Missione Akahito Sato & Gon Sejto

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    Missione a Servizio di: Signor Mitsushima
    Esecutori della Missione: Akahito Sato & Gon Sejto
    Luogo d'Incontro: Cancello Sud di Kirigakure no Sato
    Appuntamento alle Ore: 12.00

    Quest'oggi la vostra missione sarà di dirigervi al porto di New Port. Il signor Mitsushima sta ultimamente riscontrando qualche problema di troppo con dei briganti in quella zona; andate a verificare la situazione ed assicuratevi che questi banditi non diano più problemi al signore.
    Buon lavoro.



    Inizia Jack
     
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  2. jackomo
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    La prima missione di Akahito, finalmente. Dopo l'esame Genin si era dedicato al lavoro e nient'altro, finché un giorno, un suo amico chuunin, uno svogliatissimo Uchiha trasgressiva che non viveva nella ricca residenza della famiglia per un problema col padre, non gli aveva suggerito di richiedere una missione. Il lavoro andava bene ma Akahito ed Ai, la compagna, avevano già messo in porto l'idea di avere un bimbo e sposarsi con una vera cerimonia ufficiale. Cosi si era convinto a richiedere una missione, in modo da riscuotere un bel gruzzoletto se l'avesse compiuta e avrebbe staccato la stancate monotonia della città, conoscendo nuove persone e confrontando e migliorando le proprie abilità. Il giorno dopo tornò stanco dal lavoro ed entrando in casa trovò una marea di gente che saltava e ballava, con una strana musica altissima. Akahito era abituato a questo, sorrise e posò una mano alla tempia pensando:
    uestò e Aki... Proprio come pensava, il giovane ragazzo arrivato da poco nel gruppetto, era un jounin speciale della casata dei Senju, si era trasferito da poco e probabilmente tra poco sarebbe tornato nel quartiere dell'illustre clan. Il ragazzo era simpatico, ma incredibilmente irrequieto e da quando c'era lui la casa era diventata una discoteca al secondo piano, sempre piena e sporca. Ai camminò tra le ragazze che ballavano calciando bicchieri vuoti a destra e manca con i piedi che a malapena trascinava dopo una sfiancante giornata di lavoro. L'unica cosa che desiderava era un sonno profondo e lungo, e anche con quella rumorosissima musica l'avrebbe fatto, ma c'era un altro incomodo. Aprì la porta e trovò il letto già occupato da una coppietta che si stava prodigando in comportamenti molto, troppo intimi. La ragazza si voltò e con un urlo di terrore si tirò le coperte sopra il seno scoperto. Il ragazzo rimase coperto, ma paralizzato. Akahito si stupì e rimase senza parole a bocca aperta. Solo dopo diversi secondi si riprese e borbottando qualche imprecazione uscì dalla stanza dicendo:
    Scusatemi... Chiuse la porta e la coppietta ritornò ai loro problemi. Una rabbia indescrivibile montò Akahito, si diresse da Aki che stava ballando sul tavolo insieme a due ragazze, vittima del saké. Akahito lo prese per il colletto e gli disse:
    Va bene fare festini ad ogni ora del giorno, ma una felice coppietta lo stava facendo sul MIO letto.
    Scandì bene le ultime parole.
    Quel luogo è dedicato al mio amore per Ai e per lunghe dormite, hanno spodestato il re dal suo trono, voglio delle scuse! Ora!
    Le prosperose e semi-svestite ragazze cominciarono ad avvicinarsi ad Akahito mentre Aki lo guardava con una sguardo ebete ed una bottiglia del forte alcool in mano.
    Andiamo amico, relaaaaaax! disse sputando un'alitatà calda e puzzolente di alcool in faccia ad Akahito. Il ragazzo lo insultò in pochi secondi con ogni tipo di insulto e lo lasciò andare. Il tipo barcollò per riprendersi all'ultimo momento e rimettersi a ballare. Anche quella notte sarebbe passata in bianco, a meno che... Usci di casa dirigendosi al negozio, entrò e fece per mettersi sotto un paio di coperte improvvisate con qualche straccio logoro che aveva trovato lì.
    Ma come fa uno così ad essere Sp. Jounin? pensò il ragazzo rivoltandosi sul pavimento. Improvvisamente una figura comparve dall'oscurità. Ai balzò in piedi, non aveva armi sottomano, il tutto era sul tavolo vicino, si appiattì al muro cercando di prendere un'arma. Solo allora riconobbe nella figura scusa Ai, che si era messa un vestitino nero corto, molto corto, con dei brillantini che risplendevano al chiaro di luna che filtava dalla finestra. Ai si avvicinò con passo suadente per poi lasciarsi andare alle braccia di Akahito, che improvvisamente non aveva più sonno, solo un rande caldo. Entrambi caddero sulle coperte, Akahito sorrise e si voltò sopra della ragazza eccitata. Si avvicinò e le sussurrò qualcosa nell'orecchio, poi la baciò e si lasciarono andare. No, non avrebbe dormito neanche quella notte. Dopo qualche oretta di pause e riprese Ai si voltò con la capigliatura scomposta. Lanciò una mano alla ricerca di qualcosa e finalmente strinse tra le mani un pacchetto di sigarette. L'accese e fece per tirare. Il ragazzo, che fino ad allora aveva finto di dormire, si risvegliò e con un dito fece volare via la sigaretta dalla mani della ragazza. Nel volo si spense mentre i due si guardavano e sorridendo si baciarono per lungo tempo. Poi Akahito disse:
    Sai che ti fa male, non devi farlo, tra poco avremo un bambino... Sorrise e la baciò di nuovo, poi si voltò, si mise davvero a dormire. Ai prese il pacchetto ed estrasse un'altra sigaretta, poi voltò lo sguardo verso il compagno.
    No... Disse e gettò via il pacchetto dopo averlo stretto nella mano. La ragazza aveva iniziato a fumare per poco tempo prima che conoscesse Akahito, non fumava molto, ma il vizio era rimasto. La donna era un Genin, proprio come Akahito. Si voltò verso Akahito abbracciandolo e baciandolo nella schiena scoperta, e poi si mise a dormire mentre il ragazzo si voltava e la stringeva tra le braccia. Dopo poche ore si svegliarono, quel giorno Ai si diresse dall'Hokage che gli consegnò una missiva. Il ragazzo ringraziò con tutti gli onori del caso e tornando a casa punto gli occhi sulla lettera. Aprì la busta che gettò per strada e che venne portata via da una folata di vento in una pozza. La notte prima aveva piovuto. Lesse il contenuto.

    CITAZIONE

    Missione a Servizio di: Signor Mitsushima
    Esecutori della Missione: Akahito Sato & Gon Sejto
    Luogo d'Incontro: Cancello Sud di Kirigakure no Sato
    Appuntamento alle Ore: 12.00

    Quest'oggi la vostra missione sarà di dirigervi al porto di New Port. Il signor Mitsushima sta ultimamente riscontrando qualche problema di troppo con dei briganti in quella zona; andate a verificare la situazione ed assicuratevi che questi banditi non diano più problemi al signore.
    Buon lavoro.


    Gli occhi caddero sul mandante della missione, un certo signor Mitsushima.
    Bho... Pensò Akahito passando al nome del suo compagno:
    Gon Sejto... di nuovo bho.... Era il turno del luogo di incontro.
    Cancello Sud di Kirigakure no Sato, maledizione, ma è lontanissimo, mi ci vorranno secoli, e devo essere li a mezzogiorno, come faccio?!
    Poi continuò a leggere il resto della missiva, si calmo ma rimase contrariato. Tornò a casa sventolando la missiva, i ragazzi gli si gettarono addosso colpendolo scherzosamente sotto il coro di:
    Bravo, complimenti, era l'ora!
    Neanche avessi avuto un figlio... Pensò notando tra la folla Ai con un vestito da cucina arancione con strani simboli bianchi, sotto vestiva una maglia arancione. La ragazza si avvicinò calma e poi lo abbracciò baciandolo.
    Bravo, ti amo... E lo morse dolcemente sull'orecchio. Akahito si mise a sedere e disse:
    Si, si, siamo tutti felici, ma starò via per diversi giorni, come farete senza di me, non vi mancherò?
    Tutti si liquidarono con sbuffi amichevoli eccetto Ai che gli lanciò un bacio per poi tornare in cucina. Akahito si alzò e andò a preparare i vestiti. Il giorno dopo partì, gli ci vollero diversi giorni per arrivare a Kiri, si diresse al porto all'estremità nord-est dello stato del fuoco, dopo la città di Mori. Lì prese una nave mercantile che lo portò nello stato dell'acqua, e poi a piedi arrivò fino alle porta sud di Kiri. Quando arrivò non notò nessuno a prima vista, cosi si sedette su una panchina vicino agli enormi portoni. Estrasse la missiva sventolandola, in modo che fosse riconoscibile e si mise in attesa.

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  3. Jotaro87
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    Da troppo tempo ormai Gon non era in attività. Dopo la sua prima missione non ebbe più nessun incarico da parte del Mizukage. Probabilmente non aveva svolto la sua missione nel migliore dei modi, o almeno questo era quello che pensava prima di essere convocato nuovamente nell'ufficio del capo villaggio. Dopo l'incontro uscì da palazzo con una lettera contenente la missione che doveva svolgere. Fu abbastanza cauto, prima di leggerla, aspetto di arrivare a casa sua, non voleva rivelare a qualche occhio indiscreto informazioni confidenziali. Il mandante della missione era un certo signor Mitsushima, il suo compagno si chiamava Akahito Sato, un nome che non gli suonava per niente famigliare, sicuramente era un genin alle prime armi come lui. Il luogo della missione era New Port e il luogo d'incontro il cancello sud di Kirikagure. Avendo ancora tutta la giornata disponibile decise di controllare il suo equipaggiamento e controllare quello che gli mancava. Fu molto scrupoloso poichè voleva essere preparato al massimo, visto che quasi sicuramente avrebbe dovuto combattere contro un gruppo di banditi. La giornata passò in fretta e Gon, stanco per la giornata passare a "far compere", tornò a casa, cenò e si infilò subito a letto, domani lo aspettava una missione probabilmente dura. Alzatosi la mattina intorno alle ore 10, preparò il suo equipaggiamento e mise qualche provvista nello zaino, mangiò qualcosa e partì per il luogo dell'incontro. Appena arrivò notò subito un ragazzo che stava sventolando quella che sembrava una missiva, si avvicinò a passo normale e si presentò.
    Salve sono Gon Sejto, genin di Kiri, immagino che tu sarai il mio compagno per questa missione! Appena siamo pronti possiamo tranquillamente partire, spero di non averti fatto aspettare molto.
    Finita la presentazione sorrise al ragazzo.

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    Passarono pochi minuti da quando Akahito era arrivato a destinazione. Poco dopo, da una strada comparve un ragazzo, sembrava un tipo normale, solo i capelli risplendevano di un particolare azzurro, Akahito puntò gli occhi sul ragazzo e dopo un rapido sguardo voltò la visuale verso altre persone, di certo non credeva che quel ragazzo dai capelli ispidi e blu come il cielo era il suo compagno di missione. Solo poco dopo, quando il ragazzo si avvicinò Akahito voltò lo sguardo verso di lui, ancora mezzo assonnato per la nottata passata quasi in bianco. Il ragazzo si preparò dinanzi a lui, tanto ché Akahito smise senza rendersi conto di svolazzare la missiva che rimise a posto, riusciva a immagina di chi si trattava, ma le informazioni arrivarono poco dopo.
    Salve sono Gon Sejto, genin di Kiri, immagino che tu sarai il mio compagno per questa missione! Appena siamo pronti possiamo tranquillamente partire, spero di non averti fatto aspettare molto.
    Akahito sorrise, il sole che gli batteva negli occhi.
    Lo sapevo, avrei dovuto portare gli occhiali, ma sono troppo importanti per rischiare che si rovinino
    Tranquillo, sono qui da pochissimo, e sono pronto, quindi se per te non ci sono problemi potremmo pure avviarci.
    Si alzò fingendo di scrutare la direzione giusta, in realtà pensava al suo compagno. Aveva notato che gli occhi erano del colore dei capelli. Portava un coprinaso in bende, dei guanti e si intravedeva un fodero.
    Niente che possa sembrare strano. So che i Kiriani sono un popolo molto chiuso e intimo, quindi non mi devo stupire se mi sembra strano, ma forse sono solo voci di corridoio, e poi devo dire che non sono da meno anche io...
    Si voltò e sorrise di nuovo al compagno.
    Allora, stavo cercando una strada, ma non ho la minima idea di dove sia il "New Port" quindi direi di affidarmi a te, se ti va bene, in fondo sei di qui e sono certo che conoscerai la strada meglio di me sicuramente, quindi...
    Fece un gesto simbolico con il braccio per indicare libera autonomia, aprendolo e indietreggiando leggermente piegato.
    Ti lascio carta bianca.
    Attese una risposta del compagno, poi disse:
    Visto che dovremo passare qualche tempo insieme, che ne dici di conoscerci meglio? Cosa puoi dirmi di te? E' la prima missione che fai?
    Cercò cosi di acquisire conoscenze sul compagno.
    Nel mondo dei ninja un nemico può diventare un amico, o viceversa, quindi è sempre meglio prevenire che curare e se conosco in caso saprò difendermi meglio

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  5. Jotaro87
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    Dopo aver ascoltato tutto quello che il suo compagno aveva da dire, rispose alle sue domande con un tono abbastanza cordiale.
    Perfetto allora. La città portuale di New Port è situata su un'isola a nord est di Kiri. Se noleggiamo una barca adesso non dovrebbero esserci problemi e dovremmo arrivare là verso sera. Sul conoscerti ti dico una cosa, a me è sempre stato insegnato di non rivelare mai le mie abilità poichè ora siamo alleati, ma un giorno potremo essere nemici, quindi l'unica cosa che posso dirti è che non è la mia prima missione. Però tu parli tanto di conoscerci, ma non mi hai nemmeno detto il tuo nome. So che è una formalità, visto che tutti e due sapevamo già il nome del compagno della missione, però non sarebbe male presentarsi davanti ad una nuova conoscenza. Ahahahahahah!
    Gon si mise a ridere di gusto, cercando di tagliare quella strana atmosfera che si era creata intorno ai due. Non voleva essere troppo duro col suo nuovo compagno, quindi cercò di smorzare la tensione. Di sicuro non poteva rivelare per filo e per segno le sue abilità ad uno sconosciuto. Smise di ridere e tornò a parlare.
    Comunque qualcuna delle mie abilità le vedrai sicuramente visto che dovremo combattere insieme. Dai ora partiamo. Seguimi, andremo al porto di Kiri e da lì noleggeremo una barca per andare a New Port. Ti và bene come piano?
    Gon aspettò la risposta del compagno mentre si avviava al porto.

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  6. jackomo
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    Gon rispose giovialmente ad Akahito:
    Perfetto allora. La città portuale di New Port è situata su un'isola a nord est di Kiri. Se noleggiamo una barca adesso non dovrebbero esserci problemi e dovremmo arrivare là verso sera. Sul conoscerti ti dico una cosa, a me è sempre stato insegnato di non rivelare mai le mie abilità poichè ora siamo alleati, ma un giorno potremo essere nemici, quindi l'unica cosa che posso dirti è che non è la mia prima missione. Però tu parli tanto di conoscerci, ma non mi hai nemmeno detto il tuo nome. So che è una formalità, visto che tutti e due sapevamo già il nome del compagno della missione, però non sarebbe male presentarsi davanti ad una nuova conoscenza. Ahahahahahah!
    Akahito rifletté sul fatto.
    Immagino che per avere delle informazioni non basti chiederlo cosi a viso scoperto, anche se velato da innocue domande che potevano apparire come semplici chiacchiere per rompere il ghiaccio. Niente, si vede che questo ragazzo è intelligente, e le dicerie sui Kiriani si stanno sempre di più consolidando, in fondo c'è sempre una parte di vero nelle leggende.
    Il ragazzo alzò lo sguardo verso Gon:
    Scusami davvero, non immaginavo di essere stato scortese, mi scuso, ma non sono un tipo che si perde in inutili convenevoli e visto che conoscevi già il mio nome sono passato direttamente al sodo, spero non ti sia fatto un'impressione sbagliata di me, non volevo acquisire informazioni per poi sfruttarle...
    Finse cosi Akahito, anche se una parte di vero c'era nelle sue parole, non voleva diventare un nemico del suo compagno.
    Già uno shinobi non può stare mai tranquillo, se inizi a farti nemici giurati intorno sai che prima o poi finirai assassinato. E comunque magari potrò conoscere le sue abilità durante uno scontro, se ve ne saranno.
    Gon aveva terminato di ridere e disse:
    Comunque qualcuna delle mie abilità le vedrai sicuramente visto che dovremo combattere insieme. Dai ora partiamo. Seguimi, andremo al porto di Kiri e da lì noleggeremo una barca per andare a New Port. Ti và bene come piano?
    Akahito sorrise e ripeté quello che aveva detto in precedenza:
    Ripeto: ti lascio carta bianca. E raggiunse Gon che già si era avviato per il porto di Kiri, da cui sarebbero dovuti salpare per New Port. Il viaggio fu tranquillo, Kiri, da quel che parve ad Akahito almeno, era una città molto più tranquilla di Konoha, la gente si faceva i fatti suoi e utilizzava il tempo nel miglior modo possibile, senza fretta. L'unica cosa sfavorevole era quella nebbia insistente che impediva la vista dei magnifici paesaggi di Kiri, almeno per quello che si immaginò Akahito. Voltò lo sguardo verso il compagno, non notò nessuna sfumatura di insicurezza nello sguardo.
    Magari a vivere qui ti abitui e sei più capace a muoverti... Decise il ragazzo mentre sotto di loro il terreno si apriva in un'ampia discesa che conduceva al porto. Improvvisamente tutto si fece più frenetico, la gente passava di qua e di là di fretta, sena neanche destare uno sguardo ai due shinobi. Alcuni portavano delle casse su delle navi, altri commercianti gridavano al vento quanto era migliore la loro merce rispetto a quella degli altri mercanti sempre appostati lì, era una guerra di parole e convenienza. Akahito si voltò verso i Gon e chiese:
    Non sono molto pratico, i viaggi in mare richiedono una spesa in denaro? perché sono un po a corto di ryo...
    Si giustificò cosi, era vero che non aveva molti fondi, ma durante la sua vita aveva visto molte volte la miseria in faccia e ciò lo aveva portato ad essere estremamente tirchio, suppose che i soldi venissero rimborsati a fine missione dalla città del fuoco, ma non ne era sicuro e decise di stare tranquillo.
    Chiediamo. Disse e si avvicinò a un marinaio che stava appoggiato a delle casse.
    Salve buon uomo! Disse Akahito, sorrise e con un gesto teatrale attese una risposta burbera da parte del marinaio.

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    Gon vide che il suo compagno sembrava un pò scosso dalla risposta che aveva dato, quindi cercò di tranquillizzarlo.
    Non preoccuparti e non scusarti nemmeno, stavo solo scherzando. Se ti ho turbato con le mie parole davvero non volevo.
    I due arrivarono al porto e subito Akahito prese l'iniziativa chiedendo ad un marinaio per il noleggio di una barca.
    Scusa Akahito se ti interrompo, ma dovremmo avere già una barca prenotata per la missione.
    Poi si rivolse all'uomo, facendogli vedere la missiva e dando il suo nome.
    Salve signore, sono Gon Sejto, dovremo avere una barca prenotata a mio nome da parte del Mizukage.
    Il marinaio andò nell'ufficio portuale e dopo pochi minuti uscì scortando i due ragazzi alla loro barca.
    La ringrazio.
    Gon fece cenno al suo compagno di salire e poi lo seguì.
    Ecco tutto fatto, ora dovremmo essere pronti per il viaggio. Scusa per prima, non volevo fare il superiore, ma sono abituato a questo genere di cose e di solito le barche per le missioni sono già prenotate.
    Sorrise al compagno e iniziò a controllare il suo zaino.

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    Gon non parve impermalirsi per quello che aveva detto Akahito, tanto che rispose cordialmente:
    Non preoccuparti e non scusarti nemmeno, stavo solo scherzando. Se ti ho turbato con le mie parole davvero non volevo.
    Akahito sorrise ancora e disse:
    Nessun problema, volevo solo che non ti arrabbiassi con me, non mi piace avere nemici certi, o almeno, non mi piace sapere di averne.
    Poco dopo arrivarono al porto, Akahito si diresse verso un marinaio, cercando di intrattenere una conversazione amichevole con lui, in modo da trattare sul prezzo e le trattative del costo della nave, ma tutti i suoi problemi furono risolti da Gon.
    Scusa Akahito se ti interrompo, ma dovremmo avere già una barca prenotata per la missione.
    Il ragazzo rimase a bocca aperta e voltò lo sguardo verso il Kiriano, che intanto si era messo a parlare con il marinaio. Si ricompose.
    Rapido ed efficiente, amo questo ragazzo. Pensò volgendo per un attimo lo sguardo al cielo, nella sua mente comparse la figura della donna che amava, Ai. Venne risvegliato dalle parole di Gon:
    Salve signore, sono Gon Sejto, dovremo avere una barca prenotata a mio nome da parte del Mizukage.
    Tra le mani aveva la missiva. L'uomo, con un gesto grezzo e con borbottio gutturale entrò in in quello che doveva essere l'ufficio portuale, una casa che a prima vista sembrava una rimessa per gli attrezzi, piccola, legnosa e cadente, in punta alla banchina. Poco dopo comparve fuori e con un altro borbottio ed un cenno della mano indicò ai due di salire. Akahito rispose con un gesto che apparve molto teatrale, come aveva fatto in precedenza accennò un inchino e allungò il braccio davanti a se, Gon invece rispose:
    La ringrazio.
    Il ragazzo dai capelli blu fece un segno al riccio che con un scattò si apprestò a salire, superando il compagno, che intanto diceva:
    Ecco tutto fatto, ora dovremmo essere pronti per il viaggio. Scusa per prima, non volevo fare il superiore, ma sono abituato a questo genere di cose e di solito le barche per le missioni sono già prenotate.
    Akahito sorrise, gli pareva di ripetersi al'infinito, non voleva sembrare monotono.
    No problema, ti ho lasciato il campo libero per questo, immaginavo che eri più abituato di me a queste cose, e quindi anche se fai il superiore lo fai con ragione, non so se mi spiego...
    Attese una risposta da parte del ragazzo, poi senza dire parola si voltò in cerca di una posizione comoda per il viaggio, prima di allora non aveva mai viaggiato per mare, ma sperava che il viaggio fosse tranquillo e non soffrisse tanto, viaggiare per mare gli sembrava divertente. Trovò la postazione a prua, vicino alla cabina, una sedia ripiegabile ed allungabile, se la sistemò per bene e ci si accomodò sopra. Poco più là notò altre sedie ripiegate.
    Gon, vieni qua, c'è un bel posto comodo che aspetta solo te!
    Si abbassò il copri-fronte sugli occhi e cominciò a rimuginare sui perché della vita. Scoprì poco tempo dopo, quando si risvegliò dal suo stato di dormi-veglia che i viaggi per mare non erano il suo forte, più di una volta rischiò di rigettare, e alla fine successe. Divenne bianco e barcollante, la nave ciondolava e scricchiolava sulle onde del mare. Decise di entrare in cabina, avvertì il compagno ed entrò trovando delle scale, scese, la nave di nuovo si piegò leggermente su un lato ed Akahito rischiò di cadere, di nuovo rigettò sul letto dove avrebbe dovuto dormire, quindi si sedette vicino a due casse legate insieme ed appostate in un angolo, si sentiva odore di alcool.
    Deve essere la stiva... almeno qui mi sento più tranquillo, e l'odore di alcool, per quanto possa essere forte, non mi disturba.
    Pensò reggendosi la fronte.
    Quanto durerà ancora? C'è troppo vento, come fa una nave a muoversi quando il vento non c'è?
    E così, soffrendo il mal di mare, attese l'arrivo a terra con ansia.

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    Narrato
    Parlato
    Pensato


    Dopo qualche ora Gon che ormai aveva trovato la posizione più comoda al mondo, aprì gli occhi e vide il suo compagno sbiancare. Sul momento non aveva capito e si mise in guardia, pensando a qualche pericolo imminente. Invece il suo compagno lo avvertì che non si sentiva tanto bene a causa del mal di mare, Gon tentò di dire qualcosa ma Akahito scappò velocemente nella stiva.
    Non provo nemmeno a seguirlo, quando starà bene tornerà da solo. Tanto ormai non dovrebbe mancare molto a New Port. Qualche ora ancora e dovremmo essere arrivati.
    Gon tornò alla sua posizione e si mise di nuovo a riposare.
    Meglio essere in forze prima della battaglia, devo riposare il più possibile.
    Dopo qualche minuto si addormentò.

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    Il viaggio di Akahito in barca durò ancora diverse ore, tra le lamentele e i dolori del ragazzo, che soffriva in quella piccola, buia e umida stiva. Quando finalmente attraccarono sentì riaversi, anche se la sua situazione era migliorata notevolmente nelle ultime ore, non aveva avuto più vomito, ma si sarebbe sentito di nuovo in forze solo una volta appoggiati i piedi sulla terraferma. Così quando sentì di nuovo il rumore di persone che urlavano e strani fischi di attrezzi marinari decise di alzarsi ed andarsene dalla stiva della nave. Gli ci volle più tempo del previsto per uscire da quello scantinato abbandonato per uscire. Le gambe non rispondevano più bene ai movimenti, sia per i dolori dati dalla posizione in cui si era messo per tutto il viaggio, sia per la durata dello stesso, e anche per i problemi di stomaco che lo avevano perseguitato. Salì barcollando e come in precedenza rischiò di cadere più di una volta. Si reggeva con una mano la testa e con l'altra si teneva allo scorri-mano. Alla fine riuscì ad uscire e si trovò davanti a sé una miriade di persona che correvano a destra e manca scaricando casse e quant'altro. Con un'espressione stanca e disgustata si mise alla ricerca del compagno. Si passò la lingua sulle labbra, secche. Dal molo provenivano rumori che si spegnavano soffusi e come coperti da un velo nelle orecchie del malandato Akahito. Una leggera nebbiolina ancora regnava incontrastata nella zona. Il ragazzo si disse che forse era mitigata dalla presenza del mare, ma allora perché a Kiri non era stato cosi? Forse perché comunque era una zona più nell'entroterra? Lasciò perdere e si avvicinò a Gon, sembrava rilassato e appariva dormiente. Akahito si piegò con la sofferenza che gli chiuse un occhio e picchiettò su di una spalla di Gon.
    Hey, amico, stai dormendo? Siamo arrivati, muoviamoci, voglio andarmene di qua il prima possibile...
    Si alzò guardandosi intorno, cominciò a sentirsi meglio, il sangue affluì di nuovo alla faccia e riportò il colore roseo che la sua faccia aveva normalmente. Anche le gambe e le braccia ora erano tornate scattanti e fluide.
    Mi sento già meglio! Disse attendendo che Gon si alzasse, poi scese dalla barca stirandosi.
    Gon, scusami, se ci fossero stati problemi sarei stato abbastanza inutile, ma non credevo di soffrire così tanto il mal di mare, nel viaggio da Konoha a Kiri non ero stato così male, forse perché il mare era molto più calmo, so per fama che voi Kiriani siete esperti navigatori, forse potresti spiegarmi tu, o è un luogo comune?
    Di colpo gli tornò in mente un dubbio, si portò una mano al mento e guardando verso l'alto disse:
    Ma una nave come si muove se non c'è vento? Capì che stava diventando logorroico e se ne vergognò, puntò gli occhi a terra e si scusò.
    Scusa, sto parlando troppo, mi faccio prendere un po la mano ogni tanto, comunque, dove dovremmo andare?
    E attese una risposta da parte dell'amico guardandosi intorno divertito mentre i marinai svolgevano i loro compiti, riconobbe l'uomo che li aveva accompagnati per il tragitto, probabilmente era salito dopo di loro e non si erano accorti che c'era, o almeno non lo aveva fatto Akahito poiché era rimasto nella stiva e durante il breve periodo a prua non aveva notato nessuno. Gon probabilmente aveva dormito tutto il tempo e forse e neanche lui si era accorto di nulla. Salutò l'uomo che ricambiò un cenno burbero, poi si voltò verso il compagno seguendo le sue informazioni.
    Forse neanche lui conosce tanto bene il posto, ma è sempre meglio chiedere, anche per non risultare maleducati, visto che l'ho già fatto una volta. I ninja sembrano molto attaccati alle formalità, sarà un caso?

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  11. Jotaro87
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    Gon fu svegliato dal suo compagno che iniziò a fargli subito una miriade di domande.
    Comunque si mi stavo riposando. Forse non è un comportamento adatto ad un ninja, ma è difficile che vicino alle coste ci siano degli attacchi di pirati, soprattutto qui nella zona di Kiri. Per il mal di mare ti dirò che dipende dalla zona. Anche a me se il mare è molto mosso capita di non stare tanto bene anche se sono di queste zone. Ahahahahahah! Se non c'è vento in teoria ci dovrebbero essere dei rematori che la fanno andare avanti, però non tutte le barche li hanno, quindi se non c'è vento si sta fermi, a meno che qualcuno non conosca qualche simpatico jutsu di vento. Per adesso secondo me la prima mossa da fare è andare alla capitaneria di porto di New Port e chiedere del signor Mitsushima, se ha chiesto aiuto ad un villaggio ninja, sarà sicuramente una persona conosciuta e piena di risorse. E' la prima volta per me in questa città portuale quindi nemmeno io conosco le strade qui.
    Detto questo Gon scese dalla barca e si avviò verso la capitaneria di porto del villaggio. Essendo una città portuale c'era un via vai di gente assurdo che caricava e scaricava merci, in più c'era una confusione incredibile. Per fortuna dopo qualche minuto Gon intravide la capitaneria e bussò alla porta aspettando una risposta, poi si rivolse al compagno.
    Se vuoi rimanere fuori a controllare la situazione parlo io col capitano, altrimenti se vuoi entra anche tu, non ci sono problemi.
    La risposta arrivò e Gon entrò.
    Buonasera capitano mi chiamo Gon Sejto ninja di Kiri, vorrei delle informazioni sul signor Mitsushima, lei lo conosce? Mi servirebbe sapere gentilmente la sua ubicazione.
    Il capitano disse che lo conoscevano tutti in città e che aveva una villa poco fuori da New Port verso sud. Era facile arrivarci, bastava seguire la strada.
    La ringrazio capitano arrivederci.
    Gon uscì e aspettò che il suo compagno fosse pronto per partire.

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  12. jackomo
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    Gon non parve disturbato dalla parlantina di Akahito e rispose gentilmente:
    Comunque si mi stavo riposando. Forse non è un comportamento adatto ad un ninja, ma è difficile che vicino alle coste ci siano degli attacchi di pirati, soprattutto qui nella zona di Kiri. Per il mal di mare ti dirò che dipende dalla zona. Anche a me se il mare è molto mosso capita di non stare tanto bene anche se sono di queste zone. Ahahahahahah! Se non c'è vento in teoria ci dovrebbero essere dei rematori che la fanno andare avanti, però non tutte le barche li hanno, quindi se non c'è vento si sta fermi, a meno che qualcuno non conosca qualche simpatico jutsu di vento. Per adesso secondo me la prima mossa da fare è andare alla capitaneria di porto di New Port e chiedere del signor Mitsushima, se ha chiesto aiuto ad un villaggio ninja, sarà sicuramente una persona conosciuta e piena di risorse. E' la prima volta per me in questa città portuale quindi nemmeno io conosco le strade qui.
    Akahito spalancò gli occhi battendosi il pugno sul palmo della mano, che fece un tonfo sordo.
    Ma certo! jutsu fuuton! Come ho fatto a non pensarci! Pensò mentre seguiva il compagno tra la città portuaria mentre andavano alla ricerca della capitaneria di porto.
    Mai sentito parlarne, chissà a cosa servirà. La città era molto più caotica della bella Kiri, forse lo era anche di più di Konoha, poteva essere scambiata per la città della foglia, se non fosse stato per la tipica nebbiolina che si era fatta più densa e bassa, e la gente che non sembrava farci caso camminava freneticamente da una parte all'altra della strada, alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa. Più di una volta Akahito si bloccò di colpo per far passare una persona che neanche si degnò di volgergli lo sguardo, men che meno di ringraziare. La gente dell'acqua aveva una pelle più chiara di quelli del fuoco, ed era un particolare interessante che attirava Akahito, donava molto le ragazze. Scosse la testa, aveva una bellissima compagna che l'aspettava a casa, non poteva fare fantasie che su di lei, ogni altra cosa gli sarebbe apparso come uno sporco tradimento. Finalmente arrivarono alla capitaneria, un palazzo molto ampio per larghezza, mentre era poco più alto dei normali palazzi a due piani. Si aprì l'imponente costruzione davanti ai due, al termine della strada, che si apriva in due vicoli che viravano di novanta gradi rispettivamente verso destra e sinistra, per poi riprendersi dietro al gruppo di abitazioni tra cui la capitaneria, che quindi accerchiavano. Il palazzo era completamente bianco e aveva una sola imponente porta, mentre era puntellato regolarmente ogni tot di metri da piccole finestre quadrate. Poco sopra la porta si leggeva una scritta, marina, con uno strano simbolo blu che raffigurava una sorta di ancora stilizzata. Gon bussò alla porta dicendo ad Akahito:
    Se vuoi rimanere fuori a controllare la situazione parlo io col capitano, altrimenti se vuoi entra anche tu, non ci sono problemi.
    Il riccio si guardò intorno e distrattamente rispose, grattandosi la mascella in una smorfia annoiata:
    Si, sto qua, nel caso ci fossero problemi, anche se ne dubito visto il livello della missiva e anche perché siamo in una città, meglio stare sicuri.
    Capì che di nuovo stava esagerando.
    Oh, scusami... disse sorridendo e grattandosi la testa, era diventato rosso ma sperava che per una volta la nebbia fosse stata sua amica e non avesse permesso a Gon di vedere. Supponeva che avesse capito a cosa si riferiva.
    Ormai sarà abituato alla nebbia, non gli oscurerà la visuale per nulla. Pensò sconsolato. Gon entrò, dalla porta notò che c'era un grande corridoio scuro tempestato di porte ai lati e una scala che portava verso l'alto in fondo. Akahito si mise a sedere su una panchina laterale alla costruzione e attese. Da così vicino notò che le mura della capitaneria di porto erano di uno strano materiale, ed inoltre non erano lisce, ma si spezzavano in un regolare zigzag che creava diversi angoli per laterale, che salivano però fino al tetto. Il lato sotto era anche più corto di quello superiore. Akahito distolse lo sguardo da quel muro che lo ipnotizzava e puntò lo sguardo lontano, sulle costruzioni della città. Le abitazioni assomigliavano in tutto e per tutto a quelle di Konoha, costruite in legno e senza tanti sfarzi, forse erano colorate poco di più, quello era un altro particolare che faceva somigliare la città alla foglia, case squadrate e vie dritte. Solo la nebbia differiva. Dopo qualche minuto uscì Gon che risvegliò Akahito dal suo stato di trance, Akahito lo guardò spaesato e, tornato alla realtà, si risvegliò. Si alzò di scatto e con rinnovata fiducia disse:
    Andiamo! E si apprestò a seguire il compagno.

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  13. Jotaro87
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    Bene ora dobbiamo uscire da New Port tenendo il sud, a pochi chilometri da lì il capitano ha detto che troveremo una villa che riconosceremo sicuramente ed è lì che abita il signor Mitsushima. Ci faremo ricevere e poi seguiremo tutto quello che ci dice per portare a termine la missione. Bene se sei pronto direi di andare che tra poco si farà buio.
    I due ragazzi si avviarono verso la loro meta, uscirono da New Port chiedendo qualche indicazione qua e là e poi riuscirono a raggiungere la strada principale. Dopo circa un'ora di cammino trovarono questa immensa villa proprio davanti a loro. Il cancello stranamente era aperto, quindi i due senza farsi troppi problemi entrarono e bussarono alla porta.
    Questa volta però Akahito faccio parlare te, non mi sembra giusto fare tutto da solo come se fossi il tuo capo. Visto che siamo di pari grado ora sta a te parlare col signor Mitsushima. Ovviamente entrerò anche io però lascerò parlare solo te. Ahahahahahah!
    E come al solito sorrise con una faccia buffa. Appena finito il discorso la porta si aprì e uscì una signora chiedendo chi fossimo e chi stessimo cercando.

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  14. jackomo
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    Appena uscito dalla capitaneria Gon spiegò immediatamente tutto al compagno:
    Bene ora dobbiamo uscire da New Port tenendo il sud, a pochi chilometri da lì il capitano ha detto che troveremo una villa che riconosceremo sicuramente ed è lì che abita il signor Mitsushima. Ci faremo ricevere e poi seguiremo tutto quello che ci dice per portare a termine la missione. Bene se sei pronto direi di andare che tra poco si farà buio.
    Akahito prima di rispondere alzò lo sguardo al cielo. Nuvole grigie si stavano addensando ora sul cielo anch'esso grigio. Iniziava a fare freddo ed un vento freddo soffiava. Una goccia bagnò il naso di Akahito, che abbassò gli occhi guardandosi intorno. Non sembrava piovere, ma forse l'acqua era coperta dalla nebbia.
    Improbabile. Si corresse subito dopo. E poi avrei dovuto sentirla. No, non piove.
    Il riccio voltò lo sguardo verso il compagno e ripeté quello che aveva detto prima, questa volta più pacatamente:
    Si, è meglio muoverci, potrebbe cominciare a piovere da un momento all'altro.
    E così i due si misero in marcia per le vie nebbiose della città di New Port. Diverse volte rischiarono di perdersi, ma per loro fortuna c'era sempre qualcuno che gentilmente disponeva di informazioni sulla strada. A volte un vecchio, a volte un commerciante che cercava di vendergli qualcosa, ma alla fine riuscirono ad uscire dalla città e si incamminarono per la via principale. Quest'ultima era una stretta strada in mezzo ad un bosco rado ma ampio, che procurava nella zona un'atmosfera molto particolare. Anche se il cielo era nuvoloso il sole non era stato completamente oscurato ed i suoi raggi riuscivano a filtrare tra le nubi fino ad arrivare alle foglie che creavano strani effetti di luce sul terreno. Akahito iniziava a sentire freddo e cercava quegli angoli di sole con avidità, saltando da un punto all'altro, mentre si scaldava le braccia con le mani, che accusavano il freddo nonostante le meniche fossero lunghe.
    Questi vestiti leggeri non sono il massimo per una missione piena di intemperie, o comincio a temere che il freddo non sia dovuto solo ai vestiti, ma anche a qualche reminiscenza dei problemi dovuti al mal di mare. Non vorrei ammalarmi proprio in missione.
    Non voleva pensarci, cosi decise di rompere il silenzio che c'era stato fino a quel momento.
    Nella regione dell'acqua questi cambiamenti di tempo e temperatura cosi repentini sono normali? Oppure è un caso? Insomma fino a poco tempo fa non mi pareva che il tempo fosse cosi brutto...
    Cominciava ad abituarsi al freddo, solo dopo pochi minuti che ne accusava gli effetti, probabilmente non era malato. Alla fine i due riuscirono ad arrivare alla villa. Nel luogo ove la foresta andava diradandosi appariva una particolare villa, era molto grande, anche se era stata costruita su un piano solo in larghezza Akahito stimò che superava la capitaneria. La radura però non era molto ampia, chi aveva costruito quella casa aveva voluto di proposito molto spazio, probabilmente solo per sfarzo. La villa non era così particolare, molto semplice ma tuttavia elegante.
    Avessi io questo posto saprei come sfruttarlo... Pensò Akahito, alludendo a tutti i suoi amici e amiche.
    Però dovrei lasciare il negozio... mmmmh, no, non mi piacerebbe più di molto.
    I due entrarono, il cancello, anch'esso molto grande, era aperto. Akahito lo guardò meglio. Era colorato in oro, sperava, e andava alzandosi al centro. Il cancello era attaccato ad una bassa cinta di mura che circondava tutta la tenuta. Arrivati davanti alla porta i ragazzi bussarono, e prima che qualcuno rispondesse Gon disse:
    Questa volta però Akahito faccio parlare te, non mi sembra giusto fare tutto da solo come se fossi il tuo capo. Visto che siamo di pari grado ora sta a te parlare col signor Mitsushima. Ovviamente entrerò anche io però lascerò parlare solo te. Ahahahahahah!
    E concluse con un buffo sorriso. Akahito restituì il sorrisetto.
    Non mi sentivo per niente inferiore, ma i vede non ha voglia di parlare, ha fatto bene, ma non ho voglia neanche io e non so quanto posso cavarmela, però è stato intelligente, mi ha fregato in un momento in cui non posso discutere, o forse è successo per caso.
    E va bene, mi hai fregato, ma non sono molto bravo a parole... E cercò di dare uno schiaffo amichevole sulla spalla del Kiriano. poi fece per aggiungere qualcosa, aveva già alzato il dito indice in segno di un'amichevole accusa, ma una vecchia signora, fornita di occhiali spessissimi, aprì alla porta.
    Chi va là? Cosa cercate? Diceva guardandosi attorno come non avesse visto i due. Akahito ebbe un attimo di esitazione, e per poco non si mise a ridere, ma si ricompose e disse.
    Hem, signora, quassù... E salutò con la mano. Siamo shinobi delle grandi nazioni, venuti ad aiutarvi.
    La vecchia non sembrò capire, non disse una parola e rientrò in casa. Si sentì un urlo di un nome, non sembrava un urlo di paura, quindi Akahito, dopo un primo momento di ansia, si tranquillizzò. Alla porta apparve un uomo sulla cinquantina. Le prime rughe cominciavano a formarglisi nel volto, i capelli erano lisci e ricadevano sulle spalle. Il colore in origine nero, come suppose Akahito, adesso andava schiarendosi e già si avvicinava al grigio scuro. L'uomo aveva un'espressione tranquilla e solare, stava sorridendo, ma in faccia il ragazzo gli lesse sofferenza e dolore. L'uomo li invitò ad entrare, scusandosi per i modi burberi della piccola vecchietta, che si scoprì essere la madre dell'uomo. Lui era il signor Mitsushima. Anche internamente la villa era molto spaziosa, ma molto vuota. La sala d'ingresso era quasi completamente vuota, se non per degli strani quadri appesi alle pareti. Ai lati vi era un corridoio che portava alle altre camere della villa. Il signor Mitsushima fece accomodare gli ospiti e iniziò a parlare.
    E così voi siete i ninja che ci aiuteranno, grazie al cielo siete arrivati, sapete ormai mi trovo in guai finanziari da tempo ed ora questi maledetti sono piombati qui e non hanno fatto altro che peggiorare le cose.
    L'uomo si alzò ed accese il fuoco.
    Anche lui ha questi problemi. Pensò Akahito che anni prima aveva attraversato una situazione finanziaria molto precaria.
    Forse è questo il suo problema... ma no, ci dev'essere qualcos'altro. Comunque non credo sia importante per la missione e quindi è meglio evitare di chiederlo, a meno che non sia lui a dirlo. Forse posso riuscire a farlo parlare senza che si accorga che ho cercato di sapere.
    Poi si decise a parlare.
    Noi vogliamo aiutarla, ci dica cosa è successo di preciso, ci dia ogni informazione, tutto può essere utile.
    Il signor Mitsushima sospirò sconsolato, poi iniziò a parlare.
    Hanno iniziato giorni fa. Ogni tanto si fanno vivi, ultimamente passano di qua ogni notte, quasi fosse una locante, maledetti.
    Fece una pausa e voltò lo sguardo, nella voce si sentiva la rabbia che aumentava.
    In principio cominciarono a rubare capi di bestiame dalle stalle. Non aveva grandi allevamenti, ma quei pochi animali che avevo mi servivano. Poi un giorno sono entrati in casa ed hanno depredato gran parte dei gioielli, è per questo che vedete la villa così poco adornata, tutto quello che era hanno potuto prendere hanno preso, e le poche cose che mi sono rimaste le ho segregate in cassaforte. Poi una sera hanno fatto violenza su una mia serva.
    Akahito rimase scioccato alle parole, poi si ricompose, chiudendo la bocca che inconsapevolmente era andata aprendosi. L'uomo era voltato e probabilmente non lo aveva visto. Il ragazzo si voltò verso Gon e poi riprese.
    Perché ci ha chiamati cosi tardi? L'uomo sospirò di nuovo.
    Pensavo avrebbero smesso dopo la seconda volta. In principio non avevo pensato nulla. Non prestavo tanta attenzione al bestiame, anche se era una fonte importante di guadagno, la prima volta che rubarono gli animali non ce ne rendemmo conto. Solo quando cominciarono a sparire i molti cominciai a preoccuparmi, venni informato dalla servitù. Poi quella sera, entrarono in casa mentre dormivo, e depredarono la villa in silenzio, sono esperti in quello che fanno. Solo quando hanno toccato la serva mi sono deciso a chimarvi. Da allora non si sono più visti, anche se una sera un servo ha avvistato qualcuno nel bosco qui attorno, perché ho fatto mettere turni di guardia ad alcuni servi. In quel momento sono quasi morto.
    Non ha guardie del corpo?
    Ne avevo, ma poi non sono più riuscito a pagarle.
    Prima ha parlato di problemi finanziari, cosa intendeva?
    Ho diversi debiti che non riesco a pagare, ed oramai finirò sul lastrico, se non mi aiuterete.
    Noi la salveremo. Disse Akahito, sicuro. Ma lei ci dica, potrebbe essere qualcuno che ha ingaggiato questi briganti per convincerla a pagare, e poi magari loro hanno deciso di strafare e divertirsi con la servitù?
    Non credo, avrebbe dovuto farmelo capire che era lui che li mandava, ma niente, anche se...
    Se? Chiese Akahito interessato.
    Un giorno, mentre scendevo al paese per pagare alcuni miei debiti, sono stato fermato da tre loschi tizi, hanno iniziato a spingermi e a fare gli sbruffoni, volevano i soldi che stavo portando a pagare, ma poi si sono dileguati quando è arrivata la gente.
    Akahito rifletté su quelle parole, abbassò lo sguardo grattandosi il mento.
    Quindi non vogliono essere riconosciuti.
    Alzò lo sguardo tornando a fissare l'uomo che si era seduto si una poltrona.
    Non vogliono essere riconosciuti. Ripeté ed alta voce. potrebbe fornirci dei dettagli su questi uomini?
    Il signor Mitsushima spostò lo sguardo perso nel vuoto sul muro.
    Quello che apapriva il capo era robusto e aveva una folta barba nera con i capelli corti. Uno portava un cappellino ed aveva un coltellaccio in mano. L'altro non aveva niente di che.
    Bene grazie, ci è stato molto utile. Un'ultima cosa, ha dei parenti oltre alla signora che vivono con lei? E la serva aggredita come si chiama?
    Vivo da solo, mia moglie è scomparsa anni fa e l'unica mia figlia se ne è andata di casa. Sono rimasto solo con mia madre, mio padre è morto anni or sono nella grande guerra. La serva si chiama Aiko.
    Bene, bene, molte grazie, ora decideremo sul da farsi, c'è una stanza libera dove possiamo decidere da soli?
    L'uomo guardò gli shinobi,le lacrime gli bagnavano la faccia.
    Certo, sul corridoio dietro di voi, la prima a sinistra.
    Grazie.
    Ecco cosa lo turba, la morte della moglie, pover'uomo. Akahito si alzò e fece cenno a Gon di seguirlo, poi entrati nella stanza, una piccola camera composta da un letto ed un piccolo mobile, sotto ad uno specchio attaccato al muro, disse:
    Come sono andato? disse Akahito, poi continuò. Quei tre loschi figuri mi destano molti sospetti, come il creditore. Adesso dovremmo attenderli o metterci alla ricerca, ma se sono venuti a scoprire che due shinobi tengono d'occhio la villa probabilmente si guarderanno bene dal farsi vedere, oppure se siamo fortunati neanche sanno che siamo qua. Comunque andrei a chiedere alla serva violentata, e poi devo fare altre due domandine al signor Mitsushima, che ho dimenticato di chiedere, hehe.
    Disse grattandosi la nuca, con un riso forzato, in quella situazione c'era ben poco da ridere.

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    Gon seguì Akahito nella stanza, era stato molto colpito dalla storia dell'uomo e non riusciva a collegare le due cose. I banditi erano stati assoldati dal creditore o erano solamente una pura coincidenza? Qualcosa puzzava. Poi tornato dai suoi pensieri ascoltò quello che il suo compagno aveva da dire, ribattendo subito dopo.
    Si si sei andato benissimo. Scusa ma è tutto oggi che sono in giro a chiedere informazioni, quindi ho fatto fare un pò a te, spero non ti dispiaccia. Per i banditi, l'unica cosa da fare è non farsi sorprendere. Dobbiamo fare dei turni di guardia la notte e in caso avvistassimo qualcosa di sospetto, dovremo subito andare a svegliare l'altro così da essere pronti in due nel momento del pericolo. Per la serva se vuoi posso andarci a parlare io intanto che tu poni qualche altra domanda al signor Mitsushima, poi ci facciamo il resoconto. Altrimenti facciamo tutto insieme come due bravi compagni ninja. Ahahahahah! Scegli tu. Io intanto sento dal signor Mitsushima dove possiamo trovare la ragazza.
    Gon uscì dalla stanza e andò incontro al proprietario della casa.
    Signor Mitsushima, scusi se la disturbo, prima non ci siamo presentati, mi chiamo Gon Sejto e sono il compagno di Akahito. Volevo farle una semplice domanda, dove possiamo trovare Aiko?
    Il signore rispose che Aiko viveva nella villa e aveva una stanza tutta per lei, purtroppo dal giorno dell'incidente era diventata apatica. Svolgeva lo stesso le sue mansioni, ma aveva praticamente smesso di parlare. Mitsushima aveva chiamato molti medici per farla visitare, purtroppo però gli era stato detto che la medicina non serviva a niente, purtroppo quello era un trauma che avrebbe dovuto superare col tempo.
    La ringrazio per le sue delucidazioni, proverò lo stesso a parlarle se non le dispice, magari anche se non a parole potrà farci capire qualcosa di più sull'identità dei banditi.
    Il signore scosse la testa in segno di approvazione, poi Gon si girò aspettando il suo compagno per chiedergli cosa aveva intenzione di fare.

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    Shuriken (20)
    Senbon (20)
    Bisturi (5)
    Radiolina
    Lima
    Fili Metallici
    Specchio

    -Fodero :
    Katana

    -Abbigliamento:
    Guanti
    Coprinaso In Bende



     
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