Addestramento Shōri Jiyuu

Hijutsu di livello C - Chikara no Mizu

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    Sensei: Kisuke Momochi
    Allievo: Shōri Jiyuu
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Luogo d'Allenamento: Montagne di Kirigakure no Sato
    Ore: 09:00

    CITAZIONE
    Chikara no Mizu - Forza Acquatica
    ChikaranoMizu-ForzaAcquatica_zps3bb863a3
    Sviluppatore: Kisuke Momochi
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questo Jutsu simboleggia lo stadio ultimo dell'affinità sviluppata dal Ninja nell'elemento del Suiton e nei suoi Jutsu. Infatti, il Ninja in seguito a rigorosi e costanti allenamenti, è riuscito a sviluppare un metodo che gli permettesse d'affinare maggiormente la sua abilità nell'uso di qualsiasi Jutsu dell'elemento precedentemente citato. Tant'è che ad ogni utilizzo combinato semplicemente ad un maggior ed accurato esercizio di Chakra, e senza il bisogno d'eseguire Sigilli, tutti i Jutsu fino al livello B risulteranno potenziati di un grado rispetto al normale.
    Consumo: 4

    Solite regole, si continua da dove abbiamo lasciato in casa.
     
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    Narrato - Parlato - "Pensato" - Fantasmi - Kisuke Momochi


    Quella mattina il centro di Kiri sembrava più affollato del solito, e quella che si prospettava la giornata più fredda del mese – almeno fino a quel momento – era appena iniziata. Le bancarelle e i negozianti avevano appena ripreso la loro rutin quotidiana, mettendo in vetrina o sui banconi la nuova merce e invitando gli acquirenti con prezzi da favola. Un lieve strato di nebbia mattutina sostava nelle strade di pietra e stralci di erbaccia sbiadita e selvaggia, e rendeva difficile vedere troppo oltre. La stradina, così ghermita di gente, sembrava invece un alveare da tutti quei brusii di chiacchiere.
    Shori, con il cuore che le ponderava nel petto, serrò ancora di più la presa sulla borsa a tracolla. Con entrambe le mani così avvinghiate e il borsone pesante stretto al petto, più gli occhietti vigili e sospettosi, la ragazza aveva proprio l’aria di chi stava trasportando un tesoro. Non aveva tutti i torti però: lì dentro c’erano quasi tutti i suoi risparmi. “Questo sì che è un tempo perfetto per i borseggiatori” pensò lei, facendo scivolare lo sguardo ad un ragazzo con le mani in tasca che l’era passato vicino. “Nebbia, affollamento e rumore. Un attimo di distrazione e possono fregarti di tutto!”
    Di fianco a lei, con le braccia dietro la testa e il viso annoiato, stava lui, il fantasma che ormai gli faceva da accompagnatore abituale: Borei. Non camminava a passo così spedito e nervoso – come invece faceva Shori – ma riusciva comunque a starle dietro, dato che lui non aveva ostacoli da scansare o persone da schivare. La stava accompagnando, ma non sembrava molto felice. Quando avevano lasciato casa, aveva persino osato brontolare qualche parola scontenta, ma Shori non l’aveva neanche degnato di uno sguardo, così come non l’avrebbe mai degnato se avesse parlato in quel momento. Non aveva tempo, e neanche la testa. I suoi pensieri erano tutti concentrati sull’imminente incontro, sul motivo per cui si stava dirigendo alla piazza nord di Kiri, e sul perché stava portando quel borsone pesante.
    L’accordo era sancito. I cinque giorni erano passati. Per la ragazza di Kiri aspettare tutti quei giorni era stato uno strazio. La prima cosa che aveva fatto subito dopo essere tornata a casa era stato contare i suoi risparmi; temeva di essersi sbagliata, in qualche modo, o che magari si ricordava male e in realtà non aveva i mille ryo promessi. Per fortuna, li aveva tutti e anche qualcosina in più. La seconda cosa fu chiedere alla Mizukage di non avere missione per i prossimi cinque giorni. Dopodiché, non riuscendo a contenere l’impazienza e l’eccitazione, aveva preso a fantasticare, permettendo alla mente di proiettarsi giorni più un là. Chissà come avrebbe fatto Kisuke-senpai a potenziare la sua Arte dell’Acqua, chissà se sarebbe stato così difficile, e chissà se Shori sarebbe stata una brava allieva oppure l’avrebbe fatto dannare. Però una cosa era certa: la possibilità di imparare da lui, da quel ninja così straordinario, era un pensiero talmente eccitante da farle accapponare la pelle. Non vedeva l’ora, sì, non vedeva proprio l’ora.
    Shori scosse la testa, cercando di riscuotersi dal mondo dei sogni. Le sue gambe, che sembravano conoscere la strada anche meglio di lei, l’avevano già condotta alla parte nord di Kiri. Ora mancava la piazzetta. Prendendo un respiro profondo, Shori si mise a guardare le facce di ogni singolo passante, sperando magari di incrociare già lo sguardo di Kisuke-senpai… anzi, sensei, in quel caso.
    Allora, siamo arrivati? Fece Borei con voce strascicata.
    Shori annuì. Quasi, sussurrò.
    Finalmente, ecco la piazzetta nord. Non era nulla di ché, un voluminoso spazio circolare con il terreno fatto di grandi lastroni di pietra incastonati tra loro; al centro non c’era nulla, se non un gran numero di passanti che camminavano con passo lento chiacchierando tra loro. La ragazza di Kiri, munita di coprifronte, borsa e Omoikarui ma senza l’ingombrante bastone, si guardò attorno, in cerca di quell’uomo alto, dai tratti scuri e coperto di bende che passava col nome di Kisuke Momochi. Tu lo vedi, Borei? Sussurrò ancora al fantasma, piano piano.


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    Shuriken x20Cimice x3
    Cartabomba x4Fili metallici (10m)
    Cartabomba fasulla x4Accendino
    Olio infiammabile x2-
    Abbigliamento
    OggettoCondizioniLocazione
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    Tre kunai con attaccate cartabombe; altri tre kunai con attaccate cartabombe fasulle
     
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    Cinque giorni. Cinque giorni passati a riflettere. Cinque giorni passati a studiare. Cinque giorni passati a raccogliere informazioni di una certa delicatezza. Cinque giorni vissuti nella consapevolezza che mille Ryo di guadagno erano l'ultima cosa che in quel momento potesse occupare una minima parte dei pensieri che gli frullavano in mente, bensì questa posizione era occupata dal pensiero d'essersi addentrato in un casino ben più grande di lui, nonostante non costituisse ormai all'interno della Nebbia il classico pivello da macello. Per la sua sete di conoscenza, per la sua curiosità, era venuto a conoscenza di qualcosa di cui fino a quel momento non aveva mai neppure immaginato lontanamente l'esistenza. "Bijuu... delle bombe di Chakra sotto forma di animale demoniaco. Altro che provare ad apprendere qualche Jutsu..." pensò tra sé. "Per fortuna che mi sono portato avanti con il lavoro" concluse mentalmente.
    Ora doveva impiegare il suo tempo semi-libero diversamente, poiché aveva dato la sua parola a Shori e preso così un impegno non indifferente, pur - per fortuna - con un profitto in denaro. Infatti, vestito in semplici e comodi abiti di colore nero adatti a resistere alla temperature non tanto miti di quel periodo dell'anno, con appresso minime scorte di cibo e acqua ed ovviamente il proprio equipaggiamento, di primo mattino si chiudeva la porta di casa alle spalle e si avviava spedito in direzione della piazza nord di Kirigakure no Sato, luogo dove aveva personalmente fissato l'appuntamento.
    Una volta giunto sul luogo, notò il flusso e l'andirivieni di persone. Sfruttando la leggera nebbiolina lattiginosa presente nella zona insieme al continuo movimento della gente e il loro chiacchiericcio, Kisuke si mimetizzò, nascondendo dietro quei due fattori la propria presenza nella piazza. In questo modo, essendo arrivato in leggero anticipo, puntava a non mostrarsi fin quando non avrebbe visto giungere sul posto anche la piccola Shori. Non sarebbe stato semplice, certo, ma un buon occhio attento non si sarebbe certo fatto sfuggire la presenza di quella piccoletta kunoichi così graziosa in mezzo a viandanti, mercanti, Shinobi e via discorrendo, così come un lupo non si sarebbe mai fatto sfuggire la preda in mezzo ai boschi. E infatti, più tardi, eccola lì. Shori era praticamente arrivata sul posto, quindi Kisuke si mosse in sua direzione, attraversando la calca, scostando un corpo qui e un corpo là, fino ad arrivare vicino a lei, alle sue spalle.
    «Sei in leggero anticipo, Shori-chan.» Fu con tali parole che Kisuke lasciò trasparire la propria presenza, attirando l'attenzione della ragazza che fino a quel momento sembrava assorta nei suoi pensieri mentre in contemporanea ricercava il Momochi, usufruendo del suo fantasma di fiducia, dettaglio estremamente privato di cui Kisuke era ormai a conoscenza grazie alla Lettura Mentale eseguita sulla ragazza, la quale tuttavia non poteva minimamente sospettare che Kisuke sapesse ormai davvero tante cose sul suo conto. Fece finta di non aver udito quel Borei sussurrato e riprese a parlare. «Impaziente di cominciare?» le chiese, poi, infatti. «Vedo che hai portato tutto con te. Hai anche il denaro?» chiese, ancora, infine, mantenendo un tono neutro, mentre allungava la mano destra verso Shori, con il palmo aperto rivolto verso l'alto.

    KisukeMomochiSPOILER
    ChakraFisicoMentale
    220- Ottimo;- Ottimo;
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Fili Metallici (30m)
    Senbon (19)Fili Metallici (10m)
    Cartabomba (4)Telescopio
    Cartabomba Fasulla (4)Pillole del Soldato (3)
    Makibishi (24)Kit Grimaldelli
    Pupazzi Esplosivi (2)Veleno Debole (2)
    Cartabomba (5)Specchio
    CerbottanaCimice (3)
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Tasca Sup.Kunai di Kiri(2)
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso BendeIndossato
    AbbigliamentoProtezione CuoioIndossata
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiPollice destro
    AbbigliamentoBendeIndossate
    AbbigliamentoGomitiereIndossate
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate
    Sigilli d'Evocazione
    Armi da LancioShuriken Pesanti
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore

    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
     
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    Sei in leggero anticipo, Shori-chan.
    Quella voce, una voce maschile, fu talmente improvvisa da farle prendere uno spavento. Shosi si voltò di scatto verso la fonte, sussultando e serrando ancora di più la presa sulla borsa. Kisuke-senpai! Esclamò, notando con sorpresa che si era avvicinato senza che lei l’avesse neppure notato. Impressionante quanto inquietante.
    Toh, guarda un po’ chi c’è! Borbottò Borei fissando truce gli occhi carbone del Momochi. Il branzino lesso!
    Impaziente di cominciare? Chiese il ninja. Vedo che hai portato tutto con te. Hai anche il denaro?
    Le mani di Shori, che non avevano mai lasciato la presa sulla borsa piena di soldi che stringeva al petto, si irrigidirono un attimo, come se non volessero lasciare andare. Dopotutto, quei soldi se li era guadagnati dopo molte missioni, sudati e meritati. Vederseli sparire per sempre era un colpo al cuore, davvero, ma erano ormai cinque giorni che s’era rassegnata. Sospirò. Certo. Sfilò la borsa dal collo e con circospezione la passò al Momochi, che teneva la man aperta e vogliosa di denaro. “Spero proprio che li usi in modo coscienzioso… per esempio in armi, e non che li spenda al casinò, tanto per dirne una. Ne rimarrei molto insultata”. Questo fu quello che pensò la ragazza, ma non lo disse ad alta voce. Dopotutto, non aveva diritto di parola su soldi che non erano più suoi.
    La Jinchuuriki sorrise: ora era meglio concentrarsi su altro, per esempio l’eccitante pensiero dell’addestramento. Prese la treccia nera che cadeva a penzoloni dietro la schiena, e se la portò sulla spalla destra; una lunga serie di ciocche intrecciate che raggiungevano il bacino. Anche lei, come il suo sensei, si era vestita in maniera comoda: una giacca in stile kimono e dei comuni pantaloni che terminavano al ginocchio, più i normali sandali da Shinobi. La sciarpa viola era, come sempre, avvolta più volte attorno al collo, da cui sbucava il piccolo gatto in metallo come collana. E comunque sì, non vedo l’ora! Esclamò entusiasta.

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    Sebbene con un minimo di titubanza, com'era giusto che fosse, la ragazzina cedette la borsa in cui evidentemente aveva deciso di tenere i soldi con cui pagare il Momochi.
    «Concedimi un attimo per contarli: nulla di personale» disse, iniziando poi a rovistare dentro alla borsa, raggruppando i soldi in una mazzetta per contarli. Dunque, prese la mazzetta di denaro e li contò con attenzione uno per uno. L'operazione richiese appena un minuto. Poi, una volta appurato che la cifra corrispondesse precisamente a mille Ryo, non uno di più e non uno di meno, Kisuke mise un attimo la somma in borsa, quindi con un kunai si procurò un taglietto sul pollice e compose i cinque Sigilli Magici relativi alla Kuchiyose no Jutsu, concentrando il Chakra e schiaffando il palmo a terra.

    Kuchiyose No Jutsu - Tecnica del Richiamo
    KuchiyoseNoJutsu-ArtedelRichiamo_zps27378a97
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp.Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBU
    Consumo: 10

    Bisuke
    Bisuke_zpsb98184bc
    Lo Shinobi sarà in grado, grazie alla Kuchiyose No Jutsu, d'evocare un Cane Ninja. Esso si presenterà con il kanji "shinobi" in mezzo agli occhi, i quali avranno dei cerchi neri tutt'intorno. Indossa il coprifronte legato al collo e si presenterà leggermente vestito. Il cane possiede un ottimo fiuto, ma nonostante ciò non è in grado di seguire e fiutare tracce se nella zona sono presenti condizioni climatiche e non, che le cammuffano e le confondono (pioggia, folla ecc...). In compenso ha un ottimo udito ed ha una velocità pari ad uno Sp.Jounin; il cane inoltre ha il dono della parola. In fase di combattimento risulterà poco utile poiché non molto forte, ma è ottimo da mandare in avanscoperta.


    Sulle pietre del lastricato si dipinsero e propagarono una serie di rune nere a raggiera, al cui centro esplose una nuvoletta di fumo bianco. La piccola cortina rimase in campo per qualche istante, poi si diradò e lasciò spazio alla figura di un cane ninja di piccola stazza.
    «Kisuke...?»
    «Ciao Bisuke! Nulla di che, devi solo tenermi questi finché non me li verrò a riprendere.»
    «Oh...» disse il cane ninja, osservando le banconote che il kiriano aveva tolto dalla borsa e ora teneva in mano per mostrargliele. Kisuke, dunque, si piegò sulle ginocchia per chinarsi e porsi il più vicino possibile all'altezza del suo fidato compagno, sistemando la borsa contenente il denaro al suo collo.
    «Ecco fatto, è tutto. Avevo detto che non era nulla, no?» scherzo Kisuke. «Ultimamente si batte un po' la fiacca, non ti avrei rivoluzionato la vita proprio oggi. Be', salutami il capo.»
    «Sarà fatto.»
    A quel punto Kisuke rilasciò l'evocazione, facendola svanire in una nube di fumo bianco e con essa anche i soldi, che avrebbe poi recuperato una volta a casa, al termine di tutta quella faccenda.
    «Bene, direi che possiamo andare» disse Kisuke a Shori. «Seguimi, raggiungiamo la sede dell'addestramento» le disse Kisuke, invitandola con un cenno della mano. Da quel momento in poi prese ad assumere un passo veloce, sempre più veloce, per superare la calca della piazza. Il passo spedito si trasformo in corsa, la classica corsa slanciata da Shinobi, e così si mosse in direzione dei territori limitrofi di Kirigakure, in direzione dei picchi che costituivano una muraglia naturale per il Villaggio della Nebbia.
    Il percorso dalla piazza nord di Kiri a quello che avrebbe costituito il campo d'addestramento scelto da Kisuke fu relativamente breve, se si considerava appunto che la piazza da cui erano partiti era poco distanza dai confini del Villaggio.
    Il luogo in cui giunsero altro non era che un luogo semi-segreto e isolato, uno spiazzo brullo circondato dalla natura poco più che ai piedi delle montagne, dove si ergeva un vecchio tempio abbandonato, un tempo abitato dai monaci guerrieri della Nebbia, e ora ormai in disuso e sigillato con potenti Fuuinjutsu per ingabbiare una presunta maledizione.
    «Questo è il posto. Qui nessuno ci disturberà» asserì Kisuke, una volta fermatosi. «Bene, ora sta a me rispettare la mia parte di accordo? A proposito: problemi con il Sigillo?» chiese, d'improvviso, poi riprese. «Ad ogni modo, ti starai sicuramente chiedendo che cosa faremo quest'oggi. Ebbene, oggi imparerai a dare una marcia in più ai derivati della tua Arte dell'Acqua, così da poter giocare su un importante vantaggio strategico in battaglia, nonché poter anche giocare sulla debolezza elementale del Suiton contro al Doton, sfruttandola per eliminare tale debolezza in confronto a Jutsu di pari potenziale o livello che dir si voglia. Prima di cominciare, hai qualche domanda da fare o qualcosa da dirmi in particolare?» chiese, infine, rimanendo in attesa di una risposta. "Almeno vediamo se come kunoichi è abbastanza coscienziosa e ha quel briciolo di cervello sufficiente per poter ereditare un mio Hijutsu."

    KisukeMomochiSPOILER
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    220-10= 210- Ferita lieve da taglio al pollice;- Ottimo;
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    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
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    Ma dove diavolo stiamo andando!? Sbraitò Borei irritatissimo, mentre prendeva correre il più velocemente possibile per cercare di raggiungere – e superare – il Momochi. Forse per lui era una questione di principio, oppure di dignità, sta di fatto che il pensiero di essere più lento del suo “rivale” lo faceva rodere peggio di un castoro imbufalito.
    Eppure, Shori era convinta che, tra sé stessa e il fantasma, quella che aveva più diritto di lamentarsi era lei. Lei che, dopo aver ceduto a malincuore i sui risparmi, si era sentita pungere sulla fiducia quando il suo sensei le aveva chiesto il “permesso” di contarli. Certo, niente di personale… però, cavolo, faceva prima a insultarla sul posto, già che c’era. L’unica cosa degna di nota, in quella scenetta, era che almeno aveva scoperto il contratto Kuchiyose di Kisuke-sensei: i cani. Fantastico.
    Il secondo motivo per cui avrebbe dovuto tappare la bocca a Borei con la carta igienica sporca, era perché il ninja dai capelli neri, una volta fatta strada per andare al luogo dell’addestramento, era passato da una semplice camminata veloce alla corsa vera e propria. Così, senza dire nulla, senza nessun apparente motivo. Per stargli dietro, pure Shori s’era affrettata a correre, inizialmente cercando di non perderlo tra la folla – grazie a Kami-sama che era alto! – e poi tentando di non lasciare un margine vergognosamente ampio di distanza tra sé e lui. Cavolo, era parecchio veloce! E al contrario di Borei, Shori dopo un po’ ebbe un lieve di fiatone.
    Sin da quando avevano lasciato la piazzetta nord di Kiri, la kunoichi si era chiesta dove erano diretti. A un campo di addestramento comune, di quelli recintati? Oppure un luogo tranquillo al limite del villaggio? Mano a mano che avanzavano, Shori si convinse sempre di più che la seconda ipotesi era azzeccata: le zone montuose, che facevano da confine del Villaggio, erano già relativamente vicine al punto d’incontro, e mano a mano che la corsa continuava si facevano anche più vicine.
    Tutto sommato, la “camminata” non fu affatto lunga, ma l’impazienza, il fermento e il non sapere quale fosse la meta aveva contribuito a dilatare la percezione temporale della Jinchuuriki. Per cui, quando finalmente si fermarono, a Shori sembrò di aver corso per almeno venti minuti. Cercando in tutti i modi di non far notare quel lieve fiatone, si guardò intorno. È… un bel posto, disse titubante.
    Non che Shori fosse certo un’esperta in “luoghi favolosi”, ma quello era abbastanza inquietante. Non c’era molto, anzi era uno spiazzo piuttosto spoglio ai piedi delle montagne, con un tempio abbandonato che sembrava invece una casa infestata uscita da un libro dell’orrore dalla tragica fine.
    Wow. È il genere di luoghi in cui mi aspetto di sentire la risata di un bambino. Da solo, di notte… e quando non c’è nessun bambino, borbottò Borei a braccia incrociate, guardando malamente il Momochi. Poi, come se gli fosse venuta un’illuminazione, esclamò all’improvviso: Ma se gli infilassi una calamita nelle mutande, dici che con tutte quelle armi…
    Questo è il posto. Qui nessuno ci disturberà, lo interruppe invece Kisuke-sensei.
    “Non stento a crederlo”, pensò Shori, ignorando il fantasma e lanciando una rapida occhiata al tempio abbandonato.
    Bene, ora sta a me rispettare la mia parte di accordo? A proposito: problemi con il Sigillo?
    La domanda successiva la prese in contropiede. Ehm… no. Perché, dovrebbero essercene? chiese, un poco nervosa.
    Poi si passò all’addestramento vero e proprio; o meglio, ad una introduzione dell’addestramento. Ebbene, oggi imparerai a dare una marcia in più ai derivati della tua Arte dell'Acqua, così da poter giocare su un importante vantaggio strategico in battaglia, nonché poter anche giocare sulla debolezza elementale del Suiton contro al Doton, sfruttandola per eliminare tale debolezza in confronto a Jutsu di pari potenziale o livello che dir si voglia, spiegò laconicamente il sensei. Prima di cominciare, hai qualche domanda da fare o qualcosa da dirmi in particolare?
    Oh, io avrei tante, tante cose da dirti…
    Shori si schiarì la gola per zittirlo, mentre la sua mente ragionava. Il jutsu che avrebbe appreso da lì a poco si trattava, essenzialmente, di potenziamento, un modo per “pompare” le tecniche Suiton insomma. Con questi nuovi elementi, provò a pensare al tipo di allenamento che le avrebbe potuto conferire il predominio su una tecnica del genere, ma aveva troppi buchi neri, troppi punti interrogativi per poter creare un’immagine nitida. In effetti, avrei qualche domanda, si fece avanti timidamente. Avete detto che il jutsu conferisce “una marcia in più” ai jutsu Suiton, per cui li aumenta di “grandezza”, in un certo senso… ma quindi se potenziati posso anche più male al mio avversario o no? E posso potenziare ogni tipo di tecnica Suiton che ho a mia disposizione, oppure c’è una qualche sorta di limite? E poi, dato che si tratta di una tecnica che va a potenziarne un’altra, si deve evocare in un altro modo? Insomma, richiede sempre i sigilli e tutto oppure no? Non so, non ho mai avuto a che fare con jutsu di questo genere… di scusò in fretta. E poi è una tecnica che va sempre e unicamente utilizzata insieme ad un’altra Suiton, vero? Non è, che so, tipo la Muon che richiede una costante concentrazione di Chakra fin quando attiva? E poi quanto tempo… Shori aveva già preso fiato per fare un’altra domanda, ma all’ultimo di zittì, arrossendo, rendendosi conto di aver parlato a ruota libera e senza neanche fiatare. Magari stava facendo domande stupide, magari erano cose che il Kisuke-sensei aveva già intenzione di dirle, oppure fare così tante domande tutte insieme la faceva sembrare una ansiosa e nevrotica.

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    «Be', per quanto ne so, il Sigillo non dovrebbe dare alcun problema, ma è sempre meglio chiedere. Comunque, giuste osservazioni» disse Kisuke a Shori, un poco compiaciuto. «Prima delle risposte, però,» aggiunse, sollevando due dita della mano destra, «ho bisogno di qualcuno che ci guardi le spalle» concluse con un sorriso.
    Con facilità riaprì la ferita aperta in precedenza, fece fuoriuscire ancora qualche goccia di sangue, poi una volta composti in rapidità i Sigilli per la Tecnica del Richiamo, il ragazzo batté il palmo sul terreno e lì chiamò a raccolta uno dei suoi più fidati compagni di cui aveva bisogno. "Kuchiyose No Jutsu!"

    Kuchiyose No Jutsu - Tecnica del Richiamo
    KuchiyoseNoJutsu-ArtedelRichiamo_zps27378a97
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp.Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBU
    Consumo: 30

    Cane delle Nevi
    CanedelleNevi_zpsff7fa814
    Questa creatura, pur facendo parte dei contratto dei cani, è più simile a un lupo che ai comuni animali domestici. Nonostante le dimensioni si tratta di una creatura di taglia grande e questo è dovuto alle sue invidiabili capacità. Amante dei climi rigidi possiede un fiuto invidiabile da qualsiasi cane ninja riuscendo a rintracciare tracce ancor più flebili rispetto ai suoi simili. Il vero punto di forza di quest'evocazione, però, sono le sue capacità fisiche che lo rendono un combattente nato. Grazie alla sua dentatura potrà infliggere gravi ferite se riesce a portare i suoi denti sull'avversario favorito dalla sua velocità alta. La sua resistenza non è seconda alla sua forza. Infatti per mettere fuorigioco questa creatura serviranno due tecniche di livello B o una di livello A. Dal carattere generalmente scontroso non sa comunicare verbalmente come i ninken ma nonostante ciò riuscirà ad intendersi col proprio evocatore.


    «Ciao, bello!» lo salutò Kisuke, per poi riportare la sua attenzione su Shori. «Non ti preoccupare, Shori. Il mio compagno non è qui per farti a pezzi, seppur ne sia facilmente in grado. Lui controllerà che nessuno ci abbia seguito oppure che rimanga qui intorno a noi a spiarci e raccogliere qualcuno dei miei segreti» spiegò Kisuke a Shori. Poi, si voltò verso il cane lupo e gli disse: «Sentito, amico? Controlla che nessuno ci spii.»
    Il cane lupo iniziò a fiutare l'aria, poi prese a fare un giro del circondario e infine prese posto ai piedi di una sequoia dal tronco grosso e robusto.
    «Sai, lo farei io, ma ho da concentrarmi su di te. Ritorniamo al nostro addestramento. Quello che ti andrò ad insegnare oggi può essere considerato a tutti gli effetti un Ninjutsu vero e proprio. E sì, è un Ninjutsu un po' fuori dalla norma, sia come modalità d'utilizzo sia come risultati. Per avere un'idea più chiara, partiamo dalle basi: suppongo che ormai non avrai più problemi nell'Alterazione della Proprietà e nell'Alterazione della Forma, dico bene?» chiese, ma era una domanda retorica. Non perché la sapesse, bensì perché era scontato che fosse così. «Diciamo che all'inizio sarà un po' complicato, dato che per la prima volta in vita tua ti ritroverai a dover utilizzare l'Alterazione della Proprietà e della Forma per evocare una Tecnica, con l'aggiunta simultanea di una seconda Alterazione della Proprietà. In pratica è come se tu dovessi creare due forze distinte, separate, e poi renderle un tutt'uno. Non è semplice, lo so. Sembra difficile ma non è facile» scherzò, poi, infine, cercando di mettere così un po' più a suo agio la ragazzina.
    «Ritornando un attimo seri, e sull'argomento, risulterà poi chiaro che per attingere a questo Jutsu non è necessario l'ausilio d'alcun Sigillo Magico, per via della sua stessa natura. Dimmi, quali sono le Arti Magiche appartenenti al ramo dell'Arte dell'Acqua che padroneggi, oltre alla Prigione Acquatica di cui sono già a conoscenza?» Domanda di rito. Domanda d'obbligo. Domanda falsa. Kisuke sapeva già tutto di quanto chiesto, ma per poter mantenere ancora per un po’ la sua messinscena, studiare la ragazzina e il suo fantasma invisibile, doveva comportarsi come se non sapesse alcunché. Aveva in mente anche di fare come di consueto, portarsi dietro qualche foglietto di carta proveniente dall'Albero del Chakra per appurare l'affinità naturale con il Suiton. Tuttavia, all'apparenza, si fece bastare la dichiarazione di Shori, quando disse che il Katon era frutto di un'aggiunta. "Un'aggiunta totalmente fuori dall'ordinario, direi" pensò Kisuke tra sé, immaginandosi l'impianto di un Bijuu all'interno di una persona.
    «Per rispondere ad altri tuoi dubbi, i danni che i Jutsu creano fini a sé stessi rimangono pressoché gli stessi, poiché i risultati sono puramente legati a questioni con il Chakra. Inoltre, no, non è possibile sfruttare il mio Hijutsu su qualunque sorta di Jutsu Suiton. L'attuale metodo che ho sviluppato, non riesce ad amalgamarsi perfettamente con due forze troppo forti: dovrai limitarti a Jutsu di un certo potenziale e non oltre. Ci sto lavorando, ma non è semplice, nemmeno per me» concluse, finendo per grattarsi la cicatrice accanto all'occhio.
    «Sostanzialmente, questo è un breve riassunto della parte teorica. Andremo poi nei particolari con l'avanzare dell'addestramento e con l'incontro dei singoli problemi. L'unico consiglio che ti do è quello di non avere fretta e di andarci con i piedi di piombo, in questo addestramento. Non sarà tutto rose e fiori. Nell'apprendere i meccanismi potresti arrivare a vomitare, ancor più probabile nel tentativo dell'emissione vera e propria di un Jutsu, causa un iniziale e mal accurato controllo del Chakra, così come accade spesso nell'apprendimento basilare dell'Arte dell'Acqua.» "Questo sempre se le va bene, se le gira male, invece... la reazione potrebbe addirittura farle esplodere lo stomaco."

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    Quella specie di cane lupo era l’ultima cosa che Shori si sarebbe aspettata: nessuno dei suoi gatti, neppure la sua tigre dai denti a sciabola, Setsu, era tanto grande. La sua prima reazione fu di saltare all’indietro, tutta spaventata per quella strana entrata di scena. Tutta tesa, temette che quella sorpresa fosse proprio per lei, ma alla fine Kisuke-sensei, l’evocatore di quella specie di lupo enorme, la rassicurò dicendo che la bestia serviva solo per controllare il perimetro. E non osava pensare a cosa sarebbe successo ai poveri sfortunati che avrebbero incrociato il suo cammino; la kiriana non ci teneva particolarmente a scoprirlo.
    Solo quando si fu allontanato, Shori riuscì a rilassarsi seriamente; anche perché non aveva molta scelta: il sensei stava parlando.
    La cosa che Shori non poté non notare, sentendo il Momochi che proseguiva in una serie di spiegazioni, era che il suo sensei sapeva parlare piuttosto bene. I termini, la cadenza, persino i gesti rendevano il discorso fluido e liscio, una qualità che aveva ritrovato anche in sua sorella Haruka e di cui invece peccava Kenta. Shori, dall’altra parte, era una buona ascoltatrice, forse perché tra i fratelli era la più piccola, per cui aveva tutto da imparare e nulla da insegnare. Fissava con occhi attenti il viso di Kisuke-sensei, annuendo di tanto in tanto per far intendere di aver capito. Non si lasciò distrarre dai commentini irritanti di Borei, né si fece intimidire dagli avvertimenti del suo compaesano. Dopotutto, non era la prima volta che imparava una tecnica, sapeva che poteva essere un procedimento non particolarmente piacevole.
    “Quindi è così”, pensò infine lei, quando il sensei smise di parlare. “Sembra davvero una tecnica interessante, peccato per i limiti e i danni, ma dopotutto ogni justu ha i suoi punti deboli. Il fatto che non si debba usare sigilli, però, è una gran cosa, molto più veloce e funzionale. Il processo, per quanto spiegato bene, non sembra una passeggiata; bisognerebbe però vedere quando si arriva alla parte pratica, magari è più facile di quanto mi aspetti”.
    Oltre alla Suirou, rispose Shori alzando un dito ogni volta che nominava una tecnica, padroneggio la Mano dell’Onda, le Macchie d’Olio, il Velo di Nebbia, ovviamente, la Mizurappa e il Clone Aquatico. Cinque tecniche, in tutto, disse, guardandosi il palmo completamente aperto. Poi abbassò la mano e fissò con curiosità gli occhi carboni del sensei. Allora, da dove iniziamo con questa... ehm, come si chiama la tecnica?


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    Kisuke sorrise compiaciuto, quando sentì la ragazzina elencare i Jutsu Suiton in suo possesso. "Quanto meno è stata sincera, anche se è pur sempre una ragazza che cela degli incredibili segreti dentro di sé" rifletté il kiriano. "D'altra parte chi non ha dei segreti? Certo, in pochi ne hanno uno come il suo, più precisamente in nove, ma chiunque bene o male ne ha."
    «Allora, da dove iniziamo con questa... ehm, come si chiama la tecnica?» chiese poi con perplessità, costringendo Kisuke a trattenere una risata per non abbandonare la sua solita espressione.
    «La mia Tecnica Segreta si chiama Chikara no Mizu, Forza Acquatica» replicò Kisuke, risolvendo il dubbio alla ragazzina. «E cominceremo subito. Per facilitarci il lavoro, togli dalla tua mente il Velo di Nebbia, Macchie d'Olio e Clone Acquatico. Non sono i Jutsu più adatti con cui partire ed apprendere i meccanismi del mio Hijutsu. Innanzitutto tieni bene a mente le basi e i principi dell'Arte dell'Acqua, poi sfrutta come basi d'appoggio le tue conoscenze sulla creazione di Jutsu come la Mizurappa, o anche la Prigione Acquatica, volendo. In pratica inizierai a prendere confidenza con un metodo simile su piccole quantità d'acqua, così da non correre rischi in piccoli errori di percorso visto che siamo ancora ai primi passi. La prima cosa da fare, per vedere dove mettere mano, sarà creare un po' d'acqua nel tuo stomaco, così come fai sempre e poi applicarvi anche se grezzamente il mio metodo. Quale metodo?, ti starai chiedendo... quello che ti porterò ad intuire ed apprendere.»
    Kisuke fino a quel momento aveva infatti solo esposto in linea teorica a cosa avrebbe corrisposto l'apprendimento del suo Hijutsu, rischi e incidenti di percorso. Da quel momento in poi si sarebbe passati alla pratica, tutto quello che aveva raccontato e spiegato a Shori, quest'ultima l'avrebbe provato sul suo corpo e sul suo organismo.
    «Ci sono delle fasi preliminari in cui passare» annunciò Kisuke. «La fase uno consiste nel rafforzare l'Alterazione delle Proprietà, la fase due nell'incremento dell'emissione del chakra alterato, le quali una volta completate ti faciliteranno il lavoro successivo» spiegò Kisuke, certo che il discorso non sarebbe stato afferrato in pieno dalla giovane Shori.
    «In parole povere: vedi questi alberi?» chiese Kisuke, avvicinandosi ad una delle sequoie. «Dovrai concentrare il tuo Chakra Suiton a ridosso del tronco, per inumidire la corteccia su cui poggi la mano, senza ovviamente a ricorrere ad alcun Jutsu come la Mano dell'Onda» concluse, poggiando il palmo destro a ridosso della corteccia e concentrando poi una modesta quantità di Chakra Suiton, emettendolo dalla mano, fino a bagnare una superficie di corteccia di poco maggiore a quella ricoperta dalla sua mano. Diede una pacca a lato del tronco e con noncuranza mostrò il risultato a Shori, poi andò ad appollaiarsi su di un masso lì vicino, così da poter rimanere comodo ad osservare i tentativi della ragazza, rimanendo comunque vigile alla natura che si ergeva incontrastata intorno a lui, seppur di vigile ci fosse anche il suo cane lupo.
    «Bene, puoi iniziare. Per il momento, non ti dirò null'altro. Devi emettere Chakra Suiton e non acqua prodotta con Chakra Suiton, questo è quanto e quella corteccia dovrà essere zuppa. Ovviamente, non esitare ad avvertirmi di qualunque cosa di strano, inconsueto, problematico o anomalo tu possa riscontrare o percepire. Compresa stanchezza ed eventuali malori, s'intende, soprattutto.» "Anche se questi arriveranno più tardi, per il momento la ragazzina è ancora fresca come una rosa."

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    Chikara no Mizu, ripeté Shori, piano, sentendo le parole rotolarle via dalla lingua con gran facilità. “Forza Aquatica”. Il nome, per qualche strano motivo, la fece sorridere: in effetti, come nome dava un certo impatto, semplice, conciso ed efficace, oltre che appropriato. Insomma, era davvero un modo figo per definire una tecnica di potenziamento.
    E cominceremo subito. Le parole del sensei compirono la magia: svuotarono la mente dell’allieva da qualunque futile pensiero, dalla bellezza di “Forza Aquatica”, dai fantasiosi pensieri che si era creata, dai filmini eccitanti di mostri marini come il dragone d’acqua grandi cinquanta metri. Tutto d’un tratto, nulla di questo c’era più, tutto sostituito dal presente, dallo spiazzo inquietante, dal tempietto, e specialmente dalla figura slanciata del Momochi e dalle sue parole. Importante, ora arrivata la parte importante. Doveva concentrarsi al massimo. Ascoltò le parole di Kisuke-sensei con la stessa attenzione che, quando era più piccola, riservava ai primi insegnamenti del padre: assoluta, minuziosa, profonda. Le orecchie catturavano i suoni, mentre la mente lavorava come una macchina per interpretarli, ragionarci su, comprendere e trattenere quello che riteneva necessario – ossia tutto.
    Quando il sensei le suggerì di rifarsi alle modalità di creazione di tecniche come la Mizurappa o la Suirou, il pensiero di Shori volò al cruente addestramento di sua sorella Haruka: era lei che le aveva insegnato la Mizurappa, unendo tempi serrati con parole spietate, costringendola a provare e riprovare nonostante al posto dell’acqua avesse vomitato bile più e più volte. Ebbe dei brividi, ma almeno fu rasserenata dal fatto che avrebbero iniziato con “piccole quantità d’acqua”, come aveva detto Kisuke-sensei. Questo escludeva, quindi, rigetti maleodoranti e soprattutto imbarazzanti difronte a qualcuno con cui non aveva confidenza.
    Ci sono delle fasi preliminari in cui passare, continuò il ninja dai capelli neri, passando dalla linea teorica a quella puramente pratica. La fase uno consiste nel rafforzare l'Alterazione delle Proprietà, la fase due nell'incremento dell'emissione del chakra alterato, le quali una volta completate ti faciliteranno il lavoro successivo.
    “Rafforzamento dell’Alterazione delle Proprietà ed incremento del chakra…” pensò la ragazzina, mordendosi un labbro con aria pensosa. Sembrava quasi un’equazione matematica: facile da dire, difficile da immaginare. Per fortuna il sensei la salvò, spiegandole in maniera pratica il primo compito di quell’allenamento: concentrare talmente tanto Chakra di tipo Suiton da far inumidire con la mano la corteggia di un albero. Niente tecniche, nulla del genere, solo una massiccia dose di chakra elementale.
    Il maestro diede la sua dimostrazione: poggiò il palmo sul tronco ligneo e, tempo qualche attimo, la corteccia tutta intorno si colorò di un marrone più scuro, umido. Bagnato.
    Shori fissò quel punto con occhi leggermente sgranati, sbattendo insistentemente le sopracciglia. A sorprenderla, più che il gesto in sé, era stata la velocità e la facilità con cui Kisuke-sensei aveva risolto quell’equazione dell’Alterazione delle Proprietà unita all’incremento del Chakra.
    Toh! Esclamò Borei facendogli una smorfia maliziosa. S’è pisciata addosso la mano!
    Bene, puoi iniziare. Per il momento, non ti dirò null'altro, concluse il Momochi. Devi emettere Chakra Suiton e non acqua prodotta con Chakra Suiton, questo è quanto e quella corteccia dovrà essere zuppa. Ovviamente, non esitare ad avvertirmi di qualunque cosa di strano, inconsueto, problematico o anomalo tu possa riscontrare o percepire. Compresa stanchezza ed eventuali malori, s'intende, soprattutto.
    Ehm… sì, ovvio, disse la ragazza di Kiri, improvvisamente turbata dalle ultime parole del sensei. Davvero sarebbe potuta andare in contro a complicazioni del genere?
    Tenendosi questi pensieri per sé, Shori si avvicinò all’albero su cui il ninja aveva dato la sua dimostrazione. La parte macchiata stava persino sopra la sua testa, a dimostrazione di quanto era bassa – o, come preferiva pensare lei, di quanto era alto lui. Allora vado, informò con voce lievemente rinsaldata dalla determinazione; diavolo, non aveva alcuna intenzione di farsi intimidire. Qualunque cosa fosse successa, l’importante era apprendere la tecnica… la Chikara no Mizu. Alzando il braccio, poggiò la mano sulla corteggia ruvida del tronco; chiuse gli occhi; si concentrò. Le parole del sensei le rimbalzarono nella mente come una molla: “Devi emettere Chakra Suiton e non acqua prodotta con Chakra Suiton”, “Rafforzamento delle Proprietà”.
    Ripensò al modo in cui creava la Mizurappa, a come “impastava” il chakra per renderlo Suiton. Applicò un po’ lo stesso procedimento, raccogliendo chakra nel palmo della mano e poi modellarlo come solitamente faceva quando creava ogni tipo di jutsu Suiton. Con la vista oscurata risultò più semplice avvertire il circolo di energia, incanalarla e modificarla a suo piacimento. “Rafforzamento delle Proprietà”, ripensò, aggrottando le sopracciglia per lo sforzo.



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    Quando la piccola Shori staccò la mano dalla superficie dell'albero, sostanzialmente non era cambiato nulla rispetto a prima. "Be', c'era da aspettarselo, non posso pretendere chissà quale risultato già al primo tentativo" si disse, mantenendo la calma. Emise un flebile sospiro e provò a pensare dove fosse necessario il suo intervento, già alle fasi preliminari. Okay, non era semplice riuscire al primo tentativo, ma almeno un minimo di risultato doveva pur ottenerlo. In fondo, un minimo di padronanza sul controllo del Chakra doveva avercelo, grazie principalmente alla padronanza del controllo del Chakra per scalare pareti o correre sull'acqua. Il procedimento era simile, ma con Chakra Suiton (e perciò più complicato rispetto al normale Chakra puro), anche se Kisuke non s'era preoccupato di dirlo. Allora cosa? Si era forse distratta? Aveva perso la concentrazione in qualche modo? "Quel fottuto fantasma di merda...?!"
    Da quel che sapeva Kisuke, la ragazzina era sempre in gran imbarazzo con quel fantasma sempre in mezzo ai piedi, poiché ne diceva e faceva di tutti i colori. Purtroppo, o per fortuna, solo Shori poteva vederlo e sentirlo, ma nonostante questo le sue reazioni si mostravano in una smorfia, in una faccia disgustata, un espressione imbarazzata, in un distogliere lo sguardo e via discorrendo. Per non dover ricorrere all'afferrare Shori per i capelli e costringerla sotto minaccia a fare da tramite, da quando era venuto a conoscenza di ciò, Kisuke cercava di stare attento anche al più piccolo particolare nel comportamento di Shori, per desumere da ciò se il fantasma stesse facendo qualcosa di strano o di perverso. Quel maledetto fantasma era non solo impossibile da sentire o vedere, ma era anche impossibile da percepire in alcun modo o toccare. Solo Shori poteva farlo materializzare, e in quel caso Kisuke avrebbe volentieri sfruttato l'occasione per dargli tanti di quei calci nel culo da fargli rimpiangere di aver incrociato la sua strada.
    «Allora, Shori, qualche problema?» chiese Kisuke a quella che solo per quell'occasione era una sua allieva. «Non è semplice, vero? Be', lo immaginavo. Io stesso ci ho messo del tempo, sia prima per studiare questo metodo che poi per metterlo in pratica. Tu ci impiegherai di meno perché avrai tutte le mie dritte per arrivare dritta al punto focale, ma non sarà assolutamente semplice e immediato, come ti avevo annunciato» spiegò. Era importante che la giovane kunoichi non si ponesse pensieri di sorta su sue negligenze, incapacità o mancanze, altrimenti avrebbe rischiato d'impappinarsi. Il comandante ANBU, dunque, mise le mani sulle ginocchia e s'alzò.
    «Vediamo se riesco a darti un aiutino...» disse, per poi correre in direzione dell'albero, scalare il fusto mediante il controllo del Chakra ed infine appendersi a testa in giù ad un robusto ramo. «Ti fa venire in mente qualcosa?» parlò Kisuke, osservando la scena dall'alto in basso, i capelli che propendevano verso il basso costretti dalla forza di gravità.
    «Poi, se vuoi, puoi anche chiedere a Borei di darti una mano, anzi che lasciarlo lì a fare il bello e il cattivo tempo, sicuro nel suo status di intoccabile» concluse, con un evidente ghigno sul volto. "Maledetto fantasma paraculo, cacasotto e pervertito. In vita dovevi essere inutile come un culo senza buco!"

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    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
     
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    Shori aprì lentamente gli occhi, una leggera ansia che le faceva danzare il cuore nel petto, il timore che sotto la mano non vi fosse alcuna chiazza scura ad inumidire la corteccia. Non voleva proprio fare una brutta figura, non subito, non davanti a quel ninja.
    Gli occhi si spalancarono e fissarono subito la mano aperta sopra il fusto. Nulla. Niente macchia, niente legno bagnato, niente di niente. Le labbra si schiusero e le sopracciglia si aggrottarono in un’espressione di delusione e mortificazione. Non era successo proprio nulla, neanche un accenno d’acqua, un puntino di umidità.
    Dietro di lei, sentì Borei che tramutò il suo inizio di risa in un colpo di tosse falsissimo.
    Allora, Shori, qualche problema? Chiese Kisuke Momochi, che ovviamente aveva notato la sua scenetta da incapace. Tutto d’un tratto, proprio mentre il sensei finiva quella frase, la sua allieva fu pervasa da una orribile vergogna, imbarazzo; se avesse potuto, si sarebbe incenerita lì sul posto. Abbassò la testa, e le ciocche corvine della fronte le ricaddero sopra gli occhi. Non è semplice, vero? Be', lo immaginavo. Io stesso ci ho messo del tempo, sia prima per studiare questo metodo che poi per metterlo in pratica. Tu ci impiegherai di meno perché avrai tutte le mie dritte per arrivare dritta al punto focale, ma non sarà assolutamente semplice e immediato, come ti avevo annunciato.
    La ragazza annuì; il discorso non l’aveva fatta sentire meglio. Rialzò lo sguardo per puntarlo alla chiazza umida che il Momochi aveva creato come dimostrazione, e si sentì ancora più sconfortata. Ma il momento passò in fretta; Shori dopotutto era così, facilmente deprimibile ma che comunque sapeva riscuotersi in fretta e tornare all’attacco con un vigore rinnovato.
    Stava per rimettere la mano al suo posto, poggiata sul tronco, quando notò con la coda dell’occhio che il ninja si stava alzando. Vediamo se riesco a darti un aiutino... mormorò, prima di fare una cosa davvero semplice: scalare tutto il fusto ligneo utilizzando il controllo del Chakra. La kunoichi lo fissò durante tutta l’operazione, un po’ interdetta, un po’ curiosa, finché l’uomo non si fermò a testa in giù su un grosso ramo. Ti fa venire in mente qualcosa?
    Gli occhi di Shori sgranarono, passando lo sguardo dal sensei in alto alla sua mano, poi di nuovo al tronco inumidito d’acqua. La sua mente iniziò a scansionare quella che era una capacità comune tra gli Shinobi, dividendone le fasi, analizzando il procedimento per trovare qualunque cosa potesse essere applicabile anche in quel contesto. Dopotutto, sia la Chikara no Mizu sia il controllo avevano come fulcro la manipolazione di Chakra, con l’unica differenza che nel primo caso si trattava di Chakra elementare, mentre nel secondo di Chakra puro. Tutto quello che Shori aveva fatto fino a quel momento, era stato concentrare Chakra Suiton sulla mano, stando maggiormente attenta ad alterarne la proprietà. Ma evidentemente c’era qualcosa che mancava: magari, se provava ad applicare lo stesso procedimento utilizzato nel controllo del Chakra subito dopo averne alterato le proprietà…
    Poi, se vuoi, puoi anche chiedere a Borei di darti una mano, anzi che lasciarlo lì a fare il bello e il cattivo tempo, sicuro nel suo status di intoccabile.
    Le parole del sensei, dirette ad una Shori altamente concentrata, ebbero lo stesso effetto di una secchiata d’acqua fredda su un addormentato. Di colpo, si irrigidì, e la valanga di pensieri e ragionamenti si interruppe come un filo brutalmente tagliato. Per qualche attimo si ritrovò incapace di muoversi, pensare, respirare, mentre i suoi occhi erano fissati sul tronco marrone senza in realtà vederlo. La sua testa sembrava essersi trasformata in un dirupo profondo che dava eco alle parole di Kisuke Momochi. “Poi, se vuoi, puoi anche chiedere a Borei di darti una mano, anzi che lasciarlo lì a fare il bello e il cattivo tempo… se vuoi, puoi anche chiedere a Borei di darti una mano… chiedere a Borei di darti una mano… Borei…”
    Tutto d’un tratto, i muscoli di Shori si sbloccarono, e i pensieri tornarono a scorrerle veloci quanto un fulmine. Alzò la testa per fissarla sugli occhi carbone del Momochi, pietrificata e incredula. Che diamine era successo? Come faceva a sapere quel nome? Da quanto sapeva? Fin quanto sapeva? Chi gliel’aveva detto? Lo sapeva qualcun altro? Come, come, come…
    Ehm, interruppe il fantasma in questione, Borei, con una voce insolitamente nervosa. Non ha detto il mio nome… vero? È impossibile. Il branzino lesso non può sapere di me. Nah, è tutta una farsa, uno scherzo burlone, ah ah…
    Come…? Riuscì a mormorare lei, facendo un passo indietro. La bocca non sembrava funzionare ancora tanto bene, non riusciva a collegarsi al cervello quanto avrebbe voluto. Una parte della sua mente, quella che non aveva smesso di ragionare a velocità lampo, aveva già iniziato a creare qualche piccola teoria, ma ancora non ci voleva credere. Per un attimo, pensò pure di fare la finta tonta, di comportarsi come se quella parola non avesse alcun significato per lei, ma ormai era tardi; dopo la sua reazione scioccata, sarebbe stato impossibile ingannarlo.
    Incespicando indietro e sentendo il cuore batterle velocissimo nel petto, la ragazzina disse: Dove avete sentito quel nome? Che cosa sapete di lui… di me? E come avete fatto a scoprirlo, non l’ho mai detto a nessuno, io… è impossibile, non potete sapere… non tutto... Quanto sapete?


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    Cartabomba x4Fili metallici (10m)
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    OggettoCondizioniLocazione
    Guanti rinforzatiIntattiMani
    ParastinchiUn po' rovinatiStinchi
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    «Come…?» esalò la Chuunin, quasi fosse colta di sorpresa dalla morte in persona.
    "Finalmente" pensò Kisuke, assaporando ora il terrore e la paura mescolati nella voce di Shori, indotti dalla sua pressione psicologica. In tal senso poteva essere considerato anche un sadico bastardo.
    «Dove avete sentito quel nome? Che cosa sapete di lui… di me? E come avete fatto a scoprirlo, non l’ho mai detto a nessuno, io… è impossibile, non potete sapere… non tutto... Quanto sapete?» continuò, contribuendo in buona parte al divertimento del Momochi, che finalmente aveva ottenuto una piccola rivalsa, che niente meno era solo lo spauracchio di una rivincita ancora maggiore che il kiriano teneva in serbo. Non ancora soddisfatto, affinò l'udito mediante la Muon Satsujin.

    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso
    MuonSatsujin-TecnicadellOmicidioSilenzioso_zps8e586583
    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La tecnica consiste nell'individuare l'avversario utilizzando sensi alternativi alla vista, come l'udito o l'olfatto, e quindi muoversi silenziosamente attaccandolo, facendo leva sull'effetto sorpresa.
    Il fiuto dello Shinobi è paragonabile ad un neo Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso si segua una traccia di sangue si potrà però individuare sempre grazie al fiuto, con massima precisione l'avversario. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato, e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi in un rumore è elevata ed una carta-bomba potrebbe distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, ma solamente per pochi istanti. Nel caso vi siano presenti numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente sbagliare bersaglio visto che sono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potra essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Consumo: 8 (A Turno)


    "Musica per le mie orecchie" pensò, ascoltando il frenetico battito cardiaco della ragazzina. Sembrava impazzito. Si godette la sinfonia per qualche istante, poi rilasciò il Jutsu.
    «Non hai appena detto che io non posso sapere?» chiosò Kisuke, beffardo. «Oltretutto, non ti sembra di voler giocare un po' troppo facilmente, Shori-chan? Io non te lo sono mica venuto a chiedere così spudoratamente. In questo modo non c'è divertimento, dai.»
    Entrare in possesso di una quantità immane di segreti intimi e delicati riversava una tale quantità di potere e conoscenza inimmaginabile, al punto di poter iniziare a manipolare una mente umana o in alternativa divertirsi a giocare con essa, nonché ovviamente poter sempre avere tutta una serie di assi nascosti nella manica e poter sempre prendere in contropiede l'interessato.
    «Magari so solo il suo nome. Magari, invece, non è così e so anche che è un fantasma pervertito o che si diverte a prendermi in giro nei modi più svariati, convinto che tanto nessuno potrà mai sentirlo e fargli del male. Però hai ragione, tu non lo hai detto a nessuno. E allora come lo so? E che cosa so? E chi lo sa che cosa so e come lo so. Forse solo gli dèi o nemmeno loro. Ognuno ha i suoi segreti, no?» parlò Kisuke, dicendo tutto e niente, puntando tuttavia a fomentare i dubbi nella mente della piccola Shori. Avendo letto la mente di Shori, Kisuke ormai sapeva praticamente tutto quello che c'era da sapere su di lei. Sapeva che durante una sua missione aveva, un po' stupidamente, scritto su un diario non solo il compito della sua missione, bensì anche come avrebbe agito e di chi si sarebbe servito, lasciandosi andare ad alcuni particolari ed al nome di quello che Kisuke sapeva essere un progetto futuro. "Rete Informativa del Mondo Invisibile" disse tra sé Kisuke. "Effettivamente, se riuscisse a mettere in piedi qualcosa del genere su larga scala, questa ragazzina potrebbe arrivare a costituire il più grande organo di spionaggio e raccolta informazioni che la Nebbia e qualunque Villaggio Ninja abbia mai avuto."
    Kisuke rilasciò il controllo del Chakra che esercitava sulle piante dei piedi e si staccò dal ramo a cui era appeso, saltando giù ed eseguendo una capriola acrobatica a mezz'aria per poi atterrare energicamente su entrambi i piedi, accanto a Shori.
    «Digli solo che io non sono uno dei tanti, e non amo avere dei conti aperti. Con nessuno. Nemmeno con un fantasma cacasotto. Troverò un modo per stanarlo, puoi starne certa Shori-chan, ed in quel momento Borei assaggerà il bacio freddo della mia lama» disse, glaciale, in direzione di Shori, ma puntava al fatto che fosse Borei a sentirlo, infatti poi disse: «Capito, Borei
    Senza dubbio avrebbe fatto impensierire quell'inutile fantasma cacasotto, e magari l'avrebbe fatto anche rimanere un po' di più al suo posto. In fondo, più che cercare o studiare un metodo, a Kisuke sarebbe bastato semplicemente puntare un pugnale alla gola di Shori ed obbligarla a materializzare lo spettro, per rendere realtà il suo incontro con Borei.
    «Ad ogni modo, siamo qui perché tu impari la mia Tecnica, non per parlare di qualche fantasma inutile» disse Kisuke, il quale calcò volontariamente con enfasi su quell'ultima parola. Si sarebbe divertito a sfottere quel fantasma e la sua fottuta sicurezza in mezzo alla nebbia, su cui tra l'altro Shori si basava, sfruttando la propria Tecnica della Dissoluzione.
    «Hai visto quello che ho fatto io, no? Credo che tu ne sia assolutamente in grado. Devi, pressappoco, agire alla stessa maniera, emettendo dalla mano del Chakra Suiton ad alta intensità al punto da inzuppare la corteccia come se ci fosse stata gettata sopra dell'acqua vera e propria. Avanti, concentrati solo su quello e riprova.»

    KisukeMomochiSPOILER
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    Cartabomba Fasulla (4)Pillole del Soldato (3)
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    Divertimento. In quel momento, con il cervello ancora in panne, che sembrava quasi essersi fermato alle ultime parole del sensei, l’unica cosa che Shori riusciva a captare era l’espressione divertita del Momochi. Qualcosa, in quella scenetta, sembrava divertirlo assai, e la ragazzina temeva di essere proprio lei, o forse la sua reazione, o ancora il suo volto. Dopotutto, in quel momento non aveva un perfetto controllo facciale.
    I discorsi prossimi del ninja furono una vera beffa, una frecciatina che portarono la kunoichi sull’orlo di una crisi nevrotica. Tutti quei maledetti giri di parole, quel dire tutto e niente, come se stesse facendo un gioco simpatico e divertente. Manipolare i suoi timori, le sue incertezze, insicurezze, puntare là sul suo punto debole… un giochetto davvero sadico e crudele.
    Shori l’aveva capito, subito, sin dalle prime parole del Momochi; e non avrebbe voluto dargliela vinta, per una sola questione di orgoglio. Ma la reazione del suo corpo non era così facile da sanare: il cuore non accennava a rallentare, il sudore freddo s’era via via creatosi sulla fronte e la morsa allo stomaco le faceva rivoltare la colazione. Questo perché le informazioni di cui Kisuke-sensei era a conoscenza erano decisamente troppo importanti, troppo personali e confidenziali. Ma soprattutto, se lui era riuscito a scoprirlo, voleva dire che Shori aveva offerto un’opportunità per farglielo scoprire. E mentre il sensei ancora parlava, la mente della ragazzina volava a velocità supersonica nel passato, cercando di ricordare se avesse compiuto qualche errore con il Momochi. E così si ricordò del suo famoso taccuino da viaggio, quello che si era portata dappertutto, in ogni missione, e su cui aveva scritto ogni cosa; ma ormai quel diarietto era solo carta bruciata, da quando suo fratello gliel’aveva trovato per caso e, tutto infuriato, gliel’aveva lanciato nel caminetto. In effetti aveva ragione: non si potevano scrivere tutte quelle cose su un unico taccuino senza almeno usare un codice. Lì dentro vi aveva scritto quasi tutta la sua vita… aveva parlato del Nibi, dei fantasmi, di Borei, della R.I.M.I…. possibile che Kisuke-sensei fosse, in qualche modo, riuscito ad ottenere le informazioni del taccuino?
    Il ninja in questione rilasciò il Chakra dalle piante dei piedi e planò con grazia sul terreno, dopo essersi dilettato in una capriola a mezz’aria. D’istinto, Shori retrocedette e si voltò in modo da averlo difronte, ancora un po’ spaventata.
    Digli solo che io non sono uno dei tanti, e non amo avere dei conti aperti. Con nessuno. Nemmeno con un fantasma cacasotto. Troverò un modo per stanarlo, puoi starne certa Shori-chan, ed in quel momento Borei assaggerà il bacio freddo della mia lama, disse lui. Capito, Borei?
    Tsk, IO capito!? Io? Mah, sarei pronto quando vuoi, razza di branzino lesso! Se ci tieni tanto a sfidarmi, vattene dal mondo dei vivi, che io ti attenderò a braccia aperte! Eruppe il fantasma, questa volta però senza la sua solita convinzione e strafottenza. Non si era neppure avvicinato, come la ragazza si era aspettata, ma rimaneva a debita distanza. L’occhio di Shori cadde inevitabilmente sul lato sinistro, là dove c’era il suo compagno. Borei aveva le braccia conserte, gli occhietti accesi e il viso segnato da una rabbia sfumata dalla stupidità… e anche da un po’ di preoccupazione.
    “Ma questo è il meno”, pensò la ragazzina, distogliendo gli occhi dal fantasma per fissarli sul Momochi. “Quello che voglio capire più di tutti è… il Nekomata. Sa anche di quello? Sa che sono una Jinchuuriki? Be’… se ha davvero letto il mio taccuino, dovrebbe sapere anche quello, ma è anche vero che una persona normale, leggendo, mi avrebbe presa per pazza, altro che credermi. Lui sembra esserne assolutamente certo, e la cosa mi puzza. Ma cosa posso fare? Evidentemente non ha intenzione di dirmi nulla…”.
    Ad ogni modo, siamo qui perché tu impari la mia Tecnica, non per parlare di qualche fantasma inutile.
    Inutile… borbottò Borei tutto impettito. Inutile, io… Tsk, inutile.. inutile
    “Sapete qualcosa sul Nibi no Nekomata? Sapete qualcosa sul Nibi no Nekomata? Sapete qualcosa sul Nibi no Nekomata?...” Questa era la domanda che iniziò a bombardare la mente di Shori, quella che desiderava chiedere più di tutte; ne sentì quasi il bisogno impellente, come se la lingua dovesse per necessità, formulare quella frase, ma che la paura ricacciava già in gola. Shori moriva dalla voglia di sapere se il suo sensei era a conoscenza anche del segreto più oscuro e celato della sua vita, ma temeva le conseguenze in caso, invece, lui non sapesse nulla. Per cui rimase lì, ferma e imbambolata, a fissare il kiriano come in attesa di un miracolo. Fu solo quando il discorso venne definitivamente dirottato all’addestramento, che Shori si rassegnò. Forse l’avrebbe scoperto più avanti, forse no, ma comunque il discorso “Bijuu” avrebbe dovuto aspettare.
    Riprovare… sì, ci riprovo, esalò, la mente ancora ferma al discorso precedente. In quell’attimo le sembrò impossibile concentrarsi ancora su Alterazione della Proprietà, o sul Controllo del Chakra, non dopo il mega discorso shock che aveva affrontato, ma non aveva altra scelta se non quella di mettere tutta sé stessa in quell’addestramento. Poggiò di nuovo la mano sul tronco, sullo stesso punto del primo tentativo, e chiuse gli occhi per concentrarsi. Lì al buio, il battito ancora accelerato del cuore era più assordante che mai, ma Shori si costrinse a calmarsi, a dimenticare l’episodio di pochi secondi fa, e visualizzare il futuro. “Acqua, Chakra…” iniziò a raccogliere le energie all’interno del suo essere; le sentì scorrere come liquido puro, che mano a mano venivano convogliate alla mano. “Alterazione delle Proprietà…” Lo stesso procedimento di prima: trasformò il Chakra puro incanalato nella mano in Chakra Suiton, imitando il principio di tutte le sue tecniche d’Acqua. Era arriva allo stesso punto del suo primo tentativo. “E ora… portiamolo in superficie…” Shori modellò quell’ammasso di Chakra Suiton che aveva incanalato in modo che fuoriuscisse dalla propria mano, che formasse come uno strato aggiuntivo tra la sua pelle e la sostanza ruvida che formava il tronco. Proprio come, di solito, faceva quando utilizzava il Controllo del Chakra.

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    "Sapevo che le sarebbe stato d'aiuto quel piccolo siparietto" pensò il comandante ANBU, osservando quella macchiolina d'alone più scuro lasciato da Shori sulla corteccia. Finalmente stava muovendo i primi passi, e ciò doveva far piacere a lei, così come un minimo rendeva soddisfatto il Momochi, il quale inoltre era compiaciuto anche del fatto che nonostante lo scossone emotivo e psicologico, fosse riuscita ad andare avanti degnamente.
    "Ciò dimostra un buon autocontrollo, il che è una componente essenziale per qualunque shinobi o kunoichi che si trovi in brutte situazioni in missioni di rilievo e non" pensò Kisuke, il quale aveva così unito l'utile al dilettevole. Non solo si era preso la sua piccola rivincita ma al tempo stesso aveva valutato un'altra capacità della kunoichi e l'aveva costretto a concentrarsi ancor di più solo e unicamente sul suo attuale obiettivo: se voleva riuscire nel suo intento, doveva riuscire ad isolare in una scatola chiusa tutti i pensieri e le distrazioni del momento.
    «Allora anche le gattine possono andare d'accordo con l'acqua» ironizzò il Momochi, fingendo stupore. «La strada giusta è questa, ma ancora non ci siamo. Ora ripensa a quello che hai fatto, osserva il risultato ottenuto, e immagina che per fare tutto correttamente devi amplificare a mille il tutto. Sia l'intensità dell'elemento sia la quantità di Chakra stessa. Forza, Shori, vediamo un po' come te la cavi.»

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