…perché stai cercando di farmi dire cose che non penso…
    Ma perché questo ti provoca tanta rabbia?
    A te farebbe piacere? Se ti entrassi in testa e provass…
    Ma perché così tanta? E che vuoi dire con <<entrarti in testa>>?
    Voglio dire..voglio dire che….non lo so…non so niente…
    D’accordo…facciamo così, adesso provo a fare un riepilogo di quello che mi hai detto: hai svolto una missione nella quale ti era richiesto di catturare qualcuno, vivo o morto. Fin dalla tua partenza però avevi già deciso il destino di quest’uomo, o donna. Durante questa missione o almeno per parte di essa, hai notato una diminuzione di quei sintomi che conosciamo bene; come sto andando?
    …bene.
    Nobunaga, mi dicevi l’altra volta, di quanti tu sia diversa rispetto a prima…a prima degli eventi che hanno portato a Tsuki.
    Si.
    Pensi che la persona che eri prima, avrebbe preso la stessa decisione che hai preso tu? Con gli stessi tempi?
    …non lo so…penso di si. Si.
    Non pensi che sia proprio questo ad averti aiutato? È possibile che la frequenza dei sintomi sia diminuita proprio perché sei potuta tornare quella che eri un tempo?
    …si..immagino sia possibile.
    Nobunaga ti va di continuare il discorso che stavamo facendo l’altra volta?
    No, non mi va.
    Ti ricordi di cosa stavamo parlando?
    No, non mi ricordo.
    Allora come fai a sapere che non ti va?
    ….
    Stavamo parlando della “caccia”. Mi parlavi di quanto ti piaceva il tuo lavoro. Mi stavi parlando proprio della pianificazione, della “caccia” appunto. Usasti questo termine.
    Si…
    Va avanti per favore.
    Era la parte che mi piaceva di più. Pianificare, immaginare quello che la mia preda avrebbe fatto, dove sarebbe andata, come avrebbe reagito. Mi piaceva riuscire a leggere le sue mosse e rincorrerla…
    Perché parli di “preda”?
    Mh? No, non ho detto preda, ho detto obiettivo.
    No Nobunaga. Hai detto proprio “preda”. Perché?
    Non lo so…devo essermi confusa.
    Nobunaga
    Cosa? che c’è??!
    Devi cercare di essere più coraggiosa. Fa paura, ma devi aprirti, lasciarti andare almeno un po’. Altrimenti stiamo perdendo solo tempo.
    Grr…non lo so..credo di essere…”fatta” male. Da che ho memoria io…c’è qualcosa in me…non so come dirlo…di…bestiale. Mi sono sempre sentita un po’ animale…feroce. Amavo il mio lavoro…amavo fare il ninja perché…perché…
    Perché Nobunaga?
    Perché…mi dava una scusa…mi dava una scusa per uccidere senza sentirmi un mostro.
    Questa "scusa"...ti aiutava a sentirmi meglio con te stessa?
    No...mi faceva sentire orribile...mi vergognavo tanto ma...
    Da dove pensi che venga questo bisogno di…uccidere…
    Non lo so… *SOB* ho solo…avevo solo tanta fame….*SOB*
    Il viso della ragazza era coperto di lacrime, il naso gocciolava e gli occhi erano diventato gonfi e rossi. Le braccia si erano strette in una sorta di abbraccio, così come anche le gambe, portate al petto come per proteggersi.
    Parlami di questa fame...
    NnOnn...non lo so...*SOB* c'è sempre stata...
    Anche adesso?
    *SOB* Non lo so...adesso non so più niente...*SOB*
    D’accordo…per oggi basta così. Ci vediamo tra quattro giorni. Voglio aumentare il numero delle sedute, ci vedremo a inizio settimana e a metà settimana...ne verremo fuori. Sta tranquilla.

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    Edited by filippomustdie - 27/2/2020, 10:34
     
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    Narrato - Tae - Pensato - Kei Kurono

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    Katon: Homura


    27/06/XXXX, ore 15:36, Finale dell’Undicesimo esame Chunnin, Repubblica dei Samurai

    Il torneo Chunnin era terminato ma nonostante il buon piazzamento Tae sentiva di aver fallito, di non aver concluso abbastanza; la kunoichi aveva sempre fatto della competitività e del suo, quasi insano, amor proprio il suo punto di forza, grazie a loro era riuscita a superare gli insulti e le discriminazioni durante l’infanzia, aveva superato la precoce separazione dai genitori e in generale, era riuscita a diventare quella che era, ora questi suoi tratti erano quelli che la stavano facendo sentire una perdente; tuttavia c’era ancora modo secondo lei, di cavarne fuori qualcosa di buono per portare a casa un'altra conquista. Tae stava assistendo insieme al suo mentore e amico Kei Kurono, uno Sp.Jounin, alla finale del torneo tra Galatea e Ryu Akimichi, erano entrambi indubbiamente due promettenti shinobi. La kunoichi sentiva di meritarsi il loro posto lì nell’arena e tuttavia c’era una parte di lei che, in qualche modo, si sentiva inferiore a loro; ammirava le movenze eleganti dell’una e la caparbietà del secondo e, mentre tifava per la sua amica/rivale, contemporaneamente si scervellava a cercare un modo per poter diventare più forte: si chiedeva quale capacità le fosse mancata quel giorno per non riuscire a fare quell’ultimo passo necessario al passaggio del turno:
    I genjutsu…si sono quelli che mi hanno fregato…non ne conosco neanche uno…anche sforzandomi adesso…non…ah diavolo non riesco neanche a pensarla un illusione…devo diventare più competente con le arti illusorie, devo diventare capace di ingannare anche l’avversario più preparato.
    "È deciso! Tae Nobunaga diventerà una specialista nei genjutsu! Hey Kei sensei!”
    “uhm? Che c’è Tae?”
    “insegnami i genjutsu!”
    “adesso?”
    “Non fare l’idiota dai! È una cosa seria, io voglio diventare più forte di Galatea”
    “eeeh, la vedo dura Tae, lei è davvero un fenomeno…hahaha”
    “mi prendi per i fondelli?!”
    “no, no, scusami…facciamo così, adesso non mi sembra il momento, io capisco la tua irruenza ma potremmo goderci lo scontro, poi potrei offriti la cena, magari una bella tazza di ramen…”
    “quello vegetariano pieno di kombu e semi di soia??”
    “…ovviamente, domani poi...anzi no, dopodomani, con tutta la calma del mondo, ti vengo a prendere di mattina presto, andiamo al campo d’addestramento e ti faccio diventare la migliore illusionista del Paese della Nebbia…che dici?”
    Come poter dire di no ad un piano tanto ben architettato? La ragazza squalo si rimise placidamente al suo posto, riuscendo finalmente a godersi la vittoria della sua collega, era felice per lei dopotutto, era un’ottima kunoichi e un ottimo essere umano,
    Goditela Gala chan, perché la prossima volta che ci scontreremo sarò io a vincere…non scordarti della nostra rivalità…non scordarti di me.


    29/02/XXXX ore 05:12, Zona Nord, Kirigakure no Sato


    “Hey, sei sveglia?”
    “mmm…mmm…cos?..AH!!!” gridò la giovane saltando fuori dal letto;
    Kurono si era furtivamente intrufolato nella casa della ragazza, un po’ perché era sicuro che Tae fosse rimasta a dormire quella mattina invece di essere pronta per l’allenamento e, un po’ perché voleva farsi due risate: conosceva la kunoichi da più di dieci anni e sapeva del suo leggendario e quasi letargico sonno, poteva scommetterci un grado, non l’avrebbe mai sentito entrare.
    “Ma che fai!! Sei impazzito?!”
    “che vuoi dire? C’eravamo messi d’accordo al torneo ricordi? Allenamento, superare gli altri ninja, Tae maestra dei genjutsu? Tutto dimenticato?”
    “ma…ma…ma…ma sono appena le cinque del mattino ! guarda, guarda, non c'è neanche il solo! è moralmente sbagliato uscire quando ancora non c'è il sole…io…io…IO HO SONNO huaaaa!”
    “e non fare la lagna…dai su muoviti, sciacquati la faccia e preparati, oggi iniziamo un allenamento speciale…”


    28/02/XXXX, ore 05:49, Campo di allenamento ninja, Kirigakure no Sato


    “Allora, cosa sarebbe questo allenamento speciale? Vuoi insegnarmi un mega genjutsu? Uhm? Qualcosa di potente dai, qualcosa…qualcosa…qualcosa che tipo fotta la testa della gente, tipo che ti fa sentire come se morissi o simili.”
    “No Tae, molto meglio di così”
    “Meglio??! Wow, fichissimo, è un genjutsu di livello S?”
    “no, molto molto meglio”
    “wow davver…aspetta, non c’è niente di meglio di una tecnica di livello S…che razza di genjutsu sarebbe?”
    “Tae lascia perdere i genjutsu…non fanno proprio per te.”
    “ma come no??”
    “non è che ti svegli un giorno e decidi di apprendere i genjutsu…non so come spiegartelo, sono una cosa complicata, non è solo questione di manipolazione del chakra, c’è bisogno di una certa immaginazione, intelligenza e impegno.”
    “Hey, non starai mica insinuando che io sia stupida vero??”
    “non è questo, è che ci vuole molto tempo per diventare efficiente con i genjutsu…potrei insegnarti due illusioni base ma…be non saranno certamente quelle a farti fare quel passo in più rispetto agli altri.”
    “Kei ma…ma allora sono fregata? Che faccio?? Ah, mi insegnerai dei nuovi taijutsu! Mi piacciono un sacco i taijutsu.”
    “so che ti piacciono, per questo non te li insegnerò.”
    “Cosa?! e che vorrebbe dire? Senti sto perdendo la pazienza, smettila di tergiversare e dimmi perché mi sono alzata alle sette e un quarto dopo solo quaTTRO ORE DI SONNO!!!”
    “ti insegnerò ad usare un nuovo elemento chakra!”
    “mh? È davvero possibile? Posso usare qualcosa che non sia il suiton?”
    “credo di si, anzi, ne sono convinto!”
    “fichissimo, allora voglio imparare ad usare il doton, come Galatea, anzi, voglio il Raiton, così posso battere il suo Doton, si, si, il Raiton andrà benissimo!”
    “aspetta, aspetta…non andare tanto di fretta, non è una cosa che imparerai a fare questa mattina, anzi probabilmente neanche questa settimana...apprendere un nuovo elemento è una cosa molto complessa e richiede molta concentrazione, ricordi all’accademia quanto dovesti faticare per imparare a manipolare l’acqua? Io ricordo chiaramente che fu difficilissimo…diamine come passa veloce il tempo…fu davvero un’impresa… Ecco pensa che quello era l’effettivo elemento del tuo chakra, riuscire ad apprendere qualcosa di diverso non sarà uno scherzo; voglio che tu stai molto attenta quindi.”
    “Si Kei sensei…come sapevi all’epoca che il mio chakra era a rilascio acquatico?”
    “be non ci volle molto…insomma…sai no…l’aspetto”.
    “mmm…non so se mi sta benissimo quello che hai detto, penso che dovrei offendermi…”
    “hey, hey, non ho detto niente di male e alla fine avevo ragione in fondo no?”
    “…immagino di si…come avresti fatto altrimenti? Come si fa a capire che tipo di chakra hai?”
    “be…con questi…guarda….questi foglietti”
    “quei cosi? Dei pezzetti di carta?”
    “Non sono semplici <<pezzetti di carta>>, sono composti un particolare tipo di carta…senza entrare troppo ne dettagli, questi foglietti sono fatti di una carta che reagisce al chakra, se immetti all’interno il tuo chakra loro…aspetta, ti faccio vedere direttamente.”
    Kurono ne prese uno e lo tenne ben stretto tra l’indice e il medio per poi far circolare il suo chakra. Immediatamente il fogliettino divenne umido, per poi afflosciarsi diventando totalmente impregnato d’acqua.
    “Vedi?” disse guardando con aria soddisfatta la sua allieva.
    “Pazzesco…perché si è..? cioè come ha fatto l’acqua ha…??”
    “Aspetta, partiamo dall’inizio. Questa è una carta molto particolare, imprigiona la natura del tuo chakra e semplicemente la “attiva”…come posso dire, la rende fisica. Se ad esempio provassi ad immettere un chakra diverso da quello suiton avrei reazioni diverse…non so…ad esempio se uno shinobi con il chakra del Vento facesse la stessa cosa che ho fatto io, la carta fingerebbe tagliata a metà! Fico no?”
    Si…” disse la ragazza iniziando ad annuire, sempre più incuriosita “fammi provare!”
    “Non ha molto senso Tae, sappiamo già quel è la natura del tuo chakra, la reazione della carta non sarebbe diversa dalla mi…”
    “Avanti Kei sensei! Fammi provare no? Che ti costa…ti preeeeegoo!”
    “aaah…avanti su, buttiamo duecento ryo…tieni…”
    “grazie grazie ! allora…lo prendo tra le dita e…cosa??!!”
    Inaspettatamente, dopo un luccicante sbuffetto di fuoco vermiglio, il pezzo di carta si tramutò in cenere sotto gli occhi increduli di Kurono e rapiti di Tae.
    “Questo cosa è una cosa fichissima! Dammene un altro dai!”
    “Aspetta, aspetta…” disse lo shinobi della Nebbia
    “ti rendi conto di quello che è successo?”
    “certo, sei un caprone che mi ha dato un informazione sbagliata solo per non farmi giocare con i tuoi fazzoletti!”
    “No, diamone, no!...significa che siamo degli stupidi…non so, evidentemente siamo stati tutti accecati dalle apparenze…abbiamo dato per scontato che…Tae, la natura del tuo chakra non è il suiton…è il katon, possiedi l’elemento del Fuoco!”
    “Wow…immagino sia una cosa da <<wow>>…credo…ma concentriamoci sul raiton ok? Dicevamo…”
    “No, no affatto!”
    “Va bene, va bene…uffa…ma allora come ho fatto fin’ora ? voglio dire, ho sempre utilizzato sempre tecniche suiton…il mio intero stile di combattimento si basa su quello…com’è possibili?”
    “Mmm…evidentemente…Tae noi abbiamo sempre pensato che tu non fossi particolarmente portata per le Arti Magiche, ricordi? Fu difficilissimo per te imparare ad usare i ninjutsu, passammo gran parte del tempo all’accademia studiando la manipolazione del chakra e se ricordo bene, solo pochi mesi prima dell’esame chunnin riuscisti ad utilizzare con sicurezza le tecniche acquatiche…questo spiega il perché. Sostanzialmente hai dovuto imparare a manipolare un elemento chakra che non era il tuo…diamine che stupido che sono stato!”
    “Già. Sei stato davvero mooolto stupido sensei…quindi adesso dovrò rifare lo stesso lavoraccio fatto all’accademia?”
    “No, affatto…d’accordo, non riuscirai a padroneggiare proprio nulla oggi ma…ma hai già tutte le basi per la manipolazione di chakra elementale, l’allenamento sarà più semplice e molto più veloce. Fortunatamente il katon è un elemento che anch’io posseggo…si, in qualche giorno, se ci mettiamo davvero sotto, riuscirai ad usare quanto meno ninjutsu elementari, E, forse anche le D più semplici….forza mettiamoci al lavoro!”


    28/02/XXXX, ore 08:00, Campo di allenamento ninja, Kirigakure no Sato


    “Allora…iniziamo parlando un po’ dell’elemento del fuoco, quanto meno le basi…il katon è forte contro il..”
    “Il fuuton e debole contro il suiton…avanti su, non sono appena uscita dall’accademia, fammi vedere qualcosa”
    ”Uff…immagino tu abbia ragione…guarda qui…” disse il sensei componendo un sigillo
    “Questo è il sigillo della Tigre..”
    “lo s…”
    “lo so che lo sai, fammi parlare diavolo..ti dicevo, il sigillo della tigre è la base per la maggior parte delle tecniche katon, questa in particolare richiede la sola composizione di questo specifico sigillo…a questo punto il procedimento è simile a un qualsiasi ninjutsu suiton che preveda un’espulsione orale…avanti su, mettiti fianco a me…”
    Tae si alzò di scatto da terra e si mise in posizione; un ampio sorriso le si era stampato in faccio ed i suoi occhi testimoniavano il suo entusiasmo, non si sentiva così eccitata dai tempi della promozione a genin ed era passato molto tempo dall’ultima volta che era si era trovata davanti ad una sfida così importante. Superare quest’ostacolo non solo avrebbe significato aumentare ampiamente il suo arsenale ninja ma qualcosa di più, prendersi una rivincita, anche solo metaforica verso Galatea, come a dire <<io sono ancora qui, guardati le spalle che sto per raggiungerti>>.
    “Ed ora?”
    “Ed ora…fai silenzio!...chiudi gli occhi e concentrati dai… lascia che il chakra lentamente si accumuli…cerca di sentirne l’energia…immagina che sia fisico, immagina di allungare la mano per toccarlo…riesci a sentire il calore, un leggero tepore sul palmo della mano, come un braciere lontano…ci sei Tae…”.
    Gli occhi della kunoichi erano serrati, le palpebre spingevano forzatamente come se la riuscita della tecnica dipendesse da quello; la tensione e l’aspettativa erano così ingombranti da annebbiare la mente della giovane che tuttavia, pur di non deludere il maestro disse un timido “eh…penso di si…”
    “Perfetto…come ti dicevo il meccanismo di base è identico a qualsiasi tecniche suiton…lascia che questo chakra caldo si concentri nello stomaco…immaginalo mentre si trasforma in fuoco vivo…poi…Homura!!”
    Katon: "Homura" - Fiammata
    ewhqmca
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica è di rapida esecuzione e consiste in singolo Sigillo portato davanti alla bocca, per poi soffiare fuori da essa un getto di fiamme dal diametro di cinquanta centimetri che procederà verso il proprio avversario a velocità medio-alta che procederà fino a sei metri prima di dissolversi. La fiammata, una volta colpito il bersaglio, causerà danni medio-lievi da ustione.
    Consumo: 2

    Dalle labbra sottili dello special jounin fuoriuscì un piccolo getto infuocato, il quale a gran velocità si diresse in direzione del lago. La fiammata era visibilmente una tecnica di basso livello, più utile come diversivo che come fonte di danno, era grande poco più di due pugni congiunti e superati i cinque metri si spense.
    “Wow..bel colpo Kei sensei…”
    "Grazie. Piccola spiegazione: il ninjutsu che ti ho fatto vedere è forse la tecnica più semplice fra tutte le tecniche del Fuoco, tuttavia è molto veloce. Non potrai usarla per ferire un'avversario, almeno non in maniera interessante ma è ottima per far detonare un'esplosivo o incediare dell'olio...o anche come distrazione. Tu invece? Nessuna fortuna?”
    “be…no.”
    “D’accordo, non preoccuparti, dopotutto è la prima volta. L’elemento del fuoco è abbastanza semplice…se così si può dire, non avrai a che fare con molte tecniche di manipolazione della fiamma, nella maggior parte dei casi saranno palle di fuoco. Tuttavia, a prescindere da quello che potrebbero dire altri ninja, il fuoco mancherà anche di versatilità ma ci sono poche cose che una il fuoco non può distruggere, è un’ottima affinità…avanti, riproviamo.”
    Non c’era molto altro da dire, né da aggiungere, Kei le aveva già detto tutto; adesso sarebbe stata solo una questione di pratica e dedizione. Tae era carica e pronta a riprovare all’infinito, padroneggiare un nuovo elemento l’avrebbe fatta sentire una vera pro. La kunoichi compose il sigillo della tigre, e provò nuovamente a seguire il consiglio del suo maestro, usare l’immaginazione. Si sforzò a più di percepire il calore del chakra, le sembrava quasi reale dentro di lei; sentiva il calore delle fiamme farsi strada nell’esofago e bruciarle la gola: i suoi occhi erano carichi di determinazione, la sua forza di volontà aveva già eguagliato l’atto, Katon… e niente. Tae riuscì a malapena ad emettere un piccolo sbuffo di fumo nero, oltre che un imbarazzante filo di bava. Qualcosa non andava…certo, il fumo era meglio di nulla, quantomeno aveva fatto un passo avanti ma quanto ci sarebbe voluto ancora? Si poteva fare meglio di così?
    “Ho un’idea!”
    “Mh?”
    “dimmi se ha senso Kei…” la piccola ninja raccolse da terra una foglia caduta ai piedi di un grosso albero, era verde e ancora in buone condizioni, probabilmente fatta staccare dal battito d'ali di qualche uccello.
    “Credi che tenessi tra le mani questa foglia e mi concentrassi, riuscirei a fare la stessa cosa fatta con quel foglietto di prima?”
    “Mh…bella domanda…no, non credo. Il chakra di per se non è fuoco, per dire, va manipolato affinché assuma quella forma, non penso quindi tu sia in grado di far bruciare quella foglia solo toccandola…forse, potrebbe riuscirsi uno shinobi più anziano, un jounin o che so io ma…”
    “…quindi è possibile!”
    “no, ti ho appena detto di no”
    “certo, non posso farle prendere fuoco…ma magari posso fare qualcosa di più semplice, che ne so….cruciare un po' la punta...afflosciarla o quello che è... Io credo che questo mi aiuterebbe a familiare con la manipolazione.”
    “…si…si, devo ammettere che potrebbe essere una buona idea…avanti, fa vedere.”
    Tae gongolava, compiaciuta di aver avuto una buona intuizione, poggiò quindi la foglia sul palmo della mano sinistra per poi coprirla con la mano destra, mettendo sostanzialmente le mani a mo’ di preghiera. Si prese alcuni secondi, eseguendo dei respiri profondi e cercando di svuotare la mente dal bisogno di dover immediatamente riuscire nel compito. Nuovamente provò a focalizzarsi sul chakra, in maniera simile alla carta speciale, fece in modo che il la sua energia scivolasse all’interno della foglia; piano piano immaginava il chakra arroventarsi, come acciaio sulla fiamma, sentiva il calore sui palmi di entrambe la mani penetrare tra le nervature della foglia e…anche questa volta niente. La fogliolina era solo leggermente stropicciata, ma non troppo diversa rispetto ad un minuto prima; il piano non aveva funzionato, ma era buono, lei se lo sentiva. Partire direttamente con la manipolazione, come suggerito da Kei, le sembrava avventato, seppur giovane, Tae sapeva in cosa era brava e in cosa no…nella manipolazione del chakra e nei ninjutsu, anzi, in tutto ciò che non era effettivo esercizio fisico, era vergognosamente carente, per di più molto poco paziente, no, no: se avesse abbandonato così in fretta il suo piano per ritentare con la manipolazione del fuoco, avrebbe fallito, si sarebbe indispettita ed avrebbe trovato una scusa per rimandare ad un altro giorno…ma no. Lei avrebbe appreso a manipolare il katon quel giorno stesso. Procedere per gradi era la cosa migliore che le venisse in mente, rimise quindi nuovamente le mani nella posizione di prima e tentò nuovamente. Il secondo tentativo sembrava andare meglio, venirle più naturale in un certo senso; forse era solo la sua immaginazione, ma le sentiva che il chakra elementale veniva richiamato più facilmente, non era quasi più necessario immaginare calore o tizzoni ardenti, quel passaggio era stato quasi del tutto bypassato, e rimaneva utile solo a mantenere la concentrazione. Tae si sedette a terra con le gambe incrociate, gli occhi erano chiuse e lentamente il respiro si faceva lungo e lento, come durante il sonno. Restò così per una decina di minuti, sotto gli occhi del suo sensei che iniziava a chiedersi se la kunoichi fosse ancora cosciente o si fosse appisolata. Non era sicura di quello che stava facendo, ma seguiva questa procedura inventata sul momento in maniera meticolosa, come fosse un esercizio provato e riprovato, una parte di lei era come se credesse che la convinzione che qualcosa potesse riuscire, aiutava a farla accadere.
    “D’accorso…speriamo bene…” allargò le mani lo stretto necessario affinché potesse sbirciare all’interno senza dover necessariamente mostrare a tutti il risultato. Aveva paura di aver fatto un ulteriore buco nell’acqua ma allo stesso tempo era troppo curiosa per non dare almeno un’occhiata.
    Non ha senso così…non vedo nulla…al tre dunque…uno, due….due e mezzo… “tre!”.
    Tae aprì le mani a mo’ di libro, e qualcosa era effettivamente accaduto: la foglia era ancora tutta intera certo, non avevano preso fuoco neanche i bordi ma…si era seccata. In qualche modo Tae c’aveva visto giusto, forse il procedimento non era andato esattamente come ipotizzato da lei ma, il chakra rilasciato all’interno della foglia era chakra Katon.
    “Eh andiamo! cazzo, Kei, guarda qua!!”
    “Hahaha ottimo, ottimo. Congratulazioni, avevi ragione.”
    “Adesso manca solo una cosa..”
    “Ti senti pronta?”
    “Si sensei…adesso si.”
    Il campo d’addestramento era vuoto, una leggera nebbia si alzava sulle acque piatte e immobili del lago artificiale, tiepidi raggi di un sole che volgeva verso il tramonto, si riflettevano sullo specchio d’acqua, dando la sensazione che fosse oro: Tae guardava fisso davanti a se, i suoi pensieri si erano persi nelle acqua del lago, dentro di lei non c’era più alcun pensiero, era concentrata e pronta all’ennesimo tentativo. Non si era mossa dal campo per tutto il giorno, aveva tentato e ritentato un numero così alto di volte da aver perso il conto…ed in realtà neanche le importava, fossero infatti state dieci o cento tentativi, il risultato era l’unico parametro per valutare la spesa di tempo di quel giorno. Se ci fosse riuscita, qualsiasi investimento e impegno sarebbero stati completamente ripagati. Non che non ci fossero stati visibili miglioramenti insomma: se per le prime due ore nulla era uscito dalla sua bocca se non sbuffi di fumo nero, nel pomeriggio era riuscita anche ad evocare delle piccole scintille, a volte deboli fiammelle, che inesorabilmente finivano per svanire nel nulla dopo appena qualche metro. Kei Kurono non si era mosso da lì; era il suo sensei dopo tutto: Tae aveva praticamente fatto tutto da sé, tentativo dopo tentativo. Si correggeva da sola, era severa con sé stessa quando sentiva di non essersi impegnata ma altrettanto indulgente quando necessario; la figura di Kei era praticamente inutile. Il ragazzo era orgoglioso di lei, della sua indipendenza e forza d’animo ma sapeva anche che a modo suo, la sua presenza era necessaria. Tae aveva bisogno di un pubblico per dare il massimo, così era sempre stata la sua allieva, e per questo lui non sarebbe mosso di lì. Le mani si congiunsero quasi come fossero in preghiera, le dita incrociate fra loro come fossero vimini con solo gli indici e i medi ritti a formare il sigillo della Tigre. Ormai era diventata brava ad accumulare chakra di Fuoco, così come anche a manipolarlo in maniera grezza; non le serviva più alcun trucchetto e l’unica difficoltà rimasta era quella di far si che il fuoco prendere una forma che riuscisse a durare per almeno qualche secondo una volta emessa. Prese un bel respiro profondo, e poi tutto avvenne con rapidità e naturalezza. Nel suo ventre il chakra si era accesso, la fiamma viaggiava dentro di lei cercando l’esterno, la gola che brucia e poi…
    ”Katon: Homura!”

    Katon: "Homura" - Fiammata
    ewhqmca
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica è di rapida esecuzione e consiste in singolo Sigillo portato davanti alla bocca, per poi soffiare fuori da essa un getto di fiamme dal diametro di cinquanta centimetri che procederà verso il proprio avversario a velocità medio-alta che procederà fino a sei metri prima di dissolversi. La fiammata, una volta colpito il bersaglio, causerà danni medio-lievi da ustione.
    Consumo: 2


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    10/03/xxxx Ospedale Militare, Ala di Psicologia, Zona Nord di Kirigakure no Sato

    6° Seduta

    Cosa ne pensi del nomignolo che vi hanno dato?
    Penso sia orribile.
    Dimmi come ti fa sentire.
    Di per se non me ne frega niente di come mi chiamano quell’ammasso di codardi…ma mi fa infuriare…anzi no, mi fa proprio incazzare. Era volontario, l’arruolamento era volontario! Solo noi abbiamo firmato però, e mentre quelle gonfie palle di merda trovano il tempo di inventarsi nomignoli e soprannomi noi non siamo più gli stessi. Stupidi! Carogne!
    Calmati adesso Nobunaga…
    Ho visto una donna in un villaggio a nord di Tsuki. Le avevano amputato entrambe le gambe e passava tutto il tempo in una sorta di…di demenza non lo so…e dondolava, dondolava in continuazione. Mi ricordo che ad un certo punto le si scucirono i punti e tutto il sangue prese a uscire fu…era un vero macello…
    Mi parli ancora di Tsuki per favore.
    C’era una costante sensazione di morte…era come essere in una specie di enorme cimitero…io e un altro andavamo a caccia di un uomo…un tizio qualunque che un giorno aveva iniziato a fare a pezzi chiunque gli si parasse davanti…uccideva solo gli uomini però...donne, vecchi e bambini avevano una sorte peggio. Gli tagliava le braccia, le gambe, le orecchie, il naso, la lingua…non penso ci fosse una logica precisa, credo volesse solo far…far del male…il sangue poi…il costante e pungente odore di sangue. Mi ricordo, era ovunque.
    Sembra un posto terribile…
    No! Non è un posto terribile! È peggio, molto molto peggio. E tu non lo sai com’è, non lo puoi neanche immaginare! Nessuna di quelle teste di cazzo che mi chiamano la “Caduta della Luna” lo sa! Un solo stronzo tanto stupido da dirmelo in faccia, gli staccherò il cuore sul posto e me lo mangerò.
    Percepisco molta molta rabbia nelle tue parole.
    Certo, può biasimarmi?
    No…no di certo ma…vedi c’è un pattern emotivo che condividono tutti gli esseri umani. Ovvio, ognuno è fatto a modo suo e reagisce agli eventi in maniera del tutto unica ma…possiamo predire quale tipo di reazione sarà scatenata da un evento, l’unicità entra in gioco solo nel modo in cui questa è o non è espressa…
    Dove vuoi arrivare?
    Voglio dire che…nel momento in cui io possa essere accusato di qualcosa che non ho commesso o appellato come qualcosa che sono sicuro non essere, posso assolutamente aspettarmi una reazione di rabbia ma…non così tanta.
    Quindi starei esagerando per caso? Vorresti dirmi che…be, che cazzo, tanto non è vero, sbattitene no? È questo che vuoi dir..
    …no, no affatto. Voglio dire che magari quello che ti fa tanto arrabbiare, non è l’insulto in sé, ne la mancanza di giudizio della gente che ti chiama così. Sto ipotizzando che magari c’è un qualche altro motivo se ti frustra così tanto quell’epiteto.
    …non mi viene in mente niente…
    Va bene…vuoi dirmi qualcos’altro di Tsuki? Cosa è successo a quell’uomo?
    L’abbiamo ucciso…
    E poi?
    E poi, e poi…e poi niente, abbiamo fallito!
    Come ti fa sentire l’aver fallito? Pensi di essere responsabile?
    …beh?...perchè….non lo sono?
    Dimmelo tu, continua ti prego…
    Tsuki non esiste più giusto? Ho sentito che non è diversa rispetto a quando sono scappata…una landa desolata, piena di fumi malsani e morte…circondata da una perenne tempesta…oh Dei…..che cosa ho fatto….
    Hai fatto?
    Io non sarei mai dovuta andare…noi non saremmo mai dovuti andare ma…eravamo lì…noi eravamo lì. Eravamo lì ed abbiamo fallito…e non c’è scusa, non c’è niente che si possa dire…anche se continuo a ripeterlo…io non ci credo.
    Capisco…è qualcosa che affronteremo meglio in un'altra sedut…
    C’è un'altra cosa…un'altra cosa che non ti ho detto…non ho ricordi precisi…solo..un sapore, un suono, una vaga sensazione. Ho ucciso degli uomini su quell’isola.
    Perché?
    Non ha importanza il perché…è il cosa. Come le ho detto non ho nessun ricordo tangibile, vari frammenti, qui e la ma…ma ho una forte consapevolezza. Mi è piaciuto…ed ero proprio io, lei non c’entrava niente…
    “lei”?
    Ricordo di essere stata eccitata, davo la caccia a quelle persone seguendo l’odore del loro sangue, mi ricordo…avevano…no..si..avevano, le avevo dato del tempo per nascondersi, solo per poterle stanare dopo. Ricordo me stessa, correre tra le rovine di un villaggio, completamente ricoperta di sangue…è uno dei ricordi…è uno dei ricordi più belli che ho….

    Quindi dottore…quello che mi chiedo è…chi sono io? sono buona o sono cattiva?...ma no, non è questa la domanda giusta…sono donna o sono squalo?...sono ninja o sono demone?...sono un mostro o una persona? Il mio villaggio è un alleato o un padrone?...io amo ancora il mio villaggio…come lo amavo prima? perchè caro dottore…il mio essere buona o cattiva, dipende solo dalla risposta che io do a queste domande…chi sono, dipende da queste domande...è questo…questo mi atterrisce perché…perché io non lo so.
    Il Dottor Otomo teneva le mani incociate, come fosse in preghiera. Le sedute erano in certo qual modo una sorta di avvenimento mistico per lui, il dottore sapeva scavare nella mente delle persone meglio di qualunque ninjutsu, ed anche se magari c'avrebbe impiegato più tempo, il risultato sarebbe stato assicurato, lui era una garanzia. Gli occhi cerulei e sereni dell'uomo cercavano quelli della ragazza, sfuggenti e spauriti, nel corso della sua lunga carriera aveva avuto a che fare con un infinta di soggetti disturbati, gli aveva sentito raccontare amenità indicibili e storie spaventose, cose che avrebbero fatto vomitare una capra, la storia che Tae portava in quello studio non era una di quelle storie, era qualcosa di nuovo, qualcosa lo ammaliava ma allo stesso tempo lo sconvolgeva. atterriva. Otomo era un uomo posato, preciso, silenzioso e faceva in modo che queste sue caratteristiche si rispecchiassero nel suo lavoro, cosa che gli veniva in maniera abbastanza naturale ma questa volta era diverso, non riusciva a contenere il suo interesse scientifico e l’umano timore; adesso con la mano massaggiava il suo impeccabile pizzetto, sistemato con cura ogni mattina, l’altra era nella tasca del camice a giocherellare con le chiavi. Tae Nobunaga, allora era proprio come dicevano…Io percepisco un forte senso di colpa Nobunaga. Quello che dici è una cosa orribile, davvero orribile. Io penso che tu questo lo sappia. Penso che sia per questo che odi tanto quell’epiteto…la Caduta della Luna. Forse ti senti davvero così, forse pensi che tutte quelle persone che ti evitano, ti giudicano e ti trattano come una traditrice, abbiano ragione…e dopo tutto quello che mi hai detto…be..ci vediamo tra tre giorni.


    Sarebbe stata il suo più grande successo...






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    Edited by filippomustdie - 28/2/2020, 14:28
     
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    01/11/xxxx Ospedale Militare, Ala di Psicologia, Zona Nord di Kirigakure no Sato

    32° Seduta


    L’orologio sembrava prendersi gioco della kunoichi, quei quarantacinque minuti non ne volevano proprio sapere di giungere al termine. Tae non aveva mai desiderato tanto andare via, finirla con quella seduta e scappare lontano, a casa, nascondersi sotto le coperte del letto per non svegliarsi più. Era stata dura, ed emotivamente devastante, le erano state cavate dalla bocca parole e sentimenti inaccettabili per lei, sensi di colpa e pesanti fallimenti. Senza neanche rendersene conto si era raggomitolata su sé stessa in un atto di infantile assoluzione, portandosi le ginocchia al petto e proteggendo la nuca con le braccia ed il volto rannicchiato sul petto. Piangeva come la ragazzina che era, singhiozzando e tremando rumorosamente.
    Si sentiva piccola, sola, insignificante e colpevole.
    L’uomo dall’altra parte della scrivania invece sembrava vivere in una realtà parallela, come se quel pezzo di mobilio rappresentasse molto di più che la semplice terapeutica divisione tra paziente e psichiatra: aveva un’aria serena, estranea, a tratti misteriosamente compiaciuta. Otomo guardava Tae come uno scienziato studia una cavia da laboratorio dopo averle somministrato un qualche veleno, e davanti al risultato ottenuto la osservava contorcersi e soffrire compiacendosi, soddisfatto del risultato ottenuto e curioso di vedere cos’altro sarebbe riuscito ad ottenere aumentando o diluendo la dose del suo veleno.
    Come ti senti Tae?
    Disse interrompendo il silenzio con la sua voce mielosa e accondiscendente.
    Parlami, dimmi cosa pensi.
    La kunoichi non rispose. Non sapeva cosa dire: provava il forte e contraddittorio desiderio di aprirsi a quell’uomo, di dirgli tutto quello che lui voleva sentire. Sentiva, mai come in quel momento, uno strettissimo nodo in gola, un pesante macigno che per la prima volta riusciva chiaramente a percepire: sperava con tutta sé stessa che se fosse infine riuscita a liberarsene lì, in quel momento, davanti a quella figura che per quasi un anno l’aveva seguita, sarebbe potuta stare meglio, che sarebbe riuscita sentirsi bene; mai come in quel dolore riusciva a percepire il tepore della speranza.
    Si morse forte il labbro, sentiva gli aguzzi canine penetrare le sue labbra carnose, il sapore metallico del sangue in bocca, il dolore acuto e pungente avvolgerle la testa e allentare l’angoscia e la paura. Alzò il capo cercando con gli occhi quelli del terapeuta; li fissava con intensità, nello stesso modo con il quale una bambina cerca lo sguardo del padre in un momento di sconforto, ma, nonostante tutto, non riusciva a parlare.
    Tutto ciò non è una condanna.
    Insistette l’uomo incalzando nuovamente la kunoichi
    Quello che stai provando adesso può cambiare, può essere estirpato. Puoi tornare il soldato di prima, l’indomita guerriera senza paura, senza dubbi.
    Quelle era proprio le parole che Tae voleva sentirsi dire; avere la consapevolezza della reversibilità della sua condizione le diede la stessa sensazione che da vedere la luce in fondo ad un tunnel, aveva il sapore dell’ossigeno dopo una lunga apnea ed il suono dei taiko nelle notti di festa.
    …come?
    La voce della kunoichi era flebile e insicura, il suono uscito dalla sua bocca era stato tanto basso da suonare quasi come fosse muto. Eppure, trasmetteva tutto il bisogno e la richiesta di aiuto di cui poteva essere capace una sedicenne mentalmente disturbata.
    La giustizia Tae…devi perseguire la giustizia. Una giustizia che sia superiore a te, ai tuoi ideali, diamine persino a quella del villaggio stesso!
    Il…il villaggio?
    Quell'ultima frase fece lo stesso effetto di un inaspettato pugno sul naso. Tae titubò, stordita da quel concetto che non riusciva a comprendere, le sembrava fosse un altra lingua perchè...non aveva senso.
    Non è stato il villaggio a mandare te e i tuoi compagni lì, in quelle terre maledette? Non è stato il villaggio a giudicarti sulla base di un compito che in partenza non potevi portare a termine? Non è stato il villaggio a marchiarti con quel nome…la Caduta della Luna?...e infine Tae, non è stato proprio il villaggio, con la sua incoscienza, con la sua totale mancanza di riconoscenza, ad uccidere Muten? Puoi davvero considerare Kiri estranea a tutto quello che ti è accaduto? No bambina mia…non puoi.
    Quale…qual è la giustizia allora? Cosa è giusto?
    La giustizia è l’eredità. Quell’eredità che i vari Mizukage ci hanno tramandato.

    ----

    07/02/xxxx Ospedale Militare, Ala di Psicologia, Zona Nord di Kirigakure no Sato

    1° Seduta

    Allora, vediamo questa cartella…Tae Nobunaga…chunnin…probabile PTSD…ah però…è una dei caduti della Luna.
    Otomo si alzò scompostamente dalla poltrona, grattandosi il sedere ed affrettandosi a nascondere la cartella in un cassetto della scrivania. In poco tempo sarebbe giunta la sua nuova paziente e desiderava mostrarsi il più professionale possibile. Non vedeva l’ora di avere a che fare con questa Nobunaga; le guncie gli divennero rosse e si inumidì la mano destra con della saliva cercando poi di sistemarsi i capelli di lato, il ritrovato entusiasmo finiva con l’essere ancor più galvanizzato dal poco interesse con il quale si era recato quel giorno al lavoro. Una bella sorpresa come quella, la possibilità di trattare un soggetto possibilmente complesso e con un vissuto sicuramente interessante l’eccitava particolarmente; era infatti da parecchio che non gli capitava tra le mani un paziente del genere, qualcuno con così tanto potenziale. Otomo si trovava di solito a trattare con vecchi ninja in pensione: soggetti che riscontravano difficoltà a ritrovarsi in un ambiente e una routine così diversa da quella che era sempre stata. Capitavano casi di violenza domestica, alcolismo, gioco d’azzardo compulsivo…poca roba per un individuo del suo spessore, a suo dire almeno, e con i quali era difficile riuscire tirar fuori qualcosa di utile per la sua e la “loro” causa…ma questa volta era diverso. Si trattava di un soggetto giovane, nel pieno della sua adolescenza e con importanti cicatrici di guerra, una giovane kunoichi senza padre e con la madre lontana, senza legami di parentela nel villaggio, reduce da una missione fallimentare e pericolosa e in più, ciliegina sulla torta, un membro del clan Hoshigaki, quantomeno alla lontana. Gli appartenenti a quel clan non godevano di una reputazione particolarmente nobile: sebbene questo fosse dovuto principalmente al pregiudizio e al loro aspetto chimerico, erano ritenuti aggressivi, inaffidabili e imprevedibili. Ne umani ne bestie insomma, e più che altro un brutto incidente di percorso dell’evoluzione con il quale si doveva convivere. Questo fortunoso calderone di circostanze sembrava essere il terreno ottimale per plasmare il soggetto perfetto, l’individuo giusto.

    TOC TOC TOC

    Avanti…prego, entra pure.
    …mi chiamo Tae Nobunaga…
    Non c’è bisogno di restare lì sulla porta, prego vieni a sederti.
    …io faccio quello che mi pare…e al momento non ho voglia di sedermi.
    …d’accordo, va bene. Vuoi dirmi almeno perché sei qui?
    Che razza di domanda è? Mi ci hanno mandato.
    Perché di grazia?
    Mmm…non prendermi per il culo chiaro? Non hai letto la cartella?
    Si, ma vorrei sapere la tua opinione. Perché secondo te ti hanno mandato qui?
    Perché sopravvalutano molto il tuo lavoro……sono tornata da una missione qualche giorno fa..una missione fallimentare. Ci siamo ritrovati in un conflitto più…inaspettato diciamo.
    Tae abbassò lo sguardo, non era in grado di parlare dei fatti della Luna e mantenere contemporaneamente contatto visivo; la ferita era ancora fresca e l’accettazione degli eventi accaduti lontana miglia e miglia. Fino a quel momento era rimasta ferma lì, all’entrata dello studio del dottore, con il capo coperto dal cappuccio e le braccia incrociate. Non voleva essere lì, sentiva che in un momento come quello la soluzione a tutti i suoi problemi sarebbe stata una semplice e intensa sessione di allenamento, magari dello sparring più spinto del solito e una lunga dormita…ma ormai era lì…si giurò che non sarebbe mai tornata di sua volontà, che non appena fossero state tenute tutte e sei le sedute ordinate non si sarebbe mai più fatta vedere. Per il momento però, non aveva senso essere maleducati, ne tantomeno scomodi…avrebbe potuto sedersi.
    Ecco…così va meglio…iniziamo dunque, il mio nome è Dr. Otomo Masachika.


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    Edited by filippomustdie - 27/10/2020, 09:52
     
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