Abete: «I tifosi della Juve possono contarne 31...»

Non revocato scudetto 2006 inter per incompetenza

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    Abete: «I tifosi della Juve possono contarne 31...»



    Intervista esclusiva al presidente della Figc: «Gli scudetti? Anche i tifosi del Torino possono contarne 8, io non posso. Non ho revocato lo scudetto assegnato nel 2006 all’Inter perché la Figc come organo politico non aveva e non ha la titolarità per farlo»



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    Abete: «I tifosi della Juve possono contarne 31...»© LaPresse



    TORINO - Ubriacante. Giancarlo Abete sa usare le parole come Omar Sivori era abituato con i dribbling. E non a caso l’italoargentino è stato uno dei suoi primi idoli calcistici, insieme a John Charles. Politico nel dna, democristiano di formazione, il presidente della Figc non è uno da tackle: vuoi per educazione, vuoi per opportunità. Averlo in redazione per oltre un’ora è un’occasione ghiotta per parlare a 360 gradi del calcio italiano. A pochi giorni da Inter-Juventus, è infatti un interlocutore interessante per trattare, tra gli altri argomenti, anche l’irrisolta diatriba di Calciopoli che ancora divide club e tifoserie. L’impressione, alla fine della chiacchierata, è che fra la Juventus e le istituzioni sia in atto una sorta di pausa di riflessione.

    GLI SCUDETTI - «Ogni ruolo comporta possibilità e vincoli: io non posso criticare la giustizia sportiva e quindi mi rimetto alle sue decisioni. Poi come ha detto il presidente Agnelli esistono una contabilità del cuore e una contabilità ufficiale. Io necessariamente devo rappresentare quella ufficiale, poi ognuno può avere le sue opinioni: è la forza del mondo del calcio. Se il tifoso della Juventus vuole contare 31 scudetti è libero di farlo, così come quello del Torino può contarne 8 (considerando anche quello revocato e non assegnato del 1927, ndr). Se mancassero la passione e la faziosità, verrebbe meno un elemento fondamentale del mondo del calcio. Bisogna che la faziosità trovi un punto di equilibrio con la razionalità. Io non ho revocato lo scudetto assegnato nel 2006 all’Inter perché la Figc come organo politico non aveva e non ha la titolarità per farlo. La revoca di un titolo deve essere operata in sede di giustizia sportiva e la giustizia sportiva non può più intervenire perché in quel caso è sopraggiunta la prescrizione. Quanto all’assegnazione, quella non fu opera mia, c’era il professor Rossi ...».

    AGNELLI - «I rapporti sono sempre stati buoni. Bisogna sempre distinguere la qualità dei rapporti personali dai contenuti di certe situazioni in cui ci si può trovare in ruoli e posizione diverse. Il tipo di interlocuzione con il presidente Agnelli è sempre stato lineare in termini di rapporti e, soprattutto, di qualità dei contenuti, questo senza bisogno di mettere i manifesti, non so se rendo l’idea... Poi certamente su alcuni versanti di certe situazioni ognuno ha delle posizioni, delle convinzioni e delle necessità diverse. E... come dire... che devo fare?».

    IO JUVENTINO - «Il tifo juventino, tuttavia, non è un mistero. Quando mi intervistarono all’inaugurazione dello Stadium, dissi: con il club possono esserci su certi argomenti posizioni diverse, ma è certo che io ho visto, da tifoso, più finali di Champions della maggior parte dei presenti. Ne ho persa solo una: nel 1985 ero all’Heysel, due anni prima ero ad Atene. E all’epoca non avevo nessun ruolo federale, ero semplice tifoso: sono entrato in Federazione nel 1988. Forse posso essere tacciato di un ruolo interpretato male, ma non di mancanza di passione nei confronti dei colori bianconeri».


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    Il 31 sdoganato da Abete segna una nuova era



    La convivenza delle due "contabilità", quella del cuore concessa ai tifosi e quella ufficiale della Figc, è un escamotage diplomatico per intiepidire il tema in attesa di sviluppi concreti, non certo la soluzione finale delle vicende del 2006



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    Il 31 sdoganato da Abete segna una nuova era© LaPresse



    TORINO - Magari i tifosi juventini, soprattutto quelli con la memoria più lunga, non aspettavano la sua autorizzazione, ma il "31" sdoganato dal presidente della Federcalcio segna l'inizio una nuova stagione di Calciopoli. La convivenza delle due "contabilità", quella del cuore concessa ai tifosi e quella ufficiale della Figc, è un escamotage diplomatico per intiepidire il tema in attesa di sviluppi concreti, non certo la soluzione finale delle vicende del 2006. La Juventus e la Figc, probabilmente di comune accordo, hanno deciso che - per il momento - non ci sono ragioni sufficientemente buone per tenere alta la tensione ed esacerbare la discussione. In una fase delicatissima dal punto di vista politico, in cui la Juventus deve rimontare posizioni e riconquistare peso presso le istituzioni e nei confronti delle altre società , Andrea Agnelli sceglie la via della realpolitik. Le posizioni non cambiano, il modo di interpretarle sì.

    Le questioni irrisolte di Calciopoli, tuttavia, non muoiono qui. O, meglio, potrebbero anche non morire qui se nel frattempo non vengono dimenticate. Tra poco inizierà l'appello del processo penale di Napoli, dove Moggi giocherà un'altra partita che potrebbe tornare utile alla Juventus. Entro un paio d'anni al massimo sia il suo processo che quello di Giraudo (che aveva scelto il rito abbreviato) avranno prodotto delle sentenze definitive, probabilmente passate anche dalla Cassazione. A quel punto, ovvero a quasi dieci anni di distanza dalle frettolose decisioni prese dalla giustizia sportiva nell'estate del 2006, la Juventus potrebbe procedere con l'unica arma che ancora si può usare in sede sportiva: l'ormai celebre articolo 39 che consente, in qualsiasi momento, la revocazione o revisione di quelle sentenze. Perché solo allora? Perché, a questo punto, l'urgenza non è più una priorità, le tempistiche si sono talmente allungate che parlare di "anni" è diventato quasi normale. E con le sentenze definitive e tutto il materiale a disposizione (dalle nuove intercettazioni in giù), il ricorso all'articolo 39 - possibile solo una volta - avrebbe certamente più peso. Se qualcuno si ricorderà di farlo.

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1 replies since 12/9/2013, 13:34   56 views
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