Missione Akira Kaguya

Livello C

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  1. "Il Principe Azzurro"
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    Missione a Servizio di: Paese dell'Acqua
    Mandante della Missione: Mizukage
    Esecutore della Missione: Akira Kaguya
    Punto d'Interesse Residenza del Daimyo, Repubblica dei Samurai
    Ore: 08.00


    Caro ninja, quest’oggi ho un compito per te. Il rappresentate del daimyo del nostro paese deve fare un viaggio d'affari fino alla repubblica dei samurai. Il percorso è comodo e non dovrebbero esserci particolari intoppi ma Takashi, il rappresentante del daimyo, è una figura che conosce molto bene il daimyo stesso e le sue ricchezze. Questo lo rende preda di eventuali banditi che puntualmente tentano di rapirlo per estorcergli informazioni e visto che il viaggio che andrà ad affrontare lo porterà lontano dal villaggio e fuori dal paese dovrai scortarlo e assicurare la sua incolumità. Takashi sarà scortato dai suoi due samurai di fiducia quindi non sarai completamente solo a proteggerlo. Non dovrebbero esserci particolari pericoli, solo qualche samurai e al massimo qualche mukenin del rango genin ma sempre in numero ridotto. Vista l'incertezza delle forze nemiche è stato deciso di inviare un chuunin per le sue capacità strategiche e di combattimento. Non credo ci sia bisogno di dire che fare una buona impressione sul rappresentante del daimyo porterà benefici a tutto il paese. Quindi trattalo col dovuto rispetto.

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    Nelle missioni in singolo non vi è alcun compagno con il quale alternarsi le risposte, dovrai dunque fare tutto tu in un unica risposta. Non avere alcuna fretta a rispondere, prenditi anche più giorni poiché la missione dev'essere fatta ben nel dettaglio, curando con attenzione anche l'aspetto dei combattimenti ed i nemici che avrete difronte, non più facili da sopraffare.
    - Non verrà corretta finché non segnalata nell'apposito topic, poiché è permesso farla "man mano" e dunque editare il primo messaggio in ogni momento.
     
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    Narrato, *Pensato*, «Parlato», «Parlato Altri», «Parlato Takashi», *Pensato Lumache*.


    *Una missione in solitaria?*, pensai riavvolgendo la pergamena che il classico ANBU mi aveva appena consegnato. Rilessi mentalmente la decina di righe in cui il Mizukage spiegava in cosa sarebbe consistito il mio compito. *Sono addirittura stato assegnato alla protezione del rappresentante del Daimyo... A quanto pare la buona riuscita dell'ultima missione con Danzou ha riportato in alto le mie quotazioni in fatto di affidabilità. Tsk.* Ripensai brevemente a Danzou e all'ultima, pericolosa missione in cui avevamo dovuto scontrarci di nuovo con uno Special Jounin, dal quale eravamo riusciti a scappare riportando entrambi gravi ferite. Fortunatamente un buon Ninja Medico è in grado di curare quasi ogni tipo di ferita ed infatti ora il mio corpo era in perfette condizioni. O quasi. La malattia non era qualcosa che si potesse curare con la semplice Arte Medica, ma imponendomi qualche severa limitazione ero comunque in grado di svolgere la mia attività di Ninja ad un buon livello di efficienza. Diedi un'occhiata all'orologio in cucina: mancavano poco più di quindici minuti all'orario indicato per l'incontro con il signor Takeshi. *Sarà meglio che vada. Ma prima...* Salii al piano di sopra ed entrai silenziosamente in camera da letto. Mi spogliai togliendomi di dosso la tenuta da riposo e presi a vestirmi con cura in vista della missione imminente: dopo aver indossato un paio di pantaloni scuri e la tunica chiarissima, mi fissai polsi e caviglie con alcune bende e mi legai la borsa alla vita. Presi la Kusari-Fundo e la fissai alla cintura sul lato sinistro del corpo, dopodiché mi applicai ai polsi il meccanismo che nascondeva le Lame Retrattili, testando un paio di volte con rapidi movimenti se il meccanismo fosse ben oliato ed efficiente. Come ultima cosa, presi il coprifronte con inciso il simbolo di Kiri e me lo legai al braccio sinistro. Uscii dalla camera con passo felpato e mi diressi in punta di piedi in quella accanto in cui dormiva Yuhwa, mia sorella maggiore. Mi sedetti sul bordo del letto e le scostai una ciocca di capelli dal viso spostandogliela dietro ad un orecchio. Addormentata com'era sembrava ancora più bella, ma soprattutto pareva serena e felice. In realtà sapevo benissimo come i miei comportamenti recenti l'avessero messa a dura prova e quanto soffrisse per la malattia che mi stava divorando, e per questo non volevo più lasciarla sola. Non più. Per molto tempo era stata lei a prendersi cura di me ma ora era giunto il momento di ripagare il favore e di concederla quella serenità che si meritava per la splendida persona che era. Le diedi un bacio sulla guancia e le sussurrai qualche parola prima di partire: «Devo andare, Yuhwa, sogni d'oro...» Feci per alzarmi dandole le spalle ma poi sentii che con una mano aveva afferrato una delle mie.
    «Dove stai andando?»
    «Mi mandano di nuovo in missione. Questa volta sono da solo, mi hanno assegnato la custodia del rappresentante del daimyo in viaggio verso la Repubblica dei Samurai. Niente di preoccupante, nella missiva è catalogata come una banale missione di livello C.», le risposi sorridendo e contraccambiando la sua stretta.
    «Sta' attento», borbottò ancora mezza addormentata.
    «Non preoccuparti, dai», le dissi mentre mi piegavo di nuovo per baciarla in fronte, «Sarà una passeggiata! Ora devo andare: riguardati, sorellina!»
    E la lasciai fra le coperte ancora piuttosto intontita. *Chissà perché era così stanca... Non vorrei che ieri sera sia uscita di nuovo con Kenji. Finché si tratta di lanciarmi una sfida ok, ma se poi ne approfitti per provarci con mia sorella... Brrr, preferisco non pensarci.*
    Uscii di casa passando dalla cucina dove presi una mela da sgranocchiare durante il tragitto fino all'albergo in cui alloggiava il signor Takeshi. Era una classica mattina a Kirigakure, e un sole pallido faticava a fare capolino fra i leggeri ma costanti banchi di nebbia che appestavano l'aria intorno al villaggio e le zone circostanti. Mentre mangiavo la mela non potei fare a meno di ripensare al torsolo tutto mangiucchiato che Danzou mi aveva lanciato contro al momento di raccogliere la sfida nei pressi dell'Arena. Sorrisi a me stesso: *Ehi, ma che mi succede? Questa mattina ho proprio la testa fra le nuvole... Concentrato sulla missione!*, pensai mentre lanciavo ciò che restava della mela in un cestino ai margini della via. Arrivato a destinazione, in un albergo di lusso non distante dal quartiere in cui dimoravo, chiesi informazioni al pian terreno e venni reindirizzato nella camera occupata dal signor Takashi e le sue gue guardie. Arrivatovi di fronte, mi diedi una ripassata ai capelli e agli indumenti per poi bussare alla porta. Dopo qualche secondo un uomo venne ad aprirmi preannunciato da passi pesanti provenire dall'interno della stanza. Si trattava di un Samurai che dimostrava poco più di quarant'anni, vestito di tutto punto e una mano all'impugnatura di una delle due Katana che portava alla cintura: aveva capelli e barba ben curati, un fisico tozzo ma robusto e la carnagione bruciata dal sole, sul volto i tratti induriti di ha assistito a molte battaglie.
    «Sì?», chiese con aria sospettosa.
    «Sono lo Shinobi affidato alla protezione del signor Takashi, sono venuto per prendere parte alla scorta che lo accompagnerà lungo la via per la Repubblica dei Samurai».
    L'uomo sembrò abbastanza stupito dalle mie parole e si limitò a dire un «Un momento solo», prima di richiudermi la porta in faccia. Dall'interno si udirono confabulare un paio di voci confuse: probabilmente stava informando al suo superiore del mio arrivo. Come ipotizzato, infatti, dopo qualche secondo la porta si riaprì e il Samurai mi invitò ad entrare: «Prego». Era decisamente un uomo di poche parole.
    Al mio ingresso nella stanza notai immediatamente il lusso della camera messa a disposizione dall'albergo: evidentemente tutti tenevano a fare buona impressione sul rappresentante del daimyo nella speranza che in futuro potesse garantirgli un certo tipo di favori o raccomandazioni di vario genere. Al centro della stanza vi era un uomo seduto ad un delicato tavolino intento a gustare del thè in una raffinata tazzina da cerimonia: era vestito in maniera piuttosto elegante, con indosso un lungo kimono blu impreziosito da numerose volute azzurrine che ricordavano la spuma delle onde marine, e teneva i lunghi capelli neri raccolti in uno chignon simile a quello utilizzato dai Samurai. Aveva il volto pulito fatta eccezione per i baffi e un pizzetto ben curati, e portava al dito un pesante anello con un'enorme pietra rossastra, a prima vista un rubino. Dietro di lui, c'era un ragazzo che osservava qualcosa al di fuori della finestra e che voltò distrattamente lo sguardo verso di me al momento del mio ingresso. Anche lui indossava l'abbigliamento tipico dei Samurai e portava due Katana alla vita; Non doveva avere più di venticinque anni, eppure era completamente calvo senonché dalla nuca partiva una folta e lunga treccia di capelli corvini che gli giungeva fino a metà schiena. Il signor Takeshi terminò di bere il suo thè e si asciugò lentamente la bocca con un tovagliolo ricamato in tinta con la raffinata tovaglia che ricopriva il tavolino, e bevve un sorso d'acqua da un bicchierino lì accanto. Solo allora si decise a rivolgermi la parola, e lo fece in tono sprezzante.
    «Tsk, un ragazzino?», sembrava quasi che sputasse ogni singola parola con sommo sdegno mentre mi squadrava dalla testa ai piedi, «Chiedo un'ulteriore scorta al Mizukage contro i numerosi nemici che attentano alla mia vita, e tutto quello che il Mizukage può offrirmi è un giovane senza nemmeno la barba? Tutto questo è ridicolo!»
    Inarcai un sopracciglio prima di rispondere cercando di dimostrare quanta più calma possibile. «Questa missione è stata valutata come una normale operazione di livello C ed un Chuunin della mia esperienza è stato valutato più che sufficiente per l'occasione. Anzi, l'unico motivo per cui mi hanno mandato qui è che non vi è certezza sul numero di nemici che potrebbero attaccarci altrimenti avrebbero potuto benissimo mandare due semplici Genin a proteggerla. O forse sta dicendo, Signore, che il Sesto Mizukage è uno stupido e che i suoi uomini saprebbero proteggerla meglio di quanto potrei fare io?»
    «Non solo ne sono convinto, ma lo ribadisco! I miei uomini potrebbero farti a fettine in un solo istante, ragazzino. Ora sparisci, e di' al Mizukage che un uomo della mia levatura sociale e politica va preso in maggiore considerazione quando fa una richiesta!»
    *Speravo lo dicessi.*, pensai mentre la mia bocca si piegava in un ghigno. Lanciai una rapida occhiata ad entrambe le guardie e una di loro, quella più anziana, sembrò presagire qualcosa ma prima ancora che potesse mettere mano alla Katana ero già scattato in avanti e avevo puntato una lama retrattile alla gola del signor Takeshi. *Spero che questo piccolo stratagemma funzioni oppure saranno guai quando il Mizukage verrà a sapere che ho aggredito il rappresentante del daimyo...*
    «Beh, davvero un'ottima protezione, non c'è che dire», dissi all'orecchio del signor Takashi, che deglutì osservando la lama che si appoggiava minacciosa alla sua carne, «Si rende conto che, se solo non fossi qui per proteggerla ma fossi un sicario inviato per ucciderla, a quest'ora lei sarebbe già morto?»
    Aspettai qualche secondo perché le parole facessero effetto e poi mi ritrassi, rimettendo la Lama Retrattile al suo posto. «Le assicuro che sia io che il Mizukage abbiamo a cuore il buon esito di questa missione, Signore. Ma ciò che le chiedo per poter lavorare al meglio con lei e i suoi uomini è massima fiducia e rispetto delle mie capacità. Può fare questo, Signore?»
    «S-sì, posso.», rispose Takashi massaggiandosi la gola con una mano, improvvisamente impallidito.
    «Molto bene, allora siamo d'accordo», ripresi con fare immediatamente più pratico, «A proposito... Lei si fida delle sue guardie, Signore?»
    Takashi rispose con un po' più di vigore mentre le guance cominciavano a riprendere colore dopo il grosso spavento patito: «S-se mi fido dei miei uomini? Certo che mi fido di loro! Se non fosse stato per loro in più di un'occasione, in questo momento non mi troverei qui a conversare con te».
    «Da quanto tempo sono al suo servizio?»
    «Komura è con me da una vita ormai, saranno... Quanti anni sono, Komura?»
    «Sette anni, Signore. Sette anni di servizio fedele», rispose il Samurai più anziano gonfiando il petto per l'orgoglio. Aveva una voce bassa e profonda che esprimeva solidità così come ogni altro particolare del suo aspetto. Sembrava una vera roccia, un compagno su cui poter sempre contare.
    «Che mi dice dell'altro, invece?», chiesi indicando il giovane dalla lunga treccia che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
    «Yukio è con me da meno di un anno, ma non ho alcun motivo per dubitare delle sue intenzioni».
    «Non ne dubito, non ne dubito», dissi portando una mano alla borsa, «Permettetemi allora di verificare la vostra identità, vi dispiace?»
    Mostrai ai presenti il kunai che tenevo fra le dita.
    «Che cosa significa?», intervenne Yukio, il ragazzo dai lunghi capelli. Aveva una voce calda e vibrante, che forse lasciava trasparire un segno della passione con cui si gettava nelle battaglie e il fervore con cui prestava fede ai propri compiti.
    «Niente di pericoloso, si tratta soltanto di pungervi leggermente con la punta di questo kunai per verificare se non siete Shinobi nemici sotto mentite spoglie, oppure cloni. Dovete sapere che esistono tecniche in grado di mutare l'aspetto di un ninja ma che svaniscono al minimo danno ricevuto. Quindi causandovi una piccola ferita potrò essere certo che nessuno si è sostituito a voi nel tentativo di avvicinarsi al signor Takashi per poi colpirlo al momento opportuno».
    Dopo la spiegazione nessuno sembrava avere particolari rimostranze da fare, e in pochi secondi stillai ad entrambe le guardie una minuscola goccia di sangue che mi permise di accertarmi della loro reale identità.
    «Bene, direi che possiamo andare», dissi rimettendo a posto l'arma nella borsa, «A proposito, il mio nome è Akira Kaguya, lieto di essere al vostro servizio».

    Il tempo che Takashi e le sue guardie preparassero un piccolo bagaglio e fummo in viaggio. Essere il rappresentante del signore feudale aveva i suoi vantaggi, mi accorsi, e con una semplice richiesta ci furono messi a disposizione tre buoni cavalli per il tragitto che ci separava dal porto più vicino. Procedemmo al trotto in fila indiana: per primo avanzava il giovane samurai dalla lunga treccia, poi io, il signor Takashi ed infine il samurai più anziano. Fu un viaggio all'insegna del silenzio e della quiete, cosa che non potè che farmi piacere: in quel modo avrei potuto dedicarmi con più tranquillità all'ideazione di una strategia per evitare che il signor Takashi diventasse preda di qualche agguato o attacco a sorpresa. Dalle brevi occhiate che ogni tanto lanciavo al rappresentante del Daimyo mi accorsi che era ancora abbastanza scosso dal trattamento che gli avevo riservato poco prima; con mia grande fortuna quella piccola dimostrazione di forza aveva colto nel segno e ora potevo, con ogni probabilità, godere della fiducia dell'uomo che ero stato incaricato di proteggere. Ciò avrebbe potuto risparmiarmi tante di quelle seccature che in un primo momento avevo temuto di dover affrontare, pensai con un sospiro di sollievo.
    *Dunque, vediamo... Il viaggio del signor Takashi è tutt'altro che segreto, anzi, è quasi un evento più che manifesto date le importanti faccende di cui deve discutere con il daimyo della Repubblica dei Samurai. A causa della sua vicinanza con il daimyo del Paese dell'Acqua il signor Takashi è in possesso di molte informazioni riservate che fanno gola a molti, intenzionati a rapirlo se non ucciderlo pur di entrare in possesso di quei segreti. Da qui la necessità di assumere un'ulteriore protezione oltre alle normali guardie del corpo di cui si è circondato temendo il peggio. E qui entro in gioco io... Dopo la scenetta di poco prima si aspetteranno tutti che io mostri grandi doti strategiche e tutto il resto. Dobbiamo riuscire a disorientare gli eventuali nemici e agire nella massima segretezza... Ci sono!*
    «Ehi, Kaguya», disse il signor Takashi interrompendo il flusso dei miei pensieri, «Come pensi di fare a proteggermi dai banditi e dai pirati che ci attaccheranno? Hai in mente un piano oppure farai leva solamente sulla forza bruta?»
    Tirai leggermente le redini del cavallo per osservarlo con un sorriso enigmatico: «Di questo, Signore, ne parleremo al momento opportuno. Non manca molto infatti, non sente l'odore del mare? Ormai il porto è a pochi passi da qui».
    Dopo pochi secondi, infatti, cominciarono a spuntare dalla linea dell'orizzonte i tetti delle prime case, segno che il porto era ormai vicino. Ci addentrammo nella via principale della cittadina portuale incamminandoci a passo lento verso un albergo in cui avremmo potuto sostare per qualche tempo prima della partenza. Fissammo i cavalli ad un palo davanti all'edificio ed entrammo nella sala principale; c'era un gran via vai di persone, il che testimoniava come avessimo scelto l'albergo migliore del piccolo porto. Numerosi clienti andavano e venivano dei piani superiori portando con sé un gran numero di valigie e merci, seguiti a ruota da altrettanti inservienti che si adoperavano per soddisfare tutti i loro bisogni e necessità. Pur essendo ancora un porto mediamente piccolo, di recente stava assumendo il ruolo di crocevia fondamentale per chiunque volesse raggiungere o partire da Kirigakure via mare, rendendolo spesso gremito di mercanti d'ogni tipo intenti a smerciare la propria mercanzia. Si diceva che un tempo, prima dell'ultima Grande Guerra, quel porto fosse di dimensioni molto maggiori alle attuali ma che fosse stato preda di numerosi attacchi nemici volti a minare i rifornimenti delle truppe impegnate sul fronte, oltre ad isolare il Villaggio della Nebbia in vista di un eventuale assedio, che fortunatamente non era mai riuscito ai Villaggi nemici. Prima di passare in testa al gruppetto mi schiarii la voce e urlai a pieni polmoni:
    «Fate largo a Takashi, il rappresentante del Signore Feudale! Inchinatevi di fronte al massimo rappresentante del nostro grande Paese!», mentre parlavo indicavo il signor Takashi con ampi gesti delle braccia e tutti i presenti si girarono verso di noi sgranando gli occhi. *Perfetto.*, pensai sogghignando. Takashi mi si avvicinò afferrandomi per braccio e mi sibilò qualcosa all'orecchio, furente:
    «Ma che diavolo stai facendo? Così chiunque saprà che sono qui e che sto per partire!»
    «Si fidi di me. Ho un piano», risposi liberandomi dalla sua stretta. Mi avvicinai poi al bancone in fondo alla sala dove mi aspettava un inserviente dall'aria impomatata che ci ricevette con grandi onori:
    «Buongiorno, nobili signori, posso fare qualcosa per voi?», chiese esibendosi in un rispettoso inchino. C'era qualcosa nel suo aspetto che lo faceva asomigliare ad un serpente tanto risultavano viscide e false quelle sue galanterie e gentilezze nel tono di voce.
    «Buongiorno a lei. Il mio padrone, il signor Takashi, che come lei ben sa è il rappresentante del nostro Signore Feudale... E' qui per intraprendere un importante viaggio diplomatico e avremmo bisogno di una camera in cui alloggiare mentre ultimiamo i preparativi per la partenza. La camera migliore, se possibile».
    «Certamente, certamente», rispose l'unticcio inserviente leccandosi le labbra, «Ecco a voi la chiave della nostra stanza migliore, seguite il numero indicato e troverete la vostra camera al terzo piano».

    «Mi vuoi spiegare cosa stai facendo!?», irruppe Takashi non appena ci fummo richiusi la porta della camera alle spalle. «Parli tanto di segretezza e poi urli ai quattro venti la mia identità, comincio a chiedermi di nuovo se tu sia all'altezza del compito!»
    Un po' mi aspettavo quella reazione, per cui non mi scomposi troppo di fronte a quelle proteste. La cosa che mi stava lasciando stupefatto era il comportamento dei due samurai che viaggiavano con noi: da quando avevamo lasciato Kirigakure non avevano ancora aperto bocca e non facevano altro che guardarsi intorno con occhi sospettosi. Erano un raro esempio di professionalità e sembrava che stessero prendendo molto a cuore il loro lavoro. Dopotutto, erano pagati perché al signor Takashi non succedesse niente e in caso di fallimento anche la loro ricompensa sarebbe svanita nel nulla. «Non si preoccupi, fa tutto parte del piano. Era fondamentale che si accorgessero del nostro arrivo, altrimenti le nostre mosse successive sarebbero state inutili.»
    «E si può sapere quali sarebbero queste mosse...?»
    «Abbia un po' di fiducia, signor Takashi», gli risposi con un sorriso conciliante, «Ora devo andare a sbrigare un paio di faccende, ma quando tornerò vi sarà tutto più chiaro. Voi due, », aggiunsi rivolto alle guardie del corpo, «Assicuratevi che non gli accada niente nel tempo in cui starò via, ma non credo che qualcuno oserà attaccarci prima della nostra partenza. A tra poco!», e uscii.
    «Accidenti... Non lo sopporto!», gridò Takashi una volta che fui sparito, dando un calcio ad una sedia.
    Tornato fra le strade del porto mi diressi immediatamente verso il molo alla ricerca di una nave fra quelle ormeggiate che potesse fare al caso nostro. Ne scelsi una che aveva tutta l'aria di essere una di quelle grosse imbarcazioni dedite al trasporto di merci lungo le rotte commerciali, e avvicinatomi chiesi informazioni sul Capitano a un paio di scaricatori di merci che si stavano adoperando nel caricare a bordo diverse casse. A quanto pareva stavano per salpare, forse la fortuna ci assisteva. I due mi indicarono con un cenno il ponte della nave e così salii a bordo alla ricerca del mio uomo. Lo riconobbi quasi immediatamente dal modo in cui stava sbraitando ai suoi sottoposti che ricordava molto quello di un militare: aveva un fisico magro e asciutto, la carnagione stranamente chiara per essere un uomo di mare e una barbetta appena accennata ad incorniciargli il viso. Sembrava un uomo piuttosto duro e a dispetto di qualche ruga non dimostrava più di una quarantina di anni, sebbene dovesse averne sicuramente di più. Schiaritomi la voce per attirare la sua attenzione mi presentai facendo in modo che notasse bene il coprifronte che portavo legato a un braccio e gli chiesi se aveva qualche minuto per parlare in privato. Dopo aver borbottato qualcosa sul tempo che passava troppo in fretta e le merci che erano in ritardo l'uomo acconsentì e ci spostammo nella sua cabina. Ne riemersi circa un quarto d'ora dopo con l'aria piuttosto soddisfatta: ero riuscito a convincerlo a sostenere la piccola recita che avremmo messo in scena di lì a poco e questo era un aspetto fondamentale del mio piano. Avevo dovuto alleggerire e non di poco il sacchetto di denaro che portavo con me, ma almeno avevo raggiunto il mio obiettivo. Avevamo una nave.
    Il passo successivo sarebbero stati gli abiti e l'equipaggiamento. Fortunatamente lì al porto era presente una piccola Armeria, di dimensioni modeste ma ben fornita, e decisi di farci un salto prima di continuare con l'elenco delle cose da fare. Dato che i pericoli sarebbero arrivati prevalentemente dal mare sarebbe stato opportuno munirsi di un'arma che potesse colpire i nemici a distanza, magari da un'imbarcazione all'altra, per impedirgli di avvicinarsi troppo al signor Takashi e svolgere la missione con il tasso di rischio minore possibile; rimasi indeciso per qualche secondo di fronte all'arzillo vecchietto dietro al bancone finché non mi ricordai di quanto mi ero sentito a mio agio nell'abbattere i nemici con arco e frecce all'interno dell'accampamento nei pressi di Oshizo, così decisi di acquistarne uno tutto mio. Fissatami la faretra alla schiena e riempita fino all'orlo di frecce, vi fissai anche l'arco e feci per andarmene. Il mio sguardo ricadde però su un capo d'abbigliamento particolare: un paio di guanti. Erano neri, molto semplici e poco costosi; decisi di prenderli come gesto simbolico per quanto riguardava il mio voto di non utilizzare la mia Innata finché Juza non avesse scoperto una cura... O finché non fossi riuscito a scoprire qualcosa di più sul portentoso siero della donna di nome Reena: finché li avessi indossati avrei ricordato la promessa fatta, e non avrei ceduto. Ritornato per le strade con le mie nuove armi che mi penzolavano dalla schiena, feci rotta verso un negozio di abbigliamento di seconda mano che avevo notato quando eravamo arrivati. Spiegai alla commessa che cercavo degli abiti da lavoro preferibilmente usati e poco appariscenti e come sperato la merce seppe fare al caso mio; acquistato tutto l'occorrente lo feci impilare in un sacco che mi misi in spalla accanto alla faretra. Nel frattempo, il signor Takashi aspettava impaziente il mio ritorno.
    «Si può sapere dove diamine sei stato per tutto questo tempo!? Devo assolutamente raggiungere la Repubblica dei Samurai per tenere un'importante colloquio diplomatico, non abbiamo tempo di starcene in questo squallido porto a bighellonare e andare in giro a fare compere!», disse sbraitando il rappresentante del daimyo.
    *Le continue lagne di quest'uomo cominciano ad irritarmi.* «Non si preoccupi, signore, finalmente le sarà tutto chiaro», dissi sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi mentre depositavo il sacco a terra, «Vi presento... Noi stessi!»
    *Kage Bunshin No Jutsu!*
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    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra
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    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu, infatti consiste nella creazione di copie dotate di consistenza fisica e in grado di provocare danni reali. Avranno inoltre tutto l'equipaggiamento ad eccezione di Armi di Lancio ed Accessori monouso. Eventuali Armi Leggendarie saranno clonate ma non disporranno di alcun potere o capacità. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più chakra. Il vero punto di forza però è che i cloni, non appena vengono annullati, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze riscontrate durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu (Il costo dei Jutsu viene scalato dall'originale)
    Numero cloni evocabili: Chuunin 4; Sp Jounin 8; Anbu 12; Jounin 16
    Consumo: 8

    Accanto a me apparvero quattro copie identiche a me in tutto e per tutto, tre delle quali si affrettarono a modificare il loro aspetto per adattarsi ai fini del loro compito.
    *Tecnica della Trasformazione!*
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    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione x3
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    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1

    In questo momento ognuno dei presenti aveva dinnanzi a sé una copia esatta di sé stesso: c'erano due samurai dalla lunga treccia, due veterani dall'aria rocciosa, due rappresentanti del daimyo con tanto di baffi e pizzetto ed infine due Akira. Mi schiarii la voce mentre mi apprestavo ad illustrargli il mio piano con un pizzico di orgoglio:
    «Loro saranno la nostra esca. Spacciandosi per noi noleggeranno un'imbarcazione avendo cura di farsi notare così che ogni pirata e brigante da qui alla Repubblica dei Samurai si concentri sull'inseguirli. Nel frattempo, noi quattro ci spacceremo per semplici marinai indossando questi», dissi gettando ai tre gli indumenti che avrebbero dovuto indossare di lì a poco, «E viaggeremo a bordo di una nave mercantile in cui nessuno, fatta eccezione per il Capitano con cui ho già avuto modo di parlare, sarà a conoscenza della nostra vera identità. In questo modo potremo affrontare il viaggio in tutta tranquillità senza preoccuparci di eventuali attacchi visto che tutte le attenzioni del nemico saranno concentrate su questi cloni. Qualche domanda...?»
    Ci fu un momento di silenzio, in cui i tre osservarono gli indumenti logori che gli avevo gettato con aria perplessa.
    «Starai scherzando, spero?»
    «Certo che no. Su, forza, indossate quegli abiti! E mi raccomando: si tolga tutti quegli anelli e ninnoli vari, sono oggetti poco comuni per dei semplici braccianti e potrebbero far saltare la nostra copertura», dissi liquidando con un gesto le deboli proteste del signor Takashi. Se da un lato quest'ultimo cominciò a cambiarsi tra un mugugnio e un borbottio, i due samurai fecero spallucce e indossarono la loro nuova tenuta senza alcun problema apparente. Porsi loro due fagotti allungati dove avrebbero potuto riporre le loro spade senza destare sospetti e gli chiesi anche se potevano sacrificare una delle due katana che ognuno portava alla vita perché potessero essere utilizzate dai miei cloni. Temetti che una richiesta del genere potesse essere eccessiva per un uomo dedito al Bushido, ma con mio grande sollievo scoprii che ne possedevano entrambi una "d'ordinanza" di poco valore e una personale. Le due armi meno preziose finirono quindi legate alla cintura dei cloni con le sembianze dei samurai. A questo punto non mi restava che alterare il mio aspetto a mia volta.
    *Tecnica della Trasformazione!*
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    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
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    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1

    «Perfetto», dissi mentre ammiravo il mio nuovo aspetto di marinaio scafato: ora avevo uniformato la mia età a quella di un uomo sulla trentina, con i capelli piuttosto spettinati e una folta barba scura. Tutto il mio equipaggiamento ninja era stato celato al di sotto delle mie nuove sembianze illusorie. «Ora non resta che un ultimo particolare prima di partire: Kuchiyose no Jutsu!»
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    Kuchiyose No Jutsu
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    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi di rango Chuunin in poi. Non in particolare per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza, in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano d'una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versare, anche una minuscola, goccia del proprio sangue per poi formare la serie di sigilli necessari per l'esecuzione della tecnica, che sono i seguenti:
    Tigre, Lupo, Gatto, Cane, Cavallo, Pecora, Falco, Toro.
    Consumo: 10

    Lumache Irritanti
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    La loro lunghezza raggiunge 1 metro. La loro larghezza raggiunge i 50 centimetri.
    E' un gruppo di tre lumache minute che non hanno grandi abilità sensoriali e/o nello scontro fisico.
    Sono molteplici i metodi per utilizzare in modo astuto tali lumache, uno è mandarle in avanscoperta, grazie alle loro piccole dimensioni. Sono capaci di comunicare con chiunque la Lumaca desideri tramite telepatia, e la sua specialità sta nel fatto che tutte le lumache possono comunicare anche a chilometri e chilometri di distanza fra di loro. Hanno lievissime capacità curative, danno infatti un sollievo immediato a ferite lievissime se la lumaca vi è appoggiata sopra.

    Evocai due lumache lunghe circa un metro, a cui rvolsi telepaticamente un saluto: la prima andò ad accoccolarsi sulle spalle del clone che aveva mantenuto il mio aspetto mentre io aiutai la seconda ad infilarsi nel sacco, ormai vuoto, che aveva contenuto gli abiti da marinaio rimediati poco prima. *Dovrai startene nascosta qui dentro per un po', si tratta di una missione in incognito e non posso rischiare di rivelare la mia natura di ninja.*
    «Queste creature ci permetteranno di mantenere i contatti fra i due gruppi per rimanere costantemente informati su eventuali attacchi portati dal nemico. Direi che possiamo dare inizio alle danze!»
    Con un cenno d'assenso le quattro copie uscirono dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle, dirette al porto visibile da una delle due finestre della grande camera. Con soddisfazione li osservai mentre si facevano strada tra la folla annunciando a gran voce la partenza di Takashi verso la Repubblica dei Samurai: tutto stava andando alla perfezione, e con un pizzico di fortuna saremmo riusciti ad evitare ogni tipo di scontro indesiderato. I quattro presero a noleggio una piccola imbarcazione e presero immediatamente il largo verso il mare aperto. Spostatomi di fronte alla seconda finestra, la quale dava su una strata laterale rispetto a quella su cui dava la facciata principale dell'albergo, la spalancai e caricatomi sulla schiena una delle due guardie scesi correndo lungo il muro e lo depositai a terra. Ripetei l'operazione altre due volte con il signor Takashi e il samurai più anziano. Dopodiché, mi misi in spalla il sacco contenente la mia lumaca e ci dirigemmo anche noi verso il porto. In quel momento, non appena i quattro cloni avevano lasciato la sala d'attesa dell'albergo, il viscido inserviente che ci aveva ricevuti scrisse frettolosamente qualcosa su un foglietto e lo consegnò ad un ragazzo suo sottoposto perché lo consegnasse a qualcuno. Se avessi potuto vedere la sua espressione mentre il foglio cambiava di mano, avrei potuto giurare che fosse piacevolmente convinto di aver appena tradito il signor Takashi.
    Giunti di fronte a quella che sarebbe stato il nostro vascello per raggiungere la Repubblica dei Samurai, mostrai al nostromo le carte di riconoscimento che mi aveva dato il Capitano della nave e ottenemmo il permesso di salire a bordo. Venimmo subito indirizzati sottocoperta dove ci venne mostrata la nostra cabina: si trattava di una stanza piuttosto piccola, considerato il fatto che tutti e quattro avremmo dovuto alloggiare in quel piccolo loculo, ma fortunatamente il viaggio non sarebbe durato più di un paio di giorni. Posai il sacco sulla mia brandina e lo aprii quel tanto che bastava perché la mia lumaca potesse avere aria sufficiente per respirare, poi dopo averle fatto una piccola carezza ritornammo tutti sul ponte. Nel tragitto fra la cabina e il ponte della nave mi raccomandai con i compagni: «Mi raccomando, ricordate che nessuno a parte il Capitano sa della nostra vera identità quindi cercate di comportarvi come dei veri marinai».
    Ciò che avevo prudentemente omesso con il signor Takashi era il fatto che oltre ad essermi alleggerito non di poco le finanze messe a disposizione dal Mizukage per questa missione avevo dovuto promettere al Capitano che non saremmo stati dei pesi morti al fine del viaggio ma che avremmo contribuito attivamente come dei veri marinai a bordo del vascello. Quando il capitano in seconda cominciò ad impartirci ordini su quelli che sarebbero stati i nostri compiti per quella giornata, il signor Takashi strabuzzò gli occhi e riuscii a bloccarlo con un'occhiataccia un istante prima che cominciasse ad inveire contro il marinaio in nome del suo alto rango sociale e politico. Sembrava si fosse offeso a morte per il fatto di doversi abbassare a svolgere il lavoro di un uomo comune e temevo che avrei dovuto sorbirmi le sue lamentele per tutta la notte, ma preferii accantonare momentaneamente questo pensiero e mi dedicai attivamente all'ammainare le vele insieme ad un paio di compagni. Il signor Takashi venne incaricato di pulire il ponte insieme al samurai più giovane, mentre il più anziano venne mandato a lavorare giù nelle cucine come aiuto-cuoco. Le prime ore di viaggio trascorsero relativamente tranquille e procedemmo spediti sfruttando un forte vento di poppa che ci permise di bruciare le tappe su quelle che erano le previsioni per la durata totale della traversata fino alla Repubblica dei Samurai. Periodicamente mi recavo sottocoperta per interrogare la lumaca sulla posizione dei cloni e sugli eventuali attacchi che potevano aver subito, ma ogni volta ricevevo sempre la stessa risposta: nessun nemico in vista, la navigazione procedeva secondo i tempi previsti. Da un lato ciò era positivo, ma la calma piatta che sembrava regnare su quel mare non poteva non lasciarmi un vago senso d'inquietudine a livello inconscio: se davvero la protezione del signor Takashi aveva richiesto l'intervento del Villaggio della Nebbia, perché nessuno aveva ancora cercato attaccare il mio drappello di copie camuffate? Sperai che quell'inquietudine non presagisse niente di brutto. Quella notte, quando rientrammo tutti in cabina per andare a dormire, dovetti sorbirmi come previsto le lamentele del signor Takashi:
    «Tutto questo è ridicolo! Un uomo del mio livello, un politico vicino al Daimyo del nostro Paese costretto a comportarsi come un marinaio qualunque in mezzo alla gente comune...!»
    «Ma dico, è impazzito!?», risposi fulminandolo con lo sguardo mentre gli tappavo la bocca con una mano prima che potesse fare danni maggiori, «Le ricordo che siamo sotto copertura, signore! Se si mette ad urlare a quest'ora della notte saremo sicuramente scoperti, e allora chissà che qualuno non decida di tradirci rivelando la nostra posizione a qualche bandito in attesa di farle la pelle!»
    Il signor Takashi tacque un attimo mentre mi allontanavo da lui. «I-io... Riferirò del tuo comportamento al Mizukage, Kaguya. Esigo di essere trattato come si confà ad un uomo del mio rango!»
    «Adesso basta!», sbottai, «Lo vuole capire che qui c'è in gioco la sua vita? La mia sola presenza qui dovrebbe farle capire che non è una situazione da prendere alla leggera, la prego quindi ancora una volta di fidarsi di me e non le accadrà niente».
    «Tsk», si limitò a sbuffare il rappresentante del daimyo prima che nella stanzetta calasse un silenzio piuttosto pesante. A romperlo fu il samurai più giovane, chiedendo informazioni sul viaggio dei miei cloni. Dal momento che non avevo niente di eclatante da raccontare, la conversazione si concluse dopo un paio di minuti e potemmo andare tutti a dormire. Durante la notte feci strani sogni, in cui mi trovavo su una piccola imbarcazione in compagnia del signor Takashi e delle due guardie armate, era buio, e d'improvviso un vascello senza insegne si avvicinava a noi con il chiaro intento di abbordarci. Un'orda di banditi della peggior specie ci assaltò e all'unisono cominciammo a dare battaglia: la cosa curiosa era che sia il signor Takashi e che i due samurai si muovevano alla mia stessa maniera e combattevano ad un livello incredibile, oserei quasi dire paragonabile al mio. Insieme colpivamo i nemici a ripetizione e schivavamo con facilità i loro deboli e molli affondi, tipici di chi non ha mai ricevuto un addestramento ninja. Inaspettato, giunse un forte dolore alla schiena. Mi contorsi, soffrii, e poi più niente. Mi svegliai tutto sudaticcio e corsi allarmato al sacco su cui nelle ore notturne la lumaca poteva riposare senza bisogno di stare nascosta e cercai di mettermi in contatto con i cloni dall'altra parte del collegamento telepatico con la sua compagna. *Per favore, prova a metterti in contatto con i cloni! Ho bisogno di un aggiornamento sulle loro condizioni.*
    Dopo qualche secondo di silenzio la voce squillante della lumaca mi entrò nella mente per rifermi il messaggio della sorella: *Uno dei tuoi cloni riferisce: "Questa notte siamo stati attaccati da un vascello nemico! Nessun Mukenin a bordo, comunque, si trattava soltanto di un vasto gruppo di comuni brigandi e pirati da quattro soldi. Avresti dovuto vedere le loro facce quando siamo scattati tutti quanti per colpirli uno dopo l'altro! O forse l'hai visto anche tu, visto che uno di noi, quello che aveva mantenuto le nostre normali sembianze, è stato colpito alle spalle da un furfante... Ora che siamo rimasti soltanto in tre, per mantenere la copertura ho rilasciato la mia Henge e ora sto impersonando io "Akira", non penso che se dovessero attaccarci di nuovo faranno caso al numero di samurai che accompagnano il falso signor Takashi. Lì a bordo come procede? Tutto secondo i piani?*
    *Sì, diciamo di sì. Per il momento la nostra copertura tiene e il viaggio procede senza intoppi, anche se aver a che fare con il signor Takashi è davvero un peso... Non fa altro che lamentarsi tuttto il tempo; sospetto sia da diverso tempo che non si sporcava le mani di sudore e olio di gomito. Per ora direi che è tutto, ci aggiorniamo tra qualche ora. Buon vento.*
    Dopo aver chiuso il collegamento con il mio doppio, uscii cautamente dalla cabina per verificare che ore fossero e mi accorsi con piacere che il sole stava sorgendo. Tempo di svegliare quel pelandrone di Takashi e i due samurai per una nuova giornata di sano lavoro in nave; se tutto fosse andato come previsto avremmo raggiunto la Repubblica dei Samurai entro il pomeriggio. Arrivati a quel punto fortunatamente il mio compito sarebbe temrinato, dal momento che la Repubblica aveva messo a disposizione un'ingente scorta per far arrivare il rappresentante del Daimyo sano e salvo a destinazione una volta messo piede sul loro territorio. Proprio in quel momento la maggior parte dei marinai si stava destando dal sonno e il ponte cominciava a riempirsi di uomini stanchi e assonnati che si rimettevano al lavoro controvoglia. Tornai sottocoperta e mi infilai direttamente nella mia cabina. Per prima cosa nascosi la lumaca nell'abituale sacco che lasciai semiaperto, dopodiché svegliai delicatamente il signor Takashi e i due compagni perché ci dirigessimo tutti sul ponte per l'assegnazione dei compiti giornalieri. Takashi e il samurai più anziano furono in piedi entro un paio di minuti mentre il ragazzo più giovane, quello con la lunga treccia scura, sembrava volersi concedere ancora qualche minuto di sonno. Probabilmente pensava che su quella nave i rischi che il suo superiore venisse attaccato fossero molto bassi, segno che a quanto pareva si fidava del mio operato. Il compagno più anziano ed esperto, invece, manteneva una vigilanza costante che non lo faceva mai separare dal signor Takashi più di quanto non fosse strettamente necessario per non far saltare la nostra copertura. Non che temessi un qualche attacco a sorpresa, mi sembrava strano che qualcuno potesse aver intuito la mia strategia, ma a livello puramente ideologico tendevo a condannare l'atteggiamento del samurai più giovane e ad elogiare quello del suo compagno. Vigilanza costante. Era soltanto quello che permetteva ad un ninja di uscire vivo anche dalle situazioni peggiori e avrei fatto bene a ricordarlo anche in futuro se non volevo rimetterci la pelle prima del tempo. Non che mi fosse rimasto molto da vivere, sia chiaro, ma almeno ero deciso a non farmi fregare ulteriormente da quel giudice crudele che fino a quel punto era stata la Vita. Fu quando io, il signor Takashi e il samurai salimmo sul ponte che ci trovammo di fronte all'inaspettato.
    «Bene bene bene, cosa abbiamo qui? Degli ospiti inaspettati».
    Mi pietrificai allungando un braccio alla mia destra per impedire al signor Takashi di procedere oltre. Davanti a noi si presentava una delle poche scene che avrei voluto evitare con tutto me stesso durante quella missione: una ciurma di pirati aveva assaltato la nave e ora teneva quasi tutti i marinai in pugno, le spade puntate alla gola. L'uomo che aveva parlato aveva l'aria di essere abbastanza importante all'interno della ciurma, o almeno così si considerava dato il suo tono di voce: doveva avere sui quarant'anni, fisico emaciato e un occhio coperto da una benda consunta. *Accidenti!*, pensai mordendomi un labbro mentre cercavo di far lavorare la mente il più in fretta possibile, *Sono qui per Takashi? Ma come hanno fatto a scoprire che ci trovavamo su questa nave!? >Credevo di aver svolto tutto alla perfezione...! Dannazione, saranno almeno una ventina: prima di tentare un qualche attacco è bene che cerchi di analizzare la situazione con lucidità.* Mentre cercavo di fare mente locale, l'uomo con un occhio solo fece un cenno a due manigoldi che si avvicinarono puntandoci una spada allo stomaco.
    «Portatelì là con gli altri», disse indicando il resto dell'equipaggio ammassato a ridosso dell'albero maestro, «Sapete, una cosa? Non pensavo che abbordare la vostra nave si sarebbe rivelato così semplice: un'intero vascello mercantile che viaggia completamente sguarnito di armamenti di qualsiasi tipo, confidanto nella provvidenza divina! Ahah! Svaligiare i vostri magazzini sarà più semplice del previsto. Ma prima,», disse facendo un nuovo cenno ad uno dei suoi, «Che ne dite di alleggerirvi un po' le tasche? Ora il signor Kurama passerà per perquisirvi, vi prego di non opporre resistenza alcuna. Se vi comporterete come si deve nessuno si farà male e saremo spariti entro un'ora».
    Un lampo di comprensione mi si accese nel cervello in seguito alle parole del pirata e bandito: *Ma allora non sanno niente di noi e del signo Takashi, sono semplici ladri di beni mercantili! E' davvero una fortuna... Se rimaniamo immobili e assecondiamo le loro richieste dovremmo riuscire a scamparla senza grossi problemi. Dopotutto, il mio compito è proteggere la vita e la persona del signor Takashi, non impedire che queste persone vengano derubate. Il capitano è già stato più che lautamente ricompensato per la nostra presenza a bordo, quello che sta succedendo ora non mi riguarda. Credo proprio che... Ma che diavolo!!?*
    Volgendo lo sguardo sulla destra riuscii ad intravedere la figura del samurai più giovane che si affacciava cautamente dal corridoio che portava sottocoperta, evidentemente allarmato. *Così finirà per farsi scoprire, quel cretino!* Fortunatamente i nostri sguardi si incrociarono e riuscii a persuaderlo dal fare qualsiasi cosa a suon di occhiatacce. Il samurai mi lanciò un'occhiata d'intesa e poi sparì nei meandri della nave, diretto chissà dove. *E adesso dov'è andato...?* Non c'era tempo per interrogarsi sul destino del samurai, perché una voce poco distante da me mi costrinse a voltarmi allarmato:
    «Oooh, cos'abbiamo qui nascosto?»
    Si trovava di fronte al signor Takashi, e aveva appena scovato un ciondolo dorato che portava al collo sotto i vestiti da semplice marinaio. Il ciondolo portava impresso il simbolo del Daimyo del Paese dell'Acqua. Trasalii. *Quel deficiente di Takashi... Speriamo che questo pirata sia abbastanza ignorante da ignorare cosa stia stringendo tra le mani...* Ma purtroppo le mie speranze vennero immediatamente disattese:
    «Ehi, capo», disse rivolgendosi all'uomo con un occhio solo, «Sono sicuro che questo gingillo piacerà sicuramente al Capitano! C'è inciso il simbolo del Daimyo del Paese dell'Acqua! Sono sicuro che questo qui è un pezzo grosso che voleva giocare a nascondino...», concluse con un ghigno malevolo rivolto al signor Takashi, che d'improvviso era diventato tutto paonazzo. Forse, si stava rendendo conto delle conseguenze a cui stava portando la sua stupida vanità. *Merda!* Non c'era più tempo per esitare, per sperare che quella banda di balordi se ne andasse senza farci del male, e tutto per colpa di quel vanesio di Takashi! Dovevo intervenire subito o per lui sarebbero stati guai: feci scattare con un unico movimento le lame retrattili e scattai portando il braccio sinistro in avanti puntando alla gola del pirata di fronte a Takashi. La resistenza della carne fu debole, quasi nulla, e conficcai la lama in profondità nella gola dell'uomo che cadde quasi immediatamente a terra mentre copiosi schizzi di sangue sgorgavano dalla ferita mortale. Ormai starsene nascosti non aveva più alcun senso, e colsi l'occasione per sciogliere la Tecnica della Trasformazione e rivelare così il mio vero aspetto di ninja. «Avete attaccato la nave sbagliata», dissi mentre assumevo una posizione accucciata simile a quella di un animale che sta per avventarsi sulla preda. «Lasciate immediatamente quest'imbarcazione oppure sarà peggio per voi!» Tutti intorno a me erano paralizzati, i marinai dallo stupore per l'improvviso cambio di scenario e i pirati dal terrore del trovarsi di fronte un ninja come avversario.
    «Uno Shinobi!?», gridò l'uomo con un occhio solo, «Folle, tu sei solo e noi siamo una ciurma intera! Fatelo a pezzi, uomini!»
    Con un grido scomposto mi si avventarono contro tre pirati armati di sciabola: schivai il primo fendente scostandomi di lato e deviai il secondo facendo scorrere la lama nemica lungo una delle mie fino a fargli aprire un'importante falla nella difesa del pirata che sfruttai senza indugi, trafiggendogli il petto con l'altro braccio. Scattai all'indietro e mi preparai a sostenere l'attacco frontale del terzo uomo che calò un pesante fendente dall'alto verso il basso, e per pararlo dovetti incrociare le lame ad un'altezza di poco superiore al volto. Approfittando del momento di vuoto dato dal colpo fallito, diedi un calcio al pirata in pieno stomaco che volò indietro di un paio di metri andando a cozzare contro due compagni. Il pirata con un occhio solo assunse un'aria furiosa e non esitò a mandarmi contro un numero maggiore di uomini, sempre più decisi a farmi fuori prima che potessi fare troppi danni.
    «Tieni duro, arrivo!», disse Yukio irrompendo dalla destra con la katana sguainata. Lanciò una seconda spada al proprio compagno ed assunse anch'egli una posizione di difesa. «Scusa il ritardo, ma non riuscivo a trovare i fagotti in cui avevamo nascosto le armi». Sorrisi a quello che da quel momento sarebbe diventato il mio compagno di battaglia. «Non preoccuparti, ora pensate a difendere Takashi!»
    Lo scontro riprese sempre più feroce con un numero sempre maggiore di pirati che si avventava contro di noi: Yukio e il suo compagno dimostravano di saperci ben fare con le loro spade e riuscivano a fronteggiare i banditi che gli si lanciavano contro, mentre il signor Takashi cercava di farsi piccolo piccolo nella speranza che tutti si dimenticassero di lui. Io cercavo di non allontanarmi troppo dal rappresentante del daimyo e al contempo di eliminare più nemici possibili, ma erano davvero tanti e noi eravamo in netta inferiorità numerica. Ne ebbi la prova definitiva quando sentii un grido provenire da un punto cieco e quando mi voltai non potei fare nulla per evitare il colpo in arrivo; alzai istintivamente un braccio davanti al colpo e ci ricavai un taglio mediamente profondo all'avanbraccio sinistro. Nel momento in cui abbassavo la guardia in preda ad un leggero spasmo di dolore qualcuno mi colpì con un calcio al costato facendomi cadere a terra dolorante. «Sei finito, bastardo!» Vidi l'uomo che mi aveva mandato al tappeto avvicinarsi minaccioso con una pesante mannaia tra le mani: subire un colpo da un attrezzo simile non sarebbe stato bello per niente. «Te lo puoi scordare!», gli urlai di rimando mentre con un calcio alle caviglie lo mandavo gambe all'aria. Con un colpo di reni mi rimisi in piedi e non ebbi esitazione alcuna quando fu il momento di calare l'affondo finale per eliminare quel nemico dal fisico possente. Mi sarebbe infinitamente piaciuto testare il mio nuovo arco per sfoltire il numero dei nemici, ma il fatto che la ciurma fosse così ben nutrita ci costringeva a combattimenti a medio-corto raggio ben poco adatti all'utilizzo di un arma dalla lunga gittata come un arco. *Accidenti,*, pensai ansimando tra un affondo e l'altro. Ormai i miei abiti cominciavano a tingersi di rosso in un miscuglio di sangue mio e dei nemici uccisi. *Sono davvero troppi! Ho bisogno di ricorrere ai rinforzi...!* Con un solo gesto dissolsi i miei tre cloni rimanenti e le due lumache, ormai inutili, e chiamai a raccolta il chakra per una nuova tecnica di moltiplicazione del corpo: *Kage Bunshin No Jutsu!*
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    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra
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    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu, infatti consiste nella creazione di copie dotate di consistenza fisica e in grado di provocare danni reali. Avranno inoltre tutto l'equipaggiamento ad eccezione di Armi di Lancio ed Accessori monouso. Eventuali Armi Leggendarie saranno clonate ma non disporranno di alcun potere o capacità. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più chakra. Il vero punto di forza però è che i cloni, non appena vengono annullati, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze riscontrate durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu (Il costo dei Jutsu viene scalato dall'originale)
    Numero cloni evocabili: Chuunin 4; Sp Jounin 8; Anbu 12; Jounin 16
    Consumo: 8

    Creai all'istante quattro mie copie che subito mi affiancarono con un'espressione decisa in volto. «Tu, metti in salvo il signor Takashi!», dissi ad uno dei quattro. Questi scattò alla massima velocità e caricatosi in spalla un terrorizzato Takashi saltò giù dalla nave atterrando sul pelo dell'acqua, momentaneamente al di fuori del conflitto in atto. «Bene, ora preparatevi a morire! Kirigakure No Jutsu!»
    SPOILER (click to view)
    Kirigakure no Jutsu - Tecnica del Velo di Nebbia
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    Villaggio: Kirigakure No Sato
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    E' una tecnica segreta del Villaggio della Nebbia, ed anche se di basso livello è una delle più rappresentative dell'intero paese. La tecnica genera una nebbia fittissima che delimita il campo visivo di coloro che sono al suo interno; i soggetti non vedranno nulla oltre i due metri; l'unico modo per vedere attraverso tale nebbia è essere in possesso del Byakugan.
    La tecnica s'estende per un raggio di cento metri ed ha una durata di quattro turni, almeno che l'utilizzatore non la dissolva prima.
    Consumo: 2

    In seguito alla leggera immissione di chakra una pesante coltre di nebbia avvolse l'intera nave e le zone circostanti, oscurando la vista di tutti coloro che si trovavano al suo interno. Con somma soddisfazione ascoltai le grida spaventate e turbate dei pirati che si chiedevano cosa diamine stesse succedendo. Io e i tre cloni rimasti al mio fianco chiamammo a raccolta nuovo chakra e ci concentrammo totalmente sull'ambiente intorno a noi.
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    Muon Satsujin - Tecnica dell'Omicidio Silenzioso x4
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    Villaggio: Kirigakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa tecnica viene utilizzata in condizioni di visibilità scarsa o assente, come in un luogo buio o nei pressi di fitti banchi di nebbia. La tecnica consiste nell'individuare l'avversario utilizzando sensi alternativi alla vista, come l'udito o l'olfatto, e quindi muoversi silenziosamente attaccandolo, facendo leva sull'effetto sorpresa.
    Il fiuto dello Shinobi è paragonabile ad un neo Genin del Clan Inuzuka, non sarà dunque possibile identificare con precisione dov'è l'avversario ma si riuscirà a capire se è vicino o lontano. Nel caso si segua una traccia di sangue si potrà però individuare sempre grazie al fiuto, con massima precisione l'avversario. L'udito risulta essere maggiormente sviluppato, e permette allo Shinobi di percepire persino il battito cardiaco dell'avversario. La capacità nel focalizzarsi in un rumore è elevata ed una carta-bomba potrebbe distogliere l'attenzione dell'utilizzatore, ma solamente per pochi istanti. Nel caso vi siano presenti numerosi soggetti, come cloni d'entità fisica, l'utilizzatore potrebbe facilmente sbagliare bersaglio visto che sono rumori "simili". L' olfatto sottoterra o in acqua è completamente inutile e l'udito potra essere utilizzato solo contro avversari in movimento.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Dopo qualche secondo potevamo percepire ogni singolo odore, suono e rumore, perfino il battito cardiaco di chi ci stava intorno. Scattammo ognuno in una direzione diversa per dedicarci allo sterminio il più in fretta possibile. Con i nemici spaventati e privati parzialmente di vista e udito abbatterli era un gioco da ragazzi: bastava un semplice fendente per recidere giugulari e una leggera spinta per penetrare a fondo nella carne cercando punti vitali per colpire. Ognuno di noi sapeva benissimo come muoversi e qual era il proprio compito, e lo portammo a termine con spietata efficienza. Di quelli che si rivelarono essere circa una trentina di pirati nessuno rimase in piedi nel giro di pochi minuti. Mi fermai ansimando per lo sforzo fisico e l'ingente consumo di chakra per mantenere attivo l'Omicidio Silenzioso e sciolsi la tecnica contemporaneamente alla nebbia, e così fecero i miei cloni. Davanti agli occhi dell'equipaggio della nave si preentò una vero e proprio campo di battaglia: i corpi erano ammassati quasi l'uno contro l'altro sul ponte mentre il legno si era ormai macchiato del sangue versato. Mi guardai le mani e le lame retratili sporche anch'essere di quel sangue: non sentivo niente. Proprio quando stavo per volgere lo sguardo verso i due samurai, rimasti anche loro profondamente colpiti dal mio operato, sentii una voce urlare alle mie spalle:
    «COME HAI OSATO!?»
    Mi voltai. In piedi sul parapetto della nave stava quello che aveva tutta l'aria di essere uno Shinobi dato l'abbigliamento: aveva poco più di trent'anni, la carnagione scura e gli occhi di un azzurro quasi glaciale, ed esibiva in fronte il coprifronte rigato di Kirigakure. *Un Mukenin! Quello dev'essere il capitano dei pirati, probabilmente era rimasto indietro convinto che il suo intervento non sarebbe stato nemmeno necessario per rapinare questi poveri marinai.*
    «Ti farò pagare caro l'affronto per aver sterminato la mia ciurma e mi prenderò la tua vita!»
    Sogghignai mentre già componevo alcuni sigilli. «Non penso che ne avrai il tempo: Endan!»
    SPOILER (click to view)
    Katon: Endan - Palla di Fuoco
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    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    L'utilizzatore con questa tecnica può creare una Palla di Fuoco di due metri per due che si dirigerà verso il bersaglio ad una velocità medio/alta oltre che ad essere di rapida esecuzione. Al contatto essa causerà un ustione media.
    Consumo: 4

    Sputai dalla bocca una grossa palla di fuoco che diressi contro l'ultimo pirata superstite, deciso a farlo fuori in men che non si dica. «Katon?», mi derise il Mukenin, «Non hai speranze contro di me, ragazzino! Mizurappa!!»
    SPOILER (click to view)
    Suiton: Mizurappa - Colpo dell'Onda
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    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica permette all'utilizzatore di "sparare" un forte getto d'acqua dalla bocca una volta eseguiti i sigilli opportuni. La tecnica ha un raggio di otto metri per tre ed arriva a causare ferite medie.
    Consumo: 4

    Dopo aver composto anch'egli una rapida serie di sigilli emise un forte getto d'acqua che andò ad impattare contro la mia palla di fuoco. Inutile dire che il vantaggio elementale fu determinante e la mia sfera infuocata venne miseramente annullata dall'attacco nemico. Ma in un certo senso quasi lo speravo. Mentre emettevo il getto di fuoco, infatti, due delle tre copie che combattevano al mio fianco scattarono ai lati e colsero il nemico alla sprovvista trapassandolo uno da destra e uno a sinistra. Sorrisi vedendo che la strategia per sfruttare la superiorità numerica aveva funzionato ma quasi immediatamente lo Shinobi colpito si sciolse in una pozza d'acqua lasciando le mie copie con un palmo di naso. *Un clone acquatico!?*
    «Proprio così, pivello! Sei miooo!!!»
    Mi girai di scatto e vidi il Capitano dell'ormai defunta ciurma pirata acquattato lungo l'albero maestro grazie all'utilizzo del chakra scagliarsi in caduta libera contro di me, poco distante da lui. Stese un braccio in avanti e notai che dal guanto che portava sbucavano tre artigli d'acciaio che minacciavano di farmi a fettine se solo mi fossi lasciato colpire. Cercai di mantenere la calma e attesi l'utlimo istante utile per schivare l'attacco: mi abbassai quel tanto che bastava per impedire agli artigli di tranciarmi la testa e tesi a mia volta il braccio in avanti accumulando nel palmo della mano sinistra una grande quantità di chakra.
    SPOILER (click to view)
    Yashi no Burēka - Palmo Demolitore
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    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Taijutsu
    Questo è un semplice ma potente colpo di palmo. L'utilizzatore concentrerà il chakra in una mano per poi espellerlo tutto in un colpo al momento dell'impatto con l'avversario. La tecnica non causerà molti danni superiori a un normale colpo di palmo ma, in compenso, potrà scaraventare in aria il nemico fino a quindici metri di distanza per poi percorrerne altrettanti rotolando a terra. Nella fase di caduta quindi si riporteranno diverse ferite da impatto anche a seconda del tipo di suolo. Inoltre se non si finirà a terra ma direttamente contro un muro o un albero i danni saranno ancora maggiori.
    Consumo: 4

    Colpii l'uomo esattamente all'altezza dello sterno e lo spedii in aria ad altissima velocità. Il pirata andò a sbattere contro la torre di vedetta distruggendola parzialmente per via dell'elevata velocità con cui l'avevo colpito e poi prese a cadere verso il terreno senza nemmeno la forza per reagire, evidentemente provato dal doppio colpo ricevuto. A circa sei metri da terra venne afferrato da qualcosa di rapido e scuro, e spostando lo sguardo alla mia destra vidi il terzo mio clone che l'avvolgeva con la Kusari-Fundo, la prima arma che comprai ancora Genin. Dopo averlo afferrato per la vita il clone diede un violento strattone che fece crollare il Mukenin violentemente al suolo con un forte gemito. Gli si avvicinò con passo spedito e, dopo averlo rivoltato schiena a terra, gli sferrò un calcio al volto rompendogli il naso. Dopodiché, mentre l'avversario ormai sconfitto urlava di dolore, prese ad avvolgerlo con la catena. Ritrassi le lame retrattili e mi trascinai a passo lento verso il parapetto della nave tenendomi il braccio ferito con una mano mentre il costato mi mandava periodiche e fastidiose pulsazioni dolorose: probabilmente mi ero incrinato qualche costola, ma non sarebbe stato un problema per un ninja medico rimettermi in sesto. Mi sporsi dal parapetto e chiamai il quarto e ultimo clone, quello che portava il signor Takashi sulle spalle, perché risalisse a bordo. Era davvero finita.



    «...E fu così che riuscii a sgominare la ciurma nemica, Mizukage-sama. Sarebbe stato meglio se il signor Takashi mi avesse dato retta e si fosse tolto tutti gli indumenti che potevano farci riconoscere, così non sarei stato costretto ad uccidere quelle persone. In ogni caso, dopo aver gettato in mare i corpi dei pirati e dato alle fiamme il loro vascello, giungemmo senza problemi alle coste della Repubblica dei Samurai. Lì, come previsto, ci aspettava un drappello di samurai addestrati perché prendessero in consegna Takashi e le sue due guardie. Giunti alla fine del percorso insieme, il rappresentante del daimyo mi ha stupito quando si è lasciato andare a pacati ringraziamenti nei suoi confronti. A quanto pare le forti emozioni provate gli hanno fatto aprire gli occhi in fatto di riconoscenza verso il prossimo, se posso permettermi, signore. Per quel che mi riguarda il viaggio di ritorno è stato piuttosto tranquillo, dal momento che i marinai che in principio avevo dovuto pagare perché ci concedessero di salire a bordo si sono dimostrati così riconoscenti per averli salvati dalla minaccia pirata da offrirmi un passaggio per Kirigakure, che si è dimostrato davvero piacevole. Per una descrizione più dettagliata dell'accaduto la rimando a questo rapporto scritto, signore. Se non ha altre rilevanze da farmi notare ora gradirei fare un salto in infermeria per farmi controllare queste costole: sono già passati un paio di giorni ma continuano a farmi male. Le porgo i miei saluti, Mizukage».

    SPOILER (click to view)
    Stato
    ChakraFisicoMentale
    43Stanco. Ferita da taglio media al braccio sinistro, forte contusione al costato sul fianco destro con due costole leggermente incrinate.Stanco.
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Campanellini (5)
    Shuriken (20)Veleno debole (2 dosi)
    Carte Bomba (5)Fili Metallici (10 m)
    Senbon (18)Occhio Cibernetico
    Indossato
    Arma PesanteLame Retrattili da PolsoRetratte
    Arma LeggeraKusari-FundoLegata al fianco sinistro
    FaretraArcoRiposto
    FaretraFrecce30
    Altro--
    Note
    Senbon avvelenati, campanellini legati ai senbon.


    Edited by Masterzaga - 14/2/2011, 19:52
     
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    Ninpou: Chojuu Giga

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    Qualche svista qua e là, ma niente di grave.

    Vi mettono a disposizione 3 cavalli, ma voi siete in 4...

    Secondo i miei conti dovresti aver 31 di chakra e non 43...Per evitare errori, nelle missioni in singolo, riporta sempre il charka totale dopo ogni tencica, ad es:
    Henge no Jutusu
    Consumo: 1
    Tot: 115-1= 114

    Scrivi anche il chakra del nemico, quando usa tecniche, come ti avevo detto nell'altra correzione.

    Perché usi l'omicidio silenzioso per 4 quando uno dei tuoi cloni è già fuori dal conflitto?
    Mi spiego meglio...Che senso ha che sia ricorso anche lui a quel jutsu?

    Il combattimento è descritto davvero bene, eccetto per il momento in cui usi il palmo demolitore, in un modo che ritengo un po' improbabile.

    Considerazioni di nessun conto:

    È dal inizio della missione che penso che un mercantile fosse poco adatto XD
    L'aspetto ben curato di Takeshi e le acconciature tipiche dei samurai avrebbero potuto comunque far saltare le vostre coperture. Comunque anche se non avesse indossato il ciondolo, i pirati avrebbero trovato i gioielli perquisendo i vostri alloggi..
    Ps: avresti anche potuto tenere le lumache, invece di dissolverle, per curare eventuali feriti..


    La ritengo comunque un'ottima C, assegnati 250 Ryo e la missione.
     
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2 replies since 27/1/2011, 13:23   222 views
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