Casa di Yuzin Asuka

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    Jonin Supremo

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    Alcuni parlati in legenda possono passare da grassetto a corsivo per indicare eventuali pensati o voci interiori.


    Kagehogo - Protezione dell'Ombra
    nbL5
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Nel momento in cui l'utilizzatore immette Chakra nella sciarpa essa si agiterà, mutando di colore e diventando nera con un'aura rosso scura intorno ad essa mentre si avvolgerà allungandosi per coprire interamente il corpo dell'utilizzatore, lasciando libere solo mani e parte superiore del volto. Le vesti offrono protezioni da qualsiasi Arma Media o inferiore, non potenziata dal Chakra, oltre alle vie respiratorie come se fossero un coprinaso oltre a proteggere l'utilizzatore da un singolo Jutsu di livello B o inferiore, diminuendone il danno di mezzo grado. La parte colpita dal Jutsu viene però strappata via e sarà necessario pagare di nuovo il consumo della tecnica per rigenerare la protezione. Quando le vesti sono integre l'utilizzatore può inoltre fondersi a piacere all'interno di una qualsiasi ombra e muoversi al loro interno a velocità media e nelle ombre a contatto con essa. La fusione nelle ombre richiede però cinque interi secondi durante i quali l'utilizzatore non potrà utilizzare Jutsu.
    Consumo: N/A


    Il mio discorso riuscì a toccare il cuore dell'Asuka che risultò piuttosto commosso mentre lo ascoltava con attenzione. Ero riuscito nel mio intento di rincuorarlo e incoraggiarlo nel guardare avanti così da rialzarsi dopo quella "caduta". Ovviamente sapevo che quelle mie parole gli avrebbero suscitato degli interrogativi che non tardarono a "palesarsi". Aspetta, forza portante? Che sarebbe? Fu infatti la domanda che mi rivolse poco dopo mentre appariva un po' confuso. Beh, direi che è un po' lunga da spiegare, magari potremo farlo meglio un'altra volta. Hai mai sentito nominare di quegli esseri leggendari i nove bijuu, i demoni codati? Quella che poteva sembrare soltanto una fiaba è invece realtà ed io ora ho sigillato dentro il mio corpo una di queste entità composte da una quantità enorme di chakra. Dissi io in risposta al quesito del mio amico. A quel punto Yuzin riprese la parola dicendo: Ah capito. Comunque non so che dire Goh. Ormai mi ero così abituato agli insulti ed alla rabbia che mi facevano provare che è quasi strano sentire queste parole. Alla fine di questo discorso che mi fece sentire molto sollevato lo vidi finalmente ridacchiare di cuore, ormai il peggio era passato. Così dopo aver ripreso fiato proseguì nel dire: Comunque, parlando seriamente, anche se fosse come pensi di riuscire ad aiutarmi? Cioè questa maledetta roba che ho non è come la tua sciarpa o il fatto che sei una forza portante... Effettivamente aveva tirato su un buon punto di riflessione. Eh, amico mio. Ne parli proprio facilmente di essere una forza portante. Non sai quanta fatica ho dovuto fare per riuscire a non perdere il controllo e controllare solo una piccola parte della forza della volpe. Se non ci fossi riuscito ora sarei stato già inghiottito dalla rabbia e dall'odio che cova in se. Pensai io che, quasi di getto, mi ero proposto di aiutarlo in prima persona sostenendolo ed aiutandolo io stesso nei suoi allenamenti per cercare di imbrigliare ed usare al meglio quell'oscuro potere. ... nel senso che comunque appena sento un po' di chakra inizio a dare di matto, anche se potrei riuscire a controllarlo non credo di poterlo fare al massimo. Aggiunse poco dopo facendomi pensare: Uhm sì, quindi probabilmente è proprio per colpa del'enneacoda dentro di me che io risultavo così "ghiotto" ai suoi occhi... Dovrebbe riuscire come prima cosa a gestire meglio questi suoi "appetiti"... Deve spingersi al limite e... Dovrebbe migliorare in cosa sa già fare! Ma certo! Conclusi io mentalmente concependo quella che poteva essere un'idea per far sì che il mio amico potesse crescere. Così, dopo essere rimasto perso nei miei pensieri per qualche secondo, ripresi la parola dicendo: Scusa se mi ero un po' "perso" ma stavo meditando a una qualche soluzione ed ho avuto un'idea... Dissi io lasciando un po' di suspance nel mio discorso. Secondo me dobbiamo fare così, dobbiamo puntare ad allenare il più possibile quanto già conosci così da acquisirne una conoscenza e soprattutto un controllo ad un livello superiore. Potremo infatti allenarci nell'arte del Fuoco assieme. Affermai io con sicurezza lasciando un po' di tempo al mio amico eventualmente per replicare. Così facendo oltretutto, più tu ti alleni più eventualmente proverai "fame". Questo ti potrà sicuramente aiutare, in una situazione di "stress", mettendoti alla prova nel controllare questo tuo nuovo tratto, non credi? Senti facciamo così, appuntamento domattina per le nove e mezza al campo dieci, tanto è sempre libero. Terminai io dando così appuntamento per il giorno dopo.

    GohGoh Asuka - Rango: Special Jounin
    Stato fisico: Ottimale.
    Stato Psicologico: Fiducioso, tranquillo.
    Chakra: 193
    Note:

    Bonus/Malus:

    Abbigliamento ninja e armi indossabili:
    Indossato
    SlotOggettoDescrizione
    VoltoOcchialoniPoggiati sulla fronte
    Collo/voltoShirukushēdo - Ombra di SetaIndossato
    Braccio sxCoprifronteIndossato
    Caviglie/PolsiBendeIndossate
     
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    Yuzin era appena tornato dalla Repubblica dei samurai dopo aver terminato l'esame per passare al nuovo grado, e sfortunatamente solo la sua compagna d'esame Maemi riuscì a passarlo. Il viaggio di ritorno dal punto di vista del mezzo demone della Foglia fu silenzioso in un modo quasi inquietante, naturalmente perchè era da solo durante il tragitto ma anche perchè non aveva molta voglia di parlare dopo il fallimento.
    Non appena oltrepassò i muri di Konoha si diresse spedito verso casa, giungendo fuori la porta in poco meno di un'ora. Sul suo viso era dipinta un'espressione triste e cupa, ma non appena l'eremita chiuse la porta dietro di sè l'espressione mutò in una rabbiosa iniziando a sbattere e spaccare qualsiasi cosa gli capitasse a portata di mano: MALEDIZIONE! Esclamò Yuzin a squarciagola ripetutamente mentre sfogava la rabbia e la tristezza sulla sua abitazione. Il baccano continuò ininterrotamente per venti minuti prima che Yuzin si lasciò cadere sul divano mentre respirava affannosamente circondato da cocci rotti seminati sul pavimento, mentre le nocche delle mani malridotte sanguinavano leggermente a causa dei pugni dati contro i muri dell'abitazione. Pochi secondi dopo aver gridato fuori la rabbia, la tristezza fece la sua comparsa e Yuzin iniziò a singhiozzare avvolgendo la testa fra le mani tremolanti: Come è potuto succedere? Mi ero allenato così tanto... Sentenziò l'eremita a sè stesso dandosi una domanda che aveva una risposta ben che ovvia, cioè che in realtà non pareva essersi allenato abbastanza duramente, certo l'esaminatore era stato un avversario molto duro e la sua compagna era solo la seconda volta che la vedeva e la prima che l'aveva come alleata dato che l'unica e altra volta che Yuzin aveva incrociato il cammino con la kunoichi di Kiri era stato durante il torneo.
    Era ormai mezzogiorno e mezza da quando l'eremita era rientrato, quindi decise di prepararsi un pranzo veloce anche non aveva molta fame in quel momento. Così lasciò lo zaino e tutte le armi e protezioni nella sua camera da letto senza nemmeno disturbarsi a metterle al loro posto, quindi si diresse in cucina serpeggiando tra i cocci ancora sparsi sul pavimento ed iniziò a cucinare del ramen, finendone a malapena metà porzione e lasciando il resto sul bancone della cucina. Dopo aver pranzato, Yuzin di incamminò verso il retro della sua casa sbucando nel giardino dove si trovava la sua piccola area d'allenamento composta da cinque manichini ed un paio di robusti tronchi di albero piantati a terra sui quali potevano vedersi le moltitudini cicatrici lasciate sulla corteccia dalle armi lanciate dal mezzo demone della Foglia durante i suoi allenamenti: Devo allenarmi di più. Diventare più forte. Questa è l'unica condizione da rispettare se voglio passare l'esame. Pensò Yuzin con determinazione mentre già aveva sei shuriken pronti al lancio, tre in ogni mano, quindi dopo un profondo respiro diede inizio all'allenamento con il lancio di quei shuriken seguito poi da svariate tecniche ed allenamenti fisici.


    Chakra: 155.
    Stato fisico: Ottimale.
    Stato mentale: Concentrato.
    Note: Cappuccio nero cucito a mano (non indossato)

    Equipaggiamento:
    Borsa
    ArmiAccessori
    Kunai 10/10Radiolina
    Senbon 20/20Binocolo
    Cartabomba 5/5Pillole del Soldato 3/3
    Shuriken 20/20Fili Metallici 30m/30m
    Tasca supplementare
    Armi
    Rasoi 25/25

    Taschino Supplementare
    Accessori
    Lima
    Indossato
    SlotOggetto
    AltroCoprinaso (indossato)
    Braccio sxCoprifronte
    Avambracci e maniAvambraccio e Guanti Rinforzati - ottimo stato
    StinchiParastinchi - ottimo stato
    Custodia
    Armi
    Tirapugni (non indossati)


    Zaino

    Armi

    LiberoLiberoLibero

    Altro

    Taschino da Braccio
    Armi
    Shuriken a 3 punte 30/30


    Tasche Aggiuntive
    Accessori
    Tonico del Sangue 3/3


    Gilet
    AccessoriArmi
    Cimice 3/3-libero-
    Torcia//
     
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    Nei mesi successivi all'addestramento per apprendere la Tecnica del Richiamo, Hanzo aveva speso molte energie per affinare quella peculiare arte magica. Hanzo non era un grande amante delle arti magiche, eppure negli scontri spesso queste gli avevano salvato la vita più e più volte dimostrandosi valide alternative quando, con la sua spada, egli non riusciva ad avvicinarsi per ingaggiare un corpo a corpo. Anche la sua arte della spada si era adeguata a questo problema, aggiungendo al repertorio una serie di arti magiche utilizzavano la spada come trasmettitore di chakra. Eppure nessuna di queste tecniche era complessa come quella peculiare arte spazio temporale. Yuzin Asuka gli aveva dato consigli preziosi per affinare la tecnica appresa e Hanzo gli era riconoscente. Dopo l'addestramento, infatti, i due si erano ritirati a mangiare del ramen ed s'erano scambiati alcuni consigli sul combattimento - oltre alla promessa di re incontrarsi presto. S'erano scambiati entrambi l'indirizzo di casa e per un po' s'erano inviati qualche missiva per tenersi aggiornati su alcuni grandi avvenimenti: Hanzo gli aveva scritto, per esempio, della scomparsa del padre e della promozione a capo guardia del cancello sud di Kumo; Yuzin, invece, aveva condiviso con ragazzo della Nuvola qualche esperienza avuta durante delle missioni. Era stato uno scambio proficuo e molto simpatico ed Hanzo non aveva vergogna a dire che lo considerava un vero amico, nonché un maestro da cui imparare molto.
    -Non vedo l'ora di incontrare il maestro Yuzin - si ritrovò a pensare, eccitato, il Samurai, ormai a pochi passi dalla casa dell'amico. Nei giorni precedenti aveva fatto le prove generali da mostrare all'Asuka: ormai, dopo mesi d'allenamento, era in grado di evocare anche due creature di taglia grande a pochi secondi di distanza; certo, queste evocazioni prosciugavano la sua energia, ma quei ragni erano di grande aiuto in battaglia ed Hanzo non poteva che essere felice di aver scelto quelle evocazioni. Aveva anche pensavo di bussare alla sua porta evocando una di quelle evocazioni enormi del Contratto, ma non gli sembrava un'idea molto intelligente farlo in un Villaggio che non era il suo. Non credeva certamente che si sarebbe ritrovato con dei Kunai puntati alla gola da parte delle squadre speciali, ma certamente avrebbe attirato attenzioni non desiderate - e giustamente anche.
    Mentre pensava a tutte queste cose, quasi fosse un bambino in visita dagli zii preferiti, ormai si rese conto d'essere arrivato davanti ad una piccola abitazione in mattoni. Era una casa molto piccola, da quel che si riusciva a vedere dall'esterno, ma sembrava molto carina a prima vista. Il Samurai bussò rumorosamente alla porta.
    -Maestro Yuzin, sono io! Sono Hanzo.
     
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    Erano circa le nove del mattino. L'eremita aveva appena finito di pulire ciotole e posate varie che ha usato per la colazione e stava per andare a rilassarsi sul divano quando d'un tratto sentì bussare alla porta: Maestro Yuzin, sono io! Sono Hanzo. Sentì dire Yuzin dalla voce ovattata dall'altro lato della porta di casa: Hanzo? Non mi aspettavo sarebbe venuto sul serio. Pensò sorpreso il mezzo demone della Foglia, quindi rapidamente indossò il cappuccio e poi il coprinaso assicurandosi di coprire le fattezze demoniache, dopodichè si avvicinò verso la porta aprendola pochi secondi dopo: Ciao Hanzo, è bello vederti! Entra pure. Disse l'eremita con un tono amichevole spostandosi di lato aprendo al tempo stesso completamente la porta per far entrare il suo allievo. Dopo che Hanzo fosse eventualmente entrato, Yuzin chiuse la porta e lo invitò ad accomodarsi sul divano: Siediti pure, io torno subito. Affermò il mezzo demone della Foglia prima di andare in cucina, tornando una decina di minuti più tardi porgendo una tazza di thè a Hanzo prima di sedersi su una poltrona di fronte allo shinobi di Kumo: Come stai? Ti sei abituato alle tue evocazioni? Domandò Yuzin guardando negli occhi Hanzo fermandosi per lasciare tempo al suo allievo per eventuali risposte, quindi continuò: Come mai sei a Konoha? Di passaggio durante una missione? Chiese infine l'eremita pensando fosse impossibile che qualcuno venisse mai a fargli un'amichevole visita non essendo più abituato a quel tipo di cose visto che subiva ancora le offese dagli abitanti del suo stesso villaggio, se pur non pesanti come quelle di un tempo.
     
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    - Ciao Hanzo, è bello vederti! Entra pure. La voce proveniva dall'altro capo della porta d'ingresso: era Yuzin e sembrava molto felice di incontrare l'amico dopo tanto tempo. Quando aprì la porta, Hanzo notò con un certo grado di stupire che anche in vesti casalinghe l'Asuka era solito indossare quel particolare copri naso scuro ed il solito cappuccio di egual colore che gli coprivano per tre quarti il volto. Nonostante il resto del suo vestiario non fosse quello che utilizzava solitamente in addestramento, comunque i toni non si discostavano dal nero opaco. Hanzo trovava molto divertente notare quanto un uomo così cupo nel modo di vestire e nello sguardo distaccato fosse in realtà così disponibile e gentile verso il prossimo; infatti il ninja della Foglia non mancò di dare gli onori di casa, richiudendo la porta dietro di te: -Siediti pure, io torno subito.
    L'ospite non fece in tempo di rispondere che Yuzin era già andato via. Un po' per curiosità e un po' per ammazzare il tempo, Hanzo si ritrovò in piedi nel salone a curiosare per l'ambiente: non che si fosse messo ad aprire i cassetti dei mobili, ma un rapido sguardo alle foto di famiglia appese al muro le aveva date; un altro sguardo, un po' più interessato, venne rivolto verso alcune pergamene tra le quali quella di diploma all'accademia della Foglia. Anche Hanzo ne aveva una, anche se non la conservava con chissà quale affetto: per lui l'Accademia fu una breve esperienza che aveva affrontato già da adulto, sotto la pressione del Clan che esigevano da lui d'essere il migliore tra il resto degli infanti. Stava per condividere questo ricordo ad alta voce con l'Asuka quand'egli rientrò nel salone con una tazza di tè caldo. Proprio in quel momento Hanzo si ricordò di non aver portato nulla, neanche un dolcino, per il padrone di casa e glielo fece notare scudandosi. Ma oramai era troppo tardi e Yuzin, accomodatosi, non volle tardare nel fare la domanda da un milione di Ryo, quella per cui, sostanzialmente, il ragazzo di Kumo s'era fatto il viaggio. Alcuni dei progressi erano già stati raccontati dal ragazzo della Nuvola a quella della Foglia via missiva, ma certamente un dialogo a voce, a tu per tu, poteva dare un quadro della situazione maggiormente dettagliato.
    -Come stai? Ti sei abituato alle tue evocazioni?
    Anche Hanzo si accomodò sul divano, bicchiere in mano. Il tè era ancora bollente quindi faticava a sorseggiarlo, ma il sapore era squisito. -Come ti ho già scritto qualche settimana fa, sono completamente ricoperto dal lavoro, ma penso che su questo tu possa capirmi facendo lo stesso mestiere seppur in Villaggi diversi. Hanzo si prese una piccola pausa soffiando sulla bevanda calda e facendo un piccolo sorso, che gli ustionò quasi la lingua. -Ma gli allenamenti proseguono e danno i loro frutti. Non posso dire di essere un Maestro nell'Arte dell'evocazione, ma saprei cavarmela in molte situazioni. Se vuoi, dopo ti mostro qualche progresso. Aggiunse, con un sorrisetto. E se a questa prima domanda egli era preparato, lo stesso non valeva per la seconda: Yuzin chiese quasi con un certo stupore il motivo per cui il suo ospite gli aveva fatto visita. -Eppure ne abbiamo parlato più volte, nelle nostre lettere. E' vero ch'egli non sapeva il giorno preciso, ma non capisco il motivo del suo stupore. Hanzo fece comunque finta che quella domanda non lo stupiva per nulla, in quanto, pensava, magari la domanda era semplicemente scaturito da un leggero imbarazzo o rientrava nelle cosiddette domande di circostanza: -In verità starei a Konoha sfruttando un po' di libertà dal lavoro. Ne avevo bisogno. Disse con un tono molto gioviale, spostando il viso verso l'esterno. Il clima della Foglia era molto mite ed Hanzo lo adorava; anche il Paesaggio primaverile - così in contrasto per le fredde e nevose terre di Kumo - era di suo gradimento. Poi per un attimo gli venne in mente una richiesta che aveva sempre voluto rivolgere al maestro. L'Asuka aveva dimostrato più volte un'abilità alquanto particolare nell'insegnare e dare consigli, almeno verso Hanzo, indi per cui il Kawabata aveva sempre voluto chiedere un consiglio.
    -In realtà qualcosa ci sarebbe, si ritrovò a dire con un certo imbarazzo. -Vorrei tanto un consiglio sul mio stile di lotta. Negli ultimi tempi mi sto allenando giorno e notte per coprire i miei punti deboli, ma, con mio dispiacere, noto sempre di più che non riesco ad unire il combattimento ravvicinando con la mia katana con quello a media distanza, sulla quale gli avversari spesso di costringono a stare. Tu come ti comporteresti al mio posto? Dovrei impostare le mie tattiche in modo da stare sempre attaccato al nemico o dovrei farmi trovare preparato sulla media distanza? So che un ninja dovrebbe essere preparato a tutto, però...


     
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    Il mezzo demone della Foglia manteneva lo sguardo fisso sul suo allievo mentre ascoltava quest'ultimo rispondere alle domande ricevute: Come ti ho già scritto qualche settimana fa, sono completamente ricoperto dal lavoro, ma penso che su questo tu possa capirmi facendo lo stesso mestiere seppur in Villaggi diversi. Disse Hanzo prima di fermarsi per sorseggiare il thè offerto dall'eremita, che ne approfittò per prendere parola: Ah giusto mi ero dimenticato delle lettere, scuami. Comunque ti capisco, ma questa carriera è stata una scelta quindi non possiamo lamentarci troppo dopotutto. Replicò l'eremita imbarazzato accompagando però lo stesso la risposta con una breve risata prima di tornare in silenzio sentendo Hanzo parlare: Ma gli allenamenti proseguono e danno i loro frutti. Non posso dire di essere un Maestro nell'Arte dell'evocazione, ma saprei cavarmela in molte situazioni. Se vuoi, dopo ti mostro qualche progresso. Spiegò lo shinobi della Nuvola, e Yuzin non potè reagire in altro modo a quelle parole se non accettare la sfida: Beh se proprio insisti, sarei felice di vedere i tuoi progressi. Rispose il mezzo demone della Foglia smuovendosi nella poltrona trovando un'altra posizione più comoda. Successivamente il mezzo demone della Foglia guardò confuso il suo allievo rimanere per un attimo in silenzio dopo che Yuzin chiese il motivo della visita, ignaro di nuovo di quanto avessero parlato i due tramite carta e penna: In verità starei a Konoha sfruttando un po' di libertà dal lavoro. Ne avevo bisogno. Rispose poi Hanzo, e Yuzin annuì mentre un sorriso nascosto dal coprinaso apparve sulle labbra di Yuzin: Non ti biasimo. Anche io appena ho un momento libero ne approfitto subito per concedermi del tempo. Affermò il mezzo demone della Foglia incrociando le braccia al petto. Dopo quell'ultimo scambio di parole ci fu un silenzio quasi imbarazzante, ormai l'eremita non era più abituato a ricevere ospiti a causa del suo aspetto e questo un po' lo minava in fatto di essere un buon padrone di casa o semplicemente un compagno di conversazione. Il caldo iniziava a farsi sentire sempre di più a causa soprattutto del cappuccio indossato da Yuzin, così per contrastare l'afa l'eremita si alzò dalla poltrona scusandosi con Hanzo e si avvicinò prima alla finestra in cucina e poi superando il suo allievo si avvicinò a quella nel salone aprendo anche questa in modo da creare una corrente d'aria fresca: Devo trovare una soluzione più leggera per questa maledetta cosa... Pensava frustrato l'eremita mentre tornò a sedersi sulla poltrona sentendo pochi istanti dopo essersi accomodato il suo allievo prendere di nuovo parola: In realtà qualcosa ci sarebbe. Disse lo shinobi della Nuvola fermandosi un attimo prima di continuare: Vorrei tanto un consiglio sul mio stile di lotta. Negli ultimi tempi mi sto allenando giorno e notte per coprire i miei punti deboli, ma, con mio dispiacere, noto sempre di più che non riesco ad unire il combattimento ravvicinando con la mia katana con quello a media distanza, sulla quale gli avversari spesso di costringono a stare. Tu come ti comporteresti al mio posto? Dovrei impostare le mie tattiche in modo da stare sempre attaccato al nemico o dovrei farmi trovare preparato sulla media distanza? So che un ninja dovrebbe essere preparato a tutto, però... Spiegò Hanzo confessando di avere alcune lacune su certi aspetti riguardanti il suo stile di combattimento, e l'eremita sentendo quel discorso capiva perfettamente come poteva sentirsi il suo allievo. Il mezzo demone della Foglia rimase in silenzio per qualche secondo, dopodichè prese parola: Apprezzo che tu sia venuto da me per cercare dei consigli Hanzo... Disse l'eremita aprendo il discorso: ... so che non è facile avvicinarsi al tuo nemico durante il combattimento, dopotutto chi lascrebbe avvicinare qualcuno che vuole ucciderlo sarebbe un pazzo. Anche per me non è facile visto che anche io sono specializzato più sul combattere a distanza ravvicinata, ma non è impossibile. Spiegò Yuzin facendo una breve pausa per riprendere fiato, poi continuò: Sicuramente nel tuo equipaggiamento non hai solo la tua katana. Potresti usare un'altro oggetto come diversivo, come una semplice cartabomba per distrarre il nemico spostando le sue attenzioni da te alla cartabomba. Affermò il mezzo demone della Foglia mentre al tempo stesso pensava a cos'altro poteva aggiungere: O magari anche dei semplici cloni, soprattutto se ti ritrovi da solo aumentare il numero di persone che il tuo nemico deve affrontare è sempre una buona tattica. Questi sono solo alcuni esempi base a cui posso pensare, ma purtroppo per quanto potremmo parlarne non sarà mai come trovarsi in un vero combattimento dato che nessuna sfida sarà mai uguale a quella affrontata precedentemente. Ogni situazione cambierà sempre come il luogo ed ovviamente il tuo avversario. Spiegò infine Yuzin un po' imbarazzato al suo allievo non riuscendo a dare una soluzione migliore per risolvere i dubbi di Hanzo.
     
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    -Hanzo Watanabe; -Pensato Hanzo; -Parlato Yuzin; -Parlato altri

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    -Apprezzo che tu sia venuto da me per cercare dei consigli Hanzo, accolse Yuzin a braccia aperte. Il maestro Asuka era rimasto per un attimo in silenzio ascoltando le parole del Samurai. Dava l'impressione di essere un investigatore privato in tensione ad ascoltare il racconto del nuovo cliente. All'Asuka mancava solo una pipa. -So che non è facile avvicinarsi al tuo nemico durante il combattimento, dopotutto chi lascerebbe avvicinare qualcuno che vuole ucciderlo sarebbe un pazzo. Anche per me non è facile visto che anche io sono specializzato più sul combattere a distanza ravvicinata, ma non è impossibile. Sicuramente nel tuo equipaggiamento non hai solo la tua katana. Potresti usare un altro oggetto come diversivo, come una semplice carta bomba per distrarre il nemico spostando le sue attenzioni da te alla carta bomba. O magari anche dei semplici cloni, soprattutto se ti ritrovi da solo aumentare il numero di persone che il tuo nemico deve affrontare è sempre una buona tattica. Questi sono solo alcuni esempi base a cui posso pensare, ma purtroppo per quanto potremmo parlarne non sarà mai come trovarsi in un vero combattimento dato che nessuna sfida sarà mai uguale a quella affrontata precedentemente. Ogni situazione cambierà sempre come il luogo ed ovviamente il tuo avversario.
    I suggerimenti erano di grande interesse. Hanzo ascoltò tutto con estrema attenzione. Nella sua mente arrivò a fantasticare con forza a quali potrebbero essere queste armi e come utilizzarle, soprattutto in un combattimento. La storia dei cloni era da scartare perché la Kage Bushin era una tecnica che ancora non sapeva come gestire al meglio; inoltre, con il sovraccarico elettrico attivo Hanzo non poteva ricorrere ad arti magiche del genere. L'idea di una seconda arma alternativa alla Katana, invece, lo stuzzicava. Già da molto tempo, infatti, Hanzo aveva deciso di focalizzare i propri studi sull'arte degli shurikenjutsu, ch'egli vedeva particolarmente adatta come braccio complementare all'arte della Spada. Ma cosa? Ad un tratto, l'illuminazione. Ad Hanzo gli venne in mente una storia: quand'era piccolo, il padre gli raccontava spesso della storia di un guerriero appartenuto al Clan Kawabata anni addietro. «Era invincibile - ci teneva a spiegare ogni volta con energia - perché con un braccio tagliava e con l'altro teneva fermo i nemici».
    -Teneva fermo i nemici! esultò Hanzo quasi balzando addosso all'amico. -Adesso ci sono. Una Kusari-fundo! Anni fa imparai ad usare la Kusarigama, un'arma particolare composta da una falce molto grande ed un peso legato ad una lunga catena. La catena, ovviamente, avendo quell'enorme peso, viene principalmente usata per colpire, ma anche per afferrare. Potrei unire le due arti in una. Il problema ora nasceva dall'apprendere tale tecnica e come combinarla con il restante repertorio a disposizione. L'obiettivo di Hanzo, infatti, era quello di trovare uno stile di combattimento malleabile, che gli permetteva di destreggiarsi in più ambiti senza aver paura di trovarsi incastrato in qualche "auto regola" inflitta.
    A quel punto, però, terminato l'entusiasmo del momento, Hanzo si ricompose e si rivolse al compagno di nuovo. -E tu, maestro, è vero che sei specializzato nella corta distanza, no? Ma hai uno stile di combattimento che segui ciecamente? Sono curioso.


    Edited by Thorin. - 11/12/2022, 15:06
     
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    Dopo che l'eremita diede la sua opinione sul gestire un combattimento ravvicinato cercando di chiarire il più possibile i dubbi del suo allievo, quest'ultimo rimase in silenzio lasciando Yuzin perplesso: Forse mi sono spiegato male? Pensava il mezzo demone della Foglia mentre fissava Hanzo, che improvvisamente esclamò: Teneva fermo i nemici! Urlò il samurai. L'eremita inizialmente rimase ancora più confuso da quelle parole e continuò a fissare Hanzo sperando in una spiegazione più approfondita: Huh? Fu l'unico suono che Yuzin riuscì ad emettere prima che Hanzo prese di nuovo parola: Adesso ci sono. Una Kusari-fundo! Anni fa imparai ad usare la Kusarigama, un'arma particolare composta da una falce molto grande ed un peso legato ad una lunga catena. La catena, ovviamente, avendo quell'enorme peso, viene principalmente usata per colpire, ma anche per afferrare. Potrei unire le due arti in una. Spiegò poi Hanzo parlando di aggiungere una nuova arma al suo repertorio. Il mezzo demone della Foglia ascoltò con attenzione le parole del suo allievo, quindi annuì: Beh, certo. Avere un qualcosa per afferrare il tuo nemico non può certo nuocere alle tue possibilità di colpirlo. Tuttavia, c'è sempre il limite della portata di questa nuova arma. Non puoi certo girare con una catena lunga chilometri quindi devi sempre avvicinarti quel minimo per poter avvolgere la catena attorno al tuo nemico, e personalmente non ho familiarità con questo tipo di armi ma sono sicuro che sia particolarmente difficile da padroneggiare, ma con il giusto impegno sono sicuro che potrai farcela! Esclamò Yuzin con un sorriso per incoraggiare il suo allievo sul suo nuovo percorso da affrontare, poi lo sentì parlare ancora una volta: E tu, maestro, è vero che sei specializzato nella corta distanza, no? Ma hai uno stile di combattimento che segui ciecamente? Sono curioso. Domandò Hanzo, per qualche secondo l'eremita rimase in silenzio a pensare dopodichè prese parola: Beh si, ho deciso di spostare l'ago della bilancia più sulla corta distanza che sul resto e per questo ho alcuni mezzi a cui fare affidamento. Rispetto a te che usi la katana, io ho optato per dei semplici tirapugni per esempio oltre anche ad alcuni poteri che sfruttandoli sento come una forza enorme accendersi dentro di me rendendomi più forte e reattivo. Disse Yuzin cercando di rimanere più generico possibile, anche se Hanzo era il suo allievo era comunque uno shinobi di un altro villaggio: Non si sà mai... Pensò il mezzo demone della Foglia per poi prendere fiato: Naturalmente non è detto che se vuoi mirare esclusivamente al combattimento a corto raggio allora dovrai avere mezzi che diano vantaggio solo su quel ramo. Io per esempio ho anche alcuni jutsu che mi permettono di coprire distante relativamente ampie permettendomi quindi di tenere le giuste distanze dal mio avversario se ritengo sia opportuno. Spiegò l'eremita mentre osservava il suo allievo negli occhi: Certamente nessuno vieta a te di fare lo stesso, se vieni a conoscenza di opzioni per colpire da lontano che si accoppiano bene con il tuo stile personale di combattimento non vedo perchè tu non debba sfruttarle. Non è detto che ogni avversario che avrai davanti a te sia meno agile di te per tenerti lontano considerando soprattutto il fatto che quella katana si nota abbastanza chiaramente e quindi il primo pensiero che verrebbe a chiunque è di starti lontano. Affermò infine il mezzo demone della Foglia smuovendosi nella poltrona per assumere una posizione differente e più comoda.
     
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    Il maestro Asuka aveva dimostrato una certa attenzione per il problema del suo allievo. Hanzo aveva esposto i suoi dubbi in modo alquanto confusionario, alternando anche momenti di tristezza ad altri di totale esplosività. Trovare una soluzione a problemi del genere non era un qualcosa di semplice ed Hanzo ne era stato consapevole dall’inizio dell’incontro. Fortunatamente, aveva trovando nell’interlocutore un buon orecchio.
    Yuzin aveva espresso una certa perplessità – con una buona dose di curiosità – sull’utilizzo di una Kusari-Fundo come arma a supplemento della Katana. Il Samurai comprendeva la sua posizione: quanto poteva essere lunga un’arma che serviva ad afferrare i nemici sulla media e lunga distanza? Hanzo non poteva certamente andare in giro con chilometri di ferraglia addosso. Il suo ragionamento non faceva una piega, ed annuì riflettendo su una soluzione al problema. Aveva già studiato, in passato, tecniche in grado di utilizzare alcune armi del genere in combattimento, ma non ne aveva mai fatto realmente uso perché la sua tecnica non era eccelsa e s’era sempre spinto a fidarsi molto di più sull’arte della Spada. -Dovrò impegnarmi a fondo, poi farò vedere la tecnica al maestro.
    L’attenzione del discorso si spostò rapidamente sull’altra domanda che aveva posto il ragazzo: che stile di combattimento utilizzava Yuzin? La domanda era mossa certamente per amore della comprensione e per prendere spunto da uno shinobi ch’era arrivato ad ammirare. Yuzin si dimostrò molto aperto: -Beh si, ho deciso di spostare l'ago della bilancia più sulla corta distanza che sul resto e per questo ho alcuni mezzi a cui fare affidamento. Rispetto a te che usi la katana, io ho optato per dei semplici tirapugni per esempio oltre anche ad alcuni poteri che sfruttandoli sento come una forza enorme accendersi dentro di me rendendomi più forte e reattivo. Naturalmente non è detto che se vuoi mirare esclusivamente al combattimento a corto raggio allora dovrai avere mezzi che diano vantaggio solo su quel ramo. Io per esempio ho anche alcuni jutsu che mi permettono di coprire distante relativamente ampie permettendomi quindi di tenere le giuste distanze dal mio avversario se ritengo sia opportuno. Certamente nessuno vieta a te di fare lo stesso, se vieni a conoscenza di opzioni per colpire da lontano che si accoppiano bene con il tuo stile personale di combattimento non vedo perché tu non debba sfruttarle. Non è detto che ogni avversario che avrai davanti a te sia meno agile di te per tenerti lontano considerando soprattutto il fatto che quella katana si nota abbastanza chiaramente e quindi il primo pensiero che verrebbe a chiunque è di starti lontano.
    Il suo ragionamento non faceva una grinza. Dapprima Hanzo rimase molto incuriosito dall’utilizzo dei tirapugni. Non aveva mai notato uno stile del genere e si chiedeva come effettivamente potessero essere utilizzati per sfruttarne tutte le potenzialità. Ovviamente, il nome stesso dell’arma suggeriva una sorta di potenziamento dei classici pugni, ma stando alle parole del maestro Hanzo ipotizzava ch’egli fosse a conoscenza di qualche trucchetto per utilizzare l’arma anche sulla media distanza – magari attraverso una sorta di arte magica che ampliava la portata dell’arma. Ma erano solo fantasticheria. Il nucleo del discorso rimaneva quello che per essere competitivo, uno shinobi doveva essere in grado di affrontare diverse situazioni e non doveva aver paura di dover trovarsi, in battaglia, ad affrontare uno stile di combattimento non incline al proprio. Come suggeriva Yuzin, infatti, qualunque persona sana di mente si sarebbe fatto da parte e guadagnato metri tra Hanzo e lui; quello che doveva fare Hanzo era lavorare su due fronti: innanzitutto trovare qualcosa per ridurre nuovamente le distanze; e, soprattutto, lavorare anche sul medio e lungo raggio.

    Yuzin era stato molto gentile a rispondere a tutte quelle domande. Non tutti i ninja avrebbero rivelato con facilità le proprie carte ad un proprio colleghe – e potenziale rivale. Hanzo gliene doveva dare atto. Finì di sorseggiare la bevanda, ormai tiepida, e ritornò a mettersi comodo. Forse parlare solo di armi e di combattimenti avrebbe potuto far credere al proprio collega ch’egli era lì solo per approfittarsi delle sue conoscenze e non solo per piacere. Diciamo che Hanzo non era un vero e proprio asso nelle conversazioni perché aveva passato la sua intera vita tra studio e Dojo, con solo poche reali interazioni sociali estranee al mondo del lavoro. Dopo qualche secondo di imbarazzo, però, il suo sguardo non poté che ricadere sul volto coperto del maestro. La curiosità fu troppa.
    -Scusa, Yuzin, so che probabilmente non sono affari miei, ma avrei una domanda da porti. Perché hai perennemente il volto coperto? Sembra una domanda che potrebbe metterti in imbarazzo e ti chiedo scusa per questo, ma è una cosa che mi domando dalla prima volta che ti ho visto

     
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    La spiegazione del mezzo demone della Foglia sembrava aver colmato le lacune di Hanzo riguardo il suo stile di combattimento, infatti dopo il discorso di Yuzin ci fu un silenzio quasi tombale da entrambe le parti se non per il lieve rumore di della tazza di thè che si alzava e tornava sul tavolino quando Hanzo assaporava la bevanda offerta da Yuzin.
    Passarono pochi minuti da quando l'eremita rispose alle domande del suo allievo, l'eremita non proferiva parola in attesa di eventuali altre domande di Hanzo riguardo qualche suo dubbio da chiarire. La domanda che però fece Hanzo poco dopo era l'ultima che Yuzin poteva aspettarsi: Scusa, Yuzin, so che probabilmente non sono affari miei, ma avrei una domanda da porti. Perché hai perennemente il volto coperto? Sembra una domanda che potrebbe metterti in imbarazzo e ti chiedo scusa per questo, ma è una cosa che mi domando dalla prima volta che ti ho visto. Sentendo quelle parole, Yuzin reagì in modo tutt'altro che positivo. Nemmeno il tempo di assorbire quella domanda che i ricordi di Tsuki riaffiorarono nella mente dell'eremita, le immagini macabre dei corpi essiccati come carne al sole che giacevano a terra mentre Ishi assorbiva la loro forza vitale come una spugna a contatto con l'acqua si ricomponevano più nitide di quanto Yuzin temeva. Lo sguardo del mezzo demone della Foglia si perse nel vuoto: Non posso dirglielo. Come dovrebbe reagire se lo sà? Come tutti gli altri del villaggio ovviamente!!! Esclamava l'eremita nella sua testa mentre il respiro accellerava in modo irregolare e la fronte si inumidiva di sudore sia per l'agitazione che provava Yuzin sia per il caldo causato dal cappuccio e dal coprinaso che indossava, e quelle sensazioni era più che giustificate dopotutto nonostante fosse passato già un po' di tempo da quegli orribili eventi, le cicatrici sia mentali che fisiche erano ancora relativamente fresche tanto che la mano sinistra di Yuzin si mosse involontariamente sull'addome quando nella sua mente vide la katana di Ishi trafiggergli lo stomaco.
    Passò appena un minuto da quando Hanzo porse quella domanda all'eremita, ma a quest'ultimo sembrava che il tempo si fosse addirittura fermato mentre era immerso mentalmente in quell'incubo, ma alla fine riuscì a tornare alla realtà rimanendo con gli occhi sgranati e le mani che tremavano mentre il respiro iniziava lentamente a stabilizzarsi di nuovo: Che faccio? Che faccio? Che faccio? Si bombardava mentalmente Yuzin con quella singola domanda cercando di trovare un modo per sviare il discorso, ma il panico della domanda improvvisa non aiutava quindi Yuzin semplicemente si arrese decidendo di assecondare il suo allievo: Beh... p-prima che ti dia una risposta, voglio dirti questo... Balbettò il mezzo demone della Foglia cercando di calmarsi: ... qualsiasi sarà la tua opinione, io l'accetterò. Che sia una reazione positiva o negativa comprenderò il tuo giudizio. Disse l'eremita per poi fare un respiro profondo sfregandosi al tempo stesso le mani per far passare il tremore. Dopo qualche secondo di esitazione, Yuzin finalmente abbassò lentamente il coprinaso ed il cappuccio scoprendo le sembianze demoniache, mostrando così i capelli tinti di rosso ed i canini sporgenti al suo allievo rimanendo in silenzio in attesa di una reazione.
     
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    La domanda aveva preso in contropiede Yuzin Asuka. Il maestro rimase impietrito di fronte al proprio allievo. Hanzo rimase in religioso silenzio, aspettando che parlasse. Era come se in quel momento la mente di Yuzin vagasse altrove, lontana su ricordi macabri che ancora lo avvolgevano. Hanzo riusciva a comprendere quella sensazione di imbarazzo mista a tristezza e per un po’ si vergognò della domanda fatta. Il Kawabata si ricordava, infatti, di come si fosse procurato la cicatrice che aveva sul volto e sapeva che, probabilmente, non avrebbe voluto parlarne ad anima viva – se non a coloro che già sapeva dello scabroso evento. Stava quasi per alzarsi e chiedere scusa all’amico della domanda, quand’egli cominciò a sbrinarsi. Non sapeva cosa dire, Hanzo, ma il maestro sembrava pian piano calmarsi, regolarizzare il suo battito, accomodo nella richiesta dell’allievo.
    -Beh, prima che ti dia una risposta, voglio dirti questo… Il maestro borbottò nervosamente qualche parola. Hanzo, si chinò in avanti poggiando i gomiti sulle ginocchia e accarezzandosi nervosamente quel poco di barba che aveva sul mento. -Qualsiasi sarà la tua opinione, io la accetterò. Che sia una reazione positiva o negativa comprenderò il tuo giudizio.
    Hanzo irrigidì la mascella e sgranò gli occhi. Le mani tremanti dell’Asuka liberarono il volto dall’ingombro delle bende. Sotto di esse, una particolare fisionomia si mostrò. Yuzin mostrava dei canini pronunciati, quasi bestiali, e dei tratti molto più rigidi e marcati del naturale. Sembrava quasi la sua forma fosse stata contratta a forza da un trauma. Non sapeva dire altro, Hanzo, ed altro non disse. Per Yuzin non ci furono parole di conforto perché Hanzo non voleva dare la sua pietà. Semplicemente Hanzo respirò lentamente, alzandosi dal divano e avvicinandosi all’amico. Yuzin rimaneva il dolce ragazzo delle lettere anche sotto queste sembianze e il Kawabata sapeva che non doveva trarsi in inganno.
    -Non devo darti alcun giudizio. Non siamo bambini. Se vorrai ascolterò la tua storia, altrimenti accetterò solo quello che sei. Si voltò a guardare distrattamente le pergamene appese al muro, poi si rivoltò in uno scatto come se avesse dimenticato di fare qualcosa d’urgente: -Tanto siamo amici, no?

    La giornata con Yuzin fu alquanto particolare e ricca di scoperte. Hanzo non poteva dirsi scontento di quanto accaduto: aveva imparato a conoscere più a fondo un maestro ed amico; inoltre aveva ricevuto consigli preziosi da parte sua. Quello che doveva fare Hanzo, allora, era tornare a casa e rimboccarsi le maniche. Hanzo se n’era andato con la promessa di un incontro, anzi di uno scontro. Voleva misurarsi con lui. Fatalità del destino, i due s’incontrarono prima di quanto programmato nella Repubblica dei Samurai nel corso di un torneo durante il quale Hanzo riuscì ad avere la meglio, seppur ai punteggi. Ma l’incontro promesso vero e proprio, quello invece, doveva ancora avvenire ed Hanzo non passava giorno in cui non guardava la lettera con scritto data ed indirizzo dell’evento.

     
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    Il volatile del ragazzo investì in pieno la piccola creatura rossa dopo che la sua lingua venne sbalzata via dalla forte onda d'urto generata dalla mano del portatore del Rinnegan. A causa del tremendo colpo il piccolo rospo rosso sparì in quanto non più in grado di sostenere lo scontro nel frattempo il giovane mukenin si avvicinò al corpo del regolare ormai svenuto e ancora pensiero dopo aver sentito il cognome "Asuka", gli mise una mano sul volto per tentare di rubare i suoi ricordi e far così luce sulla questione.

    Kyūkon no Jutsu - Assorbimento dell'Anima (Mondo Umano)
    3ekei1a
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Particolare tipo di abilità legata al Mondo Umano che consentirà al possessore del Rin'negan di entrare forzatamente nella mente del nemico con il semplice contatto. Dopo aver poggiato il palmo della mano sulla testa della vittima per un turno, quest'ultimo si ritroverà paralizzato ed incapace di compiere i movimenti più semplici. A questo punto lo Shinobi potrà assimilare informazioni di qualsiasi genere con la giusta concentrazione, restando tuttavia immobile ed incapace di compiere altri Jutsu. La tecnica lascerà il bersaglio stordito e confuso perché va a colpirlo nell'anima stessa. Su Shinobi sufficientemente potenti non farà altro mentre su Ninja di due gradi inferiori all'utilizzatore o su civili, la tecnica sarà talmente potente che al termine della stessa si strapperà l'anima dal corpo della vittima uccidendola.
    Se utilizzata a fini narrativi durante le Missioni, la Tecnica non avrà Consumo.
    Consumo: 8


    I ricordi del giovane eremita cominciarono a fluire nella mente del portatore del Rinnegan il quale potè constatare la vicinanza del ragazzo al suo vecchio maestro, Goh Asuka. Dopo una leggera smorfia il rosso decise di caricarsi in spalla il ragazzo e dopo aver richiamato la propria evocazione la quale rapidamente si avvicinò al suo padrone e poggiò l'enorme becco sul terreno il quale venne utilizzato da Kaede come se fosse una rampa per salire sul dorso della cavalcatura.
    Una volta poggiato il corpo del ragazzo sul verde piumaggio dell'enorme volatile, l'anime spiccò il volo in quanto probabilmente dei rinforzi sarebbero potuti arrivare da un momento all'altro e Kaede non aveva minimamente voglia di vedersela con altri fastidiosi ospiti.
    Dopo circa mezz'ora di viaggio Kaede avvistò dall'alto quella che sembrava una grotta all'interno di una zona boschiva non lontana da dove si era tenuto lo scontro, con un gesto indicò alla creatura di atterrare. Una volta sul terreno, il rosso riprese in spalla il ragazzo privo di sensi e dopo esser sceso dalla cavalcatura la fece sparire.
    Il mukenin si diresse verso l'interno della grotta pronto con una mano in avanti a lanciare un'eventuale difesa nel caso in cui avesse incontrato bestie selvagge all'interno della caverna, ma fortunatamente non ce ne fu bisogno.
    Una volta appoggiato il corpo dell'eremita ad una parete rocciosa, il rosso andò fuori e con qualche colpo di okatana che fece apparire dai sigilli di evocazione posti sulle braccia, riuscì a reperire diversi rami e tronchetti con i quali una volta ammucchiati riuscì ad appiccare un leggero fuocherello all'interno della grotta, posizionandoli in modo che il fumo uscisse fuori e non intossicasse l'intero ambiente.
    Una volta acceso il fuoco, il portatore del Rinnegan eseguì una serie di sigilli per poi alzare le mani verso il cielo, una volta fatto ciò, delle nubi cominciarono ad apparire in cielo attorno alla zona in cui si trovava in un raggio di cento metri causando una pioggia intensa ed incessante in tutta l'area.

    Ukojizai no Jutsu - Tecnica del Controllo della Pioggia
    GNpZ
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questa particolare Jutsu permette allo Shinobi di controllare un fenomeno atmosferico: la pioggia. Dopo aver composto i relativi Sigilli, l'utilizzatore dovrà sollevare le mani al cielo per creare nubi cariche di pioggia tramite il proprio Chakra, causando una pioggia incessante in un'area dal raggio massimo pari a cento metri, di cui il Ninja sarà sempre il punto d'origine. Lo scopo principale di questo Jutsu è quello di mantenere il controllo sopra una vasta area: quando un individuo viene bagnato da questa pioggia, l'utilizzatore lo percepirà con chiarezza, anche se egli stesso non si trova sotto la pioggia. Si capirà soltanto che qualcuno ha varcato l'area affetta dal Jutsu, ma non la posizione precisa. La Tecnica dura tre Turni, al termine dei quali è necessario pagarne nuovamente il Consumo se si vuole mantenerla attiva. È possibile disperderla anzitempo impostando un singolo Sigillo.
    Se utilizzata a fini investigativi durante le Missioni, un solo utilizzo avrà durata di ventiquattro ore e non avrà consumo.
    Consumo: 4


    Tramite la tecnica appena utilizzata il rosso aveva la capacità di individuare chiunque da quel momento in poi fosse passato in quelle zone in quanto avrebbe percepito qualunque individuo fosse stato bagnato da quella particolare pioggia.
    Una volta terminati tali preparativi, diede una sistemata al fuocherello creato precedentemente con la pietra focaia che aveva incastonato tra i denti per far sì che la fiamma ed il calore fossero il più omogenei possibili.
    Sistemato il fuoco, utilizzato più per far luce che per altro, il rosso si appoggiò con la schiena alla parete opposta a quella alla quale aveva poggiato il giovane ninja che aveva quasi ucciso.
    "Mh.. se non avessi detto quel nome.. a quest'ora saresti all'altro mondo.. ti conveniva ascoltarmi all'inizio e levarti di torno.." si ritrovò a pensare il giovane Mukenin mentre per un attimo andò a perdersi nei ricordi, rimembrando i tempi in cui era ancora un regolare ed ebbe modo di conoscere Goh Asuka, un ragazzo che a quei tempi gli fece da maestro insegnandogli alcune tecniche basilari dei ninja, lo stesso ragazzo che ebbe modo di incontrare nuovamente quando ci fu tutto quell'enorme casino contro i demoni.
    Le ferite del ragazzo erano serie, non mortali e non necessitavano di cure urgenti, ma comunque non gli avrebbero permesso di fare gesti impulsivi se si fosse svegliato per cui il rosso non era troppo sulla difensiva, anche perchè grazie alla lettura della sua mente, ora conosceva tutti i suoi segreti e tutto ciò di cui era capace, quell'eremita dei rospi per Kaede non aveva più alcun segreto, non poteva sorprenderlo in nessun modo, era ormai un libro già letto.
     
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    Mentre Yuzin giaeva al suolo svenuto ignaro di ciò che accadeva intorno a lui, nella sua mente stava rivivendo tutti i suoi ricordi. I genitori che lo sgridavano da piccolo ogni volta che sgattaiolava fuori casa la notte per maneggiare le prime armi da lancio, il primo incontro con Goh ed il resto dei loro amici, il giorno in cui finalmente l'eremita abbandonò la vita da mercante ed i suoi genitori per proseguire sulla strada del ninja. Mentre era immerso a vivere di nuovo tutti i suoi ricordi e si preparava a morire per mano del suo avversario, all'esterno della sua mente avveniva tutt'altro. Lo sconosciuto infatti si allontanò dal campo di battaglia dopo che respinse l'ultimo attacco lanciato dal mezzo demone della Foglia caricandosi con sè il corpo inerme di Yuzin senza che ovviamente l'eremita stesso si rendesse conto di quello che stava succedendo.
    Passarono circa due ore da quando Yuzin cadde svenuto a terra, e finalmente il mezzo demone della Foglia riaprì gli occhi: Mmm... Borbottò l'eremita mentre si guardava intorno, e quando si rese conto che era ancora vivo sgranò gli occhi cercando di capire dove si trovava: Ma che...? Ah! Esclamò Yuzin sentendo il dolore delle ferite ancora fresche su tutto il suo corpo. Il respiro iniziava ad accellerare mentre continuava a guardarsi intorno capendo che si trovava all'interno di una grotta, poi il crepitio del fuoco attirò la sua attenzione così come poco dopo anche la vista del suo nemico che sedeva a terra di fronte a lui: Ti lancerei un kunai ma sono troppo debole perfino per respirare tra un po'... Mormorava l'eremita lanciando anche una debole risata: Perchè non mi hai ammazzato? Ti ho fatto così pena? Vuoi forse interrogarmi dentro il tuo nascondiglio? Iniziò a domandare il mezzo demone della Foglia con un tono debole mentre la mano sinistra si muoveva lentamente indicando la grotta in cui si trovavano i due shinobi.
     
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    Il portatore del Rinnegan era concentrato con gli occhi chiusi in una sorta di meditazione mentre la tecnica della pioggia continuava a far cadere acqua incessantemente in tutta la zona attorno al rosso, fornendogli informazioni sui vari individui che passavano in quelle zone.
    Ad un tratto il suo riposo venne interrotto da un verso dell'eremita :"Mmm... Ma che...? Ah!". Kaede guardò col suo unico e particolare occhio destro il ragazzino che si era appena svegliato da un sogno, o un incubo, senza proferire alcuna parola.
    "Ti lancerei un kunai ma sono troppo debole perfino per respirare tra un po'..." disse il giovane eremita per poi lasciarsi andare in una debole risata per poi continuare dicendo :"Perchè non mi hai ammazzato? Ti ho fatto così pena? Vuoi forse interrogarmi dentro il tuo nascondiglio?".
    Il rosso restò diversi secondi a fissare il ragazzo senza dire nulla finchè ad un certo punto, tirò un leggero sospiro e disse :"Certo che.. ti piace proprio giocare con la morte.. se sei vivo in realtà.. potrebbe essere fortuna o una semplice coincidenza.. o entrambe le cose.
    No.. non si tratta minimamente di qualcosa come pena o compassione.. non lascio che emozioni così futili possano intralciarmi. Mentre per la seconda opzione.. è anch'essa sbagliata.. questo è solo un rifugio di fortuna.. se ti avessi portato con me ad Iwagakure no Sato, probabilmente ti starebbero già vivisezionando ed utilizzando per chissà quale esperimento.."

    Il portatore del Rinnegan si fermò un attimo prima di continuare il suo discorso e dare qualche spiegazione in più al ragazzo :"Se sei vivo.. è perchè hai detto forse una delle pochissime parole in grado di suscitare un mio interesse o una mia titubanza.. Asuka.. quel cognome non mi era minimamente nuovo. Ero in procinto di ammazzarti quando quel cognome ha continuato a risuonare nella mia testa riportandomi a quando ero un inutile regolare di Otogakure no Sato."
    Nuovamente il ragazzo si fermò un attimo prima di continuare nuovamente il suo discorso :"Ho frugato nella tua testa.. volevo capire cosa avessi a che fare con Goh, è una mia vecchissima conoscenza e forse uno degli unici regolari che non ammazzerei sul posto.. mi dispiace dirtelo ma se non avessi avuto qualcosa in comune con lui probabilmente dopo la lettura della tua mente ti avrei ucciso.. ed ora saresti sul quel terriccio con un paletto all'interno del cranio.. ma guarda il lato positivo, non è così."
    "Goh mi ha insegnato qualcosina quando ero ancora dalla vostra parte.. diciamo che questo è il mio modo di rendergli il favore. Ho visto dai tuoi ricordi che avete un certo rapporto.. sicuramente non avrebbe preso benissimo la tua dipartita.. ma ti consiglio le prossime volte di non sfidare troppo la sorte.. mettere in rischio la tua vita per qualcuno che non lo merita.. quale senso può mai avere..?"
    Il giovane Mukenin si riferiva ovviamente all'uomo che era stato mandato ad uccidere, il modo in cui il regolare lo difese mettendo a repentaglio la sua stessa vita era qualcosa che il rosso non poteva concepire, non avevano parentele, non avevano amicizie in comune, nessun interesse, niente di niente.
    Addirittura il ragazzo pensava potesse essere un semplice "innocente", non sapeva minimamente che l'uomo per il quale aveva quasi dato la vita fosse un semplice e banale criminale da quattro soldi che lavorava per il mercato nero e si infiltrava nei vari villaggi per condurre i propri affari, un lupo vestito da pecora praticamente.
    Kaede continuava a fissare il ragazzo con la sua totale inespressività ed indifferenza, nonostante parlasse di argomenti anche abbastanza sensibili, intimi o in un certo modo a lui vicini, il portatore del Rinnegan non lasciava trasparire alcuna emozione o sensazione, letteralmente una lastra di pietra.
     
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    narrato, parlato, pensato, parlato altri, cloni, pensato cloni, evocazioni Yuzin



    Un silenzio tombale regnò per qualche secondo dopo che l'eremita lanciò le sue domande all'uomo che nonostante fossero nemici fino a poco fà, e probabilmente ancora lo erano, gli aveva risparmiato la vita.
    Finalmente l'uomo prese parola dopo che si limitò a fissare il mezzo demone della Foglia con il suo occhio destro color viola: Certo che.. ti piace proprio giocare con la morte.. se sei vivo in realtà.. potrebbe essere fortuna o una semplice coincidenza.. o entrambe le cose. No.. non si tratta minimamente di qualcosa come pena o compassione.. non lascio che emozioni così futili possano intralciarmi. Mentre per la seconda opzione.. è anch'essa sbagliata.. questo è solo un rifugio di fortuna.. se ti avessi portato con me ad Iwagakure no Sato, probabilmente ti starebbero già vivisezionando ed utilizzando per chissà quale esperimento.. Affermò Kaede per poi fermarsi nel parlare: Ha detto Iwagakure? Ma quindi... Pensò l'eremita sospettando che chi aveva appena affrontato fosse un mukenin, e le successive parole di Kaede confermarono i sospetti di Yuzin: Se sei vivo.. è perchè hai detto forse una delle pochissime parole in grado di suscitare un mio interesse o una mia titubanza.. Asuka.. quel cognome non mi era minimamente nuovo. Ero in procinto di ammazzarti quando quel cognome ha continuato a risuonare nella mia testa riportandomi a quando ero un inutile regolare di Otogakure no Sato. Spiegò l'uomo fermandosi di nuovo con le parole, lasciando il mezzo demone della Foglia perplesso sul perchè il suo cognome potesse suscitare interesse nei suoi confronti. Quindi gli venne in mente Goh: Come immaginavo, faceva parte di Oto. Forse Goh conosce questo tizio per qualche missione che ha fatto da quelle parti. Mi pare ha detto che si chiama Kaede, non ricordo bene cosa è successo poco prima che svenivo ma appena capita l'occasione gliene parlerò. Pensava l'eremita quando poi i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce del mukenin che prese di nuovo parola: Ho frugato nella tua testa.. volevo capire cosa avessi a che fare con Goh, è una mia vecchissima conoscenza e forse uno degli unici regolari che non ammazzerei sul posto.. mi dispiace dirtelo ma se non avessi avuto qualcosa in comune con lui probabilmente dopo la lettura della tua mente ti avrei ucciso.. ed ora saresti sul quel terriccio con un paletto all'interno del cranio.. ma guarda il lato positivo, non è così. Goh mi ha insegnato qualcosina quando ero ancora dalla vostra parte.. diciamo che questo è il mio modo di rendergli il favore. Ho visto dai tuoi ricordi che avete un certo rapporto.. sicuramente non avrebbe preso benissimo la tua dipartita.. ma ti consiglio le prossime volte di non sfidare troppo la sorte.. mettere in rischio la tua vita per qualcuno che non lo merita.. quale senso può mai avere..? Disse Kaede infine chiedendo a Yuzin il perchè si era messo in mezzo tra lui ed il proprietario del carro.
    L'eremita rimase in silenzio cercando ancora di assorbire tutte le informazioni che aveva appena ricevuto, come anche il motivo quasi ridicolo sul perchè un semplice cognome avesse evitato la morte a Yuzin ma la spiegazione di Kaede per quanto semplice gli bastava, inoltre non poteva di certo lamentarsi di non essere morto: Beh, prima di tutto... Disse il mezzo demone della Foglia mentre si toglieva il cappuccio ed il coprinaso rivelando, o meglio mostrando in questo caso, le sembianze demoniache al mukenin per poi continuare: ... visto che ti sei fatto un giro turistico nei miei ricordi immagino non ho più bisogno di tenere addosso questa roba. Non sembra ma sento un caldo micidiale con questi addosso. Per quanto riguarda Goh si, lo conosco. Siamo amici fin da quando eravamo poco più che bambini e siamo cresciuti praticamente insieme, ma immagino che già sai anche questo. Spiegò Yuzin prima di fermarsi un secondo per riprendere fiato poi continuò: Perchè mi sono messo in mezzo tra te e quel tizio? Semplice, sono uno shinobi. Magari la vita da mukenin è diversa ma, noi shinobi dobbiamo proteggere chiunque sia in pericolo, o almeno è quello in cui credo io. Non conosco quel tizio è vero e forse nemmeno lo conoscerò mai, non so nemmeno se è ancora vivo dopo il tuo attacco con quelle braccia strane, ma ho sentito il dovere di salvarlo. Spiegò Yuzin mentre fissava Kaede.
     
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