✥ Il Bruno aveva terminato la sua offensiva dimostrando alla giovane di Kirigakure no Sato la vera potenza del Doton. Per prima cosa la Dorojigoku di Giada era andata a bloccare il corpo della ragazza fin sopra i fianchi impedendole di scappare e di spostarsi dalla sua posizione. Tuttavia quel blocco non aveva impedito alla versatile Kunoichi di comporre la brevissima serie di sigilli per quello che si era rivelato un Jutsu Suiton estremamente rapido. Le guance della giovane si erano gonfiate, proprio mentre nel palmo del Mukenin di Otogakure no Sato si addensava la sfera di Chakra Oscuro pronte a sputare la sua tecnica elementale. Dalla bocca era stata, quindi, espulsa una grande quantità d'acqua che, con la forza di una cascata, era andata a calare sull'utilizzatore della Nikutai Kassei no Jutsu per scagliarlo lontano fino a fargli raggiungere il bordo della piattaforma rocciosa su cui si trovava. L'acqua, con la sua alta velocità, era andata a trascinarlo, anche a causa del suo peso inesistente, allontanandolo dalla sua posizione precedente di circa sei metri mentre la tecnica avversaria veniva assorbita dal Rilascio della Nona. Rialzandosi con un agile movimento, dovuto all'influsso della Chōkeijūgan no Jutsu utilizzata, grazie al Chakra Elementale del Juin Jutsu, ancora una volta per garantirsi un'ottima mobilità sul terreno, il Bruno aveva visto la ragazza dai capelli rossi sfruttare nuovamente la Kage Bunshin no Jutsu in modo da sbilanciare le forze in campo a suo favore.
Le fratture sul terreno avevano eliminato totalmente il manto acquatico mentre il Clone della giovane donna si preparava ad agire. Il Bunshin aveva cominciato la sua sequenza di sigilli a cui il Bruno aveva rivolto tutta la sua attenzione mentre vedeva la chimera mezza rossa/mezza roccia cercare di colpire il blocco di giada con un Jutsu raiton. "Stolta!" Aveva pensato il Manipolatore del Doton mentre ripensava alla giada di cui era Imperatore. Quella tecnica era il suo personalissimo grido di risentimento contro il raitonarcato e chi se ne faceva capostipite utilizzando indiscriminatamente quell'elemento. Intanto la copia avversaria aveva terminato la sua sequenza di sigilli mentre una gran numero di liane e rampicanti, spuntate dal terreno benedetto dalla Donna Barbuta, avevano cominciato a cingere il suo corpo in maniera voluttuosa proprio come piaceva fare a quello schifoso di Arima Porcelletsu. Quando le mani e la gola del Baitei erano state strette dalla vegetazione da cui era impossibile divincolarsi alle sue spalle era apparso un enorme baccello da cui era spuntato il clone della Kunoichi intenta ad eseguire un attacco ravvicinato verso il Portatore del Chakra Oscuro.
L'illusione si era andata a dissolvere dopo questo attacco a cui il Bruno non aveva potuto reagire prontamente anche a causa dell’affaticamento derivante dalla mancanza di aria al cervello ed alla confusione derivante dall’apparizione di quei rampicanti. Quando, tuttavia, le piante erano scomparse il giovane virgulto di Otogakure no Sato si era ritrovato per un attimo con i piedi bloccato in quella che sembrava una copertura d'acqua gelatinosa. Anche questo nuovo manto Suiton aveva cominciato a venir assorbito dallo spazioso ventre della Donna Barbuta rappresentato dalle crepe sul terreno create dalla Nona. Le bellissime scarpe del Santo di Yasaigakure no Sato, tuttavia, erano state irrimediabilmente compromesse da quel liquido viscoso rendendo i suoi movimenti sul suolo maggiormente difficoltosi. L'attacco del clone, ancora posto accanto alla sua creatrice alle prese con la Morsa di giada che la copriva, tuttavia non era terminato. Infatti, la sua bocca si era mossa proprio mentre Ishui decideva di tramutare il suo corpo in fango per poter evitare qualsiasi offensiva potesse esser stata lanciata dall'avversaria.

Così trasformato il getto viscido e gelatinoso lanciato dall'avversaria non l'aveva impensierito minimamente proprio mentre il fango di cui ora era composto il Genio del Doton si contraeva per andare a torcersi e schizzare, in una pioggia di proiettili ampi quanto un pugno ciascuno, entrambe le ragazze dai capelli rossi. L'area interessata dall'offensiva doveva coinvolgere tutta l'arena a trecentosessanta gradi in modo da dare meno aperture possibili alle due avversarie. La Maddoame era stata portata, grazie ad un maggior dispendio di Chakra, ad un livello superiore in modo da rendere la sua riuscita maggiormente impattante.
In seguito a questa rapida torsione l'ammasso di fango da cui stava per apparire nuovamente il virgulto del Villaggio del Suono si era spostato leggermente. Sfruttando il controllo del Chakra per restate in piedi sulle acque il Genio del Doton aveva deciso di emigrare all'esterno dell'isolotto, dal raggio di circa quattro metri, su cui si trovava poco prima. Una volta messo piede sul manto liquido Ishui aveva fatto cozzare rapidamente i suoi Ganseki tra di loro prima di puntare il pugno destro verso il cielo in una posa vittoriosa. In posa plastica, in cui il Bruno avrebbe avuto l'intenzione di fermarsi per qualche istante per permettere ai fotografi di fotografarlo, il Portatore del Reibi aveva richiamato l'Otoshibuta dalla sua tasca spaziale. Il Coperchio di solida roccia verde divenuta traslucida grazie all'influsso della Hisui Kōtei, in modo da renderlo immune alle ingerenze del Raiton, sarebbe apparso, nel giro di tre secondi, prima di cominciare a precipitare partendo da un altezza di cinquanta metri.

L'area prescelta per l'impatto del suo porcelloso meteorite non teneva come centro del suo raggio d’azione la posizione delle due Maemi ma un punto non ben specificato a ben diciotto metri dal suo evocatore. Questa scelta era stata fatta in modo da non restar coinvolto nella deflagrazione della sua tecnica nel caso in cui essa sarebbe andata a buon fine. Mentre il cielo sopra l'arena si squarciava e cominciava ad oscurarsi l'Imperatore di Giada aveva deciso di ricorrere nuovamente alla Dangan no Jutsu per andare a sparare nell'etere la sua avversaria che, al momento, doveva ancora trovarsi bloccata nella morsa della Dorojigoku. Dopo la composizione del singolo sigillo del Serpente, grazie alla sua innata affinità con il suo elemento e con l’arte dei sigilli, la terra sotto i piedi delle due Kunoichi si sarebbe innalzata portandole con sé sotto forma di una sfera rocciosa dal diametro di dieci metri. Questa, proprio come contro il suo precedente avversario era stata sparata verso l'alto per trascinare con sé verso l’alto l’avversaria. Per l'occasione la Dangan no Jutsu, utilizzata nella sua versione più ampia ma meno distruttiva, era stata potenziata dalla benedizione della Donna Barbuta nella forma del rilascio della Nona. Quest'ultimo influsso era andato a far leva maggiormente sulla velocità della stessa permettendo alla sua velocità, già impressionante, di continuare ad essere totalmente fuori dal comune. Lo scopo della combinazione dei due Jutsu Doton era quello di andare a far schiantare entrambe le tecniche l'una contro l'altra andando così a schiacciare l'avversaria e dare uno spettacolo emozionante a tutto il pubblico accorso ad osservare lo scontro. Solo una volta che il meteorite ascendente del Colpo di Roccia avrebbe raggiunto i venticinque mettri d'altezza il magnanimo Mukenin del Covo aveva deciso di sciogliere la Morsa di Roccia in modo da lasciare libera la sua avversaria di precipitare con stile in seguito alla collisione dei due Jutsu Doton e all’esplosione della Dangan no Jutsu che sarebbe avvenuta, comunque, una volta arrivato a trenta metri d’altezza.

✥ Ishui aveva lanciato la sua offensiva verso la Kunoichi avversaria riuscendo nel suo intento solamente in maniera parziale. Sul primo fronte del campo di battaglia, quello più effimero data la natura degli elementi in gioco, il tentativo di colpire Maemi da parte del suo Golem era stato evitato con semplicità dalla veloce avversaria. I due costrutti di Chakra da un lato e di roccia dall’altro avevano continuato a sfidarsi il primo armato di Katana e il secondo solamente dei suoi solidi pugni.
Sull’altro fronte del duello Ishui aveva lanciato il suo grido di dolore e frustrazione volto a coadiuvare l’offensiva del suo Doton Doozen Ryu. La ragazzina non si era ancora mossa dal suo posto, come in preda ad una rivelazione mistica della Donna Barbuta, e quindi l’avanzata del suo dragone era stata quanto più semplice e lineare con le intenzioni del suo invocatore. L’immobilita della sua avversaria era stata, inoltre, forzata dall’urlo disperato del Bruno che aveva continuato ad emettere ininterrottamente il suono mentre il drago continuava la sua avanzata. La rossa, tuttavia, non si era dimostrata una sprovveduta e di lì a qualche attimo avrebbe rivelato quella che secondo il Mukenin era la sua arma più fastidiosa e scorretta: il raiton… il maledettissimo raiton. "Confermo la mia lettura di questa società distorta. Sembra che oramai io sia l’unico a non usare il raiton… Che brutta cosa l’omologazione dei costumi e questa forzata globalizzazione che appiattisce tutti sul mero utilitarismo spicciolo." Si era detto nell’attimo stesso in cui il lampo di un fulmine andava a colpire la Kunoichi. In un attimo, quando al lampo era susseguito il rombo del tuono, il Portatore del Reibi aveva inteso di dover correre ai ripari. Il colpo dell’avversaria, infatti, l’aveva prima avvolta per poi creare un’enorme esplosione che rapidamente si stava avvicinando al Baitei.
Il Chakra del giovane virgulto di Otogakure no Sato si era mosso quasi in automatico. L’Imperatore di Giada sapeva come affrontare minacce rapide ed improvvise e come andare a tentare di eludere dei danni, anche raiton, che sembravano essere estremamente letali. Senza l’ausilio di sigilli o di una lunga preparazione il Manipolatore del principe degli elementi aveva deciso di ricorrere alla Maddobodi in modo da tramutare il suo corpo in fango ed evitare cosi il colpo della Takahashi. Per far ciò con maggior efficacia, data anche la terribile e scortesissima abitudine di usare il raiton, il Ninja Medico aveva deciso di usufruire dell’Hisui Kōtei per andare a rinforzare le sue possibilità elusive.

Il corpo di Ishui si era istantaneamente tramutato in una melma fangosa ma traslucida color giada che dopo un attimo era stata investita dalla furia dell'offensiva nemica. "Sangue e ceneri..." Aveva esclamato nella sua mente il giovane mentre la sua difesa veniva totalmente spazzata via dall'attacco di Maemi. La giovane, con la sua esplosione elettrica, non aveva mostrato il minimo interesse per la "vita" del povero Zenzy che, in ogni caso, non aveva potuto far altro che soccombere alla potenza del Jutsu raiton avversario. I cinquanta metri cubi di fango in cui si era trasformata l’eminenza marrone era andato a cadere sull'isolotto su cui si trovava poco prima andando a riformarlo disteso e dolorante, sul fianco sinistro, sul suo atollo un tempo felice. La piattaforma aveva una forma irregolare che al massimo poteva raggiungere un raggio di circa quattro metri.
Le scosse elettriche avevano disciolto in un attimo il fango senza essere minimamente impensierite dall'influsso isolante della Giada. Le scosse avevano continuato a percorrere il corpo del Bruno, andando a disturbare il suo sistema nervoso e gli impulsi generati dal suo cervello, quando il Portatore del Reibi aveva scelto di affidarsi totalmente al potere del suo ospite. Senza ricorrere ad alcun sigillo o ad alcun movimento particolare, mentre si rialzava, il Manipolatore del Chakra Oscuro aveva sfruttato la Shōsen Jutsu unita al suo Kanzen'na Seigyo per andare a curare quasi istantaneamente la ferita subita e ristabilirsi completamente. Il dolore derivato dal disturbo elettrico era diminuito ma continuava comunque a portare con lui dei terribili strascichi soprattutto sulla sua mobilità.

Proprio per far fronte a questi spasmi motori il giovane di Otogakure no Sato aveva fatto ricorso alla Nikutai Kassei no Jutsu per ritornare, almeno in parte, alle sue condizioni fisiche precedenti. Mentre la cura terminava i suoi effetti con un respiro aveva rilassato le spalle prima di cominciare a manipolare il suo Chakra Oscuro in ogni fibra del suo corpo per poter, così, andare ad aumentare enormemente le sue capacità fisiche e combattive. Tutta la sua muscolatura si era improvvisamente ingrossata e gonfiata dando al Baitei un aspetto ancor più imponente. Questo cambio d'aspetto era, inoltre, funzionale per rendere quanto più credibile la sua prossima mossa. «Ora si fa sul serio...» Aveva detto con un filo di divertimento nella voce mentre faceva cozzare tra di loro i Ganseki come a volersi dare la carica prima dell’assalto. Le vibrazioni sonore prodotte dallo scontro dei due guanti chiodati dovevano viaggiare ad una velocità abbastanza alta fino a raggiungere il sistema circolatorio del Chakra dell'avversaria, che doveva trovarsi ancora a circa a dieci metri da lui, andando a canalizzare la sua personale illusione: la Kage no kōgeki.

Grazie all'Attacco dell'Ombra la rossa doveva andare a vedere un Ishui estremamente possente che, alla maggior velocità concessagli, doveva andare a minacciarla con un Kunai, estratto dalla Doppia Borsa alle sue spalle durante il primo scatto, stretto nella mano sinistra. Il clone illusorio doveva provare a saltare da uno scoglio all'altro zigzagando mentre si avvicinava con una parabola alla ragazza. Con i suoi movimenti precisamente calcolati il finto Bunshin doveva provare a spostare l'attenzione della giovane alla sua sinistra andando a portare, idealmente, il suo creatore alla destra dell'avversaria. Subito dopo aver lanciato la sua illusione all'attacco Ishui aveva stretto nella mano destra il manico della Nona andando ad estrarla in parte e attivandone il Rilascio. L'asta cerimoniale della Donna Barbuta si era dissolta in polvere mentre il piccolo atollo su cui poggiava i piedi si spaccava in più punti senza arrecare alcun danno. Grazie a questo nuovo influsso Doton il terreno su cui il sacerdote poggiava i suoi piedi era stato benedetto dai virili ma vellutati peli della Donna Barbuta.

Grazie alla distrazione il Bruno aveva, quindi, potuto prendere un attimo di respiro, in modo da dare al suo clone il tempo di spostarsi alla sinistra dell’avversaria prima di andare rapidamente ad accovacciarsi per immettere il suo Chrakra Elementale nel terreno. In questo modo aveva potuto strappare, letteralmente, un ampio pezzo dello scoglio su cui si trovava tenendolo nel palmo della sua mano destra. "Con questo masso io ti consacro..." Aveva pensato prima di lanciare la roccia dal diametro di due metri. Questa era stata immediatamente scagliata con forza verso l'avversaria, alle prese con il movimento della sua stessa illusione, volutamente potenziata nella sua velocità dall’influsso divino della Donna Barbuta. L'apparizione della roccia volante, scagliata a velocità altissima, doveva andare a sorprendere la Takahashi, idealmente ancora distratta, con l'intento di dare alla ragazzina il minor tempo possibile per reagire e prepararsi ad incassare tale offensiva.

✥ Il Bruno aveva atteso ben pochi minuti l'arrivo della sua avversaria. Anche questa era una Kunoichi, proprio come l'arbitro, ma dagli splendidi capelli rossi. Questa era minuta ed evidentemente molto più giovane dello stesso Baitei. Tuttavia questa non doveva essere una discriminante per sottovalutare la ragazzina. Moltissimi orfani, infatti, venivano spesso addestrati anche dai servizi segreti Ninja per creare delle armi mortali che, tuttavia, potevano facilmente passare inosservati. La giovane Kunoichi si era affiancata all'affascinante donna dai capelli biondi prima di salutare il Portatore del Reibi e complimentarsi per la sua bellissima barba. «Mi spiace cuccio~ola ma sono impegnato.» Aveva risposto con un occhiolino alla Takahashi mentre la Kunoichi di Konoha scompariva in un lieve sbuffo di fumo andando a dare il via allo scontro. Senza scomporsi ne rivelare le sue vere intenzioni Ishui aveva attivato sul suo stesso corpo una nuova dose di Chōkeijūgan no Jutsu con cui puntava a garantirsi non solo la capacità di volare ma anche un'incredibile rapidità di movimento a discapito della forza.

Quest'azione così banale e ripetitiva per il Genio del Doton era stata eseguita quasi meccanicamente per andare a pareggiare lo svantaggio del campo di battaglia. Ad ogni modo le danze erano state aperte dall'intrepida ragazza dai capelli scarlatti. Questa aveva, infatti, congiunto le dita nel tipico sigillo della Kage Bunshin no Jutsu andando a creare accanto a sé una copia identica. Dividendo la sua attenzione tra le due avversarie il Portatore del Reibi aveva sputato, dalle sue labbra, un compare molto più roccioso. Il Mukenin di Otogakure no Sato, infatti, aveva deciso di non ricorrere a sua volta ad una tecnica di clonazione per pareggiare le forze in campo ma di confidare in uno dei suoi alleati più fedeli: l'Iwa Gōremu no Jutsu o, come lo chiamava lui con affetto Zenzy. Mentre il Costrutto prendeva forma il Baitei aveva continuato ad osservare le mani della donna che si muovevano componendo una nuova sinfonia di sigilli. Gli occhi del Bandito avevano cercato di decifrare quella sequenza quando dal terreno erano spuntate delle viscide e possenti radici. Riprendendo i migliori capitoli della letteratura erotica queste liane avevano cominciato ad avvinghiarsi al corpo di Ishui cercando di stringerlo come un amante troppo possessivo. "Ma che sta succedendo..." Si era chiesto il Ragazzo di Fango mentre cercava di lottare per sottrarsi a quelle avance troppo botanicamente insistenti. "Potrebbe far ricorso a qualche tecnica di manipolazione vegetale?" Si era chiesto mentre notava del movimento nella posizione della Kunoichi.

Il clone aveva estratto con un rapidissimo movimento la Katana prima di lanciarsi all'attacco mentre la Maemi reale, o quella che Ishui riteneva tale, stava li ferma intenta nel mantenimento del sigillo della Tigre. Stringendo tra le mani l'arma micidiale, fin troppo affilata per stare nelle mani di una ragazza così giovane, l'avversaria si era avvicinata ritrovandosi faccia a faccia con il Golem creato dal Manipolatore del Doton. I fendenti della dell'avversaria, dopo la sua corsa sfruttando il Controllo del Chakra, erano andati a farsi strada nel corpo di Zenzy arrecandogli dei considerevoli danni che l'avrebbero portato quasi a distruggersi. Con le ultime forze l'Iwa Gōremu no Jutsu aveva cercato di colpire con un pugno la Kunoichi di Kirigakure no Sato più vicina a lui.
Dopo circa quattro secondi in cui il Ninja del Villaggio del Suono aveva continuato a combattere contro le radici per la sua precaria verginità queste erano scomparse senza lasciare traccia. Il Bruno era confuso e scosso da quell'avvenimento frutto di un'illusione estremamente realistica ma per fortuna l’influsso Doton sul suo corpo mitigava l’affaticamento. Il giovane residente nel paese dei Vegetali ricordava bene ogni sensazione che aveva provato dall'umida stretta delle liane alle gocce d'acqua che sgorgavano dalle stesse mentre si avvinghiavano alle sue mani impedendogli di controbattere alla sua offensiva. Tuttavia questo stato alterato non aveva affatto scoraggiato il Baitei che si era immediatamente messo in moto accovacciandosi, sfruttando l'incredibile rapidità offertagli dall'alleggerimento, per andare a lanciare la sua prima offensiva. Per prima cosa aveva fatto cozzare il suo pugno destro sul terreno che lo sosteneva in modo da far spuntare da esso un Doton Doozen Ryu nella sua versione più potente. Il dragone, dal diametro di otto metri, doveva partire con l'intenzione di colpire l'avversaria che idealmente si trovava ancora a circa dieci metri da lui.

Subito dopo, per coadiuvare l'azione, il Bruno aveva concentrato il Chakra nelle corde vocali per andare ad utilizzare la Namida Sanjō no Jutsu. Le onde sonore dovevano raggiungere in breve tempo la ragazzina andando ad immobilizzarla per permettere al Dragone di ottenere un maggior effetto sorpresa. Quest'ultimo, infatti, era stato lanciato con la precisa intenzione di curvare la sua corsa verso l'alto a circa cinque metri dall'avversaria. In questo modo, solamente all'ultimo minuto, l'offensiva doveva virare e salire a circa sette metri di altezza prima di curvare nuovamente verso il basso per andare a colpire con una traiettoria discendente Maemi.

✥ Ishui era riuscito nel suo intento di superare la prima fase del torneo. Il suo avversario si era rivelato essere un osso duro che, alla fine del loro scontro, aveva deciso di ritirarsi. Il Bruno era certo che questo comportamento era stato messo in atto dallo Shinobi con un occhio solo per paura e venerazione nei suoi confronti. La legge suprema della Donna Barbuta aveva vinto sull’infedeltà del mondo incivile.
Ad ogni mondo, un bel po’ acciaccato ma felice, il Mukenin di Otogakure era volato alla seconda fase pronto ad affrontare un nuovo avversario. Sotto le mentite spoglie di Hiji il Genio del Doton si era rintanato nella sua sala ad attendere di poter partecipare alla nuova piccola pugna. Per prima cosa il Badito aveva cotrollato lo stati della sua maschera. Indossare una seconda pelle, oramai, faceva parte di lui e si era ben adattato alle sembianze del Santone devoto alla figura della Donna Barbuta. Il Riyama aveva lasciato le verdi sponde di Yasaigakure no Sato in mano a quella che lui chiamava la sua quasi dittatura religiosa. Ed ora era ritornato in patria, tra le grandi nazioni ninja, con il compito di evangelizzare tutti i miscredenti.
Recitando a mente la parabola del Viandante Caritatevole il Bruno aveva stretto nelle mani la dura verga di legno chiamata Nona. L’arma cerimoniale santificata alla Donna Barbuta era stata agitata e scossa con i movimenti ampi e sicuri di qualcuno che era abituato ad agitare la “paletta dell’amore sacro”. Il rito mimava l’atto punitivo che la Santa imponeva a coloro che peccavano non andando a seguire le sue precise prescrizioni. Quando il rituale era stato completato a pieno il Bruni aveva cominciato ad abbigliarsi per la battaglia indossando il gilet e le due borse sul retro. Infine, aveva controllato il resto delle sue armi andando a porre la Nona all’interno del fodero posto alle sue spalle. Il Portatore del Reibi aveva, infine, allacciato i Ganseki sulle sue dolci mani andando a completare il suo equipaggiamento da battaglia.
Tutta l’essenza del Baitei si condensava nella sua abilità con il Doton e con la sua volontà di spingere la sua specializzazione su quello specifico elemento. Con cui il Genio del Doton si dilettava a combattere e a eccellere. Nessun altro elemento era capace, come quello della Terra, di render possibile tutti i sogni del suo utilizzatore.
A pochi minuti dallo scoccare dell’ora prescelta per il suo nuovo scontro il Mukenin di Otogakure no Sato era stato convocato da un attendente che l’avrebbe scortato verso l’arena e verso il suo nuovo avversario. Camminando nei cunicoli che costituivano le infrastrutture di raccordo dello stadio. Alla fine di questo stretto passaggio Ishui aveva potuto vedere una fitta luce che l’aveva investito mentre varcava le porte dell’area in cui sarebbe andato a scontrarsi per il diletto di tutto il pubblico. La zona delimitata da ampi spalti gremiti di folla andava a circondare un’ampia pozza d’acqua da cui spuntavano un gran numero di scogli o isolotti dalle forme più peculiari. Queste ancore di salvezza dalla vastità marina avevano le più disparate dimensioni, dai due ai circa dieci metri, e si distanziavano tra di loro più o meno paio di metri.

Saltando da una piattaforma all’altra il Bruno aveva attivato sul suo corpo la Chōkeijūgan no Jutsu in modo da muoversi con maggior agilità in quel luogo ameno e inospitale per le sue capacità. Con balzi sicuri e accorti il Mukenin si era avvicinato alla bellissima donna dai lunghi capelli biondi, che stando al suo coprifronte proveniva da Konohagakure no Sato, per poter guadagnare la posizione di partenza. In breve tempo il giovane si era avvicinato all’arbitro posto esattamente al centro dell’arena cercando di frapporre tra lui e la donna circa una decina di metri. Infine, con un cenno della testa il Portatore del Reibi aveva salutato la Kunoichi predisposta a presiedere lo scontro in attesa dell’ingresso del suo nuovo avversario.