Le braccia gli facevano un male cane. Forse per la scarica di adrenalina che il suo corpo gli pompava in circolo se n’era dimenticato per un secondo, mentre atterrava sulla testa del serpentone e decideva di fronteggiarlo, ma ora, di fronte alla prospettiva reale di ingaggiare una bella scazzottata, anche solo tenere i pugni alzati gli costava fin troppa fatica e dolore inutile. Istintivamente abbassò un po’ le braccia in cerca di un sollievo che non poteva trovare. Forse Shinsuke se n’era accorto, perché approfittò proprio di quella finestra di opportunità per mulinare Sigilli velocissimi che lo fecero svanire in un nugolo di petali di ciliegio. Hayato aveva visto quella tecnica già altre volte e sapeva trattarsi di un’Illusione, anche se non l’aveva mai affrontata direttamente. Per questo, non sapeva bene come comportarsi. Seppur illusoria, quella tecnica donava un senso di invisibilità piuttosto convincente e Kusanagi aveva visto in più di un’occasione, nella persona del suo amico Kenji, come sfruttare l’invisibilità per annichilire il suo avversario in pochi secondi. Quindi si irrigidì, arretrando di un passo lungo il biscione, temendo che un attacco stesse per arrivare all’istante. Dopo un paio di istanti in cui non succedeva niente decise di passare immediatamente all’attacco, perché da qualche parte Shinsuke doveva pur essere: si piegò a testa bassa e scattò in avanti, sperando di colpirlo praticamente alla cieca. Caricare un pugno con il braccio sinistro, là dove il tricipite pulsava doloroso, era impresa ai limiti dell’impossibile, così si preparò a scaricare un’altra esplosione Bakuton dal palmo destro; non fosse che gettandosi in avanti Shin era tornato improvvisamente ad essere visibile, proprio quando stava per sputargli addosso qualcosa di scuro ed indefinito. Hayato seppe quasi subito che quel qualcosa era duro come la roccia e faceva parecchio male. Non ebbe possibilità di reazione e volò per aria, cadendo all’indietro nel vuoto. Ad Hayato sembrò di essere diventato cieco, così lasciò cadere dal palmo della mano sinistra un poco d’argilla che si tramutò in un grande golem alato. Il colosso lo afferrò al volo, attutendo la caduta con il suo ampio petto e sorreggendolo quasi fosse un fuscello.
Villaggio: Tutti Livello: B Tipo: Ninjutsu Tale arte permette all'utilizzatore di modellare a piacere una creatura con la propria argilla. Questa creatura potrà avere qualsiasi forma dettata dall'utilizzatore, e potrà anche essere capace di volare se dotata di ali adeguate per riuscirvi. Uno Sp. Jounin sarà capace di creare una creatura di grandezza paragonabile a quella di un enorme uccello di cinque metri per tre, sul quale potrà liberamente volare. La creazione sarà veloce quanto un falco in aria o quanto uno squalo in acqua e, se fatto esplodere, crea un'esplosione dal raggiodi setto-otto metri. Sarà inoltre possibile usufruire della propria creatura come se fosse un vero e proprio terreno, e dunque usare tecniche Doton solitamente utilizzate per portarsi sottoterra e dunque in questo caso all'interno della creatura. Consumo: 8 (5 Porzioni d'Argilla)
Ad Hayato girava tutto. Si passò una mano sugli occhi e si accorse che quello che gli oscurava la vista era un bello strato di sangue, che colava da quella che doveva essere una brutta ferita alla testa. Il fatto che si sentisse contemporaneamente leggerissimo e in condizioni simili ad un’ubriachezza temporanea, non lo induceva all’ottimismo. Provò a focalizzarsi sui tre serpentoni che roteavano fastidiosamente davanti ai suoi occhi, sorreggendosi la testa con una mano. «Ehi, Shin! Che ne dici se ci chiamiamo a pari, per questa volta? Sono un po’ scombussolato, qui.»
Hayato nel frattempo aveva preso l'iniziativa ed attaccò. Per un attimo mi sembrò che sapesse dove fossi... o che molto più probabilmente decise di puntare l'ultimo punto in cui mi aveva visto. Quando ormai era entrato nell'area di massima del genjustu era troppo tardi. Il drago del mio jutsu fuoriuscì dalla bocca e si diresse verso di lui per difendermi; pochi istanti e venne preso in pieno dalla sua mole. Caddi dapprima sulle ginocchia a braccia ciondoloni lungo i fianchi con lo sguardo che seguiva Hayato che ricadeva verso il basso. Inizialmente mi sembrò potesse ricadere sulla testa delle serpente ma mi sbagliavo, la sua parabola discendente era molto più lunga e iniziò a precipitare nel vuoto... allungai il braccio come a cercare di prenderlo ma ovviamente ero troppo lontano. Aoda! Urlai stremato per poi cadere di faccia sulle squame del Principe; sento perfettamente il veloce movimento dell'evocazione che si abbassa cercando di prendere al volo il ninja che stava cadendo, io mi aggrappai con le ultime forze grazie al controllo del chakra. Pochi secondi dopo tutto si fermò e con un occhio semichiuso vidi la massa bianca volteggiare a mezz'aria. Tirai un sospiro di sollievo nel vedere il capo del nostro trio "sano e salvo". «Ehi, Shin! Che ne dici se ci chiamiamo a pari, per questa volta? Sono un po’ scombussolato, qui.» Disse Hayato. È la cosa più saggia che sento dire oggi... Risposi con un mezzo sorriso dalla parte che non toccava le squame. Stai certo che non ti chiedo più di aiutarmi negli allenamenti, bastardo! Mettendomi subito dopo a ridere.