Kohaku Kyofu vs Isshin Mitsui

Il baluginio bianco della palla luce lo avvolgeva, nonostante l'occhio destro fosse chiuso poteva percepire la luce sotto la palpebra, luminosa come il sole, soltanto che proveniva da un punto imprecisato in mezzo alle loro gambe. Il rumore delle sue armi che cozzavano contro una superficie dura, poteva quasi giurare dal suono che le armi avevano sollevato scintille non viste nell'aria, sì doveva essere così. Nelle sue mani percepiva quella sensazione della punta del kuna e della lama strusciare contro qualcosa di solido, come averle scagliate contro un muro di pietra. La luce intensa ancora infuriava sotto di lui ma sapeva che di lì a poco si sarebbe spenta ma non era questo il momento per pensare ad una cosa del genere. Il suo corpo si fece di colpo pesante, l'effetto del Jutsu Doton si era appena esaurito, un peccato e al tempo stesso una perdita, ma non ebbe il tempo per pensare troppo alla situazione, in quel momento solo la sensazione gli comunicò al cervello quella informazione.
Rilasciò la Kyshin, non perché non ne avesse più bisogno ma perché sospettava che il suo colpo avesse messo KO Isshin, si concesse un sorriso prima che quello venisse cancellato dalla sua faccia con la stessa violenza con cui la mano del suo avversario si serrò intorno al suo avambraccio destro.
Ma che caaazzz ha ancora forza per reagire?? Dannazione se è un osso duro! Fu un gesto così rapido e automatico, dettato dall'abitudine che spesso si risvegliava in lui in quelle situazioni. Attinse al Segno che marchiava ormai il suo corpo da mesi e trasformò il suo braccio immobilizzato in fumo liberandolo subito alla presa mentre si spostava di lato, cercando di spostarsi da lì il prima possibile, avendo paura di sapere fin troppo bene cosa fosse quel suono nell'aria. L'aveva già provata sulla propria pelle quella tecnica, il segno caratteristico di Arima, il Rasengan.

Purtroppo per lui il Jutsu che non poteva vedere lo colpì di striscio al fianco mandandolo per aria con una spinta propulsiva impressionante e uno strattone che gli fece spalancare l'unico occhio libero dal dolore, fortuna volle che la palla di luce si era appena estinta. Ahhgg Roteò per aria per parecchi metri atterrando scompostamente al suolo ma rialzandosi subito, grazie alla stessa forza propulsiva del colpo. Vivendo nelle terre di nessuno imparavi a rimanere in piedi anche contro i colpi più duri, nonostante per un attimo le ginocchia gli avessero tremato per lo sforzo e il dolore. Si appoggiò la mano sinistra sul fianco colpito ansimando.
Ahah! Questa era una bella mossa debbo concedertelo..ahhh se fa male... Mugugnò mentre il suo occhio non mancava di notare che i suoi shuriken infusi di Fuuton lanciati prima avevano colpito il bersaglio e ora giacevano conficcati nel suolo. Ottimo! Aveva avuto molte occasioni per fare ben altre mosse ma aveva deciso in qualche modo di contenersi, almeno per il momento, non voleva rischiare di bruciare tutte le risorse nel caso in cui le cose si fossero messe male. Estrasse uno shuriken di quelli che aveva legati al filo metallico e lo portò alla labbra il tempo di soffiarvi sopra uno strato denso di fuuto per poi lanciarlo subito diretto contro Isshin. La traiettoria era perfettamenta al centro del petto, forse un attacco fin troppo facile da schivare ma era anche quella la sua intenzione. Non appena lo shuriken era partito aveva cominciato a comporre altri sigilli con le mani, il filo metallico sempre tra le dita, quasi invisibile anche per un occhio non attento più impegnato, come quello del suo avversario, ad osservare cosa stesse facendo con esse.
Subito dopo aver ultimato il Genjutsu ed essere di nuovo libero di muovere le mani, tirò indietro rapidamente il filo metallico richiamando lo Shuriken avvolto dal Vento per un altro attacco letale verso il suo avversario.

Respirava affannosamente, il dolore al fianco era quasi impossibile da trattenere. Per gli Dei non ricordava quando era stata l'ultima volta che si era ridotto così male. Sputò un bolo di sangue e saliva, nonostante non perdesse sangue, la ferita al ianco destro gli faceva più male di quanto non avesse creduto. A prima vista sembrava un semplice colpo contundente, con bruciature sparse sulla pelle, ma dentro, sotto la pelle rimasta quasi intatta, poteva sentire che il resto dei suoi organi avevano accusato il colpo e non poco.
Lo shuriken di vento solcò l'aria mentre Isshin scansò il primo attacco ma non il secondo, cadendo vittima dell'illusione e della conseguente lama di vento che aprì un lungo squarcio sul fianco del ninja della sabbia.
Non ebbe però il tempo di gioire della sua vittoria che la lama di vento stava volando verso di lui a discreta velocità. Aveva già cominciato ad arrotolare freneticamente il filo metallico intorno alla mano prima di abbassarsi e lasciar passare la lama di vento sopra la sua testa, volando alle sue spalle. Tese il filo con la mano protesa nell'aria al suo fianco, facendo perno allo shuriken mentre spostava il braccio verso destra, cosa che cominciò a far fare all'arma una lenta curva verso l'esterno per tornare di nuovo all'attacco.
Nonostante tutte queste manovre non distrasse mai l'unico occhio dal suo avversario e quello per poco non gli si spalancò dalla sorpresa quando il ninja di Suna venne avvolto da un'aura di Chakra blu e nera fiammeggiante. E questo??....È chakra? Improvvisamente quasi poteva avvertire la potenza celata nello Shinobi che era stato chiamato una leggenda del suo ex paese. Ebbe però solo un attimo per conteplare quella visione ammantata di Chakra che Mitsui gli si scagliò subito contro ad una velocità impressionante.
È veloce....più veloce di prima... Pensò mentre faceva in tempo a fare due passi indietro. Non fece però molto altro, subito lo shinobi della Sabbia evocò una miriade di cloni, Kohaku si guardò intorno, scorgendo con l'occhio allenato subito come questi fossero cloni illusori dalla mancanza di un'ombra sotto i loro piedi. L'abitudine gli permise di individuare rapidamente l'originale se non che, in quell'attimo di distrazione Isshin era ormai arrivato fin troppo vicino a lui per potergli permettere di fare alcunché. I cloni si dissolsero subito in tante nuvole di fumo prima che Isshin uscisse da essi con uno scatto ancora più devastante che non permise a Kohaku di scansare il colpo mentre il suo gomito era sollevato verso il suo petto.
Kohaku fece appena in tempo a vedere arrivare l'attacco che subito attinse ad una quantità spropositata di Chakra Doton, concentrandolo tutto sul petto.
Il colpo lo travolse, sollevandolo da terra mentre veniva scagliato lontano, fece appena in tempo a tirare di nuovo il filo metallico nella mano per indirizzare lo Shuriken di vento di nuovo contro il suo avversario in un ultimo attacco prima di atterrare al suolo rotolando, e subendo qualche botta sul spalle e schiena.

Rotolò a terra riprendendosi per poco dalla caduta, ormai però il suo corpo chiedeva pietà e si rialzò da terra con grande fatica. Già il braccio destro cominciava a formicolare lievemente, segno indistinguibile che le sue riserve di Chakra stavano cominciando a scarseggiare, avvicinandosi alla fine. Si erse in piedi, richiamò a sé lo shuriken di vento l'ultima volta dopo l'attacco, questo atterrò al suolo, conficcando la sua lama nel terreno e sollevando un gran polverone da esso. Lo afferrò di lato grazie al controllo del Chakra con indice e medio prima di sollevarlo. Sapeva che era questione di secondi prima che il suo Chakra fuuton smettesse di funzionare e rendesse di nuovo quell'arma inutile. La sollevò guardando per un'ultima volta il vento solidificato intorno all'arma che portava al suo interno, gocce del sangue di Isshin dal precedente attacco, mescolato a qualche sasso e polvere. Durante quel momento di pausa aveva cominciato a parlare.
Sei...stato un avversario nobile Isshin Mitsui... Il fiato gli veniva meno, molto probabilmente il danno che il Rasengan gli aveva provocato era più grave di quanto non sembrasse. Spero che ci incontreremo di nuovo un giorno...Allora forse la cose saranno diverse... Due brevi parole di congedo prima di afferrare una palla di fumo dalla borsa e schiantarla al suolo, un attimo dopo, avvolto dalla nuvola di fumo, attingeva al Chakra del suo Kunai Shunsui lasciato al Covo e appariva nella stanza bianca dalle pareti di cemento lisce. Cadde su un ginocchio mentre alcuni dei medici di guardia si affrettavano verso di lui. Teneva ancora in una mano lo shuriken ormai tornato normale, gocce del sangue di Isshin caddero sul pavimento bianco, uno degli scienziati si avvicinò Kohaku annuì in direzione e quello prelevò più campioni di sangue possibile dal pavimento. Poco dopo lo portarono via.