Missione Danzou Natsuhi & Akira Kaguya

livello B

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  1. .:Susanoo:.
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    Missione Emessa da: Kirigakure no Sato
    Missione a Servizio di: Kirigakure no Sato
    Mandante della Missione: Mizukage
    Esecutori della Missione: Danzou Natsuhi & Akira Kaguya
    Luogo d'Incontro: porta est di Kirigakure.
    Appuntamento alle Ore: 09.00

    Benvenuti shinobi. Quest'oggi vi aspetta una missione pericolosa e di vitale importanza per il paese. Sull'isola Nagi, a sud del paese, ci sono strani movimenti di commercianti d'armi e banditi. Dalle nostre fonti c'è giunta voce che stiano preparando un esercito ma non si conosce ancora lo scopo di tale raduno di forze ne la qualità di armamenti e uomini che hanno a disposizione. Il vostro compito è arrivare sul luogo e raccogliere tali informazioni. Se il gruppo è un pericolo per i paesi vicini o per Kirigakure non preoccupatevi a usare le maniere forti per fargli capire chi comanda. Ma prestate attenzione prima d'agire. Potrebbero esserci anche dei mukenin dalla loro parte e, se in gran numero o se particolarmente forti, anche con le vostre capacità non è detto che possiate batterli. Se il numero o la potenza degli avversari è troppo elevata tornate indietro a fare rapporto, non rischiate inutilmente la vita. I movimenti interessano l'area attorno a Oshizo, una città portuale nel nord dell'isola e probabilmente proprio in quella città si stà radunando l'eventuale esercito. Con eventuali banditi andateci piano e uccidete solo se in pericolo. Con eventuali mukenin avete carta bianca.

    SPOILER (click to view)
    Bene ragazzi questa è una missione a coppia; dunque come nell'Esame Genin dovrete fare a turno per rispondere. L'impegno da mettere in ogni risposta dev'essere almeno pari a quello messo nell'esame Genin. La traccia vi è stata data e da qui decidete voi l'evolversi del tutto. Io interverrò a fine esame.
    Mi raccomando attenti alle descrizioni ed ai dettagli. Voglio vedere come arrivate, come vi incontrate, cosa decidete e così via!

    - Inizia Danzou.
     
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  2. "Il Principe Azzurro"
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    Narrato, Pensato, Parlato,, Parlato Altri

    Incredibile, fino a pochi mesi fa non mi sarei mai immaginato neppure di fare una missione di livello B, ed invece la scorsa settimana, con il Dottore e l'Ossobuco ne abbiamo affrontata una di livello A. Incredibile, sarà stata anche un emergenza, ma l'abbiamo comunque svolta, e con successo.
    Danzou era molto soddisfatto di se stesso, e gli era piaciuto collaborare con dei Chuunin particolarmente bravi, peccato che uno di essi, precisamente Akira, non poteva esprimersi al massimo del suo potenziale.
    Io ho avuto la fortuna d'affrontarlo quando in un buono stato di salute, non avevo alcuna speranza in un duello con lame. Tuttavia lo scontro è stato talmente tirato che abbiamo dovuto decretare il pareggio. Avevamo un ottima guardia entrambi, su questo non vi è sicuramente alcun dubbio.
    Danzou era sdraiato sul proprio letto, era mattina quindi il bordello era ovviamente chiuso, ultimamente non vi erano inoltre prenotazioni per festini pomeridiani, e forse era meglio così visto che adesso le missioni gli prendevano quasi tutto il suo tempo. Danzou era una semplice guardia quando aveva messo su il bordello, quindi era la sua principale fonte di guadagno. Adesso tuttavia, per lui contava solo il mondo Ninja ed i guadagni delle missioni di livello B in su gli permettevano di vivere bene.
    Chissà, forse dovrei chiudere il bordello, oramai dei soldi non mi interessa più di tanto.
    Pensò Danzou astratto, visto che adesso aveva affidato la gestione ai ragazzi al suo interno, che quotidianamente s'occupavano del giro di clientela ed altri affari a livello commerciale.
    Va beh, facciamo fare qualche soldo in più a quei deficienti prima, giusto che colgano i frutti del loro lavoro.
    Soddisfatto della sua immensa generosità, un pensiero andò anche in direzione di Juza ed Akira, i suoi ultimi compagni di missione.
    Chissà cosa stanno combinando quei due, non li vedo da quando feci l'ultima volta un salto all'ospedale. Si sarà ripreso l'Ossobuco? Starà già fantasticando su una nuova dose d'antidoto di Reena? Una cosa è certa, se lui fantastica sull'antidoto io ho i medesimi pensieri per Reena, chissà, magari gode quanto godo io.
    Danzou trattenne una risata quando poi percepì una presenza che lasciò sfilare da sotto la porta una busta.
    Grazie, postino.
    Gli piaceva prendere in giro gli ANBU che portavano le raccomandate delle missioni, evidentemente fra quei ranghi bisognava fare gavetta anche in quel modo per abituarsi a non essere notati. Poi Danzou s'avvicinò e raccolse la busta.
    Vediamo un po cosa mi manda a fare il Mizukage!
    Danzou aprì la busta e ciò che vide gli piacque assai, una missione di livello B.
    E per giunta insieme al Kaguya, interessante mi stavo giusto chiedendo come se la stava passando di questo periodo. Poi può essere un occasione per farci una bella chiacchierata, il suo essere costantemente acido come il sangue che sputa lo rende quasi simpatico. Povera bestia, vabbè per fortuna ci sono io con lui.
    In quel momento i pensieri dedicati al Kaguya svanirono e si concentrò sulla traccia della missione. Dovevano procedere verso l'isola Ouzu, precisamente al porto a nord dell'isola, Oshizo. Li vi era evidentemente un covo di banditi e Mukenin che stavano creando diversi disagi.
    Ci siamo passati più volte, anche per tornare qui a Kiri nell'ultima missione. Chi l'avrebbe mai detto che vi erano dei cattivi ragazzi da quelle parti! Ebbene si! Andiamo a dargli una lezione.
    L'ANBU non aveva di certo portato la lettera con un buon anticipo, quindi Danzou si dannò assai mentre che fulmineamente si preparava, per poi uscire fuori dalla propria dimora. La porta est di Kirigakure era a pochi passi da casa sua per fortuna, quindi poteva permettersi il lusso di prendersela con comoda, anche se era di qualche minuto in ritardo.
    Figuriamoci se l'Ossobuco non è già arrivato, non ci credo nemmeno se lo vedo che è in ritardo. Di grazia che il Mizukage abbia ignorato il Dottore affidandogli di già una missione! Che testardo quel vecchio palla di lardo!
    Pensò Danzou divertito mentre che oramai giunto alla porta est si guardava intorno nell'attesa d'incrociare Akira.
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    Kunai: 9
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    Filo Metallico: 20m
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    *Calcio, parata, schiva!*
    Mi abbassai per evitare il colpo diretto alla testa e ruotando su me stesso menai una rapida serie di precisi colpi al fantoccio davanti a me. Si trattava di un manichino di legno dotato di diverse braccia poste ad altezze differenti, ognuna di loro montata su segmenti circolari che ruotavano su sé stessi dopo aver ricevuto un colpo. In questo modo, ad ogni mio affondo andato a segno doveva necessariamente seguire una rapida serie di schivate e parate se non volevo finire con qualche livido di troppo al termine dell'allenamento. L'incapacità di utilizzare la mia Abilità Innata, volente o nolente, mi aveva fatto riflettere su un particolare alquanto preoccupante: come ogni Kaguya che si rispetti il mio stile di combattimento si basava principalmente sull'utilizzo delle mie ossa, e doverne fare improvvisamente a meno apriva preoccupanti falle sulle mie capacità offensive e soprattutto difensive. La prima cosa che viene insegnata ad un giovane Kaguya è che quando hai le tue ossa estratte nessun nemico si azzarderà mai ad avvicinarsi a te. Ed era in quel momento che il tuo nemico si trasformava in una preda ormai condannata. Difesa e attacco, attacco e difesa, unite in un solo fluido movimento alla base di ognuna delle nostre Danze. Ora, invece, mi rendevo conto di quanto fosse importante non trovarsi in un dato punto quando giunge l'attacco avversario; il ragionamento di per sé era fin troppo semplice: sii più veloce del tuo nemico ed eviterai di essere colpito. Il problema era che era più facile a dirsi che a farsi. Estrassi quindi da un ripostiglio quel vecchio manichino da allenamento e nei giorni successivi alla mia dimissione dall'infermeria mi ci buttai anima e corpo: i primi giorni andò male anche a causa delle mie condizioni fisiche ancora in recupero, ma piano piano cominciavo a notare dei miglioramenti palpabili.
    *Colpo, colpo, para!*, continuavo a ripetere a me stesso ad ogni signolo pugno andato a segno. Mi fermai, ansante. «Haa... Haa... Così non va, accidenti!»
    Avevo bisogno di una nuova missione. Restare fermo nel VIllaggio dopo quanto mi era accaduto non faceva altro che alimentare i miei turbamenti faticosamente ricacciati nel profondo del mio spirito, ma che ogni mattina tornavano ad affacciarsi sul bordo della mia coscienza. *Quella donna e le sue maledette promesse... Riuscirò mai a levarmela dalla testa?* Dopo essermi fatto una doccia puntai dritto verso il Palazzo del Mizukage, deciso a farmi assegnare una nuova missione. Varcai con impeto il grande portone dell'edificio e salii le scale saltando i gradini a due a due; infine, bussai delicatamente alla porta dell'Ufficio del Kage e mi misi in rispettosa attesa, il cuore che batteva a mille. *Chiaro e conciso. Breve e sincero... Non posso sbagliare!* «Avanti», si udì provenire dall'interno. Presi il coraggio a due mani e strinsi la maniglia molto più forte di quanto non fosse necessario al momento di aprire la porta. Quando varcai la soglia il Sesto era lì, chino su pile e pile di carte e documenti, l'enorme vetrata che permetteva di vedere quasi l'intero Villaggio alle spalle. Mi portai a pochi passi dalla sua scrivania e cercai di attirare la sua attenzione. «Ahem...»
    L'uomo alzò lo sguardo verso di me. «Oh, Akira, benvenuto», mi disse sorridendo, ma notai in quel sorriso e nel suo sguardo qualcosa di freddo e impostato che non avevo mai visto sul suo volto prima d'ora, il che mi turbò leggermente. «Prego, accomodati. Cosa posso fare per te?» «Le porgo i miei saluti, Mizukage-sama», risposi con un breve e rigido inchino, «Sono qui oggi per chiederle il permesso di essere assegnato nuovamente ad una qualche missione. Immagino...», balbettai vacillando per un momento, «Immagino che Juza e Danzou non siano stati teneri nei loro giudizi su di me all'interno dei loro rapporti, ma in questo momento le esprimo il mio assoluto bisogno di agire, signore. Le chiedo soltanto la possibilità di rimettermi in gioco».
    Il MIzukage tacque, per venti interminabili secondi, poi si decise a prendere parola. Il suo tono era stranamente incolore e poco amichevole quando parlò: «Dici bene, Akira. I tuoi compagni Juza e Danzou non sono stati affatto teneri con te per quel che riguarda la vostra ultima missione insieme.», esordì alzandosi in piedi per poi voltarmi le spalle mentre si posizionava a ridosso della grande vetrata e incrociava le mani dietro la schiena. «Pochi giorni fa, sei venuto qui con le stesse motivazioni di oggi, chiedendomi fortemente di essere mandato in missione nonostante il tuo recente recupero fisico dopo l'Esame di Selezione Chuunin. Sei venuto da me chiedendomi la possibilità di dimostrare il tuo valore, ed io ho accettato spedendoti come rinforzo in una missione che reputavo della massima importanza. Ho riposto molta fiducia in te, Akira, come uomo e come ninja assegnandoti tale compito, e invece vengo a sapere a malincuore che non solo non hai esaudito appieno le mie richieste, ma hai addirittura messo a repentaglio l'esito stesso della missione. Tuttavia,», riprese dopo un attimo di pausa, «Sono a conoscenza del fatto che le condizioni specifiche con cui avete affrontato quella missione erano, per così dire, particolari; ed inoltre capirai che non ho bisogno di uno Shinobi di cui non posso fidarmi», concluse, voltandosi di nuovo verso di me. Quanto gli aveva riferito Juza, e soprattutto quanto gli aveva riportato Danzou? Con quelle parole si riferiva forse alle promese lanciatemi da quella donna...? In quel momento non era possibile trovare risposte a tali domande, e feci del mio meglio per sostenere lo sguardo penetrante del Sesto.
    Il Mizukage prese a rovistare fra quell'interminabile ammasso di carte che infestava la sua scrivania, e dopo qualche secondo ne estrasse un foglio con aria piuttosto soddisfatta. Con una mano paffuta intinse una piuma nel calamaio posto nell'angolo a destra del tavolo di lavoro e vi scrisse sopra due parole con grafia minuta e precisa. «Come ti stavo appunto dicendo, Akira, sono disposto a concederti un'altra possibilità, la tua ultima possibilità per dimostrare che sei il degno figlio di tuo padre ed un ninja altrettanto abile. Confido che questa missione sappia... Stimolarti nel modo giusto. Buona fortuna, Shinobi.», e mi porse il foglio. In quel momento seppi che l'incontro era terminato e mi profusi in un lungo inchino prima di ringraziarlo a bassa voce. «Non la deluderò, signore». Percorsi le scale e l'atrio del palazzo con i nervi a fior di pelle per la curiosità di conoscere quale compito mi attendeva: sarebbe stato davvero qualche noiosissimo turno di guardia o una missione all'insegna dell'esplorazione?
    CITAZIONE
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    Benvenuti shinobi. Quest'oggi vi aspetta una missione pericolosa e di vitale importanza per il paese. Sull'isola Nagi, a sud del paese, ci sono strani movimenti di commercianti d'armi e banditi. Dalle nostre fonti c'è giunta voce che stiano preparando un esercito ma non si conosce ancora lo scopo di tale raduno di forze ne la qualità di armamenti e uomini che hanno a disposizione. Il vostro compito è arrivare sul luogo e raccogliere tali informazioni. Se il gruppo è un pericolo per i paesi vicini o per Kirigakure non preoccupatevi a usare le maniere forti per fargli capire chi comanda. Ma prestate attenzione prima d'agire. Potrebbero esserci anche dei mukenin dalla loro parte e, se in gran numero o se particolarmente forti, anche con le vostre capacità non è detto che possiate batterli. Se il numero o la potenza degli avversari è troppo elevata tornate indietro a fare rapporto, non rischiate inutilmente la vita. I movimenti interessano l'area attorno a Oshizo, una città portuale nel nord dell'isola e probabilmente proprio in quella città si stà radunando l'eventuale esercito. Con eventuali banditi andateci piano e uccidete solo se in pericolo. Con eventuali mukenin avete carta bianca.

    Dopo aver letto la missiva mi bloccai sul posto. *Non può essere... Non di nuovo!* Il mio compagno di missione era nientemeno che Danzou Natsuhi, ninja tanto dotato quanto sempre pronto a dimostrare tutta l'antipatia che provava nei miei confronti. *Fantastico... Ora il Mizukage mi ha anche messo addosso un cane da guardia, non aspettavo altro.* Strinsi forte la pergamena e in quel momento la mia bocca si deformò in un ghigno. *Nonostante certi suoi atteggiamenti Danzou è uno Shinobi di tutto rispetto... Sì, credo proprio che la cosa potrà farsi divertente! A caccia di Mukenin con Danzou Natsuhi, chi l'avrebbe mai detto?* Diedi una rapida occhiata all'orologio posto sulla facciata del Palazzo del Mizukage: misurava le otto e quaranta precise. Avevo giusto il tempo per recarmi alla Porta Est ed arrivare pure con qualche minuto d'anticipo. Scattai di corsa e mi bevvi tutte le strade e stradine di Kiri a tutta velocità tanto ero esaltato per la possibilità di poter andare di nuovo in missione: *Akira è tornato!* Giunto alla Porta Est non vi trovai il mio compagno, così mi appoggiai con una spalla al'ombra di un albero lì accanto in attesa che arrivasse. Dopo qualche minuto cominciai ad intravere la sua sagoma che si faceva strada tra la folla e si posizionava davanti alla porta guardandosi intorno alla mia ricerca. Sorrisi tra me e me e mi feci avanti verso di lui. «Ciao, tesoro. Ti sono mancato?»

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    Arma LeggeraKusari-FundoLegata al fianco sinistro
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    «Ciao, tesoro. Ti sono mancato?»
    Fu questo l'esordio del Kaguya, alias ossobuco, che era appoggiato a ridosso d'uno dei pochi alberi presenti li nei dintorni della porta est. Sembrava molto tranquillo e rilassato, evidentemente era da un po di giorni che era stato dimesso dall'ospedale. Tuttavia Danzou notò sin da subito qualche livido ben distinguibile sulla pelle pallida del Kaguya, frutto dei suoi allenamenti per tenersi in forma, ma ciò non rientrava nelle opzioni dell'uomo che pensò anzi che il compagno di missione non s'era del tutto ristabilito. I suoi capelli bianchi scendevano a ridosso del viso, sfiorandogli quasi le spalle. Impossibile non notare i due pallini rossi che aveva sulla fronte, che lo contraddistinguevano dalla massa evidenziando la sua appartenenza al Clan Kaguya. Aveva una veste leggermente larga e totalmente bianca; difficile dire quale era il colore più puro fra i capelli e la veste. Nel bel mezzo di quest'esame visivo Danzou interruppe
    Si senz'altro molto eccitante, sia la posa che la frase. Ma sfortunatamente per me non ho a che fare con tua sorella, almeno per quest'oggi, quindi i tuoi istinti sessuali te li puoi tenere per te, per quest'oggi.
    A differenza degli scontri, nei dialoghi amava essere ripetitivo, usando le stesse parole più volte in sbadati tentativi di comporre delle rime azzeccate. Le frasi lo erano sicuramente, ma pretendere anche la rima forse era fin troppo conoscendo il soggetto. Tuttavia lasciò da parte la sorella di Akira, per concentrarsi sulla missione.
    Vedo che ti sei quasi ripreso, ed inutile chiedere se hai letto la traccia della missione quest'oggi immagino. Mi sembri psicologicamente convinto oggi.
    Danzou frenò subito il pensiero riguardante la probabilità d'incontrare nuovamente Reena, o una sua pedina offri-carote.
    Dobbiamo riandare ad Oshizo, la strada la conosciamo piuttosto bene quindi direi d'incamminarci verso il punto d'interesse, che ne dici?
    In men che non si dica i due erano già usciti dalla porta-est del villaggio di Kirigakure, procedendo fra ramo in ramo. Danzou ne approfittò per testare le condizioni di Akira, ed aumentò dunque il ritmo lasciando per il momento perdere le chiacchiere.
    Ci sarà tempo in un secondo momento per verificare la sua posizione all'interno del villaggio. Sono molto curioso di capire cosa sta provando in questo momento, e voglio capire qualcosa sulla sua malattia. Sarà un caso isolato o le frasi riguardanti i grandi poteri che comportano grandi rischi sono azzeccate?
    L'uomo aveva alzato notevolmente il ritmo, ma Akira sembrava stargli dietro senza difficoltà alcuna. Il Kiriano abbozzò dunque un sorriso, soddisfatto e si portò su ritmi più blandi, non era sicuramente il caso di sforzarsi troppo, ed aveva avuto risposta alla prima d'una serie di domande / preoccupazioni che gli frullavano per la testa. La zona attualmente era tranquilla, una vegetazione non particolarmente fitta, come tipico di Kirigakure del resto. Semmai a limitare la visibilità era una, quest'oggi, lieve nebbiolina che intralciava leggermente la vista. Cosa di routine per degli Shinobi di Kirigakure, abituati anche con l'ausilio dei loro Ninjutsu a ben peggio. Non s'erano inoltre imbattuti in nessuna persona, che fossero commercianti, civili o altri Shinobi. E ciò non era certamente un male. Anche se tuttavia non s'aspettava un simile colpo di fortuna per tutto il viaggio; anche se questa volta avrebbe pregato di trovare eventuali imprevisti sulla terra ferma e non via mare. Odiava il mare e le sue insidie. Poi Danzou si ricordò che poco distante vi era anche il suo compagno di missione, forse era il momento d'iniziare un dialogo, e sciogliere il così detto ghiaccio.
    Parliamo un po della missione Kaguya, visto che abbiamo un po di tempo direi che sarebbe meglio decidere subito come agire quando saremo sul posto.
    Fu così che esordì, dopo un pezzo di tragitto dove nessuno aveva ancora conferito parola, fra Danzou che aveva sfidato in velocità Akira, e lui che non s'era tirato indietro.
    La mia prima idea sarebbe principalmente di presentaci al porto come persone comuni, potrebbero avere già da li degli agganci che potrebbero allarmare eventuali residenti nella cittadina a cui dobbiamo prestare visita. Poi, una volta giunti sulla terra ferma dovremo subito cercare informazioni e scoprire quante più cose possibili sull'organizzazione. La probabilità che vi siano Mukenin coinvolti è elevata, ma non assoluta, potremmo cavarcela con poco. Stessa cosa se questi Mukenin sono oltre le nostre aspettative, a quel punto dovremo direttamente tornare a fare rapporto. Tuttavia, escludo a priori entrambi le ipotesi, non esistono missioni brevi. Sono sicuro che avremo a che fare con una via di mezzo che ci costringerà ad agire in prima persona come volontà della palla di lardo.
    Disse riferendosi al Mizukage; poi si bagnò le labbra con la lingua, meglio che non si seccassero troppo: potevano tornare utili.
    Sei mai stato in un bordello, ossobuco?
    Esordì improvvisamente Danzou, rimanendo in silenzio in attesa d'una risposta da parte del compagno di missione.

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    «Si senz'altro molto eccitante, sia la posa che la frase. Ma sfortunatamente per me non ho a che fare con tua sorella, almeno per quest'oggi, quindi i tuoi istinti sessuali te li puoi tenere per te, per quest'oggi.», questa fu la risposta di Danzou, gentile e affabile come sempre. Non rimasi stupito più di tanto da una risposta del genere ma anzi colsi al volo l'opportunità di rispondergli a tono: «Mia sorella, eh? Beh, quasi quasi gradirei che ci provassi ad avere a che fare con lei, sai, giusto per il piacere di vederti infilzato da parte a parte con le sue ossa». Ci stavo quasi prendendo gusto a questi amabili battibecchi. «Vedo che ti sei quasi ripreso, ed inutile chiedere se hai letto la traccia della missione quest'oggi immagino. Mi sembri psicologicamente convinto oggi.» «Sì», risposi, «Ci mandano in due a smantellare un esercito. Niente male, eh?»
    «Dobbiamo riandare ad Oshizo, la strada la conosciamo piuttosto bene quindi direi d'incamminarci verso il punto d'interesse, che ne dici?» La mia risposta a quell'ultima domanda fu un semplice cenno verso la Porta Est che invitava il mio compagno a partire per primo. E così ci incamminammo verso l'Isola Nagi. Quasi immediatamente ci confondemmo in mezzo alla seppur rada vegetazione che si ergeva nei pressi di Kirigakure e cominciammo a procedere saltando di ramo in ramo. Danzou se ne stava leggermente in avanti e ad ogni balzo mi pareva che aumentasse leggermente la velocità. Quando la distanza fra noi cominciava ad aumentare sorrisi fra me e me. *Vuoi giocare, Danzou?*, e mi diedi una spinta maggiore delle precedenti cominciando a riguadagnare terreno sul mio compagno. Ben presto gli fui di nuovo alle calcagna e per un breve tratto continuammo a mantenere l'elevata velocità frutto della tacita sfida di Danzou che non avevo esitato raccogliere. Da quando eravamo partiti nessuno dei due aveva più proferito parola, ognuno avvolto nei propri pensieri. *Questa potrebbe essere l'occasione per valutare più attentamente Danzou Natsuhi come uomo e come ninja. Fin'ora ho avuto a che fare con lui soltanto in situazioni di battaglia aperta e non sono ancora riuscito a farmi un'idea completa su di lui... E' arrogante, scontroso e pieno di sé, ma quando la situazione si è fatta pericolosa è stato un compagno su cui poter contare con certezza. Qual è il vero Natsuhi? E che sia stato davvero incaricato dal Mizukage di tenermi d'occhio durante questa missione...?*
    Ad interrompere il flusso dei miei pensieri fu proprio il mio compagno, che nel frattempo mi si era accostato con un ghigno soddisfatto rallentando l'andatura, cosa che quindi feci anch'io ristabilendo un normale ritmo di marcia per due Chuunin. «Parliamo un po della missione Kaguya, visto che abbiamo un po di tempo direi che sarebbe meglio decidere subito come agire quando saremo sul posto. La mia prima idea sarebbe principalmente di presentaci al porto come persone comuni, potrebbero avere già da li degli agganci che potrebbero allarmare eventuali residenti nella cittadina a cui dobbiamo prestare visita. Poi, una volta giunti sulla terra ferma dovremo subito cercare informazioni e scoprire quante più cose possibili sull'organizzazione. La probabilità che vi siano Mukenin coinvolti è elevata, ma non assoluta, potremmo cavarcela con poco. Stessa cosa se questi Mukenin sono oltre le nostre aspettative, a quel punto dovremo direttamente tornare a fare rapporto. Tuttavia, escludo a priori entrambi le ipotesi, non esistono missioni brevi. Sono sicuro che avremo a che fare con una via di mezzo che ci costringerà ad agire in prima persona come volontà della palla di lardo.»
    Prima di rispondere rimasi per qualche secondo a pensare valutando con cura ogni parola del mio compagno. «Sono più che d'accordo sul fatto di muoverci in incognito fin da subito: se davvero ad Oshizo stanno mettendo insieme un esercito di certo possederanno anche una serie di contatti che possa tutelarli in caso di un attacco come quello che stiamo per portare noi; occorre quindi massima allerta da parte nostra in ogni momento. Se scucire informazioni agli abitanti del luogo dovesse rivelarsi più difficile del previsto non disdegnerei nemmeno l'ipotesi di infiltrarci in prima persona in questo fantomatico esercito di banditi, in modo tale da poterli colpire dall'interno. Tu che ne dici?», mi presi una piccola pausa prima di continuare, soppesando con cura ogni parola prima di pronunciarla. «Per quanto riguarda gli eventuali Mukenin... Tu pensi che dietro a tutto questo potrebbe esserci la stessa organizzazione di cui fa parte la donna che ci ha attaccato a Kirmat? Stando a quanto mi ha detto Juza, il mondo ninja è in grande fermento per la ricerca di questa Lancia, e orde di criminali sono uscite allo scoperto nel tentativo di accaparrarsene almeno un pezzo. In più la stessa Kunoichi con cui abbiamo combattuto ha detto espressamente che hanno spie più o meno ovunque e che riusciranno a soffiarci la Lancia da sotto il naso, quindi mi viene da pensare... Chi potrebbe esserci dietro un reclutamente su così vasta scala? Che le due cose siano collegate?»
    Tacqui di nuovo in attesa della risposta di Danzou. Dopo qualche secondo, però, se ne uscì con una domanda che mi spiazzò completamente: «Sei mai stato in un bordello, ossobuco?» Non fu tanto il modo in cui mi chiamò, ormai stavo cominciando a farci il callo, ma proprio il genere di domanda in sé che mi lasciò sgomento. «Come scusa?», risposi indignato, «Non ho tempo per simili sciocchezze, e di solito non frequento quel genere di posti...»

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    Lo scambio di idee avvenne in modo piuttosto tranquillo, Akira propose persino di cercar d'infiltrarci in qualità di banditi nell'organizzazione. Ma non era certamente cosa semplice, seppur una strada percorribile. Inevitabilmente il Kaguya fece un accenno riguardo possibili collegamenti fra Reena e ciò che dovevano affrontare. Tuttavia Danzou decise, prima d'affrontare quell'argomento di parlare d'altro.
    Sei mai stato in un bordello, ossobuco?
    Come s'immaginò, Akira rimase totalmente spiazzato dinanzi a tale domanda. Era chiaro che non se l'aspettava e rimase abbastanza indignato.
    Dovresti farlo, le donne sanno tante cose, e sopratutto sanno fare, tante cose. Io stesso posso vantarmi di possedere il bordello più attivo di tutta l'isola di Kirigakure, dovresti farci un salto. Ultimamente sono molto preso da missioni ed allenamenti quindi ho lasciato la gestione ai ragazzi all'interno. Se gli dici che ti mando io ti faranno divertire senza neppure spendere, non te ne approfittare troppo però eh. Sappi tuttavia che le donne ti fanno godere e ti danno informazioni contemporaneamente, difficile trovare di meglio.
    Disse a mò d'avvertimento, sembrava anche abbastanza serio. Poi decise d'affrontare il discorso precedente, ben più delicato.
    Comunque non penso che ci sia Reena dietro a tutto questo, al massimo possiamo credere che quest'organizzazione sia più attiva del solito per via di eventuali accordi, appunto con lei ed i suoi compagni della defunta Kumogakure.
    Detto ciò, gli venne in mente che il Kaguya non poteva sapere nulla a riguardo. D'altronde quelle informazioni le aveva comunicate a Juza quando Akira era svenuto, e poi al Mizukage tramite il quadernino lasciato a fine missione.
    Non riesci a togliertela dalla testa, vero? Quella donna ha messo un lume in fondo al tuo tunnel. Potrebbe essere un miraggio, ma forse sarebbe meglio corrervi incontro anziché rimanere, per sempre, nel buio non credi? Sappi che non ti giudicherò se ci volterai le spalle. Io l'avrei fatto senza esitare; attualmente non ho accettato le sue avance solamente perché non può offrirmi nulla più di quello che ho, o meglio, nulla che io non possa conquistare da solo.
    Danzou abbozzò un sorriso, immaginando se stesso che sopraffaceva la donna in duello per poi abusarne in un secondo momento, non era certamente cosa nuova per lui. L'aveva fatto tante volte, spesso e volentieri in missioni come queste.
    Ma cosa farai se un giorno sarai costretto ad affrontare il Dottore in duello? Lui ti vuole bene, e tu lo costringeresti ad uccidere prima i suoi sentimenti, prima di riuscire ad affrontarti a viso aperto. Ti consiglio di riflettere bene su ogni punto, e se tradirai, dovrai farlo in modo intelligente, magari negoziando.
    Il discorso lo interruppe lo stesso Danzou quando notò altri due Shinobi in movimento, verso la loro direzione. Passarono pochi istanti e Danzou notò il loro coprifronte.
    Konohagakure No Sato.
    Senza consultare niente e nessuno fece un cenno verso i due Shinobi invitandoli a scendere, e dopo essersi scambiati un occhiata annuirono ed adesso erano con i piedi per terra, dunque non più in cima agli alberi. Danzou si prese una quindicina di minuti per controllare se i loro documenti erano in regola, usando numerose formule insegnategli in quanto ex guardia del villaggio. Fu soddisfatto nel vedere che i due Shinobi erano regolari, e che dunque non andavano abbattuti in quanto minaccia.
    Potete andare, pivelli.
    Disse secco, con i due che sembravano molto giovani di carnagione olivastra e capelli neri che si limitarono ad annuire e congedarsi.
    Evidentemente erano dei semplici Genin, i documenti erano regolari.
    Si limitò a dire al Kaguya, mentre che ritornavano in cima agli alberi. Danzou rimase in attesa, aspettando che parlasse il compagno di missione, l'uomo era molto interessato a conoscere le tenebre che si addensavano nella mente.
    Nessuno ti ha mai parlato in questo modo vero? Il mondo è pieno di ipocriti. Aggrappati alla vita Kaguya, striscia come un verme se necessario.
    Per ora rimase un pensiero, ma probabilmente l'avrebbe presto espresso ad alta voce.
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    «Dovresti farlo», esordì Danzou, «le donne sanno tante cose, e sopratutto sanno fare, tante cose. Io stesso posso vantarmi di possedere il bordello più attivo di tutta l'isola di Kirigakure, dovresti farci un salto. Ultimamente sono molto preso da missioni ed allenamenti quindi ho lasciato la gestione ai ragazzi all'interno. Se gli dici che ti mando io ti faranno divertire senza neppure spendere, non te ne approfittare troppo però eh. Sappi tuttavia che le donne ti fanno godere e ti danno informazioni contemporaneamente, difficile trovare di meglio.» *Prostitute... Puah...* Prima che potessi esprimere il mio sdegno per l'occupazione secondaria dello Shinobi, questo riprese a parlare tornando su un discorso ben più serio, quello riguardo ai possibili mukenin che avremmo dovuto affrontare. «Comunque non penso che ci sia Reena dietro a tutto questo, al massimo possiamo credere che quest'organizzazione sia più attiva del solito per via di eventuali accordi, appunto con lei ed i suoi compagni della defunta Kumogakure.»
    *Reena... Quindi è così che si chiama? Sembra piuttosto ben informato su di lei, perché? E cosa c'entra quella donna con il Villaggio della Nuvola?*
    «Non riesci a togliertela dalla testa, vero?», continuò Danzou, attirando notevolmente la mia attenzione con quelle poche parole, «Quella donna ha messo un lume in fondo al tuo tunnel. Potrebbe essere un miraggio, ma forse sarebbe meglio corrervi incontro anziché rimanere, per sempre, nel buio non credi? Sappi che non ti giudicherò se ci volterai le spalle. Io l'avrei fatto senza esitare; attualmente non ho accettato le sue avance solamente perché non può offrirmi nulla più di quello che ho, o meglio, nulla che io non possa conquistare da solo.», interruppe il suo discorso per un momento, gli occhi persi a fantasticare chissà quali amenità prima di riprendere incalzante: «Ma cosa farai se un giorno sarai costretto ad affrontare il Dottore in duello? Lui ti vuole bene, e tu lo costringeresti ad uccidere prima i suoi sentimenti, prima di riuscire ad affrontarti a viso aperto. Ti consiglio di riflettere bene su ogni punto, e se tradirai, dovrai farlo in modo intelligente, magari negoziando.»
    Quelle parole mi turbarono profondamente: non mi aspettavo un atteggiamento così sincero né un discorso tanto franco da parte sua, e inutile dire che aveva colto nel segno. Le domand che mi aveva appena posto erano gli stessi interrogativi che mi divoravano quasi con la stessa intensità con cui sentivo progredire lentamente la malattia ogni giorno che passava. Ma potevo fidarmi di lui? Potevo parlare apertamente delle voragini del mio cuore? Il mio primo pensiero fu che dietro alle sue parole si celasse il desiderio del Mizukage di mettere alla prova la mia fedeltà, eppure c'era qualcosa nel modo in cui Danzou si era espresso che mi faceva dubitare di questa ipotesi. O era un ottimo attore o fino a quel momento era stato sincero con me. Aprii bocca per rispondere ma in quel momento Danzou mi interruppe di nuovo, serio: «Konohagakure No Sato.» Seguii il suo sguardo e mi accorsi di un paio di ninja che ci venivano incontro saltando di ramo in ramo. Sul coprifonte portavano il simbolo del Villaggio della Foglia. Senza dire nulla Danzou fece cenno ai due di scendere e in un batter d'occhio i tre furono a terra. *Umpf, non mi resta altra scelta che scendere.* Con un balzo atterrai accanto al mio compagno e rimasi in silenzio mentre questi faceva una serie di domande ai due e controllava i loro documenti, interrogandoli sul motivo della loro presenza nei pressi di Kirigakure. I due ninja della Foglia sembravano entrambi molto giovani e piuttosto remissivi nei confronti dell'interrogatorio di Danzou, ma ciò nonostante rimasi all'erta e con le lame retrattili pronte a scattare. *Non si sa mai... La Tecnica della Trasformazione è conosciuta da quasi tutti gli Shinobi, e anche se siamo in tempo di pace è sempre meglio non fidarsi.* Appurato che i due fossero in regola e non rappresentassero alcuna minaccia per il Paese dell'Acqua il mio compagno li congedò sbrigativamente così che potessero riprendere il loro viaggio. Infine ripartimmo anche noi in direzione del porto più vicino. *Sembra avere molta dimestichezza con questo genere di pratiche... Questo dimostra la sua maggiore esperienza rispetto a me nel campo degli Shinobi, senza dubbio.* Decisi quindi di rispondere finalmente ai quesiti che Danzou mi aveva posto prima di quella piccola interruzione:
    «Tsk, sembra quasi che tu voglia invitarmi a tradire e che tu non abbia niente in contrario...», guardai Danzou dritto negli occhi prima di continuare a parlare, «Voglio essere onesto con te, Danzou, così come credo tu lo sia stato con me...» *Fino a dove posso spingermi con lui?* «Da quando Juza mi ha diagnosticato questa malattia ho passato dei momenti orribili, semplicemente orribili», dissi sfiorandomi il petto con una mano, «Dal giorno in cui stetti male durante l'Esame di Selezione Chuunin vivo con la costante consapevolezza che ogni giorno per me potrebbe essere l'ultimo e quando ci penso sento come qualcosa che mi striscia dentro e mi si avvolge intorno al cuore, pronto a stritolarmelo in ogni momento. Capisci questo cosa voglia dire? Prova inoltre ad immaginare cosa voglia dire per un Kaguya non poter usare le proprie ossa, e il quadro è completo. Poi è arrivata questa Reena, come la chiami tu, che mi inietta questo magico siero e improvvisamente, puf!, mi apre la possibilità di vivere una vita normale.» Mi fermai un momento per trattenere una risata amara. «Normale... Penso che quella parola avrei dovuto cancellarla dal mio vocabolario personale nel giorno in cui mi è stato detto che stavo morendo. Quando parli di Juza dici bene, compagno: scegliere la vita vuol dire tradire il mio Villaggio, la mia famiglia e ogni persona che per me abbia contato qualcosa. Diventare un rinnegato in virtù della promessa di un nemico...», distolsi lo sguardo da Danzou mentre le parole sembravano uscirmi da sole incuranti di ogni mio preventivo tentativo di cautela, «Prestare fede ai giuramenti e al mio onore, invece, significa abbracciare la Morte.» Feci una pausa mentre quest'ultima parola piombava sulle mie spalle pesante come il più grande dei macigni. «E poi c'è quella tecnica di cui Reena mi ha parlato, la Tecnica della Reincarnazione... Non ho idea di che cosa sia questo particolare jutsu, ma è mia intenzione svolgere delle ricerche in merito appena possiile. La battaglia che sto vivendo,», conclusi, «E' ancora lungi dall'essere terminata.»
    Cercai quindi di distogliere l'attenzione da me mentre mi accorgevo di essermi esporto troppo con il mio compagno con quel lungo discorso. «Che mi dici di te, invece? Mi è parso di capire che appena si presentasse un'occasione propizia saresti pronto a tradire il Villaggio senza alcun rimpianto...»

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    Danzou sapeva d'aver colto il segno, ed appena ricominciarono il loro viaggio Akira si sciolse rivelando, almeno in parte, le sue preoccupazioni.
    Tsk, sembra quasi che tu voglia invitarmi a tradire e che tu non abbia niente in contrario...
    Gli sguardi dei due s'incrociarono per un breve istante, l'uomo rimase in silenzio, in attesa che il ragazzo continuasse il proprio discorso.
    Voglio essere onesto con te, Danzou, così come credo tu lo sia stato con me...
    L'uomo si limitò ad annuire in silenzio, nonostante il suo discorso avesse un secondo fine, cioè conoscere quanto più possibile su quella malattia, voleva conoscerne anche i contorni.
    Da quando Juza mi ha diagnosticato questa malattia ho passato dei momenti orribili, semplicemente orribili.
    Anche se assai nervoso ed allo stesso tempo terrorizzato dalla realtà, non si tirò indietro e continuò.
    Dal giorno in cui stetti male durante l'Esame di Selezione Chuunin vivo con la costante consapevolezza che ogni giorno per me potrebbe essere l'ultimo e quando ci penso sento come qualcosa che mi striscia dentro e mi si avvolge intorno al cuore, pronto a stritolarmelo in ogni momento. Capisci questo cosa voglia dire? Prova inoltre ad immaginare cosa voglia dire per un Kaguya non poter usare le proprie ossa, e il quadro è completo. Poi è arrivata questa Reena, come la chiami tu, che mi inietta questo magico siero e improvvisamente, puf!, mi apre la possibilità di vivere una vita normale.
    Danzou alzò le spalle, d'altronde era quello che affermava sin dall'inizio... perché non tradire se poteva uscire da quel tunnel apparentemente privo d'uscita?
    Penso che quella parola avrei dovuto cancellarla dal mio vocabolario personale nel giorno in cui mi è stato detto che stavo morendo. Quando parli di Juza dici bene, compagno: scegliere la vita vuol dire tradire il mio Villaggio, la mia famiglia e ogni persona che per me abbia contato qualcosa. Diventare un rinnegato in virtù della promessa di un nemico...
    Poi il Kaguya si voltò, distaccando il contatto visivo.
    Prestare fede ai giuramenti e al mio onore, invece, significa abbracciare la Morte.
    All'improvviso s'aprì uno spiraglio nelle fantasie di Danzou, concentrato sul termine del discorso.
    E poi c'è quella tecnica di cui Reena mi ha parlato, la Tecnica della Reincarnazione... Non ho idea di che cosa sia questo particolare jutsu, ma è mia intenzione svolgere delle ricerche in merito appena possibile.
    Un Jutsu che comprendeva l'arte della reincarnazione, la frase era chiara, ma era tuttavia assai difficile comprendere cosa comportasse, se realmente poteva permettere un qualcosa da fino a quel momento inimmaginabile per Danzou: cambiare corpo. Vi fu un silenzio per qualche istante, ricordandosi delle parole di Reena mentre che curava Akira con quel siero.
    Esatto, Reena aveva accennato una certa tecnica. Che il mio desiderio di poter padroneggiare i poteri di Akira possa divenire realtà? Che anch'io possa estrarre le mie ossa se mi reincarno nel corpo d'un Kaguya?
    A quel punto diventava fondamentale comprendere il più possibile su quella malattia, non poteva certamente permettersi di lasciare un corpo in ottima saluto per uno storpio, e proprio ciò gli permetteva di levare Akira dalla lista. Avrebbe dovuto cercare un altro Kaguya per qualcosa del genere, se veramente era possibile cambiare corpo con l'ausilio d'un Jutsu. Poi tuttavia il ragazzo invertì rotta, lanciando la palla allo stesso Danzou.
    Che mi dici di te, invece? Mi è parso di capire che appena si presentasse un'occasione propizia saresti pronto a tradire il Villaggio senza alcun rimpianto...
    In quel stesso istante l'uomo scoppiò in una grassa risata, che fece fatica ad arrestare. Almeno per due minuti non era riuscito a formare una frase, per quanto rideva. Infine poi, si riprese tranquillizzandosi.
    Pensi che Reena non mi abbia proposto qualcosa? Nella nostra missione sono stato io a raccogliere tutte le informazioni. Hai presente il momento in cui stavamo, sia io che lei usando in modo sfrontato dei Jutsu senza che succedesse apparentemente qualcosa? Beh, stavamo comunicando mediante Genjutsu. Cosa che ovviamente non puoi sapere, non è certamente il tuo campo e quando l'ho raccontato al dottore eri svenuto a ridosso delle spalle della mia evocazione.
    Il Kiriano si prese qualche istante di pausa prima di continuare.
    Io non ho motivo di tradire, perché a differenza tua io posso prendermi tutto ciò che desidero, non dipendo in alcun modo dagli altri. Dipendessi dagli altri, come nel tuo caso... dipendessi da Reena... allora come detto non mi sarei fatto scrupoli a seguire un eventuale miraggio in fondo al tunnel. Comunque, la tua malattia è una cosa tipica del tuo Clan o sei un eccezione?
    Danzou sperava vivamente nella seconda ipotesi, ma già il fatto che l'intralcio risiedeva nell'utilizzare la sua abilità innata gli faceva sperare in peggio.
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    Non appena udite le mie ultime parole, Danzou scoppiò in una risata sguaiata e prorompente che non riuscì ad arrestare prima di almeno due minuti buoni. Mentre continuavamo a saltare da un ramo all'altro in direzione del porto, il mio compagno era letteralmente piegato in due dalle risate, e non riuscivo a capire se stava ridendo di me o semplicemente della mia domanda. In entrambi i casi, però, quell'atteggiamento stava rapidamente suscitando il mio risentimento.
    «Pensi che Reena non mi abbia proposto qualcosa?», rispose infine, «Nella nostra missione sono stato io a raccogliere tutte le informazioni. Hai presente il momento in cui stavamo, sia io che lei usando in modo sfrontato dei Jutsu senza che succedesse apparentemente qualcosa? Beh, stavamo comunicando mediante Genjutsu. Cosa che ovviamente non puoi sapere, non è certamente il tuo campo e quando l'ho raccontato al dottore eri svenuto a ridosso delle spalle della mia evocazione.i» *E così pensa che io non abbia alcuna conoscenza dei Genjutsu... E' un'informazione da tenere a mente, in caso un giorno dovessi ritrovarmelo contro per qualche motivo.* «Io non ho motivo di tradire, perché a differenza tua io posso prendermi tutto ciò che desidero, non dipendo in alcun modo dagli altri. Dipendessi dagli altri, come nel tuo caso... dipendessi da Reena... allora come detto non mi sarei fatto scrupoli a seguire un eventuale miraggio in fondo al tunnel. Comunque, la tua malattia è una cosa tipica del tuo Clan o sei un eccezione?»
    Questa volta fui io a lasciarmi andare ad una grossa risata nei confronti del mio compagno. «Scusa se ti contraddico, compagno, ma tu hai detto che attualmente non hai alcun motivo di tradire... Ma io sono convinto che se si presentasse qualcosa in grado di "stimolarti" a sufficienza non esiteresti un solo istante prima di piantarmi un coltello nella schiena. O sbaglio?», gli chiesi provocatorio. Attesi che il Kiriano mi desse una risposta soddisfacenete prima di continuare a parlare: «In ogni caso, perché sei così interessato alla mia malattia? Se non ti conoscessi direi quasi che hai un secondo fine... Scusa ma non ti ci vedo a fare l'amico preoccupato per le mie condizioni. Ma se riuscirai a darmi una risposta sincera e soddisfacente potrei anche risponderti.», conclusi con un sorriso malizioso. *Chissà dove andremo a finire con questo discorso... Non mi fido di lui, e le sue recenti dichiarazioni mi convincono ancora meno di quel che già pensavo. Allo stesso tempo, tuttavia, non posso nemmeno mostrarmi completamente chiuso e schivo in modo tale da metterlo in allarme... In caso fosse veramente mandato dal Mizukage sarebbe la mia rovina. Devo restare all'erta e cercare di approfittare della situazione per cercare di scoprire qualcosa di più sul suo conto. Se sarò abbastanza bravo da sfruttare la cosa a mio vantaggio potrei anche riuscire a guadagnarci qualcosa, seppur contro ogni aspettativa. Se Danzou e il Mizukage sperano che mi scopra così facilmente avranno presto un'amara sorpresa...*
    Nel frattempo continuavo a scrutare l'orizzonte alla ricerca del porto da cui ci saremmo dovuti imbarcare, ma la leggera nebbiolina che aveva accompagnato fin'ora il nostro viaggio mi impediva di vedere più in là di un ridotto numero di metri. Non era da molto che eravamo in marcia, ma confidavo che il buon ritmo che avevamo tenuto fino a quel momento riducesse la distanza che si frapponeva tra noi e il nostro obiettivo.

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    Questa volta fu Akira a ridere, anche se più che di cuore sembrava una risata forzata. Evidentemente nemmeno sotto quel punto di vista voleva essere al di sotto delle aspettative.
    Scusa se ti contraddico, compagno, ma tu hai detto che attualmente non hai alcun motivo di tradire... Ma io sono convinto che se si presentasse qualcosa in grado di "stimolarti" a sufficienza non esiteresti un solo istante prima di piantarmi un coltello nella schiena. O sbaglio?
    Passò qualche istante, Akira attendeva evidentemente una risposta.
    L'unico momento in cui potrei pensare di piantarti un coltello nella schiena sarà, eventualmente, quando ti dimenticherai a cosa tieni. Perché rigare il proprio copri-fronte non significa dimenticarsi del proprio passato. Non ho alcuna intenzione di tradire Kirigakure, che tu lo voglia credere o meno. Denaro e potere sono cose che vanno ottenute senza scorciatoie, altrimenti si creerebbe uno squilibrio in termini di rispetto e fama. Ed a me non interessa altro, oltre che la mia salute.
    Forse non era del tutto vero, o meglio, la possibilità d'ottenere il corpo d'un Kaguya non era per lui una vera e propria scorciatoia. D'altronde, un corpo simile andava conquistato.
    Sembra che sia ancor più diffidente, evidentemente pensa che lo stia prendendo per i fondelli.
    Fu poi l'argomento malattia a spiazzarlo completamente, forse era una cosa abbastanza segreta.
    In ogni caso, perché sei così interessato alla mia malattia? Se non ti conoscessi direi quasi che hai un secondo fine... Scusa ma non ti ci vedo a fare l'amico preoccupato per le mie condizioni. Ma se riuscirai a darmi una risposta sincera e soddisfacente potrei anche risponderti.
    A quel punto Danzou si mise una mano dietro ai capelli, grattandosi la cute.
    Non pensavo vi fosse qualche segreto particolare dietro, come funziona alla fine l'ho constatato personalmente. La cosa che mi incuriosisce è se vi è sempre e comunque un malus da pagare per poteri come i tuoi.
    La risposta che aveva riservato al compagno era in fin dei conti sincera, la fantasia che lo stuzzicava, il poter essere un Kaguya, andava comunque valutata con i giusti criteri; cioè quelli obiettivi.
    Ci terrei comunque che questa discussione rimanga fra noi. Non vorrei ricevere una ramanzina dal Mizukage, e sopratutto dal dottore. Mette abbastanza timore pure lui se ci si impegna. Se inoltre decidi di passare dalla parte di Reena, fammelo sapere, vorrei che non vi fossero troppi sacrifici inutili se evitabili. Moriranno molti durante il trasporto della lancia, come minimo metà degli addetti al trasporto avranno già ceduto a delle futili promesse fatte da quella donna. E temo che vi saranno ufficiali di alto rango, non solo pedine come te. Moriranno in tanti, ossobuco. Quindi quando tradirai vedi di farci arrivare un messaggio con più informazioni possibili.
    Danzou sembrava chiaramente rassegnato al fatto che Akira ben presto non avrebbe più vestito il medesimo corpi-fronte dello stesso Danzou.
    Tuttavia mi voglio godere il fatto d'averti come compagno di missione finché possibile, quindi diamoci al divertimento.
    Danzou fece nuovamente cenno di scendere, ed ovviamente senza aspettare il compagno, mise i piedi sul terreno. Poi congiunse ambedue le mani.
    Fra pochi minuti arriveremo al porto, penso sia meglio preparaci, non credi?
    Detto ciò pronunciò la formula magica che gli permise di cambiare aspetto.
    Henge!
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    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
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    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1

    La trasformazione non lo rese molto diverso da come già era, cambiarono giusto leggermente gli allineamenti del viso in modo da non renderlo riconoscibile per eventuali persone che lo avessero già visto di sfuggita. Poi ovviamente cambiò l'abbigliamento; aveva una armatura nera in quoio ben attillata con le sue armi ben in vista, solamente i rotoli e simili oggetti tipici di Shinobi non erano visibili ad occhio nudo. Sembrava un mercenario in piena regola.
    Sei pronto, Kaguya?
    Gli disse voltandosi verso di lui, in attesa che fosse pronto.
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    Narrato, *Pensato*, «Parlato», «Parlato Altri», «Parlato Danzou Natsuhi».


    *Rigare il proprio copri-fronte non significa dimenticarsi del proprio passato...* Rimasi molto colpito dalle ultime parole del Kiriano, e prima di rispondere mi presi qualche secondo per ripercorrerle mentalmente. «Tsk, parli come se fossi sicuro del mio tradimento. Cosa ti fa credere che alla fine non decida di andare spontaneamente incontro alla morte, consapevole di cosa questo comporti?», gli chiesi. «Oppure, cosa ti fa pensare che se decidessi veramente di tradire poi rischierei di compromettere la mia posizione per aiutare voi? Se ti preme così tanto il silenzio su questa conversazione allora rimarrà tra noi.» *Meglio così, quasi non ci speravo... E' quasi un sollievo non doversi preoccupare dei dubbi del Mizukage. A meno che non sia tutta una tattica per farmi sentire al sicuro e poi fregarmi all'ultimo momento? Ah, basta: se continuo con tutti questi dubbi finirò per diventare matto! Meglio pensare a come completare questa missione con successo. Eppure...*, continuò imperterrita una vocina nella mia testa, *Questo ragazzo è strano. Non sta dicendo che in caso di un mio tradimento mi considererà un obiettivo da eliminare: si comporta come se avessi già compiuto la mia decisione e si tratti di un fatto inevitabile... Danzou Natsuhi è più complicato di quanto pensassi. "Rigare il proprio copri-fronte non significa dimenticarsi del proprio passato..."*
    Quelle parole non facevano che ronzarmi nella testa. *Accidenti!* Cecai di spostare il discorso altrove nel tentativo di tenermi occupata la mente. «Comunque, per quanto riguarda la mia malattia... Secondo Juza si tratta di un raro malessere che colpisce i Kaguya di tanto in tanto. Ha origine genetica, quindi. Non puoi "ammalarti": o hai la fortuna di non nascerci oppure sei condannato, come me. Nonostante le ricerche in tale direzione, restano ancora molti dubbi legati a questa malattia: alcuni dicono che non sia legata al patrimonio genetico ma che venga contratta dai Kaguya che abusano della loro Innata, esponendo continuamente il loro corpo all'attacco di numerosi microrganismi... Ma io sono giovane, e non ho avuto certo il tempo di "abusare" delle mie capacità. Eppure mi vedi anche tu, sono malato fin nel midollo. Quindi restano ancora molti e profondi dubbi su quello che mi porto in corpo, ed è anche a causa di questo che Juza sta trovando così tante difficoltà nel cercare una cura.» Feci una piccola pausa per riprendere fiato. «A proposito, Juza dice anche che farà di tutto perché questa malattia in futuro sia curabile, per le generazioni di Kaguya che verranno... Non è un gesto molto nobile?», chiesi a me stesso, amaro, «Però poi si presenta Reena con quel siero e allora una cura sembra veramente possibile... Io non sono un medico, però da quel che ho capito nello stato confuso in cui mi trovavo non si tratta di un vero e proprio farmaco contro la mia malattia in particolare, ma di una medicina in grado di curare le ferite agli organi interni. Quindi non è nemmeno detto che su di me potrebbe servire come cura a livello definitivo... Ma anche solo qualcosa capace di arrestare il corso della malattia, se non curarla, sarebbe già molto, suppongo. In conclusione, non credo che ad ogni potere debba corrispondere un grosso prezzo da pagare, almeno se non ti chiami Kaguya. Per tutti gli altri avere una capacità speciale è un dono... Non una maledizione. Spero di aver soddisfatto la tua curiosità», conclusi, afono.
    Dopo aver ascoltato il mio discorso Danzou mi fece cenno di scendere e senza aspettare che gli indirizzassi a mia volta un cenno affermativo si lanciò giù dall'albero su cui stavamo correndo ed atterrò a terra. Subito dopo mi calai anch'io fino ad arrivargli accanto. «Fra pochi minuti arriveremo al porto, penso sia meglio preparaci, non credi? Henge!» E giunse le mani davanti a sé mentre evocava una tecnica di basso livello che gli permetteva di cambiare aspetto. Alterò leggermente i tratti del viso concentrandosi maggiormente sull'abbigliamento assumendo l'aspetto di un vero mercenario. Non persi tempo e mi trasformai a mia volta. *Tecnica della Trasformazione!*
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    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
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    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1

    La trasformazione avvenne immediatamente: i capelli da bianchi divennero neri e crebbero fino a superarmi di poco le spalle, i simboli del clan Kaguya sparivano per lasciare spazio ad una carnagione più scura di quella che avevo di solito; i tratti del viso si indurirono facendomi sembrare un ragazzo avente circa l'età di Danzou. Indossavo una cotta di maglia a fini maglie metalliche con sopra un attillato gilet di pelle, aperto, che in corrispondenza del colletto terminava con una pelliccia candida che mi copriva il collo quasi interamente. La borsa ninja era stata camuffata per apparire come un piccolo tascapane dall'aria più anonima. Legato sopra la cotta di maglia ma al di sotto del gilet spuntava una specie di fondina che ospitava sei coltelli da lancio, tipici di un vero assassino. La trasformazione era completa: eravamo pronti per partire alla volta dell'Isola Nagi.
    «Sei pronto, Kaguya?» «Stavo per chiederti la stessa cosa», risposi con un ghigno malvagio simulando la mia nuova voce da mercenario. E mi incamminai precedendo il mio compagno nella strada verso il porto. In pochi minuti di camminata tranquilla le prime abitazioni a ridosso del porto si mostrarono davanti ai miei occhi e venni investito dall'odore potente del mare e dall'aria salmastra che mi entrava nelle narici. Mi era sempre piaciuto il mare. Con passo sicuro mi avviai lungo il molo costeggiando la serie di barche che in quel momento erano ormeggiate al porto, finché mi fermai di fronte a quella che era la mia scelta: un'imbarcazione modesta ma dall'aria solida e sicura, sul cui ponte un marinaio era intento a slegare le funi che la tenevano legata al molo. Lanciai un'occhiata significativa a Danzou e mi schiarii la voce in direzione dell'uomo. *Ora vediamo di divertirci un pochino.*, pensai fra me e me prima di prendere parola. «Ehi, tu», lo apostrofai mentre il marinaio alzava gli occhi verso di me, «Dove sei diretto con questa bagnarola?» «Sto per partire alla volta della Terra del Fuoco», rispose questi leggermente impettito per il tono maleducato che gli avevo riservato. Sputai a terra. «Beh, è un vero peccato... Perché noi invece dobbiamo andare ad Oshizo, sull'Isola Nagi. Sono sicuro che sarai ben lieto di fare una piccola deviazione e di offrirci il passaggio, non è vero, amico?» Un barlume di comprensione balenò sul volto del marinaio mentre continuava a slegare le funi più velocemente. Evidentemente aveva associato le nostre figure al nome della città, e questo poteva essere un bene. C'era la possibilità che avesse qualche informazioni da darci. E per questo ora occorreva dargli il colpo di grazia instillandoli quel pizzico di paura necessaria a farci salire a bordo. «B-beh...», esordì l'uomo balbettando leggermente, «...Il passaggio sull'Isola costa. E il fatto che mi facciate andare fuori rotta alza il prezzo.», concluse, ritrovando l'energia per un momento perduta. «Come scusa?», lo incalzai minaccioso mentre con una mano scostavo il gilet e mettevo in mostra i falsi coltelli da lancio, «Ho detto che tu ci offrirai il passaggio, e aggiungo che lo farai anche con gioia. Ci siamo capiti?» La mia interpretazione doveva risultare abbastanza convincente perché la sicurezza dell'uomo parve vacillare, tanto che dall'agitazione si lasciò sfuggire di mano la corda che gli cade ai piedi. «E-ecco... Ripensandoci un momento... Allungare leggermente il viaggio passando da Oshizo non sarà un problema. Anzi, ora che mi ci fai pensare ho anche una faccenda da sistemare una volta giunti là». «Vedo che quando vuoi sai essere ragionevole, marinaio. Ora forza, voglio sperare che questo catorcio arrivi a destinazione prima di sera: io e il mio compagno abbiamo fretta». Sputai di nuovo a terra e dissi a mezzavoce: «Cagasotto», curandomi che l'uomo mi sentisse. Detto questo, feci un gesto teatrale in direzione del mio compagno invitandolo a salire a bordo, un ghigno stampato in faccia. «Dopo di te».

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  12. "Il Principe Azzurro"
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    Sei pronto Kaguya?
    Chiese Danzou, e la risposta non tardò sicuramente ad arrivare.
    Stavo per chiederti la stessa cosa
    Rispose con un ghigno, si stava fin da subito calando nel suo nuovo ruolo da mercenario.
    E devo dire che non gli calza male, e temo ci dovrà, in futuro, fare l'abitudine.
    I due arrivarono in breve al porto, e Danzou si preparò per iniziare l'operazione di routine quando invece fu preceduto dal compagno di missione, che non c'andò certamente piano con il singolo marinaio. Fra sputi, gesta e minacce.
    Ci sta prendendo fin troppo gusto il ragazzo, però se la cava egregiamente.
    E quasi a confermare il suo pensiero, Akira lo invitò a salire sulla nave e come il suo solito, senza spendere nemmeno un Ryo. L'uomo affiancò dunque il proprio compagno di missione.
    Avrei pagato oro per far si che il dottore vedesse questa scena, m'immagino che faccia avrebbe fatto.
    Disse trattenendo una risata, mentre che i due salivano sulla barca, che entro sera sarebbe dovuta arrivare a destinazione.
    Non dovremmo, visto l'orario avere problemi con i pirati. Tuttavia il mio suggerimento è di riposarci un paio d'ore in cabina per riprendere le energie. Quando sbarchiamo è un orario ottimale fra bordelli e banditi in giro per i vicoli delle strade, all'alba di domani voglio essere nuovamente in nave. Ah quasi dimenticavo, appena arriviamo con la scusa di monitorare la situazione consumiamo anche un pasto.
    Danzou fece poi cenno verso la cabina e s'incamminò verso un piccolo sotto passaggio che celava cinque porte sulla destra e cinque sulla sinistra. Prese la seconda a sinistra, vi era un letto singolo, una sedia con lo schienale spezzato ed un comodino, nulla più. Una volta chiusa la cabina dall'interno sciolse la Henge, per poi lasciare i suoi indumenti sulla sedia, buttandosi poi con la schiena sul materasso.
    Qualche ora di sonno non mi farà sicuramente male, anche se devo ammettere che mi sta venendo un leggero languorino. Tuttavia è meglio che rimanga a digiuno almeno fino al nostro arrivo, non vorrei soffrire di mal di mare.
    Non era tuttavia facile addormentarsi, ma perlomeno si stava riposando dopo la marcia non-stop da Kirigakure fino al porto più a sud.
    Quindi la sua malattia è genetica. Vista la sua età inoltre immagino che si manifesti sufficientemente presto, di sfuggita ha parlato del suo esame di selezione Chuunin. Bene, d'altronde la mia intenzione è di trovare una preda che sia perlomeno un Sp Jounin, se non persino un ANBU. Ovviamente se questo cambio di corpo è realmente possibile, quindi sarebbe meglio non fantasticarci troppo. Sarà un potere sufficiente per affrontare quegli occhi rossi?... Il Clan Uchiha, oltre al colore dei loro occhi non so molto. Ma quella notte ho avuto a che fare con un Ninja molto potente, quello Sharingan è veramente temibile. Sharingan o le ossa?... Le ossa senz'ombra di dubbio, l'orgasmo nell'estrarre le ossa dal proprio corpo dev'essere qualcosa d'impareggiabile. Anche se attualmente non ho basi obiettive per valutare, ho visto in opera solamente le ossa. Forse dovrei cercare di fare conoscenza con qualche ragazzo del prestigioso Clan Uchiha, e vedere cosa ne viene fuori.
    Danzou si grattò il mento, mentre che lentamente i suoi occhi si chiudevano.
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    «Avrei pagato oro per far si che il dottore vedesse questa scena, m'immagino che faccia avrebbe fatto.», disse Danzou trattenendo una risatina e anch'io mi lasciai andare ad un sorriso sincero al pensiero di Juza che assisteva ad una scena del genere. Salimmo sulla barca e la partenza fu piuttosto tranquilla. Ci lasciammo alle spalle il porto da cui eravamo partiti e ci allontanammo sempre di più dall'isola principale del Paese dell'Acqua, quella che ospitava Kirigakure. «Non dovremmo, visto l'orario avere problemi con i pirati. Tuttavia il mio suggerimento è di riposarci un paio d'ore in cabina per riprendere le energie. Quando sbarchiamo è un orario ottimale fra bordelli e banditi in giro per i vicoli delle strade, all'alba di domani voglio essere nuovamente in nave. Ah quasi dimenticavo, appena arriviamo con la scusa di monitorare la situazione consumiamo anche un pasto.», mi disse il mio compagno mentre faceva per andarsene a riposare in cabina. «D'accordo, tu vai; io ti raggiungo tra un momento, prima voglio chiedere un paio di cose al nostro amico», gli risposi ammiccando in direzione del marinaio che si dava un gran da fare perché tutto sulla sua nave funzionasse al meglio. Mi dispiaceva un po' doverlo trattare male, ma in una missione come quella che ci apprestavamo a compiere era fondamentale il fattore segretezza. Non potevamo permetterci che ci fossero fughe di informazioni ancora prima che mettessimo piede sull'isola. Rientrato quindi Danzou sottocoperta, mi voltai appoggiando i gomiti sul parapetto dell'imbarcazione e chiamai a gran voce il povero marinaio, non mi prima di essermi sgranchito le corde vocali per una migliore interpretazione: «Ehi, tu! Sì, dico proprio a te, amico, chi altri vuoi che ci sia su questa chiatta?», gli urlai in risposta al suo sguardo interrogativo. L'uomo mi raggiunse quasi subito a testa bassa. «Ho bisogno di farti un paio di domande. Per te non è un problema, no?», gli chiesi mentre fingevo di togliermi qualcosa che mi si era incastrato fra i denti. Poi ripresi a parlare senza nemmeno aspettare che mi dicesse qualcosa: «Hai detto che hai delle conoscenze ad Oshizo... Il che a me e al mio compare fa piuttosto comodo, essendo la prima volta che vi mettiamo piede. Siamo stati, per così dire, invitati ad una specie di... raduno, sì, chiamiamolo così. Ahah!», continuai simulando una risata sguaiata, «Ma tutto ciò che abbiamo ricevuto è l'indicazione della città. Tu che sei di queste parti hai per caso qualche informazione in più?» *Spero di non star tirando troppo la corda... Non vorrei essere costretto a fargli del male davvero per impedirgli di spifferare la nostra presenza agli isolani.*
    Il marinaio sembrò turbato dalle mie parole e cercò di evitare una risposta diretta: «Io... Io non mi interesso di certe faccende... Signore. Non voglio guai, io.» «C'è la possibilità che i guai vengano da te se ti dimostri poco collaborativo», gli intimai afferrandogli un braccio e stringendolo moderatamente. *Forza, forza... Dimmi qualcosa! Sono al limite, non posso fare del male a quest'uomo.* «I-io non so niente, lo giuro! Ultimamente stanno arrivando molti uomini su quell'isola sia dal Paese dell'Acqua che dagli attracchi lungo le coste del Paese del Fuoco, ma di più non so! Voglio solo essere lasciato in pace...», rispose il marinaio quasi piagnucolando. *Accidenti, questo non sa niente.* «D'accordo, d'accordo, scus--... Voglio dire, vattene. Puoi andare, sparici e torna al lavoro!», e l'uomo se ne andò grato che non gli avessi fatto del male e riprese ad occuparsi delle proprie mansioni.
    *Almeno questa è la conferma che qualcosa sta davvero succedendo su quell'isola... Meglio che ora vada a riposarmi un po' anch'io, seguirò l'esempio di Danzou.* Abbandonato il ponte della nave mi diressi sottocoperta e imboccato il corridoio entrai nella prima porta a destra. Mi trovai in una cuccetta se possibile ancora più angusta di quella in cui avevo dormito nel viaggio di ritorno dall'ultima missione, ma il viaggio non sarebbe durato ancora per molto e poi non c'era molta altra scelta, per cui mi accontentai di quello che c'era. Chiusa a chiave la porta, scolsi la Henge e mi distesi sulla branda, le mani incrociate dietro la testa e i piedi appoggiati in fondo al letto. Lentamente chiusi gli occhi nell'attesa di addormentarmi almeno un'oretta.

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    Nella cabina vi era un Danzou profondamente addormentato, intento ad accumulare il massimo d'energie possibili. Un uomo, che adesso era preda delle sue paure più scure. Tutto era concentrato su quella notte, per lui era cambiato tutto. Era morto e rinato, tutto nello stesso istante. Umiltà, silenzio, rispetto.. servivano a qualcosa? Dopo la notte non di certo. Non erano servite quando l'oscura figura dagli occhi rossi lo aveva reso in fin di vita ancor prima che Danzou se ne fosse accorto. Si ricordava bene il sangue fra le sue mani, mentre che disperatamente, come una bestia attaccata alla vita lottava contro ciò che apparentemente era inevitabile. Poi lo scatto d'ira, la rabbia al suo stato puro, dopo esser stato umiliato a parole nonostante la sua vita fosse apparentemente agli sgoccioli... tutto era così confuso... quegli occhi rossi, quelle tomoe nere... sei in tutto, tre per occhio. Questo se lo ricordava bene. Successivamente, documentandosi ebbe la certezza d'essersi trovato di fronte ad un Uchiha. Ma ad altro non era riuscito a risalire, niente, niente di niente.
    M-mi scusi, siamo arrivati.
    Danzou spalancò gli occhi, per poi passare la mano destra a ridosso della fronte, aveva sudato freddo. Lo faceva sempre, ogni notte. Tuttavia da quando aveva il suo anello, i sogni erano più intensi e faticosi d'affrontare. A breve sono pronto.
    Rispose secco a quella voce, immaginandosi che dunque costui si fosse già congedato. Danzou s'avvicinò alla sedia malridotta rimettendosi le proprie vesti, a quel punto unì nuovamente le mani riassumendo l'aspetto di quando era salito sulla nave, di buon e caro mercenario.
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    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su.
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    Uscì così dalla cabina, cercando con lo sguardo il proprio compagno di missione. Quando lo vide gli fece un cenno d'intesa mentre che scesero giù dalla nave.
    Hai scoperto qualcosa?
    Danzou s'immaginava che Akira avesse interrogato il marinaio, anche se già s'immaginava che l'esito delle ricerche sarebbe stato misero se non nullo.
    Dubito che una mezzacalzetta possa avere informazioni rilevanti, ci fossimo trovati fra cinque armadi allora forse avremmo avuto la possibilità di sapere qualcosa fin da subito.
    I due percorsero solamente pochi isolati quando trovarono una malridotta indicazione verso una squallida taverna.
    Li potremo riempirci lo stomaco e trovare qualcosa di utile, andiamo.
    Sulla sinistra avevano dinanzi l'entrata, poi però qualcos'altro attirò la sua attenzione; era un gruppetto di tre o quattro soggetti, bulli in piena regola; ed in mezzo vi era ragazzina. Era chiaro che si stessero divertendo a discapito della malcapitata, che urlava mentre che veniva spinta a destra e sinistra. Aveva le vesti abbastanza mal conciate, da li a breve però non avrebbe chiaramente avuto neppure quelle.
    Non fare cazzate pivello, andiamo.
    Disse secco, dando un buffetto sul braccio del Kaguya; non lo aveva guardato ma sapeva che frenava dalla volontà d'aiutare quella povera innocente.
    Non possiamo permetterci di sputtanarci già da ora, muoviti.
    Bisbigliò poi, mentre che apriva la maniglia della taverna, era tutto il giorno che non mangiava e non vedeva l'ora di sfamarsi. L'interno era un po come se lo immaginava; tanta brutta gente a partire dai clienti fino alle donne che si scambiavano, oramai un po troppo oltre d'età per potersi vendere senza che i clienti non si fossero prima riempiti di alcool.
    Ciaaaao
    Fu la voce improvvisa d'una donna che s'era pressoché buttata a ridosso di Akira; tuttavia Danzou fu sufficientemente veloce per afferrarle il polso; le dita della donna erano a meno d'un millimetro dalle tasche del Kaguya. La donna non ebbe nemmeno il tempo di giustificarsi che l'uomo aveva stretto il polso talmente forte da spezzarglielo, per poi rifilarle, mentre che era in ginocchio, un calcio di piena pianta nel viso. La donna s'accosciò urlando per terra avendo una maschera di sangue. I presenti rimasero tutti indifferenti, tranne le donne che si tennero a debita distanza. Con Danzou non si scherzava, ciò era chiaro oramai.
    Occhio ai tuoi beni, ragazzino.
    Bisbigliò verso il Kaguya mentre che s'accomodò con lui al bancone.
    Abbiamo fame e sete.
    Danzou liquidò così un soggetto vecchio e grasso dietro al bancone, che gli servì birra e carne. Senza neppure chiedere cos'era, Danzou lasciò una manciata di Ryo sul banco iniziando a mangiare, invitando il compagno a fare altrettanto.
    Per ora limitati a studiare il luogo, a parlare ci penso io.
    Concluse il Kiriano bisbigliando, cercando un cenno di consenso da parte del Kaguya.

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    Nonostante i miei sforzi riuscii a malapena a chiudere occhio durante la traversata marina: non appena mi assopivo leggermente, ecco che Reena compariva portando con sé tutti i mostri che popolavano i miei incubi e davano vita ai più tremendi orrori del mio animo, costringendomi a svegliarmi di soprassalto. Era già qualche giorno che ero riuscito a dormire sonni tranquilli e pensavo che finalmente quelle nefaste creature immaginarie si fossero decise ad abbandonare il mio subconscio, ma evidentemente non era così. Sospettavo che buon gioco avessero avuto le parole di Danzou e il discorso che avevo tenuto con lui lungo la via per il porto, anzi, ne ero sicuro. Se per un qualche miracolo ero appena riuscito a prendere sonno, ci pensò un forte battere di una mano sul portone seguito da una vocina sommessa a svegliarmi in men che non si dica: «S-signore, siamo giunti a destinazione». Mi alzai di scatto nel sentire quei rumori e mugugnai una qualche risposta in direzione del marinaio, mentre mi schiarivo le idee passandomi una mano sulla faccia. Mi alzai in piedi e mi sgranchii la schiena, leggermenta contrita per via della scomoda branda su cui avevo dovuto adattarmi per quelle poche ore. Dopodiché, evocai nuovamente la Tecnica della Trasformazione riassumendo il mio collaudato aspetto di mercenario senza scrupoli:
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    Consumo: 1

    Cercai di assumere la stessa aria cupa e minacciosa che avevo tenuto in precedenza e, dopo aver fatto un grosso respiro, varcai la soglia immettendomi nel corridoio che dava sul ponte. Una volta tornato all'aria aperta mi fermai un momento ad assaporare l'aria pulita che contrastava enormemente con quella pesante e viziata che si respirava sottocoperta, e gettai un occhio sul porto di Oshizo e sulle sue luci. *Ci siamo, è qui che si nasconde quel nugolo di banditi e tagliagole. Riesco quasi a sentirli che si agitano frenetici fra i vicoli come uno sciame di insetti che cerca spasmodicamente una nuova preda da spolpare... Ma troveranno ben di meglio, per loro sfortuna.* Sentii il rumore di una porta che si chiudeva e voltandomi vidi Danzou uscire dalla penombra del corridoio sottocoperta. Anche lui aveva già ripristinato il suo camuffamento: era ora di andare. Mentre scendevamo dalla nave mi premurai di salutare con cortesia il nostro traghettatore: «Ahem...», cominciai impostando ben bene la voce su toni più bassi rispetto a quelli a me abituali, «E' stato un piacere viaggiare con te, amico, e mi raccomando: attenzione a offrire passaggi agli sconosciuti, in giro c'è gente davvero poco raccomandabile! Ahah!»
    «Hai scoperto qualcosa?», mi chiese Danzou con aria complice una volta scesi. «Macché, quel pover'uomo non sa assolutamente niente... E' solo un semplice marinaio. L'ho torchiato appena e si è tutto impaurito e non ho voluto insistere per non rischiare di far saltare la nostra copertura. Almeno adesso abbiamo la certezza che qualcosa sta davvero succedendo da queste parti, a giudicare dalla sua reazione. Ah, Danzou...», gli chiesi dopo un breve momento di silenzio, «...Secondo te ho esagerato nella parte del cattivo oppure me la sto cavando bene?» Camminando uno di fianco all'altro ci addentrammo nella cittadina portuale per un paio di isolati, finché Danzou non indicò un cartello e propose di fermarci ad una vicina locanda per reperire informazioni e approfittarne per mettere qualcosa sotto i denti. Giunti nei pressi del locale, qualcosa attirò la mia attenzione sentendo delle piccole grida provenire dalla nostra destra: si trattava delle richieste d'aiuto di una giovane ragazza che in quel momento era importunata da quattro bulletti del luogo, che si divertivano a spingerla in qua e in là sussurrandole oscenità nelle orecchie. Se qualcuno non fosse intervenuto subito per lei sarebbe potuta anche finire peggio. Con la rabbia che mi montava in testa cambiai direzione deciso a cambiare i connotati di quei quattro pezzenti, ma Danzou mi trattenne per un braccio: «Non fare cazzate pivello, andiamo. Non possiamo permetterci di sputtanarci già da ora, muoviti.» «Ma...!», provai a controbattere, ma dopo una manciata di secondi mi arresi di fronte alla logica schiacciante delle sue parole: due mercenari che si preoccupano di salvare una ragazzina indifesa dalle angherie di quattro bulletti del luogo era una cosa mai vista, e non avrebbe mancato di attirare l'attenzione di chi ci stava attorno. Decisamente contro il criterio di "segretezza" che la nostra missione ci imponeva. *Mi dispiace...*, sussurrai mentalmente alla ragazza mentre entravo nella locanda a seguito del mio compagno. L'interno era esattamente quello che mi sarei aspettato da un locale della peggior specie: brutte facce ovunque, uomini poco raccomandabili dietro ogni angolo, per la maggior parte ubriachi fradici o fra le braccia di qualche signora dalla dubbia rispettabilità. Neanche il tempo di fare quattro passi all'interno che una di queste donne mi saltò letteralmente addosso salutandomi con enfasi. Io rimasi completamente spiazzato di fronte ad un tale atteggiamento tanto che non sapevo come muovermi, senonché Danzou intervenne in mio aiuto bloccando la donna per un polso proprio mente stava per infilarmi una mano in tasca nel tentativo di sottrare tutto il mio possibile denaro. Senza mostrare alcuna pietà per la donna di malaffare, Danzou le spezzò il polso e quando la donna cadde in ginocchio le assestò una pedata in pieno viso che le ruppe il naso coprendola completamente di sangue. «Occhio ai tuoi beni, ragazzino.», mi sussurrò. La cosa che mi lasciò sgomento non fu tanto la crudeltà della reazione del mio compagno, quanto il fatto che la cosa era passata praticamente inosservata da parte degli altri avventori. *Evidentemente scene come questa sono all'ordine del giorno...*, pensai mentre scavalcavo il corpo sofferente della donna e prendevo posto al bancone accanto a Danzou, che nel frattempo aveva gettato qualche moneta all'oste in cambio di due porzioni di carne e due boccali di birra. Il Kiriano si gettò immediatamente sul pasto invitandomi a fare altrettanto, e tra un boccone e l'altro mi lanciò un messaggio: «Per ora limitati a studiare il luogo, a parlare ci penso io.»
    «Sì, forse è la cosa più saggia...», convenni con lui, «In queste situazioni sembri essere molto più a tuo agio, per così dire, di me. Solo una cosa: ti ricordo che al momento abbiamo l'aspetto di due scafati mercenari più o meno della stessa età, quindi se riesci evita di chiamarmi "ragazzino", "pivello" e quant'altro in posti dove qualcuno potrebbe sentirci», dissi mentre ingoiavo una boccata di carne e tracannavo un po' di birra nel modo più volgare che mi riusciva. «Ora do un'occhiata in giro poi ti faccio un segno in caso trovi qualcosa di interessante». Con l'aria più anonima possibile mi spostai leggermente sullo sgabello in modo da avere una visuale più completa della sala intorno a noi: in un primo momento sembrava difficile individuare una o più persone dall'aria più losca rispetto alle altre, fra ubriaconi e giocatori d'azzardo non si sapeva davvero da che parte cominciare. Fu allora che la fortuna decise di venirmi in aiuto, e si presentò nella figura di un vecchio balordo dall'aria piuttosto rubiconda e vissuta che entrò ballonzolando dalla porta principale. Incuriosito seguii con lo sguardo la figura dell'individuo, che si fermò nei pressi di un tavolo da gioco dove quattro tizi dall'aria piuttosto scusa stavano giocando a carte. Si tolse il cappello come in segno di saluto e dopo che gli fu concessa una minima attenzione bisbigliò qualcosa nell'orecchio di uno dei quattro. Questi parve proprio che avesse ricevuto una notizia importante, perché subito si sporse in avanti verso il centro del tavolo per riferire ai compagni e poi si alzò per sparire dietro ad una porta laterale poco distante. Continuando ad osservare il gruppetto con la coda dell'occhio riferii quanto accaduto al mio compagno:
    «Da' un'occhiata leggermente dietro di te, sulla destra, quei quattro seduti al tavolo da gioco di cui uno in piedi piuttosto grassoccio. Quello è appena entrato bisbigliando qualcosa nell'orecchio di quello sulla sedia ora vuota, che subito ha riferito agli altri ed è sparito dietro a quella porta laterale. Che ne dici?»

    SPOILER (click to view)
    Stato
    ChakraFisicoMentale
    114Ottimali.Concentrato.
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Campanellini (5)
    Shuriken (20)Veleno debole (2 dosi)
    Carte Bomba (5)Fili Metallici (10 m)
    Senbon (18)-
    Indossato
    Arma PesanteLame Retrattili da PolsoRetratte
    Arma LeggeraKusari-FundoLegata al fianco sinistro
    Fodero--
    Fodero--
    Altro--
    Note
    Senbon avvelenati, campanellini legati ai senbon.


    Edited by Masterzaga - 18/1/2011, 23:38
     
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