Casa di Ryoku Onigashi

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    Descrizione casa:
    Una normalissima casa come se ne vedono all’interno del villaggio della sabbia, ha una forma circolare e il tetto è a forma di cupola.
    La porta è fatta da legno rinforzato da leghe metalliche, varcata la soglia vi si può trovare, davanti a se, un tavolo in legno posto davanti ad una finestra e ai suoi lati due sedie in legno, sulla sinistra si può vedere la cucina, molto modesta con affianco un frigorifero, e a due passi sempre mantenendo la sinistra vi è la stanza degli ormai defunti genitori del ragazzo, che non viene aperta ormai da tanto.
    Invece alla destra possiamo trovare la porta con la stanza di Ryoku, purtroppo vi è un solo letto, le ristrettezze economiche dell’orfano non gli permettono di più.
     
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    -Hanzo Watanabe; -Pensato Hanzo; -Parlato Ryoku; -Parlato altri



    Il giovane Ryoku
    1.

    Lavorare, lavorare, lavorare: infinito verbale che oramai Hanzo aveva tatuato sul copri fronte al posto delle classiche nuvolette del proprio Villaggio. Da quando era stato promosso a Chuunin, il Samurai non aveva conosciuto un solo momento di libertà. La promozione al rango superiore gli aveva certamente garantito alcuni privilegi come uno stipendio più elevato e la possibilità di poter viaggiare tra i grandi Paesi anche in solitaria; eppure quella promozione comportava degli oneri che pressavano il Samurai al punto di porlo sull'orlo di una crisi di nervi. Dopo due settimane di interscambio tra guardia sulle mura e vigilanza tra le strade, il suo superiore lo aveva incaricato della protezione di alcuni mercanti di una casa editrice della Nuvola che produceva libri scolastici per l'accademia ninja di Suna. Nulla di complicato e stressante, da questo punto di vista - i libri erano a buon mercato, dunque nessuna merce rara che faceva gola a qualche farabutto - eppure il viaggio tra Kumo e Suna lo impegnò per giorni e il clima del deserto - così volubile - lo debilitò non poco.
    -Dopo questa sfacchinata, chiederò qualche giorno di permesso,- arrivò alla conclusione il Samurai. Hanzo stava aiutando i mercanti a consegnare il materiale prendendolo di peso dal carretto e portandolo all'interno dell'accademia e consegnandolo in mano al responsabile dell'ufficio scolastico. Non era obbligato in questa mansione, ma avrebbe fatto di tutto pur di finire il più presto possibile e tornare nelle terre umide - e meno calde - del Villaggio della Nuvola.
    -C'è un'ultima cosa da fare, - disse Satoshi, il responsabile della consegna. Dalla voce sembrava anch'egli volenteroso di concludere quanto prima la consegna per poter scappare da quel Villaggio dal clima così inospitale. Satoshi, ora che Hanzo lo osservava meglio, aveva anche il kimono e la barba piene di sabbia, forse a causa di qualche inciampo in strada.
    -Cosa?
    -Avremmo dovuto avere un appuntamento con uno dei maestri dell'Accademia. Ogni volta che consegniamo i libri, facciamo una piccola dimostrazione di alcune tecniche basilari scritte sul libro agli studenti, ma quest'anno c'è stato un imprevisto. - Hanzo grugnì al termine "Imprevisto". Imprevisto voleva dire che avrebbero perso ancora più tempo lì e che, quasi certamente, non si sarebbero rimessi in viaggio prima dell'indomani mattina. Satoshi si rese conto dell'espressione scocciata del Samurai e mise la mani in avanti: -Non è assolutamente colpa mia, ma il maestro dell'Accademia ha dovuto prendere un giorno di ferie per motivi familiari e gli altri maestri e ninja di Suna hanno già lavori assegnati, quindi il responsabile dell'aria scolastica sta pensando di spostare la dimostrazione a domani, a meno che...
    -Sì, lo farò io.
    Hanzo aveva intuito dove volesse andare a parare Satoshi, il quale, con una retorica perdente, voleva convincere Hanzo di prendersi a carico un'altra mansione non richiesta dalla missione. Ma Hanzo non aveva bisogno d'esser convinto: se andarsene presto da quel villaggio voleva significare fare qualche giochino con le arti magiche, tanto valeva farlo e togliersi il pensiero.
     
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    L’allenamento del giovane neofita era finalmente terminato, forse più per benevolenza e per impegno che per merito, dopo aver recuperato i campanelli il ragazzo saluta il suo avversario e temporaneo maestro e decide di ritornare a casa, dunque dopo aver ridato gli attrezzi ninja decide di incamminarsi per tornare a casa, e passo dopo passo imbocca la strada per il ritorno, da quel luogo a casa sua era una bella scarpinata, il tempo per riflettere lo avrebbe avuto.
    Accidenti… seppur un semplice esame devo dire che è stata tosta pensò sono realmente pronto per tutto ciò? passeggiando e perdendo lo sguardo nel vuoto, quasi come se tutto ciò che vi fosse intorno non esistesse Se penso che in questo mondo ci sono esseri così forti mi sembra di non avere scampo, poi un tizio così forte per uno come me continuava a riflettere e intanto le immagini di quel combattimento e quella rabbia provata si presentavano continuamente, come un tormento, forse non era proprio soddisfatto del tutto Non potevo di certo avere speranza, almeno non da solo.
    Il viaggio del ritorno era un continuo ripensare e senza accorgersene arrivò alle porte del suo villaggio affondando le scarpe nella sabbia, anche i passi si fecero più pesanti e non solo per il territorio ma anche per la stanchezza, doveva tornare a casa e riposare assolutamente, con qualche mano alzata per salutare qualche conoscente il ragazzo arrivò finalmente alla porta di casa, prese la chiave dalla tasca con la mano destra e finalmente aprì la porta Eccoci… finalmente a casa disse con tono e viso stanco, chiuse la porta dietro di se e si avviò al tavolino, precisamente alla sedia, dove sedette lasciando quasi il corpo scivolarvi sopra forse dovrei mangiare qualcosa… ma ci penserò tra poco disse
     
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    Il giovane Ryoku
    2.

    Satoshi era un ragazzo davvero bizzarro: aveva passato il tempo a correre avanti e indietro per tutta Suna, dispensando scuse e ringraziamenti a chiunque nel raggio di cento metri da se. Mi aveva preso sotto sequestro, ordinandomi di non abbandonarlo perché aveva il terrore io tardassi all'evento. Nel giro di un paio d'ore, Satoshi era riuscito ad arruolare un numero considerevole di persone per pulire l'aula addetta alle conferenze e pubblicizzare la dimostrazione. A quanto sembrava, era davvero appassionato per il suo lavoro: ogni qual volta il ragazzo spiegava cosa si sarebbe dovuto fare, aveva un fuoco negli occhi che riusciva a galvanizzare anche me. Nel giro di poco tempo, anche un militare del mio calibro era sull'attenti, agli ordini di Satoshi, per disporre i fiori in questo o quell'altro angolo.
    I ragazzi invasero l'Accademia. Essendo stato un evento spostato all'ultimo minuto, non credevo ai miei occhi come così tanti bambini fossero accorsi. A quanto pare, le parole e il carisma del giovane editore avevano influenzato anche i genitori dei ragazzi. Una volta riempita la sala, le attenzioni di Satoshi si posarono su di me. Poggiandomi una mano sulla spalla e avvicinandosi con la sua fronte alla mia, volle accertarsi che io avessi capito tutto.
    -Allora, sai cosa fare?
    -Certo, - risposi facendo spallucce. -Devo solo far vedere loro qualche tecnica base e il gioco è fatto. Tu guidali, che sei bravo.
    Incitarlo era la mia unica speranza a smuovere la situazione e fargli fare la maggior parte del lavoro. Io mi sarei limitato alla dimostrazione pratica.
    -Buongiorno a tutti, ragazzi! - esordì allargando le braccia. Del pubblico, a parte i pochi adulti presenti, i ragazzi mostravano una certa irrequietezza. Satoshi non demorse, cercando un approccio più interattivo. -Ragazzi e ragazze, chi di voi vuol diventare un ninja?
    Alla domanda, tutti esultarono. Satoshi aveva acceso i loro animi ed aveva certamente catturato la loro attenzione.
    -Sapete che sui nuovi libri da cui studierete ci sono tante tecniche e informazioni fondamentali per diventare Genin? Hanzo, qui, è un ninja della Nuvola ed è uno spadaccino fortissimo. Indovinate lui da dove ha imparato le prime tecniche? Ovviamene su questo libro. Avanti, Hanzo, perché non fai vedere qualche tecnica?
    Io sbuffai alle sue parole. Ma quando mai avevo studiato dal suo manuale? Comprendevo che l'idea di stimolare che quei giovani alla lettura del suo nuovo lavoro editoriale era la priorità, ma non sapevo neanche cosa ci fosse scritto lì dentro. Perché doveva mettermi in difficoltà? "Quanto meno avrebbe potuto farmelo sfogliare, maledetto di un Satoshi."
    Guardai in malo modo l'editore. Quel tizio stava veramente cominciando a darmi sui nervi. Ma il pubblico di ragazzi sembrava esigere sempre di più, entusiasta dalle parole piene di speranza dei ragazzi; in più, io volevo solo far le cose velocemente per andare a casa, quindi annuii.
    Mi posi davanti alla cattedra dietro cui Satoshi parlava. Se una tecnica accademica volevano, sapevo quale dare loro.

    Henge No Jutsu - Tecnica della Trasformazione
    GVoe
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa Tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo di un cucciolo di cane o più grande di un orso.
    Siccome la Tecnica non cambia il peso dell'utilizzatore bisogna fare attenzione, ad esempio sarà infatti possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma sarà poi impossibile lanciarlo in assenza di un bonus alla Forza. Eventuali Armi possedute dal Ninja saranno utilizzabili solo se non camuffate tramite questa Tecnica. Questa è considerata la Tecnica di livello E più difficile da apprendere, difatti solo un Genin molto abile sarà capace di replicare alla perfezione l'aspetto di qualcuno, mentre inizialmente sarà possibile ad un occhio attento notare diverse imperfezioni.
    La Tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Se utilizzata a fini investigativi durante le Missioni, la Tecnica non avrà Consumo.

    Consumo: 1 (A Turno)


    Concentrando una modesta quantità, trasformai la mia immagine fisica replicando l'aspetto di Satoshi. Unica differenza: un gran naso rosso. I bambini risero, ma Satoshi sembrò non apprezzare in uno sguardo alla «dopo facciamo i conti». Poi si rivolse ai ragazzi:
    -C'è qualcuno tra il pubblico che vorrebbe replicare? Hanzo, qui, vi giudicherà.



    Chakra: 135-1= 134


    Edited by Thorin. - 5/12/2022, 14:43
     
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