Casa Goh Asuka

Periferia Est di Konoha

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    Jonin Supremo

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    La casa di Goh è situata non troppo lontana dal centro del villaggio nella periferia ad est.
    Ha un muro di cinta alto tre metri di circa dieci per otto metri che la circonda, non molto spesso, ed un unico cancello di ingresso, nel lato corto che affaccia a sud, in legno che è pressoché sempre aperto. All'interno troviamo un cortile che è un po' più grande della metà del terreno con un'erba abbastanza corta, in alcuni punti si vede persino la terra, da un lato due bersagli e un fantoccio con shuriken e kunai conficcati. Poi vediamo un piccolo percorso di sterrato costeggiato da qualche pietra a lato che porta alla casa. La casa è nient'altro che una vecchia casa di legno, una delle prime costruzioni di Konoha che Goh si è potuto permettere con i pochi soldi racimolati nel suo villaggio d'origine. Le sue dimensioni sono abbastanza contenute con un contorno irregolare come se alcune stanze inizialmente non c'erano o, in qualche modo, siano state allargate. Tutta la casa è rialzata dal terreno a meno dell'ingresso. Come si entra ci si trova in un piccolo ingresso per poi entrare in quello che funge da salotto e cucina, nonostante abbia un ingresso proprio è a vista, dove troviamo un divano per due, una poltrona un tavolino e un tavolo con tre sedie, al muro qualche pergamena con disegni e un mobile con alcuni cassetti e ante. Da qui poi si ha accesso diretto, tramite un corto corridoio, alla camera di Goh, molto semplice, e al bagno.


    Ninja e persone conosciute
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    Nome: Shori Jiyuu
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Kirigakure
    Altezza: 1.60 m
    Peso: 47 kg
    Età attuale: 14
    Abilità Innata: Ignota (Nibi no Jinchuuriki)
    Elementi: Katon e Suiton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Graziosa Chuunin di Kiri dai capelli neri dal quale Goh ha ricevuto l'addestramento per il controllo del chakra. Dopo quell'occasione non l'ha più incontrata.

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    Nome: Kuma Senju
    Grado: Special Jounin
    Villaggio: Konohagakure
    Altezza: 1.85 m
    Peso: 80 kg
    Età attuale: 25
    Abilità Innata: Mokuton
    Elementi: Doton e Suiton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Sensei dell'accademia di Konoha che Goh già conosce dai tempi dell'accademia. Dopo averlo avuto come insegnante in aula si è ritrovato di fronte il Senju durante l'esame genin che ricopriva il ruolo di esaminatore. E' stato lui a rendere Goh un ninja. Spesso Goh va a trovare il Senju direttamente a casa sua semplicemente per parlare o quando ha bisogno di informazioni dato che vede l'utilizzatore dell'arte del legno come una figura da seguire.

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    Nome: Keito Uchiha
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Konohagakure
    Altezza: 1.71 m
    Peso: 53 kg
    Età attuale: 15
    Abilità Innata: Sharingan
    Elementi: Katon
    Kuchiyose: Contratto dei volatili
    Descrizione: Il biondo Uchiha è stato il compagno della prima missione di Goh. Nonostante il suo carattere più infantile ha stretto da subito un legame importante con l'eremita che si è trovato subito a suo agio. Ha vissuto insieme a Goh le brutalità della guerra di Suna con il quale poi si è confessato riguardo le sue paure più grandi. Si sono ritrovati poi dopo la guerra dove Goh è stato sensei di Keito nella kuchiyose no jutsu e subito dopo si sono avventurati nel deserto del paese del Vento per salvare Murasaki, conoscenza comune.

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    Nome: Makoto Shishio
    Grado: Genin
    Villaggio: Kumogakure
    Altezza: 1.70 m
    Peso: 65 kg
    Età attuale: 15
    Abilità Innata: Shinobi Katana
    Elementi: Katon
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Shinobi incontrato da Goh lungo una sua passeggiata nelle praterie a sud di Kumo. Dato che il ninja si stava allenando è scattata rapidamente una sfida tra i due dove Goh ha potuto scoprire qualcosa riguardo questo particolare tipo di ninja del Paese del Fulmine che sfrutta abilità provenienti dalla Repubblica dei Samurai.

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    Nome: Murasaki Wuta
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Kumogakure
    Altezza: 1.80 m
    Peso: 78 kg
    Età attuale: 18
    Abilità Innata: Youton
    Elementi: Katon e Doton
    Kuchiyose: Contratto dei volatili
    Descrizione: Chuunin di Kumo con il quale Goh ha svolto la sua seconda missione proprio a Kumogakure. Goh si è trovato subito in sintonia con lo shinobi del Fulmine con il quale ha svolto la missione egregiamente. Alla fine di essa si sono separati di colpo a causa dello scoppio della guerra imminente promettendosi di vedersi ancora. L'incontro tra i due non ha tardato ad arrivare e si è svolto proprio a Suna durante la guerra. Lì Murasaki, dopo aver salvato la vita a Keito Uchiha, si è visto salvare, dopo aver perso l'uso di un occhio, dallo stesso Goh che ha fatto da scudo umano al ninja di Kumo che stava per essere finito da uno shinobi alleato. Una volta a Kumo Goh ha cercato notizie dalla famiglia Wuta che però non sa che fine ha fatto il figlio, probabilmente contrassegnato come traditore, e l'eremita è ora sulle sue tracce. Dopo diverso tempo l'ufficio dell'Imperatore ha scoperto che fine aveva fato Murasaki e Goh e Keito sono stati inviati a salvarlo. Ora vive tranquillo a Konoha in casa del biondo.

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    Nome: Okami Yotsuki
    Grado: Special Jounin
    Villaggio: Kumogakure
    Altezza: 1.78 m
    Peso: 78 kg
    Età attuale: 18
    Abilità Innata: Armatura Raiton
    Elementi: Raiton, Suiton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Shinobi di Kumo in visita a Konoha per acquisti che Goh ha trovato nei pressi dell'arena della Foglia. Nonostante il carattere burbero del chuunin c'è stato un incontro leale e entusiasmante tra i due dove Goh, nonostante il chiaro divario, è riuscito a mettere in difficoltà il rapidissimo ninja del Fulmine che, al termine della sfida, lo ha affermato egli stesso.

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    Nome: Kirito Uchiha
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Konohagakure
    Altezza: 1.82 m
    Peso: 80 kg
    Età attuale: 17
    Abilità Innata: Sharingan
    Elementi: Katon
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Ninja conosciuto da Goh direttamente nella guerra di Suna. Conoscente di Keito perché consanguinei, il moro ha un carattere molto più maturo del biondo Uchiha. Dopo lo scontro, durante il quale Goh si è trovato bene a combatterci insieme, non l'ha più visto.

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    Nome: Daro Akimichi
    Grado: Genin
    Villaggio: Konohagakure
    Altezza: 1.76 m
    Peso: 81 kg
    Età attuale: 15
    Abilità Innata: Controllo delle Calorie
    Elementi: Doton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Genin di Konoha piagnucolone e compagno di stanza di Keito Uchiha durante la guerra. Proprio durante l'attacco di Suna muore trafitto da un doppio attacco lanciato da Chomei.

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    Nome: Baiko
    Grado: Genin
    Villaggio: Sunagakure
    Altezza: 1.67 m
    Peso: 46 kg
    Età attuale: 13
    Abilità Innata: Jiton
    Elementi: Doton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Ragazzino genin di Suna in possesso dell'abilità innata del Jiton con il quale è in grado di comandare, tramite il magnetismo, sabbia e oggetti. Goh si trova a fronteggiarlo, ingiustamente, nell'invasione di Suna fino a quando il povero genin perde la vita.

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    Nome: Chomei
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Sunagakure
    Altezza: 1.74 m
    Peso: 58 kg
    Età attuale: 16
    Abilità Innata: No Innata
    Elementi: Fuuton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Fratello maggiore di Baiko combatte contro Goh e altri imperiali per proteggere la sua casa, il villaggio della Sabbia. Accecato dall'odio per la morte del fratello colpisce mortalmente Daro Akimichi per poi morire sotto la mano fredda di Keito Uchiha.

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    I predoni Tusken
    Descrizione: Gruppo di predoni, alleati dell'Impero, che Goh conosce dopo l'assalto a Suna perché incaricati di aiutarlo ad assaltare un convoglio che portava beni di primi necessità al villaggio della Sabbia. Il loro capo Imaad, nonostante siano etichettati come predoni, è un uomo comunque equilibrato che sì, nonostante vivano di scorribande, lo fa per preservare la vita di coloro che lo seguono ciecamente e non per avidità. Vicino a lui c'è sempre Salem suo braccio destro. Goh farà amicizia con loro ricevendo delle vesti, che usa ogni qualvolta si deve avventurare nel deserto, e varie ricette di cibarie che Goh ha trascritto in un taccuino durante la loro avventura. Recentemente hanno aiutato Goh e Keito a muoversi nel deserto del Paese del Vento per trovare i mukenin che avevano rapito Murasaki e salvarlo.

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    Nome: Kougami Kyoya
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Otogakure
    Altezza: 1.78 m
    Peso: 70 kg
    Età attuale: 19
    Abilità Innata: Ignota (Gobi No Jinchuuriki)
    Elementi: Katon, Suiton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Goh lo incontra la prima volta nel deserto come avversario incaricato di scortare dei beni di prima necessità a Suna, cosa che l'eremita deve impedire. Non conosce il suo nome date le circostanze fino al dopo guerra di Yuge dove, dopo che Goh ha salvato Ryu Akimichi, viene a conoscenza dell'identità dello shinobi di Otogakure e di una descrizione sommaria delle strane abilità mostrate da egli possedute che sembrano essere al di fuori della norma.

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    Nome: Yukio Tanaka
    Grado: Sp. Jounin Esperto
    Villaggio: Kirigakure
    Altezza: 1.86 m
    Peso: 83 kg
    Età attuale: 21
    Abilità Innata: Ignota (Hyouton)
    Elementi: Fuuton, Suiton, Raiton
    Kuchiyose: Contratto dei Volatili
    Descrizione: Sp. Jounin Esperto di Kirigakure che, nel bel mezzo del deserto, insegna a Goh la tecnica del richiamo dopo che era stato promosso al rango Chuunin. Goh scopre che il suo contratto è quello dei volatili e oltre a questo non lo ha più rivisto da quel giorno.

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    Nome: Raziel Kaguya
    Grado: Genin
    Villaggio: Otogakure
    Altezza: 1.76 m
    Peso: 70 kg
    Età attuale: 19
    Abilità Innata: Ignota (Manipolazione ossea)
    Elementi: Doton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione: Simpatico genin di Otogakure che Goh si trova ad addestrare nel controllo del chakra. Raziel è il primo allievo dell'eremita che, data la sua spontaneità, dopo lo inviterà a soffermarsi un po' a Oto per fare quattro chiacchiere. Si sono ripromessi di incontrarsi un giorno quando Raziel sarà cresciuto. Scopre da Yukimura che è stato suo compagno di esame per il rango genin.

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    Nome: Yuzin Asuka
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Konohagakure
    Altezza: 1.86 m
    Peso: 70 kg
    Età attuale: 16
    Abilità Innata: Arte Eremitica
    Elementi: Katon
    Kuchiyose: Contratto dei Rospi
    Descrizione: Amico di infanzia di Goh, praticamente un fratello, che abitava con lui nelle montagne del suo clan. Dopo essersi persi di vista dato che il più piccolo si era trasferito a causa del lavoro dei suoi genitori, entrambi si sono ritrovati al villaggio della Foglia come shinobi veri e propri. Goh lo ha poi iniziato sulla via delle arti eremitiche insegnandogli la tecnica del richiamo con la quale Yuzin ha potuto conoscere i rospi del Monte Myoboku.

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    Nome: Seishin Utsukushi
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Kirigakure
    Altezza: 2.11 m
    Peso: 83 kg
    Età attuale: 30
    Abilità Innata: No Innata
    Elementi: Katon e Suiton
    Kuchiyose: Contratto delle Creature Acquatiche
    Descrizione: Gigante shinobi di Kiri che Goh conosce per caso quando una mattina questi si presenta a casa sua durante un allenamento. Allora genin lui e l'eremita cominciano a chiacchierare amabilmente stringendo subito un bel legame. Successivamente si incontreranno di nuovo a casa di Goh dove si scoprirà che Seishin e Yuzin sono stati avversari durante l'esame di rango chuunin. Goh sarà infine sensei dello shinobi della Nebbia per l'addestramento nella tecnica del richiamo.

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    Nome: Yogan Raimu
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Kumogakure
    Altezza: 1.82 m
    Peso: 70 kg
    Età attuale: 17
    Abilità Innata: No Innata
    Elementi: Raiton e Suiton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione:

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    Nome: Yukimura Hyuuga
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Konohagakure
    Altezza: 1.70 m
    Peso: 54 kg
    Età attuale: 14
    Abilità Innata: Byakygan
    Elementi: Doton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione:

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    Nome: Kagushi Kishimoto
    Grado: Genin
    Villaggio: Konohagakure
    Altezza: 1.80 m
    Peso: 60 kg
    Età attuale: 17
    Abilità Innata: Arte del Legno
    Elementi: Doton e Suiton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione:

    Shin_zpsbste0xha
    Nome: Ignoto (Shin Masayoshi)
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Iwagakure
    Altezza: 1.83 m
    Peso: 78 kg
    Età attuale: 21
    Abilità Innata: Ignota (No Innata - Culto di Jashin)
    Elementi: Doton e Raiton
    Kuchiyose: Contratto delle Chimere
    Descrizione:

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    Nome: Ryu Akimichi
    Grado: Chuunin
    Villaggio: Konohagakure
    Altezza: 2.08 m
    Peso: 124 kg
    Età attuale: 26
    Abilità Innata: Controllo delle Calorie
    Elementi: Doton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione:

    Nigai%20e%20Amai_zps3mtef9tu
    Nome: Nigai&Amai Kato
    Grado: Apprendista
    Villaggio: Otogakure
    Altezza: 1.58 m
    Peso: 49 kg
    Età attuale: 14
    Abilità Innata: Mutazione del Corpo
    Elementi: Suiton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione:

    KazaMariHozuki_zpsgpxp545o
    Nome: Kaza Mari Hozuki
    Grado: Genin
    Villaggio: Kirigakure
    Altezza: 1.77 m
    Peso: 60 kg
    Età attuale: 19
    Abilità Innata: Ignota (Manipolazione Acquatica)
    Elementi: Suiton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione:

    RyuuYuki_zpsymtlgnnp
    Nome: Ryuu Yuki
    Grado: Genin
    Villaggio: Kirigakure
    Altezza: 1.58 m
    Peso: 49 kg
    Età attuale: 12
    Abilità Innata: Ignota (Hyouton)
    Elementi: Suiton, Fuuton
    Kuchiyose: ?
    Descrizione:


    Tecniche Ninja conosciute

    Ninjutsu
    Livello D: Hinoiki - Soffio di fuoco, Katoon: Kasumi Enbu no Jutsu - Tecnica della Nube Incendiaria, Oboro Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni di Nebbia Oscura, Kanashibari no Jutsu - Tecnica della Paralisi Temporanea, Sen Ato' - Arte del Filo Metallico, Doton: Sunaodori - Danza della Sabbia, Kirigakure no Jutsu - Tecnica del Velo di Nebbia, Suihashu - Mano dell'Onda, Suiton: Mizu Shuriken - Shuriken d'Acqua

    Livello C: Katon: Ryuuka no Jutsu - Tecnica del Drago di Fuoco, Katon: Endan - Palla di Fuoco, Karasu Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni di Corvi, Doro Gaeshi - Tecnica del Muro di Fango, Kawara Shuriken - Tegole Shuriken, Kami Oroshi - Vento Divino delle Montagne, Doro Houshi - Silhouette di Fango,

    Livello B: Furyuudan - Proiettili d'Aria, Atsugai - Repressione

    Livello A:

    Livello S:


    Genjutsu
    Livello D: Kasumi Juusha no Jutsu - Tecnica dei Servitori della Nebbia Oscura,

    Livello C: Kuyoi Nawabi no Jutsu - Tecnica dei Petali Fuggitivi,

    Livello B:

    Livello A:

    Livello S:


    Taijutsu/Kenjutsu
    Livello D: Senpuu - Turbine,

    Livello C: Senpuu Rendan - Attacco Concatenato Turbinio,

    Livello B:

    Livello A:

    Livello S:


    Fuuinjutsu/Supplementarie
    Livello D:

    Livello C: Nageru Jigoku - Lancio Infernale,

    Livello B:

    Livello A:

    Livello S:


    Abilità Innate/Uniche conosciute

    Sharingan
    Shinobi Katana
    Armatura Raiton
    Controllo delle Calorie
    Sabbia ferrifera

    Tecniche
    Livello D: Sharingan Una Tomoe, Armatura Raiton, Baika no Jutsu - Tecnica Dell' Espansione, Nikudan Sensha – Proiettile Umano Travolgente, Satetsu/Gōrudensando no Chūshutsu - Estrazione della Sabbia Ferrifera/Sabbia Dorata, Jishaku Inseki - Meteora Infinita, Satetsu Katana - Katana Ferrifera, Daisan no Me - Terzo Occhio

    Livello C: Sharingan a due Tomoe

    Livello B:

    Livello A:

    Livello S:


    Edited by Werner von Wallenrod - 26/7/2016, 15:24
     
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    Diventare un ninja



    L'ultimo addestramento da apprendista
    da Controllo del chakra
    L'accademia era ormai terminata da qualche tempo ed era da un po' che attendevo con ansia comunicazioni riguardanti il vero e proprio inizio della mia vita da ninja. Aspettavo quindi con ansia, ormai diplomato, una lettera per partecipare all'esame genin o a qualsiasi altra prova fosse stata necessaria per guadagnarmi un coprifronte e divenire un vero e proprio ninja. Del resto lo desideravo ardentemente, ero venuto a Konoha apposta proprio per diventare sempre più forte e già quegli anni passati all'accademia della Foglia avevano fatto di me una persona migliore. Quella sera, mentre leggevo una pergamena che spiegava il funzionamento di alcuni jutsu si presentò a me un chuunin che portava una comunicazione. Ricevuto il plico corsi in casa curioso di sapere se finalmente era quello di cui aspettavo da tempo. Era giunto quel momento. Il mattino seguente avrei avuto un addestramento da parte di una kunoichi di Kiri in preparazione all'esame genin. Entusiasta della cosa quella sera uscii elettrizzato come ero entrando in una taverna per passare il tempo e cercare qualche informazioni riguardo la mia insegnante. Soltanto all'una rientrai in casa e finalmente riuscii a riposare. Il giorno dopo quindi, in perfetto orario, giunsi al campo d'addestramento numero tre dove attesi Shōri Jiyuu. La ragazzina alquanto graziosa e dai lunghi capelli neri si presentò in orario chiedendomi quanto ne sapessi sul controllo del chakra. Dopo un attimo di imbarazzo, che proseguì data la mia parlantina anche dopo la mia risposta, risposi a macchinetta tutto quello che sapevo sull'argomento e l'allenamento cominciò di conseguenza. La prima parte della prova consisteva nel riuscire a concentrare il mio chakra al di sotto delle piante dei piedi così da poter scalare la superficie di un albero. Provai quindi a cimentarmi nell'impresa che aveva come obiettivo recuperare un kunai che la kunoichi aveva scagliato in cima all'albero. I primi tentativi si rivelarono fallimentari dato che, in più di un'occasione, toppai in pieno il quantitativo di chakra da utilizzare che risultò troppo o troppo poco ma poi, dopo qualche prova, cominciai a trovare la dose giusta fino a quando, al settimo cielo, giunsi in cima. Fu a quel punto che Shōri mi chiese di scendere giù ed io ubbidiente obbedii. Certo non mi aspettavo davvero che questa decidesse di lanciarmi un altro kunai per mettermi alla prova con l'effetto che rischiai quasi di schiantarmi a terra. Alla fine, nonostante qualche livido qua e là, riuscii a tornare a terra "normalmente" e terminare quindi la prima parte dell'addestramento. La seconda parte invece si spostava sull'acqua. La ragazza con naturalezza cominciò a camminarci sopra lasciandomi inizialmente a bocca aperta. Il mio scopo sarebbe stata raggiungerla al centro di quel piccolo lago che si trovava nel campo d'addestramento. Al primo tentativo mi inzuppai alquanto dato che, utilizzando troppo chakra, provocai un'esplosione sulla superficie dell'acqua ma poi, dopo un paio di tentativi così così ce la feci. Ma, come potevo immaginarmi, Shōri decise di mettermi alla prova per l'ultima volta ed infatti mi ritrovai a dover scansare il suo bastone, che mirava all'altezza delle mie ginocchia, per evitare di fare un bel bagno. Superata quindi la prova la kunoichi dichiarò concluso l'addestramento raccomandandosi con me di allenarmi ancora nel controllo del chakra e dicendo che magari un giorno ci saremo incontrati ancora. Io, che non sarebbe dispiaciuto per nulla incontrarla di nuovo, magari entrambi da ninja, la ringraziai con un inchino del tempo speso per il mio addestramento salutandola con un bel "arrivederci".

    L'esame genin
    Terminato l'addestramento per il controllo del chakra ero al settimo cielo. Aver padroneggiato una capacità così importante per un ninja mi aveva dato nuova forza e convinzione per proseguire i miei allenamenti. Tornato a casa quello stesso giorno avevo continuato ad allenarmi senza sosta cominciando così pure a perfezionare nuove tecniche delle quali avevo appreso le basi poco tempo prima. Così continuai per una decina di giorni ad allenarmi in attesa che arrivasse un giorno importante, quello che avrebbe di fatto di me un vero shinobi: l'esame genin. La notizia che l'avrei sostenuto non tardò molto ad arrivare; infatti una mattina trovai nella buca delle lettere un rotolo più "imponente" di quello ricevuto per l'addestramento del controllo del chakra che mi comunicava che avrei sostenuto, in via del tutto eccezionale, l'esame genin a Konoha, con un altro compaesano, al campo d'addestramento numero cinque. Il compagno sarebbe stato Hachiro Inuzuka, uno dei membri per l'appunto del clan Inuzuka mentre in veste di esaminatore avrei avuto Kuma Senju. Colui che poi, in quel momento non lo potevo ancora sapere, diventerà una persona importante nella mia vita. Contento per la notizia ricevuta quella sera andai a dormire presto facendo una grossa fatica nel prendere sonno. Il giorno dopo mi presentai al campo in leggero anticipo trovando là già Hachiro sol suo piccolo cane Hachi. Trovai subito intesa col ragazzino col quale progettammo un piano per cercare di recuperare i campanelli. Proprio quando stavamo per terminare di spiegarci la tattica da attuare fece la sua comparsa, alle nostre spalle, il sensei Kuma. Questi ci fornì delle comuni armi ninja per poi rimanere in attesa di una nostra mossa. Scambiai un cenno di assenso con Hachiro e partimmo all'attacco cercando di combinare le mie tecniche katon con quelle doton dell'Inuzuka. Nonostante la buona intesa Kuma Senju fu in grado di disinnescare ogni nostro attacco grazie alla maggiore agilità ed all'utilizzo della sua innata: il mokuton. Generando rami dalle sue braccia fu un grado facilmente di bloccare le nostre iniziative mentre, con garbo ed energia, ci incitava sempre a dare del nostro meglio. Rimasi molto colpito dalle parole del chuunin che, nonostante esaminatore, decise di non mettersi in cattedra ma bensì esaminarci a fondo ma al contempo darci consigli. Alla fine, nonostante tutti i nostri sforzi, ne io ne Hachiro riuscimmo a prendere uno solo dei campanelli legati alla vita del maestro tanto che ci trovammo alquanto scioccati quando il sensei dichiarò terminato l'incontro. Pensavo di essere stato bocciato quando invece Kuma sensei disse di aver visto da noi quello che si aspettava e che quindi, entrambi, eravamo a tutti gli effetti nuovi genin della Foglia. Cosa però strana di quell'esame fu che, per un problema al magazzino dell'accademia, in quel momento ne io nell'Inuzuka potemmo ricevere il nostro coprifronte. La gioia era comunque tanta e questo piccolo neo non poteva di certo abbatterci. Ringraziammo di cuore il maestro Kuma, che io personalmente promisi di andare a trovare un domani, e tornammo a casa contenti. Mentre camminavo sulla strada di casa, portando le mani dietro la nuca ed i gomiti alti, non facevo altro che pensare a Kuma. Un ninja che mi aveva incuriosito e dal quale pensavo di prendere ispirazione. La sua dedizione al compito di sensei e il suo modo di fare mi avevano in qualche modo stregato.

    Allenamento
    Continuavo ad allenarmi dal termine dell'esame genin. Avevo appreso il controllo del chakra che stavo continuando a perfezionare ed ora, dopo l'esame genin, avevo avuto un assaggio di quello che potevano essere gli scontri veri e propri tra shinobi. Dovevo divenire più forte e lo sapevo bene dato come era andato l'incontro contro il Senju. In una missione o altra situazione se no avrei fatto una brutta fine. Perciò, in attesa della mia prima missione, continuavo ad allenarmi cominciando ad usare tutte le mie tecniche nei modi più disparati. Cercavo soprattutto di utilizzarle in corsa, mentre camminavo sull'acqua o scalavo le pareti così da migliorare l'utilizzo del chakra in più maniere contemporaneamente. La mia casa risentì un po' di questi nuovi allenamenti tanto che, dopo un po', decisi di andare ad allenarmi di fuori. Più di una volta alcune delle pareti esterne erano state rovinate dall'utilizzo di troppo chakra sotto le piante dei piedi ed almeno un paio di volte rischiai di dare fuoco al tetto della mia abitazione mentre perfezionavo la palla di fuoco, nuovo jutsu katon da poco appreso. Dedicai molto tempo al migliorare il dosaggio del mio chakra elementale così da poter padroneggiare al meglio le tecniche di fuoco. Ormai più che abile ad utilizzare la kasumi enbu ed avevo trovato nella palla di fuoco per l'appunto il mio attacco più letale. Poi, per non lasciar nulla al caso, mi allenavo costantemente nel lancio delle armi ninja e nell'uso del taijutsu che cominciai a perfezionare ancora meglio una volta appresa una tecnica della moltiplicazione che riuscisse a creare delle vere e proprie fisiche di me. Contento dei miei progressi non ero mai sazio ed ogni giorno continuavo sempre di più aspettando il mio primo vero incarico da ninja.

    Edited by Werner von Wallenrod - 4/6/2016, 21:59
     
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    Vita da Genin, capitolo 1



    La prima missione e il coprifronte
    da Prima missione: Diventare un ninja
    Quel giorno era finalmente arrivato. Proprio in un pomeriggio come tanti altri mi venne recapitata la mia prima missione. Era da giorni che aspettavo quel momento e quasi non stavo più nella pelle. Quella sera non mi fu facile calmarmi a causa dell'emozione che questo mi suscitò tanto che decisi di andare a fare un giro prima di andare finalmente a letto. Il giorno dopo, alzato in orario, preparai per bene tutto il mio equipaggiamento ninja comprato da poco da Onji per recarmi puntuale al luogo d'appuntamento: il cancello Sud. Lì incontrai il mio compagno di missione, Keito Uchiha, il quale mi risultò subito alquanto simpatico quando un inguaribile chiacchierone. Non sapevo ancora quello che sarebbe intercorso tra me e il biondo Uchiha anche se, fin da subito, notai il suo fare bambinesco e la sua voglia di parlare continua che mi tempestò di domande durante il nostro viaggio. Giunti così alla sera mi offrì parte del cibo che si era portato da casa dato che, non rendendomi ancora conto delle distanze tra le cittadine del Paese del Fuoco, non avevo pensavo a portarmi nulla da mangiare. In un paio di giorni giungemmo quindi a Gouka dove avremo incontrato il signor Katsuya che dovevamo scortare fino a Komen. Una volta a Gouka trovammo ristoro in una taverna dove Keito diede spettacolo cominciando a mangiare quasi fino a scoppiare incitato dagli altri ospiti della locanda. Il mattino seguente raggiungemmo quindi la casa del signor Katsuya che stava ultimando gli ultimi preparativi della sua carovana insieme ai suoi assistenti Benkei e Eichi. Io e Keito decidemmo quindi di unirci ad essa utilizzando la tecnica della trasformazione. Io assunsi le stesse sembianze di Eichi, così da fingermi suo fratello gemello, mentre Keito, stupendomi non poco, decise di trasformarsi in un cane. Quel giorno di viaggio procedette tranquillo tra qualche chiacchiera qui e lì fino a quando, giunta la sera, decidemmo di fare sosta in mezzo a delle montagne. Fu proprio in quel momento che i predoni di cui parlava la missiva fecero la loro comparsa con l'intento di appropriarsi del prezioso carico di giada. Scoprimmo poi che Akio, il figlio del signor Katsuya, si era infilato in un carro e ci aveva seguiti in mezzo alla merce fino a quel momento. In qualsiasi caso io e Keito, anche se questo mi costò una bella botta su di una spalla, riuscimmo a proteggere tutti i membri della carovana mettendo in fuga i predoni stupiti di ritrovarsi di fronte a loro dei ninja. Riuscimmo pure a farne prigioniero uno, Johnny, il quale interrogammo per avere più informazione sui nostri avversari. Il resto della notte proseguì senza altri troppi intoppi fino all'indomani mattina quando ci mettemmo di nuovo in viaggio. Fu proprio a metà mattinata quando i predoni si fecero di nuovo avanti. Riuscirono infine a separare me e Keito per portarci nel loro covo: il Buco. Era una grossa grotta all'interno di una catena montuosa dove i predoni pensavano di averci messo in gabbia per soverchiarci grazie alla grande quantità. Nonostante questo io e Keito, non senza qualche graffio e livido, riuscimmo a liberarci di loro per poi correre dietro alla restante parte della banda che aveva nel frattempo trafugato il prezioso carico e si era data alla fuga. Infine, dopo una lotta estenuante che ci ridusse veramente male, sia io che Keito riuscimmo ad avere ragione sui nostri avversari che si rivelarono essere comunque, anche se non shinobi, degli nemici veramente temibili. Così la missione venne portata a termine lasciando arrivare sani e salvi fino a Komen il signor Katsuya ed il suo prezioso carico. Il viaggio di ritorno non fu una passeggiata: io ero stanco morto con le riserve di chakra al minimo anche se ferito meno di Keito che aveva lividi, tagli e buchi un po' ovunque. Nonostante tutto riuscimmo a tornare fino a Konoha, anche se a fatica, e a fare rapporto promettendoci di rivederci al più presto. Avevo finalmente provato il mio valore, ed infatti qualche giorno dopo mi venne recapitato finalmente a casa il tanto agognato coprifronte che non avevo ricevuto al termine dell'esame, ed, oltretutto, sembrava avessi trovato un nuovo amico.

    Primi incontri: Lo shinobi katana
    da Fuoco contro katana infuocata
    Avevo terminato da un po' la mia prima missione da ninja ed era un paio di giorni che mi ero preso una "piccola vacanza". Dopo aver notato come conoscevo poco del mondo attorno a me, avendo vissuto fino a pochi anni prima solo dentro al piccolo villaggio degli Asuka nelle montagne a Sud di Konoha, avevo deciso di fare un po' di giri nei paesi confinanti. Quel mattino mi ero spinto fino al confine Sud del Paese del Fulmine e mi trovavo in una verde prateria dal quale sbucavano di tanto in tanto diverse conformazioni rocciose qui e lì. Il destino volle però che quella mattinata non fosse come tute le altre ed incontrai infatti uno strano shinobi di Kumo. Un ninja con una katana al fianco stava meditando in quella prateria. Il ragazzo, dopo un rapido scambio di battute, non ci pensò due volte a sfidarmi così, per diletto ed allenamento. Decisi di accettare di buon grado la sfida ponendomi in posizione di guardia ad aspettarlo. Questi non se lo fece ripetere due volte e mi fece vedere subito come dovevo trovare il modo di stare lontano dalla sua katana. Infatti Makoto Shishio, così si chiamava, mi fece vedere subito come fosse molto abile nell'attacco all'arma bianca. Recepito il messaggio presi quindi subito distanza dal kumoniano per ricorrere ai miei cloni della nebbia. Feci quindi dieci copie illusorie nelle quali mischiai anche due cloni di corvi con i quali mi tenni in contatto tramite la radiolina. Così facendo riuscii a confondere il ninja di Kumo che, intuendo si potesse trattare di un'illusione, provò invano a dissolverla. Subito dopo poi, senza pensarci troppo su, questi mi fece vedere che la natura del suo chakra era la stessa mia: il katon. Cercò quindi di attaccarmi con combinazioni di attacchi col fuoco dato che non riusciva a trovarmi in mezzo alle tante copie. Anche io non fui da meno ed infatti cominciai a provare più di una volta ad abbrustolire il ninja di Kumo che però dimostrò un'agilità fuori dal comune riuscendo a limitare i danni. Poi, tutto ad un tratto, Makoto sembrò "cambiare". Lo vidi come perdere il controllo tirando un paio di draghi di fuoco e menando colpi di katana come un ossesso contro i miei cloni della nebbia. Tentati quindi di approfittare di questo momento per attaccare ma, anche in questo frangente, il ninja del Fulmine fu in grado di recuperare la situazione venendo colpito soltanto di striscio. Alla fin fine fu proprio Makoto a propormi di finire la sfida. In effetti stavamo spendendo parecchio chakra e, nonostante sembrassi sempre in vantaggio ed illeso, non riuscivo a mettere a segno il colpo decisivo. Rimandai quindi l'esito dello scontro al prossimo incontro tra me e il ninja di Kumo tornando a casa contento di quello che avevo appreso e conscio del fatto che dovevo diventare sempre più forte per riuscire a chiudere incontri simili in un tempo più ridotto.

    Edited by Werner von Wallenrod - 4/6/2016, 22:00
     
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    Vita da Genin, capitolo 2



    Missione a Kumo: Murasaki Wuta
    da L'armatura Yoshimitsu
    Passato del tempo una sera ricevetti nuovamente una visita da un messaggero dell'ufficio dell'Hokage. Il chuunin di turno quella sera mi recapitò quella che sarebbe stata la mia missione mentre stavo gustandomi una tazza di ramen. Questa volta sarei dovuto recarmi fino a Kumo dato che la missione doveva essere svolta insieme ad un ninja della Nuvola e proprio in favore del Raikage. Il clima politico dei paesi stava cambiando ma ancora non me ne ero reso conto quando ne ebbi una piccola riprova mentre attraversavo il Paese del Riso. Lì infatti venni intercettato da degli shinobi del Suono che, senza che fosse necessario, insistettero per scortarmi fino al confine dei loro territori così da proseguire poi il viaggio verso nord, verso Kumo. Dopo qualche giorno di viaggio giunsi quindi al villaggio della Nuvola dove, dopo aver chiesto informazioni ai chuunin di guardia, mi venne indicato quello che sarebbe stato il mio compagno di missione: Murasaki Wuta. Il chuunin di Kumo mi stava aspettando ad un panchina nei pressi del cancello pronto ad iniziare la missione. Si rivelò subito un ragazzo simpatico e ben disposto nei miei confronti andando subito a fugare ogni mio dubbio in merito all'armatura che dovevamo scortare in quella missione. Oltretutto il ninja del Paese del Fulmine si era pure preso la briga di farmi trovare qualcosa da mangiare per il pranzo. Recatici quindi al museo la vedemmo mentre gli addetti del museo di Kumo si apprestavano ad inserirla in una teca che si sarebbe resa necessaria per il trasporto. Prima di partire trovai il tempo di parlare con Murasaki, che fece notare subito buone abilità strategiche e di analisi, proponendosi di osservare il trasporto dall'alto mediante le sue evocazioni mentre io sarei stato di sotto sul carro mentre potevamo restare in contatto per mezzo della radiolina. Così cominciò il trasporto che, come preventivato dal mio compagno, proseguì tranquillo inizialmente fino a quando non venimmo attaccati da alcuni samurai armati di spade e archi proprio in uno dei punti che Murasaki aveva pensato come più facili per tendere un'imboscata. Sbrigata rapidamente la faccenda continuammo quindi il nostro viaggio mentre questa volta a darmi manforte non vi era più il ninja di Kumo ma una sua copia dato che lui andò in avanscoperta con la sua bianca gru. Grazie a questa buona coordinazione trovata facilmente col mio compagno di missione non fu difficile neutralizzare gli avversari per altre ben due volte fino a che finalmente il pericolo fosse definitivamente scampato. Perciò arrivammo finalmente a Raiden in serata, una città in festa, dove decidemmo di andare a mangiare qualcosa assieme per festeggiare la buona riuscita della missione prima eventualmente di separarci. Murasaki mi aveva proposto anche di andare a passare del tempo da lui a Kumo ma questo alla fine non fu possibile. Proprio in quei giorni la situazione politica dei grandi Paesi stava letteralmente precipitando; Konoha si era appena proclamata Impero del Fuoco e una guerra era alle porte. Proprio per questo motivo Murasaki dovette tornare di corsa al villaggio della Nuvola ritardando perciò il tempo che volevamo passare assieme.

    Incontri casuali: L'Armatura Raiton
    da Scontro elettrizzante
    Una mattina come tante ero assorto dei miei pensieri mentre vagavo per le vie di Konoha quando un ragazzino mi urtò addosso chiedendomi scusa. Quasi non gli risposi proprio a causa delle tante cose che mi giravano per la testa in quel periodo fino a quando non giunsi di fronte al mercato del villaggio. Non volendo finire in quel caos decisi quindi di deviare quello che era comunque un cammino senza meta fino a trovarmi, senza quasi darci caso, di fronte all'arena della Foglia. Entrato all'interno dello stabile giunsi proprio nell'area adibita agli scontri dove vidi un ninja di Kumo, proprio come Murasaki, che se ne stava là tutto solo. Dopo uno scambio di battute un po' "diffidenti" scoprii che il nome del chuunin della Nuvola era Okami e, non so nemmeno perché lo feci, decisi di sfidarlo in un combattimento amichevole. Questi quasi si incazzò quando gli dissi che non credevo di avere molte possibilità contro di lui. Non che non fosse vero ne nemmeno volevo darmi sconfitto in partenza ma sapevo che effettivamente, nel mio stato attuale, non avevo poi molte carte da giocarmi soprattutto contro un avversario di livello superiore. Nonostante tutto cominciai a dare il meglio di me stesso in quella sfida che fu per me molto stimolante. Inizialmente lo scontro sembrava quasi essere in parità dato che alcuni scambi andarono a "vuoto" con me e il ninja di Kumo a rimanere illesi. Infine, cercando di applicare al meglio strategie volte a confondere Okami con delle copie, riuscii a colpirlo anche se questi, a seguito dell'attacco subito mostrò tutto il suo vero potenziale che si rivelò essere devastante. Dopo alcuni ninjutsu il moro rivelò quale fosse la sua vera specialità: i taijutsu. La sua forza e velocità salirono vertiginosamente e per me seguire i suoi movimenti divenne molto difficoltoso. Infatti venni colpito in pieno dal suo primo attacco senza poter rispondere in modo alcuno. Infine solo grazie a qualche piccolo stratagemma riuscii a portare a termine qualche altro buon colpo anche se le mie condizioni fisiche andavano sempre peggiorando. Alla fine tutti e due eravamo esausti e belli ammaccati anche se, ne ero certo, Okami potesse ancora dire la sua e chiudere definitivamente lo scontro. Infine fui io quindi a interrompere le ostilità dato pure che il suo ultimo attacco aveva fatto uscire dalla sua posizione naturale la spalla sinistra. Il chuunin di Kumo, dal canto suo, disse che lo scontro era stato divertente e che gli sarebbe piaciuto incontrarmi di nuovo in futuro. Sembrava quindi che avessi conquistato il rispetto di un avversario più potente di me e questo non fece altro che accrescere la mia stima personale. Tornai quindi a casa bello dolorante ma felice.

    Edited by Werner von Wallenrod - 4/6/2016, 23:17
     
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    Vita da Genin, capitolo 3



    Missione diplomatica: i gioielli di Kiri
    da i gioielli di Kiri
    Il villaggio stava cambiando, ormai me ne ero accorto, quindi cominciai ad accettare che quello che sentii a Raiden, durante la missione svolta con Murasaki, fosse la verità. Il villaggio della Foglia, ormai Impero del Fuoco, si stava alleando con Kiri e l'equilibrio che regnava tra i Paesi Maggiori stava per infrangersi. Fu proprio in quei giorni, durante i quali uscivo poco e niente, che camminavo ora per le strade del villaggio parecchio confuso a seguito dei cambiamenti che si stavano verificando attorno a me. Tra le mani stringevo ancora il rotolo di pergamena che avevo ricevuto poco prima nell'ufficio dell'Imperatore ed ora stavo facendo un giro "largo" per tornare a casa. Alla fine decisi di aprire il rotolo prima di giungere a casa per vedere quale sarebbe stato il mio prossimo incarico. Si trattava di recuperare dei gioielli di alcuni nobili di Kiri che gli erano stati trafugati durante una sosta a Port City durante uno scalo verso Komen. Questi nobili, come immaginavo, si muovevano per questioni diplomatiche e, nemmeno a farlo apposta, erano di Kiri. Vedevo quindi questa missione quasi come una cosa quindi dovuta, come una mossa "diplomatica" del neo Impero nei confronti dell'alleato Kiri. Ero quindi allo stesso tempo confuso dal dover svolgere un compito simile. Se da un lato potevo sentirmi "onorato" di essere stato scelto per svolgere un compito del genere, per quanto semplice, dall'altro mi sembrava quasi di essere un po' schiavo di questo sistema che mi vedeva come piccolo tassello di un grande mosaico verso un qualcosa che avrebbe molto probabilmente scosso tutto il mondo dei ninja per chissà quanto tempo. Decisi quindi di partire il prima possibile verso la mia meta cercando di non pensare troppo a queste questioni politiche limitandomi comunque a dare del mio meglio per l'incarico assegnatomi. Dopo qualche giorno raggiunsi il porto a Sud di Gouka dal quale salpai su di una nave in direzione di Port City. Dopo diversi giorni di navigazione giunsi quindi nella cittadina marittima dove parlai col signor Kazawa, uno degli assistenti dei nobili derubati, dal quale conobbi le fattezze dei gioielli derubati così da avviare le ricerche. Mi recai per primo alla bottega di un certo Takeshi, che il capitano della nave dal quale avevo rimediato il passaggio mi aveva indicato, che mi portò subito sulla buona pista dicendo che Akihiko, il capo del clan Kasuto, era un uomo fissato per i rubini e che poteva essere molto probabilmente lui il colpevole del misfatto. Cominciai quindi, sotto false sembianze, a girare vari ricettatori dicendo, anche in modo alquanto pomposo, che ero in cerca di rubini così da gettare la mia esca. Come immaginavo infatti alcuni sgherri del clan Kasuto decisero di tendermi un'imboscata e, proprio grazie a questi, riuscii a scoprire dove si trovava il loro covo. Mi presentai quindi lì, supportato soltanto dai miei fedeli karasu bunshin, dove, nonostante venni scoperto, riuscii ad avere senza troppa difficoltà ragione dei banditi così da recuperare i gioielli ed assicurarli alla giustizia. Infine trovai un'altra nave con la quale fare il viaggio di ritorno per giungere a Konoha dove venni ricompensato a dovere per il compito svolto in modo egregio a nome de "l'Impero".

    Venti di guerra
    da post iscrizione evento
    Konoha era ormai cambiata, voci pessime giravano ormai attorno a quello che una volta era il Villaggio della Foglia. Posto che io avevo visto come possibile luogo di crescita per me, nello sviluppo delle mie abilità, così da perseguire quello che era ormai divenuto il mio personale credo ninja: proteggere i miei amici. Ormai non veniva più chiamata Konoha, il tutto veniva identificato come Impero del Fuoco ed il Kage stesso un Imperatore. File di mukenin si aggiravano per il villaggio sotto mentite spoglie e, anche se non avevano un'etichetta su di se, era possibile identificarli solo guardandone i volti. Continuavo a non riuscire a darmi per vinto che tutto questo stesse accadendo; in qualche modo non volevo crederci. Decisi quindi, combattuto per tutto questo, di uscire per andare dall'unica persona alla quale avrei potuto rivolgermi in un momento simile: il sensei Kuma Senju. Raggiunta la casa del manipolatore del legno questi mi accolse con gioia e mi aiutò, man mano che il discorso proseguiva, a prendere bene coscienza del tutto. Parlammo inizialmente di come si era svolta la mia vita da ninja fino a quel momento per poi giungere alla nota dolente di quel discorso: la nascita dell'Impero e l'imminente guerra. Il sensei confermò alcune delle cose che avevo sentito mentre di altre non seppe dirmi nulla di più di quanto sapessi già. Alla fine di tutto ero ormai consapevole di quello che mi aspettava, del resto non potevo tirarmi indietro in quanto ninja del nuovo Impero. Fu quindi grazie a lui che uscii da quell'edificio "pronto" ad accettare il mio destino. Pronto a combattere per sopravvivere così da poter proseguire quel sogno che decisi di seguire quando lasciai il villaggio degli Asuka tra le montagne. Proprio il giorno dopo infatti mi presentai direttamente al palazzo del capo villaggio dove venni accolto dall'Uchiha stesso. Dinanzi a lui quindi dichiarai di essere pronto a servire l'Impero e pronto a scendere in guerra. Sapevo bene che non era quella la mia guerra ed infatti non andavo là con intenti di conquistatore. Sapevo però che ormai questo grande ostacolo era posto là sul mio cammino e quindi non potevo far altro che superarlo.

    Edited by Werner von Wallenrod - 4/6/2016, 22:04
     
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    La 6^ Guerra Ninja



    L'assalto a Sunagakure no Sato
    da La Caduta di Suna
    Ormai quel che era fatto era fatto e, come preannunciato dall'Imperatore in persona, dopo qualche giorno giunsero alla mia casa istruzioni sullo scendere in guerra. Giorni passati praticamente chiuso in casa ad allenarmi ed ancora ad allenarmi mentre per il villaggio infervoravano i preparativi alla guerra. C'era molto più movimento per le strade e, nonostante uscissi poco e nulla, potevo accorgermene lo stesso dal maggior rumore di fondo che potevo ascoltare ogni volta che mi trovavo fuori in giardino. Le istruzioni dicevano che dovevo raggiungere al più presto Gouka dove, dalle coste a Sud, avremo preso il mare per avvicinarci a Suna separati in varie divisioni. Giunto alle coste meridionali, dopo aver passato la notte in un dormitorio insieme a ninja di tutte le età che come me stavano per andare in guerra, salii su un imponente nave che erano nascoste perennemente da una Nebbia, generata da alcuni ninja di Kiri, che le avvolgeva completamente. Dopo diversi giorni di navigazione arrivammo a Sud di Suna dove, scesi col controllo del chakra sull'acqua, raggiungemmo la sabbia del deserto. Lì cominciò quindi una lunga marcia di avvicinamento alla capitale del Paese del Vento scandita dal suono dei tamburi di guerra. La tensione era alle stelle, ormai vedevo le mura di Suna di fronte a me. Feci un profondo respiro e mi preparai al peggio mentre tiravo su il mio fedele coprinaso. La guerra era iniziata.
    Subito lo scontro si fece cruento e centinaia e centinaia di jutsu cominciarono a scontrarsi tra loro. Non appena cominciai lo scontro pensai subito di non farcela ed infatti, ancor prima di giungere alle porte di Suna, mi ritrovai subito ad essere risucchiato dal deserto stesso. Sembrava la fine per me fin quando non venni salvato da un ninja di Konoha che mi prese al volo con il suo volatile. Era una gru bianca, proprio come quella di Murasaki, che poco dopo rischiò di andarsi a sfracellare contro un enorme ondata di sabbia che a sua volta venne contrastata da un jutsu katon di un livello incalcolabile. Tornato a terra, mentre tanti ninja si sfidavano a colpi di tecniche nei cieli, proprio dal cielo venne la nuova minaccia sempre portata dalla sabbia: un'immensa grandinata di sabbia cominciò a cadere su di me e tanti altri ninja. Cercai di contrastarla con le mie tecniche katon ma venni colpito lo stesso. Riuscii infine a mettermi in salvo buttandomi in una fossa creata da uno shinobi alleato. Così finalmente potei proseguire la mia marcia verso Suna. Non avevo nessuna certezza, continuavo ad avanzare per forza di inerzia sperando di sopravvivere quando vidi lui. Un ciuffo biondo attirò la mia attenzione, sembrava proprio Keito. Cercai quindi di correre verso quella figura per raggiungerla.
    Era proprio Keito. Insieme all'Uchiha trovai anche Kirito, un altro membro del suo clan, e Daro Akimichi, compagno del biondo da quando era cominciata questa "avventura". Insieme a loro riuscii ad entrare a Suna dopo che le bestie codate dell'Impero, comparse quasi dal nulla in mezzo a tanti altri ninja "normali", fecero breccia all'interno delle spesse mura di sabbia della capitale del Paese della Sabbia. Rimasi colpito ma anche affascinato da quello strano potere quando notai dei ninja che, dopo essersi iniettati chissà che tipo di sostanza, si trasformarono completamente in quelle che sembravano delle bestie assetate di sangue che potevano portare soltanto distruzione e morte. Poi fu a quel punto che, dopo aver superato le mura, iniziò veramente la nostra guerra dopo che, fino a quel momento non avevamo fatto altro che cercare di star lontano dai guai. Fu infatti in quel momento che venimmo ingaggiati da due shinobi della Sabbia: Baiko e Chomei. Ci trovammo inizialmente in difficoltà contro la particolare abilità di Baiko che si rivelò in grado di utilizzare le macerie presenti come armi da scagliare contro gli avversari. Dopo un po' riuscimmo comunque a trovare delle contromisure efficienti e a riportare lo scontro in equilibrio grazie ad un affiatamento cercato e trovato rapidamente tra me e i miei compagni di sventure.
    Lo scontro tra gli shinobi di Konoha e quelli di Suna sembra non trovar fine. I jutsu scambiati si sprecano e i danni vengono subiti da tutti gli shinobi me compreso. Alla fine questo leggero equilibrio si spezza, Baiko muore. Il piccolo manipolatore colpito da diversi jutsu katon miei e degli Uchiha esala infine l'ultimo respiro causando la furia di Chomei suo fratello maggiore. Questi, in preda all'ira, uccide il povero Daro che nulla può per evitare le lame lanciate dal chuunin. Quello che succede dopo è tutto un flash, avrei preferito fosse tutto un brutto sogno. Keito, imbufalito anch'egli per la morte di Daro, si butta a capofitto contro il chuunin avversario mentre io e Kirito non riusciamo a reagire a causa dello choc. Infine, proprio quando il biondo si trova in difficoltà, ci sblocchiamo entrambi e riusciamo a salvarlo da quella che per lui poteva significare morte certa mentre la guerra stava volgendo a favore del nostro schieramento. Ignari di ciò Keito non riesce a frenare la sua rabbia e termina la vita di Chomei che aveva voluto solo difendere la sua terra e poi vendicare la morte prematura del suo fratellino. La lama dell'Uchiha cala fredda sulla gola del chuunin ormai esausto e battuto. Stesso Uchiha che poi, shockato a sua volta dal suo stesso gesto, scappa tra la folla in preda alla paura. Decido di seguirlo, lo chiamo ma non si volta. Lo rincorro ancora ma non riesco a raggiungerlo. Intanto il Kazekage, il leader di Suna, cade per mano di un ninja dell'Impero e questa notizia risuona per le strade del villaggio della Sabbia mentre il biondo, nel caos generale, rischia la vita. Uno shinobi avversario sta per colpirlo a morte quando viene colpito alle spalle da degli shuriken. "Murasaki" riesco soltanto a pensare notando la figura del ninja di Kumo che aveva appena salvato Keito. Shinobi della Nuvola che poi però, dopo aver perso l'uso di un occhio, mi trovo a salvare io stesso da un ninja della Foglia che, vedendo Keito a terra, lo crede responsabile di ciò. Alla fine la guerra finisce così: con dei medici che portano delle cure all'Uchiha ferito mentre il ninja di Kumo vola via portato dal suo volatile mentre mi dice che aspetta me e il biondo nel "punto più alto del mondo" e tanta distruzione e miseria tutto attorno. L'Impero e Kiri hanno vinto. Suna così come Oto e Kumo hanno perso. Ma io mi chiedo: sarà veramente così? E' veramente una vittoria questa?

    Edited by Werner von Wallenrod - 4/6/2016, 22:05
     
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  7. simok
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    Narrato "Pensato" <Parlato> <Parlato Altri>


    Accampamento dell'Esercito Imperiale del Fuoco. Giorno 2 dalla Battaglia di Suna. Ore 6:00 del mattino.

    I suoi passi si alternavano rapidi tra le piccole viuzze che gli imperiali avevano definito a furia di sistemare tende e magazzini ambulanti. Era presto, lo sapeva, ma forse con un po' di malizia sperava che anche il suo amico Goh stesse provando quella sensazione terribile che attanagliava le sue viscere, e che con lui avrebbe potuto condividerne i dolori. Ogni volta che si guardava intorno, ogni volta che prendeva un respiro di quest'aria fetida ed intrisa di sudore di assassini, la mente tornava a due giorni prima quando la vita di un suo caro amico si era spenta tra le sue braccia. Non avrebbe mai potuto dimenticare lo sguardo di Daro che andava spegnendosi, i suoi ultimi gemiti di dolore e di allarme. Quella sua richiesta di aiuto a cui nessuno era stato capace di far fronte. Entrambe le mani serrarono la loro presa sulla carne stessa del Genin di Konoha, turbato da quei funesti ricordi.

    Giunse finalmente alla sua destinazione. La tenda dinanzi a lui sarebbe dovuta essere quella giusta. O almeno così dicevano i guardiani, che pochi minuti prima gli avevano sbraitato contro con l'alito ancora corrotto dall'alcool del giorno prima. Il braccio destro andò ad appoggiarsi sulla tela che costituiva la porta del tendone. Tentennò. Goh era più grande, era probabile che avesse una maturità sufficiente ad affrontare e superare da solo queste cose. E sicuramente più di ogni altra cosa al mondo lui non voleva essere etichettato come il bambino che ha bisogno di conforto. Eppure quella pressa proprio lì, al centro del petto, non gli aveva consentito di riposare neppure per un attimo. E presto sarebbe dovuto partire con quel Light Uchiha per quella missione di inseguimento, e sicuramente non avrebbe più avuto occasione di parlarne con nessuno di vicino. Dopotutto aveva chiesto in lungo ed in largo dove si trovassero suo fratello ed i suoi genitori. La risposta più soddisfacente era stata <Tuo fratello è in missione...ce l'ho mandato io...io tuoi genitori non lo so né me ne fotte un cazzo...abbiamo molto da fare qui marmocchio, levati dalle palle> e a denti stretti era stato costretto a rinunciare alla sua opera di ricerca. "Ho bisogno di parlare con qualcuno.." si fece forza e strattonò il telo. All'interno diversi posti letti erano occupati da ragazzini intorno alla sua età o poco più grandi che dormivano sonni più o meno tranquilli. Numerosi erano i posti vuoti nei sacchi a pelo, posti di Genin che come lui erano stati feriti in battaglia e quindi portati in infermeria o peggio...<Goh...Goh sei sveglio?> il biondo riconobbe il suo amico nel secondo ninja sulla sua destra, andando a posargli una mano sulla spalla senza sapere se si trattasse effettivamente del suo amico o meno. <Usciamo da qui...ho bisogno di parlarti> già ne aveva un gran bisogno.


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    Soltanto la sera prima avevo ricevuto la mia prossima missione e solo grazie a questa nuova cosa per la testa ero riuscito ad andare a letto senza troppe preoccupazioni. Perché quello che mi era successo un paio di giorni prima non poteva di certo lasciarmi indifferente. Tanto dolore, tanta sofferenza, morte e distruzione... Ed un altro fallimento, quello che mi ero ripromesso che non sarebbe mai più accaduto. Per la seconda volta un ragazzo, che è vero ho conosciuto per pochissimo, era caduto. Proprio là, di fronte a me ed io non avevo saputo far di nuovo nulla. Un'altra volta quella sofferenza che squarcia il cuore, il senso di impotenza di fronte a quella scena e altre persone a me care come il biondo che soffrivano per la morte di un amico. Rividi negli occhi di Keito gli stessi occhi di Kijiro quel giorno. Pieni di rancore, odio, di vendetta. Vendetta che però al tempo non cercai di fermare. Eravamo piccoli, del resto avevamo dodici anni, quando tutto avvenne. Ma quando Kijiro, rendendosi conto di non poter fa altro in quel momento, col cuore colmo di rabbia giurò vendetta io come gli altri non ci pensammo su due volte ad essere d'accordo con lui. Ma cosa stavamo per fare? Uccidere altri due giovani, dei ragazzi come noi, che avevano rapito uno di noi ed ucciso un altro. Due ragazzi "cattivi" che ci avevano procurato un gran dolore. Del resto cosa è il mondo ninja? O il mondo in generale? Potremo dire che non è altro che un insieme di esseri buoni e cattivi dove spesso i cattivi per svariati motivi uccidono i buoni. In quell'occasione non avevamo dubbi su chi fossero i cattivi e che fosse "giusto" pagassero con la vita. Ma tutto questo è giusto? Invece cosa era successo ora? Noi, l'Impero, stavamo invadendo Sunagakure. I due fratelli periti nello scontro cosa stavano facendo? Stavano difendendo la propria casa! E' vero, avevano ucciso Daro, ma solo per difendere la loro casa. Non che allora fossero giustificati ad uccidere ma in questo caso: chi sono i buoni? Chi i cattivi? Noi potevamo stare a casa nostra invece, per non si sa quale ragione, marciavamo contro un altro paese. Per questo motivo avevo voluto cercare di fermare in tutti i modi Keito dal togliere la vita a quel ragazzo. Ragazzo che agiva per difendere il suo paese, vendicare la sua famiglia. Purtroppo non ero riuscito nemmeno nel fermare il biondo. Solo il pensiero sulla salute di Keito e quello della missione mi permettevano di non farmi divorare dai rimpianti. Pensare alla missione, al lavoro, come un mezzo per avvicinarmi al mio obiettivo. Avevo fallito di nuovo e dovevo sbrigarmi. Non potevo permettermi di fallire ancora. Avevo bisogno di maggior potere!

    Erano passati due giorni da quell'inferno e Keito ormai avrebbe dovuto essersi ristabilito ma ancora non avevo avuto modo di cercarlo. Quella sera ero andato a dormire quasi subito dopo aver ricevuto la missione. Missione che questa volta mi avrebbe messo contro un altro ninja, probabilmente un ragazzo come me, obiettivo: dei rifornimenti per Sunagakure. Lui doveva portarli a tutti i costi al villaggio della Sabbia, io dovevo impedirlo, anche a costo della vita. Questo diceva la missiva. Dormivo un sonno abbastanza tranquillo e profondo solo a causa della missione, ora la mia attenzione era focalizzata a ciò e sapevo che dovevo essere ben riposato prima di partire. Erano circa le sei del mattino, tra un paio d'ore al massimo pensavo di svegliarmi, quando qualcuno entrò nella tenda dove dormivo insieme ad altri shinobi. La figura si aggirava tra i vari posti letto in cerca di qualcuno. Questa arrivò infine accanto a me e toccandomi la spalla sinistra disse: Goh...Goh sei sveglio? Sentendomi toccare la spalla mi svegliai, facendo per girarmi, ed ascoltai subito dopo le parole. Era Keito, il biondo Uchiha, riconobbi la sua voce. Appena svegliato non riuscii subito a proferire parola, avevo la bocca un po' impastata. Fu quindi il mio amico a parlare ancora esplicandomi con poche parole il perché sella sua visita. Usciamo da qui...ho bisogno di parlarti. Era questo il motivo della sua visita: parlare, ed immaginavo facilmente anche il perché. Feci solo un cenno di assenso col capo e mi alzai per dirigermi di fuori. Mentre facevo questo feci segno al biondo con la mano destra di seguirmi. Uscito fuori dalla tenda feci qualche passo, circa cinque metri dal dormitorio, dopo di che mi girai rivolgendomi a Keito. Ciao Keito, sono contento di vedere che ti sei ripreso... Per quanto riguarda la prima domanda no, in realtà mi hai svegliato te. Dissi mentre chinavo leggermente il lato sulla destra e sul mio volto si dipingeva un sorriso. Dopo di che proseguii: Comunque non preoccuparti, tra non molto mi sarei dovuto alzare lo stesso... Ho ricevuto proprio ieri sera una missione. Comunque dimmi, di cosa mi volevi parlare? Conclusi osservando il mio amico mentre incrociavo le braccia al petto.

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    <Ho ricevuto proprio ieri sera una missione. Comunque dimmi, di cosa mi volevi parlare?> la voce del Goh risultava famigliare e accogleinte, sebbene forse leggermente impiastricciata dal sonno. Per la prima volta da tanto il biondo sorrise. Si trovava bene in compagnia dell'Asuka, aveva avuto modo di riscontrarlo in diverse occasioni. Sebbene fosse ninja da meno tempo di lui, Goh era maturato molto in fretta e ammirava il suo incredibile modo di manifestare la calma in qualunque situazione. O comunque di provarci. Al contrario lui buttava fuori tutto quello che produceva il suo cuore, e per un ninja questo non poteva di certo dirsi conveniente. Ricacciò indietro i pensieri ed andò a sedersi su di un grosso masso. <Una missione? Curioso anche io ne ho ricevuta una...tra qualche ora partirò con uno shinobi del mio stesso clan....ma non sono qui per questo...> lo sguardo del biondo passò rapido in rassegna del volto di Goh. Ancora una volta gli sembrò come se per l'altro fosse tutto così semplice, tutto così schematico. Come se non avesse alcuna preoccupazione. Certo non aveva avuto modo di parlare con l'altro della sua famiglia, ma doveva pure avere qualcuno a cuore no? E come faceva a non struggersi dalla preoccupazione per quelle persone? Ancora una volta Keito si chiese se fosse il caso di parlargli, se fosse il caso di mettersi a nudo davanti al moro, di mettere a nudo le sue debolezze. Avrebbe parlato per la prima volta da ragazzo a ragazzo, da amico ad amico e non da ninja a ninja. Quest'ultimo pensiero fu causa di un sospiro di consapevolezza. "Possibile che quando da semplici esseri umani si diventa ninja, il mondo cambia così tanto?" ma la risposta gli era venuta due giorni prima nel sabbioso villaggio di Suna. <Ecco io...io sono preoccupato Goh...> si prese un ultimo attimo di resistenza, il cuore accelerò, poi si lasciò andare come un fiume in piena mentre i suoi occhi colmi di sofferenza, quella sofferenza che mai un ragazzino come lui dovrebbe vedere, si fissavano in quelli del corvino. <Sono settimane che non vedo i miei genitori e mio fratello...ho paura Goh...ho paura che possano essersi fatti del male, ho paura che possano essere...morti...> lo sguardo si posò sulla sabbia sotto ai suoi piedi. Già, cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che i suoi genitori erano morti? <Ho paura io stesso di morire...ho paura di vedere morire coloro che mi sono vicini...come ho visto morire Daro...> la voce iniziò a piegarsi sotto la forza della frustrazione, mentre una lacrima scendeva silente sul suo volto dai lineamenti che erano ancora quelli di un bambino. <E poi quel volto...quel volto mi tormenta Goh...quell'immagine, quella scena...mi tormentano ogni volta che chiudo occhio...da quando mi sono risvegliato non riesco più a dormire....vedo quel ragazzo, e vedo la mia lama passare su di lui...e il suo sangue...> strinse i denti con dolore, mentre tentava di ingoiare le lacrime con violenti sussulti, mentre sotto di lui la sabbia iniziava a bagnarsi della sua disperazione. Ne ebbe per un po', qualche minuto, prima che riuscisse a riacquistare l'autocontrollo. Si asciugò le lacrime ancora sul volto con il dorso della mano destra, poi i suoi gonfi occhioni rossi si posarono sul volto del compagno. <Tu...tu Goh sei così forte...ti vedo sempre rilassato, sempre pronto a tutto...possibile che non hai paura? Non hai nessuno da perdere?> chiese, e questa domanda era un tutto dire. "Parlami di te Goh!" urlava da dentro, con quella voglia di sentirsi rincuorato dalle vite degli altri, di sentirsi compreso e di condividere quei sentimenti che gli opprimeva il cuore da giorni. "Dimmi che anche tu hai qualcuno che ti aspetta a casa!" gridavano i suoi occhi, speranzosi che il corvino sarebbe stato in grado di far concludere quell'irritante e rattristante corteo che le lacrime continuavano ad eseguire rigandogli il volto. "Dimmi che almeno tu sei come me!".

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    Il biondo Uchiha rispose alle mie parole con un sorriso, sorriso che distese un po' il volto del ragazzo fin ora angustiato. Keito fece quindi qualche passo per dirigersi verso un masso poco più in là sul quale si sedette. Rilasciai le braccia lungo il corpo e lo seguii fermandomi a circa un metro da lui. Una missione? Curioso anche io ne ho ricevuta una...tra qualche ora partirò con uno shinobi del mio stesso clan....ma non sono qui per questo... Furono le parole del mio amico riguardo la missione. Anche lui aveva a quanto pare ricevuto una missione, ma una semplice missione in coppia, per di più con un suo consanguineo, magari lo conosceva già. Invece questa volta la mia missione era diversa, non avrei avuto un compagno bensì un avversario. Eh, la mia missione in realtà è un po' diversa dalla tua... Comunque pure io dovrei partire in mattinata. Feci di rimando per poi concludere: Immaginavo fossi qui per altro... Dimmi pure ti ascolto. Terminate le mie parole vidi per diversi secondi il biondo pensieroso e tornare sul suo volto quell'aria preoccupata, fino a che disse chiaramente: Ecco io...io sono preoccupato Goh... Queste furono le sue parole mentre mi fissava, occhi negli occhi, per poi proseguire: Sono settimane che non vedo i miei genitori e mio fratello...ho paura Goh...ho paura che possano essersi fatti del male, ho paura che possano essere...morti... Keito aveva paura... E come potevo biasimarlo. Del resto per me era più facile per certi versi. I miei parenti, i miei cari non erano ninja come i suoi. Shinobi che ogni giorno rischiavano la loro vita. Oggi qua e domani magari non più. I miei cari erano tranquilli là tra le montagne, dove i pericoli erano quasi zero, quasi. Il biondo terminate quelle parole fissò quindi il suo sguardo a terra, sulla sabbia sotto di se. Poi, proseguì il suo discorso, con voce che iniziava a piegarsi per il dolore: Ho paura io stesso di morire...ho paura di vedere morire coloro che mi sono vicini...come ho visto morire Daro... Quelle parole furono accompagnate da una lacrima che rigava il volto dell'Uchiha. E poi quel volto...quel volto mi tormenta Goh...quell'immagine, quella scena...mi tormentano ogni volta che chiudo occhio...da quando mi sono risvegliato non riesco più a dormire....vedo quel ragazzo, e vedo la mia lama passare su di lui...e il suo sangue... Terminate queste parole il mio amico non ce la fece più: strinse i denti e scoppiò in lacrime, nonostante cercava in tutti i modi di non risultare debole. Ma non era stato lui debole... Per l'ennesima volta quello che era stato debole ero stato io. Non ero riuscito ad evitare la morte di Daro come non ero riuscito nemmeno a evitare che Keito si vendicasse in quel modo. In quel momento, con questi pensieri nella testa, non riuscii a dire nulla mentre osservavo il biondo bagnare la sabbia sotto di se con le lacrime per qualche minuto. L'unica cosa che riuscii a fare in quel frangente fu toccare la sua spalla sinistra, con la mia mano destra, come a volerlo confortare. Quando Keito si fu sfogato ritrassi la mano, mentre l'Uchiha si asciugava le lacrime dai suoi occhi rossi e gonfi. Dopo di che, mi guardò nuovamente chiedendomi come a dire "Raccontami di te!":Tu...tu Goh sei così forte...ti vedo sempre rilassato, sempre pronto a tutto...possibile che non hai paura? Non hai nessuno da perdere? Domanda lecita e che era giusto affrontare. Ma chi ero io? Davvero non avevo paura? No, ne avevo e come. Ma cercavo sempre di guardare avanti... Cercavo sempre di migliorarmi, giorno per giorno, con lo scopo di non soffrire più. Decisi ovviamente di non tirarmi indietro e di rispondere. Mi sedetti di fronte a lui, in terra, mettendo le gambe incrociate. Al che, fissando a mia volta Keito, dissi: Sì, anche io ho paura ma cerco di domarla. Forse non ho così paura della mia morte, sarà che non riesco a immaginarmela. Ma ho paura sì che muoiano le persone a me care, chi mi sta attorno. Dopo queste parole ripresi un attimo fiato. Per far comprendere al meglio la situazione al mio amico c'era bisogno di parlare un po' di più e dovevo riordinare le idee. I miei sono al "sicuro" tra le montagne nel piccolo villaggio degli Asuka, poi sono sempre stato molto indipendente da loro. Dissi queste parole con maggior enfasi sulla parola "sicuro". Le persone a cui sono quasi più legato sono le amicizie, cosa molto importante per me. Infatti è proprio per queste che sono giunto a Konoha. Proprio perché ho già vissuto una situazione simile a quella che abbiamo vissuto assieme... Feci una breve pausa dopo queste parole fissando il terreno per qualche secondo. Dicendo queste parole, confessandole al biondo, non mi vergognavo ma allo stesso tempo condividevo con lui il mio fallimento. E purtroppo, come in quell'occasione, ho di nuovo fallito. Alzai di nuovo lo sguardo ad incrociare quello dell'Uchiha. Comprendevo che queste parole potevano dar vita ad interrogativi e quindi mi apprestai a proseguire il racconto. Diversi anni fa vivevo tranquillo nel mio piccolo villaggio insieme ai miei amici. Un gruppo che chiamammo le Acque Nere. Già al tempo ci allenavamo a fare i "ninja", i guerrieri. Volevamo proteggere il nostro clan e perciò ci davamo un gran da fare. Feci una breve pausa ripensando al tutto per poi proseguire. Tutto scorreva tranquillo... Tutto fino a quel giorno. Dei Genin traditori di Konoha rapirono un mio amico, chiedevano un riscatto. Riuscimmo dopo qualche giorno a scoprire il loro nascondiglio. Organizzammo un piano di attacco che riuscì... Ma solo per metà purtroppo. Portai nuovamente lo sguardo a terra. Nella mente si visualizzavano di nuovo le immagini della morte di Ryu. Uno dei ninja intrappolò nella tecnica della prigione acquatica uno di noi. Mentre rischiava di annegare cercammo invano di liberarlo. Alla fine l'altro ninja lo uccise, trafiggendolo con la sua katana.

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    La storia di Goh era differente dalla sua, certo, ma non meno dolorosa. Perdere un amico così giovane doveva essere stato doloroso e frustrante, come si poteva leggere negli occhi dell'Eremita. "Io non ho mai perso nessuno...ma non so se riuscirei a restare così come sembra essere Goh....è veramente una persona incredibile.." provava grande ammirazione per il suo amico. <M-mi...mi dispiace> non sapeva bene cosa dire, fino ad ora aveva solo detto Condoglianze a suoi amici che avevano perso vecchi nonni, non si era mai ritrovato a parlare con un suo coetaneo o quasi che aveva perso qualcuno di così giovane...per la prima volta si rese conto di come la falsa pace che lo aveva cresciuto, lo aveva reso viziato e fragile. Strinse i denti al pensiero di essere così debole psicologicamente e ingoio con forza per ritrarre quelle ultime lacrime. Non avrebbe pianto. Non più. <E' che...non lo so...> lo sguardo si spostò dal terreno all'orizzonte, dove il sole andava alzandosi come un Re che reclama il suo trono, gli occhi si socchiusero istintivamente. <Mi sento inadatto...questa è la verità..> fu costretto ad ammettere prima a sé stesso per poi dirlo ad alta voce al suo amico. <Non mi sento abbastanza pronto, non abbastanza forte né preparato per affrontare quest'esperienza...tutti gli altri...tutti gli altri mi sembrano così forti, così preparati, così....maturi...> già era questa la verità. Forse non da quando lo avevano costretto a lasciare la sua casa ed i suoi genitori. Forse non da quando era andato nella struttura di addestramento con tutti i Genin nella sua situazione. Ma sicuramente da quando si erano imbarcati sulla nave aveva iniziato a sentirsi inadeguato. Sentimento accresciuto di molto quando si era ritrovato nel bel mezzo di una mandria inferocita di ninja che per la quasi totalità erano di grado superiore al suo e sicuramente in grado di sconfiggerlo. Era poi esploso il tutto quando si era ritrovato nella battaglia, solo, inerme davanti all'immensità della potenza avversaria ed alleata. Una formica tra due palle di fuoco. Aveva assistito al Deserto stesso rivoltarsi contro gli aggressori con un antico guardiano ridestato per adempiere al suo dovere di protezione per la città che ospitava, aveva visto una singola shinobi sputare tanto fuoco da poter bruciare una montagna. E in tutto questo lui era lì, impossibilitato a fare null'altro che correre, correre e correre cercando di non morire soffocato dalle sabbie del deserto o di non cadere per non venire calpestato da chi gli stava dietro. Ci era riuscito, per miracolo probabilmente, ma quel senso di arroganza simpatica che lo aveva caratterizzato sino ad allora era sicuramente morta in quel maledetto villaggio assieme al suo amico Daro. <Durante quella battaglia Goh, quando ho visto quei ninja muovere le sabbie del deserto come se fossero parte del loro corpo, quando ho visto quella shinobi fronteggiare lo Tsunami di sabbia con quella fiammata...mi sono sentito impotente...mi sono sentito debole...mi spieghi come facciamo a essere tranquilli? A non avere paura di morire se sembrano esserci molte più persone in grado di ucciderci in un istante che quante siamo effettivamente in grado di combattere almeno da pari! Io voglio vivere Goh...io voglio vivere...voglio diventare Hokage e cambiare questo mondo di merda...voglio fare in modo che non ci sia più nessuna guerra...più nessuna fottuta battaglia da combattere per cosa poi? Per motivi che neanche sappiamo! Dobbiamo combattere per una patria che non sentiamo più nostra, e solo perché siamo shinobi!> pian piano la frustrazione si trasformava in rabbia, pian piano il dolore in consapevolezza. La consapevolezza di cosa avevano pensato i suoi genitori quando gli ANBU erano venuti a chiedere la sua partecipazione al conflitto. Lo sguardo si perse di nuovo nel vuoto.

    <Ehi Goh...perché sei un Ninja...Cos'è per te..essere un ninja..>




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    Keito udii le mie parole, alle quali rispose con un sommesso: M-mi...mi dispiace. L'espressione del ragazzo erano le chiare parole di chi non sapeva cos'altro dire, si trovava un po' in imbarazzo. Per cercare di confortarlo feci un cenno della mano come a dire: "vabbe dai, non preoccuparti". Strinse nuovamente i denti e deglutì con forza per poi continuare: E' che...non lo so... Poche parole, poi si interruppe. Guardò verso l'orizzonte, là dove un nuovo sole stava sorgendo. Mi sento inadatto...questa è la verità.. Proseguì il mio amico. A volte il suo discorso si interrompeva per poi riprendere. Non mi sento abbastanza pronto, non abbastanza forte né preparato per affrontare quest'esperienza...tutti gli altri...tutti gli altri mi sembrano così forti, così preparati, così....maturi... In effetti in mezzo a quei mostri incontrati pochi giorni prima, non era così difficile sentirsi un pesce fuor d'acqua. Alle sue parole risposi concordando con lui: Beh ti capisco... In effetti abbiamo visto cose allucinanti... Questa è la maledetta guerra. Dopo non molto il biondo Uchiha proseguì cominciando ad elencare le cose di quella guerra che più lo avevano colpito: Durante quella battaglia Goh, quando ho visto quei ninja muovere le sabbie del deserto come se fossero parte del loro corpo, quando ho visto quella shinobi fronteggiare lo Tsunami di sabbia con quella fiammata...mi sono sentito impotente...mi sono sentito debole...mi spieghi come facciamo a essere tranquilli? A non avere paura di morire se sembrano esserci molte più persone in grado di ucciderci in un istante che quante siamo effettivamente in grado di combattere almeno da pari! Io voglio vivere Goh...io voglio vivere...voglio diventare Hokage e cambiare questo mondo di merda...voglio fare in modo che non ci sia più nessuna guerra...più nessuna fottuta battaglia da combattere per cosa poi? Per motivi che neanche sappiamo! Dobbiamo combattere per una patria che non sentiamo più nostra, e solo perché siamo shinobi! Il suo tono di voce cambiò durante il discorso che stava facendo. Dalla frustrazione passò man mano alla rabbia. Non ebbi tempo di rispondere che il biondo proseguì per poi fermarsi: Ehi Goh...perché sei un Ninja...Cos'è per te..essere un ninja.. Si fermò con questa domanda. Pensai un attimo a ciò che aveva detto: non faceva una piega. Ci siamo trovati in mezzo a dei mostri, gente cento, mille volte più forte di noi. Anche io avevo avuto paura, sarebbe impossibile non averne. Ma in tutto ciò sapevo che se sarei sopravvissuto sarei diventato più forte. Poi sì c'era il motivo... Perché combattevamo? Non c'era dato saperlo! Decisi quindi di rispondere al mio amico, partendo dall'inizio di ciò che aveva detto. Cos'è per me essere ninja dici... Te lo spiegherò ma ci vorrà un po' di tempo... Dopo una breve pausa continuai: Anche io ho avuto paura là in mezzo, anche io pensavo di morire ma allo stesso tempo cercavo di convincermi che se fossi sopravvissuto sarei diventato senza dubbio più forte! Questa mia consapevolezza immaginavo potesse portare dei dubbi all'Uchiha quindi dette queste parole lo guardai per qualche secondo, come ad attendere una sua risposta vocale o gestuale. Ripresi quindi il discorso: Anche io voglio cambiare questo mondo! E' proprio come hai detto te... Perché ci siamo trovati a combattere questa merda di guerra? Siamo dei ragazzini... Quello non dovrebbe essere il nostro posto! Presi un'altra pausa, parlare così tanto e di tutte quelle cose mi richiedeva un attimo di riflessione. Keito aveva in poco tempo tirato in ballo una serie di variabili molto ampia delle quali mi faceva piacere confrontarmi con lui, un ragazzo, di poco più piccolo, che si ritrovava a vivere come me quella situazione assurda. Tornando al punto centrale del discorso... Ti ho detto che la morte di Ryu mi ha portato poi a Konoha... Beh ecco il perché... Dopo la morte di Ryu io, Kijiro e gli altri giurammo vendetta... Un po' come è successo un paio di giorni fa nel Villaggio della Sabbia. Quei due mukenin avevano portato via la vita del nostro amico per cosa? Per degli schifosi soldi! Non che ci sia un giusto o sbagliato per uccidere una persona ma a noi sembrava giusto vendicarlo, quasi un fare giustizia... Ripensai nuovamente ai fatti accaduti a Suna, a come quella guerra aveva fatto morire in un tempo così breve tre ragazzi a seguito di vendette reciproche. Beh invece ho potuto immaginare come ti sei sentito l'altro giorno... Quando hai visto cadere Daro... Io mi son sentito di nuovo impotente, non ero riuscito a proteggerlo mentre tu per primo hai pensato alla vendetta... Ma quella vendetta era giusta? Stavamo invadendo il loro villaggio.... Gli avevamo ucciso il fratello minore... Tu, quando hai visto scorrere il suo sangue cosa hai pensato? Eri nel giusto? Lo eravamo tutti? Immaginai quello che potevo aver causato con quelle parole, sapevo che il biondo si era "pentito" di quello che aveva fatto, ma in quell'occasione non c'era modo di pensare tra noi, di ragionare col nemico. Keito... Non c'è bisogno che tu risponda... Come detto, visto come sei scappato, posso immaginare ciò che hai provato... Ma purtroppo non ci si poteva far nulla. Alla fine io e Kijiro vendicammo Ryu, Kijiro uccise i mukenin. Ma della vendetta alla fine non me ne facevo nulla, avevo bisogno di altro... Avevo bisogno di poter proteggere i miei amici, bisogno di potere! Ed è per questo che combatto! Per questo che sono giunto a Konoha. Questo è per me essere ninja!
    Stato fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: Ottimale
    Chakra: 70
    Note:

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    Edited by Werner von Wallenrod - 1/6/2015, 18:47
     
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  13. simok
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    Narrato "Pensato" <Parlato> <Parlato Altri>


    <Tornando al punto centrale del discorso... Ti ho detto che la morte di Ryu mi ha portato poi a Konoha... Beh ecco il perché... Dopo la morte di Ryu io, Kijiro e gli altri giurammo vendetta... Un po' come è successo un paio di giorni fa nel Villaggio della Sabbia. Quei due mukenin avevano portato via la vita del nostro amico per cosa? Per degli schifosi soldi! Non che ci sia un giusto o sbagliato per uccidere una persona ma a noi sembrava giusto vendicarlo, quasi un fare giustizia... Beh invece ho potuto immaginare come ti sei sentito l'altro giorno... Quando hai visto cadere Daro... Io mi son sentito di nuovo impotente, non ero riuscito a proteggerlo mentre tu per primo hai pensato alla vendetta... Ma quella vendetta era giusta? Stavamo invadendo il loro villaggio.... Gli avevamo ucciso il fratello minore... Tu, quando hai visto scorrere il suo sangue cosa hai pensato? Eri nel giusto? Lo eravamo tutti? Keito... Non c'è bisogno che tu risponda... Come detto, visto come sei scappato, posso immaginare ciò che hai provato... Ma purtroppo non ci si poteva far nulla. Alla fine io e Kijiro vendicammo Ryu, Kijiro uccise i mukenin. Ma della vendetta alla fine non me ne facevo nulla, avevo bisogno di altro... Avevo bisogno di poter proteggere i miei amici, bisogno di potere! Ed è per questo che combatto! Per questo che sono giunto a Konoha. Questo è per me essere ninja!> alla fine di tutto quel Goh che aveva sentito così distante si era dimostrato poi vicino a lui come non mai. "Lui...lui mi capisce...pensa come me..." per la prima volta da tempo il biondo si sentì finalmente compreso, finalmente in compagnia di qualcuno. Per la prima volta da tempo non si sentì solo in mezzo a tutta quella gente. Eppure le ultime parole del ragazzo lo avevano colpito. "Così..così anche lui è stato complice di un assassinio a sangue freddo...anche se la situazione era difficile...ma soprattutto" Keito guardò negli occhi il suo amico "Ha detto...non me ne facevo nulla della vendetta...proteggere gli amici...le persone care" finalmente l'Uchiha sorrise. Un gran sorriso, un bel sorriso. Tese il pugno verso quel ninja che da fuori sembrava così ombroso e schivo, ma che in realtà era una grande persona. <Già hai ragione> l'evidente contrasto tra il viso rigato dal pianto e quel sorriso tanto smagliante alle prime luci dell'alba non poteva essere maggiore, né più emotivo di così <Tu e io...io e te...diventeremo più forti! E riusciremo a proteggere i nostri cari dalla feccia che ci circonda!> determinazione nella sua vita, ma anche aver trovato uno scopo a tutto quello che aveva fatto di questi tempi e in tutto quello che avrebbe fatto. Per qualche motivo tornò a pensare al suo amico Murasaki. No, non trovato, ma ritrovato. Già una volta il suo amico Murasaki aveva parlato con lui di quelle faccende. Dell'essere un ninja. Del perché.

    Pochi istanti di silenzio e riflessione, poi assieme al baccano che andava diffondendosi il biondo si alzò dal masso su cui era seduto. <Avanti Goh andiamo a mangiare...anche se è presto credo che la mensa sarà comunque aperta> aveva detto al suo compagno prima di lanciare un ultimo sguardo all'orizzonte dove il sole aveva iniziato a bruciare l'arido deserto, ed incamminarsi verso il tendone della mensa. <Ah proposito...so che anche tu sei amico di Murasaki...lui mi ha parlato di te...ecco c'è un'altra cosa che mi preoccupa> lo sguardo si posò sui piedi a fissarne le punte, mentre ritornava alla Battaglia, a tutto quello che il corvino chuunin di Kumo aveva fatto per lui. Doveva la vita a Murasaki. <Hai visto come ha agito Murasaki?...per tutta la battaglia ha protetto noi dell'Impero...coloro che conosceva...non si è proprio preoccupato di abbattere il nemico se non quando necessario...ha salvato la vita a me e ad altri, ma non so se qualcuno della Resistenza lo abbia visto... se così fosse non penso proprio che apprezzerebbero...credi che questo avrà delle conseguenze su di lui..?> già, cosa sarebbe successo al povero Murasaki? Solo il Fato poteva saperlo. Il biondo deglutì amaramente mentre l'ampio tendone si faceva strada sul loro orizzonte visivo, al termine di quel lungo viale delimitato da tende che era quasi del tutto vuoto dato l'orario. I pochi shinobi presenti li squadrarono male, ma l'Uchiha non badava a loro. Sperava proprio che il manipolatore di Lava si sarebbe fatto sentire presto con una delle sue fastose lettere.


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    Chakra

    Fisico

    Mentale

    70

    Ottimo

    Ottimo

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    Filo Metallico (x30m)

    Carta Bomba(x5)

    Filo Metallico (x30m)

    Pupazzi Esplosivi (x5)

    //

    Indossato

    Slot

    Oggetto

    Descrizione

    Arma Impugnata

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    -

    Tasca Supplementare

    Fumogeni (x5)

    Coscia destra

    Gilet Konoha

    Armi da Lancio:
    - //
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    Accessori:
    - //

    Altro

    Parabraccia

    Completamente neri, in ottimo stato

    Altro

    Protezione di Cuoio

    Usata ma comunque efficiente al 100%

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    Coprifronte

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    Mentre pronunciavo il mio discorso vidi lo sguardo di Keito cambiare. Mi guardava fisso, occhi negli occhi, avevo attirato in modo particolare la sua attenzione. Chissà quali pensieri affollavano la mente del biondo che ascoltava le mie parole. Ma potevo immaginarlo dalla sua espressione: la faccia prima triste e rigata dal pianto cambiò completamente. Al suo posto, all'udire le mie ultime parole, si piazzò un gran bel sorriso. A quanto pare ero stato in grado di tirarlo su di morale, quasi di convincerlo. Anche se poi non è che volevo convincerlo: quello che avevo appena detto era il mio vero pensiero. Con quella bella espressione in volto il mio amico tese il pugno verso di me dicendo: Già hai ragione. Al che risposi anche io tendendo il mio pugno in avanti così da toccare il suo: Dai, così mi piaci! Risposi sorridendo a mia volta. Ero davvero contento di vedere Keito sorridere, ero contento di averlo tirato su di morale. Tu e io...io e te...diventeremo più forti! E riusciremo a proteggere i nostri cari dalla feccia che ci circonda! Furono le parole dette dall'Uchiha sulle "ali dell'entusiasmo" ritrovato. Risposi di rimando: Esattamente! Ce la faremo! Ci vorrà del tempo ma ce la faremo! Non dobbiamo mollare per nulla al mondo. Keito poteva essere probabilmente qualcuno con cui condividere questo obiettivo e questo mi rendeva felice oltre che più determinato nel perseguirlo.

    Passarono alcuni istanti di silenzio dopo quelle parole. Il sole stava ormai illuminando il campo dell'Impero e qua e là cominciavano a muoversi shinobi rumorosi. Il mio amico si alzò dal masso dicendo: Avanti Goh andiamo a mangiare...anche se è presto credo che la mensa sarà comunque aperta. Il biondo quindi cominciò a dirigersi verso la mensa dopo aver osservato ancora una volta il sole che sorgeva. Lo seguii mentre dicevo: Sì dai andiamo... Oltretutto dovremo trovare poca gente a quest'ora! Seguivo l'Uchiha in silenzio mentre osservavo il panorama attorno a me: tende più o meno grandi con shinobi che cominciavano a girare per il campo per prepararsi ad un'altra giornata. Giornata che, dato il periodo, poteva anche essere la loro ultima... Questa era la guerra. La temperatura cominciava a salire così come il sole che stava staccandosi dall'orizzonte. Lungo la strada il biondo disse ancora, cambiando completamente argomento: Ah proposito...so che anche tu sei amico di Murasaki...lui mi ha parlato di te...ecco c'è un'altra cosa che mi preoccupa. Dopo di che cominciò a guadare a terra pensieroso. In effetti anche io mi ero chiesto cosa potesse essere successo al ninja di Kumo. Speravo stesse bene. Non l'avevo lasciato in ottime condizioni, aveva un occhio fuori uso, ma non potevo fare di più per lui se non lasciarlo scappare con la sua evocazione. Beh si l'ho conosciuto poco prima della guerra... Ho effettuato una missione insieme a lui a Kumo. Cosa ti preoccupa? Furono le parole che pronunciai, in effetti immaginavo già la risposta ma decisi comunque di usare quelle parole. Hai visto come ha agito Murasaki?...per tutta la battaglia ha protetto noi dell'Impero...coloro che conosceva...non si è proprio preoccupato di abbattere il nemico se non quando necessario...ha salvato la vita a me e ad altri, ma non so se qualcuno della Resistenza lo abbia visto... se così fosse non penso proprio che apprezzerebbero...credi che questo avrà delle conseguenze su di lui..? Aveva centrato il punto. Non so chi altro avesse salvato l'utilizzatore di Youton ma per salvare Keito l'avevo visto chiaramente: aveva freddato alle spalle quello che per lui era un alleato. Ripensato un attimo ai ricordi di Murasaki in mezzo a quel casino risposi: Beh sì ho potuto vedere eccome, del resto ero lì anche io! Ti stavo inseguendo quando sei fuggito e quando sei stato raggiunto da un ninja della Resistenza devo dire che ho temuto il peggio. Se non fosse stato per Murasaki... Mi intristii un attimo ripensando al peggio, salvo poi far finta di niente e proseguire: Beh non ci pensiamo. Murasaki abbattè il tuo assalitore. Poi dopo essere stato ferito ad un occhio da un altro ninja dell'Impero sono intervenuto io, dandogli modo di fuggire. Alla fine l'ho visto andar via portato dalla sua gru. Eravamo praticamente giunti al tendone della mensa già aperta, potevo vedere come era abbastanza vuota all'interno dato l'orario. Mi guardai attorno. Qualcuno qua e là ci squadrava, era meglio parlare di queste cose in un luogo più appartato. Feci cenno con la mano a Keito di seguirmi. Entrai nel capannone mensa e, dopo essermi avvicinato al banco, chiesi del latte con dei cereali. Mi avvicinai quindi ad un tavolo in un angolo, lontano da quei pochi presenti, dicendo al mio amico: Mettiamoci qua Keito. Mi sedetti e mangiai un paio di cucchiaiate di latte con i cereali. Dopo di che, guardando negli occhi l'Uchiha, ripresi a parlare del chuunin di Kumo: Come stavo dicendo, lui ti ha salvato due volte: prima ha abbattuto un suo stesso alleato. Poi ti ha lanciato via dalla strada dove orde di suniani in fuga rischiavano di calpestarti. Fu in quel momento che dovetti intervenire io, quando un imperiale, non accorgendosi che ti stava salvando, lo attaccò. Non si era accorto che avevi sbattuto la testa contro il muro di una casa ed eri solo svenuto! Feci una breve pausa, per poi proseguire il racconto: Alla fine Murasaki è volato via... C'era molto caos in quel momento ma ricordo che mi disse una cosa del tipo "Incontriamoci nel posto più alto del mondo". Sai per caso che vuol dire? Comunque è vero, potrebbe essere che qualche ninja della resistenza abbia notato la sua azione... In effetti anche io sono un po' in pensiero.

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  15. simok
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    Entrambi giunsero finalmente al tendone dove fu il Goh il primo a servirsi da mangiare. Uno sguardo stranito quello del biondo rivolto verso il compagno mentre lui si limitava a prendere qualche biscotto secco ed un bicchiere d'acqua. <Dimmi hai mai riflettuto su quanto sia difficile che in guerra portino latte e cereali...e quindi a che cazzo ci possa essere in quella roba?> chiederebbe ironico il biondo prima di scoppiare in una fragorosa risata e sedersi accanto al corvino. <Come stavo dicendo, lui ti ha salvato due volte: prima ha abbattuto un suo stesso alleato. Poi ti ha lanciato via dalla strada dove orde di suniani in fuga rischiavano di calpestarti. Fu in quel momento che dovetti intervenire io, quando un imperiale, non accorgendosi che ti stava salvando, lo attaccò. Non si era accorto che avevi sbattuto la testa contro il muro di una casa ed eri solo svenuto! Alla fine Murasaki è volato via... C'era molto caos in quel momento ma ricordo che mi disse una cosa del tipo "Incontriamoci nel posto più alto del mondo". Sai per caso che vuol dire? Comunque è vero, potrebbe essere che qualche ninja della resistenza abbia notato la sua azione... In effetti anche io sono un po' in pensiero.> mentre si trangugiava i suoi biscotti affamato, lo sguardo del biondo era fisso sul suo amico, perplesso e preoccupato. <Già se lo avessero visto, in un momento come questo non ci penserebbero due volte ad etichettarlo come Mukenin e a metterlo dietro le sbarre se non peggio...> ed era tutta colpa sua, non poteva essere altro. Sentiva tutto il peso della sua debolezza, ma il discorso con Goh gli aveva per lo meno tirato su il morale a sufficienza per non abbattersi di nuovo. <Sì sì lo so...o almeno credo, dovrebbe trattarsi di casa sua se non erro..> dunque Murasaki gli aveva dato appuntamento alla sua dimora. Ma perché? Che fosse già al corrente di essere stato scoperto o quanto meno avvistato? Fatto sta che si sarebbe sicuramente presentato all'appuntamento, se non ora appena la situazione glielo avesse consentito. <Ascolta Goh> poche parole da ora in poi, dato che l'orologio indicava bene quanta fretta avesse il biondo per prepararsi a dovere alla sua missione <Non so come sia andata con Murasaki, spero sia vivo e in buone condizioni, e presto vorrei andarlo a trovare alla sua dimora, magari anche con te...per ora però la situazione come ben sai non ce lo permette, quindi dobbiamo rimandare...a breve dovrò partire per la mia missione e da quello che mi hai detto anche tu per la tua. Ti chiedo solo di tornare vivo e vegeto e di incontrarci il prima possibile...buona fortuna Goh!> Keito si alzò in piedi a puntare il pugno chiuso contro il compagno. Atteso che l'altro ricambiasse il saluto, rapido abbandonò la sua postazione per dirigersi fuori, senza voltarsi due volte. Aveva bisogno di forza e coraggio in questo momento, e sarebbe stato forte così da poter tornare sano e incontrarsi con Goh. Solo allora avrebbero potuto scoprire che fine aveva fatto Murasaki. Mentre correva verso la propria tenda, i raggi di sole ad illuminargli quel volto vagamente sorridente, non poteva certo immaginare che quella singola missione avrebbe drasticamente cambiato la sua vita per sempre.

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