Missione Daiki Nakamura & Hana Kawanari

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    Missione Daiki Nakamura & Hana Kawanari
    Missione a Servizio di:Compagnia del Sole Rosso
    Livello:A
    Esecutori della Missione:Daiki Nakamura & Hana Kawanari
    Luogo d'Incontro:Deserto a nord di Sunagakure No Sato
    La nostra presenza nel Villaggio della Sabbia è stata scoperta ed il Kazekage ha inviato un commando per catturarci tutti, o peggio, ucciderci. L’unica nostra speranza di fuga è cercare di seminarli attraverso il deserto, dividendoci per cercare di moltiplicare le nostre tracce e rendere più difficile la vita agli inseguitori e separarli in caso fossimo costretti a ricorrere al conflitto aperto. Il punto di ritrovo è fissato per la Stazione Onda non appena vi sarà possibile farvi ritorno, una volta sicuri di non essere seguiti o dopo aver eliminato i vostri avversari.
    Buona fortuna a tutti e cercate di restare vivi. Ci rivedremo presto.

    Hayato

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    Edited by Marian Cross - 17/12/2014, 14:58
     
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  2. redwolf85
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    Narrato - Pensato - «Parlato Daiki» - «Parlato Hana» - «Parlato Gamakichi» - «Parlato Altri»

    Il forte vento aveva cominciato ad alzare la sabbia in una vera e propria tempesta, cosa non insolita anche se si trovavano così a Nord, così la Compagnia si era riunita in una specie di anfiteatro roccioso, per cercare di proteggersi dalla sabbia.
    La roccia, comunque, non era in grado di difenderli completamente dalla furia della tempesta. L'eremita aveva chiuso il velo del suo cappello del deserto e abbassato gli occhialoni, per proteggersi, ma i piccoli e fastidiosi granelli bianchi trovavano il modo di entragli nelle vesti nonostante si fosse coperto nel miglior modo possibile.
    Hayato si fece attendere, ma nell'attesa Daiki riuscì a recuperare le forze e curò provvisoriamente, in parte, le sue ferite. Quanto vorrei un Ninja medico in questo momento. Schiena e collo erano ancora doloranti, ma il pericolo di aggravamenti era svanito, anzi miglioravano molto in fretta.
    L'attacco iniziò improvvisamente. Dopo il ritorno del Comandante Daiki stava per suggerire di riposarsi fino al termine della tempesta, quando un'indistinta ondata di chakra lo mancò di un pelo. Reagì d'istinto tirando fuori Keibatsu, pronto a dare battaglia. All'inizio pensò che l'Impero li avesse trovati, ma quando la squadra di assalitori si avvicinò abbastanza notò le divise di Suna.
    Una trappola! Devono averlo seguito fino a qui. Cazzo... Daiki esaminò rapidamente la situazione.
    Si trovavano nel deserto e, anche se il confine non era lontano, quella era la loro casa. Inoltre, se si erano presi la briga di seguire il Sole Rosso, quelli non erano di certo comuni Chuunin. Forse Hayato poteva tener testa a uno o due, ma per il resto di loro non sarebbe stata una passeggiata affrontare un gruppo agguerrito che li aveva colti di sorpresa. Per uno strano gioco del destino, il deserto era la loro unica speranza.
    «Via! Scappate!»
    Daiki usò il filo di Keibatsu per aprire una piccola ferita al dito, per poi rimettere la spada al suo posto. La squadra nemica era ormai pronta al secondo attacco, dopo aver fallito il primo a causa della scarsa visibilità.
    Kuchiyose no Jutsu - Tecnica del Richiamo
    Kuchiyose
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie Grandi è necessario il grado Sp.Jounin, per le Leggendarie quello ANBU.
    Consumo: 30
    Gamakichi
    gamakichi_zpsd4f56dba
    Le dimensioni di questo giovane rospo arrivano a venticinque metri di diametro e quarantacinque metri d'altezza. Ha un carattere estroverso e non perde mai l'occasione per parlare o aiutare il proprio evocatore. Ottimo combattente, amante del pericolo ed eccellente stratega, è armato di una kodachi con il fodero di legno, lunga circa ventitre metri, che maneggia con estrema abilità e grazie al quale può abbattere Jutsu difensivi di livello B, persino uno di livello A se si lancia dall'alto e carica tutto il peso sull'arma. È estremamente agile viste le sue dimensioni ridotte e la sua velocità e alta, purtroppo non è così resistente e basteranno due Jutsu di livello A per costringerlo a ritirarsi.

    «Yo! Daiki!» Disse l'enorme rospo che aveva evocato. «Gamakichi! Non c'è tempo! Trattieni quegli uomini un paio di minuti. Non esagerare, appena ti senti in pericolo vattene di qui!» Aveva urlato all'amico, al di sopra del vento. «Vai, ci penso io!» Rispose iniziando a menar fendenti con la sua Kodachi, costringendo parte dei nemici alla ritirata, Daiki diede una pacca sulla testa al coraggioso rospo. Dopodichè si lasciò scivolare lungo il dorso della sua evocazione, dosando il chakra per frenare la velocità di caduta verso terra.
    Rimessi i piedi al suolo si era guardato attorno, scorgendo una minuta figura familiare. «Hana! Seguimi! Andiamocene di qui!» Urlò porgendole la mano, in modo che non si perdessero nella tempesta. Si allontanò correndo a perdifiato verso est, seguendo il vento. Sentì Hayato dire qualcosa alla radiolina, capì solo che si sarebbero ritrovati alla stazione Onda. Voltatosi verso l'anfiteatro due minuti dopo, riuscì a intravedere la grande nuvola provocata da Gamakichi che si ritirava. Il rospo non aveva grande resistenza, ma per costringerlo a sparire così in fretta doveva aver trovato Ninja eccellenti. Grazie lo stesso, amico mio!
    Il vento aveva soffiato costante da ovest verso est, quindi dopo la prima mezz'ora di marcia, aveva cambiato direzione, tenendo il vento sulla sinistra, pensando in quel modo di riuscire a deviare di nuovo verso Nord. La cosa migliore sarebbe stata trovare un rifugio, là fuori era pericoloso, ma sarebbe stato ancor più rischioso perdersi cercando un riparo e finire in bocca alla squadra della sabbia, sperando che fossero abbastanza furbi da attendere la fine della tempesta per dargli la caccia. Non rimaneva che avanzare faticosamente, confidare nel suo senso dell'orientamento e nelle sue capacità di resistenza, proteggendo con il corpo come meglio poteva la meno equipaggiata rossa.
    Daiki aveva affrontato molte battaglie, anche con Ninja più forti di lui, ma quella era la prima volta che aveva autenticamente e assolutamente paura. Non aveva alcun controllo su quella situazione, e la cosa lo spaventava a morte.
    Era ironico. Aveva rischiato la vita per proteggere Suna e come ringraziamento ora lo braccavano come si farebbe con un cervo. Un cervo molto accaldato e pieno di sabbia.
    Suniani ingrati, maledetto Imperatore, dannata Konoha.... Quelle e altre imprecazioni rimbombavano ritmicamente nella sua testa, tenendogli compagnia durante la marcia. Insultava gli inseguitori, insultava i Paesi rimasti inerti a guardare, ma sopratutto insultava i suoi ex compatrioti. Il suo Paese gli aveva dato cocenti delusioni, ma ora imprecava con autentico odio contro la sua Patria natia.
    Non c'era da meravigliarsi, dal suo punto di vista, la missione era stata un disastro. Suna caduta, il Kazekage morto, il Sole Rosso cacciato come un animale dagli stessi che voleva proteggere. Come se non bastasse, aveva coinvolto in quella assurda storia Kohaku e Arima. Tutto a causa della follia della Foglia.
    Suniani ingrati, maledetto Imperatore, dannata Konoha.... La sequenza di insulti lo teneva concentrato e attivo, si era attaccato a quella litania per non sprofondare nello sconforto. Ora sapeva cosa aveva provato Hayato scappando da Kiri, dover lottare per la vita contro quelli che aveva considerato amici.
    Stando a Konoha aveva dimenticato che nel mondo degli Shinobi non c'erano amici, gli unici su cui poteva contare erano solo i suoi Fratelli. Quegli stessi Fratelli ora dispersi ai margini di quell'immensa distesa di sabbia.
    Dopo un'altra mezz'ora si stagliò davanti a lui un'altura. Aveva una limitata conoscenza delle tecniche di sopravvivenza in una tempesta di sabbia, ma sapeva che là sopra la tempesta sarebbe stata meno violenta, perché la concentrazione maggiore di sabbia viaggia vicino al terreno. Inoltre non restavano molte alternative, non potevano reggere ancora a lungo e l'unica mossa che gli rimaneva era quella di Gamamise, ma aveva già sprecato molto Chakra per coprire la fuga e non voleva prosciugare le riserve se non in caso di imminente rischio di vita. Si fece quindi forza e iniziò a salire.
    In effetti le cose migliorarono e trovò anche un riparo d'emergenza in un ammasso roccioso protetto dal vento. Si sedette, stanco, tirò fuori la borraccia dalle vesti e bevve un po', offrendola poi alla compagna. Non appena la tempesta fosse finita la caccia sarebbe cominciata.

    Daiki "Hanketsu" Nakamura

    ChakraFisicoMentale
    160-30=130Contusione medio-lieve da impatto alla schiena
    Contusione medio-lieve al collo
    Ferita lievissima al pollice sinistro
    Spaventato, triste.
    Doppia Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai 10Radiolina
    Shuriken 18Filo metallico (30 metri)
    Cartabomba 5Pillole del soldato 1
    Fumogeni 3Veleno debole 1
    Palla di luce 1Occhio cibernetico
    Bombe al peperoncino 3Torcia Luminosa
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    RotoloDakoDietro la schiena
    CustodiaTirapugniAl fianco destro
    FoderoKatanaAl fianco sinistro
    Fodero minoreSpada di chakra "Keibatsu"Al fianco sinistro
    Gomitiere-----Ai gomiti
    Tasca SupplementareShuriken ad Astro 20alla gamba destra
    Bende-----Polsi e caviglie
    Guanti chiodati-----alle mani
    Copricapo del deserto-----in testa, velo chiuso a coprire il volto
    Occhialoni-----calati sugli occhi
    Pesi-----tolti
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    palla di luce 2recipiente
    Bomba Carta 2Accendino
    Note
    2 cartabombe legate ad altrettanti Kunai
    Bonus: pesi alle caviglie tolti – mezzo grado alla velocità


    Edited by redwolf85 - 18/12/2014, 20:36
     
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  3. Marian Cross
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    Narrato Parlato Pensato Parlato altrui


    Kusanagi.
    Quel nome sibilò nella sua mente come la peggiore delle imprecazioni, mentre Daiki la precedeva nella scalata lungo una altura dopo lunghi minuti di marcia, un solido sperone di roccia su cui Hana sinceramente sperava, affidandosi all’uomo date le sue limitate conoscenze del deserto di Suna, avrebbero trovato le condizioni per fermarsi e trovare riparo. Non potevano certo camminare ancora a lungo in quella tormenta bruna, affondando faticosamente i piedi nella sabbia ad ogni passo, ma con tutta probabilità non potevano nemmeno i loro inseguitori. Un dubbio si insinuò nella sua mente, al ricordo del deserto che si muoveva al comando degli Shinobi di Suna ad inizio battaglia, ma consapevole di non poterci fare niente lo scacciò.
    Sentiva il sudore che gli imperlava il viso e le mani mischiarsi ai granelli di polvere alzati dalla tempesta, gli stessi che il vento spingeva da tempo indefinito ormai a sporcarle i capelli, minacciando di rompere la presa alla mano che la legava a Nakamura, ma si intimò di resistere e serrò la presa. Convogliando il Chakra sotto le piante dei piedi ad ogni passo partecipò alla scalata, rimanendo dietro al compagno. Ogni metro conquistato sembrava valerne almeno dieci, ma ciononostante non poté non notare come, mano a mano che loro salivano di quota, le raffiche si facessero meno pesanti da sostenere e la quantità di sabbia sollevata, sospinta e a forza cacciata nei loro vestiti e nei loro occhi diminuisse. Rincuorata percorse il tragitto cercando di non pesare all’altro, finché non giunsero ad una insenatura naturale in cui si infilarono di tutta fretta. Hana percepì il sapore della sabbia amalgamata alla sua saliva, e sputò, accettando poi di buon grado l’offerta del compagno. Prese un buon sorso dalla borraccia ma evitò di esagerare dal momento che la quantità d’acqua che avevano in due era buona, ma probabilmente nel deserto non lo sarebbe mai stata abbastanza.
    Kusanagi ripeté amareggiata dalla situazione.


    Chiusi tra quelle quattro rocce, ogni membro della Compagnia s’era trovato qualche cosa da fare, o non fare, in perfetto silenzio. L’unico rumore che udiva attorno a lei era l’ululato della tempesta, che infrangeva contro la pietra il suo rammarico di non potere in alcun modo investirli nella sua furia come aveva già fatto innumerevoli volte con tanti viaggiatori. Appoggiata alla dura parete, Hana trovava quel rumore stranamente conciliatorio, quasi complementare all’azione dell’osservare il liquido incolore nella siringa muoversi in base alla posizione in cui ogni volta la giovane traslava l’oggetto, riflettendo.
    B4-71 lesse per l’ennesima volta sulla scatola nella sua mano sinistra. Aveva rinunciato immediatamente a dare un senso a lettera e numeri: da quel che ricordava spesso questi rappresentavano nel nome di un prodotto chimico una specie di numero di serie, e dipendeva dalle qualità della sostanza, dal numero di volte che era stata sintetizzata prima di ottenere un risultato, dal numero di combinazioni che era stato necessario attuare perché quei risultati diventassero un effetto su scala umana, e molto altro. Il metodo in cui quella droga poteva funzionare però la incuriosiva decisamente di più, ma sapeva anche che non aveva alcun modo per capire cosa portasse a quella “trasformazione”. Innanzitutto, era solo la siringa a fare quell’effetto, o gli Shinobi avevano subito un trattamento speciale e il liquido in essa contenuto faceva solo da tramite? E quale era la forza a cui avevano avuto accesso?
    Non la forza dell’uomo, direbbe chiunque a prima vista. Che il Chakra si ammassi al punto da dare al portatore un manto che lo fa rassomigliare ad una bestia, con sei code per giunta...mi sorprenderebbe il contrario.
    Lanciò un'occhiata ai sottoposti di Hayato, attorno a lei. Non avrebbe saputo dire con certezza come l'aveva presa ognuno di loro. In realtà, le era sembrato di scorgere un'aria abbastanza affranta, ma non poteva mettere la mano sul fuoco giurando che tutti provassero la stessa cosa. E in generale, dopotutto, la caduta di Suna era una notizia che avrebbe sconvolto molti, anche quelli che avevano odiato quel villaggio e il suo leader, caduto in battaglia. Quella disfatta era la prova definitiva che la guerra ci sarebbe stata, e prometteva di essere ben più sanguinosa di quanto si aspettava chi contava nella vittoria del Paese del Vento. L'Impero aveva dimostrato una superiorità schiacciante ed una insolita magnanimità: dopo aver ascoltato i racconti a carico della nuova gestione di Konoha sembrava che della Sabbia sarebbe stata fatta terra bruciata. Invece, l'Uchiha si era dimostrato misericordioso, intelligente, o forse solo arrogante. Annientare completamente la Sabbia avrebbe lasciato un altro vuoto nel mondo Ninja similmente a quanto già perpetrato dalla Nebbia con Iwa, e i risultati sarebbero stati imprevedibili. L'Hokage, anzi l'Imperatore, doveva aver ben pensato che esporre Suna ad una disfatta totale nel proprio territorio fosse più che sufficiente a rimettere gli altri Paesi al loro posto e se non fosse successo beh, almeno uno di loro si sarebbe tirato fuori o sarebbe sceso in campo già pesantemente ferito. Era comprensibile come mossa. Molto meno, lo era quella del Comandante della Compagnia del Sole Rosso.
    E' una pretesa assurda si ricordava di avergli detto. Dopo la battaglia tutti potevano leggergli negli occhi il dolore per quanto successo alla sua casa. Se c'era ancora qualche dubbio che Kusanagi avesse forti legami con il Paese che aveva tradito, dopo la battaglia le erano spariti. Tra l'altro, a pensarci, lo Shinobi non aveva effettivamente tradito il suo Paese: ne aveva attaccato un altro ed era stato conseguentemente dichiarato Mukenin. Quali che fossero le sue ragioni ora le risultava evidente che non era mai stata sua intenzione meritarsi l'odio della gente che quel giorno aveva provato a proteggere.
    Vuoi tornare li per fare cosa, Kusanagi? Lavare le strade dal sangue? Seppellire i caduti? Non certo compiti che un solo uomo in più, accorto a non farsi scoprire, può assolvere per loro. Il combattimento è finito, e ti prego di renderti conto che da questo momento in poi la ricostruzione della loro casa, spetta agli Shinobi di Suna e a loro soltanto.
    Il Sole Rosso non disse una parola, ma la fulminò con lo sguardo e la ignorò congedandosi, costringendo lei e gli altri che invece a Suna non avevano intenzione di mettere piede a perdere tempo per lui. La cosa le piacque molto poco, ma non era comunque il genere di persona da fare scenate, men che meno in quella situazione. In compenso però, quel marcato cameratismo del Ninja era indice di attaccamento al suo passato da regolare, il che indicava che la morale dell'uomo almeno in alcuni punti era ancora inflessibile. E la cosa era accettabile, dal momento che chiunque aveva dei limiti. La preoccupava però la portata dei suoi, di limiti, e di quanto labili essi potessero rivelarsi.
    Ci vollero varie ore perché Hayato tornasse tra di loro, e fu proprio quando lo fece che le cose cominciarono a prendere la piega sbagliata. Kusanagi si era precipitato da loro con foga insolita. Nakamura si fece avanti per parlare al comandante, ma fu interrotto da qualcosa. Quello che doveva essere un Jutsu si schiantò contro la pietra del loro riparo, scavando un lungo solco in essa. Tutti ripresero vita in un secondo, sorpresi. Fu allora che il vice dell'uomo dall'occhio scarlatto gridò loro un unico ordine: scappare.
    Una bestia colossale comparì dal nulla, mentre ora esposto alla tempesta il loro gruppo si frammentava. In mezzo a quel rumore perse di vista quasi tutti, ma fece del suo meglio per rimanere vicino ad una persona: Daiki le allungò una mano, urlando parole che si persero nel vento. Certamente le stava dicendo di andare con lui. C'era solo una direzione in cui tutti loro volevano proseguire, ed era lontano da li. Accettò di buon grado la mano del compagno, e lasciò che fosse lui a guidare senza opporsi in alcun modo. Anche l'eremita doveva avere problemi ad orientarsi li dentro, ma sostanzialmente provare a suggerire strade diverse non solo non avrebbe funzionato, ma li avrebbe solo rallentati e confusi, con l'alto rischio di arrivare a risultati disastrosi.
    Avvolti dalla tempesta, cominciarono la loro marcia.


    Grazie.
    Restituì la borraccia al suo proprietario, osservandolo negli occhi. C'erano una marea di frasi possibili da dire in una situazione simile, a cominciare dall'insultare aspramente l'uomo che non aveva voluto seguire semplicemente un po' di buonsenso, ma come al solito pesò bene ogni possibilità prima di aprir bocca. Aveva aspirato fin dall'inizio ad avere una conversazione privata con un membro del gruppo. Non si sarebbe aspettata però di dover arrivare ad una situazione tanto critica per poter parlare faccia a faccia, e tra l'altro non era certo il momento per perdersi in discorsi secondari alla loro sopravvivenza.
    Immagino il piano ora sia compiere gli ultimi passi verso i confini a nord, cercando di non farci ammazzare prima dal deserto o dai suoi abitanti e sperando non siano troppo ostinati...
    Inspirò ed espirò.
    La prossima tappa è casa vostra, suppongo.
    Era solo un inizio di conversazione, nemmeno particolarmente buono. Ad ogni modo parlare e provare a farsi un'idea su come sbrigare quella faccenda era l'unica cosa che avrebbero potuto fare finché la tempesta li fuori avesse infuriato.

    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Preoccupata
    Chakra: 130

    Equipaggiamento:

    Borsa:
    - Kunai (10/10)
    - Shuriken (18/20)
    - Cartebomba (4/5)
    - Filo metallico (30M)
    - Binocolo
    - Occhio Cibernetico

    Abbigliamento:

    - Gilet

    Bende:
    - Lame retrattili
     
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  4. redwolf85
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    Narrato - Pensato - «Parlato Daiki» - «Parlato Hana» - «Parlato Altri»

    Molto tempo prima.....

    Daiki attraversò i lunghi corridoi di quel palazzo nel cuore di Ame, accompagnato dalle sue due guardie, il giorno prima era arrivato nel piccolo Paese dopo aver tradito la potente Konoha. Era convinto che sarebbe stato accolto a braccia aperte, la guerra era imminente e Ame aveva grossi problemi di uomini e carenza di addestramento. Lo sapeva, c'era già stato. Era per quello che aveva scelto il Paese della Pioggia. Lì poteva contare qualcosa, l'addestramento ricevuto alla foglia lo poneva un gradino sopra alla maggior parte dei parigrado lì presenti.
    Se avessero avuto fiducia in lui, avrebbe potuto alzare il livello di preparazione delle loro truppe.
    Di fatto, comunque le cose andavano un po' a rilento, le alte cariche che aveva contattato erano restie ad accettare senza riserve l'opportunità che offriva. Non poteva dargli torto, avrebbe fatto lo stesso, anzi, forse sarebbe stato ancora più prudente.
    I suoi accompagnatori si fermarono davanti ad una pesante porta in legno finemente decorato e l'aprirono senza bussare. Daiki si soffermò a guardare la stanza, ma venne subito spinto all'interno.
    La stanza era piuttosto grande per essere un' ufficio burocratico, forse più adatta ad un'alto ufficiale, le finestre erano ampie e lasciavano entrare tutta la luce possibile nonostante il cielo fosse coperto e piovoso come sempre. Anche la luce era un bene prezioso in quella terra.
    Dietro alla scrivania c'era un uomo di mezz'età che lo fissava, lo soppesava e valutava. Gli occhi scuri ed indagatori mettevano una certa soggezione.
    Restarono entrambi in silenzio, finché le porte non furono chiuse e le guardie non se ne furono andate.
    «Daiki Nakamura, traditore di Konoha. Perchè sei qui?» Chiese l'uomo con voce profonda. C'erano delle sedie davanti alla scrivania, ma non era stato invitato a sedersi, quindi restò dove si trovava.
    Doveva soppesare bene le parole, da questi colloqui dipendeva la sua stessa vita.
    «Scappo, signore.» Disse, sincero.
    «E hai scelto proprio Ame per scappare? Noi non viviamo nelle terre di Nessuno, siamo un paese civile.»
    «Proprio per questo sono venuto qui, ho bisogno di protezione contro la vendetta di Konoha, ma non voglio avventurarmi da solo nelle Terre di Nessuno. In cambio posso...»
    «Quello che puoi darci in cambio lo decideremo noi. Al momento sei nelle nostre mani. E dopotutto potremmo scegliere di restituirti alla tua patria, come segno di buona fede.» Daiki chiuse la bocca, sapeva che era improbabile che sarebbe successo, non era una pedina così importante da suscitare alcun senso di gratitudine nell'Hokage. Comunque era meglio non fare irritare i suoi ospiti. «Veniamo a te... le informazioni che ci hai dato sulla possibile guerra e su Konoha sono buone, ma niente che non sapessimo già o che non potessimo procurarci facilmente.»
    «Ne sono consapevole, il mio era solo un gesto di buona fede. Ciò che offro sono i miei servigi.» Tornò ad insistere Daiki.
    «Questo lo vedremo...» Disse facendo un cenno di sufficienza. «Stiamo facendo delle indagini su di te, e volevo darti la possibilità di parlare prima che venga fuori qualcosa di sgradevole. Siamo a conoscenza del fatto che i grandi Villaggi si interessano a noi, che ci spiano, che condizionano la nostra politica. Sei mai stato impiegato in simili azioni? O ne hai sentito parlare?»
    A Daiki tremarono le gambe per un attimo, rimase in silenzio, indeciso se mentire, stare zitto oppure... «Si.» Disse con sincerità. Era meglio cercare di spiegarsi fin da subito. «La mia è stata più di una missione esplorativa. Konoha mi ha ordinato di introdurmi ad Ame, trovare uno dei vostri ufficiali troppo incline alla guerra e...» Deglutì. «assassinarlo. Si chiamava Kanjiyu Hashinaki.» Questa volta fu il turno del suo interlocutore di restare senza parole. L'uomo lo scrutò sospettoso per lunghissimi istanti. «Così è questa la fine che ha fatto quel bastardo. Ci chiedevamo che fine avesse fatto. Non che sentissi particolarmente la sua mancanza.» L'uomo tamburellò le dita sulla scrivania. «Hai fatto bene a dirmelo, ma non tutti riuscirebbero a vedere il lato positivo della cosa. Quindi da ora in poi tienilo per te.» Daiki annuì silenzioso. «Parlerò a Tezou di te, vedremo che si può fare. Per il momento, torna nel tuo alloggio.» Daiki si inchinò e si voltò. «In ogni caso, buona fortuna, te ne servirà molta.» Sentì dire mentre la porta tornava a chiudersi alle spalle.

    Il presente....

    Daiki soppesò la borraccia, tra lui e Hana avevano abbastanza viveri per attraversare il deserto senza dover forzatamente cercare oasi o pozzi. Era un a bella fortuna, perché solo chi viveva in quel deserto sapeva dove cercare, in caso contrario avrebbero avuto vita difficile.
    «Immagino il piano ora sia compiere gli ultimi passi verso i confini a nord, cercando di non farci ammazzare prima dal deserto o dai suoi abitanti e sperando non siano troppo ostinati... »
    Le parole erano appena udibili sopra al rumore del vento, ma la sua voce era sicura e determinata, gli occhi lo scrutavano per carpire ogni informazione possibile da lui. Era ben diversa dalla ragazza che aveva stretto a sé guidandola durante la tempesta. D'altronde quella situazione aveva spaventato anche lui. Ninja più esperti avevano perso la vita in quel deserto.
    La giovane lo stupiva e lo inquietava, perché sembrava fiera di quello che faceva, era tra l'altro l'unica che poteva dirsi soddisfatta di quella missione, aveva raccolto un sacco di informazioni. Inoltre l'Eremita aveva notato che aveva raccolto qualcosa dalla borsa dell'uomo-demone, non sapeva cosa fosse perché era ancora intontito dallo scontro, di certo però non era nulla di buono.
    «La prossima tappa è casa vostra, suppongo.» Concluse.
    Daiki restò un attimo in silenzio, soppesando le successive mosse. «Non precisamente.» Disse infine. «Ci siamo separati, ed in fondo la cosa ci va anche bene, saranno costretti a dividere le forze anche loro. Dubito che si siano portati dietro più di uno o due Ninja sensoriali, sono troppo pochi e preziosi per sprecarli dietro ad un unico obiettivo. E in questo momento Suna ha una gravissima carenza di risorse. In ogni caso, se ne abbiamo dietro uno ha poca importanza dove ci dirigiamo, entro poche ore ce lo avremo addosso. Quindi è inutile pensarci troppo.» Iniziò a ragionare Daiki. «Se vogliamo scappare senza combattere, partiamo dal presupposto che loro daranno la caccia ad Hayato, che sarà il loro obiettivo principale. L'ipotesi che faccio è che ci mettano alle calcagna un ninja inseguitore, ma senza particolari abilità sensoriali. Sanno che ci stiamo dirigendo a Nord, passando per Tosi e poi per la vecchia Iwa, Molti del Sole Rosso avranno preso quella direzione. Però, anche ammettendo di riuscire ad arrivare fin là, potrebbe non essere sufficiente a fermare l'inseguimento. Noi dovremmo fare qualcosa di diverso.» Concluse.
    «Questo è il mio piano: ci dirigiamo verso Nord per circa un'ora, appena la tempesta cala d'intensità. A quel punto i nostri inseguitori non avranno più il supporto dei sensoriali, quindi deviamo a nord-est, verso Ame, là ho qualche amico che mi deve qualche favore e che può aiutarci a rallentare quelli della sabbia, facendo perdere poi le tracce passato il confine.» Daiki guardò in basso cercando di penetrare con lo sguardo la tempesta, valutando ogni aspetto del suo piano. «Ovviamente potrei anche sbagliarmi, in quel caso dovremo essere pronti a combattere in qualsiasi momento. E se trovassimo un posto dove fare una buona imboscata, probabilmente non dovremmo perdere l'occasione di provare.»

    La tempesta non durò molto, dopo poche ore le raffiche si fecero meno forti. «E' quasi il momento di andare, se hai preparativi da fare per il combattimento, questo è il momento giusto.» Disse Daiki, che invece era già pronto al combattimento. Valutò l'ipotesi di lasciare indietro un clone per distrarli e nel frattempo accumulare energia naturale, ma decise di evitare, inutile sprecare chakra, se li stavano inseguendo il clone sarebbe certamente stato presto distrutto, inoltre avrebbe confermato alla squadra della sabbia che era la pista giusta. Meglio lasciarli nel dubbio. «Forza, la strada è lunga e difficile.»

    Daiki "Hanketsu" Nakamura

    ChakraFisicoMentale
    130Contusione medio-lieve da impatto alla schiena
    Contusione medio-lieve al collo
    Ferita lievissima al pollice sinistro
    Determinato, triste.
    Doppia Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai 10Radiolina
    Shuriken 18Filo metallico (30 metri)
    Cartabomba 5Pillole del soldato 1
    Fumogeni 3Veleno debole 1
    Palla di luce 1Occhio cibernetico
    Bombe al peperoncino 3Torcia Luminosa
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    RotoloDakoDietro la schiena
    CustodiaTirapugniAl fianco destro
    FoderoKatanaAl fianco sinistro
    Fodero minoreSpada di chakra "Keibatsu"Al fianco sinistro
    Gomitiere-----Ai gomiti
    Tasca SupplementareShuriken ad Astro 20alla gamba destra
    Bende-----Polsi e caviglie
    Guanti chiodati-----alle mani
    Copricapo del deserto-----in testa, velo chiuso a coprire il volto
    Occhialoni-----calati sugli occhi
    Pesi-----tolti
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    palla di luce 2recipiente
    Bomba Carta 2Accendino
    Note
    2 cartabombe legate ad altrettanti Kunai
    Bonus: pesi alle caviglie tolti – mezzo grado alla velocità
     
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  5. Marian Cross
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    Narrato Parlato Pensato Parlato altrui


    Daiki cominciò a descriverle il suo punto di vista sulla situazione, ragionando in modo obiettivo. La cosa le fece piacere, ma non la sorprese troppo. Nakamura le era sembrato un tipo intelligente come il suo superiore, ne aveva solo appena ricevuto la conferma.
    Ha ragione, Kusanagi sarà l'obiettivo principe della sabbia. Noi siamo secondari...
    Secondari, ma non certo per questo gli Shinobi di Suna avrebbero permesso al resto della Compagnia di scappare per mettersi tutti all'inseguimento dell'uomo dall'occhio scarlatto. Quello era ovvio.
    Non sappiamo nemmeno che genere di avversari potremmo ritrovarci alle calcagna. Questa tempesta cancellerà le tracce di tutti, per cui chiunque non sia uno Shinobi sensoriale dovrebbe avere difficoltà a decretare chi sta inseguendo. Certo, è altamente improbabile Sunagakure abbia inviato un Jounin, ma non mi aspetto nulla meno di qualche ANBU per recuperare Hayato il terrorista e i suoi compagni pensò, ascoltando nel contempo Daiki spiegarle come avrebbero deviato da un comune percorso attraverso Iwagakure, tagliando invece per il Paese della Pioggia. Hana annuì con calma alle parole del Mukenin, trovando in piena onestà la proposta ottima. Andando verso nord-est, avrebbero raggiunto i confini del Paese del Vento prima, in effetti, riducendo i loro tempi di viaggio senza concederne ulteriore invece a quelli di Suna, che con ogni minuto si sarebbero accinti a chiudere le distanze e prima o poi ci sarebbero riusciti se loro due non se ne fossero andati prima. Raggiunti i confini del Paese del Vento, in ogni caso, Hana era sicura che il pericolo sarebbe passato per due motivi: il primo, era che probabilmente il Kazekage non avrebbe rischiato di mandare una squadra di eccellenti Shinobi all'inseguimento di Mukenin sfuggenti in piena crisi considerando quanto già le forze erano state ridotte; il secondo, era che davanti ad un insuccesso in piena terra natìa, i Ninja quasi certamente avrebbero demorso difronte all'eventualità di un inseguimento in un territorio neutrale.
    Si, è un buon piano. Considerando tutto, per raggiungere da qui il confine tra Pioggia e Vento ci vorranno circa ventiquattro ore di marcia, in base al nostro ritmo. Un volta superata la frontiera dubito che continueranno ad inseguirci, in tutta onestà, credo che contino sull'idea di poterci catturare prima di allora. Potrebbero provare a rischiare solo se ai confini le distanze tra i nostri gruppi fossero già ridotte all'osso, cosa che tocca a noi evitare. In ogni caso, alternative migliori non ne ho in mente.
    Rimase in silenzio per un lungo istante, prima di riprendere parola:
    In realtà credo che almeno qualcuno ci toccherà affrontarlo prima di lasciarci questo inferno alle spalle. Qui, in questo deserto, quelli di Suna hanno troppo margine di vantaggio perché si facciano fregare senza dire la propria. Ci erano addosso poco tempo fa, mi sembra assurdo che non siano capaci di raggiungerci ancora. E quando accadrà, se accadrà, speriamo di risultare noi superiori a loro...e speriamo che chiunque ci tocchi avere alle spalle, non sia qualcuno in grado di fare anche solo la metà delle cose che ha fatto Suna ad inizio battaglia.
    Sbuffò, liberandosi dalla pesantezza di quei pensieri. Sul viso le si dipinse un sorriso laconico, per un istante.
    Oh, ma "ce la faremo" disse, volutamente ironica, giusto per rendere chiaro all'altro che non era certo disposta ad arrendersi. Semplicemente, non avrebbe preso nulla alla leggera. Ma probabilmente la stessa cosa valeva per l'Eremita.
    Restarono per qualche ora in ascolto del vento, aspettando il momento in cui le raffiche sarebbero cessate. Quando arrivò, o meglio quando se ne rese conto, corpo e mente atrofizzati dall'inattività ripresero lentamente la loro consueta vitalità.
    E' quasi il momento di andare, se hai preparativi da fare per il combattimento, questo è il momento giusto.
    Hana colse il consiglio al volo, impegnandosi a legare dieci metri di filo metallico ad uno dei suoi Kunai ed altri venti ad un paio di Shuriken, divisi equamente tra le armi. Non era nemmeno certa le sarebbe effettivamente servito, ma se mai fosse stato necessario di certo nessuno le avrebbe permesso di compiere l'intera operazione in battaglia. Appena fatto, uscì per prima, cautamente, dal rifugio tra le rocce. Tirò fuori il proprio binocolo, cominciando a scrutare l'orizzonte con occhio attento. Sollevata dal non aver notato nessuno in avvicinamento fece cenno a Daiki di uscire.
    Prendi questo disse al compagno, porgendogli il binocolo mentre tirava fuori dalla borsa l'occhio cibernetico:
    Non avranno esattamente la stessa efficacia, ma almeno avremo tre occhi in grado di guardare lontano. Troppo male non può fare. Dovessimo trovare un'altra altura, il binocolo potrebbe risultare ancora utile.
    Convogliò il proprio Chakra nelle piante dei piedi, cominciando la scalata inversa, e completandola con molta più rapidità di quanto non fosse avvenuta l'operazione di qualche ora prima. Senza vento poteva saltare direttamente da una roccia all'altra senza paura di scivolare nonostante il controllo del Chakra, operazione che la agevolò consentendogli di tornare coi piedi sulla sabbia in meno di un minuto. Portò una mano al viso, mentre cercava di osservare la posizione del sole rispetto a sé.
    Mezzogiorno è passato da un pezzo...saranno le quattro a questo punto. Abbiamo il sole di fronte che cala ad ovest, e un'ombra proiettata alle nostre spalle...ombra che dovrebbe puntare a nord-est. Ergo dobbiamo solo dare le spalle al Sole e camminare mantenendo l'ombra al fianco destro per proseguire verso nord, modificando poi la direzione al passare delle ore.
    Alzò lo sguardo verso Nakamura, in cerca di conferme.
    Sbaglio qualcosa?

    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Tesa
    Chakra: 130

    Equipaggiamento:

    Borsa:
    - Kunai (10/10)
    - Shuriken (18/20)
    - Cartebomba (4/5)
    - Filo metallico (30M) (10M-Kunai / 20M-Shuriken x2)
    - Binocolo (Estratto)
    - Occhio Cibernetico (Indossato)

    Abbigliamento:

    - Gilet

    Bende:
    - Lame retrattili
     
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  6. redwolf85
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    Narrato - Pensato - «Parlato Daiki» - «Parlato Hana» - «Parlato Altri»

    Era contento che Hana avesse approvato il suo piano, anche se con dubbio entusiasmo. In effetti Daiki aveva dubbi simili, tra l'altro l'aver scatenato Gamakichi non deponeva esattamente a suo favore, ora la Sabbia aveva una buona ragione per odiarlo quasi quanto lo stesso Hayato. Se il Comandante della Compagnia era l'obiettivo prioritario, lui era appena diventato il numero due. D'altronde che potevo fare? Non potevo certo restare lì a farmi catturare, o peggio, a far uccidere qualche compagno. Sperava solo che Gamakichi stesse bene e che non avesse esagerato, il rospo era forte, ma si faceva prendere spesso dalla battaglia.
    L'Eremita uscì allo scoperto quando Hana gli fece segno di via libera passandogli il binocolo. Come la compagna scrutò l'orizzonte accertandosi che tutto fosse in ordine. Per il momento l'inseguimento tardava, ma sapeva che era solo una situazione temporanea. Dovevano sbrigarsi.
    Seguì la giovane giù dall'altura utilizzando lo stesso metodo. Arrivato al suo fianco gli restituì il binocolo, indossando l'occhio cibernetico dopo aver portato gli occhialoni sopra la testa. «Tienilo tu, non saprei dove metterlo.» Il binocolo era senz'altro migliore dell'occhio cibernetico, si sarebbe fermato ogni mezz'ora per controllare se erano seguiti.
    «Mezzogiorno è passato da un pezzo...saranno le quattro a questo punto. Abbiamo il sole di fronte che cala ad ovest, e un'ombra proiettata alle nostre spalle...ombra che dovrebbe puntare a nord-est. Ergo dobbiamo solo dare le spalle al Sole e camminare mantenendo l'ombra al fianco destro per proseguire verso nord, modificando poi la direzione al passare delle ore. » Daiki si guardò attorno per orientarsi. «Sbaglio qualcosa? » Daiki annuì, anche se si sarebbe sentito più sicuro con una bussola. «Fra un'ora deviamo verso Ame. Muoviamoci.» Daiki partì subito verso a Nord alla massima velocità possibile per la sua compagna. Dovevano avere più spazio possibile tra sé e gli inseguitori prima di cambiare direzione, altrimenti sarebbe stato tutto inutile.
    Sabbia bianca e roccia scura si alternavano con monotona costanza, si chiedeva se tutti stessero bene e fossero riusciti a sfuggire agli inseguitori e alla tempesta. Shinsuke e Hayato erano Ninja esperti, di Kohaku non si preoccupava molto anche se si era trovato lì solo a causa sua, chi lo preoccupava di più erano certamente il giovane Shin e Arima. Il primo era ancora inesperto nonostante fosse cresciuto nelle Terre di Nessuno, il secondo, era sempre il suo “fratellino”. Perchè è finito tra i traditori? Cosa lo ha spinto a fuggire? Certo la foglia era cambiata molto sotto Hayter, ma la maggior parte dei Ninja era rimasta sotto il vessillo dell'Imperatore, senza dubbio questi aveva svolto un'eccellente opera di manipolazione delle coscienze. In fin dei conti era sempre l'Hokage. Comunque si facesse chiamare. Doveva essere successo qualcosa in più per spingere l'altro Eremita ad andarsene. Proprio come era successo a lui. Il loro legame non era di sangue, nonostante ciò si assomigliavano parecchio. Si augurava solo che il più giovane non dovesse scoprire gli angoli bui della propria anima, angoli bui che Daiki aveva iniziato da poco ad esplorare. Iwa ci sta cambiando. Lo sento. Sentiva quel cambiamento anche nei suoi amici, sopratutto Hayato. Gli leggeva nello sguardo il tormento che quel cambiamento comportava. Sapeva anche che era lo stesso per lui. Oh, insomma....Probabilmente moriremo tutti qui. Inutile pensarci troppo.
    Altro interrogativo che lo assillava era il ruolo della ragazza, Hana. Hayato si era preso un bel rischio con lei. Dare accesso alla Compagnia, alle loro risorse, a un membro di una delle più potenti organizzazioni del Mercato Nero non era di certo nel carattere del Comandante, si chiedeva cosa ci fosse in quel faccino, anche se gradevole, che potesse spingere l'ex di Suna a fidarsi di lei. Daiki sbirciò verso di lei. Bei capelli, comunque.
    Dopo la prima mezz'ora si fermò a controllare alle proprie spalle, tutto appariva calmo, ancora avevano un certo vantaggio. Ciò che lo preoccupava era la pista che si erano lasciati dietro, il vento soffiava ancora, abbastanza da cancellare, si augurava, almeno parzialmente, le loro impronte, ma non sarebbe durata in eterno. Al momento la cosa giocava a loro favore ma una volta diretti ad Ame dovevano trovare il modo di nascondere le tracce.
    Infine guardò più a Nord. Una nuova altura si stagliava all'orizzonte, bassa e scura, del tutto simile a quella dove già si erano riparati. «Là.» disse indicandola. «Possiamo salire per dare un'occhiata migliore, e la roccia nasconderà il cambio di direzione. Se siamo fortunati il vento reggerà ancora per un po' e cancellerà la pista.» Daiki si rimise a correre. Ma questa volta non restò zitto. «Ho visto che prendevi qualcosa dalla borsa di quel..... di quell'essere. Che cos'era?» Chiese Daiki senza sforzo nonostante la corsa. Doveva capire di cosa si trattava. Daiki aveva combattuto insieme a lei, ma non poteva ignorare un possibile pericolo. Lei non faceva parte della Compagnia.

    Daiki "Hanketsu" Nakamura

    ChakraFisicoMentale
    130Contusione medio-lieve da impatto alla schiena
    Contusione medio-lieve al collo
    Ferita lievissima al pollice sinistro
    Determinato.
    Doppia Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai 10Radiolina
    Shuriken 18Filo metallico (30 metri)
    Cartabomba 5Pillole del soldato 1
    Fumogeni 3Veleno debole 1
    Palla di luce 1Occhio cibernetico (indossato)
    Bombe al peperoncino 3Torcia Luminosa
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    RotoloDakoDietro la schiena
    CustodiaTirapugniAl fianco destro
    FoderoKatanaAl fianco sinistro
    Fodero minoreSpada di chakra "Keibatsu"Al fianco sinistro
    Gomitiere-----Ai gomiti
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    Guanti chiodati-----alle mani
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    Edited by redwolf85 - 8/3/2015, 13:07
     
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  7. Marian Cross
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    Narrato Parlato Pensato Parlato altrui


    Nakamura le restituì il binocolo, tirando fuori dalla borsa un occhio cibernetico simile a quello che indossava lei. Poco male, quantomeno non era sprovvisto di un pezzo d'equipaggiamento utile come quello, nonostante il binocolo restasse chiaramente migliore. Appena raggiunto un buon posto d'osservazione, di certo non si sarebbero affidati ad una semplice fotocamera per controllare la situazione.
    Fra un'ora deviamo verso Ame. Muoviamoci.
    Il Mukenin di Konoha la precedette, muovendosi svelto lungo il deserto, permettendole però di tenere il passo con lui. Il compagno non sembrava particolarmente intenzionato a rilassarsi. Non che avesse torto in effetti, con dei Ninja di abilità ignota alle loro calcagna e un intero deserto contro di loro però ciò che la ragazza sembrava percepire era...personale. Era all'erta, certo, in particolar modo dovevano esserci molti pensieri che lei ignorava in moto nella testa dell'eremita, però era sicura che qualcuno riguardava proprio lei. Era anche prevedibile alla fin fine, dal momento che Hayato era l'unica persona della Compagnia che aveva sostenuto più di qualche discussione con lei, ed era certa che qualunque cosa avesse comunicato a tutti gli altri doveva aver, implicitamente o meno, reso chiaro che la loro alleanza non era cosa di cui bearsi ad occhi chiusi e orecchie tappate, il che le stava bene dal momento che per lei valeva la stessa cosa. Non si raccontavano tutto, anzi, lei della Compagnia tutto sommato sapeva ancora ben poco, ma contava che nel giusto tempo sarebbe riuscita ad avvicinare l'organizzazione a se stessa quanto bastava perché i suoi piani prendessero piede. Un patto di mutua utilità, era ciò che avevano in ballo. L'importante era non perdere valore agli occhi di Kusanagi, e non passare per serva al suo volere. In puro potere militare, lui era in vantaggio, ma lei aveva la mano migliore per quanto riguardava il mondo in cui i cari amichetti del Sole Rosso sguazzavano, e poteva contare sul fatto che loro volessero ampliare il loro stagno senza perdersi nel marasma di intrighi e pericoli tipici delle Terre di Nessuno.
    Ad un certo punto della marcia, Daiki inclinò leggermente il capo quanto bastava per farla entrare nel suo campo visivo per un attimo. Non significava nulla, ma scoprì che il gesto l'aveva divertita. Procedettero spediti per qualcosa come una mezz'ora, prima che nel loro campo visivo tornasse un punto elevato da cui controllare la situazione. Secondo il piano del secondo in comando, dopo un'altra mezz'ora di marcia circa avrebbero deviato verso il Paese della Pioggia. Il ragazzo consiglià di fermarsi presso la roccia. Hana annuì, e insieme si rimisero a correre in direzione dell'altura.
    Ho visto che prendevi qualcosa dalla borsa di quel..... di quell'essere. Che cos'era?
    Oh, ma allora siamo proprio curiosi.
    La rossa decise di cogliere la palla al balzo. Non avrebbe certo giocherellato con la roba trafugata dal cadavere dell'Imperiale caduto davanti a tutti gli altri se non avesse voluto che le facessero qualche domanda. E la domanda era arrivata, infine. Una occasione per guadagnare punti.
    Siringhe, Nakamura. Un farmaco che non ho mai visto prima nemmeno al Mercato Nero. Nonostante il presunto asse Konoha-Iwa, credo che sia una invenzione dell'Impero più che delle Terre di Nessuno, dato che hanno spedito il mio culo ad indagare sulla guerra, cosa che altrimenti non avrebbero fatto se avessero avuto così tanto le mani in pasta. Era già stato iniettato prima dello scontro dato il foro della siringa sul braccio, e ti direi anche a cosa credo serva, ma penso che tu possa immaginarlo da solo, vero?
    Tenendosi pronta a recepire qualsiasi risposta dello Shinobi, proseguì assieme a lui verso il punto d'osservazione. Una volta arrivati, mise a posto l'occhio cibernetico e tirò fuori il binocolo. Non salì però subito a controllare. No, doveva lavorarsi un altro po' Nakamura.
    Dubito servirà a molto ma...
    Infilò la mano destra in borsa, tirando fuori una delle scatole di siringhe, porgendole a Nakamura.
    Questa roba ti dice niente? Prima del tuo tradimento sai se c'era in programma la creazione di un'arma simile? O magari riconosci la forma assunta dal Ninja di Konoha durante la battaglia?
    Che sapesse o no, o anche che collaborasse o mentisse era relativo. L'importante era parlargli, e non glissare il tutto immediatamente con un tempo morto che avrebbe allontanato la possibilità di parlare ancora. In più, se portava la conversazione su un tono pratico come quello, l'uomo non si sarebbe insospettito più di tanto, limitandosi ad immaginare che lei stesse semplicemente svolgendo il compito affidatole. Deviare in modo brusco verso altri argomenti, magari inerenti alla Compagnia, fin da subito, avrebbe potuto insospettire l'altro negativamente e spingerlo a chiudersi. Se invece era lei a dimostrarsi collaborativa senza esagerare, l'avrebbe coinvolto meglio in una discussione. Valeva la pena provare.

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    - Kunai (10/10)
    - Shuriken (18/20)
    - Cartebomba (4/5)
    - Filo metallico (30M) (10M-Kunai / 20M-Shuriken x2)
    - Binocolo (Estratto)
    - Occhio Cibernetico (In borsa)

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  8. redwolf85
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    Narrato - Pensato - «Parlato Daiki» - «Parlato Hana» - «Parlato Altri»

    Siringhe... Ripeté l'Eremita mentre correva, quel pensiero gli fece dimenticare i disagi del deserto. Erano ancora lontani da avere problemi a causa delle condizioni climatiche, ma le cose potevano cambiare in fretta, come aveva dimostrato la tempesta che li aveva colpiti e, in fondo, salvati. Il vento era ormai la consueta brezza che attraversava spesso l'omonimo Paese, sapeva che presto anche quello sarebbe stato un ricordo. Ciò che lo preoccupava, oltre il non indifferente fatto di avere alle spalle uno o più Ninja di alto livello, era ciò che avrebbero fatto quella notte. Nel deserto, cosa apparentemente incredibile, si poteva anche morire di freddo. Ci avrebbe pensato a suo tempo. Siringhe. Che cazzo sta facendo l'Imperatore? Un conto era un qualche tipo di tecnica sconosciuta, ma non si aspettava che una droga potesse avere un effetto simile. Non che fosse indignato, molti Shinobi facevano uso di droghe e farmaci di ogni tipo per potenziare le proprie abilità, lui stesso ogni tanto buttava giù una pillola del soldato. Come Hana si chiedeva da che parte l'Impero avesse tirato fuori un'arma simile, se davvero si trattava di un farmaco. Di fatto sapeva che le deduzioni della rossa erano solo speculazioni, certo molto circostanziate, ma non risolutorie. «Forse hai ragione.» Gli concesse comunque Daiki. Non si aspettava che la ragazza fosse così desiderosa di condividere le informazioni, invece non aveva esitato un attimo. La cosa lo insospettiva. Magari mi sta mentendo. Daiki aveva diverse altre ipotesi, forse non tutte convincenti, ma una di queste vedeva la fuorilegge protagonista di un complotto per portare quella roba nelle Terre di Nessuno. C'erano molte incongruenze in una storia del genere, ma non se la sentiva di escludere a priori l'eventualità. Restava il fatto che un membro di un pericoloso Clan del Mercato Nero aveva per le mani una possibile potente arma. Cosa doveva fare la Compagnia? Il Sole Rosso avrebbe permesso che quella roba arrivasse nella disponibilità di ogni singolo Mukenin che vagava per la cara vecchia Iwa? Ancora di più temeva la possibilità che quella scelta gravasse su di lui. Se Hayato non dovesse farcela, tutta la responsabilità della Compagnia ricadrà su di me. Scacciò quel pensiero. Se l'amico fosse caduto avrebbe avuto altro a cui pensare. Non devo preoccuparmi di lui. E' il Sole Rosso, se la caverà.
    La seconda mezz'ora di viaggio trascorse in fretta, attraverso l'occhio elettronico scrutava l'orizzonte sia davanti a loro, sia alle spalle. Tutto bene. Forse riusciamo a seminarli.
    Erano ormai arrivati all'altopiano roccioso dove avrebbero definitivamente fatto perdere le loro tracce. Almeno secondo il suo piano. Tutto dipendeva da quanto terreno di vantaggio avevano, se ne avevano. Se gli inseguitori erano sufficientemente lontani, senza l'appoggio di un Ninja sensoriale, potevano anche farcela. Le loro impronte nella sabbia non ci avrebbero messo troppo a svanire, il cambio di direzione difficilmente prevedibile, potevano volerci ore a quelli di Suna per capire che li avevano giocati. Certo, avrebbe aiutato se chi li inseguiva non fosse particolarmente sveglio, non ci contava affatto, ma non poteva fare a meno di sperare. A quel punto Hana lo sorprese ancora, erano appena arrivati alla loro prima tappa quando la ragazza tirò fuori una scatola di quelle siringhe di cui aveva parlato e gliela porse. Daiki tolse l'occhio cibernetico e aprì l'oggetto, esponendo le fiale piene del misterioso farmaco.
    Sembravano normali siringhe mediche, nulla di eccezionale. Possibile che racchiudano quel tipo di potere? Forse si, forse no, non aveva le certezze della compagna.
    «Questa roba ti dice niente? Prima del tuo tradimento sai se c'era in programma la creazione di un'arma simile? O magari riconosci la forma assunta dal Ninja di Konoha durante la battaglia?»
    Daiki scosse la testa. «No. E' la prima volta che vedo qualcosa di simile. Non sapevo neanche che Konoha avesse la capacità di creare qualcosa di simile.» Restituì la scatola.
    Forse chi occupava la struttura in cui la Compagnia si era insediata sarebbe riuscito a scoprire qualcosa di interessante, nel suo appartamento aveva molti libri appartenuti al precedente inquilino, uno scienziato di alto rango. Ne aveva letti alcuni, ma non aveva lontanamente la competenza per provare a fare ipotesi. «Nella mia stanza ho qualche libro che potrebbe esserci utile, potremmo darci un'occhiata quando torniamo.» Daiki si schiarì la gola imbarazzato. Si era appena accorto che la frase poteva essere equivocata. «Volevo dire... nel mio studio.» Scosse la testa. Meglio andare avanti. «Tuttavia...» Daiki ci pensò su, quanto poteva dire di quanto pensava? La ragazza era stata onesta e anche se forse cercava di manipolarlo, valeva la pena stare al gioco al momento. «Vieni... saliamo, parliamo mentre camminiamo.» Daiki si voltò e iniziò a salire verso l'alto. «Non ho mai visto niente di simile... ma ne ho sentito parlare.» Cominciò Daiki. «Me ne ha parlato il mio Sensei, per la precisione. I vari Villaggi nascondono una specie di segreto, esistono dei Demoni. Demoni dotati di tali poteri e di una tale quantità di chakra da far perdere la testa a uomini e donne, Kage e interi villaggi.» Daiki sospirò pensando a Travis. «Anche il mio Sensei alla fine è stato colpito da questa "malattia", e io con lui. Per un certo periodo, almeno.» Concluse. Ricordando la conversazione con il vecchio amico sentì un brivido scorrergli lungo la schiena, la passione e la brama di potere che gli aveva trasmesso non era del tutto sopita in lui. «I Bijuu, le bestie codate, esseri di un tale potere che i Villaggi sono disposti a tutto per avere a disposizione quest'arma. Con dei particolari Jutsu è possibile inserire queste bestie nel corpo di una persona, che può sfruttarne la forza. Quelli di Suna mi sono sembrati quanto di più simile ci sia alla descrizione di una "forza portante".» C'erno anche altre informazioni che possedeva in merito, tra cui il fatto di aver già incontrato una Jinchuuriki. Ma erano informazioni che voleva tenere per sé. «Ma c'è qualcosa di sbagliato. Innanzitutto dovrebbero essere pochi, ed avere poteri diversi uno dall'altro. Quelli dell'Impero erano tanti e tutti uguali. Ma quelle code...» Concluse pensieroso.
    Arrivati in cima, guardò Hana. «Diamo un'occhiata all'orizzonte.»

    Daiki "Hanketsu" Nakamura

    ChakraFisicoMentale
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    Contusione medio-lieve al collo
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    Copricapo del deserto-----in testa, velo chiuso a coprire il volto
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    Edited by redwolf85 - 23/3/2015, 12:49
     
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    Daiki osservò scatola e siringhe con attenzione. Hana lo fissò di rimando, nell'eventualità di poter cogliere qualcosa nel suo sguardo, vanamente, dal momento che non si accese alcuna scintilla nei di lui occhi.
    No. E' la prima volta che vedo qualcosa di simile. Non sapevo neanche che Konoha avesse la capacità di creare qualcosa di simile ammise, porgendogli la scatola perché la rimettesse al suo posto. Tuttavia, pareva che dopotutto la sua idea funzionasse: fu il compagno a prendere parola subito dopo, facendole una proposta.
    Nella mia stanza ho qualche libro che potrebbe esserci utile, potremmo darci un'occhiata quando torniamo.
    Centro. Ne vale la pena anche solo per poter curiosare in mezzo alle sue letture.
    Hana annuì, e poi rise sinceramente alla rettifica dell'alleato.
    Ma che galantuomo. Figurati, fa talmente caldo che non avrei notato la differenza tra "stanza" e "studio" nel contesto se non ti fossi corretto... rispose, tranquilla. Probabilmente non l'avrebbe fatto in qualsiasi altra situazione, in realtà. Daiki non le era sembrato interessato in quella maniera, e quindi non aveva recepito nessun motivo per pensare ad un secondo fine. Considerati incontri ben più spiacevoli in passato, e alcuni ancora presenti, la Compagnia del Sole Rosso, o quantomeno Comandante e Vice, sembravano di una risma ben diversa. La cosa le piaceva.
    Daiki le fece cenno di proseguire la scalata, in contemporanea alla loro discussione. Si stava aprendo, ed era un bene. Non aveva idea di cosa era la forma assunta dall'Imperiale, tuttavia fece presente la possibilità di averne sentito parlare dal suo maestro. Parlava di...demoni. Hana si accigliò per un secondo all'inizio del discorso. Non che non fosse pronta a considerare ogni possibilità, ma era abituata a dare ad ogni nuova informazione una parte di considerazione ed una di scetticismo. Ed in base alla credibilità della stessa la bilancia poteva pendere a favore dell'una o dell'altra. La conversazione però, nella sua apertura almeno, pendeva dalla parte sbagliata.
    L'idea che i villaggi nascondano armi non mi stupisce affatto...il fatto che queste armi non siano cose ma esseri viventi però, è tutto un altro paio di maniche pensò tra se e se, ascoltando diligentemente il compagno nel frattempo. Fu quando questi pronunciò una parola in particolare, però, che Hana ritrovò una minima familiarità tra se e il discorso.
    Bijuu? Lo conosco questo nome ammise, a metà del discorso. Si, lo conosceva bene. Peccato che da quel che ne ricordava lei, i Bijuu erano creature potenti, demoni appunto, che vivevano nel mondo delle favole. Le loro code andavano da una a nove, e prendevano i loro nomi da tale numero. Ichibi, Nibi, Sanbi e così via. Ma erano per l'appunto favole. Nulla di più. Nakamura però ne parlava con un tono ed una serietà capaci di far vacillare quella convinzione.
    In effetti lo Shinobi, tutti loro, avevano delle code in quella forma. Non so se vale per tutti, ma credo che il nostro ne avesse sei. Però, come dice lui, se i Bijuu sono nove non ha senso che ci fossero così tante "Forze Portanti", senza contare che per quanto decisivo nella battaglia il potere che abbiamo visto è patetico rispetto a quello narrato essere in possesso dei demoni delle storie che conosco, e al potenziale di cui parla Daiki.
    Ma in fondo, era poi tanto assurdo? Il numero di cose stupefacenti che gli uomini erano in grado di fare con il Chakra sembrava illimitato, e il Chakra era risaputo non essere un dominio unicamente umano. C'erano altre creature ben differenti in grado di impastarlo e combattere allo stesso livello, se non oltre, quello umano. Kuchiyose. Un giorno l'avrebbe imparata.
    Diamo un'occhiata all'orizzonte arrivò la richiesta quando ormai entrambi erano in cima.
    Annuì in silenzio, tirando fuori dalla borsa il binocolo per poi mettersi immediatamente a scrutare la zona circostante, per lunghi minuti.
    Demoni dal potere incomprensibile dagli uomini usati come armi. Se fosse vero non mi stupirebbe che qualcosa di simile possa essere usato per vincere facilmente una guerra. Ma questo, appunto, non è il caso. Quelli non erano i Jinchuuriki di cui parla Daiki. Troppi, e troppo deboli. Ammetto che il dettaglio sulle code è interessante, ed insolito a dir poco, ma non basta a trasformare una speculazione in un dato utile. Non senza una certezza di fondo. E tale certezza dovrebbe essere l'esistenza dei Bijuu. Ma nemmeno lui, che me ne ha parlato, ne ha mai visto uno. Ergo, non se ne fa niente, e tanto vale passare ad una spiegazione alternativa...però...
    Non vedo nulla di pericoloso all'orizzonte. Nessuno Shinobi alle nostre calcagna, nessuna tempesta di sabbia incombente. Il vento è anche calato parecchio. Tu hai notato niente? chiese, aspettandosi in realtà di ricevere risposta negativa.
    ...però ha detto che ne è stato ossessionato quanto il suo Sensei. Mi sembra improbabile che possa essere stato così sciocco da limitarsi al credergli sulla parola, quindi se l'altro lo ha convinto a tal punto deve avergli dato qualche prova, o deve averla raccolta lui. Ciò non implicherebbe l'aver mentito sul non aver visto la creatura, ma significherebbe che sta omettendo qualcosa, il che ha perfettamente senso: io non sono uno di loro. Quindi magari si è tradito, parlandomi di questo dettaglio? "Malattia".
    Che fosse stato effettivamente uno sciocco, o che nascondesse qualcosa, Hana non voleva osare. Se aveva voluto tenerle nascosta qualche informazione, e lei le avesse dato l'idea di averlo percepito ed esserne interessata, avrebbe potuto assecondare i timori dell'altro e affossare i risultati già ottenuti.
    Meglio non calcare la mano e fargli presente il mio dubbio. Tuttavia non è nemmeno necessario cambiare immediatamente il discorso. Gli ho detto che conosco i Bijuu.
    In tutta onestà, quello che so dei Bijuu si ferma alle storie che ho sentito da bambina e ad altre che ho letto più tardi da ragazza. Mi riesce difficile immaginare che qualcosa del genere sia realtà. So che ci sono creature del regno animale in grado di usare il Chakra o anche percepirlo...ma ammetto di essere un po' scettica all'idea che esista qualcosa di così mostruoso. Però se un potere del genere potesse essere imbrigliato non ti pare che, nonostante tutto, quello scatenato a Suna sarebbe ben poca cosa rispetto alle leggende? Il dettaglio sulle code è interessante, ma assume senso solo se si ha coscienza di ciò che c'è dietro. E in più, un potere del genere racchiuso in una iniezione suona un po' ridicolo, sempre ammesso che fosse il farmaco ad attuare la trasformazione.
    Anche se in effetti al numero delle siringhe qualcosa la assocerei, ma dato che queste informazioni ho intenzione di venderle al Mercato Nero, e che Daiki magari sta giocando tanto quanto me, mi conviene tenermele strette, per il momento. Conclusa la transazione potrò decidere come e se parlarne.
    Piuttosto, come è andato lo scontro? Non ho potuto seguirlo per intero, dato che ero impegnata anche io, ma mi sembri uscito un po' acciaccato. Non come l'altro, s'intende.

    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Curiosa
    Chakra: 130

    Equipaggiamento:

    Borsa:
    - Kunai (10/10)
    - Shuriken (18/20)
    - Cartebomba (4/5)
    - Filo metallico (30M) (10M-Kunai / 20M-Shuriken x2)
    - Binocolo (Estratto)
    - Occhio Cibernetico (In borsa)

    Abbigliamento:

    - Gilet

    Bende:
    - Lame retrattili
     
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  10. redwolf85
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    Narrato - Pensato - «Parlato Daiki» - «Parlato Hana» - «Parlato Altri»

    «Non vedo nulla di pericoloso all'orizzonte. Nessuno Shinobi alle nostre calcagna, nessuna tempesta di sabbia incombente. Il vento è anche calato parecchio. Tu hai notato niente?» Daiki aveva intanto tirato fuori nuovamente l'occhio cibernetico, impostandolo sul massimo ingrandimento. Nulla, tutto tranquillo. Sia in cielo che in terra. Si era aspettato che i loro inseguitori, se c'erano, avessero ormai recuperato un bel pò di terreno, ma evidentemente dovevano aver avuto qualche problema nell'organizzarsi. Tutto di guadagnato per noi. «No, non si vede nessuno. Il piano potrebbe funzionare. Se non capiscono il cambio di direzione abbiamo l'occasione di seminarli.» Disse con maggior convinzione. «Facciamo una piccola pausa. poi si ricomincia, ora il caldo dovrebbe attenuarsi, ci conviene fare più strada possibile prima di fermarci per la notte. In ogni caso dormiremo poco.» E male. Pensò Daiki, ricordando che non avevano neppura una tenda. Si sedette su una roccia, ripose l'occhio cibernetico e tolse il velo da davanti al volto, prendendo la borraccia per una sorsata d'acqua, non dovevano sprecarla, ma era importante restare ben idratati.
    Hana intanto sembrava ancora pensierosa, forse per quanto gli aveva detto l'eremita. Infatti tornò subito sull'argomento. L'ex di Konoha ascoltò attentamente le sue parole e un sottile sorriso gli attraversò le labbra. La ragazza era intelligente, il suo discorso era decisamente razionale, e soltanto un paio di anni prima sarebbe stato assolutamente d'accordo con lei. Ma manifestava anche l'inesperienza della ragazza. Daiki aveva combattuto con mostri di ogni genere, morti che camminavano, esseri apparentemente immortali e invulnerabili, sapeva che non c'era nulla di impossibile. C'era ovviamente il caso che Travis gli avesse mentito, o che fosse lui stesso vittima di un'inganno. Tuttavia, il Kiriano era tante cose, ma non uno stupido e neanche un disonesto, aveva deciso di mettere in gioco tutta la sua vita su quelle convinzioni e non era qualcosa che si faceva a cuor leggero. Decise di restare sul vago, avrebbe riferito tutto al Comandante, sarebbe stato lui a decidere cosa dire alla ragazza. «Probabilmente hai ragione, ma dopo avere combattuto e girato un pò il mondo queste cose non mi stupiscono più di tanto.» Concluse l'eremita, chiudendo l'argomento.
    «Piuttosto, come è andato lo scontro? Non ho potuto seguirlo per intero, dato che ero impegnata anche io, ma mi sembri uscito un po' acciaccato. Non come l'altro, s'intende.» Daiki si portò quasi incosciamente la mano alla gola, nel punto in cui il mostro lo aveva afferrato. «Quel coso era davvero potente. Ne sono uscito per miracolo. Forse si era un pò sopravvalutato, o forse ha sottovalutato me. Come dicevi quella cosa li rende più forti, ma non irresistibili, tuttavia ho dovuto dare il massimo, non sono ansioso di combattere contro un'altro.» Concluse con una scrollata di spalle.
    Daiki si alzò richiudendo il velo e abbassando gli occhialoni. «E' il momento di andare. Preparati a correre un pò, mettiamo un pò di strada tra noi e loro. Guardò il sole cercando di orientarsi, poi si diresse a Nord-Est, verso Ame e la salvezza.

    Daiki "Hanketsu" Nakamura

    ChakraFisicoMentale
    130Contusione medio-lieve da impatto alla schiena
    Contusione medio-lieve al collo
    Ferita lievissima al pollice sinistro
    Determinato.
    Doppia Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai 10Radiolina
    Shuriken 18Filo metallico (30 metri)
    Cartabomba 5Pillole del soldato 1
    Fumogeni 3Veleno debole 1
    Palla di luce 1Occhio cibernetico
    Bombe al peperoncino 3Torcia Luminosa
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    RotoloDakoDietro la schiena
    CustodiaTirapugniAl fianco destro
    FoderoKatanaAl fianco sinistro
    Fodero minoreSpada di chakra "Keibatsu"Al fianco sinistro
    Gomitiere-----Ai gomiti
    Tasca SupplementareShuriken ad Astro 20alla gamba destra
    Bende-----Polsi e caviglie
    Guanti chiodati-----alle mani
    Copricapo del deserto-----in testa, velo chiuso a coprire il volto
    Occhialoni-----Indossati
    Pesi-----tolti
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    palla di luce 2recipiente
    Bomba Carta 2Accendino
    Note
    2 cartabombe legate ad altrettanti Kunai
    Bonus: pesi alle caviglie tolti – mezzo grado alla velocità


    Edited by redwolf85 - 28/3/2015, 17:03
     
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  11. Marian Cross
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    Narrato Parlato Pensato Parlato altrui


    Nakamura si accomodò appena certo che non erano in pericolo, prendendosi un momento di pausa per riferirle che, una volta nuovamente in marcia, avrebbero percorso il più possibile prima del calare della notte. Solo allora si sarebbero riposati, poco e male con tutta certezza, dal momento che rimanere fermi troppo a lungo li avrebbe ovviamente condannati. Annuì e poi, una volta posta, ascoltò la risposta alla propria domanda. Daiki fu parecchio sbrigativo nel rispondere e non aggiunse particolari dettagli al discorso, ne le disse nulla di interessante che non avesse già presente. Di primo acchito suppose che l'altro fosse volontariamente evasivo, ma cambiò presto idea. Lo scontro non si era svolto troppo lontano da lei, se l'Imperiale avesse mostrato qualcosa di davvero notevole probabilmente l'avrebbe notato lei stessa. Forse le era sfuggita qualche stranezza, ma non era detto che per Daiki qualche modesto particolare, sempre ammesso che ci fosse stato, valesse una menzione. Sarebbe anche stato poco sensato voler rimanere in silenzio su qualcosa di simile, dopo averle parlato di qualcosa come i Bijuu, e averle fatto intendere che la loro esistenza non fosse solo un mero artificio. Insomma, non avrebbe avuto alcun senso metterle in testa un tarlo che tutt'al più avrebbe potuto rivelarsi una sciocchezza da niente solo per tacere su qualcos'altro. Probabilmente non stava nascondendo nulla.
    Speravo che mi rivelassi di qualche dettaglio più interessante, in realtà. Poco male, la prima preoccupazione è tenersi la testa attaccata al collo ironizzò. Il vice comandante si alzò in piedi, segnando l'imminente ritorno alla marcia per i due. Ripose il binocolo nella borsa e tirò fuori nuovamente la fotocamera digitale, che applicò davanti all'occhio sinistro. Scesero lungo il promontorio roccioso, torreggiante sul mare di sabbia, e si rimisero in cammino con Daiki sempre in testa.
    Dovrei provare a proseguire la conversazione durante il viaggio? Su quale fronte poi? Rimanere muti ci farebbe risparmiare un po' di fiato, ma con dei Ninja del Deserto alle calcagna non farebbe comunque granché differenza cianciare o meno.
    Le tornò alla mente, di nuovo, l'inizio della battaglia per Sunagakure e la potenza dei Ninja della Sabbia. Una gigantesca onda anomala di sabbia sarebbe stata più che sufficiente a ucciderli entrambi e mettere fine alla faccenda...probabilmente anzi, con una tecnica simile le cose si sarebbero concluse ancor prima di cominciare: il Sole Rosso e combriccola sarebbero morti schiacciati dalla sabbia dorata ore prima, senza possibilità di fuga. Che avessero uno Shinobi con quelle capacità o meno, nella squadra assemblata per catturarli, era evidente che l'attacco sferrato era infimo rispetto a ciò che uno gruppo di Ninja ben addestrati e alle calcagna di un nemico potente come Kusanagi avrebbe potuto mettere in atto se il loro obiettivo fosse stato semplicemente mettere fuorigioco la minaccia. No, certamente ad averli salvati tutti, o quantomeno a dare loro una speranza di fuggire, era proprio la necessità dei loro nemici di prendere il Sole Rosso vivo. Non avevano evidentemente potuto permettersi di fare subito terra bruciata. A tutti gli altri non sarebbe toccata tanta cura da parte di Suna, immaginava. Mandò un insulto telepatico ad Hayato, sperando che ovunque fosse percepisse il suo astio.
    Vada per il silenzio, allora. Tanto vale acuire i sensi nella speranza di non venire colpiti da qualcosa di grande e sabbioso...o quantomeno di non venire colpiti di sorpresa pensò amaramente, consapevole che una cosa come quella non avrebbe mai potuto fermarla.
    Hana seguì con attenzione i passi dell'implicito caposquadra, stando attenta nel frattempo che la direzione presa le fosse familiare. Osservò la posizione del Sole, in fase discendente, mutare ora dopo ora e le ombre spostarsi di conseguenza. Daiki era attento quanto lei, e tendeva a regolare la direzione di marcia in base al tragitto del carro solare. Restarono in religioso silenzio, rendendo se possibile perfino più desolata quella distesa di sabbia arida agli occhi della Kunoichi ad ogni minuto. La temperatura iniziò a calare insieme al Sole e presto, lo sapeva, sarebbe scesa moltissimo per via dell'enorme escursione termica tipica di quel paesaggio.
    Sta imbrunendo. Ci conviene far poco gli schizzinosi e trovarci presto qualche roccia in mezzo a cui riposarci per un po'. Viaggeremo comunque nottetempo e quindi come hai detto riposeremo poco, ma se lo facciamo subito avremo qualche ora di marcia al buio in più da sfruttare. Converrebbe anche fare a turni disse finalmente, accorgendosi di avere la gola arsa. Prese un lungo sorso d'acqua, ascoltando la risposta del compagno.

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    Stato mentale: Stanca
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    - Binocolo (In borsa)
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  12. redwolf85
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    Narrato - Pensato - «Parlato Daiki» - «Parlato Hana» - «Parlato Altri»

    Le ore non sembravano passare mai, il deserto non offriva molto con cui occupare la testa e i pensieri, un piede davanti all'altro in un monotono ripetersi di movimenti, non molto stimolante come passatempo. Tuttavia Daiki non era troppo infastidito. L'arte del Taijutsu, in cui era esperto, si fondava esattamente sulla ripetizione infinita di piccoli movimenti sempre identici, ripetuti dieci, cento, mille volte e poi ancora mille, finché i muscoli non imparavano ad eseguirli automaticamente senza doverci neanche pensare. Il segreto, la grande arte, si trovava nella miriade di combinazioni possibili di tali movimenti, riprendere il controllo del proprio corpo dopo avergli insegnato ad agire autonomamente. Era per questo che molti fallivano miseramente in quel campo, il più duro delle arti Ninja, ma spesso dava enormi soddisfazioni: alcuni godevano nel vedere contorcersi il nemico in balia alle loro tecniche, ma nulla poteva dare sfogo ai sentimenti come un pugno ben assestato.
    Quello del combattimento corpo a corpo era stata una scoperta piacevole per lui. Non era una persona molto socievole, non amava esternare i suoi sentimenti, ma li aveva anche lui e il Taijutsu era un bel modo per sfogare tutta quella tensione, lo manteneva equilibrato. Almeno, quasi sempre.
    Daiki riepilogò per l'ennesima volta la situazione in cui si era cacciato: si trovava nel deserto, insieme a una semisconosciuta appartenente a un pericoloso clan delle Terre di Nessuno, inseguiti da Ninja di Suna, dopo una sonora sconfitta inflitta dal suo ex Villaggio. Tutto ciò metteva in seria discussione quell'equilibrio a cui si era messo a pensare. Neanche il ricordo della lotta con il terribile ninja-bestia leniva il peso di quelle sensazioni.
    Erano poche le occasioni nella vita in cui sentiva la necessità di parlare con un amico, anche perchè non ne aveva molti. Kyoshiro, con cui aveva un legame, era ora un nemico da sconfiggere. Hayato era disperso in quel deserto senza fine e forse era già morto, lo stesso valeva per Shinsuke. A disposizione aveva solo quella giovane criminale di cui niente sapeva. O meglio, qualcosa sapeva di lei: non si trovava in quel posto perchè era loro amica, tuttalpiù alleata. Era venuta a Suna solo per ottenere informazioni per conto dei suoi capi, riuscendoci peraltro, e ancora era a caccia di informazioni. Lo dimostrava il suo disappunto, celato dietro qualche sorriso, per il modo sbrigativo con cui aveva trattato il racconto della battaglia con il Ninja dell'Impero. Daiki non l'aveva fatto apposta, non c'era niente da nascondere, infatti alla protesta scherzosa della ragazza aveva risposto semplicemente: «Quando saremo al sicuro ti racconterò ogni singola mossa nel dettaglio, ma prima dobbiamo uscire da qui.»
    Hayato non era entrato entrato nel dettaglio parlando di lei. Daiki sapeva solo come l'aveva incontrata e il perchè l'avesse risparmiata. Aveva visto con i suoi occhi quanto fosse furba e intelligente, inoltre coraggiosa. Capiva il motivo per cui il Sole Rosso la volesse come alleata, tuttavia questo non bastava per fidarsi di lei. Chi era veramente? Da dove arrivava? E quali erano i suoi scopi? Certo era ambiziosa, ma questo non bastava a descrivere interamente la sua compagna. Doveva approfondire. Che lei ci avesse creduto o meno aveva rivelato determinate informazioni, era arrivato il momento per lei di condividerne altre.
    Quando sentì che la gola bruciare si fermò per una brevissima sosta, il sole era ormai giunto all'orizzonte, proiettando una sanguigna aura rossa sulla bianca sabbia del deserto. Daiki si fermò un secondo a guardare. Quello era il simbolo che li rappresentava. E ora rappresentava anche il Paese del Vento, il sangue di Suna e dello stesso Kazekage imbrattava la sabbia. Tuttavia invece di rimettere insieme quello che restava del loro villaggio quelle persone cercavano di uccidere loro. Stupidi orgogliosi. Piuttosto che accettare l'aiuto di Kusanagi, mettevano in pericolo la loro stessa sopravvivenza. Doveva ammettere che si trattava probabilmente di un difetto caratteriale tipico di Suna dato che lo stesso Sole Rosso non aveva brillato certo per lucidità tornando al villaggio dopo la battaglia. Non gliene faceva una colpa, ma era innegabile che la situazione era precipitata a causa di quella decisione. Ormai il danno è fatto.
    Il corso dei suoi pensieri venne interrotto da Hana. «Sta imbrunendo. Ci conviene far poco gli schizzinosi e trovarci presto qualche roccia in mezzo a cui riposarci per un po'. Viaggeremo comunque nottetempo e quindi come hai detto riposeremo poco, ma se lo facciamo subito avremo qualche ora di marcia al buio in più da sfruttare. Converrebbe anche fare a turni»
    Daiki annuì. «Hai ragione.» Confermò Daiki. «Appena troviamo il posto adatto ci fermiamo.»
    Nonostante l'invito di Hana a non fare gli schizzinosi, l'eremita impiegò più di un'ora a trovare il posto adatto. Su di una collina del tutto identica, per quanto potesse dire, a quella su cui si erano fermati l'ultima volta. I pendii erano abbastanza scoscesi da dargli un certo vantaggio in caso di attacco, le rocce gli avrebbero coperto il fianco, oltre che riparati dagli eventuali eventi atmosferici improvvisi. Daiki toccò la roccia, era calda e, in assenza di un fuoco, li avrebbe scaldati per qualche ora. Daiki in realtà sapeva come fare un fuoco discreto, ma ciò che gli mancava era il materiale di base, quindi dovevano rinunciare. Dopo aver controllato come di consueto all'orizzonte con l'occhio elettronico si accomodò a terra, con la schiena attaccata alla roccia. «Non durerà molto. Ti conviene approfittare adesso del calore residuo. Faccio io il primo turno. Ma prima mangiamo qualcosa.» Disse, tirando fuori dalla borsa carne secca e datteri, che offrì anche alla sua compagna. L'ex di Konoha ricordò con piacere che molto tempo prima Hayato gli aveva offerto, in quello stesso deserto, pane con il miele e datteri. Erano altri tempi, quel giorno non avrebbe potuto concedersi lo stesso lusso.
    Restò in silenzio per un pò, pensando a come affrontare l'argomento. In effetti scommetteva che la Kunoichi fosse altrettanto curiosa di sapere qualcosa di lui e della Compagnia, inoltre era brava quanto e forse più di lui ad ottenere informazioni, quindi tanto valeva andare dritti al punto. Forse in quell'occasione un approccio un pò più rozzo avrebbe ottenuto più effetto di uno studiato stratagemma. «Hayato mi ha raccontato del vostro primo incontro. Ma ancora non mi sono chiare le ragioni per cui si è fidato di te.» Iniziò senza mezzi termini Daiki. «Mi ha detto cosa vuoi, ma ancora non capisco bene chi sei veramente. Tanto per cominciare come ha fatto una giovane ragazza come te a finire nel Clan della Mano? Parliamoci chiaramente, non ho niente contro le Kunoichi, ma le Terre di Nessuno non sono ragionevoli come me di solito.» Daiki si buttò in bocca un dattero ostentando falsa supponenza. Gli dispiaceva della possibilità di inimicarsi la ragazza fin da subito, ma voleva scoprire tutto il possibile prima che avesse il tempo di soppesare le conseguenze.

    Daiki "Hanketsu" Nakamura

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    Tasca SupplementareShuriken ad Astro 20alla gamba destra
    Bende-----Polsi e caviglie
    Guanti chiodati-----alle mani
    Copricapo del deserto-----in testa, velo aperto
    Occhialoni-----sulla testa
    Pesi-----tolti
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
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    Edited by redwolf85 - 17/4/2015, 23:31
     
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  13. Marian Cross
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    Narrato Parlato Pensato Parlato altrui


    Hai ragione. Appena troviamo il posto adatto ci fermiamo.
    Hana mosse il capo in segno affermativo, senza aggiungere altro. Camminarono ancora un'oretta prima di riuscire a trovare un riparo in grado di ospitarli per qualche ora senza che rischiassero di congelarsi eccessivamente. Senza perdere tempo si infilarono in mezzo alla pietra erosa dall'azione del vento. Quel rudere non era nulla di che, ma sarebbe servito al suo semplice scopo per un poco. Nakamura poggiò una mano sulla roccia, gesto che Hana imitò di istinto, scoprendola calda.
    Il deserto non assorbe calore. Non c'è nulla da sorprendersi decretò, allontanando la mano dalla parete. Daiki controllò un'ultima volta l'orizzonte, ed Hana lasciò che se ne occupasse pure da solo. Appena completata l'ispezione rientrò, poggiando le spalle alla parete.
    Grazie rispose la figura dai capelli ramati all'offerta del giovane, prendendo qualche striscia di carne e un po' di frutta, giusto quello che le serviva per non dover essere costretta a sentire i morsi della fame successivamente, considerato che la gita prometteva di sfiancarli ancora. Si rese conto, in quel frangente, come lei dipendesse strettamente dal compagno. Era Daiki ad avere con se acqua e provviste, ed era Daiki che aveva la maggiore esperienza tra loro due nel viaggiare in quelle lande sabbiose. Questo, senza contare la ovvia differenza di abilità che c'era tra di loro persino nel caso in cui fosse scoppiato uno scontro. Forse l'altro non l'aveva notato così apertamente, o non gli aveva attribuito lo stesso significato che invece ci vedeva lei. Era un bene, alla fin fine, viaggiare con una persona così. Se avesse avuto con se un qualche sconosciuto bastardo rinnegato di Iwa, invece che un ex-regolare con una certa etica personale, le cose avrebbero potuto farsi spiacevoli, in effetti. D'altro canto con un qualche altro sconosciuto bastardo rinnegato di Iwa quella situazione in primis non si sarebbe mai verificata, e l'odore dell'oro al loro ritorno avrebbe evitato spiacevoli fraintendimenti durante il viaggio con la sua scorta. Tuttavia, si sarebbe sentita gli occhi di Daigo costantemente addosso. Uno ad uno.
    Per qualche minuto rimasero in silenzio, consumando il magro pasto disponibile, finché l'eremita non decise di prendere la parola per la seconda volta quel giorno. Questa volta però, se ne accorse, fu decisamente più diretto e personale. Forse la chiacchierata precedente gli aveva fatto prendere coraggio, perché probabilmente le domande che le faceva in quell'istante erano quelle su cui aveva rimuginato durante la giornata. Il suo tono era ben diverso da quello usato in precedenza, quasi aggressivo. Hana non batté ciglio, ma si limitò ad ascoltare mantenendo in viso una espressione attenta.
    Kusanagi ti ha spiegato che intendo salire al vertice della Mano, quindi. Bene, non che mi aspettassi che ne facesse segreto di stato, ovviamente.
    Si stiracchiò, per poi lasciarsi andare lungo la parete e sedersi, come il suo compagno.
    Ad ogni modo, io non sono "finita" nel Clan della Mano. Non mi sono trascinata da nessuno in cerca di aiuto, ne tantomeno mi hanno reclutata come un qualunque rifiuto senza futuro di Iwagakure. La Mano è il luogo in cui sono cresciuta, quello dove ho imparato, la cosa più vicina a ciò che potrei chiamare casa. L'ho abbandonata per un periodo per via di...diciamo problemi... lanciò un'occhiata eloquente all'altro, facendogli intendere che la faccenda non necessitava di essere discussa allora:
    ...ma sostanzialmente quello che ti serve sapere è che conosco quella organizzazione meglio di chiunque sia al comando ora. So come farla funzionare, come dovrebbe funzionare già adesso. Peccato che il nuovo personale sia carente di spirito di iniziativa, e assolutamente inaffidabile. Ai miei occhi, non c'è nessuno capace di dirigerla che non sia io, motivo per cui ho intenzione di reclamare il diritto al comando e cambiare profondamente le cose. E per questo, ho chiesto l'aiuto di Kusanagi e della sua Compagnia, promettendovi l'aiuto che volete. Mutuo aiuto. Mi pare conveniente.
    Per quanto riguarda la faccenda Kunoichi, invece, è questione di attenzione. Non do mai nell'occhio se so che potrei correre qualche rischio, e fin da bambina ho preso l'abitudine di travestirmi da ragazzo per non avere problemi durante i viaggi. In più, anche in passato avevo alleati, persone che mi coprivano le spalle. Non ero sola. Infine, ad Iwa si rispetta il potere, ancor prima di chi lo possiede. Ammassatone abbastanza, certi divari scompaiono. Te lo posso assicurare.
    Portò un dattero all'altezza della bocca, tirando un morso modesto. Si passò la polpa del frutto sulle labbra, assaporando con calma il suo gusto zuccherino.
    Questo, senza contare che a volte, a fronte dei rischi, torna persino utile essere una donna pensò, ricordandosi di quanto facilmente alcuni compiti quali assassinii si erano svolti, grazie alla falsa sensazione di sicurezza, o eccitazione, di qualche idiota.
    Ora vorrei farti io una domanda, una che mi incuriosisce abbastanza. Cosa ha intenzione di fare la Compagnia del Sole Rosso? A giudicare dalle parole di Kusanagi, sembrereste pronti a fare la differenza nelle Terre di Nessuno, solo in modo poco comune da quelle parti. Un modo decisamente più regolare e meno Mukenin. In effetti...
    Prese un altro morso, e inghiottì prima di continuare a parlare.
    In effetti, quasi nessuno di voi sembra un Mukenin come quelli con cui ho avuto a lungo a che fare. Il modo in cui parlate, agite, camminate, persino il modo in cui respirate sembra differente. E perdio, persino le decisioni prese dal vostro uomo di punta sono completamente fuori dallo schema mentale di un uomo che ha tradito la propria patria e voi sembrate, se non essere d'accordo con lui, quantomeno assecondarlo. L'ho già visto, per l'appunto, in Shinobi ex-regolari prima d'ora e quindi la cosa non dovrebbe sorprendermi. Solo che quegli Shinobi alla fine sono cambiati. E voi avete intenzione di farvi cambiare?

    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Stanca, curiosa
    Chakra: 130

    Equipaggiamento:

    Borsa:
    - Kunai (10/10)
    - Shuriken (18/20)
    - Cartebomba (4/5)
    - Filo metallico (30M) (10M-Kunai / 20M-Shuriken x2)
    - Binocolo (In borsa)
    - Occhio Cibernetico (Indossato)

    Abbigliamento:

    - Gilet

    Bende:
    - Lame retrattili
     
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  14. redwolf85
        +2   +1   -1
     
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    Narrato - Pensato - «Parlato Daiki» - «Parlato Hana» - «Parlato Altri»

    Il suo modesto tentativo di provocare una reazione emotiva nella ragazza non ebbe successo. Non che si aspettasse poi molto, ma Hana era giovane e pensava che avrebbe potuto sfruttare la diversità di esperienza tra di loro. Ma evidentemente non era così semplice, e ne scoprì presto il motivo dalle parole della compagna.
    Innanzitutto ritrovò nel tono un'assoluta fierezza. Lei era cresciuta in un ambiente ostile e in cui la debolezza non era contemplata. Avevano una storia in comune, ma la sua infanzia era stata molto più difficile, era ovvio che avesse accumulato un certo tipo di esperienza.
    Tuttavia, era anche evidente che non volesse andare troppo a fondo negli affari personali, e anche se Daiki li considerava importanti quanto e forse più del resto, non poteva insistere troppo. Lui di certo non avrebbe risposto e non poteva chiedere ad Hana di non fare altrettanto. Se fossero usciti vivi dal deserto ci sarebbe stato tempo per indagare.
    La rossa non lo lasciò comunque a bocca asciutta. Quella disponibilità a parlar chiaro poteva essere un segno che voleva davvero un rapporto di collaborazione con la Compagnia del Sole Rosso. «...ma sostanzialmente quello che ti serve sapere è che conosco quella organizzazione meglio di chiunque sia al comando ora. So come farla funzionare, come dovrebbe funzionare già adesso. Peccato che il nuovo personale sia carente di spirito di iniziativa, e assolutamente inaffidabile. Ai miei occhi, non c'è nessuno capace di dirigerla che non sia io, motivo per cui ho intenzione di reclamare il diritto al comando e cambiare profondamente le cose. E per questo, ho chiesto l'aiuto di Kusanagi e della sua Compagnia, promettendovi l'aiuto che volete. Mutuo aiuto. Mi pare conveniente.» Daiki era davvero colpito dalla determinazione di Hana. Prendere il comando di un'organizzazione come quella non era uno scherzo. Ma a quanto pareva lei aveva un piano preciso. Hayato credeva in lei e la riteneva affidabile, ma a quel punto Daiki doveva chiedergli anche come avrebbe fatto a controllarla. Cosa sarebbe successo una volta che lei fosse arrivata dove voleva? Era un'incognita su cui l'Eremita avrebbe dovuto riflettere attentamente.
    Ascoltò attentamente il resto del racconto, ricavandone una conferma a quanto già pensava. La ragazza era decisa ad accumulare potere per i suoi scopi, per lei, la Compagnia in fondo non era altro che uno strumento di potere. Il pensiero di essere usato per un istante lo irritò, ma poi si ritrovò a pensare che lo stesso valeva per lei. Mutuo aiuto. Anzi, in fin dei conti loro si trovavano in una situazione molto migliore. Con un pò di attenzione, un eventuale fallimento non avrebbe inciso molto sulla Compagnia, per Hana, invece, sarebbe stato un disastro. Le cose tuttavia potevano cambiare velocemente, ad Hayato piaceva ragionare in grande, ma a volte gli sfuggivano i piccoli dettagli, era suo dovere vigilare su queste cose.
    «Ora vorrei farti io una domanda, una che mi incuriosisce abbastanza. Cosa ha intenzione di fare la Compagnia del Sole Rosso? A giudicare dalle parole di Kusanagi, sembrereste pronti a fare la differenza nelle Terre di Nessuno, solo in modo poco comune da quelle parti. Un modo decisamente più regolare e meno Mukenin. In effetti...» Come temeva era venuto il momento di rispondere alle domande. Domande scomode perdipiù. Daiki riflettè attentamente, portando alla bocca un dattero, più per prendere tempo che per placare la fame.
    «Cosa ha intenzione di fare la Compagnia del Sole Rosso... non è facile risponderti. Partiamo da un presupposto: ammetto che, vista questa situazione, non sembrerebbe, ma l'organizzazione è nata con lo scopo di proteggere ed aiutare i suoi membri. Tutti noi abbiamo perso qualcosa o qualcuno, ci siamo sentiti inermi davanti al fato. Hayato aveva la stoffa e il carattere per riprendere in mano la situazione, per riparare i danni. Ci siamo uniti perchè insieme siamo più forti. E fin qui è tutto molto semplice. Molti altri gruppi sono nati con queste motivazioni.» Daiki fece una pausa per dare il tempo alla ragazza di fare le sue riflessioni. «Tuttavia, insieme alla consapolezza di essere più forti, è nato anche il desiderio di essere più di banali pedine che si muovono casualmente sul campo di battaglia. C'è un'enorme potenziale nella Compagnia. E come dice Hayato, possiamo fare la differenza nelle Terre di Nessuno.
    Al momento stiamo sviluppando questo potenziale. Per quanto riguarda il modo in cui facciamo le cose, bhe... facciamo solo quello che riteniamo giusto, non c'è una grande spiegazione. Ma voglio farti pensare a qualcosa Hana... hai detto di voler riorganizzare il tuo Clan perché così non funziona. Guarda un pò più in là, le Terre di Nessuno sono un campo di macerie in cui nulla funziona. La maggior parte delle volte si barratta la vita con un pezzo di pane, i pochi posti in cui c'è una parvenza di pace e di ordine sono sempre in bilico sull'orlo del disastro. Potresti anche farcela nei tuoi scopi, la tua determinazione mi ha convinto, ma dopo? Sei davvero così sicura che, così come stanno le cose, riuscirai a mantenere il controllo per più di un mese?»
    Ancora una volta restò in silenzio, ma solo per un'istante, per evitare eventuali risposte dettate dall'orgoglio.
    «In effetti non so dirti in che misura saremo incisivi, ma noi abbiamo portato nelle Terre di Nessuno un modo nuovo di fare le cose, una nuova scintilla, a cosa porterà questa scintilla... si vedrà.»

    Daiki "Hanketsu" Nakamura

    ChakraFisicoMentale
    130Contusione medio-lieve da impatto alla schiena
    Contusione medio-lieve al collo
    Ferita lievissima al pollice sinistro
    Determinato.
    Doppia Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai 10Radiolina
    Shuriken 18Filo metallico (30 metri)
    Cartabomba 5Pillole del soldato 1
    Fumogeni 3Veleno debole 1
    Palla di luce 1Occhio cibernetico
    Bombe al peperoncino 3Torcia Luminosa
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    RotoloDakoDietro la schiena
    CustodiaTirapugniAl fianco destro
    FoderoKatanaAl fianco sinistro
    Fodero minoreSpada di chakra "Keibatsu"Al fianco sinistro
    Gomitiere-----Ai gomiti
    Tasca SupplementareShuriken ad Astro 20alla gamba destra
    Bende-----Polsi e caviglie
    Guanti chiodati-----alle mani
    Copricapo del deserto-----in testa, velo aperto
    Occhialoni-----sulla testa
    Pesi-----tolti
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    palla di luce 2recipiente
    Bomba Carta 2Accendino
    Note
    2 cartabombe legate ad altrettanti Kunai
    Bonus: pesi alle caviglie tolti – mezzo grado alla velocità
     
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  15. Marian Cross
        +2   +1   -1
     
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    Narrato Parlato Pensato Parlato altrui


    Nakamura si prese una piccola pausa, prima di rispondere.
    Cosa ha intenzione di fare la Compagnia del Sole Rosso... non è facile risponderti. esordì. Parlò dell'organizzazione di cui faceva parte come di una casa, un atollo sicuro in mezzo al mare tempestoso che era la loro nuova vita come fuorilegge. Sostanzialmente, non avevano fatto altro che ricostruirsi un nucleo sociale dopo aver abbandonato il precedente per motivi che lei non conosceva e che probabilmente non avrebbe conosciuto tanto presto. Questo, a quanto diceva, era l'inizio della loro storia.
    Tuttavia, insieme alla consapevolezza di essere più forti, è nato anche il desiderio di essere più di banali pedine che si muovono casualmente sul campo di battaglia proseguì accennando infine, in modo comunque parecchio generale, gli scopi che la ragazza già iniziava a presumere la Compagnia volesse perseguire.
    Proprio un modo di pensare parecchio alieno ad Iwa. Ora ne ho l'assoluta conferma. Si immaginano fuori dal branco di lupi.
    Nakamura parlava con celerità di potenziale in crescita, possibilità di cambiamento e necessità di tale cambiamento. Pareva un'ottica tipicamente ottimista, a tratti forse ingenua o ancora poco avvezza alle esperienze che quel genere di vita prometteva a Daiki e ai suoi amici di offrire. Le Terre di Nessuno avevano un modo tutto loro di spegnere quel genere di fiamma nell'animo degli sventurati che ci entravano volontariamente o meno. Ma per l'appunto, queste persone con cui lei era ora alleata, che scelta avevano fatto?
    Kusanagi deve essersi trovato nel mezzo di qualche casino. L'attacco a Kirigakure...sembra una cosa fin troppo illogica e non da lui. Che fosse stata una missione affidatagli da Suna? "Fai o muori" magari. Forse c'è stato un imprevisto, e non poteva permettersi di essere catturato. Detto ciò però, Sunagakure non può fare altro che disconoscere e condannare il suo operato per evitare casini...casini che ci sono comunque, però. Essendo già in guerra non potrebbe che essergli utile riavere una persona così nelle loro fila, ma loro invece lo cacciano come un ricercato, quindi magari il Paese non c'entra nulla.
    Fissò lo sguardo su Nakamura, studiandolo. Per quale motivo aveva tradito lui, invece? E gli altri? Era stato tutto organizzato fin prima della fuga o si erano ritrovati a conoscersi e collaborare? L'ultima ipotesi sembrava la meno probabile a suo avviso. In più, qualsiasi cosa avessero fatto Daiki e gli altri, evidentemente non dovevano aver avuto alcuna parte nella fuga di Kusanagi. Tante, troppe domande. E lei, in questo senso era in svantaggio. Hana doveva conoscere altre sei persone, e ognuna avrebbe potuto richiedere un approccio diverso e altrettanta fatica di volta in volta. Ma se uno della Compagnia scopriva qualcosa su di lei, allora di conseguenza tutti avrebbero avuto accesso alle stesse informazioni. Non che fosse una vera e propria gara, ma era chiaro che nessuno di loro era abituato ad averla attorno, ne potevano sentirsi completamente sicuri con lei, perciò avrebbero indagato come lei stessa faceva su di loro, e alla fine qualcuno avrebbe persino rischiato di sentirsi messo a nudo. Lei, appunto, correva il rischio più alto.
    Ascoltò l'eremita terminare il suo discorso, e lasciò che passasse qualche secondo di silenzio prima di prendere parola.
    Da quello che dici sembra esserci un bel rapporto fra voi sei esordì, citandoli tutti nel caso in cui Daiki si fosse sentito in dovere di precisare i rapporti tra qualcuno di loro, cosa su cui tuttavia non contava granché:
    Ed è una buona cosa. Forse non ci crederai, da come dipingi le Terre di Nessuno, ma qui questo genere di relazione è decisamente importante se ti interessa restare nel giro, e magari farlo senza timore di essere fregato. Nelle grandi organizzazioni non basta più l'oro a tenere incollati gli individui. Deve esserci un altro collante, uno più forte. Il rispetto e la fiducia sono ottimi, ad esempio, i migliori catalizzatori sociali a mio parere. Funziona bene anche la paura, ma solo finché sei in grado di incuterla. Il profitto invece attrae, ma non lega. Se quindi immaginavi che tutte le altre realtà di Iwa si basassero su cose del genere, sbagliavi. I Mukenin sono comunque uomini, con le stesse necessità e gli stessi processi mentali degli altri. E' nel fine, e nel mezzo, la differenza tra i traditori e i regolari.
    Ingoiò l'ultimo pezzetto di dattero.
    Ora, sappi questo: non ho intenzione di creare una meteora, e tantomeno quello di attirare l'attenzione come una deficiente una volta che avrò raggiunto il mio obiettivo primario. Ho intenzione di mantenere il comando su ciò che conquisterò e lo farò in modo che nessuno abbia mai da lamentarsene, siano gli uomini della Mano, i suoi clienti, o i suoi alleati. E ovviamente, mi riferisco a voi. Non ci saranno alcuni sbandieramenti di potere, nessuna riscossione di credito, nessun "Signora" o "Comandante". Voglio fare questa cosa per bene e, qui lo dico, non sono contro i vostri principi o i vostri obiettivi. Ognuno agisce come vuole nel mosaico dell'ex-Paese della Roccia, e credimi se ti dico che non siete gli unici che vogliono portare "ordine" da Yamamichi, a Reihou ad Haitsuchi ad Iwa e così via. Certamente non è detto che quest'ordine sia uguale a quello a cui voi aspirate, ma dovresti aver capito cosa intendo.
    Fece una breve pausa per permettere all'altro di elaborare quanto detto.
    Ergo, se come immaginavo stavi cercando di convincermi della bontà o utilità delle vostre azioni beh, sappi che non ce n'è bisogno. Non ho alcun astio per una visione del mondo simile, e non mi dispiacerebbe nemmeno vedere cosa esattamente avreste in mente di fare. Come ho già detto ho intenzione di aiutarvi, ma- alzò l'indice destro a rafforzare la congiunzione: -è meglio che stiate bene attenti a non farvi assorbire dai vostri sforzi. C'è un motivo se Iwagakure è così da più di vent'anni e nessuna nazione è risorta dalle ceneri. Quella che tu potresti ritenere mancanza di una forza capace di tenere di nuovo insieme un Paese non esiste. Esiste invece una forza, anzi ben più di una, che agiscono affinché questa nazione non si ricrei. Esistono ad Iwa più di una burocrazia, più di una forma di governo, più di una società che non richiedono l'unitarietà tipica degli altri stati per esistere. Iwa è frammentata non perché qualcuno di cattivo l'ha semplicemente fatta a pezzi e nessuno sa come ricollegare i cocci, ma perché i cocci stessi si sono erosi col tempo e incastrarli insieme risulta quasi improponibile. Sappi bene che, anche semplicemente unirne insieme qualcuno richiederà una sforzo immane, e che una vita intera potrebbe persino essere insufficiente a cambiare in modo almeno un minimo significativo le cose.
    Guarda la faccenda da un punto di vista differente, Nakamura. Non è esatto che le cose ad Iwa non funzionano, ma è esatto dire che le cose ad Iwa non funzionano come negli altri Paesi. Se scambi il loro... il nostro modo di agire, per incapacità o disorganizzazione, te ne pentirai.

    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: Stanca, curiosa
    Chakra: 130

    Equipaggiamento:

    Borsa:
    - Kunai (10/10)
    - Shuriken (18/20)
    - Cartebomba (4/5)
    - Filo metallico (30M) (10M-Kunai / 20M-Shuriken x2)
    - Binocolo (In borsa)
    - Occhio Cibernetico (Indossato)

    Abbigliamento:

    - Gilet

    Bende:
    - Lame retrattili
     
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22 replies since 17/12/2014, 12:11   647 views
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