Missione Kaori Mitarashi & Kaede Nakayama

"Ma ti senti? Il tuo stile di combattimento è vomitare merda addosso agli avversari e hai il coraggio di parlare?"
La donna era adirata e tutto a un tratto si trovò a bramare di togliere la vita a quella sozzura che aveva osato ferirla in quel modo. Alzandosi in piedi si leccò lentamente le labbra osservando l'ambiente circostante. Con un profondo sospiro decise il da farsi.
"Ma poi quanto sarai sfigato? Rivelare così il tuo asso all'avversario? Tu mi senti solo perché lo voglio io. Sei solo un insetto sulla mia strada, levati!"
Dopo quell'ultima parola andò a interrompere la schermatura espellendo il proprio chakra attorno a sé, di modo che tutti i rumori prodotti dal suo corpo fossero perfettamente isolati. Lo sguardo di stupore dell'altro la riempì di gioia, così come il vederlo voltare il capo a destra e sinistra. Lei scattò verso il muro per poi risalire grazie al controllo del chakra fino all'alto soffitto che sfruttò per ridurre le distanze. In preda al panico l'altro emesse diverse serie di ragnatele attorno a sé, ma Kaori arrivò esattamente sopra di lui senza che a quello venisse il timore di un attacco dall'alto.
"Fine dei giochi!"
Piegandosi sulle gambe la ragazza si diede uno slancio verso il basso e quando lo spostamento d'aria avvertì l'avversario del suo arrivo era ormai troppo tardi. Nel suo pugno destro era stata concentrata una ingente quantità di chakra e quando lo scaricò ai danni dell'avversario avvertì perfettamente i suoi tessuti squarciarsi ed andare in frantumi.

Atterrando sul corpo agonizzante, la donna si posizionò con le ginocchia a bloccare il petto. Le lame celate andarono per precauzione a recidere i tendini dei bicipiti delle 5 braccia non completamente devastate dal suo pugno, così che in un ultimo impeto l'altro non potesse tentare di fare qualche gesto avventato.
"Molto bene, adesso mi aiuterai a capire qualcosa di che cazzo sta succedendo..."
Tornando visibile si rivolse alla sua vittima con un sorriso malvagio e pur non potendo decifrare i rantoli di lui, gli schiaffò la mano destra sulla fronte e con un profondo respiro si immerse come una trivella nella sua mente. C'erano diverse strategie per penetrare la mente di una persona e in base alle situazioni si poteva scegliere la prudenza ed aprire la porta della mente come con un grimaldello oppure la forza e andare con il piede di porco. Kaori negli anni aveva imparato a padroneggiare tutti i tipi di tecniche, ma in quella situazione aveva fretta e le servivano risposte rapide. Non avrebbe usato né il grimaldello, né il piede di porco, ma avrebbe direttamente demolito la porta facendo saltare in aria la stanza. Non avrebbe avuto modo di accedere ai dettagli e di recuperare tutte le informazioni che quella mente conteneva, ma si sarebbe diretta rapidamente a ciò che le interessava.
"Oh, dunque le cose stanno così...che seccatura, sembra che sarà impossibile non uscire allo scoperto. Magari nel marasma della confusione nessuno noterà la mia presenza. Difficile, ma nel caso basterà fare fuori tutti gli ostaggi. Se sono anche solo la metà della feccia che è Kenpachi farò solo del bene al mondo."
I ricordi del mukenin le avevano permesso di unire tutti i puntini. Aveva ripercorso il momento in cui un paio di settimane prima avevano aggredito il vero Kazuya per poi rimpiazzare con i loro compagni buona parte dei membri della sicurezza. Il momento in cui avevano posizionato le bombe carta sotto alle sedie che sarebbero state delle guardie del corpo e il modo in cui avevano evitato di metterle soltanto ai membri delle prime file, che erano il loro vero bersaglio e che non volevano rischiare facessero una brutta fine per un fortuito scambio di sedie. Del resto degli uomini non fregava loro molto, quale che fosse la fine che avrebbero fatto. Ovviamente il piano prevedeva di massimizzare il guadagno recuperando tutta la merce possibile e rapendo i nomi più grossi, così da aver modo di poter rivendere tutto con la garanzia di impunità, dato che nessuno degli organizzatori avrebbe osato fare mosse avventate fino a che avessero avuto loro le mani su quei pezzi da novanta. Uns volta venduto tutto avrebbero poi chiesto ingenti riscatti per poi essere abbastanza ricchi da poter sparire facendo perdere le proprie tracce.

Non c'era che dire se l'erano studiata bene, ma purtroppo Kaori non poteva permettere che il loro piano filasse liscio, perché in quel caso si sarebbe trovata priva di condensatore.
Afferrando il mukenin ormai quasi morente per i capelli andò a concentrare il proprio chakra sulla mano aspirando al contempo dalla bocca. Gli avrebbe potuto fare comodo una traccia di chakra di quell'uomo.

Ancora nei panni del traditore della sicurezza si mosse verso il palchetto in cui tutto era cominciato. Kaede non si trovava più lì, evidentemente aveva trovato un posto sicuro in cui portare il suo protetto. Lei recuperò il corpo di Tokimune che si caricò in spalla e prese la via del cunicolo. Eliminare tutti gli avversari si sarebbe potuta rivelare una scocciatura anche per lei, ma con un po' di fortuna non sarebbero ancora fuggiti e li avrebbe raggiunti nella stanza sicura in cui veniva tenuta la merce. Grazie al suo aspetto non avrebbe attirato particolari sospetti e magari sarebbe riuscita a trafugare il condensatore senza dover spargere neanche una goccia di sangue.
"E ti pareva, mai che me ne vada una giusta. Se ne sono già andati, che scocciatura!"
Raggiunto di corsa il cunicolo, evitando i pochi scontri ancora in atto, la donna aveva infine raggiunto il suo obiettivo, ma contrariamente a quanto sperato era evidente come tutta la merce fosse stata racimolata in fretta e furia, ad aspettarla non c'era infatti altro che una stanza completamente vuota. Eccezion fatta per una figura dai capelli rossi che le era ormai familiare e che sembrava essere rimasto con un palmo di mosche come o addirittura più di lei.
"Guardalo là lo stronzetto, a quanto pare non sono l'unica a cui sta andando tutto storto..."
"Hey, hai perso il signor Kitame? Non è che per caso hai visto dove sono andati Kazuya e il suo entourage?"
Doveva dare per scontato che il rosso non avesse idea di cosa stesse succedendo in realtà e voleva rendergli le cose semplici nel caso avesse avuto a disposizione qualche informazione utile.

"Levati dal cazzo se non vuoi fare la stessa fine dei tuoi compari!"
Il benvenuto del Mukenin dai capelli rossi fu tutt'altro che accogliente e in men che non si dica l'uomo si trovò a far fuoriuscire una specie di strano paletto dal palmo, per poi andare ad assumere una posizione difensiva. Dapprima Kaori strabuzzò gli occhi, poi si rese conto che con quell'aspetto era logico che l'altro non avesse modo di riconoscerla e dapprima sorrise, per poi esplodere in una fragorosa risata.
Ritira gli artigli tigre, non sono un nemico... Ma forse tu mi riconosci meglio così!"

Avanzando di un paio di passi in direzione del rosso, la ragazza andò a modificare il proprio aspetto tornando ad assumere il ruolo di Kanade, l'immaginaria guardia del corpo con le cui fattezze l'uomo l'aveva conosciuta.
"Credo di doverti davvero delle scuse questa volta. Fin dal principio abbiamo giocato con te e Kitame come con dei burattini per ottenere il nostro scopo. Ma non ho mentito quando ho detto che non era da noi che avresti dovuto proteggerlo e la sua fine dovrebbe esserne la prova..."
Concluse quella frase con un cenno al cadavere che portava in spalla. Purtroppo non aveva molto tempo, secondo quanto appreso dalle memorie del mukenin e di conseguenza non poteva permettersi di perderne troppo per dar tempo a Kaede di razionalizzare tutto quello che stava accadendo spiegandogli con calma ogni cosa, quindi si limitò a un brusco riassunto accompagnato da un ulteriore shock che sperava avrebbe sortito l'effetto dovuto.
Continuando a muoversi verso il rosso andò ad annullare la trasformazione perfetta ritornando ad assumere le sue reali sembianze.
"Il mio nome è Kaori Mitarashi e sono la leader delle Yukitora. Era nostra volontà muoverci in sordina, prendere quello che ci interessava e levare le tende, ma tant'è. Le cose stanno così, i tizi che hanno rapito il tuo bersaglio sono bene organizzati. Sono almeno cinque mukenin di livello C tre di livello B e il loro capo è di livello A. Ad essere onesta potrebbe essere una seccatura eliminarli tutti da sola, quindi se sei disposto a darmi una mano prometto che ti aiuterò a portare il signor Kitame a casa sano e salvo. In caso contrario io ho salvato la vita a te, tu l'hai salvata a me, siamo pari e sconosciuti come prima."
Mentre la giovane finiva di parlare una serie di nuove esplosioni e di grida proruppero dal cunicolo da cui era arrivata. Quello era proprio il limite temporale che temeva da prima.
"Ah dimenticavo, questi devono essere i rinforzi mandati dall'organizzazione dell'asta. Sarà meglio che tu decida prima che arrivino. Dovrebbe esserci un cunicolo da cui sono fuggiti all'esterno. Tutte le pareti qui sono schermate, ma una volta all'esterno scoprirò dove si trovano in un attimo. Non erano tutte bugie quelle che ti ho raccontato, sono veramente un fenomeno nei Jutsu percettivi!"

Sul carro in testa, il mukenin che lo dirigeva stava ridendo in maniera sguaiata. La mano aperta andò a cozzare con quella del suo compare e per un attimo lasciarono andare i nervi. Erano appena riusciti in un'impresa che tutti consideravano impossibile e negli anni a venire sarebbero probabilmente stati ricordati come delle leggende. Il piano era naturalmente merito del genio strategico del loro capo, che aveva passato gli ultimi tre anni a preparare il terreno per quello che avevano messo in scena quella notte. Era stato assunto come semplice addetto alla sicurezza, nascondendo a tutti le proprie abilità, per poi stringere un legame con il capo Kazuya che vedeva in lui qualcuno in cerca di un mentore. Chissà cosa aveva pensato quando Fujima gli aveva mangiato il cervello, effettivamente si era comportato proprio da mentore ideale, dando la sua vita per il successo del suo allievo. Su consiglio di Fujima nel corso degli anni erano stati assunti tutti gli uomini che voleva infiltrare nella sicurezza, così che una volta preso il posto di Kazuya non gli restò che assumere qualche taglia gola che nemmeno aveva idea di chi fossero realmente e quale fosse il loro piano. Il pensiero dell'uomo andò a Ume, lui e Kaku avevano senz'altro assunto il ruolo più rischioso dovendosi occupare dello scatenare e mantenere il caos nella sala, qualche buon combattente sarebbe probabilmente stato presente e se i rinforzi dell'asta fossero giunti sarebbe stato impossibile fuggire. Ume però era sicuramente il migliore di loro nel combattimento, escluso ovviamente il capo, e se c'era qualcuno che poteva occuparsi di quella situazione portando a casa la pellaccia, di certo era lui.

"D'accordo Kaori.. e spero questo sia davvero l'ultimo nome ed aspetto che dovrò affibbiarti. Seguimi, sono andati di qui."
Kaori si trovò a sorridere alle parole del rosso, sembrava un po' risentito dalla situazione e di certo non poteva biasimarlo. Se si fosse trovata lei al suo posto probabilmente avrebbe reagito con molta meno tolleranza, ma così come aveva imparato a conoscerlo il giovane sembrava essere veramente permeato da un muro di gomma emozionale che assorbiva tutto ciò che gli arrivava e in quella situazione risultò in un vantaggio per entrambi. Senza perdere altro tempo la ragazza di limitò ad annuire e seguire l'improvvisato compagno in un tunnel aperto in un muro che era evidentemente una via di fuga studiata per quelle emergenze. Peccato che vista la situazione si fosse rivelato essere la perfetta via di fuga per i malviventi.
"Spero tu non abbia paura delle altezze, qui fuori ci aspetta il nostro mezzo di locomozione."
"Oh, servizio completo. Quindi la tua è una maschera, in realtà sai perfettamente come fare felice una ragazza. Non ti preoccupare adoro i volatili e mi sforzerò di tenere a bada le vertigini."
La ragazza non aveva mentito, veramente aveva sempre adorato i volatili e per mesi si era arrovellata dopo l'esame su quale contratto stipulare. Aveva scelto le serpi per questioni familiari e anche se non se ne era mai pentita, aveva sempre apprezzato il senso di libertà che dava il volo e da regolare era sempre felice di incontrare compagni di squadra che le dessero un passaggio sulle loro creature.
"Comunque.. sono Kaede Nakayama. Faccio parte anche io di un'organizzazione.. in un certo senso.. il Covo."
Nell'udire quelle parole la ragazza si irrigidì per un momento, era una strana coincidenza che si fosse trovata ad avere a che fare proprio con qualcuno del Covo. Però il ragazzo non sembrava proprio essere sulle sue tracce e a giudicare dalla traccia del suo chakra non sembrava certo essere un pezzo grosso. Sperava vivamente che dopo averla vista tenere testa all'albino, se proprio il Covo avesse voluto mettere qualcuno sulle sue tracce almeno avrebbe messo una pedina un po' più impegnativa da schiacciare di quella.
"Oh, quindi sei un amichetto di Supaku? Salutamelo se lo vedi e digli che mi spiace di non aver più avuto sue notizie dopo il nostro ultimo incontro..."
Lasciò cadere la frase nel vuoto, giusto per vedere l'eventuale reazione, ma era quasi certa che non avesse idea di cosa intendesse e di quale fosse l'incontro cui si riferiva. In caso contrario se ne sarebbe accorta e lo avrebbe ucciso, anche perché ormai avevano raggiunto l'esterno e con un sospiro di sollievo aveva potuto aprire il proprio occhio interiore. Se avesse mentito lo avrebbe saputo.

"Decisamente non è quello che mi aspettavo!"
All'arrivo del volatile, Kaori rimase interdetta. Quella bestia non aveva nulla a che fare con quelle maestose che le avevano fatto cavalcare Supaku e Oni-Baku. Sembrava più una figura spettrale e spennacchiata, ma sarebbe stato scortese farlo notare e così senza dire nulla segui l'altro a cavallo dell'evocazione ed alla sua richiesta prese le redini della situazione.
"Fuori dalla città, vai verso nord ovest!"
Librandosi nella scura notte non dovevano avere paura di poter essere scorti, se già l'altezza non offrisse adeguato riparo quella notte era pure assente la luna e di conseguenza erano avvolti solamente dalle tenebre.
"Hai un piano?"
"Me lo stai chiedendo sul serio? Io ho sempre un piano! Se permetti..."
Avvicinandosi fece per poggiargli la mano destra sulla nuca. In quella maniera avrebbe condiviso con lui la vista del suo occhio interiore, se anche era piuttosto gelosa di quella che reputava come una parte intima di sé, non c'era tempo per perdersi in lunghe spiegazioni, con il rischio che lui non capisse cosa doveva fare e finisse per fare un macello.

La mente del ragazzo si sarebbe riempita di una quantità immensa di informazioni e quasi sicuramente in prima battuta si sarebbe trovato disorientato, ma avrebbe dovuto imparare in fretta.
"Lo so, la prima volta è strano per tutti. Concentrati sulle presenze vicine, quelli che abbiamo davanti sono i nostri bersagli. Le presenze ammucchiate sono gli ostaggi, vedi quanto sono esili? La fiammella più brillante dev'essere il loro capo, potrebbe essere una bella gatta da pelare in uno scontro aperto. Gli altri cinque più o meno sono al tuo livello, niente di preoccupante."
Smettendo di parlare continuò a mantenere la trasmissione di modo che l'altro avesse modo di capire bene quello che gli aveva appena detto.
"Ok, ora mi servi bello concentrato. Vedi quelle luci la sotto? Sono loro, da qui non si capisce bene, ma sembra un vecchio capannone industriale, poco importa. Volevi sapere il piano? Eccolo: entriamo, ammazziamo tutti e ce ne andiamo ognuno per la sua strada. Al mio segnale fai irruzione dal lato opposto a quello dove si trovano gli ostaggi. Mi raccomando è importante o rischiamo che il tuo Kitame ci lasci le penne!
Dette quelle parole interruppe la trasmissione spirituale e si allontanò di qualche passo, solo allora si accorse di avere ancora il corpo di Takimune in spalla e con delicatezza lo depositò sul dorso del volatile.
"Quasi dimenticavo, puoi tenerlo al sicuro per piacere? Tranquillo Nakayama vedrai che ti faccio tornare a casa vivo per cena. Ci vediamo dall'altra parte!"
Con un sorriso stampato sul volto fece un piccolo balzò indietro e il suo corpo cadde nel vuoto, mentre veniva circondato da un'aura violacea composta di chakra. Protendendosi verso il basso lasciò che il vento le scompigliasse i capelli e si trovò a gioire dell'adrenalina data dal vuoto, una volta arrivata a una cinquantina di metri da terra, l'aura attorno a lei andò a concentrarsi sugli arti sotto forma di ali e leggiadramente il suo corpo rallentò per poi andare ad atterrare ad una distanza tale dal capannone da non rischiare di attirare l'attenzione.

Una volta a terra la ragazza prese un bel sospiro e sganciando Kaito dalla cinta la prese in mano dall'elsa, mentre si incamminava verso il capannone e le sue fattezze andavano a trasformarsi in quelle del bestione spara ragnatele. Aveva già in mente la storia da raccontare agli altri membri della banda per giustificare l'assenza dell'altro mukenin e al contempo guadagnarsi un bel po' di gratificazioni.
"Si entra in scena!"

A passo malfermo si diresse verso l'ingresso del capannone, la mano destra a comporre da sola i pochi sigilli necessari ad aprire un canale telepatico con Kaede e Kitame.
"Ciao bel tenebroso! Sì sono nella tua testa, no non te la sto incasinando tranquillo. Signor Kitame la prego di non dare modo agli altri di accorgersi di cosa sta accadendo, non ha le allucinazione stiamo venendo a salvarla, quindi per favore quando inizierà il casino si stenda a terra e si copra la testa e non si muova da lì finché uno dei due non le dà il permesso di farlo."

Prima che avesse modo di arrivare all'ingresso, la porta si aprì e uno dei mukenin uscì andandogli incontro.
"Ume, sapevo che ce l'avresti fatta! Dov'è Kaku?"
Kaori fece assumere al volto un'espressione cupa, mentre la testa si muoveva lentamente a fare segno di no con la testa. Anche l'altro uomo si rabbuiò e tirò un calcio al terreno in gesto di stizza.
"Purtroppo ci sono stai un paio di elementi imprevisti, mi hanno dato un bel filo da torcere e non sono riuscito ad aiutarlo."
La risposta arrivò mentre i due entravano nel capannone e quello che credevano essere Ume veniva acclamato dai compagni.
"Kaku era un compagno fedele, ma non hai nulla da recriminarti. Eravamo tutti consapevoli dei rischi e voi due avete ricoperto il ruolo più pericoloso. Credo che siate tutti d'accordo che la parte di bottino di Kaku vada a Ume! Ora però smettiamola di usare i nostri nomi o qualcuno di quelli nel carro potrebbe anche sentirli."
Tutti gli altri membri del gruppo acconsentirono e interruppero per un attimo le loro mansioni per festeggiare la riuscita del piano ora che anche l'ultimo loro membro era tornato.
Da una cassa vennero tirate fuori delle bottiglie di birra e Kaori quasi si dispiacque per quello che di lì a poco sarebbe successo a quell'allegro gruppetto. I mukenin erano per lo più radunati al margine del capannone, mentre il carro con gli ostaggi si trovava nella zona diametralmente opposta, la situazione era veramente perfetta per ridurre al minimo la possibilità che Kitame potesse rimanere coinvolto nella battaglia che di lì a poco si sarebbe scatenata. Kaori doveva ammettere che quei tizi se l'erano proprio studiata bene, quel luogo era solo un punto d'incontro dove riorganizzarsi e poi probabilmente si sarebbero divisi per limitare la possibilità di essere scoperti. Qualcuno si sarebbe occupato degli ostaggi e qualcun'altro della mercanzia. Ovviamente avendo tutti quegli ostaggi influenti per far leva sul Mercato Nero, difficilmente avrebbero mandato qualcuno con il rischio che agli ostaggi potesse capitare qualcosa. D'altra parte invece avrebbero potuto sfruttare la cosa per guadagnare tempo e vendere la mercanzia rubata senza doversi preoccupare dei controlli del Mercato Nero e una volta intascati i soldi dei riscatti sarebbe bastato loro sparire ognuno per la sua strada godendosi il suo gruzzolo.
"Me la sono vista brutta, ma nel male sono a recuperare questa da una delle guardie del corpo. Sembra un'arma eccezionale, la lama è di ghiaccio eppure è più resistente delle mie armi. Penso che potremo farci un sacco di soldi"
Nel dire quelle parole si era avvicinata al capo e gli aveva mostrato la lama di ghiaccio che ancora portava in mano.
"Dannazione vecchio mio, bel colpo. A prima vista se la gioca con alcuni degli oggetti dell'asta. Ben fatto!"
Un moto di rabbia percorse la donna, non riusciva a sopportare che l'eredità lasciatale da suo padre venisse messa alla stregua di qualche oggetto rubato. Certo alcuni di quelli avevano un valore inestimabile, ma anche la sua lama di ghiaccio andava ben oltre a quello che il mukenin avrebbe mai potuto immaginare.
Una rapida occhiata intorno a sé le permise di analizzare al meglio il da farsi. Due uomini stavano ora discutendo attorno a delle mappe sul tavolo erano entrambi pezzi piccoli e si sarebbe occupata di loro più tardi. Altri due stavano parlando con il ninja che l'aveva accolta e che sembrava un buon amico del tizio di cui aveva preso le sembianze. Lui doveva essere un mukenin di livello B, ma poteva sperare in un momento di esitazione prima che decise di alzare le armi verso il suo amico. Un secondo mukenin di livello B di trovava a una mezza dozzina di metri da lei e stava scartabellando un dossier alla ricerca di qualcosa. Il vero problema poteva essere rappresentato solo dal boss che aveva davanti, ma a risolverlo ci avrebbe pensato Kaede. Considerò che avrebbe potuto eliminare due avversari prima che potessero accorgersi di cosa stesse accadendo, ma una volta fatto fuori il capo eliminare gli altri sarebbe stata una passeggiata.
"Ora Kaede! Spacca tutto, creami un bel diversivo!"

Il capo della banda osservava la lama di ghiaccio con evidente interesse e Kaori cercava di temporeggiare per evitare che l'altro cedesse alla tentazione di mettervi sopra le sue manacce. Per sua fortuna l'improvvisato compagno giunse in suo soccorso facendo esattamente quello che si aspettava da lui.
"Beh, non c'è che dire, è decisamente bravo a fare casino."
Una serie di esplosioni avevano squassato il capannone e tra la polvere e i detriti la visuale dei mukenin venne per un attimo totalmente coperta. Kaori cominciò a far vorticare una modesta quantità di chakra all'interno del suo corpo in maniera tale da renderlo più rapido e forte in vista dello scontro imminente e chiuse la comunicazione telepatica per portare tutta la concentrazione sullo stesso.

"Mi dispiace.. ma avete qualcosa che mi appartiene."
Entrando in volo da una voragine che le esplosioni avevano generato sul muro, Kaede era andato a posizionarsi su uno dei macchinari che una volta facevano probabilmente parte della linea di produzione del capannone ormai dismesso e superando le aspettative della stessa Kunoichi era riuscito a tirare fuori una spacconata da vero duro che per poco non la fece scoppiare a ridere.
"LEVATE DI MEZZO QUEL MOSCERINO!"
Il volto di Fujima era trasfigurato dalla rabbia. Ormai la polvere si stava depositando e così, nonostante la poca visibilità data dalle lampade accese dai mukenin, era riuscito a riconoscere l'aggressore. L'uomo maledì sé stesso per quell'errore da novellino. Kitame e le donne che erano con lui non facevano parte del piano, avrebbero dovuto rapire solo i ricconi in prima fila, trovarlo nella stanza della merce rara però aveva rappresentato un affare fin troppo allettante per lui e alla fine aveva ceduto all'avidità. Aveva avuto un brutto presentimento quando pugnalando la guardia del corpo del vecchio, quella era esplosa in una nube di fumo, ma lo scontro imperversava ancora nella sala principale ed era convinto che i suoi uomini lo avessero ormai fatto fuori. D'altronde Ume aveva fatto ritorno e non aveva parlato di quel tizio o di eventuali sopravvissuti. Il suo cervello si trovò a ragionare in fretta, Ume era la chiave. Si chiedeva perché non gli avesse detto nulla a proposito di quel ninja. Purtroppo per lui prima che avesse modo di arrivare alla più logica delle conclusioni, una lama di ghiaccio gli spuntò dal petto e con un mugugno di dolore non poté fare altro che accasciarsi al suolo.
"Uno!"
Mentre Fujima osservava l'aggressore e rifletteva sulle implicazioni di quell'attacco, Kaori aveva estratto la lama di ghiaccio e con precisione chirurgica aveva infilzato il corpo del mukenin all'altezza del cuore, ruotando la lama l'aveva poi estratta portando la sua attenzione sul suo secondo obiettivo. L'uomo aveva un'espressione esterrefatta sul volto e Kaori fece assumere al volto, che l'altro vedeva come quello di Ume, un sorriso malvagio. Senza comprendere cosa stesse succedendo l'uomo iniziò a comporre una serie di sigilli, ma prima che potesse aver finito la loro esecuzione la testa gli si staccò letteralmente dal corpo volando poco lontano. Kaori ormai oltre il suo corpo con la lama pregna di sangue. Il rapidissimo scatto che aveva compiuto le aveva permesso di scagliare quel fendente senza che l'altro nemmeno se ne accorgesse ed il corpo andò a compiere ancora un sigillo prima di accasciarsi a terra.
"Due!"

Ormai la mattanza era cominciata e così come le era stato insegnato all'interno delle squadre speciali, quando inizi uno scontro devi assicurarti di essere in grado di vincerlo e chiuderlo il prima possibile. Un avversario morto al primo colpo era un avversario che non avrebbe mai potuto rappresentare un problema. Pulendo la lama di ghiaccio sui resti del mukenin, portò la mano sinistra alla tempia concentrandosi su uno dei due mukenin che con l'attenzione a Kaede stavano per unirsi all'offensiva nei suoi confronti. Ampliando la sua mente andò a penetrare in quella del più vicino dei due sventurati e distruggere le sue difese mentali fu per lei un gioco da ragazzi. Come una furia invase la sua mente e lo portò a mettere una mano nella borsa, tirando fuori da essa una cartabomba balzò in avanti vicino al compagno sorpreso e senza preavviso disse 'katsu'. L'ordigno che aveva in mano esplose lanciando pezzi dei due tutto intorno e Kaori si trovò a esprimersi in un'amara risata. Era ironico che le stesse cartebomba con cui avevano cercato in precedenza di ucciderli adesso avessero posto fine alle loro vite.

"Quattro!"
"Kaede-kun, che aspetti? Non credo che quei tre si ammazzeranno da soli, dai su forza non abbiamo tutta la notte!"
Lo sfottò diretto all'uomo del Covo serviva in realtà più ad attirare l'attenzione degli altri avversari, così da regalargli un apertura che avrebbe potuto sfruttare per per la sua offensiva.
"Merda!"
Si accorse ormai troppo tardi di cosa stesse accadendo e la mano in volo la travolse al petto strappandole l'aria dai polmoni e sbalzandola contro al muro del capannone. In una miriade di schegge di mattoni la schiena della ragazza cozzò violentemente e gemette, mentre la mano risaliva a cingerle la gola, continuando a tenerla fissata al muro.
"Ume maledetto... Anzi no, tu non puoi essere Ume, lui non ci avrebbe mai tradito così. Chi cazzo sei?"
La giovane imprecò tra sé, mentre Fujima si solleva da terra, un flusso di fibre nere a collegare la mano che aveva colpito Kaori al suo braccio. Il volto dell'uomo la perfetta espressione dell'odio.

Il cervello di Kaori cercava di elaborare le informazioni a sua disposizione il più in fretta possibile, per quanto non fosse certo facile vista la situazione. La mano al collo continuava a stringere e anche se con la sinistra cercava di liberarsi dalla presa, i tentativi risultavano vani.
"Pezzo di merda, ora tutto si spiega!"
Il chakra era andato ad irrorare gli occhi, attivando così il suo Doujutsu ed aiutandola a capire perché il bastardo fosse ancora in piedi nonostante gli avesse passato il cuore da parte a parte. La risposta era in effetti semplice e intuitiva, ne aveva altri che potevano sopperire al danno. Le era già capitato in passato di trovarsi ad avere a che fare con un mostro simile, proprio durante la missione in cui aveva per la prima volta fatto l'amore con il suo amato. In realtà all'epoca praticamente non lo conosceva e più che altro era stato sesso selvaggio tra due ubriachi, ma in ogni caso ne serbava uno splendido, seppur frammentario, ricordo. Anche il tizio che avevano affrontato all'epoca utilizzava quella specie di strane fibre nere per far fare cose strane ai suoi arti e anche in quell'occasione era rimasta quasi strangolata. La differenza di potenza tra i due però era soverchiante e come se non bastasse, mentre l'altro aveva 'soltanto' due cuori, questo ne possedeva ben cinque. Quattro dopo la passata di spada della kunoichi.

Lanciò una rapida occhiata a Kaede e rimproverò sé stessa per la sua leggerezza. Aveva lasciato il giovane ad affrontare tre avversari, ma secondo il suo piano originale sarebbe stata lei ad occuparsi del più ostico dei tre, lasciando a lui le scartine. Fortunatamente il ragazzo del Covo sembrava sapersela cavare e d'altronde tutti i membri di quell'organizzazione con cui aveva avuto a che fare erano tutt'altro che sprovveduti.
"Sembra che per dargli una mano dovrò prima togliere di mezzo questo qui..."
Nonostante le intenzioni, temeva che non sarebbe stata affatto una passeggiata avere la meglio con quell'avversario e mentre una serie di linee si dipanavano lungo il suo corpo a partire dal luogo in cui riposava il suo segno maledetto, al contempo il tatuaggio sulla spalla venne irrorato di chakra, pronto ad iniziare ad accumulare quello che sarebbe stato disperso nell'aria durante lo scontro.
'Kaito'rientrò nel fodero e subito dopo un movimento secco del braccio destro fece sì che la lama di ghiaccio tranciasse di netto le fibre che collegavano la mano avversaria al suo braccio per poi rinfoderarsi nuovamente. Mentre la donna atterrava ammortizzando l'impatto, con la mano sinistra si staccò la mano dal collo e la getto a terra con disprezzo.

"Touchè, temo che il tuo amico abbia perso la possibilità di dire la sua da quando lo hai lasciato solo soletto ad affrontarmi... Lui aveva un cuore solo!"
Annullando la trasformazione, Kaori tornò ad assumere le sue reali sembianze e piegandosi sulle gambe tolse i pesi che portava alle caviglie.
"Però anche tu non sei del tutto sincero con me Kazuya... O forse dovrei dire Fujime?"
L'uomo sputò per terra con disgusto e andò a strapparsi un ciuffo di capelli. Improvvisamente l'immagine composta del signor Kazuya scomparve e al suo posto si trovò a fronteggiare un uomo dalla corporatura più esile, ma dal volto scuro e poco rassicurante. Il suo corpo era ricoperto di strane cicatrici in tutto simili a quelle che ricordava addosso all'avversario con due cuori. Doveva trattarsi di una qualche particolare abilità, ma tutto quello che le interessava sapere era che se avesse distrutto tutti i cuori, il mostro sarebbe morto.

"Dannati rompi scatole, sono anni che lavoro a questa notte e poi spuntate voi due e iniziate a uccidere i miei compagni, mandando tutto in fumo... Sì, il mio nome è Fujima e la mia faccia è l'ultima cosa che vedrai prima di morire!"
"Oh, dovresti fare amicizia con Kaede-kun, anche a lui piacciono tanto queste spacconate, andreste d'accordo... A questo punto posso anche dirti il mio di nome, visto che mi pare chiaro che uno dei due morirà questa sera. Sono Kaori Mitarashi e vorrei dire che è un piacere scontrarmi con te, ma ad essere sincera è soltanto una scocciatura!"
Un ghigno malefico si era dipinto sul volto dell'uomo mentre lei parlava e per un istante assunse l'espressione di chi sa di avere la vittoria in pugno. Purtroppo per lui però Kaori sapeva perfettamente cosa stesse architettando visto che già una volta era finita nello stesso tranello ed in realtà aveva gettato la mano a terra proprio nella speranza che invece di recuperarla, l'altro sfruttasse la sua capacità di muoverla per tentare un attacco a sorpresa. Era certa che ne fosse in grado poiché la volta precedente per poco non ci rimaneva secca per colpa di quel trucchetto e voleva sfruttare quell'informazione a suo vantaggio.

La mano aveva recuperato un kunai dal cadavere precedentemente decapitato dalla giovane e si stava in quel momento lanciando alle sue spalle con l'obiettivo di ferirla mortalmente così come aveva provato a fare lei in precedenza. Un'occhiata le aveva però permesso di vedere la mano in arrivo e con un una piroetta evitò l'affondo per poi scattare in avanti verso l'avversario, il chakra suiton che si accumulava sulla mano destra a formare una lancia e un sorriso beffardo sul volto. Senza la mano collegata al corpo l'altro non sarebbe stato in grado di comporre sigilli per contrastare la sua lancia acquatica e grazie alla velocità cui si muoveva era certa di riuscire a portare a segno il colpo, avrebbe potuto contare un altro cuore in meno a carico dell'avversario.
Contrariamente a quanto non si fosse aspettata però Fujima non si preoccupò neanche per un istante ed al contrario non provò nemmeno a scansare il colpo, ma semplicemente si espresse in un sorriso beffardo, mentre una macchia scura si allargò sul suo petto nel punto in cui la ragazza era intenzionata a colpire. La lancia acquatica cozzò violentemente sulla cute scura e non riuscì a penetrarla facendo tremare tutto il braccio della kunoichi che imprecò tra sé, dovendo ammettere di essere stata fregata.
"Non così in fretta signorina!"

Il sudore imperlava la fronte della Kunoichi, che doveva ammettere di trovarsi difronte ad un avversario di tutto rispetto. Sicuramente l'avere quei cuori pulsanti nel petto gli dava un certo margine di vantaggio, se non altro gli aveva permesso di sopravvivere al suo primo letale affondo. Dubitava però che il colpo non avesse lasciato proprio nessun tipo di conseguenza sul suo corpo. Alla fine perdere un cuore avrà pur significato qualcosa per lui.
Purtroppo non aveva il tempo di fare troppe elucubrazioni mentali sulle implicazioni filosofiche e anatomiche della perdita di un cuore per un essere che ne possedeva cinque. Più che altro perché quello stesso essere stava sfruttando il suo essere scoperta per colpa del fallimento della precedente azione difensiva. Prima che l'altro potesse infierire su di lei, sollevò la mano sinistra e concentrando una ridicola quantità di chakra richiamò un getto d'acqua che colpì il mukenin disorientandolo.

Il flusso non procurò alcun danno all'uomo che venne però scaraventato indietro senza possibilità di portare una rapida offensiva.
"Finiamola con questi trucchetti, è ora di fare sul serio!"
Nel dire quelle parole la giovane poté osservare come tre dei quattro cuori restanti si fossero disposti verso le maschere che il mostro portava sulla schiena, facendole estroflettere dalla sua schiena fino a staccarsi del tutto dallo stesso, assumendo le sembianze di strani mostri i cui corpi sembravano interamente composti da quelle disgustose fibre nere.
Questo è decisamente disgustoso...Ma almeno gli è rimasto soltanto un cuore nel corpo. Se distruggo queste schifezze poi dovrei poterlo fare fuori!
Nel frattempo la sua mano destra era andata ad estrarre la lama di ghiaccio, mentre le gambe si muovevano a creare ancora un po' di distanza tra sé e l'avversario. Non sapendo di cosa fossero capaci quelle creature era meglio usare cautela.

"Adesso capirai l'errore che hai fatto a presentarti qui!"
Oddio, ti prego smettila. Penso che al prossimo cliché potrei mettermi a vomitare!
In tutta risposta a quelle parole, l'uomo sollevò la mano destra e le sue creature scattarono a gran velocità. Grazie allo shuhogan non faticava a seguirne i movimenti, ma doveva ammettere che erano piuttosto veloci. Una delle belve aveva raggiunto il soffitto, mentre le altre tre si erano dirette ai lati. Volevano chiuderla in una morsa e quando vide le tre maschere scagliare contemporaneamente tre ninjutsu di elementi diversi, non poté far altro che imprecare tra sé. Sollevò la lama di ghiaccio al cielo e andò a immettervi il proprio chakra, questa brillò e attorno a lei andò a formarsi la più potente delle sue difese.

Un sorriso si dipinse sul volto della giovane, mentre le tecniche delle sue creature si schiantavano contro la sua cupola, che non sembrava patire più di tanto quel genere di assalto. Ebbe modo di analizzare un po' meglio quel che stava succedendo, era evidente che l'altro sapeva utilizzare almeno quattro elementi, cosa che lo rendeva sicuramente insidioso nel campo dei Ninjutsu. Doveva ancora capire quali fossero le vere potenzialità di quelle creature, ma di certo avevano qualcosa a che fare sia con i cuori dell'uomo, sia con gli elementi. Era fermamente convinta a scoprire quali fossero i loro limiti ed al tempo stesso sperava che uno dei suoi ninjutsu più rapidi e potenti sarebbe stata la mossa giusta per farlo.
"Vediamo quanti piccioni riesco a prendere con una sola fava!"
Attese che l'assalto avversario terminasse e poi agì rapidamente, la cupola non aveva ancora finito di incrinarsi in una miriade di pezzi, che già la lama di ghiaccio si era diretta verso la bestia alla sua sinistra, da cui erano dipartiti i proiettili Katon. Un luccichio della lama accompagnò il formarsi di una moltitudine di petali di ghiaccio, che aprendosi a cono andarono inesorabili a colpire la bestia.

L'impatto fu duro e la creatura stava evidentemente soffrendo per il colpo subito. Lo hyouton con cui erano stati prodotti i frammenti nascondeva una particolare insidia e Kaori decise di restare a guardare cosa sarebbe successo prima di renderlo noto all'avversario. Sperava di riuscire a mettere al tappeto la bestia, e di conseguenza il cuore che portava al suo interno, con quell'attacco, ma si era mostrata più resistente di quanto non si fosse aspettata. Il mukenin però si era mostrato molto scaltro e prudente, fin dalla creazione del piano, dubitava che avendo già perso un cuore potesse rischiare che un altro potesse fare la stessa fine.
"Katsu!"
Assecondando le sue più rosee previsioni, mentre le altre due si frapponevano tra lei e Fujima, la belva torno dal suo creatore. Probabilmente l'uomo voleva far tornare il cuore al sicuro nel suo corpo, ma lei non glielo avrebbe permesso. Aveva atteso che i due fossero quasi a contatto per poi impostare un singolo sigillo con la mano sinistra e far deflagrare i petali di ghiaccio ancora piantati nella belva. L'esplosione fu roboante e un sorriso si dipinse sul volto di Kaori nel notare che aveva investito in pieno il mukenin e distrutto la sua creatura.
Tirando su con il naso, la giovane osservò l'uomo ferito oltre il polverone dell'esplosione, grazia al proprio Doujutsu.
"Tic-tac, due cuori sono andati, ne restano solo tre. Non dovevi farmi vedere l'errore eccetera eccetera? A giudicare dai calci nel culo che ti sto dando mi pare di essere finita proprio nel posto giusto... Tutto bene Kaede-kun? Ti serve un cerottino? Dovresti fare un provino da pungeball, hai talento!"
Mentre affrontava Fujiima aveva avuto modo di lanciare qualche occhiata al suo oscuro compagno. Per quanto se la stesse cavando, aveva notato che uno dei mukenin avversari gli aveva dato una bella serie di mazzate e non sembrava affatto che fosse tutto intero.