Posts written by Ely_11

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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi


    Shori si sentiva enormemente scoraggiata. Aveva sperato che, parlando col Momochi, sarebbe riuscita a trovare altri miglioramenti per il suo piano R.I.M.I., e che ciò avrebbe rincarato ulteriormente il suo desiderio di darsi da fare. Invece era successo il contrario. Ma forse – solo forse – era più giusto così: probabilmente, nella sua giovane ingenuità, la ragazzina era rimasta accecata da una gloriosa visione senza darsi tanti patemi alle questioni pratiche, storpiando enormemente l’entità del progetto. Aveva figurato che ci avrebbe messo una manciata di anni per mettere su un’organizzazione del genere; ora le pareva un lavoro immensamente più complesso e di lunga attuazione.
    Non per questo si sarebbe dovuta arrendere; anzi, doveva essere un motivo ben valido per mettersi all’opera il prima possibile. Prima nell’organizzazione, una questione di mente e intelligenza, poi di pratica. Una nuova energia nacque nel bel mezzo del nulla, in pieno momento di sconforto, e Shori si ritrovò a ripensare con impazienza a tutto ciò che poteva fare. La sua mente era tanto presa che a malapena si accorse del ninja che parlava.
    Detto questo, prima che finisca per rivoluzionare la vita, posso fare qualcos’altro per te? Chiese gentilmente Kisuke Momochi, che fino ad allora si era riservato di dire solo il suo giudizio. La Chuunin alzò di scatto gli occhi, solo in parte concentrata su momento presente. Il Momochi era stato di enorme aiuto: tantissime cose aveva appreso da lui, più informazioni e pareri di quanto avesse osato sperare. Gli era grata oltre ogni misura, e non l’avrebbe mai dimenticato. Tuttavia, ora non c’era più nulla che poteva fare, per lei.
    Shori sorrise cortesemente, poi poggiò la tazza da te sul tavolino e si alzò. Avete fatto anche troppo, davvero. Vi sono infinitamente grata, per tutto. Fece un inchino. Ora dovrei andare. Però voglio che sappiate una cosa: non so in che modo possa esservi utile, ma se in qualche modo avrete bisogno di me, per qualunque cosa, non esitate. Vi sono debitrice.
    Fece un nuovo sorriso. Quell’incontro sembrava essere durato molto tempo, ore persino, e aveva appreso molte cose. Sapeva già quale sarebbe stato il prossimo passo. E, pensando con la mente sopraccitata al futuro, uscì dalla casa di Kisuke Momochi.

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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi


    Se prima la situazione emotiva di Shori poteva sembrare come una grossa zolla di terra, compatta e sicura, ora somigliava molto più a un mare in tempesta. Aveva passato molto tempo ad escogitare quel piano per la R.I.M.I., che fino a qualche minuto fa reputava ben messo, ed ora quel ninja da strapazzo era riuscito a smontarglielo in due minuti. Be’… forse non proprio a smontarlo, ma almeno a far cadere un sacco di mattoni dalla sua già debole costruzione.
    Mentre parlava, Shori aveva avvertito un impellente bisogno di mangiucchiarsi le unghie, ma si era trattenuta. Era chiaro come il sole che il Momochi la stava rimproverando per la sua stupida domanda, e, in generale, per quel piano che lui considerava inutile. “Critica, è vero… però non ha dato una valida alternativa” pensò la ragazzina, un po’ seccata. Era vero: davvero quel ninja pensava che non avesse cercato altre alternative? Che non avesse provato a pensare ad un modo per utilizzare al meglio la R.I.M.I.?
    Ma non è facile, tentò di difendersi. Ci ho provato, davvero… ma il fatto che io sia l’unica a poterli vedere rende il tutto più complicato. E poi anche i fantasmi dovranno impiegare molto tempo per arrivare a Kiri… e senza magari trovarmi! Lasciare un clone al Villaggio è troppo dispendioso e poco affidabile: nel caso si dovesse dissolvere, per qualunque motivo, le informazioni andrebbero perse e sarebbe punto e a capo.
    Fece una breve pausa per riprendere fiato, poi, prima che il Momochi potesse dire qualcosa, continuò. È ovvio che sarebbe perfetto avere le informazioni in tempo reale o quasi, ma, con i mezzi attuali, questo non è possibile. Ci ho pensato a lungo, e ora come ora non sarei in grado di servirmi di questa organizzazione come la vorreste voi. E così, ameno all’inizio, la R.I.M.I. aveva assunto un compito più di supporto per le mie missioni personali. So bene che con la rete potrei venire a scoprire segreti importanti per la salvaguardia di Kiri, ma, anche se mi è difficile dirlo… non ho le abilità necessarie, concluse, distogliendo gli occhi e portandosi una mano sulla fronte. L’ultima frase sembrava averle spento definitivamente tutto l’entusiasmo. Il pensiero di avere la totale responsabilità su un progetto così potenzialmente importante la faceva sentire sia bene che male: da una parte, c’era l’orgoglio bruciante che reclamava riconoscimento, dall’altra c’era ovviamente il peso dell’onere. E sapere di avere la salvaguardia di Kiri a portata di mano, senza però riuscire a toccarla, era troppo frustrante.
    Forse il Momochi avrebbe avuto un idea. Forse lui avrebbe sistemato tutto. Ma, da una parte, Shori pensò che non fosse giusto: quel progetto era suo. Suo. Il compito di trovare una soluzione era suo, eppure non l’era venuto in mente nulla di decente.
    “Ho passato notti insonni a pensarci” si ricordò, mentre il discorso scivolava verso la Vecchia Gatta. Decise così di concentrarsi su quello, mettendo da parte la complicata questione “R.I.M.I.”, che le avrebbe fatto venire un gran mal di testa. Tanto, si disse, aveva tempo. La realizzazione di quel piano sembrava ancora parecchio distante.
    Passando alla questione della Vecchia Gatta: non so di preciso cosa può fare per te, né cosa potrebbe accadere realmente se e quando le andrai a parlare, ma esporre con sincerità la tua situazione e chiedere loro una mano, ti potrebbe far ottenere un addestramento o i migliori gatti ninja a disposizione nel caso di un'emergenza. Come dicevamo prima, ti potrebbe essere utile contro la banda bassotti, disse il kiriano.
    Shori fece un sorriso appena accennato, e solo perché anche il Momochi gliene stava rivolgendo uno debole. Non aveva molte speranze per la Vecchia Gatta, eppure conveniva con il detto “tentar non nuoce”. Fece un sospiro: improvvisamente, sentì come se la sua vita fosse diventata più complessa di quanto desiderasse. “È la vita da ninja… che ti aspettavi?” si rimproverò mentalmente. Eppure, il fatto di essere una Jinchuuriki non era stato suo desiderio. Perché la Mizukage non poteva scegliere qualcun altro? Qualcuno come Kisuke-senpai, per esempio. Lui sarebbe stato perfetto.
    Ci penserò, disse, con voce priva d’entusiasmo. Tutta la voglia di parlare era svanita.


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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Galatea Shishi - Altri


    Adoyama era un piccolo villaggio poco più a nord del centro del Paese dei Fiumi, dove attualmente si trovavano Galatea e Shori. Non era nulla di speciale: il solito villaggetto anonimo e rustico che si poteva trovare un po' d'appertutto, pieno zeppo di gente che si guadagnava il cibo lavorando la terra, o fabbricando oggetti per il mercatino locale, o gestendo qualche modesto negozio. Gente dabbene, insomma. Solitamente non c’erano chissà quanti forestieri, dato che venivano tutti attratti dalla più grande e prosperosa Tanigakure, a qualche ora da quel villaggio. I ninja passavano di rado, molto di rado, sempre per lo stesso motivo. Pochi del villaggio si lamentavano, però: vivere all’ombra di Tanigakure aveva fatto loro comodo, almeno negli ultimi tempi. Adoyama si arricchiva in maniera proporzionale alla più grande città, e nei periodi di festività riusciva ad emanare una sfarzosa allegria, tanto da attirare qualche passante come una falena attratta dalla luce.
    Peccato che quello non era periodo di festa. Tutt’altro. Da quando la notizia della Battaglia di Suna era giunta anche alle loro orecchi, il clima si era tramutato in un nero pessimismo. Il mondo ninja si stava scuotendo di nuovo, e questo non era mai una buona cosa, specie per il loro Paese, che era l’unica strisciolina di terra a dividere il nuovo Impero dalla sua debole preda, Suna.
    Ciononostante, i cancelli di Adoyama, nulla in confronto a quelli ben più possenti di Tani, rimasero aperti. La vita, per loro, continuava, e col passare dei giorni il timore di qualche catastrofe incombente andò via via scemando.
    Fu proprio lì che Shori pensò di fermarsi. Dopo aver concordato con le parole di Galatea, aveva rimesso i piedi a terra e aveva camminato a Sud, per poi imbattersi dopo poche ore in quel villaggio illuminato, unica fonte di luce in un ambiente di freddo e tenebre. A prima vista, sembrava terribilmente piccolo: almeno un terzo di Kiri. E silenzioso, molto silenzioso.
    “Questo dovrebbe fare al caso nostro”, pensò Shori, stringendosi un po’ di più nel suo gilet. Aveva accettato abbastanza di buon grado la decisione di Galatea, sebbene all’inizio fosse stata presa dalla delusione di dover attendere ancora per poter avere un bel letto e magari anche un pasto caldo nello stomaco. Però la Sp. Jounin aveva ragione: passare da Tani sarebbe potuto risultare rischioso. La ragazzina dai capelli neri aveva pensato che loro due sarebbero riuscite senza problemi a non destare sospetti, ma era davvero poco saggio - per dire una parola carina – andare nella tana del lupo solo per risparmiare qualche ora di freddo.
    Ma più di tutti, non fu il ragionamento accorto ciò che interessò e allarmò di più Shori, nel discorso della sua compagna. Era tutto ciò che esprimeva nell’implicito, un significato che solo gli stupidi non potevano cogliere: Galatea non si assumeva l’intera responsabilità della missione. Sebbene superiore di grado, in quel preciso contesto le due compagne sarebbero state di uguale livello. Questa cosa la colpì molto: in un certo senso, le era sembrato naturale che il maggiore in grado avesse il comando, che prendesse le decisioni. E probabilmente il merito era tutto della sua ultima missione, in cui l’enigmatico Kisuke Momochi aveva stabilito per lei delle regole fondamentali, che avrebbe dovuto seguire senza discutere, e tra queste c’era la cieca obbedienza ai suoi ordini. Seguire quella linea di condotta le era sembrato subito giusto e naturale, ma ora, dopo aver ascoltato le parole della compaesana, capì che per Galatea non era così. Le stava dando una scelta: lei sarebbe andata a Sud, mentre Shori avrebbe potuto continuare dove voleva. “Certo, come no” aveva pensato, con un sopracciglia arcuato. “Dividersi mi sembra l’ultima cosa da fare”. Ma non disse tutto ciò. Si limitò a rispondere con un: Spero non vi dispiaccia se mi aggrego. Poi, sentendo come se dovesse aggiungere qualcosa, disse: Non mi pare sia il caso di dividerci. Meglio se rimaniamo insieme durante il viaggio.
    E così avevano fatto: si erano incamminate per i bui cammini del Paese dei Fiumi, finché, tre ore dopo, non si erano imbattuti in Adoyama. A Shori era sembrata troppo piccola – e nei villaggi troppo piccoli l’arrivo di forestieri non passava mai inosservato – ma dubitava che ci fossero ninja, e la stanchezza del viaggio si faceva sentire, per non parlare del freddo. Stranamente, sembrava che il suo zaino pesasse molto di più rispetto alla partenza. Quanto sarebbe distato il prossimo villaggio?
    Come se il cielo stesso stesse suggerendo loro di accamparsi a Adoyama, iniziò per giunta a piovere. Non erano grosse gocce, né cadevano con molta intensità, ma comunque abbastanza da infradicialre tutte e due, se non avessero trovato riparo nell’immediato. Fermiamoci là, fece Shori, sperando che la sua voce non sembrasse così lamentosa e implorante quanto la sentiva lei. Erano ancora distanti una decina di minuti, quando la ragazzina unì le mani a formare un semplice Sigillo. Henge!
    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
    HengeNoJutsu-TecnicadellaTrasformazione_zps5e07cdd0
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su. Eventuali armi possedute dal soggetto saranno utilizzabili solo se non camuffate tramite questa tecnica. Questa è considerata la tecnica di livello E più difficile da apprendere, difatti solo un Genin molto abile sarà capace di replicare alla perfezione l'aspetto di qualcuno mentre inizialmente sarà possibile ad un occhio attento notare diverse imperfezioni.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1 (A Turno)

    D’improvviso, la figura minuta e scura della kunoichi sarebbe scomparsa agli occhi del mondo, celata sotto i panni di una ragazza più matura e decisamente meno armata.
    Le “mura” – se così potevano essere chiamate – sembravano delle barricate di legno con un portone. Chiuso. Non c’era alcuna guardia all’esterno. Con una prima esitazione, provò a bussare forte.
    C’erano due guardie dietro il portone. Con voce raspante chiesero chi erano, che affari li portavano lì e dov’erano diretti. Shori si sentì lievemente irritata da tutta quella diffidenza – anche se comprensibile – ma il fastidio delle gocce negli occhi non favorivano la sua sensibile empatia. Comunque, non fu difficile venir fuori con qualche bugia di poco conto: erano diretti a Sud, verso Komen, dove c’erano alcuni loro parenti, e avevano bisogno di un posto dove passare a notte. Non si sentì poi in dovere di ulteriori spiegazioni.
    Una gattaiola, posizionata a parecchi centimetri sopra la testa di Shori, si aprì con un cigolio, e da lì spuntarono un paio di grandi occhi verdi. Poi, veloce come era stata aperta, la gattaiola si chiuse, e il portone si aprì. I due uomini si fecero da parte, lasciando passare mentre si prodigavano in scuse per la loro maleducazione. Si offrirono anche di indicare loro la locanda più vicina, qualcosa di modesto ma confortevole, e non particolarmente caro.
    Sinceramente, Shori si sarebbe anche fatta bastare il luogo più squallido che quel buco poteva offrire: l’importante era ripararsi dalla pioggia e posare tutto quel metallo che si portava appresso. Ringrazio le due guardie, e, seguendo le loro indicazioni, si diresse verso la locanda Fiume Lungo.
    Quella notte, la locandiera prenotò due camere singole, e avvertì che era rimasta ancora della zuppa calda, se ne volevano un po’. Ma a Shori era completamente passato l’appetito: chiese invece se avesse a disposizione degli abiti di ricambio da poterle dare – ovviamente non gratis. E così, senza tanti complimenti, Shori si congedò e salì le scale per entrare nella sua camera.
    Il suo piano ideale sarebbe stato questo: via la Henge, via gli abiti bagnati e tutte quelle pesanti armi, una bella doccia rilassante e poi a nanna. Ovviamente, non fu così. Aveva fatto appena in tempo a rilasciare la Henge, levarsi di dosso lo zaino, il bastone, la Omoikarui e la borsa portarmi che la porta venne attraversata da un essere trasparente e intangibile. Borei fece un sorriso smagliante, portandosi due dita giunte alla fronte, a mo’ di saluto. We, salve!
    Oh cavolo, fece Shori a bassavoce, coprendosi gli occhi con due dita. Mi stavo dimenticando di te…
    Questa non è una cosa carina da fare.
    Taci, su. Vieni qua, ho tutto un discorso da farti. E ho anche un bel compito per te.
    Borei fece come gli era stato detto, avvicinandosi e cascando giù per terra mentre sospirava: Immagino che questo compito non coinvolga donzellette mezze nude, vero? Ahimè…
    La ragazzina lo riportò all’ordine, e brevemente gli spiegò la situazione, ciò che aveva in mente di fare e ciò che lui avrebbe dovuto fare. A fine discorso, lo spettro si grattò il naso. Fammi capire… non avete ancora idea su come entrare a Suna?
    Shori annuì. Io avevo pensato a qualche sorta di diversivo, ma non so che genere di cose possa distrarre abbastanza le guardie da poter passare, senza tuttavia mettere in allarme il Villaggio. A me sembra una cosa impossibile, specie se hanno messo su qualche tipo di barriera percettiva. Però, oggettivamente, ci farebbe comodo sapere esattamente come è messa Suna prima di tentare qualsiasi cosa. E' per questo che ho bisogno di te, che raggiunga il Villaggio prima di noi e fare una ispezione il più dettagliata possibile. Se riesci, fatti aiutare da qualche ninja di Kiri o dell’Impero che sono caduti nella Battaglia. Scommetto che qualcuno è rimasto lì.
    Borei era pensieroso, e si grattava il naso con forza. Poi, tutto d’un tratto, disse: E perché non i cloni?
    Shori strabuzzò gli occhi. Eh?
    I cloni, ripeté lui come se stesse parlando con una ritardata. Il tuo diversivo, no? Ci fate un paio di cloni, li mettete in bella vista che si avvicinano alle mura, le guardie fanno tutto un “Oh, ehi, ci attaccano! Waah, buuh!” tutti si ammucchiano lì e voi passate sotto le sembianze di animali.
    Ma sei tutto scemo? Fece Shori, arrossandosi in viso. Cosa non capisci del “non mettere in allarme il Villaggio”? E poi sarebbe un diversivo troppo evidente! I cloni scompaiono quando vengono colpiti anche lievemente, genio. Le guardie di Suna capirebbero tutto in un secondo.
    Non c’è bisogno che i cloni ingaggino uno scontro. Fate sembrare come se foste di passaggio, o meglio ancora delle stupide bamboccione che si sono orientate male e sono finite un po’ troppo vicino a Suna… e fate ritirare i cloni non appena c’è un po’ di trambusto. Così le guardie sono state distratte, e per giunta soddisfatte per aver fatto scappare il nemico a gambe levate. E voi entrate abbastanza tranquillamente a Suna.
    Shori lo fissò. Il piano non era poi così insensato… considerando specialmente che era stato creato dalla mente di Borei. Quest’ultimo, in quel momento, sembrava gustarsi un momento di gloria. Be’… comunque rimane il fatto che Suna potrebbe allarmarsi dopo una cosa del genere, provò a bofonchiare la ragazzina, più per il desiderio di averla vinta che altro.
    Ma lo spettro si limitò a stringersi le spalle. Mia carissima micetta… anch’io vorrei tanto assaggiare quella squisita zuppa che tu hai rifiutato poco fa, ma non si può ottenere tutto dalla vita. E con quella frase – che sembrava proprio una frase ad effetto – Borei si alzò e sparì nella porta, proprio come era arrivato. Shori rimase immobile ancora per qualche minuto, seduta a pensare, poi si alzò, si spogliò, fece la sua sacrosanta doccia e, una volta asciutta per bene, si infilò nel futon e poco dopo sprofondò in un sonno agitato.

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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi


    L’eccitazione scoppiettante di Shori raggiunse il suo culmine nelle prima parole espresse da quell’enigmatico Kisuke Momochi, il quale le disse che, effettivamente, la R.I.M.I era un’idea interessante. Sentì come se il cuore raddoppiasse le dimensioni: se lui aveva detto quello, doveva essere sicuramente un’idea valida! “Altro che interessante!” pensò la ragazzina, troppo presa dall’entusiasmo. “E’ praticamente geniale!”. Nello spazio di un battito di ciglia, quella ragazzina tanto immatura e ingenua si vide passare davanti tutto il glorioso futuro di quel progetto: un piccolo esercito di fantasmi, silenziosi e invisibili, che come ratti si intrufolavano in ogni camera segreta, in ogni stanza riservata, prendendo le informazioni più nascoste e più gelose di tutto il mondo. Kage, Daimyo, Mukenin di livello S… nessuno sarebbe sfuggito al suo sguardo e alla sua lunga mano. Era una sensazione potente… per un breve, fantasioso attimo, si sentì assolutamente invincibile.
    Tuttavia, il suo entusiasmo ebbe vita breve: più il discorso del Momochi continuava, più Shori si trovò ad affrontare quei tediosi e irritanti dettagli logici. Era vero… portare a termine un compito del genere significava spendere un sacco di tempo ed energie… doveva anche riuscire a convincere i fantasmi – e non era una cosa poi così facile – oltre che saperli organizzare bene, per far in modo che ottenessero esattamente il tipo di informazioni desiderate. Tuttavia, fu la considerazione principale del senpai che la fece quasi sussultare: lei non era ancora abbastanza in gamba per poter gestire un progetto di quella portata. A quel discorso, la ragazza aggrottò la fronte: la R.I.M.I non era stata concepita per essere un qualcosa di pericoloso, ma anzi una garanzia di ottenere informazioni a zero rischi (o quasi) di essere scoperti.
    Si mordicchiò le labbra, ragionando intensamente. In realtà, io pensavo ad un'altra maniera per far in modo che le informazioni passino alle mie mani, disse infine Shori. Farli spostare dalle loro postazioni ogni volta per venirmi a cercare mi pare troppo confusionario e poco funzionale. Pensavo invece a un’organizzazione del genere: ogni fantasma deve rimanere nel villaggio o città assegnato, e ogni volta che ho bisogno di informazioni, vado là dove mi serve. Altrimenti, davvero, sarebbe un casino, disse, sporgendosi un po’ più verso di lui. Quanto al fatto dell’addestramento, non credo sia indispensabile. Voglio dire, dipende da caso a caso. Ma comunque il compito che dovranno avere sarà quello di scovare ogni segreto della città in cui risiedono e poi rivelarmelo ogni volta che vengo da loro. Credo che anche un normale civile sia in grado di farlo. Certo, dovrò istruirli su cosa cercare nello specifico, in modo che non mi vengano a raccontare della cagarella dell’armaiolo, o cose futili come queste… oppure come comportarsi in determinate situazioni… ma non pensavo a un addestramento vero e proprio. Fece una pausa, aggrottando le sopracciglia. Era abbastanza sicura di aver detto cavolate; insomma, se il senpai le aveva fatto quelle critiche, doveva aver avuto un motivo molto saldo, che forse lei ancora non scorgeva… ma era appunto perché ancora non lo capiva, che rispondeva e discuteva. Voleva sapere esattamente cosa passava per la testa di quel ninja, anche se con la possibilità di passare per scema.
    E comunque… toglietemi una curiosità: cosa pensate che possa fare in più la Vecchia Gatta per aiutarmi? Chiese infine, alzando un sopracciglio. Quel consiglio l’aveva presa in contropiede e l’aveva confusa enormemente: conosceva il suo contratto, conosceva la Vecchia Gatta… e non riusciva a immaginare cosa potesse c’entrare lei in tutto quello.

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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Galatea Shishi - Altri


    Ecco, quello era il motivo per cui non amava le missioni di coppia, aveva pensato Shori nei minuti successivi. Galatea le era sembrava a dir poco scocciata per il suo intervento; forse perché a contraddirla era stata una kunoichi visibilmente più giovane, più inesperta, o forse perché, insieme alle critiche, non aveva dato un’alternativa sensata e convincente. Tuttavia, non condivise la sua irritazione: Shori la notò dalla faccia e dal tono della compagna.
    Fu il turno di Galatea per criticare la misera idea della Chuunin dai capelli corvini. Fece un discorso farcito di considerazioni notevoli e ben pensate circa lo stato della Sabbia, sulle possibili misure difensive che potevano aver adottato e le possibilità – basse – di completare la missione semmai avessero usato un diversivo.
    Shori comprese bene il discorso. Anche la mia era un’idea vaga. Anzi, l’avevo appena pensata quanto l’ho detta, e non ci avevo realmente ragionato su. Poi rimase zitta. Non disse più un’altra parola. Non aveva alcuna voglia di discutere, soprattutto con qualcuno che non accettava critiche. Sperò che Galatea non fosse una di quelle Sp. Jounin – sì, a quanto pare aveva avuto una promozione – che si credeva superiore solo per il rango, o che potesse reputarla una palla al piede solo perché era inferiore. “Pazienza, quello non è affare mio”, pensò la ragazzina. “Quello che è importa è la missione. E purtroppo temo che abbia ragione: non possiamo sapere che difese hanno messo su, potrebbe anche essere impossibile riuscire ad entrare di nascosto… Kami-sama maledica chi ci ha assegnato questa missione”. Il suo viso si deformò in espressione di rabbia. “L’intelligenza, proprio. Hanno deciso di mandare una Jinchuuriki nella tana del nemico, con alte probabilità di essere scoperti. Qui ci vuole un qualche premio di genialità, davvero…”
    Ma lamentarsi non l’avrebbe portata a nulla. Aveva deciso che finché non le fosse spuntata in mente una idea davvero applicabile, non avrebbe più toccato l’argomento con Galatea-senpai. Continuò a correre, i piedi che si muovevano meccanicamente tra gli alberi spogli, mentre la testa volava. Quel problema per entrare a Suna diventava ogni minuto più fastidioso e frustrante.
    Iniziò a far buio, e Shori aveva avuto ben poche idee. Aveva pensato a un modo per avvicinarsi a Suna senza essere visti, ma lì si era fermata. Le mura cingevano Suna a trecentosessanta gradi: il punto ideale per entrare sarebbe stato il cancello – che probabilmente avevano già iniziato a ricostruire – ma sarebbe stato sicuramente la parte più protetta. Certo, se però avevano sguinzagliato i ninja sensitivi, erano comunque fott… ehm, fregati. In ogni modo.
    Avevano superato il confine del Paese del Fuoco – anzi, dell’Impero del fuoco – ma mancava ancora un po’ prima di arrivare a Tani. Il cielo si era dipinto di arancio e rosa, per poi passare a un blu intenso e infine al nero. L’aria si era raffreddata rapidamente, e un leggero vento aveva iniziato a soffiare contro di loro, portando ulteriore gelo. E con quella oscurità, Shori trovò sempre più difficoltà nel saltare da albero ad albero senza cadere. Guardò giù, socchiudendo gli occhi nel tentativo di trovare Borei, che le aveva seguite correndo, sotto, ininterrottamente. Non riuscì a distinguervi la figura nell’oscurità – la semitrasparenza non aiutava certo il compito – e sperò che fosse passo a passo con loro, e non fosse rimasto indietro. Non era troppo preoccupata: Borei sapeva che strada stavano facendo, li avrebbe tranquillamente raggiunti. Rialzò la testa. Galatea! Chiamò la sua compagna, e una nuvoletta bianca lasciò la sua bocca, testimone del freddo esterno. Fa troppo buio per continuare a saltare sui rami. Si guardò intorno. Non dovremmo essere molto distanti da Tani. Allora continuiamo a piedi fino a là? chiese, ricordando che Galatea non era stata del tutto sicura di fare quella tappa, quando Shori gliene aveva parlato. La Chuunin, sinceramente, avrebbe preferito tanto fermarsi in città, ma lasciò l’ultima parola alla compagna.

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    FasciaBastoneSchiena
    FoderoOmoikaruiFianco destro
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    Gilet di Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Bomba Carta x2Radiolina
    xxxxxxxxxxN/A

    Note
    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
  7. .
    eccomi di nuovo, richiedo la chiusura di questo add, il mio meritatissimissimissimissimo compenso di 50 ryo e l'aggiunta di cotale link in scheda u.u penso sappiate già dove metterlo
    CODICE
    [URL=http://tuttoanimemanga.forumcommunity.net/?t=57180696]Controllo del Chakra[/URL] con Yuzin Asuka

    Grazie *^*
  8. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Parlato fantasmi - Yuzin Asuka


    Ti sei comportato bene, disse Shori, battendo le mani un’unica volta. L’allievo l’aveva un po’ stupita: era sicura che sarebbe cascato in acqua come un pesce. Ora vieni qua, su.
    Gli fece un sorriso. Direi che abbiamo finito l’addestramento. Scusa per i miei scherzetti, ma non l’ho fatto per cattiveria. Hanno, in sé, una loro logica: dovevo appurare che avessi capito pienamente il meccanismo e riuscissi a riprodurlo in casi estremi, come in un attacco. Ricordati che il controllo del Chakra è fondamentale, tutti lo conoscono. Ora potrai affrontare il tuo esame con più tranquillità… e iniziare così la tua carriera. Vedi di non farti ammazzare alla prima missione, eh, gli fece l’occhiolino, poi scoppiò a ridere. Ci si vede! Si voltò, con una mano in aria a mo’ di saluto, e si diresse verso l’uscita lasciandosi dieto l’allievo. Quando fu sul punto di oltrepassare il cancello, però, esitò e si voltò di nuovo. Oh, a proposito… salutami l’altro Asuka, se lo vedi! Goh Asuka! Gli gridò, agitando la mano per poi uscire definitivamente dal campo d’addestramento con obiettivo Kirigakure… la sua casa.

    Add finito! :D Complimenti! Ora puoi richiedere l'inserimento di questo apprendimento in scheda e della capacità del controllo del chakra nel topic modifica schede ;) e poi puoi richiedere l'esame Genin, che c'è già un altro che ti aspetta!
    Unica cosa da segnalare: all'esame genin (così come in missione) una volta stabiliti i colori non si possono più cambiare nel mezzo di una role! Al massimo se ne possono aggiungere (se serve, nel caso ad esempio entri in scena un altro personaggio), ma non modificare ;)


    Stato
    ChakraFisicoMentale
    125OttimaleOttimale
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai x10Occhio cibernetico
    Shuriken x20Olio Infiammabile x2
    Cartabomba x4Fili Metallici (10m)
    Cartabomba Fasulla x4Accendino
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
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    AbbigliamentoParastinchiIndossati
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    Bomba Carta x2Radiolina
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    Note
    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
  9. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Parlato fantasmi - Yuzin Asuka


    “Dai… scommetto che questa è la volta decisiva” pensò Shori fiduciosa, mentre l’allievo si apprestava a fare il terzo tentativo. Toccò l’acqua del laghetto, e il piede rimase a pelo come se si fosse imbattuto in una normalissimo pavimento. Asuka fece un passo, poi un altro e un altro ancora… Shori attese, allerta, aspettandosi che da un momento all’altro l’apprendista cedesse. Non fu così.
    “Bene… vediamo se si ripeterà la scena di prima con l’albero”, pensò la ragazzina, portando una mano sulla borsa, stando attenta affinché l’allievo non si accorgesse di nulla. Aveva intenzione di ripetere lo scherzetto di prima: solo così avrebbe potuto capire se il ragazzo aveva davvero interiorizzato il concetto. “Dopotutto, i ninja devono saper stare sul pelo dell’acqua anche duranti i combattimenti. Devono riuscire a non prestarci attenzione”, pensò, acchiappando due stellette e lanciandole dritte contro le caviglie dell’allievo. Attento dietro! Urlò subito, avvertendo in tempo il giovane. Quest’ultimo si sarebbe accorto del pericolo appena in tempo per poter spiccare un salto ed evitare ferie… ma a quel punto doveva dimostrare una buona capacità di rimodellare il chakra sui piedi velocemente e sotto stress, altrimenti sarebbe finito in acqua.

    Bene, ultimo post! Come per la situazione sull'albero, anche nel prossimo hai carta bianca: decidi tu come far finire l'azione ^^

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  10. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Parlato fantasmi - Yuzin Asuka


    “Sembra che stia per scoppiare”, constatò Shori, con le braccia conserte, guardando intensamente l’allievo mentre incanalava il Chakra. “Boh. Che tipo strano. Speriamo almeno che questa sia la volta buona”.
    E… sembrò proprio così. L’apprendista poggiò il piede sul laghetto, con quella suoletta di Chakra sotto, e l’acqua agì come un vero e proprio pavimento liquido, tenendo in piedi il corpo pesante del ninja. quest’ultimo fece un passo… poi due… tre… e…
    Plaf!
    Il contatto perse stabilità e Asuka cadde definitivamente dentro il laghetto, inzuppandosi tutto. A Shori scappava una risatina, ma riuscì a contenersi e non far trasparire alcuna emozione. Su, su, esci da lì. Sei stato bravo: il procedimento e la quantità di Chakra è quella, devi solo riuscire a mantenerla costante. Ancora una volta!

    Ottimo! Cerca di tenere sempre la stessa lunghezza ^^

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  11. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Parlato fantasmi - Yuzin Asuka


    Camminare sull’acqua era molto, molto diverso dal camminare semplicemente sul tronco di un albero. Shori lo sapeva bene, e presto l’avrebbe capito anche Asuka.
    Il risultato, infatti, non fu affatto sorprendente: il piede dell’apprendista toccò la superficie acquatica per poi sprofondare senza che vi fosse un minimo di resistenza.
    La sensei sorrise, accondiscendente. Visto? Non è la stessa cosa. Questo perché l’acqua è liquida, e necessita di una maggiore quantità di Chakra. Hai capito? Su, riprova…

    Bene, cerca solo di scrivere un poco di più ^^


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  12. .
    Narrato - Parlato - "Pensato" - Borei - Kisuke Momochi


    Con inaspettata sorpresa, Shori scoprì che la sua gamba aveva preso quel tic fastidioso di tremare incontrollabilmente. Non era sicura che la conversazione stesse prendendo la piega da lei desiderata: il discorso sulla “sicurezza” era stato brutalmente troncato dal Momochi, che aveva messo in bene in chiaro di non voler più discuterne. Tuttavia, non sembrò neanche tanto contento delle domande che fece Shori, per qualche motivo a lei sconosciuto.
    La ragazzina cercò di infischiarsene: l’importante era ciò che diceva, tutto le informazioni che le stava passando. Rimase colpita dal commento che fece su Takumi, su quella “testa quadra”, come l’aveva definito. E soprattutto non gli sfuggì la frase che, se non fosse stato per lui, la Nebbia avrebbe perso un Jinchuuriki… ad essere fortunati. “Ad essere fortunati…” ripeté Shori con un cipiglio, mentre trangugiò l’ultima sorsata di tè. “Chissà cos’è successo… Kami-sama, quando sono curiosa…”
    Ma non fece domande; lasciò che il senpai continuasse a parlare. E rimase contenta di quel che disse. Certo, come ogni altra cosa, rispose subito, annuendo vivamente. Poi, fece un gran sorriso. Vi ringrazio moltissimo… significa molto per me. Era sincera: il fatto che quel ninja si proponesse di passarle tutte le informazioni che poteva accumulare sulla “Banda bassotti” – come l’aveva umoristicamente definita – per evitare che lei si mettesse nei guai era qualcosa di straordinario. Sapeva che lo faceva principalmente per dovere nei confronti della patria, per evitare che la Nebbia perdesse la sua Forza Portante… ma davvero non poteva importargliene di meno. Presa da un’improvvisa allegria, si voltò un attimo verso Borei, che era rimasto accovacciato per terra lì vicino, con le spalle rivolte verso di loro. Ehi, tu! Stai prendendo appunti su come essere utile, Spettro?
    Suddetto spettro grugnì, poi fece un gesto poco amichevole. A Shori scappò una risatina, prima di tornare con lo sguardo al Momochi. Si rese conto, in quel momento, di poter parlare di qualunque cosa, con quel ninja. Tutti i segreti che aveva non dovevano più necessariamente essere tali. Era una cosa che la riempiva di gioia. All'improvviso, ebbe un'idea. Sapete, vorrei parlarvi anche di un’altra cosa, un idea che pensavo di attuare al più presto, non appena si presenta l’occasione, iniziò a parlare, presa dalla frenesia del momento. Un proteggo davvero in grande stile, qualcosa di formidabile, se attuato correttamente. L’ho chiamato R.I.M.I… la Rete Informativa del Mondo Invisibile. Con “Mondo Invisibile”, intendo i fantasmi… si affrettò a spiegare. Per riassumere, il progetto sarebbe stabilire permanentemente un gruppo di fantasmi che rimangano nei principali Villaggi del mondo, con il compito di tenersi sempre aggiornati e raccogliere il maggior numero di informazioni possibili su tutto, a trecentosessanta gradi. Dopotutto, i fantasmi sono le spie migliori… potrei arrivare a conoscere qualunque cosa, non ci sarebbero segreti per me, terminò, accesa da un’incontenibile entusiasmo. Certo, non sarà facile… ma è possibile. E ne vale la pena, secondo me. Voi che ne pensate di questo mio progetto?

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    Niente. L’allievo non riuscì a controllarsi e cadde come un sacco di patate. Shori non lasciò trasparire alcuna emozione per demotivare l’allievo, che sicuramente si sarà sentito avvilito, frustrato e giù di morale per quella povera performance… no?
    A quanto pare, no. Il giovine era scoppiato a ridere, e poi si era rialzato per scrollarsi di dosso la terra con un sorriso. Shori, che aveva ancora le braccia conserte, rimase a fissarlo come se all’improvviso gli fosse spuntata un’altra testa. Beh, devo dire che quel shuriken non me l'aspettavo, disse l’allievo, come se niente fosse. Bene, ora cosa volete che faccia?
    La sensei non rispose subito: rimase qualche altro secondo a fissarlo strano. “Ha battuto la testa, per caso?” arrivò a pensare. “Perché… perché diavolo s’è messo a ridere? Il fatto che non abbia capito il motivo per cui ho fatto quel che ho fatto è evidente, ma non mi sarei mai aspettata una reazione del genere”. Alla fine, dopo un sospiro, sciolse la posa in cui era e si avvicinò all’albero per riprendersi lo Shuriken. Adesso seguimi: inizia la seconda parte dell’addestramento, disse, aggirando l’albero e fermandosi a pochi passi dal laghetto. Diede un’occhiata alla superficie acquatica, poi si voltò verso Asuka. Prova a utilizzare lo stesso principio per camminare sopra l’acqua, vedrai con i tuoi occhi cosa succede.

    Bene! Stesso principio del tentativo sull'albero: fermati al momento in cui appoggi il piede sull'acqua ^^ E cerca di tenere una lunghezza di post pari al tuo post precedente




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    “Mi sembra più determinato ora” pensò Shori, vedendo che l’allievo teneva la concentrazione per più tempo, probabilmente nel tentativo di essere più accurato. “Scommetto che questa è la volta buona…”
    E infatti fu così: il ragazzo fece un salto e riuscì ad atterrare comodamente sul tronco dell’albero, senza scivolare né cadere. Iniziò a camminare similmente a come aveva fatto la stessa Shori poco prima. Quest’ultima sorrise. Molto bene… raggiungi la cima! Gli gridò.
    Aspettò pazientemente, in modo da far ad Asuka il tempo di eseguire il suo ordine. Bene, adesso scendi come hai fatto prima, utilizzando il controllo del Chakra, disse infine, quando vide che il suo allievo non poteva salire più di così. Gli occhi di Shori brillarono: ora era il momento di metterlo davvero alla prova.
    Quando Yuzin Asuka fece a ritroso il percorso segnato dal tronco, la Chuunin di Kiri afferrò repentinamente uno Shuriken dalla borsa, e lo lanciò con mortale precisione sul punto in cui l’allievo avrebbe dovuto poggiare il piede. La stelletta acuminata si infilzò ad un nulla dagli arti ancora in movimento, facendo momentaneamente perdere equilibrio al giovane apprendista.
    “Vediamo ora come te la cavi…” pensò Shori, osservando attentamente lo spettacolo che si stava consumando difronte ai suoi occhi…

    Molto meglio, bravo! ^^ Come hai visto, in questo tentativo sei riuscito! Come hai visto, ti ho lasciato carta bianca su come reagire al mio piccolo "attacco": nel prossimo post puoi narrare di come reagirai, se riuscirai a cavartela o no. La decisione è tua xD


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    L’allievo sembrò immensamente imbarazzato dalla caduta: distolse lo sguardo, con la faccia tutta rossa. Shori smise di toccarsi le ciocche nere e gli rivolse un sorriso indulgente. Su, non fare quella faccia. Non c’è niente di cui vergognarsi, dopotutto era il tuo primo tentativo, disse con tono amichevole, ma senza muoversi di un passo. Poi, notando che l’allievo si stava concentrando, rimase muta.
    Il secondo tentativo non fu migliore del precedente, anzi: non appena il piede toccò la corteccia, ci fu una specie di mini esplosione che fece togliere lembi di crosta dall’albero, e il piede del ragazzo scivolò di nuovo a terra.
    Sai cos’è successo? Chiese Shori, incrociando le braccia. Questa volta hai usato troppo Chakra, e quello il risultato. Non va bene, la giusta quantità è un intermezzo tra i tuoi due tentativi: devi saperti equilibrare.

    molto meglio! Prova a scrivere ancora un pochino di più....


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