La Terra dei Demoni

V-VI°-VII° Evento del GDR di TAM

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  1. Leeroy Gorshmit
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    Una nuova speranza

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    Il portone si spalancò lasciando spazio a cinque figure che a passo lento fecero il loro ingresso, guidati dallo stesso Yusuke Uchiha quel che rimaneva dei caduti della Luna sfilò davanti allo sguardo biasimante dei Kage. Alle loro spalle uno stuolo di monaci entrò silenziosamente.
    Guidati da quello che era stato il loro capitano, i reduci si fecero avanti permettendo così ai Kage di scrutarne i volti.
    Per un momento Jinobu venne distratto da quelli che erano i suoi compiti, avrebbe dovuto pensare a un modo per porre rimedio a quel disastro, attrezzare nuovi posti a sedere, procurare le portate aggiuntive, ma l'ingresso dei sei lo attirò con un certo magnetismo. L'eco della loro clamorosa disfatta e delle sue conseguenze aveva raggiunto anche quelle terre e vederli ora riuniti era come vedere i protagonisti di una storia che si era sentita cento volte in cento versioni diverse. Era un po' deluso per la mancanza di alcuni dei protagonisti, ma anche quelle storie lo avevano raggiunto. Il disonore della sconfitta era per molti un fardello importante da sopportare e molti di loro erano caduti in disgrazia nei propri villaggi, additati da tutti come mostri e perdenti. Il Nagasaki era l' unico di cui si avessero notizie certe, non solo il portatore del quattro code aveva deluso il suo Villaggio a Tsuki, ma da quel momento si era come perduto vittima di sé stesso e schiacciato dal peso del potere che portava, fino a che un giorno non lo aveva più trattenuto. I dettagli non erano pubblici, ma pareva che durante lo scontro con un mukenin ai confini con Iwa avesse perso il controllo dello Yonbi morendo di una morte atroce. Nulla si sapeva della fine del quattro code e probabilmente per quello Kirigakure aveva cercato di insabbiare un po' tutto, per non sbandierare ai quattro venti di aver perso l'ennesimo Bijuu dopo lo scandalo di Kaila Bisukosu. Sembrava che la Nebbia non fosse proprio brava a mantenere le proprie armi di distruzione di massa.
    Degli altri Caduti della Luna si sapeva ancora meno, il vecchio pazzo era già fuori di testa prima dell'incidente e pareva fosse sparito dal villaggio in un giorno di nebbia, mentre la spadaccina sanguinaria si era lasciata corrompere dalla sua lama demoniaca.
    Per sua fortuna l'Uchiha era riuscito a rintracciare l'unico ninja di Kumo del gruppo, avere una voce che non venisse dalla Nebbia o dalla Foglia era fondamentale per convincere i Kage più scettici.
    "I demoni rinnegati che vi accompagnano fin dai tempi dei Tsuki hanno servito il Moryou in passato. Ci serve il loro aiuto per riuscire a sconfiggerlo."
    Le parole dell'Hokage erano quelle di chi aveva preparato con cura quella circostanza e che si preparava a vivere il suo momento di gloria. Grazie al suo piano il mondo sarebbe stato salvo e solamente a lui sarebbe potuta andare la riconoscenza da parte degli altri. Quel successo avrebbe rappresentato un'importante svolta nel peso della Foglia negli affari internazionali. Per sicurezza Saburo gli aveva consigliato di dare ordine all'Uchiha di radunare anche i monaci superstiti, quell'uomo era intelligente ed era contento di poter contare sul suo supporto e su quello della sua organizzazione, per quanto gli desse fastidio l'essere lui stesso all'oscuro della maggior parte delle cose che la riguardavano.
    "Il Moryou non si può uccidere, è troppo potente"
    Purtroppo per lui Hiroyuki Senju aveva preso la parola dando voce a quello che il guardiano degli innocenti gli stava dicendo nella testa.
    "Purtroppo, temo che sia così. Anche Baku concorda sul fatto che il potere del Moryou sia troppo grande per poter riuscire a distruggerlo!"
    Un brusio si scatenò all'interno della sala e i leader dei Cinque Grandi Villaggi si trasformarono in scolaretti indisciplinati che lanciavano reciproche accuse o si parlavano l'uno sull'altro. L'Hokage era furibondo e tuonava contro Emon Saburo, l'azione che avrebbe dovuto portargli la gloria si stava rivelando un immane buco nell'acqua. Il Raikage apostrofò Jinsuke che si era permesso di unirsi a quel manipolo di shinobi senza chiedergli l'autorizzazione e gli altri cercavano confronto con i loro seguaci inveendo contro i colleghi di tanto in tanto.
    "Baku suggerisce che esiste una possibilità, il Moryou è imbattibile, ma già una volta sono riusciti a sigillarlo"
    La voce calma e asettica di Yusuke Uchiha risultava quasi fuori luogo in mezzo a tutto quel trambusto, ma il suo contenuto fu sufficiente ad attirare l'attenzione di tutti i presenti. Il seme della speranza piantato dal ninja di Konoha e dal suo demone ebbe però vita breve, perché il Kazekage andò lapidario a stroncarlo sul nascere.
    "I nostri più grandi esperti di Fuuinjutsu hanno lavorato sul frammento del Moryou nel tentativo di sviluppare una tecnica in grado di sigillarne il chakra fin dai tempi dell'incidente nella Terra dei Demoni. In tutto questo tempo non abbiamo ottenuto nessun risultato... Nessun risultato nel sigillare un frammento di quel chakra, come sperate di riuscire a sviluppare qualcosa in grado di sigillare l'intero demone nel giro di qualche settimana?"
    Il realismo del capo della Sabbia cadde come una ghigliottina sull'entusiasmo generale, ma fu a quel punto che timidamente si face avanti quello che era stato nominato come nuovo capo dei monaci.
    Jinobu osservò con curiosità l'uomo che doveva essere di mezza età, ma il cui volto tirato e privo di peli in faccia e sul capo poteva tranquillamente essere quello di un ragazzino, come quello di un sessantenne. In tutta la sua vita non gli era mai successo di partecipare ad un Summit in cui la tensione potesse essere così palpabile, in quei minuti si stavano probabilmente decidendo le sorti del mondo e lui non riusciva a non pensare ai suoi dannati okonomiyaki e a come avrebbero fatto gli ospiti ad apprezzarli se fossero stati serviti freddi.
    "Come saprete il rituale di sigillo del Moryou è andato distrutto durante l'attacco del tempio e nessuno di noi ha le conoscenze necessarie a poterlo riprodurre..."
    La notizia era risaputa a tutti i presenti, ma l'ascoltarla ad alta voce concretizzò il fatto rendendolo reale e confermando che un'altra delle loro poche opzioni era effettivamente impraticabile.
    "Però, potrebbe esserci una possibilità..."
    "Forza, sputa il rospo dobbiamo agire in fretta. Non farci perdere tempo!"
    Le pause teatrali del monaco avevano fatto perdere le staffe addirittura a Mishu Ameki, che normalmente era in grado di mantenere la calma e un atteggiamento rispettoso in quasi tutte le situazioni.
    "Il sigillo del Moryou non è l' unica cosa che il nostro ordine ha il compito di proteggere..."
    Un'occhiata ai suoi compagni che annuirono con il capo incitandolo a continuare a parlare, era facile intuire come ci fosse stata una lunga discussione tra di loro prima di decidere di rivelare l'informazione che avevano custodito segretamente fino a quel momento.
    "Il nostro ordine ha combattuto il Moryou per secoli ed è riuscito a sigillarlo, ma esisteva già quando il Moryou è diventato una minaccia per il mondo. La verità è che è stato il Moryou per primo ad attaccare il nostro ordine per appropriarsi della Tartaruga di Giada..."
    Lasciò che avessero tempo per elaborare le informazioni, se al momento il tutto poteva non sembrare sconvolgente, ben presto lo sarebbe stato per tutti quanti. Fino a quel momento la storia che era stata raccontata loro era che l'ordine fosse nato per contrastare il demone e le cose avrebbero continuato ad essere così se non si fossero trovati in quella situazione disperata, che necessitava di azioni disperate.
    "È una storia che si tramanda dai tempi antichi all'interno dell'ordine. La Tartaruga di Giada è in grado di interferire con la struttura stessa dello spazio e del tempo, se qualcuno riuscisse mai a dominarne il potere arriverebbe a dominare il tempo stesso, è per questo che teniamo da sempre questa informazione nascosta."
    Un mormorio di sorpresa si sparse dai presenti e il Kokage assunse un'espressione corrucciata.
    "Quindi voi siete venuti a chiedere il nostro aiuto mentendoci e nonostante tutto quello che è successo avete continuato a mantenere questo segreto?"
    Il monaco non si scompose e accolse le accuse con un'espressione serena sul volto.
    "Nei secoli le guerre degli uomini hanno fatto più danni di quelle dei demoni. Non potevamo permettere che il mondo venisse a conoscenza di un simile potere. Sapete meglio di me quello che ciascuno dei vostri villaggi sarebbe disposto a fare per poterlo stringere in pugno!"
    A quelle parole i mormorii tacquero e per quanto le parole del monaco fossero state estremamente dure, nessuno avrebbe potuto in coscienza controbatterle.
    "Il vero problema è che la reliquia è stata presa secoli fa. Nessuno in vita sà che fine abbia fatto, ma gli indizi della leggenda ci fanno pensare che sia nascosta all'interno della terra dei Demoni... Se giurate di renderla all'ordine non appena sarà tutto finito, allora vi aiuteremo a trovarla."
    Il silenzio più assoluto si era diffuso nella sala e dopo quella che parve un'eternità fu il Kazekage a rompere l'atmosfera surreale con un ghigno beffardo.
    "Una leggenda! Dovremmo affidare il destino del mondo a una leggenda, ma certo. Abbiamo già perso fin troppo tempo! Mi avete convinto della minaccia del Moryou, ma farò affidamento sui miei ninja per riuscire a superarla, non certo sugli echi di una leggenda del passato. Farò immediatamente ritorno a Suna e preparerò un contingente da guidare personalmente verso Kirigakure. Spero che siate tutti in grado di fare la vostra parte in questo!"
    Le parole lapidarie del Kazekage non lasciarono spazio ad alcuna replica e al contrario trovarono il favore del resto dei Kage, che convennero sulla necessità di fare fronte comune. La coalizione dei cinque villaggi avrebbe creato un Esercito Ninja come non si vedeva da centinaia di anni, tutti e cinque i Kage si sarebbero radunati a Kirigakure sotto la guida del Kokage, che in qualità di veterano avrebbe assunto il ruolo di Comandante Generale. Mentre tutti uscivano dalla sala Kisuke e Kyoshiro si avvicinarono ai monaci accompagnandoli all'esterno. Il Mizukage era stato chiaro con loro due, mentre ancora una volta il coppiere faceva per riempire un bicchiere che non era quasi stato toccato.
    "Noi sappiamo che non possiamo vincere questa guerra. Siete la nostra unica speranza! Portate con voi il resto della scorta e andate coi monaci nel Paese dei Demoni, ci serve quell'artefatto e soprattutto ci serve quel rituale, quando lo avrete ottenuto andate a Tsuki e fate fuori quel dannato demone una volta per tutte!"
    Jinobu in tutto ciò era disperato. Tutti se ne stavano andando e nessuno aveva neanche toccato le sue prelibatezze. Un disastro totale, forse un motivo valido per fare Seppuku, se solo fosse stato un samurai e non un responsabile di sala.
    L'uomo avrebbe avuto modo di riflettere a lungo riguardo a quella debacle e a cosa avrebbe potuto fare per evitarla, ma nel frattempo c'era tutto da sbaraccare e doveva essere lui a guidare i lavori. Ci vollero un paio d'ore per finire di sistemare tutto ed ogni volta che passava dalla cucina e incrociava gli occhi con l'uomo dal naso adunco, un brivido gli passava per la schiena. La delegazione di Konoha era l'unica ancora in circolazione, proprio perché quel tizio aveva l'incarico di pulire le menti dei vari camerieri da tutto ciò che potevano aver sentito. Ad ogni Summit quella procedura richiedeva sempre diverso tempo e quel giorno non fece eccezione, se non per il fatto che a un certo punto il volto dell'uomo assunse un'espressione preoccupata e smise di occuparsi dell'uomo che aveva sotto mano per precipitarsi fuori dalla stanza.
    Il caposala non poteva saperlo, ma quell'uomo rispondeva al nome di Tora ed era uno dei sensoriali più abili di tutta Konoha, fin dall'inizio del summit aveva sempre tenuto aperto il suo occhio psichico, monitorando tutto ciò che succedeva nell'arco di chilometri. In quel preciso momento aveva percepito uno dei camerieri che ancora dovevano passare sotto le sue grinfie scendere le scale, se già era curioso che andasse verso l'umida cantina abbandonata, il suo cuore fece un balzo quando una strana energia oscura, qualcosa con cui non aveva mai avuto a che fare prima, si palesò in quello stesso punto. Il suo cervello fece due più due nel giro di un istante, non poteva che essere qualcosa legato al mondo dei demoni.
    "Saburo, Kagachi cantina del terzo edificio. Subito!"
    La comunicazione mentale era partita insieme alla sua corsa e non appena le parole dell'uomo erano rimbombate nella testa dei rispettivi destinatari, entrambi abbandonarono le loro faccende per scattare in quella direzione. Ci misero meno di un minuto a giungere a destinazione, ma quando voltarono l'angolo del cameriere non restava che il cadavere. Un'ombra scura sopra di lui li guardava sorridendo, le zanne mostruose che a Yusuke ricordarono una versione più matura di quelle che lui stesso aveva ricevuto in dono.
    "Piccoli, patetici... Siete già morti! Siete tutti morti!"
    Con quelle parole l'ombra scoppiò in una macabra risata e si dissolse nell'aria.
    "Che cazzo è successo?"
    Tora era arrivato proprio in quel momento, la fronte madida di sudore per lo scatto e il fiato leggermente accelerato.
    "Scopri subito cosa si sono detti!"
    Saburo impassibile come sempre diede l'ordine ben conscio del fatto che analizzando gli ultimi ricordi della vittima, Tora sarebbe stato in grado di ricostruire cosa fosse successo.
    "Merda, niente da fare. Se l'è ciucciato."
    Quelle parole e la loro spiegazione furono per una volta in grado di far trasalire anche Emon Saburo. Il cadavere del cameriere era stato come svuotato di tutti i tessuti molli, la pelle come un'involucro vuoto a coprire le ossa.

    Edited by Glustrod - 18/4/2024, 21:57
     
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