Posts written by Ely_11

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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi - Kaori Mitarashi - Altri


    Calma, micetta, calma, calma, calma, calma… tentava di rassicurarla Borei, con un tono conciliane. Non appena Shori si era allontanata dalla mischia e dal combattimento, il fantasma si era precipitato ad assillarla. Cosa, oltre che inutile, anche molto sbagliata: più le diceva di stare calma, più lei si innervosiva.
    “Quando tornerò a casa, se tornerò a casa, giuro che lo trasformo in uno zombie, lo impicco ad un albero e lo faccio a fettine minuscole”, aveva pensato lei, mentre si affrettava a star dietro al plotone capitanato dal Comandante Kisuke Momochi. Prese un respiro profondo. Aveva ragione, però: doveva darsi una calmata. Ora che la frenesia del combattimento stava pian piano scemando, che l’eccitazione provocata dal pericolo, seppur ancora presente, era diminuita, così stava succedendo anche al suo furore ribollente… e soprattutto alle sue energie. D’improvviso si sentì più stanca, le parti ferite si facevano sentire molto di più. Aveva però l’appoggio dell’intero plotone, e questo la rasserenava. Continuarono a camminare per le strade di una Suna svantaggiata, una Suna che stava dalla parte del perdente. Meglio così: forse tra poco sarebbe finita. Fuori dalla fragore della battagli, la Jinchuuriki poté notare quando fosse aumentato il numero di fantasmi in poco tempo, sia che essi appartenessero a Suna, Konoha, Kiri, Oto, Kumo; inondavano le strade come fiumi disperati, alcuni attaccando invano il nemico, non accettando la cruda realtà della loro morte, altri si disperavano e fuggivano, piangendo la loro nuova condizione
    Poi arrivò la notizia della morte del Kazekage. Shori ne gioì: voleva dire che erano a un passo dalla vittoria, no? Quelli della Sabbia si stavano ritirando. Sorrise felice.
    Ricordatelo per l'uomo che è stato, intervenne però il Comandante, facendo tentennare il suo sorriso. Lei non aveva idea di com’era quell’uomo… ma il solo fatto che fosse morto nel tentativo di difendere il proprio Villaggio lo rendeva meritevole di rispetto. “Che il suo spirito possa accedere con serenità nel mondo Yomi”, pensò la Shori, con una piccola preghiera. Ma, sinceramente, non le dispiaceva particolarmente: aveva ottenuto la migliore delle morti, e loro avevano vinto la battaglia. Ma, quando il Comandante li redarguì sul fatto che non dovessero abbassare la guardia – sebbene non condivideva il modo spiccio e volgare con cui si era espresso – lei si trovò d’accordo.
    Fecero bene a rimanere attenti: alcuni nemici intrepidi avevano deciso di attaccare proprio loro. Shori li vide subito, molto chiaramente, e venne attratta dalla marionetta: non era la prima volta che ne vedeva una del genere, e sapeva che poteva essere molto pericolosa. Ma venne facilmente neutralizzata dal Comandante in persona e dai suoi “amici”. Kaori e i suoi amici si occuparono di un’altra ragazza che maneggiava sfere di fuoco. Shori si voltò, per vedere se qualcuno puntasse su di lei. E vide un ninja alto e moro, al lato estremo del gruppo. Ma non fu il suo aspetto a colpirla particolarmente… piuttosto il fatto che avesse tutto attorno alle spalle una nuvoletta di sabbia nera come la pece. Da questa se ne staccarono cinque palline, che subito si modellarono e presero la forma di cinque shuriken; poi vennero sparati a gran velocità contro la minuta ragazzina.
    Tecniche Genin
    Satetsu/Gōrudensando no Chūshutsu - Estrazione della Sabbia Ferrifera/Sabbia Dorata
    SatetsunoChshutsu-EstrazionedellaSabbiaFerrifera
    Sarà possibile tramite questa tecnica richiamare la Sabbia Ferrifera o la Sabbia d'Oro dal terreno. Si potrà quindi ricavare un quantitativo di Sabbia a seconda del terreno su cui ci si trova, triturando rocce e terra ed estraendone i metalli.
    - Le quantità di Sabbia Ferrifera o di Sabbia Dorata estratte resteranno separate anche se sarà possibile frazionare la quantità di sabbia estraibile potendo così riuscire ad estrarle entrambe.

    Satetsu Katana - Katana Ferrifera
    SatetsuKatana-KatanaFerrifera
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Nonostante il nome, questo Jutsu permette all'utilizzatore di creare una qualsiasi forma di arma mediante la Satetsu. E' possibile creare una singola arma nel caso sia di dimensioni pari o superiori ad una Wakizashi, e ben cinque in una volta se inferiori ad un Tanto.
    - Basta una quantità minima di Sabbia Ferrifera.
    Consumo: 2

    Fuuton: Dai Juha Reppushou - Colpo Supremo dell'Onda d'Artiglio Feroce
    Wind_Release_Beast_Wave_Violent_Wind_Palm
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica permette di creare tramite la manipolazione di molteplici fendenti di elemento vento una grossa mano composta di puro Chakra Fuuton, in grado di estendersi fino a cinque metri di distanza, collegata ad una mano dell'utilizzatore. Ogni movimento della mano dello shinobi corrisponderà ad un movimento della mano di Chakra, ma essendo questa formata da puro Chakra non sarà in grado di afferrare oggetti fisici. Tuttavia, se colpiti da questo Jutsu si riporteranno ampie ferite da taglio di medio-grave entità.
    Richiede la conoscenza del Colpo dell'Onda d'Artiglio Feroce
    Consumo: 8 (a turno)

    Questa, sebbene un po’ sorpresa, fu lesta nel prendere il bastone e farlo roteare come uno scudo per fermare ogni singolo Shuriken. Ne mancò uno, che andò a conficcarsi sulla coscia destra. Shori ebbe un fremito e le scappò un gemito serrato tra i denti, mentre il pantalone nero si macchiava di sangue e il bastone scivolava dalla sua presa. Ma non ebbe tempo di preoccuparsi per la ferita: il nemico aveva già iniziato a comporre dei sigilli, e dal suo corpo fuoriuscì una specie di mano stilizzata, di colore blu, che sembrava voler acchiappare la testa di Shori e schiacciarla a terra come una mosca. La visione le fece balzare il cuore al petto, e spiccò un salto all’indietro per cercare di sottrarsi, mentre le mani si affrettavano a comporre sigilli. Il salto fu misero, a causa della sua gamba dolorante che le provocò una smorfia, ma i Sigilli furono compiuti. Questa volta optò per una tecnica difensiva, la Suirou, potenziata dalla Chikara no Mizu.
    Sputò dalla bocca una grande quantità d’acqua, che l’andò a rivestire e proteggere proprio nel momento in cui quella mano di Chakra calò su di lei. La difesa resse, e la tecnica nemica di annullò senza conseguenze. L’acqua che la circondava, che un poco s’era colorata di rosso, cascò a terra, lasciando una Shori infradiciata ma illesa… e pronta al contrattacco. Fu tutto molto veloce: effettuò una serie di sigilli per ricreare la pioggia d’olio, che andò a colare sull’avversario e tutto intorno a lui. La ragazzina sfruttò l’effetto sorpresa per guadagnare qualche secondo, tempo per comporre nuovamente i sigilli della Dai Endan. Non la diresse direttamente contro l’avversario, bensì alla sua destra: non appena si fosse accorto dell’olio infiammabile, avrebbe fatto due più due e si sarebbe mosso, cercando di allontanarsi. E dato che a sinistra non sarebbe potuto andare per via dei suoi compagni, rimaneva la destra.
    Suiton: Suirou no Jutsu - Tecnica della Prigione Acquatica
    SuitonSuirounoJutsu-TecnicadellaPrigioneAcquatica_zpsbc8aae2c
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    La Prigione Acquatica permette al soggetto d'intrappolare la vittima all'interno d'una sfera d'acqua, dove a causa dell'alta pressione dell'acqua non potrà minimamente muoversi. L'utilizzatore dovrà tenere costantemente il contatto con la sfera dov'è imprigionato il nemico. Funziona anche se sono dei cloni a mantenere il contatto, purché siano in grado di usare tale tecnica. La tecnica potrà prolungarsi per più turni in cui la vittima intrappolata perderà lentamente il respiro a meno che non possa respirare sott'acqua, fino a svenire alla fine del secondo turno di prigionia e, se la tecnica non viene dissolta, fino alla morte. È possibile usare tale tecnica anche su sé stessi, costituendo un'ottima difesa, dato che è in grado di resistere a Jutsu di livello C.
    Consumo: 4 (A turno)

    Chikara no Mizu - Forza Acquatica
    ChikaranoMizu-ForzaAcquatica_zps3bb863a3
    Sviluppatore: Kisuke Momochi
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questo Jutsu simboleggia lo stadio ultimo dell'affinità sviluppata dal Ninja nell'elemento del Suiton e nei suoi Jutsu. Infatti, il Ninja in seguito a rigorosi e costanti allenamenti, è riuscito a sviluppare un metodo che gli permettesse d'affinare maggiormente la sua abilità nell'uso di qualsiasi Jutsu dell'elemento precedentemente citato. Tant'è che ad ogni utilizzo combinato semplicemente ad un maggior ed accurato esercizio di Chakra, e senza il bisogno d'eseguire Sigilli, tutti i Jutsu fino al livello B risulteranno potenziati di un grado rispetto al normale.
    Consumo: 4

    Dai Endan - Grande Bomba Incendiaria
    DaiEndan-GrandeBombaIncendiaria_zpsff4cfc2c
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    La Dai Endan genera una palla di fuoco di cinque metri in altezza per otto in larghezza; Pericolosa perché è la palla di fuoco più rapida in assoluto. Ricopre cinquanta metri in pochissimi secondi, procedendo a velocità molto alta, ed infligge danni medio-gravi.
    Consumo: 8

    Successe proprio come Shori immaginò: il ninja, rimasto sorpresa da quella pioggia improvvisa, si toccò una goccia che gli era caduta sulla guancia e notò che era in realtà olio infiammabile. Allora i suoi occhi si accesero di comprensione e i muscoli si tesero per togliersi via da lì. E fu in quel momento che Shori sputò la Dai Endan. Il tempismo fu sorprendente, e il suniano si accorse in ritardo che era troppo tardi. La palla di fuoco lo investì e la tecnica stessa andò a potenziarsi grazie alla pioggia. L’uomo lanciò un grido disperato, alto e tonante, mentre tutta attorno all’area della pioggia si infiammava. La sagoma di fuoco cadde a terra, contorcendosi in atroci dolori, con la testa fuori dall’area. Le sue urla scossero nel profondo la coscienza di Shori, che quasi si ritrasse, spaventata. Poi si morse il labbro, si fece coraggio ed estrasse la spada. Non poteva lasciarlo lì ad agonizzare. Gli andò vicino, dove le urla tanto forti le facevano venir voglia di piangere, e alzò la spada. Non esitò: brandendola con entrambe le mani, la fece calare sul collo del poverino, tranciandogli in due la gola e zittendolo completamente.
    Ritrasse la spada, già sporca di sangue, e subito distolse gli occhi dal cadavere che le stava di fronte; raggiunse invece il bastone e se lo riassicurò alla schiena. Poi si concentrò sulla gamba: era inzuppata di sangue. Con una mano leggermente tremante, prese una delle punte dello Shuriken, si morse il labbro e lo strappò con un altro genito violentamente soppresso, per pi gettare via l'arma in un moo di disgusto. Dopodiché si tolse la sciarpa e la annodò stretta attorno alla coscia, cercando di fare una fasciaura alla bell'e meglio. Si voltò, e vide che il resto del plotone aveva egregiamente sistemato gli altri suniani. Nelle sue orecchie c’era ancora il rimbombo di quelle terribili urla, quando il Comandante ordinò – sotto minaccia – che non avvenisse nessuna forma di sciacallaggio. Shori non rispose: derubare i cadaveri una l’ultima cosa che voleva fare in quel momento.

    Stato
    ChakraFisicoMentale
    109-4-4-8=93Ferita lieve al labbro; ferita da taglio lieve al braccio; contusione lieve alla guancia; ferita media alla cosciaBellicosa
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai x10Occhio cibernetico
    Shuriken x20Olio Infiammabile x2
    Cartabomba x4Fili Metallici (10m)
    Cartabomba Fasulla x4Accendino
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    FasciaBastoneSchiena
    FoderoOmoikaruiFianco destro
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    Gilet di Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Bomba Carta x2Radiolina
    xxxxxxxxxxN/A

    Note
    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi - Kaori Mitarashi - Altri


    Le mura di Suna vennero sfondate: quelli che sembravano dei mostri ricoperti da un mantello di Chakra avevano violato il Villaggio della Sabbia, e il Kazekage si era unito alla battaglia. E Shori, di tutto questo, non si accorse di nulla. In quel momento era intenta a farsi avanti tra quello strato di ninja che non finiva mai. Non era per nulla facile: i suniani e qualche otoniano le si avventavano contro non appena la vedevano, mirando a parti del corpo più sensibili o più importanti. La ragazzina, d’altro canto, cercò di usare al meglio ogni suo punto di forza: era molto più piccola di quasi tutti i nemici, e perciò era più sfuggente, più agile; inoltre aveva un aiuto fantasmagorico che le parava le spalle dagli attacchi più subdoli. Con la sua fidata arma, l’Omoikarui, riuscì a mietere qualche vittima, a ferirne qualcun'altra, ma ricevette comunque la sua dose di ferite. Dopo aver abbattuto il suo primo avversario, mentre stava fronteggiando il secondo, si era salvata da un fendente verticale solo grazie a Borei, ricevendo però un taglio al braccio al posto di essere tagliata in due. Un'altra ancora – per via di un pugno che non si sarebbe mai aspettata – si era procurata una spaccatura al labbro e un forte dolore alla bocca. Tutto sommato, però, non stava andando male. Aveva combattuto riaparmiando tutto il Chakra.
    O quasi. Poco dopo che Shori e il suo plotone s’erano buttati nella mischia, l’avanguardia di Suna, quelli sopra delle nuvole volanti fatte di sabbia, aveva contrattaccato. Un drago strano, fatto di fumo, si dirigeva nella loro posizione, ma fu prontamente soppresso da un compagno kiriano. Gli altri due, uno di natura Suiton e l’altra Raiton, intanto, si unirono similmente a ciò che era accaduto con le tecniche congiunte di Shori e Kaori. E così sarebbe stata contrastata. Kaori, ancora! urlò la Chuunin, che si era mossa veloce come un fulmine: piantò l’Omoikarui nel terreno, compose pochi sigilli e dalla bocca sputò un’altra palla di fuoco.
    Dai Endan - Grande Bomba Incendiaria
    DaiEndan-GrandeBombaIncendiaria_zpsff4cfc2c
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    La Dai Endan genera una palla di fuoco di cinque metri in altezza per otto in larghezza; Pericolosa perché è la palla di fuoco più rapida in assoluto. Ricopre cinquanta metri in pochissimi secondi, procedendo a velocità molto alta, ed infligge danni medio-gravi.
    Consumo: 8

    Questa, unita alla tecnica di Kaori, andò a impattare contro quella nemica, e insieme si disintegrarono. Dietro l’attacco suniano andato in fumo, una figura conosciuta lampeggiò negli occhi di Shori. “Sora Darima…?” si chiese, sorpresa, vedendo il ragazzo sopra una nuvola insieme ad un altro ninja. Ma era in guerra, e non aveva tempo per riflettere su vecchie conoscenze. Proprio in quel momento, Borei la avvisò che una kunoichi le stava arrivando di spalle. Brandiva un bastone in ferro, e abilmente cercò di colpirla in testa: se ci fosse riuscita con la giusta forza e velocità, avrebbe potuto anche spappolarle il cranio. Ma grazie all’intervento del fantasma, Shori fece in tempo a girarsi e bloccarlo mettendogli contro la lama. La kunoichi, molto più alta di lei, sfruttò l’altezza per sopraffarla; la spinse in giù, costringendola con la forza a cadere. La ragazzina strinse i denti, sapendo che non eccelleva per la sua potenza di muscoli. In pochi secondi, le gambe si piegarono e finì per terra, la spada che l’era scivolata di mano, la kunoichi sopra di lei con il bastone alla gola. Le mollò un pugno sul viso, che Shori incassò in pieno. La vista le andò insieme, e un misto di rabbia e dolore le rosero il petto. Diede un calcio allo stomaco della tizia, poi si resse sugli avambracci per alzare un poco il capo e darle una testata. La kunoichi scattò all’indietro, mollando il bastone. Shori le agguantò subito la gola e la fece sbattere per terra. Strinse forte la presa. Per una frazione di secondo, guardò la nemica che stava soffocando: non era particolarmente giovane, e nemmeno tanto bella. La vista di quel viso la fece ribollire di rabbia. Doveva ammazzarla, lì e subito. Senza nemmeno pensarci, le alzò la testa e la sbatté con ferocia contro il terreno, causando un orribile suono di ossa che si fratturavano. Gli occhi blu della tizia si rovesciarono all’indietro.
    Ma la furia di Shori non si era acquetata: ne voleva ancora. Si buttò di nuovo nella mischia, questa volta con più entusiasmo, smaniosa di mietere altre vittime. Persino quando Comandante, Kisuke Momochi, salvò lei e Kaori da tre ninja di Oto sentì una fitta di irritazione. Inizia a far caldo, eh? Non è un bel posto per morire, questo.
    Saranno loro a morire, sibilò lei sotto il suo respiro. La sua attenzione venne subito veicolata da degli strani esseri bianchi come fogli, che però ebbero vita breve: ancora una volta, il Comandante, insieme ad un altro ninja di Kiri, vanificò quello che sembrava un potenziale attacco. Ne seguì un altro del tutto simile, anche questo contrastato da uno del plotone.
    Shori pensò di riposare la propria attenzione verso altri nemici, ma in pochi secondi il Comandante diede a lei e a Kaori un nuovo ordine: Spostiamoci immediatamente da qui. E, ora che ci siete, vedete di non allontanarvi troppo da me, da lui… disse, indicando un ninja che Shori non conosceva. Oppure da... niente, spostiamoci.
    La Chuunin non voleva allontanarsi. Voleva rimanere lì ancora, dove il numero di fantasmi si moltiplicava a dismisura, dove poteva ancora vedere il volto delle sue vittime. Ma sapeva cosa voleva dire non obbedire ad un ordine, e non era disposta a provarlo sulla pelle. Dando un’ultima occhiata esitante al campo di battagli al campo di battaglia sopra le mura, Shori si voltò per seguire il Comandante. Hai!


    Stato
    ChakraFisicoMentale
    117-8=109Ferita lieve al labbro; ferita da taglio lieve al braccio; contusione lieve alla guanciaBellicosa
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai x10Occhio cibernetico
    Shuriken x20Olio Infiammabile x2
    Cartabomba x4Fili Metallici (10m)
    Cartabomba Fasulla x4Accendino
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    FasciaBastoneSchiena
    FoderoOmoikaruiFianco destro
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    Gilet di Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Bomba Carta x2Radiolina
    xxxxxxxxxxN/A

    Note
    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
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    fatto!
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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi - Kaori Mitarashi - Altri


    Shori faceva molta fatica a concentrarsi, così presa dai propri pensieri ed emozioni. E, nonostante fosse brutto a dirsi, in quel momento non avrebbe potuto fregargliene meno di come stava il compagno di fianco a lei, pensando che tutti fossero nella sua stessa situazione. Per questo rimase immensamente stupita quando la kunichi che le stava di fianco tentò di iniziare una conversazione. Hey, E' la prima volta che affronti una guerra vero? ti si legge la paura negli occhi... disse la voce, al ché Shori fece scattare la testa verso la fonte. A parlare era stata una giovane donna molto bella, e molto più alta di lei. Aveva dei capelli discretamente lunghi e color pece, che teneva legati a coda di cavallo; gli occhi, visibili attraverso la frangia, erano di un bel color smeralo splendente. Il viso non era segnato dal timore, ma al contrario sembrava sicuro di sé. La Chuunin si chiese se fosse solo un sentimento di facciata, oppure davvero non aveva paura di quello a cui stavano andando incontro. Ma non ti preoccupare è normale... continuò la donna misteriosa. Solo gli stolti non provano paura...tutti qui provano paura e ci sono tanti shinobi coraggiosi...l'importante è riuscire a controllarla...se è lei a prendere il controllo allora ti schiaccerà e non durerai cinque minuti nell'inferno che si scatenerà...devi rimanere lucida, convivi con la tua paura e non farti condizionare da essa...questo è il segreto per essere coraggiosi e non incoscienti...
    Shori ascoltò tutto il discorso, in parte presa alla sprovvista. Poi abbassò la testa con le guance arrossate: davvero era stata così trasparente? Non voleva. Non voleva mostrarsi debole, impaurita, come una bambina. Non voleva sembrare un peso per l’esercito. Si limitò ad annuire.
    Diede un’altra, rapida e timida occhiata a quella donna tanto gentile. All’apparenza, sembrava una in grado di cavarsela, una che sarebbe potuta sopravvivere a quel momento. Shori sperò proprio che fosse così.
    Pensò che il momento delle chiacchiere fosse finito lì, ma la donna continuò a parlare: si presentò col nome di Kaori, e insieme a lei i suoi amici Juba, Oniji e Kimiro. Parlò anche di Kisuke-senpai, una cosa che a Shori non passò inosservata, ma che però non commentò. Quando le cose si faranno serie stai vicino a noi, ci potremo guardare le spalle a vicenda...una guerra simile è già difficile da affrontare di per sé, non c'è motivo di farlo da sola…
    So badare a me stessa, disse la ragazzina, con voce gentile ma ferma. Grazie mille, comunque. Siete davvero gentile. Io mi chiamo Shori, è un piacere. Fece un respiro profondo. Strinse forte l’elsa dell’Omoikarui, per sentirsi più sicura. E’ vero, è la prima volta che mi trovo in questa situazione, ma non ho alcuna intenzione di essere lasciata indietro.
    Una faccia trasparente sbucò fuori dalla schiena del ninja che le stava di fronte. Ah, eccoti! Ti ho persa mentre scendevate dalla nave, dannata Shogi, disse Borei, che al contrario di Shori sembrava tranquillissimo. Per tutta risposta, la ragazzina sbuffò dal naso. Sì, sì, lo so, mi sei mancata anche tu, immensamente, scherzò lui, cercando con un po’ di difficoltà di mettersi al suo fianco. Per un attimo si guardò intorno, e quando notò la bella kunoichi Kaori, fece un lungo e malizioso fischio. Porca merda, che culo, esclamò, in tutti i sensi, eh.
    “Chiudi la bocca” pensò Shori, infastidita e innervosita. Perché, perché non riusciva ad essere serio neppure in quei momenti?
    Andiamo, micetta, non fare la difficile. Male che vada ti unirai a me nel Mondo Invisibile. Le fece l’occhiolino. E comunque, se proprio vuoi saperlo, l’esercito della Sabbia non si vede fuori dalle mura, dovrete scavalcarle prima di combattere.
    “Dentro, eh…?” pensò lei, alzando lo sguardo. Le mura di Suna ora erano ben visibili pure a lei, illuminate dal tenue bagliore mattutino. Come aveva detto Kaori, Shori non aveva alcuna intenzione di lasciarsi prendere dal panico: ora era in quella situazione, non poteva farci nulla… quindi tanto valeva combattere. La battaglia sarebbe iniziata a momenti.
    Ultime parole di Kaori per i propri amici, parole che, inspiegabilmente, incoraggiarono pure Shori. Pensò alla sua famiglia, a suo padre, a sua sorella e a suo fratello. Si chiese dove si trovassero, cosa stessero pensando e provando. E pregò per loro, un attimo prima dell’attacco.
    I tamburi – quei maledetti tamburi – cessarono di suonare. La ragazzina guardò di nuovo in alto, con l’intento di visualizzare la posizione del Comandante, e fu attratta da qualcosa che si muoveva a mezz’aria sopra i bastioni di Suna. “E’… sabbia?” si chiese, socchiudendo gli occhi per vedere meglio. Non sembrava una buona notizia, e di fatti non lo era. Il suo sguardo era ancora concentrato su quegli esseri voltanti, tanto da non accorgersi che sotto di sé, la sabbia stava iniziando a intrappolarla. Sentì solo una pressione alle caviglie, come delle mani che le acchiappavano gli arti similmente a come aveva fatto Galatea Shishi in arena. Abbassò lo sguardo: la sabbia su cui stava camminando si era improvvisamente sollevate e le aveva cinto i piedi in una morsa stretta.
    Via di lì! Esclamò Borei, che non poteva essere toccato dalla tecnica. Shori ci provò, ma aveva i piedi completamente bloccati. “Non… non riesco…” pensò, cercando disperatamente di divincolarsi. Ma il peggio doveva ancora arrivare: dal nulla, il terreno sabbioso sotto di sé cominciò a trascinarla giù, come se avesse camminato dritta dritta nelle sabbie mobili. “Oh, Kami-sama…!”
    Non aveva alcun mezzo per liberarsi. Lei no. Ma per fortuna non era sola, stava in mezzo ad un plotone pieno di ninja, qualcuno con un repertorio di Jutsu più fornito del suo: l’armadio che le stava difronte effettuò un paio di sigilli e sputò dalla bocca un’enorme quantità di acqua, che riversò nel terreno e bloccò l’infossatura a lui e a coloro che gli stavano vicino.
    Suiton: Suijinchū - Pilastro Acquatico
    SuitonSuijinch16B0-PilastroAcquatico_zps7b38742c
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Tale Jutsu,diretto parente ed evoluzione della Suiton: Suijinheki,consiste nell'accumulare una grande quantità di Chakra nella bocca e,attuando la modifica della natura del Chakra,trasformarlo in un vero e proprio torrente largo ben venticinque metri e alto venti che verrà sputato direttamente dalla bocca dell'utilizzatore. La tecnica riuscirà a respingere ogni Ninjutsu ed ogni Taijutsu di livello A o inferiore,potendo anche scagliare l'avversario ad oltre trenta metri di distanza,ma mancherà al contrario del classico Muro d'Acqua,della manovrabilità,in quanto potrà essere indirizzata in una sola direzione e non sarà possibile modificarne la forma. Nonostante la sua violenza,questo Jutsu non è in grado di procurare alcuna ferita al nemico. Inoltre si rivela ottimo anche in ambito strategico,in quanto la grande massa d'acqua prodotta dallo stesso può essere riutilizzata per attuare Jutsu di tipo Suiton che necessitano d'una notevole quantità di liquido.
    Necessaria la conoscenza delle tecniche Suiton: Suijinheki - Muro d'Acqua e Baku Suishouha - Onda Esplosiva
    Consumo: 15

    L’effetto fu immediato anche per Shori: le mani di sabbia ricaddero sul terreno, dei semplici e inanimati granelli. Per la ragazza fu un vero sollievo quando poté muovere le dita dei piedi. Il primo ostacolo era stato superato, ma era solo l’inizio.
    Dalle alte mura del villaggio scaturì lo spettacolo più magnificente e più terrificante a cui Shori ebbe mai assistito. Vampate di fiamme si riversarono contro l’orda imperiale come una pioggia, e la ragazzina incespicò indietro, consapevole, ancora una volta, di non poter contrastare quella mastodontica tecnica.
    La salvezza arrivò dall’alto, e sotto forma di un immenso muro d’acqua che protesse l’intero plotone dall’attacco nemico. Shori alzò la testa. “Kisuke-senpai…?” pensò, vedendo che il jutsu sembrava provenire da un ninja a bordo di un’aquila. Si trattava del Comandante? “Be’… grazie comunque”.
    Shori prese un grande respiro, cercando di trovare un briciolo di forza. L’inizio non era andato affatto bene: quelle tecniche erano tutte molto al di sopra delle sue capacità. Non poteva fare nulla… perché diavolo si trovava lì in mezzo?
    Concentrati, micetta! Le urlò il fantasma, che sembrava eccitato da tutto quel caos. Il nemico è sempre in agguato! Raaarg!
    Aveva appena finito di parlare, che da sopra le loro teste si era venuta a formare una valanga di sabbia, più grande di quanto Shori si sarebbe potuta immaginare. La visione era incredibile, e lei, così come molti ninja, rimase a bocca aperta e, istintivamente, fece un passo indietro. Quella cosa avrebbe potuto tranquillamente inghiottirla e sotterrarla per bene. Fu solo grazie all’intervento di qualcuno tra i ranghi dell’Impero che molti ninja si salvarono: un getto enorme di fuoco partì dal lato opposto e si andò a schiantare contro la sabbia, contrastandola e respingendo l’attacco.
    Poi ci fu l’acqua, che arrivò dall’alto. Non fu una sorpresa spiacevole, ma benvenuta. Il Comandante, da sopra il suo destriero bianco e nero, aveva eruttato una grandissima quantità di acqua, che appena era entrata a contatto col terreno era stata assorbita, lasciando la sabbia dura e scurissima. Shori sorrise, e si sentì un poco meglio; era davvero fortunata a stare sotto gli ordini di Kisuke Momochi.
    L’avanzata continuò, nonostante le grandi tecniche e la potenza offensiva della Sabbia, il grande vantaggio territoriale di cui godevano. Shori seguì il suo plotone, ancora impressionata e un poco scoraggiata da quello che aveva visto. Poi, sempre da sopra, notò una tecnica già nota, una che le era rimasta impressa per la sua bellezza e a cui, stupidamente, era andata incontro quando era solo una Genin. Quel Drago d’acqua sputato dal Momochi in persona volò maestosamente prima sulla base delle mura, poi cambiò improvvisamente direzione per avventarsi contro i ninja a mezz’aria, quelli che avevano causato tutto. La ragazzina avrebbe volentieri visto quante vittime avrebbe mietuto quell’animale mitologico, ma un’ombra sopra la sua testa la distrasse. Alzò lo sguardo, e il ghiaccio le investì le vene. Borei fece un lungo fischio, impressionato.
    Un enorme nube di sabbia eclissava il sole e il cielo. Era immensa, davvero indescrivibile. E infermabile, almeno per Shori.
    Membri del clan Yuki! Difendere! Ordinò il Comandante, e alcuni ninja del plotone si mobilitarono insieme con una serie di sigilli.
    Tutti vicino a me! Urlò la donna, Kaori, mentre gli altri shinobi lì attorno scattarono per avvicinarsi. Shori, trovandosi proprio di fianco, non ebbe alcun bisogno di muoversi. Dal terreno arido crebbero delle cupole di ghiaccio, che si chiusero tutte attorno agli evocatori e ai loro compagni, Shori compresa. Grazie alle protezioni, l’intero plotone fu protetto da una vera e propria grandinata di sabbia che cadde dal cielo. Alla ragazzina tremavano le mani: cosa avrebbe potuto fare lei, lì, con tutti quei mostri di tecniche? Era inutile, sarebbe morta presto. E la sua famiglia? Almeno loro si sarebbero salvati? O alcuni erano già caduti? Il cuore martellava pesante nel suo petto, conscia che l’unico modo per saperlo era salvarsi da quel casino. L’attacco cessò, e le barriere si abbassarono; qualcuno, dalla parte dell’impero, ordinò a gran voce di attaccare.
    A Shori sembravano delle parole senza senso: all’attacco, così? Completamente allo sbaraglio, quasi alla rinfusa, dopo che Suna si era destreggiata con tecniche del genere? Erano pazzi, quelli dell’Impero dovevano aver perso il senno…
    Quando lascio andare la cupola se uno di voi ha il Katon mi segua, mireremo all'avanguardia per avere un po'di tregua e poterci avvicinare alle mura... disse Kaori, che ancora non aveva sciolto la difesa.
    Shori fece scattare la testa verso di lei, e già aveva deciso. Sarebbe andata lei. Forse era arrivato il suo momento di fare qualcosa di utile. Aprì subito la bocca per rispondere alla compaesana, ma proprio l’attimo prima era cessato l’attacco, e la bellissima barriera di vetro si infranse in mille schegge trasparenti. Kaori scattò in avanti, e Shori la seguì con foga, smaniosa di farsi finalmente valere. Cercò di rimanerle al fianco, di pochissimo più indietro. Un colpo ad area miriamo a prenderli tutti! io ci metto tre secondi...VIA DA DAVANTI! Ruggì la donna di Kiri, ottenendo un cupo assenso da parte di Shori. Quest’ultima, decise fin da subito quale tecnica Katon utilizzare: la Dai Endan, il jutsu più potente del suo repertorio. Iniziò a comporre i sigilli, contrando l’ammasso Chakra Katon che si sarebbe riversato fuori dalla sua bocca sotto forma di una palla di fuoco dalle dimensioni considerevoli.
    Dai Endan - Grande Bomba Incendiaria
    DaiEndan-GrandeBombaIncendiaria_zpsff4cfc2c
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    La Dai Endan genera una palla di fuoco di cinque metri in altezza per otto in larghezza; Pericolosa perché è la palla di fuoco più rapida in assoluto. Ricopre cinquanta metri in pochissimi secondi, procedendo a velocità molto alta, ed infligge danni medio-gravi.
    Consumo: 8

    La Dai Endan partì ad un secondo di distanza dalla tecnica Fuuton che aveva sparato Kaori, tutte e due dirette verso un unico punto, destinate a incontrarsi e a inglobarsi per diventare una sola tecnica, più forte, più letale.
    Shori avrebbe voluto sapere come era andato a finire il loro attacco combinato, ma un’improvvisa voce proveniente dalla radiolina al suo orecchio la distrasse. Attaccate tutti quanti! Indebolite gli uomini sulle mura! Dopodiché gli specializzati nel combattimento a corto raggio si preparino al combattimento in prima fila, quelli dal raggio medio nella seconda, infine quelli dal raggio lungo o medio-lungo si preoccupino maggiormente di proteggere dalla distanza le prime due linee mentre attaccano.
    Era il Comandante, non c’era dubbio. Shori guardò in alto, e vide che lui aveva diretto a tutta velocità la sua aquila per sferrare un attacco Suiton, che però lei non riconobbe. Poi fissò lo sguardo sulle mura, dove gli uomini dell’Impero tentavano di scalare le mura, la maggior parte uccisa dalla difesa che non risparmiava nessuno tra esplosioni e colpi di armi.
    La ragazzina era ancora di fianco a Kaori, indecisa su come potesse attaccare senza essere a sua volta ammazzata. Ma il plotone sembrava essere un corpo unico, che già sapeva come muoversi: tutto quello che Shori dovette fare fu seguirli. Andarono alla base delle mura, schiacciandosi contro di esse per poter evitare i colpi dall’alto, e allo stesso tempo utilizzare gli scalatori come scudi umani. Un solo ninja era rimasto inerme, e la Chuunin lo riconobbe come un amico di Kaori. Quest’ultimo mormorò qualcosa, mentre componeva una serie di sigilli: d’improvviso, la terra sotto di loro cominciò a tremare e a sollevarsi, con un movimento così inaspettato da far drizzare i capelli neri di Shori sulla nuca. In pochissimo, raggiunsero senza problemi la sommità delle mura. La ragazzina si risistemò, volendo andare tra le prime righe: non era certo adatta ai combattimenti a lunga distanza, e non lo sembrò neanche Kaori. Sfilò la spada Omoikarui, e insieme ai suoi compagni si gettò nella mischia. Ci fu un urlo di battaglia generale, uno sfavillio di metallo: a Shori sembrò che si annebbiasse la mente, che smettesse di pensare, per lasciare il posto solo al movimento dei muscoli e della spada. Non si soffermò con esattezza su chi avesse di fronte, la sua mente registrava solo movimenti e potenziali pericoli. Non si accorse che quello davanti a sé era un ragazzo della sua stessa età, armato di kunai e spinto dalla paura. Shori menò un fendente, che il giovane schivò per poi gettarsi a capofitto con il kunai davanti. Fu un attimo: la ragazzina ruotò la mano stretta sull’elsa verso quella del ragazzo, deviandola e allontanandola dal pericolo, prima di passare la sua gola a fil di lama. Il movimento era stato goffo, per nulla preciso, ma abbastanza efficace: il suniano cadde a terra e lì rimase. Shori si voltò, non avendo tempo per pensare a ciò che stava facendo, e continuò ad attaccare.


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    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
  5. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi


    La ragazzina stava ritta sul posto, attendendo la risposta del Momochi. Mano a mano che i secondi passavano, più la mente assimilava ciò che aveva appena confessato, più si sentiva attanagliare lo stomaco da un mix di sensazioni, non tutte piacevoli. Da una parte, percepì un immenso sollievo, come se avesse appena smesso di fare una corsa durata un anno intero; dall’altra, c’era una tensione viscerale che le faceva ribaltare lo stomaco, specchio delle sue più recondite paure. Ora c’era qualcun altro che sapeva. Un altro potenziale pericolo in giro. E una parte di lei si pentì di aver parlato. Una parte piccola piccola, però.
    Ognuno paghi la sua moneta... mormorò il ninja, finalmente decidendosi a dare risposte chiare e sincere. Ebbene sì, lo sapevo già, almeno a grandi linee.
    Shori lasciò andare il fiato che, senza neanche accorgersi, stava trattenendo. Si sentì molto meglio: non aveva fatto una cazzata, dopotutto.
    Per quanto riguarda il resto, non mi fai certo un torto a dire che non ti fidi di me, o di nessuno, continuò il ninja. Potresti dimostrare solo d'avere forse un minimo di materia grigia in quella testolina, e qui fece un buffetto sulla fronte della kunoichi. Shori aggrottò le sopracciglia, non reputandolo un vero e proprio complimento. Ma se non ti fidi di me, perché allora hai trovato il coraggio di raccontarmi tutto?
    “Perché sono una stupida avventata” pensò lei, cercando di reprimere un sorrisino che non aveva nulla di felice. Sinceramente, faceva fatica a trovare una vera risposta articolata; fino a un attimo prima aveva un miscuglio confuso di pensieri e sensazioni, come avrebbe fatto a trasformarli in parole?
    Dall’altra stanza, si udì il rumore del bollitore, che attirò l’attenzione dei due shinobi. Borei si lasciò andare ad un fischio, per imitare il suono. “Kami-sama benedica il tè”, pensò Shori, quando il senpai si scusò per andare in cucina. Così la Chuunin poté organizzarsi per dopo.
    “Perché gliel’ho detto?” pensò, stimolando la mente a dare risposte coerenti e passabili. Perché voleva sapere se davvero lui già lo sapeva. Perché, comunque, di lui in un certo senso si fidava; ma non come persona – non lo conosceva abbastanza bene – ma più come ninja di Kiri. Shori sapeva che non avrebbe fatto nulla per danneggiare il Villaggio, e quindi, indirettamente, anche lei. Perché lei non era più una semplice abitante: era anche un’arma al servizio della Mizukage.
    E poi c’era anche un fattore più personale, emozionale, ma equamente importante. Shori era stanca. Era stanca di mentire sempre, costantemente, di notte e di giorni, con amici e con nemici, con la famiglia e la nazione. E, sebbene quel modo di vivere fosse ormai parte di lei, questo non significava che alle volte non pesasse come un macigno sul petto. E dato che il Momochi, per qualche misterioso motivo, già sapeva dei fantasmi, perché non fare due più due e rivelargli anche il resto?
    La ragazza quasi non si accorse che il senpai era tornato con un vassoio, dentro cui c’erano due bicchieri e il bollitore. Versò l’acqua e mise le foglie di tè. Dicevamo? Ah, comunque, prego, disse, indicando i bicchieri. Shori prese in mano il suo, ringraziando sommessamente. Il calore del tè a contatto con le mani ancora un po’ fredde donava una fantastica sensazione. Fece un breve sorso, scaldandosi anche la bocca e il corpo intero. Tornando a noi, presumo che ci sia dell'altro di cui dobbiamo parlare, oltre al perché di questa confessione. Dico bene?
    La ragazzina si mordicchiò le labbra. Non era ancora sicurissima di cosa dire; rimase in silenzio per qualche secondo, poi le venne un’idea. A dire il vero, i motivi per cui l’ho detto preferirei tenermeli per me, disse, guardando dritto negli occhi neri del Momochi. Non credo che possiate comprendere appieno, in ogni caso. Diciamo solo che mi affido in parte al vostro amor di patria. Dopotutto, il Bijuu è una questione di stato.
    Non mentiva affatto: quello che le frullava in testa, almeno in parte, lo sentiva come una cosa troppo personale da dire. E poi, il Momochi non avrebbe certo potuto dire qualcosa, non dopo tutte le volte in cui lui stesso aveva sviato le sue domande e le sue curiosità. Ora era arrivato il suo momento di starsene al suo posto. “Una volta per ciascuno”. Ad ogni modo, dato che sono stata fonte di un bel po’ di informazioni interessanti, vi spiacerebbe scambiare un attimo i ruoli? Propose, facendosi un poco più audace. Un giorno ho cercato di indagare sulla questione “Bijuu”, e sono riuscita ad ottenere qualcosa di interessante. Dei nomi interessanti. Qui fece una breve pausa, inclinando la testa, mettendosi a braccia conserte e aggrottando la fronte. Ma lo sapevate già, immagino. Dimentico che sembrate sapere tutta la mia vita. Scrollò la testa. Comunque. Vorrei sapere se avete mai sentito nominare persone come Takumi Ehime, di Kiri, Henry Wong e Juuken Kimura… e un tizio della Nebbia, un certo Travis Fuuma.

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    coprifronte sul capo


    Edited by Ely_11 - 26/11/2014, 21:25
  6. .
    Richiedo inserimento di questo add nell'apposita sezione in veste di sensei
    CODICE
    [URL=http://tuttoanimemanga.forumcommunity.net/?t=57011056]Controllo del Chakra[/URL] con Shou Hyuuga

    e ovviamente i 50 ryo che mi spettano :3 grazie!
  7. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Parlato fantasmi - Shou Hyuuga


    L’apprendista riuscì, miracolosamente, a rimanere in equilibrio. Almeno il tempo di mezza frase. Non mi freghi, questa volta non sei riuscita a farmi cadere in acq... e sprofondò tutto d’un tratto nelle profondità del laghetto.
    Shori dovette trattenere una risatina. Quella sì che era una scena divertente, molto divertente. E quel tipo sembrava piuttosto imbranato. “Ha ancora strada da fare, ma non è detto che sia un incompetente”, pensò. Da una parte era felice di vedere che la propria “strategia” aveva comunque funzionato. Il ninja di Konoha riaffiorò dalla superficie, questa volta meno seccato delle altre, probabilmente perché finalmente ce l’aveva fatta. Questa volta non ho potuto fare niente ragazzina, sei in gamba per essere così piccola...
    Shori si rizzò sulla sua persona, tutta impettita. Il discorso, tuttavia, non era ancora finito; lo Hyuuga si liberò della maglietta bagnata. Però devo ringraziarti, senza stata un'ottima sensei e senza di te non sarei riuscito a fare granchè...Alla fine non sei così tanto male per essere una nanetta.
    Nanetta? Sibilò Shori, rossa di rabbia e indignazione, mentre lui rideva. Un giorno mi piacerebbe sfidarti Shori, voglio vedere sul campo di battaglia quanto sei forte, ho uno strano presentimento che con te non mi annoierei...
    La ragazzina di Kiri era indignata oltre ogni umana comprensione. Le braccia, prima strette e incrociate, si afflosciarono lungo i fianchi per incredulità. Ma sì, disse, in un sussurro irato. Sarà un piacere per me farti a pezzettini piccoli piccoli, Hyuuga. Quando vuoi. E ora, se permetti, ho un viaggio da compiere. Tu continua ad allenarti con quel controllo del Chakra, che la prossima volta, quando lancerò per colpire, non ti griderò certo un avvertimento. Addestramento finito. Detto ciò, senza neanche degnarlo di ulteriore sguardo, si voltò e uscì dalla recinzione, per tornarsene nel suo Paese.

    Addestramento finito! ^^ bravo, mo richiedi l'inserimento della capacità ecc. poi potrai richiedere l'esame genin!


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    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
  8. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Parlato fantasmi - Shou Hyuuga


    “Sembra piuttosto agguerrito”, constatò Shori, con le braccia conserte, guardando intensamente l’allievo mentre incanalava il Chakra. “Ottimo. Speriamo solo che questa sia la volta buona. Mi sto già stufando”.
    Le sue speranze furono ben ricompensate: quando lo Hyuuga corse verso il laghetto, con quella suoletta di Chakra sotto i piedi, l’acqua agì come un vero e proprio pavimento liquido, tenendo in piedi il corpo pesante del ninja. Shori aspettò, pensando che magari avrebbe perso il controllo dopo qualche passo, ma così non fu. Dopo il sesto, capì che non si trattava di una coincidenza: quel tipo aveva capito il meccanismo. “Perfetto”, pensò con un sorrisino maligno. Prese dalla sua borsa un paio di Shuriken. “Allora è tempo della prova”.
    Attento dietro! Urlò, tirando gli Shuriken a raso terra, mirando alle caviglie. Con l’avvertimento, lo Hyuuga si girò in tempo per vedere le sue stelle rotanti venirgli pericolosamente vicino, e fece ciò che il suo istinto gli diceva di fare: evitarli. Così fece un lungo salto in alto, di modo che gli Shuriken passassero indisturbati fino all’altra sponda. E questo era esattamente ciò che voleva Shori: constatare se l’allievo riuscisse a rifare lo stesso procedimento nel tempo di un atterraggio.

    Ottimo ^^ Ultima risposta! Questa volta, come quella dell'albero, hai carta bianca sull'esito: puoi riuscirci o cadere nell'acqua.. A te la scelta!


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  9. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Parlato fantasmi - Shou Hyuuga


    L’allievo non sembrava affatto contento dell’improvviso bagno, né tanto meno delle parole della sua sensei; a Shori, tuttavia, non poteva fregare di meno. “Se al primo tentativo questo decide di saltare dritto nel lago, invece che poggiare solo un piede, non è affare mio”, pensò, dando una scrollata di spalle.
    Fu la volta di un nuovo tentativo: il ninja di Konoha sembrò incanalare maggiore energia, questa volta, prima di procedere dritto d’avanti a sé. “Be’, almeno un miglioramento c’è: ‘sta volta non è saltato dritto nel lago”.
    Non fu abbastanza, però: una volta che il primo piede venne a contatto con la superficie acquatica, questa fece uno sbuffo di bolle, come se d’improvviso stesse bollendo. Poi, senza preavviso, l’acqua sotto il sandalo sprizzò su e colpì in pieno viso il giovane Hyuuga, che rantolò all’indietro, sul terreno solido.
    Sebbene la scena fosse abbastanza divertente, Shori non si lasciò andare ad alcuna risata. Questa volta hai esagerato. Troppo Chakra, non va bene. Riprova, e modera un attimino la dose.

    Ottimo ^^ cerca solo di scrivere un po' di più nel momento in cui accumuli il chakra... descrivi bene il processo.


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  10. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi - Kenta Jiyuu


    Dopo quella giornata, Shori avrebbe potuto scrivere un intero poema sul soffitto sopra la sua testa; aveva impresso nella mente ogni minima crepa, ogni macchia di umido, ogni rigo che lo attraversava, persino il modo in cui la luce vaniva riflessa nell’arco di alcune ore. Questo perché, da quando era entrata in quella specie di CAMERONE, aveva bellamente snobbato il posto assegnatole per sedersi distante, in un angolo, a fissare un punto lontano dalle facce dei suoi compaesani. Il soffitto sembrava essere la scelta migliore.
    Non aveva idea del perché la schiena ancora non aveva iniziato a dolerle: per più di due ore era rimasta immobile in quella posizione, con le spalle poggiate al muro, gambe piegate e gomiti sulle ginocchia. Le mani tenevano il ciondolo gatto, e le dita se lo passavano per allentare la tensione. Di tanto in tanto partivano sei sospiri, uniti ad un mordicchio di labbra. La faccia sembrava atona, inespressiva, ma dento di sé la kunoichi stava esplodendo.
    Mai – mai – prima d’allora era stata così agitata. L’esame Chuunin sembrava una vera barzelletta a confronto. La prospettiva di una guerra in piena regola era terrificante, orribile, spaventosa. Shori aveva paura, tanta paura, per sé e per la sua famiglia. Durante la sua contemplazione, aveva spesso pensato al fratello, Kenta, il più debole, il più fragile, quello che tornava malissimo dopo ogni missione. Non fu difficile per lei immaginarlo morto.
    Per questo, quando si erano dovuti dividere, gli aveva chiesto di fare attenzione. Ricordava perfettamente l’improvviso moto di paura che aveva avuto quando lui si era girato per dirigersi alla sua nave. Era forse l’ultima volta che l’avrebbe visto? Non morire, gli era sfuggito dalle labbra prima ancora di rendersene conto. Lui le aveva sorriso, un sorriso autentico, per la prima volta dopo mesi di freddezza, e le aveva scompigliato i capelli. Tu pensa a non morire, micetta.
    Lo stomaco si contrasse in uno spasmo, e il volto le si contorse per evitare una smorfia dolorosa. Era stato bruttissimo, il momento in cui si era sentita più sola e vulnerabile. Quella giornata, in generale, era stata orrenda, e non solo per lei. Sua madre, la sua povera madre, aveva dovuto salutare tutta la famiglia – il marito più i tre figli – in partenza per la guerra; l’espressione di profonda angoscia e dolore esprimeva perfettamente quello che pensava. Non voleva che partissero, non voleva pensare che forse non sarebbero più tornati. Eppure non aveva scelta. Aveva pianto, tanto, e li aveva guardati ad uno ad uno in modo nuovo. Li aveva carezzati, abbracciati. E poi li aveva lasciati andare.
    Shori ispirò profondamente dal naso. Doveva allontanarsi da questo tipo di pensieri, la facevano sentire peggio che mai. Si chiese che ore fossero, da quanto tempo erano in viaggio, e per quanto ancora avrebbero dovuto rimanere lì dentro. Sembrava che le lancette dell’orologio non avanzassero mai.
    All’interno del camerone c’era un brusio di voci che non avevano mai smesso di sussurrare. All’interno di quella stanza c’erano parecchi altri ninja, molti nervosi, alcuni eccitati, altri silenziosi. Shori non ne conosceva nessuno. La cosa che le aveva messo soggezione, però, era il fatto che, tra tutti, lei sembrava essere la più piccola – di statura sicuramente, di anni non poteva esserne sicura. Unica cosa rassicurante: lì in mezzo c’erano solo kiriani. Era tra compagni.
    Con la coda dell’occhio, vide il movimento di una sagoma trasparente che catturò la sua attenzione. La testa scattò in basso – e il collo scrocchiò un poco – e incontrò gli occhi fucsia del compagno Borei. Il fantasma si stava dirigendo verso di lei, animato da una strana urgenza. Shori, dopo essersi assicurata che nessuno la notasse, gli lanciò un’occhiata interrogativa.
    Stavo tornando DALLA mia esplorazione alla nave! Esclamò lui ad alta voce, trapassando di netto un ninja che gli camminava contro. E indovina un po’ chi ho incrociato!
    Shori sbatté le palpebre.
    Il branzino! Urlò, gettandosi per terra. Mi sa che sta arrivando qui!
    “Cosa?” La notizia causò una scarica d’adrenalina che le pervase tutto il corpo. Si alzò in un lampo, nell’esatto momento in cui la porta del camerone veniva aperta. Il brusio di voci non si fermò.
    Il volto che Shori riconobbe come Kisuke Momochi prese a scansionare l’intera stanza, fissandosi sugli uomini all’interno con occhi critico e impassibile. Dopodiché picchiettò l’anello del kunai sulla placca di metallo che aveva sul dorso della mano. Il rumore destò l’interesse degli Shinobi, che cessarono di chiacchierare. Gli sguardi si concentrarono tutti sul nuovo ninja, quello che l’attimo dopo si presentò come il Comandante del plotone.
    La ragazzina sentì una sensazione di calore al petto, come un sollievo inaspettato. Lui sarebbe stato il suo Comandante: la scelta di metterla proprio nel suo plotone aveva un ché di sospetto, ma a Shori non interessava. Anzi, se l’avevano fatto apposta, non poteva che ringraziare i piani alti.
    Il nuovo Comandante diede delle direttive e dei consigli generali, a cui la Chuunin prestò molta attenzione. Ora godetevi quel che resta del viaggio. A momenti sbarcheremo nel Paese del Vento, terminò poi, prima di voltarsi e uscire dal camerone nello stesso modo in cui era entrato.



    Si era fatto notte, e la luna splendeva alta nel cielo come un enorme occhio bianco. Si diceva che il deserto offrisse uno spettacolo stupefacente durante la notte, ma Shori non ebbe il piacere di vederlo con i suoi occhi. Camminava ritmicamente dietro un tipo alto e grosso come un armadio, che le impediva di vedere ciò che era immediatamente davanti; anche ai lati era circondata, immersa in una folla di ninja tesi come corde di violino.
    Anche lei era tesa, così tesa che sembrava sul punto di spezzarsi. Da quando era sbarcata aveva sentito i sintomi dell’ansia e della paura aumentare sempre più di intensità: le mani avevano preso a tramare, il cuore palpitava a gran velocità, e una goccia di sudore freddo le cadeva dalla tempia. Non faceva per nulla freddo, anzi, ma faceva anche meno caldo rispetto all’ultima volta che aveva attraversato quella fornace naturale.
    Ormai camminavano da un po’… quanto ancora li avrebbero fatti stancare prima di gettarli tra le fauci della battaglia? Shori diede un rapido sguardo in alto, dove degli strani volatili bianchi volteggiavano sopra le loro teste, cavalcati da alcuni uomini. “Grazie… facile così”, si era lamentata lei nella sua testa. Volendo, avrebbe potuto evocare pure lei Setsu, la sua tigre dai denti a sciabola, ma inizialmente aveva ritenuto più saggio risparmiare le energie. Certo, peccato che non aveva calcolato quanto potesse essere spossante una camminata del genere, in mezzo a quella sabbia che scivolava infida da sotto i sandali. Eppure la marcia forzata continuava: si continuava a camminare verso la meta, verso l’inespugnabile Villaggio della Sabbia, verso la battaglia. A Shori ricordò molto un libro di guerra che aveva letto, specificatamente un capitolo che era stato intitolato “La marcia della morte”, il momento che lei stessa, in quel momento, stava vivendo. Di solito era l’attimo perfetto per ripensare alla propria vita, ai rimpianti del passato e alle speranze per il futuro; era un momento di abbandono alla disperazione seguita dalla rassegnazione e all’obbligo del dovere. Un momento triste, in cui la natura avrebbe accompagnato il sentimento nel cuore degli uomini con una abbondante pioggia, un pianto per tutte quelle anime che non sarebbero più tornate a casa.
    Ma il deserto non poteva essere più secco, e i pensieri di Shori non avevano forma logica. In testa aveva solo immagini sconnesse e terrificanti, una singola frase le lampeggiava la mente: “Lotta, e sopravvivi”.
    Non vide quando si furono avvicinati alle mura del villaggio, e notò molto dopo che la luna stava lasciando il passo al sole. Era troppo piccola, fuori posto, inadatta. Eppure, quando l’intero esercito dovette arrestarsi, lei si fermò con lui.


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    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
  11. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi


    Quando aveva rialzato la testa per vedere la reazione del Momochi, Shori s’era aspettata di tutto. Di tutto, davvero: dalla confusione all’indifferenza, dal fastidio all’interesse. Ma di sicuro non era preparata per quella smorfia soddisfatta, né tanto meno alle parole che ne seguirono. Brava, mi sei piaciuta. Dico davvero. Non voglio, ma devo. Hai parlato bene.
    La ragazzina sbatté le palpebre, interdetta, ma comunque compiaciuta di essere riuscita – senza nemmeno saperlo – a farsi valere. Spero che il buon giudizio del senpai facesse da premessa ad una risposta altrettanto clemente, all’aperta disponibilità che lei cercava. Grazie a Kami-sama, fu così.
    Il Momochi prese parola, e già all’inizio del discorso Shori poté tirare un lungo sospiro di sollievo: nessun’altro, per ora, era venuto a conoscenza del suo segreto. O almeno così diceva il ninja. Hai fatto bene ad accertartene, ma puoi stare tranquilla con me, aveva detto.
    Ma Shori non si sentiva tranquilla. In un certo senso, voleva fidarsi di lui, ma quel segreto era troppo importante perché non la facesse diventare paranoica. A malapena riusciva a fidarsi di sé stessa.
    Poi fu il momento dei “passi falsi”, o meglio, dei giudizi e consigli che il Momochi aveva da farle. Menzionò pure il taccuino da viaggio, un fattore che la sorprese molto… perché ormai quel mucchietto di fogli non era altro che cenere dispersa nel caminetto di casa. Quindi, come diavolo faceva lui a saperlo?
    “Possibile che l’abbia letto?” pensò Shori, ghiacciata dall’idea. “Ma no… come avrebbe potuto? L’ho sempre tenuto con me, ben nascosto… non avrebbe dovuto neppure sapere della sua esistenza. Ma come?!” Serrò i denti, mentre la frustrazione scivolava subdola nella sua mente. Perché? Perché era tutto così confuso e incomprensibile, quando si trattava di Kisuke Momochi? Non riusciva ad inquadrare nulla di lui. Poteva tranquillamente dire di non sapere assolutamente nulla di quel ninja, mentre lui sembrava conoscere alla perfezione ogni istante della sua vita. Ed era una cosa che non le piaceva.
    Sai, Shori-chan, ti ho osservata e ascoltata con attenzione, più di quanto tu sappia o possa immaginare. Tuttavia, tu mi sopravaluti. Non so tutto quello che tu credi che io sappia. Non so tutto, quindi adesso ti sarei grato se fossi così gentile da raccontarmi di questo tutto.
    Il respiro di Shori sia attenuò, e quasi lo trattenne. Fissò intensamente gli occhi nerissimi del Momochi, a fondo, cercando di capire, vedere oltre il possibile inganno che le stava tessendo. Non rispose. Rimase ferma, a guardarlo, proprio così, mentre la sua mente girava.
    Al momento dell’addestramento per la Chikara no Mizu, c’era stato un momento di rabbia in cui Shori s’era quasi fatta sopraffare dal Nibi. In quel momento, il Momochi s’era accorto che qualcosa non quadrava, si era persino messo nell’ottica di dover intervenire con la forza, ma sembrava del tutto cosciente di quel che doveva fare, e soprattutto con cosa stava avendo a che fare. Era stato quel momento, quell’impressione forte che Shori aveva avuto, a convincerla. E poi, un’altra tesi a suo favore, era la scoperta del Momochi sui fantasmi: se anche l’avesse letto nel taccuino, la prima cosa che avrebbe pensato – perché l’avrebbero pensata tutti – era che Shori non aveva la testa a posto. Chi mai le avrebbe creduto? Ma, forse, sapere delle caratteristiche uniche che il Bijuu donava al suo portatore lo avrebbe convinto maggiormente.
    Questo era quello che le diceva il suo istinto. Però, d’altra parte, c’erano anche le parole del Momochi, che non avevano senso: se davvero sapeva, perché la stava spingendo a parlare? Perché negare la conoscenza del Nibi e non quella dei fantasmi? Non aveva molto senso, ma dopotutto Shori aveva imparato che da quel personaggio bisognava aspettarsi di tutto.
    Da qui, un iniziale silenzio. Shori rimase completamente immobile, come una statua: l’unica parte del suo corpo a muoversi erano le dita, che si torturavano a vicenda per allentare la pressione che sentiva dentro di sé. Era combattuta. Molto combattuta. C’erano un sacco di pensieri confusi che vorticavano per la testa della ragazzina, tutti con tanti “ma”, con tanti “se”, e con tanti “forse”.
    Da una parte, sentiva di avere ragione. Sentiva che in realtà i Momochi sapeva già tutto, eppure, per qualche strana ragione, taceva. Ma se il suo istinto si fosse rivelato sbagliato? Non poteva rischiare di esporsi così, di mettere a repentaglio il segreto che così gelosamente aveva custodito per oltre un anno. La ragazza aveva mentito, ingannato, persino manipolato, a volte, pur di non farsi scoprire. Ogni giorno, si ripeteva la stessa frase, come un nastro rotto: “Non devono vedere, non devono capire, non devono sapere”. Ogni giorno, ogni notte, ogni volta. E ora, il solo pensiero di parlare ad alta voce – ad alta voce – con qualcuno in carne ed ossa era impensabile. Faceva quasi paura.
    Ah, posso offrirti qualcosa? La interruppe di botto il padrone di casa. Sai, è sempre meglio parlare davanti a qualcosa di buono.
    Shori sbatté le palpebre, e ci mise un attimo in più per rispondere. Mmm… del tè va benissimo, grazie. Avete il tè Bancha? Se no mi adatto perfettamente a quello che disponete… si affrettò ad aggiungere, per non sembrare pretenziosa o scortese. Prese un respiro profondo, e cercò di calmarsi. Quella era un’ottima opportunità per rilassare i nervi e dare una pronta risposta quando sarebbe stato il momento.
    “Se mi rifiuto di dirglielo”, pensò mordicchiandosi le labbra, “di sicuro non scoprirò se già lo sapeva oppure no. E se ho ragione, se già lo sa… allora non posso lasciare stare. Che faccio?”. Si passò una mano sulla fronte. “Che faccio?”.
    Poi, di colpo, le venne in mente una situazione molto simile a quella. Si trattava di qualche mese fa, in un paese completamente diverso, con un clima e una temperatura opposti, ma Shori si trovava sempre seduta su un divano, sempre a chiacchierare, e sempre, terribilmente combattuta. Quella volta, aveva giocato la carta della cautela: era rimasta zitta, non si era esposta. E, a distanza di mesi, ancora ripensava a quel momento, ad un “E se…?”, in cui magari sarebbe riuscita a trovare un altro Jinchuuriki, una persona come lei. Ma non lo sapeva, e non l’avrebbe mai saputo.
    Quello fu il momento decisivo: Shori non voleva rischiare, ma l’avrebbe fatto piuttosto che vivere di nuovo con quel dubbio logorante. E poi, quello che aveva di fronte non era uno straniero mezzo sconosciuto. Era un ninja di Kiri, che probabilmente già sapeva. Era un compagno d’armi.
    Così, quando fu il momento, Shori prese un bel respiro, e aprì la bocca per parlare. Ma le parole le morirono in gola. Abbassò lo sguardo e si mise a fissare i propri piedi, un po’ colorita in viso. Perché? Perché le sembrava così difficile.
    Prese un altro respiro, e decise di passare per una strana meno accidentata. Dovete sapere che non è… facile dire queste cose, per me. Ci convivo da un anno, ormai, e sono così abituata ad assicurarmi che nessuno lo scopra che… che… si morse un labbro, cercando di trovare la giusta espressione. Che dirlo ad alta voce mi pare quasi innaturale. Sbagliato. Non so se mi spiego.
    Fece una breve pausa. Si stava esprimendo in una maniera pietosa, ne era cosciente, ma non era altro che lo specchio di quello che aveva in testa: una confusione pazzesca. Comunque sia, per me è iniziato tutto poco prima che prendessi il coprironte. Sono stata convocata dalla Mizukage e mi hanno sottoposta ad una specie di operazione. Si trattava dell’impressione di un Sigillo, un modo per contenere un… un essere unico al mondo. Dentro il mio corpo. Quest’essere in realtà… è un Demone. Uno dei nove Demoni Codati. Il Nibi no Nekomada, il Gatto a Due Code.
    Il cuore martellava nel petto, e la pelle era tesa come la corda di un violino. Ma l’aveva detto. L’aveva davvero fatto. Improvvisamente, sentì uno strano bisogno di parlare ancora, ancora e ancora. Questi Demoni Codati, allo stato brado, non sono altro che delle bestie colossali fatte interamente di Chakra. Sono esseri potenti, molto potenti, per questo tutte le nazioni spendono risorse umane pur di metterci le mani sopra. Ma è difficile controllarli, allo stato brado è praticamente impossibile. Così il modo migliore per utilizzare il loro potere è quello di confinarli all’interno di una persona, in modo da attingere al Chakra demoniaco e poterlo dunque utilizzare in caso di bisogno. Queste persone vengono chiamate Jinchuuriki, Forze Portanti, e io… io sono una Jinchuuriki.
    Ogni Demone ha delle caratteristiche e dei poteri unici, che vengono poi passati al proprio Vassallo. Grazie all’assimilazione del Bijuu, io sono stata in grado di vedere le anime dei morti, e a poter utilizzare il Katon. Non è stato facile abituarcisi, ma me la sono cavata. Nel frattempo, ho impiegato il mio tempo libero nel tentativo di scoprire qualcosa di più su quelli come me… volevo trovarli, magari, conoscerli. Ma quello che ho scoperto non è rassicurante. Ho scoperto che nel giro di pochi anni si sono susseguiti un buon numero di Jinchuuriki, alcuni dichiaratamente morti, altri… scomparsi dalla circolazione. Sapete, è vero che i Bijuu vengono sigillati, ma cercano sempre di scappare. E un modo per ottenere la libertà è quello di far impazzire il Jinchuuriki, prendere il sopravvento sul suo corpo e richiamano tanto Chakra demoniaco da spezzare il Sigillo e liberarsi. Ciò comporta la morte istantanea del portatore. Per questo devo stare molto attenta: a volte, subdolamente, il Nibi manipola la mia rabbia e la accresce, così che io non me ne accorga. E così, prima di rendermene conto, perdo la testa. Devo sempre tenere alta la guardia.
    Ma la possibilità che il Bijuu si liberi non è l’unica minaccia. Ci sono persone, Mukenin, che a quanto pare non vedono l’ora di mettere le mani sul potere dei Bijuu. Per questo non deve spargersi la voce: se sapessero chi sono, potrebbero darmi la caccia. Conosco già qualcuno che potrebbe essere interessato
    .
    Fece un sospiro, per riprendere fiato. Cavolo, le sembrava di aver parlato per ore. E quindi… ho detto tutto. Penso. Non so se sono stata tanto chiara, potete chiedere qualunque chiarimento vogliate. Ma ditemi la verità… lo sapevate già, non è vero? Chiese, alzando un attimo lo sguardo, ma senza fissarlo sul volto del Momochi. E allora, che ne pensate? Un racconto un po’ bizzarro. Mi è costato molto dirvi tutto, sul serio, e spero che apprezziate. E soprattutto spero che non disintegriate la mia fiducia. Non per farvi un torto… ma di voi non mi fido al cento per cento, non mi fido di nessuno al cento per cento, specie con informazioni del genere.
    La Jinchuuriki fece un respiro profondo. Le ultime frasi le erano uscite come una sorta di avvertimento, o comunque una parte del discorso molto più marcata: pensò che forse si era dimostrata un po’ sfacciata, ma preferiva mettere le cose in chiaro fin da subito.


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  12. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Parlato fantasmi - Shou Hyuuga


    So che ti godrai il mio bagno, almeno uno dei due si divertirà.
    “Lo spero proprio, caro Hyuuga” pensò Shori, senza però far trapelare nulla dalla sua espressione. “Lo spero proprio”.
    In realtà c’era una sostanziale differenza tra il camminare sull’acqua e camminare su un albero, come ben presto avrebbe scoperto l’allievo. La ragazza lo fissò intensamente, mentre racimolava il chakra necessario per il primo tentativo. “E…”
    Il ninja fece un salto – un salto! – e sprofondò tutto dentro l’acqua. Shori dovette trattenere una risatina. “Olè!”. Noti la differenza? Fece, non appena la testa dell’allievo sbucò sopra la superficie. È molto più complicato. L’acqua è liquida, al contrario del legno. Questo significa che devi aumentare ancora di più la dose di Chakra, o cadrai nell’acqua. Intesi? Ora esci e riprova.


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    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
  13. .
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    “Non male” pensò criticamente Shori, mentre vedeva l’allievo sbilanciarsi e cadere, solo per poi impiantare il kunai nella corteccia per evitare di spiaccicarsi al suolo. Doveva ammetterlo, s’era comportato bene. Fu proprio sul punto di complimentarsi quando vide lo Hyuuga tornare coi piedi per terra e far girare i kunai tra le dita, con un’area vagamente stizzita. “Oh? Non gli è piaciuto il mio piccolo intervento. Si vede che non ha capito il motivo per cui l’ho fatto”. Si rimangiò il complimento e rimase ferma a squadrare beffardamente l’allievo in avvicinamento.
    Ragazzina sensei, questa me la segno... Ecco a lei i suoi kunai, disse. Possiamo continuare?
    Il sorrisino di Shori si incrinò: gli strappò di mano i kunai. Grazie, apprendista, sibilò. E sappi che questa ragazzina può conciarti per le feste, quindi quando hai voglia di regolare i conti, vieni pure a trovare a Kiri. Ci sarà da divertirsi. E ora seguimi.
    “Che sfacciato” pensò poi, mentre si allontanava per avvicinarsi al laghetto. “Ragazzina… ragazzina… questa me la segno io…”. Ecco qua. Shori si fermò a pochi passi dalla sponda, guardando in faccia lo Hyuuga. Adesso prova ad usare lo stesso principi per camminare sull’acqua.



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    Questa volta sembrò quella buona: lo Hyuuga riuscì a mantenere aderente la pianta con il tronco dell’albero, e prese a scalare con più facilità. “Sembra che abbia capito il meccanismo”, pensò Shori guardandolo attentamente. “Bene, meglio così. Almeno non dovrà cadere un’altra volta”.
    L’allievo ce la fece: piede dopo piede, raggiunse gloriosamente la cima dell’albero. Ora fermati lì, ordinò Shori. Poi incrociò le braccia. Sei stato bravo, complimenti. Ora scendi, e riportami il kunai, sempre con lo stesso principio del Controllo del Chakra. Se riesci a tornare giù senza intoppi, allora la prima parte dell’addestramento sarà finita.
    La ragazzina soppresse un sorrisino. Era pronta per lo scherzetto che riservava a tutti gli allievi in quella parte dell’allenamento: quando l’allievo si trovò più o meno a metà dell’albero, lei tirò fuori dalla borsa un kunai e lo lanciò con precisione ad un nulla dai piedi dell’allievo, che dalla sorpresa avrebbe potuto perdere l’equilibrio. “Su, vediamo ora se riesci a mantenere il controllo…”
    Bene! Stai solo attento a qualche errrore id battitura ^^ ora nel prossimo post hai carta bianca, puoi decidere te se avere successo o meno!



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    Lo Hyuuga sembrò imbarazzato della sua scarsa performance, e si rialzò in silenzio. Shori lo stette a guardare in silenzio, a braccia incrociate, mentre lui si ripreparava per il secondo tentativo. Questa volta rimase per più tempo in stato di contemplazione, raccogliendo e maneggiando bene il Chakra. “Finalmente inizia a ragionare” pensò la ragazzina. “Quello di prima è stato un tentativo pietoso, s’è lanciato sull’albero senza calibrare bene le quantità. Ed è durato un passo. Vediamo ora…”
    Ancora prima che il ragazzo di Konoha si cimentasse nella sua prova, Shori notò che c’era qualcosa di diverso. Sembrava che la consistenza di Chakra questa volta fosse adeguata. E infatti, quando lo Hyuuga partì per scalare l’albero, il primo piede si fissò normalmente sulla corteccia, seguito dal secondo, poi dal terzo…
    “Ci sta riuscendo?” pensò Shori, vagamente sorpresa. Non era da tutti riuscirci al secondo tentativo. Tuttavia aveva parlato troppo presto: due secondi dopo, quando il ragazzo si apprestava a fare il suo sesto passo, qualcosa in quella patina di Chakra sembrò oscillare e perse consistenza. Quando poggiò il piede, esso scivolò e l’Apprendista perde l’equilibrio. Iniziò a precipitare da un’altezza considerevole.
    Shori agì subito, per evitare che cadendo si facesse davvero male. Prima si acquattò, poi fece un balzo fulmineo verso il tronco dell’albero, a circa un metro da terra. il movimento fu perfettamente sincronizzato con la caduta del giovane: la ragazzina gli arrestò la caduta afferrandogli un braccio, mentre utilizzò il controllo del Chakra per tenersi in equilibrio sull’albero che lui stesso aveva tentato di scalare qualche secondo prima. Il ninja ora stava appeso a penzoloni, a pochissimi passi da terra.
    Shori mollò la presa sul braccio, e liberò lo Hyuuga che tornò a terra senza ripercussioni. Per un attimo rimase così, acquattata sulle cosce a fissare l’allievo dall’alto. Andava molto meglio. Il procedimento è quello, devi solo cercare di mantenerlo, ok? Facendo forza sulle gambe, spiccò una piroetta e atterrò poco dietro lo Hyuuga. Su, riprova. E sappi che non ti aiuterò più. Se cadi, cadi.

    Molto bene! Dai, ultimo tentativo ^^


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