Addestramento Akiyama Aburame

Controllo del Chakra

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    Apprendista: Akiyama Aburame
    Sensei: Kisuke Momochi
    Attività: Controllo del Chakra
    Luogo: Konohagakure - Campo d'Addestramento n°2
    Ora: 07.30

    OT:
    In modo maniacale e descrittivo dovrai iniziare la tua avventura. Inizia con come hai ricevuto la notizia del tuo addestramento ed il tragitto per arrivare al luogo stabilito.
    Il luogo dove avverrà l'addestramento lo devi descrivere te; l'importante è che siano presenti alberi ed ingenti fonti d'acqua come un fiume o un lago. Tutto il resto è a libera descrizione. Fai del tuo meglio.
    (Decidi te se una volta arrivato al campo d'addestramento io sia già li o meno; non potrai però assolutamente decidere eventuali mie azioni)
    Inoltre specifico subito che nell'addestramento tu potrai dire solamente cosa tenterai di fare. Non se ci riuscirai; poiché questo sta a me deciderlo.
    - L'esaminatore non è tenuto a scrivere lunghi ed elaborati testi, si limiterà a fare una breve azione dandovi istruzioni su come svolgere l'addestramento. Gli esaminatori infatti svolgono molteplici mansioni e per concludere, non sono loro gli esaminati dunque fate semplicemente del vostro meglio senza prendere come riferimento la complessità dei testi dei Sensei
    Ultime due cose:
    1) Non hai armi
    2) Hai appena terminato l'accademia ed adesso stai facendo l'addestramento per accedere all'esame Genin.
     
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  2. ~ Stillborn
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    Akiyama passava da una mano all'altra, senza sosta, quella busta sulla quale padroneggiava il simbolo di Konohagakure. L'aveva ricevuta il giorno precedente, benchè non avesse visto colui che l'aveva consegnata. Sapeva che gliel'avrebbero recapitata ben presto, avendo terminato pochi giorni prima l'Accademia, eppure, quando l'aveva vista, aveva provato una piacevole sensazione, che ancora non lo abbandonava. Con mente fredda aveva cercato di analizzarla: sembrava un misto di eccitazione, nervosismo, impazienza. Raramente aveva potuto assaporare tali sensazioni, motivo per il quale per lui risultava complicato decifrarle, però conosceva il loro significato e pensava di poterle identificare con ciò che provava in quel momento. Benchè su quella lettera fosse chiaramente scritto che l'orario d'incontro fosse stato prestabilito alle sette e trenta, verso le quattro Akiyama si era seduto al pianoforte, e aveva pigiato quel tasto, quasi magico, il quale suono, come sempre, lo aveva tranquillizato. Il luogo in cui si doveva recare non era molto lontano dalla sua abitazione provvisoria, essendo quest'ultima situata in una delle zone più remote del villaggio.
    A giudicare dalla posizione del sole, che timidamente sembrava fronteggiare l'oscurità del cielo notturno, era quasi arrivata l'ora di incamminarsi. Sistemo con attenzione la busta nella tasca del pantaloni, spense le luci staccando i fili nella piccola stanza sul retro, e uscì.

    Benchè fosse situata nella periferia, quella zona era, solitamente, vivace e luminosa: non mancavano piccoli negozi e locande, dalla quale provenivano voci allegre e tranquille; nelle strade i bambini giocavano sotto lo sguardo vigile delle loro madri. Sebbene tutto questo fosse l'antitesi della vita del giovane Aburame, sebbene fosse stato privato della possibilità di vivere una vita del genere, osservava ciò con un accenna di sorriso, poichè, avendo conosciuto la rabbia e l'ira, apprezzava la serenità della vita mondana. Comunque, in quell'ora in cui luce e ombre si scontravano, poco prima della vittoria del sole, quella strada era solitaria e silenziosa. Non che dispiacesse ad Akiyama: eppure sembrava un luogo totalmente diverso rispetto a quello che sarebbe stato di lì a poco. Senza soffermarsi più di tanto su quella zona, scuotendo leggermente la testa, accellerò il passo e si diresse verso una piccola strada secondaria, abbastanza dissestata, che si inoltrava nel boschetto con il quale terminava la zona. Dato il fatto che ancora i raggi del sole non avevano acquisito abbastanza lucentezza per passare attraverso le fronde degli alberi, quella strada risultava abbastanza fastidiosa da percorrere, per via di buce, alcune abbastanza profonde, altre più piccole, e di massi posti in maniera alternata lungo il percorso. Il solo dirigersi al luogo dell'incontro attraverso quella via poteva essere considerato un ottimo riscaldamento. Il ragazzo, che aveva comunque percorso quella stradina già altre volte, non trovò grosse difficoltà ad evitare quegli ostacoli naturali e a giungere al luogo prestabilito. La via terminava insieme agli alberi, e dava spazio ad una vasta radura al centro della quale era posizionato, quasi adagiato con leggiadria, un lago che rifletteva i primi colpi di luce, occupando più di un terzo della valle. Quest'ultima era delimitata dal boschetto, il quale la circondava creando una cerchio quasi perfetto, con un diametro di circa duecento metri. All'orizzonte il sole sembrava uscire vincitore da quell'eterno conflitto con la notte, e iniziava a farsi strada fra le cime innevate per prendere la sua posizione di regnante al centro del cielo. L'atmosfera che aleggiava in quel luogo possedeva un qualcosa di onirico: una tranquillità quasi eccessiva sembrava frutto di un silenzio millenario, rotto solamente da sporadiche folate di vento. In quel momento una brezza leggera, che accarezzava piacevolmente la pelle, muoveva con delicatezza le foglie degli alberi, portando così la possibilità di assaggiare con le orecchie la melodia che la natura costantemente suona, ma che raramente diventa udibile. Con lo stesso movimento ondulatorio delle foglie i capelli di Akiyama seguivano il ritmo di quella sinfonia, coprendo la fronte del ragazzo, il quale nervosismo aumentava lentamente.

    Cosa sto facendo?

    Respirò. Prese quanta più aria possibile nei polmoni, fino a sentire un leggero fastidio, e poi la espirò tutto in un colpo solo, liberandosene e ricominciando a respirare normalmente. Non era da lui perdere la serenità, eppure vedeva al di là di quei primi passi un qualcosa ben più grande di lui, e ciò lo intimidiva, ma di certo non lo avrebbe rallentato. Scrollò nuovamente il capo, con un vigore leggermente maggiore rispetto a prima, e riacquistò la tipica apatia che aveva fatto sua molto tempo prima. I suoi occhi si spensero, ritornando come sempre, e inizarono a riflettere la luce come specchi vuoti. Fece qualche passo in avanti, mentre l'erba sembrava favorire il suo passaggio lungo quella strada, quasi ad incitarlo. Girò il capo, prima a destra, poi a sinistra, in cerca di colui che lo avrebbe dovuto accompagnare in quello che sarebbe stato l'allenamento del giorno. Alla fine, poco più in là, vicino al lago, scors una sagoma, che, immersa nella penombra, risultava difficilmente distinguibile. Si avvicinò, estraendo dalla tasca la lettera con lo stemma del Villaggio, per poi fermarsi a qualche metro di distanza. Akiyama accennò un saluto rispettoso, ma non cambiò espressione in volto, mantenendo la sua tipica freddezza. Dopodichè attese in silenzio una reazione, senza spostare minimamente lo sguardo.
     
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    Mi svegliai intorno alle 06.40,mi trovavo sul letto di una piccola pensione a Konoha. Qualche giorno prima ero partito da Kiri con l'incarico d'addestrare un apprendista nel controllo del chakra...il primo passo nella carriera di uno shinobi...pensai,in effetti era proprio così.
    Dopo essermi svegliato ci volle qualche minuto per essere in grado di capire che io ero Kisuke Momochi,agitai la testa e dopo essermi sfregato i capelli andai a prepararmi.
    Feci la doccia,madnai giù un boccone e dopo aver preso tutto il mio equipaggiamento mi recai al campo d'addestramento designato. Come la pensione in cui alloggiavo,la strada per arrivare ai campi d'addestramento era sempre la solita,ormai la conoscevo a memoria dopo aver svolto diversi addestramenti a Konoha dunque dopo aver raggiunto la zona non rimaneva che trovare il giusto campo d'addestramento,i quali erano in ordine progressivo,prima i numeri e poi le lettere...il mio oggi è il numero due...forse ci sono già stato...pensai cercando di far mente locale ma non ci riuscì.
    Entrai serenamente nel campo d'addestramento,il quale a differenza degli altri non era recintato ma uno spazio aperto il quale era indicato con un semplice cartello affisso su un albero,sul cartello c'era pure conficcato un kunai,proprio al centro della lettera O...bella mira...pensai divertito anche se era più probabile che fosse opera di un ragazzino.
    Il campo era uno spettacolo,c'era tutto il necessario...ah i campi di Konoha sono i più belli insieme a quelli della repubblica dei samurai ma non raggiungeranno mai il livello di quelli presenti a Kiri...pensai anche se ovviamente era un pensiero un po' di parte.
    Come mia solita abitudine cercai di arrivare un po’ prima al luogo dell'incontro...non mi piace far aspettare le persone,se possibile preferisco evitarlo...infatti arrivai al campo di addestramento numero due che erano le 07.20 circa...sono in anticipo...meno male...pensai per poi andare a sedermi su una roccia vicino al lago e li rimasi in attesa che arrivasse l'apprendista.
    Dopo non molti minuti vidi arrivare un ragazzo...eccolo arrivare...si avvicinava,sicuramente mi aveva già notato,una volta vicino salutò rispettosamente senza proferire alcuna parola. Il ragazzo aveva un aria seria e al contempo cupa...bene,che allegria...aspettai qualche secondo ma il ragazzo si ostinava a fissarmi senza dire una parola...sarà muto?...mi domandai per poi rivolgermi a lui,Ciao,io sono Kisuke Momochi di Kiri,sei tu Akiyama Aburame?!conclusi sperando in una risposta affermativa da parte del ragazzo così da poter iniziare l'addestramento.

    Condizioni:
    Chakra: 150
    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Ottimo

    Equipaggiamento
    Borsa:
    - Shuriken: 20
    - Kunai: 10
    - Kunai di Kiri: 5
    - Carte Bomba:5
    - Radiolina
    - Lima
    - Torcia
    - Filo metallico: 6 metri

    Fodero minore:
    - Lama dal Chakra Bianco,nel fodero

    Armi indossabili:
    - Lame retrattili da polso

    Indossato:
    Armatura di cuoio
    Gilet di kiri:
    - Rotoli Minori(x2):Fuuma Shuriken(x2)
    Fascia:
    - Ombrello Completo
    - Anello Rei:inserito nel pollice destro


    Ok come post iniziale va più che bene ma hai dimenticato lo spoiler finale dove indichi le tue condizioni.

    Ps: cavolo la scrittura piccolissima uccide gli occhi xD
     
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  4. ~ Stillborn
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    Ciao, io sono Kisuke Momochi di Kiri, sei tu Akiyama Aburame?!

    Queste furono le parole della sagoma che si era mostrata ad Akiyama, situata vicino al lago, oramai ben più visibile rispetto a poco prima. Il sole iniziava a troneggiare spavaldo nel cielo limpido, e il canto degli uccelli donava al luogo un area tranquilla e rilassante. La brezza continuava a soffiare e ad accarezzare piacevolmente il volto del giovane, che continuava a scrutare la figura dinanzi a lui. Dopo poco decise di rispondere, incosciamente rilassato dall'atteggiamento sereno dell'uomo che aveva davanti.

    Si, questo è il mio nome. Presumo che lei sarà il mio sensei per quest'oggi, dico bene? E' un piacere conoscerla.

    L'essere formale era sempre stata una specialità del giovane Aburame, e a volte trovava addirittura difficoltà nell'esprimersi con fare colloquiale e informale. Inoltre quella figura gli ispirava un certo rispetto, benchè ne ignorasse, almeno inizialmente, il motivo. Forse quest'ultimo si identificava con il fatto che quell'uomo, essendo lì in veste di sensei, doveva necessariamente avere una certa esperienza nel campo degli shinobi: sicuramente più del ragazzo. Eppure continuava a premere dentro di lui una sensazione fastidiosa, qualcosa che cercava di allontanarlo dalla strada che lo avrebbe portato in guerra, la stessa guerra che lo aveva privato dei suoi genitori. Ma oramai aveva deciso che l'unico modo per affrontare il fantasma di un passato silenzioso ed infimo era riviverlo. Aveva deciso che avrebbe mostrato cos'era la realtà a coloro che combattevano per la gloria, per l'onore. Parole vuote; parole buie, nere; parole prive di qualsiasi cosa; parole che avevano perso qualsivoglia significato per il giovane Aburame. In guerra, fra il sangue ed i cadaveri, non esistono i vincitori, non esistono i perdenti. O si muore o si uccide. O si scappa. Akiyama preferiva, benchè cosciente della tristezza insita nel gesto, coloro che correvano verso la salvezza, piuttosto di coloro che, ignorando la preziosità della vita, si lanciavano verso la morte in nome di ideali trasparenti, di bandiere che illudevano gli stolti.
    Per la terza volta nell'arco di un ora il ragazzo dovette scuotere la testa per ritornare alla realtà. Era un gesto al quale era fin troppo abituato oramai. Deciso ad andare avanti lungo la strada che aveva deciso di intraprendere, con tono basso e piatto disse:

    Iniziamo l'addestramento?

    Condizioni:
    Chakra: 35/35
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato Mentale: Eccellente


    Chiedo venia per l'assenza di materiale all'interno del post ma era una situazione di stallo abbastanza difficile da gestire con le mere descrizioni :sisi: Comunque per il font piccolo, è un abitudine che ho preso per vari motivi. Vedrò di evitarlo xD
     
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    Si, questo è il mio nome. Presumo che lei sarà il mio sensei per quest'oggi, dico bene? E' un piacere conoscerla. fu la risposta del ragazzo...ah meno male...non è muto,se lo fosse stato l'addestramento sarebbe risultato un tantino difficoltoso...pensai ringraziando gli Dei della Nebbia,poi risposi:esattamente sarò il tuo sensei,oggi imparerai a controllare il chakra! dissi preparando il ragazzo,Iniziamo l'addestramento? aggiunse il ragazzo...quanta fretta...ma d'altra parte ha ragione,dobbiamo sbrigarci voglio tornare il prima possibile a casa e anche lui penso...pensai velocemente per poi rivolgermi all'apprendista,si cominciamo subito,allora...dissi lasciando la frase a metà in cerca d'un albero bello grosso e dopo averlo individuato continuai...eccolo,vedi quell'albero...dissi indicando un albero piuttosto alto,circa sei metri con un fusto dal diametro medio di sessanta centimetri...dovrai salirci sopra e arrivare sino in cima! immagino non sia semplice per uno che non lo ha mai fatto ma sappi che quando acquisterai esperienza risulterà essere un azione pressoché automatica. Allora dovrai innanzitutto concentrare una buona quantità di chakra nella pianta dei piedi,fai attenzione perché non dovrà essere insufficiente ma al contempo neanche esagerata,inoltre dovrai rimanere concentrato! avanti fai un tentativo e ovviamente durante la salita non dovrai aiutarti con le mani...ah e presta attenzione! conclusi per poi lasciare libero il ragazzo nel suo primo tentativo.

    Condizioni:
    Chakra: 150
    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Ottimo

    Equipaggiamento
    Borsa:
    - Shuriken: 20
    - Kunai: 10
    - Kunai di Kiri: 5
    - Carte Bomba:5
    - Radiolina
    - Lima
    - Torcia
    - Filo metallico: 6 metri

    Fodero minore:
    - Lama dal Chakra Bianco,nel fodero

    Armi indossabili:
    - Lame retrattili da polso

    Indossato:
    Armatura di cuoio
    Gilet di kiri:
    - Rotoli Minori(x2):Fuuma Shuriken(x2)
    Fascia:
    - Ombrello Completo
    - Anello Rei:inserito nel pollice destro


    Ora tu descrivi il tutto finchè poggi il primo piede sulla corteccia,poi sarò io a decidere se riesci o meno.
     
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  6. ~ Stillborn
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    Dovrai salirci sopra e arrivare sino in cima! Immagino non sia semplice per uno che non lo ha mai fatto ma sappi che quando acquisterai esperienza risulterà essere un azione pressoché automatica. Allora dovrai innanzitutto concentrare una buona quantità di chakra nella pianta dei piedi, fai attenzione perché non dovrà essere insufficiente ma al contempo neanche esagerata, inoltre dovrai rimanere concentrato! Avanti fai un tentativo e ovviamente durante la salita non dovrai aiutarti con le mani... ah e presta attenzione!

    La spiegazione adottata dal sensei fu abbastanza diretta e facilmente comprensibile. Ovviamente tutt'altra cosa sarebbe stata mettere in atto il tutto. Inizialmente l'idea di scalare un albero non aveva preoccupato granchè Akiyama, ma quando nella spiegazione era stato aggiungo quel piccolo dettaglio - l'impossibilità di aiutarsi con le mani - il tutto si era complicato. E non poco. Senza dubbio il giovane Aburame non si aspettava una piccola scalata, ma infondo il punto cruciale del tutto era l'abilità di controllare il chakra.
    Al termine della spiegazione annuì con sicurezza, senza però cambiare espressione nel volto. I suoi occhi rimasero parzialmente vuoti, specchi piatti e buii. Inizio a muoversi lentamente verso l'albero, osservandolo nella sua maestosità. La corteccia, ampia e possente, celava dentro di se la storia di quella zona, di quella valle, di quel lago. Le piacevoli brezze cominciarono a diminuire di intensità e frequenza, fino a cessare del tutto. Gli uccelli smisero di cantare quella melodia mattutina, ed un silenzio quasi inquietante conquistò la vasta radura. Niente si muoveva. Solo Akiyama, che era quasi giunto al punto in cui avrebbe iniziato il tentativo, e, sotto di lui, la soffice erba calpestata, che lentamente riprendeva la sua posizione dopo che i piedi si sollevavano. Si portò ad un metro dalla corteccia, continuando a fissarla, quasi per trovare il punto migliore per iniziare la scalta. Il legno sembrava solido, robusto. Alzo lo sguardo, per focalizzare dentro la sua mente la meta che, teoricamente, avrebbe dovuto raggiungere. Inspirò abbondantemente, per poi soffiare tutta l'aria fuori con relativa lentezza. Il battito cardiaco iniziò a rallentare graduatamente, e tutto intorno a lui ridurre di velocità. I raggi del sole iniziavano a battere insistentemente sopra la testa, fino a diventare fastidiosi, ma dopo poco anche loro scomparvero. Chiuse gli occhi, e inizio a concentrarsi. La meditazione non gli risultava troppo difficile, dato che sin da piccolo si era ritrovato ad affrontare momenti in cui si perdeva nei propri pensieri, in cui cercava di trovare qualcosa, grazie al suo pensiero, dinanzi a lui. Oppure cercava di aggrapparsi a qualcosa dietro di lui, ma ben poco sembrava abbastanza saldo.
    Dopo aver serrato le palpebre, respirò una seconda volta prendendo una grande boccata d'aria con il naso e rilasciandola in una sola volta con la bocca. Tutto si fermò. Tutto scomparve. Tutto divenne nero, tutto divenne bianco; l'attimo e il sempre si alternavano in un vortice di indecifrabile magnificenza; il sole e la luna danzavano nell'acqua. Le immagini si susseguivano, surrealistiche e indescrivibili, una dopo l'altra. La mente di Akiyama divenne il nulla e poi il tutto. Infine una foglia, ove un insetto più grande divora un insetto più piccolo. La natura delle cose, il destino assegnatoci prima di essere pensati.

    Dal caos nasce l'ordine, e dall'ordine nasce il caos.

    Non ricordava dove avesse imparato questo metodo di concentrazione, ma, a suo avviso, funzionava egregiamente. Dopo aver svolto quel processo, che per alcune persone avrebbe solamente portato ad un aumento della confusione e del disorientamento mentale, iniziò la vera fase che precedeva il tentativo. Cominciò a focalizzare nella sua mente i piedi, fissandosi soprattutto sulla pianta di quest'ultimi. Iniziò a creare, sembre sul livello del pensiero, un alone di energia che convogliava il termine dei suoi arti inferiori. Era un'aura tiepida, piacevole, la cui fonte primaria era situata nella parte superiore del pusto. Sentì dentro di se quel flusso, quel flusso che trascende la logica. Indirizzò quel flusso laddove desiderava che arrivasse, controllandolo costantemente, cercando di non esagerare. Consumò non poche energie nel tentativo di distribuire il chakra in maniera uniforme sotto la pianta del piede, concentrandosi sempre di più, focalizzando dentro di se il tentativo, il successo, il fallimento. Poi aprì gli occhi, senza però perdere la concentrazione, continuando a tenere sottocontrollo il flusso, per quanto, ovviamente, gli fosse possibile, dato il fatto che non aveva assolutamente esperienze sotto questo punto di vista. Poggiò il piede destro sul tronco, cercando di creare un collegamento tramite il chakra fra la corteccia e il piede stesso. Quando sentii, o almeno gli parve di sentire, che il flusso di chakra avvolgeva il piede passando anche per la corteccia, mise in tensione i muscoli della gamba sinistra, e si diede una spinta, cercando di appoggiare il piede sinistro sul tronco, e cercando di rimanere in equilibrio. Già prima della spinta aveva messo in tensione gli addominali, così da non sentire eccessivamente il peso della forza di gravità nell'eventualità in cui fosse riuscito nel tentativo di far aderire in maniera corretta anche il piede sinistro. In quell'attimo, come raramente accadeva, sperò in qualcosa. Sperò nel successo.

    Condizioni:
    Chakra: 35/35
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato Mentale: Estremamente concentrato
     
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    Dopo la mia semplice spiegazione il ragazzo annui con sicurezza,aveva dato segno che gli era tutto chiaro...beh se ha già capito come funziona il procedimento siamo apposto ma dubito riesca a trovare la giusta quantità di chakra già primo tentativo...stiamo a vedere...pensai per poi rimanere in attesa. Ero curioso di vedere che cosa il ragazzo avrebbe fatto,il primo tentativo era quello che delle volte aiutava ad identificare un ninja...sarà uno da teoria da pratica?...mi domandai.
    Il ragazzo iniziò a concentrarsi,si stava veramente concentrando a fondo...mmh si impegna realmente questo Aburame...pensai nel mentre che osservavo il ragazzo che era chiaramente in uno stato di concentrazione tale che chiunque se ne sarebbe accorto,decisi di non far alcun rumore e di non disturbarlo...vediamo cosa riesce a fare...ad un certo punto il ragazzo aprì gli occhi e successivamente andò incontro all'albero...speriamo non perda la concentrazione...pensai nel mentre che il ragazzo aveva appena messo il primo piede sull'albero,seguirono altri sette passi ma poi prima che potesse fare l'ottavo,il piede scivolò sulla corteccia...ecco,troppo poco chakra...pensai velocemente nel mentre che osservavo il ragazzo che era appena finito a terra,fortunatamente non si era ferito,aspettai qualche istante e successivamente mi rivolsi a lui,tutto bene?!...suppongo di si. Allora non buttarti giù di morale,è normale che non ci sia riuscito anche se hai già ottenuto un buon anzi ottimo risultato per aver essere il tuo primo tentativo però c'è un piccolo problema,la quantità di chakra,se sei scivolato sulla corteccia vuol dire che la quantità di chakra che hai concentrato nelle piante dei piedi non era sufficiente così non hai ottenuto abbastanza aderenza,da questa frase dovresti dedurre cosa potrebbe accadere se ne usi troppo. Avanti,fai un altro tentativo e cerca di trovare la giusta quantità di chakra,poi passiamo ai "particolari successivi"! dissi al ragazzo per poi rimanere in attesa.

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    Stato Mentale: Ottimo

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    I post vanno bene,molto bene però per completare l'addestramento c'è un numero minimo di post e dei passaggi obbligatori da fare.
     
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  8. ~ Stillborn
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    Akiyama manteneva costante la concentrazione, per quanto gli fosse possibile. Poggiò il piede sinistro sulla corteccia, e il più velocemente possibile cercò di ripetere l'operazione che aveva effettuato con il piede destro, facendo avvolgere dal chakra sia il piede sia la parte esterna della corteccia. Quando si ritrovò con entrambi i piedi sul tronco, la forza di gravità non lo risparmiò, e dovette fare uno sforzo non indfferente per resistervi. Mentre poteva osservare il cielo perdendo lo sguardo nel vuoto, mentre il sole continuava a premere insistente con il suo calore benevolo, il giovane Aburame aveva fatto il primo passo verso la sua strada. Confortato dall'essere riuscito a sollevare totalmente il proprio corpo dal terreno, il ragazzo si cimentò nel tentativo di scalare quell'albero mantenendo la posizione. I capelli tendevano verso il basso, lasciando il volto del giovane scoperto ed infastidito dai raggi: ma Akiyama continuava a mantenere la concentrazione iniziale, focalizzando dentro di se il movimento del chakra nella parte terminale degli arti inferiori. Chiuse nuovamente gli occhi, e portò avanti il piede destro, ripetendo l'operazione già effettuata due volte. Poi quello sinistro, arrivando a poco più di due metri di altezza dal terreno. La spinta che lo induceva a cadere sul suolo aumentava la sua intensità, ma in maniera direttamente proporzionale il giovane Aburame aumentava la tensione dei suoi muscoli, per evitare che il corpo cedesse. Ripetè l'operazione altre sette volte. Iniziava a sentirsi soddisfatto del risultato, mentre la leggera brezza che poco prima aveva cessato di soffiare ricomparve, piacevole e rinfrescante. Due gocce di sudore caddero contemporaneamente dalle tempie per poi infrangersi sull'erba con un tonfo sordo, impercettibile. In quell'istante, in cui fatica, calore e autocompiacimento si fusero nella mente del giovane, la concentrazione venne a mancare, e il flusso del chakra ne risentì. L'energia non ebbe la prontezza di avvolgere sia il piede che la parte esterna del tronco, e così venne a mancare l'aderenza necessaria per potere fare perno. La suola scivolò sulla corteccia, il flusso di chakra si interruppe definitivamente ed il ragazzo cadde. Non fu un volo molto duraturo, ma il tonfo finale fece un rumore quasi piacevole all'orecchio. Meno piacevole per le natiche del giovane Aburame, ma niente di così doloroso. Si rialzò, scollandosi un pò di terra dai pantaloni, e riprese la sua posizione e il suo sguardo freddo, in attesa che il sensei giudicasse.

    Tutto bene?!... suppongo di si. Allora non buttarti giù di morale, è normale che non ci sia riuscito anche se hai già ottenuto un buon anzi ottimo risultato per essere il tuo primo tentativo però c'è un piccolo problema, la quantità di chakra, se sei scivolato sulla corteccia vuol dire che la quantità di chakra che hai concentrato nelle piante dei piedi non era sufficiente così non hai ottenuto abbastanza aderenza, da questa frase dovresti dedurre cosa potrebbe accadere se ne usi troppo. Avanti, fai un altro tentativo e cerca di trovare la giusta quantità di chakra, poi passiamo ai "particolari successivi"!

    Il ragazzo ascoltò con attenzione ciò che il sensei gli disse, e quando lui ebbe terminate, respirò profondamente. Dentro di se aveva identificato i problemi esterni che lo avevano portato alla caduta, ma il discorso che aveva ascoltato gli aveva illustrato i problemi tecnici relativi all'impiego del chakra. Probabilmente il principio di stanchezza lo aveva portato a diminuire il flusso di energia. Accennò uno scuotimento del capo, e si convinse che non sarebbe riaccaduto un evento del genere. Si soffermò per un breve periodo di tempo, con curiosità, su quelli che sarebbero stati i "particolari successivi", ma subito cancellò quel pensiero, dato che non era incluso in quello che avrebbe dovuto fare da lì a poco. Senza proferir parola si rigirò verso la corteccia, e la scrutò nuovamente. Alzò il capo fino al punto in era giunto poco prima. Saranno stati circa otto metri. Quando dentro di lui quella sensazione di autocompiacimento si riaffacciò befferda, la soppresse come meglio poteva. Inspirò ed espirò profondamente, prima di ricominciare il processo di concentrazione. Chiuse nuovamente le palpebre, e la realtà, che aveva ripreso il suo ritmo originale, nuovamente rallentò fino a fermarsi. Questa volta nella sua mente fissò unicamente l'immagine del chakra che avvolgeva la pianta di entrambi i piedi. Cercò di stabilizzare il flusso portandolo alla situazione che aveva creato inizialmente nel primo tentativo, e che gli aveva permesso di fare i primi passi con un relativamente piccolo dispendio di energie. Fissò come meglio poteva quel flusso, e aumentò il più possibile la concentrazione per far sì che nulla lo variasse. Questa volta poggiò per primo il piede sinistro, e ripetè l'operazione grazie alla quale il chakra avrebbe permesso di creare l'aderenza necessaria. Quando sentì che aveva raggiunto la situazione più idonea per iniziare il secondo tentativo, intorno a lui non percepiva più nulla. Dentro la sua mente, nel nero, esistevano solo l'albero e lui. Aprì, come nel tentativo precedente, gli occhi. Eppure intorno a lui sembrò come se nulla fosse apparso. Il silenzio regnava, dopo che la brezza era nuovamente scomparsa. Forse non sarebbe più tornata per quella mattinata. Il sole illuminava la zona, ma i suoi raggi non raggiungevano Akiyama. Quest'ultimo smise di pensare, se non a quello che doveva fare. Mise in tensione ogni muscolo in suo controllo, dall collo al piede, si diede una spinta, e partì con il secondo tentativo. Quella volta soppresse anche la speranza. Non vedeva nulla, non sentiva nulla, se non il chakra. Davanti a se solo l'obiettivo: la cima dell'albero.

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    Il ragazzo ascoltò la mia spiegazione molto attentamente e in silenzio...di poche parole ma impara in fretta...pensai riferendomi all'atteggiamento taciturno del ragazzo,poi senza dire neanche una parola l'Aburame si rimise nuovamente all'opera per tentare di salire sull'albero...beh a sto punto gli ho già spiegato i due punti principali,se si impegna a fondo dovrebbe riuscirci presto...pensai nel mentre che l'Aburame si concentrava ad occhi chiusi e non appena si sentì pronto andò incontro all'albero e come nel primo tentativo poggiò per primo il piede destro. Dopo seguirono altri nove passi sulla corteccia finché prima di poter fare il decimo,la corteccia dell'albero si staccò rimanendo attaccata alla pianta del piede...dannazione eppure andava bene...pensai e il ragazzo era a terra per la seconda volta.
    Rialzati...gli dissi...è andata bene anche se non sembra,a quanto pare hai trovato la giusta quantità di chakra,rimani sempre intorno a quella quantità e non dovresti avere problemi. Allora perché sono caduto? ti starai sicuramente chiedendo,eh diciamo che forse dopo esserti concentrato,in un primo momento hai trovato la giusta quantità di chakra ma durante la salita non hai prestato particolare attenzione e pian piano hai aumentato la quantità e hai ottenuto il risultato opposto al tuo primo tentativo,cioè troppa aderenza. Comunque sia,ora fai un altro tentativo e presta particolare attenzione a mantenere costante il flusso del chakra,prima trova la giusta quantità e poi mantieni la giusta concentrazione,per riuscirci dovrai rimanere concentrato e dovrai pensare solo al chakra e nient’'altro...cerca di visualizzarlo nella tua mente e prova a gestirlo,avanti fammi vedere se ci riesci! conclusi per poi attendere impaziente il nuovo tentativo...ci riuscirà questa volta?...mi domandai perplesso.

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    Il giovane Aburame sentì forse più di prima l'influenza della forza di gravità sul suo corpo. Eppure riuscì a mantenere la concentrazione sui suoi movimenti, sul flusso del chakra intorno ai suoi piedi e sulla corteccia, perseverando nel tenere in tensione ogni singolo muscolo sotto il suo controllo. I passi si susseguirono apparentemente più veloci rispetto al primo tentativo, percorrendo la stessa distanza. Forse era solo apparenza, ma Akiyama cercò di fare meno caso possibile ad ogni cosa che riguardasse la modalità di esecuzione del tentativo. Focalizzava dentro la sua mente solo l'energia che fluiva verso la parte terminale dei suoi arti inferiori, e con gli occhi guardava in maniera fissa la cima dell'albero, il suo obiettivo finale. Arrivato all'ottavo passo cercò di massimizzare la sua concentrazione, socchiudendo nuovamente gli occhi, così da non ripetere l'errore precedente. Dopo che ebbe superato quel punto, dopo essersi accorto di essere salito più in alto rispetto al tentativo precedente, automaticamente provò una sensazione di sollievo, ma questo gli costò ciò che successe poco dopo. L'aumento di concentrazione, forse eccessivo, seguito da un rilassamento non necessario, aveva portato ad un disturbo nel flusso del chakra, e per ovviare a ciò Akiyama aveva pensato di aumentare leggermente la portata dell'energia, così da evitare l'ennesima scivolata. Il nono passo fu compiuto quasi fluidamente, eppure al decimo sentì una specie di resistenza. Quando cadde con un pezzo di corteccia attaccato alla suola, capì quale fosse il problema e il motivo per il quale sentiva il piede più pesante. Si rialzò il più velocemente possibile, scrollandosi nuovamente la poca terra che si era attaccata ai suoi pantaloni, e attese una delucidazione da parte del suo sensei, che non tardò ad arrivare.

    Rialzati... è andata bene anche se non sembra,a quanto pare hai trovato la giusta quantità di chakra, rimani sempre intorno a quella quantità e non dovresti avere problemi. Allora perché sono caduto? ti starai sicuramente chiedendo, eh diciamo che forse dopo esserti concentrato, in un primo momento hai trovato la giusta quantità di chakra ma durante la salita non hai prestato particolare attenzione e pian piano hai aumentato la quantità e hai ottenuto il risultato opposto al tuo primo tentativo, cioè troppa aderenza. Comunque sia, ora fai un altro tentativo e presta particolare attenzione a mantenere costante il flusso del chakra, prima trova la giusta quantità e poi mantieni la giusta concentrazione, per riuscirci dovrai rimanere concentrato e dovrai pensare solo al chakra e nient'altro... cerca di visualizzarlo nella tua mente e prova a gestirlo, avanti fammi vedere se ci riesci!

    Come la volta precedente la spiegazione fu limpida, e il ragazzo non tardò a ricevere ogni singolo consiglio e assimilarlo al meglio. Capì che per evitare l'errore precedente aveva compiuto un errore opposto. Annuì, forse in maniera un pò meno decisa rispetto a prima, eppure sempre con sicurezza. Si rivolse nuovamente verso la corteccia, osservandola per una terza volta. Questa volta però non si concentrò su di essa, e non fece caso a ciò che v'era intorno a lui. Non sapeva che c'era silenzio o se erano ripresi i rumori tipici del bosco; non avrebbe potuto dire se la brezza aveva ripreso a soffiare con la sua delicatezza o se era rimasa nascosta dietro le montagne; non avrebbe saputo dire se c'era luce o buio. Si estraniò completamente da ciò che lo circondava. Perse di vista pure l'albero stesso, che divenne un mero attrezzo e non più la meta. Soppresse qualsiasi cosa che lo avrebbe potuto portare a distrarsi per l'ennesima volta. Era deciso a rendere quel tentativo l'ultimo.
    Chiuse gli occhi. Focalizzò nella sua mente il chakra, che roteava vorticosamente nella sua calda casa, posta nel petto del ragazzo. Si concentrò su di esso, seguì il roteare ipnotico per un breve periodo di tempo, e poi diede l'impulso per iniziare la sua discesa verso la pianta del primo piede che aveva poggiato. Questa volta riiniziò con quello destro, che era giù posizionato a contatto con la corteccia. Il chakra scendeva lentamente verso di esso: prima attraversò tutto il petto, poi scese lungo l'addome per dividersi fra le due gambe. Quando il flusso ebbe raggiunto il piede, Akiyama lo accellerò leggermente, così da permettere la creazione di un collegamento leggermente più solido ma non ingombrante fra il tronco e il piede stesso.
    Non c'era niente intorno a lui. Solamente una superfice da scalare e il chakra. Mise per una terza volta i muscoli in tensione, soprattutto gli addominali, e si diede la spinta con la gamba sinistra. Dopo avero poggiato il piede, ed aver superato lo scontro con la forza di gravità, che rimaneva uno dei passi più complicati, focalizzò nella sua mente il flusso del chakra. Sentiva il dolce scorrere di quest'ultimo all'interno dei canali posti lungo il suo corpo. Nient'alto. Si sentiva quasi rilassato da questo, e quando aprì gli occhi, niente cambiò. Percepiva unicamente il chakra. Non vedeva la meta, non sperava nulla. Mentre faceva il secondo passo, un raggio di sole lo investì, quasi per distrarlo, ma lui non se ne accorse.

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    Come aveva dimostrato in precedenza l'Aburamen era di poche parole e dopo la spiegazione si limitò,come nei casi precedenti,ad annuire per poi voltarsi nuovamente verso l'albero,oggetto dell'addestramento...ormai dovrebbe aver capito come funziona...almeno spero...pensai osservando il giovane che pareva avere uno scontro mentale con l'albero.
    Nuovamente appena pronto il ragazzo partì incontro all'albero...questa è la volta buona...pensai un attimo prima che il ragazzo poggiasse il primo piede per poi fare il primo passo.
    Un passo dopo l'altro raggiunse un altezza di circa tre metri...più o meno metà...pensai per poi rivolgermi al ragazzo che continuava a salire,non fermarti,continua a salire e arriva fino in cima,poi torna giù ma fai attenzione! gli dissi sperando in un risultato positivo così da passare alla fase successiva dell'addestramento.

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    Ok ora fai un post autoconclusivo dove decidi tutto tu,ovviamente non farla troppo facile.
     
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    La salita proseguiva, mentre Akiyama si ritrovava immerso in una situazione sostanzialmente surreale, dove tutto sembrava nulla. Era arrivato ad un punto di concentrazione tale da permettergli di controllare il chakra in maniera più efficente rispetto ai due tentativi precedenti. Posizionando un piede davanti all'altro, e allacciando contatti fra la pianta del piede e la corteccia tramite il chakra, il terreno diventava sempre più lontano e la cima sempre più vicina. La fatica accumulata con i due tentativi precedenti non era indifferente, ma sembrava che non avrebbe interferito con quello che sarebbe stato l'esito di quel terzo tentativo. Quando il giovane aveva creato fra se e il terreno un distacco di circa tre metri e mezzo, si fermò per ascoltare le parole del sensei, così da poter rilassare un attimino la mente, per poi proseguire.

    Non fermarti, continua a salire e arriva fino in cima, poi torna giù ma fai attenzione!


    Il giovane Aburame annuì, anche se il movimento del capo fu quasi impercettibile, e respirò profondamente prima di riprendere la salita. In quell'attimo sentì i raggi del sole investire il suo viso, ma avevano un non so che di rassicurante. Socchiuse nuovamente gli occhi, e focalizzò per l'ennesima volta il chakra nella sua mente. Il flusso era rimasto quasi invariato, però se fosse rimasto fermo senza concentrarsi per un altro pò avrebbe iniziato a diminuire. Aumentò leggermente il flusso per permettere di riprendere la scalata senza cedimenti. Il primo passo da quella posizione fu più faticosi di quelli che vennero dopo. Ogni singolo movimento comprotava un uso delle energie assolutamente non indifferente, eppure fino a quel punto il ragazzo non aveva ancora sofferto la stanchezza. Si sentiva abbastanza rilassato, anche se in antitesi con il fatto che manteneva in tensione ogni singolo muscolo del suo corpo per permettersi di combattere al meglio la forza di gravità. Quest'ultima diveniva un avversario sempre più ostile all'aumentare della distanza con il terreno. Quando la prima goccia di sudore percorse velocemente il volto del giovane, staccandosi da esso per poi infrangersi sull'erba, Akiyama aprì di poco le palpebre, e con un leggero piacere notò che fra il punto in cui si trovava e la cima mancavano circa due o tre passi. Apri completamente gli occhi, soffocando ogni pensiero che potesse distrarlo, e proseguù con un altro passo. Era cosciente del fatto che gli ultimi sarebbero stati i più complicati e ardui, motivo per il quale rimase concentrato sul flusso del chakra. Controllava con costanza che quest'ultimo non diminuisse, nè aumentasse, eccessivamente, così da evitare di ripetere gli errori commessi in precedenza.
    Quando raggiunse la cima dell'albero, situata a circa sei metri dal terreno, sospirò in maniera fugace, per poi iniziare il movimento che gli avrebbe consentito di girarsi verso il terreno ed iniziare la discesa. Richiuse gli occhi, focalizzando come sempre il pensiero sul flusso di chakra che, partendo dal petto, si dirigeva verso i piedi. Notò con dispiacere che anche questo iniziava a risentire dei primi sintomi dell'affaticamento muscolare, eppure continuava a scendere con decisione verso le piante. Akiyama lo aumentò nuovamente di un pizzico, e pensò, distraendosi per un attimo, che sarebbe dovuto bastare. Riprese subito la lucidità di cui aveva bisogno per riuscire nel suo intento, e decise che per girarsi avrebbe fatto perno sull'ultimo piede poggiato, il sinistro. Innanzi tutto accostò il piede destro, così da avere un maggiore equilibrio durante il movimento. Successivamente comincio a muovere in senso antiorario la pianta del piede sinistro, e, contemporaneamente, a portare avanti quello destro, mantenendo in entrambi i piedi il flusso di chakra costante. Il giovane Aburame trovò non poche difficoltà in questo movimento, che necessitava di un controllo minuzioso su entrambi i piedi e non su uno soltanto. Eppure, dopo circa trenta secondi di movimenti quasi impercettibili, dinanzi a lui vide l'erba, la base dell'albero, e, un pò più in là, il suo sensei.
    Subito si assicurò che ogni muscolo della schienza fosse in tensione, soprattutto i dorsali, così da poter permettere al corpo di resistere, come all'andata, alla forza di gravità, che, ovviamente, non cessava mai di rappresentare uno dei principali ostacoli.
    Questa volta i movimenti che il ragazzo avrebbe dovuto effettuare sarebbero stati opposti a quelli che aveva effettuato precedentemente, motivo per il quale prima di iniziare la scesa lungo la corteccia controllò dentro di se che ogni muscolo fosse in tensione e che il chakra continuasse a scossere con intensità costante e invariata. Sebbene non fossero poche le difficoltà che stava riscontrando nel gestire il tutto, con l'adeguata dose di concentrazione Akiyama pensava di potercela fare. Per un attimo nella sua mente corse il pensiero che forse si sbagliava. Ma, come una qualsiasi altra distrazione, lo soppresse totalmente. Il primo passo risultò decisamente gravoso, ma la staticità del momento di concentrazione aveva permesso al ragazzo di riprendere maggiore controllo sul flusso del chakra, così da poterlo controllare in maniera più efficente lungo la discesa. Seguirono un secondo, un terzo, ed un quarto passo. Al quinto passo il ginocchio destro ebbe un cedimento improvviso, che portò la gamba a piegarsi parzialmente, ma con una reazione altrettanto fulminea il ragazzo cercò di riprendersi, e, apparentemente, vi riucì, benchè decise di fermarsi un attimo. Focalizzò nuovamente l'energia che scorreva dentro di lui nella sua mente, e, respirando in maniera precisa e ripetitiva, riuscì a riavvicinarlo ad una temporanea stabilità. I muscoli cominciavano a lamentarsi per lo sforzo prolungato e continuo, ma il giovane Aburame cercò di cancellare quei lamenti, ignorandoli come meglio poteva. Le gocce di sudore aumentavano notevolmente nel suo volto, e scendevano costantemente, per poi staccarsi e cadere sul terreno, sempre più vicino. I raggi solari adesso non investivano più il volto del giovane, ma battevano con insistenza sul capo, cosa altrettanto spiacevole. Akiyama riprese il cammino, deciso a portare a termine come meglio poteva quel tentativo. Era arrivato in cima, non poteva cedere proprio in quel momento. Portò avanti il piede destro, aspetto che il chakra lo avvolgesse nella sua interezza creando aderenza con la corteccia, e poi portò avanti il piede sinistro, ripetendo l'operazione in maniera decisa. Si trovava a circa due metri e mezzo dalla meta. Respirò profondamente, ed espirò tutto in una volta, continuando a fissare il punto di arrivo con decisione. Riprese il cammino con il piede destro, cercando di concentrarsi sulla quantità di chakra che impiegava per creare l'aderenza necessaria al proseguimento della scesa, ma ad ogni passo questo procedimento diveniva sempre più complicato, data la stanchezza e il prolungarsi di quest'ultimo. Arrivò a circa un metro dall'arrivo quando qualcosa andò storto: in seguito ad un cedimento simile a quello che aveva avuto poco prima, il flusso di chakra era stato compromesso, così che l'aderenza necessaria venne a mancare. Dato il fatto che era quasi arrivato, il ragazzo decise di darsi una spinta, e, girando su se stesso, arrivare sul terreno in piedi. Anche se, poco dopo, si sedette sospirando rumorosamente. Si passò una mano lungo la schiena e si piegò per rilassare i muscoli quanto più poteva.
    Accennò un sorriso, abbastanza soddisfatto dell'esito della prova. Sperava che il sensei non criticasse il salto finale, dato che era la prima volta che era sottoposto ad un allentamento del genere. Guardò nuovamente l'albero, quasi come fosse stato un avversario degno di rispetto, e poi si rialzò, girando il capo per rilassare i muscoli del collo. Si asciugò il sudore dalla fronte, e, dopo aver ripreso la sua tipica espressione fredda in volto, si avvicinò al sensei.

    Spero di essere riuscito nell'intento.


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    Anche se con qualche piccolo intoppo durante la salita,l'Aburame riuscì comunque nel suo intento dimostrando d'aver appreso velocemente gli insegnamenti.
    Spero di essere riuscito nell'intento. disse il ragazzo cogliendomi di sorpresa dato che fino ad allora aveva parlato una sola volta,direi di si,il fatto ce tu sia qui davanti a me tutto intero ne è la prova. Adesso quindi passiamo alla seconda parte dell'addestramento! dissi portandomi in prossimità del lago per poi camminarci su per qualche metro,ecco la seconda parte consiste proprio nel riuscire a camminare sull'acqua,sappi che tutto ciò che hai imparato fin'ora non è sufficiente ma è solamente una base per poter completare questa fase,ora fai un tentativo applicando lo stesso procedimento che hai utilizzato per camminare sull'albero. Ti do un consiglio,aumenta la quantità di chakra e il resto,be' per ora prova e vediamo a quali conclusioni riesci ad arrivare da solo! conclusi per poi aspettare per vedere il ragazzo all'opera.

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    Direi di si, il fatto ce tu sia qui davanti a me tutto intero ne è la prova. Adesso quindi passiamo alla seconda parte dell'addestramento!


    Le parole del sensei tranquillizzarono leggermente Akiyama, che, comunque, rimase freddo e impassibile. Attese curioso di vedere in cosa sarebbe consistita la seconda parte dell'addestramento a cui si stava sottoponendo.
    Quasi subito l'insegnante si spostò verso il lago, che rifletteva splendente i luminosi raggi del sole, e percorse qualche metro sopra di esso, senza immergersi ne sprofondarvi. Il giovane Aburame non dovette aspettare molto prima di ricevere istruzioni dal sensei.

    Ecco la seconda parte consiste proprio nel riuscire a camminare sull'acqua, sappi che tutto ciò che hai imparato fin'ora non è sufficiente ma è solamente una base per poter completare questa fase, ora fai un tentativo applicando lo stesso procedimento che hai utilizzato per camminare sull'albero. Ti do un consiglio, aumenta la quantità di chakra e il resto, be' per ora prova e vediamo a quali conclusioni riesci ad arrivare da solo!

    Salita e discesa su quell'albero, benchè avessero richiesto uno sforzo non indifferente, erano soltano la base per completare la fase a cui si sarebbe sottoposto di lì a poco. La cosa non sorprese più di tanto il giovane, che iniziò a spostarsi verso il lago, dopo aver fatto un cenno con il quale indicava di aver capito, almeno pensava, le indicazioni. L'acqua rifletteva la sua sagoma in maniera leggermente indefinita. Prima di iniziare a concentrarsi per poi effettuare il primo tentativo, Akiyama decise di riflettere sulle differenze che avrebbe potuto riscontrare nel corso della prova. Innanzi tutto di domandò perchè il sensei gli avesse suggerito di adoperare una maggiore quantità di chakra. All'iniziò il motivo gli sfuggì, quindi decise di riflettere su quello che avrebbe dovuto fare. Durante questa fase non si sarebbe ritrovato costretto a mantenere ogni muscolo totalmente in tensione, poichè, teoricamente, se fosse riuscito nell'intento di galleggiare, la forza di gravità avrebbe esercitato la propria pressione in maniera totalmente differente. Questo, apparentemente, la rendeva meno faticosa, ma non per questo più semplice. Già dall'inizio la prova si dimostrava più difficoltosa poichè, a differenza del tentativo sulla corteccia, non sarebbe stato possibile preparare il primo piede appoggiandolo e creando aderenza: questo perchè, ovviamente, in condizioni normali, una qualsiasi parte del corpo sarebbe affondata, senza possibilità di creare aderenza. Quest'ultima non era creabile a contatto con l'acqua. Quindi, molto probabilmente, era questo il motivo per il quale la quantità di chakra da impiegare risultava maggiore rispetto a quella impiegata per scalare l'albero, corpo solido.
    Il giovane Aburame respirò profondamente. Chiuse gli occhi, e ripetè il procedimento che aveva adottato in precedenza per concentrarsi al meglio. Tutto divenne silenzioso e immobile. Solo l'acqua, delicata, si estendeva all'infinito dinanzi a lui, limpida. Il chakra iniziava a girare vorticosamente nel suo petto, per poi iniziare a confluire negli arti inferiori. Scendeva, con il solito carore, verso i piedi, fino ad avvolgere le piante, come nei tentativi precedenti effettuati sull'albero. Cerco di assicurarsi che il flusso fosse leggermente più sostanzioso rispetto a quelli gestiti in precedenza, ma sempre costante ed invariato. Portò in avanti il piede sinistro, e lentamente iniziò ad avvicinarlo all'acqua. Gli sembrò di sentire una sensazione rinfrescante quando il flusso di chakra entrò in contatto con l'acqua. Notò il crearsi di piccole increaspature nel lago al crearsi di quel contatto. Si sentiva abbastanza disorientato, perchè non riusciva a decifrare il momento più idoneo all'inizio del tentativo, però non si fece scoraggiare. Inspirò quanto più poteva, per poi svuotare i polmoni l'entamente. Focalizzò nella sua mente il flusso di chakra che aderiva quanto più possibile all'acqua. Cercava di immaginare quest'ultima come una superfice piana e stabile. Si accorse che questa volta il tentativo sarebbe stato ben più impegnativo, eppure la cosa, stranamente, lo spingeva a far meglio. Aprì gli occhi, fissando l'acqua, in cerca di qualcosa, e portò avanti il piede destro, iniziando il tentativo. Nel peggiore dei casi si sarebbe fatto un bagno.



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    L'Aburame dopo avermi ascoltato senza poi rispondere,il che doveva essere una sua abitudine e non un segno di timidezza in quanto vedevo il ragazzo piuttosto sicuro di se.
    Non andò precipitosamente incontro al lago come la maggior parte dei miei allievi bensì attese un po' di tempo prima di tentare...starà sicuramente ragionando su cosa fare...mi piace questo tipo,è in gamba,anche se non è molto espansivo...pensai nel mentre che il ragazzo si concentrava come fatto in precedenza,poi non appena si sentì pronto provò a mettere prima un piede sull'acqua e successivamente a camminarci su...adesso avrai una bella sorpresa...pensa e quasi nell'istante successivo il ragazzo stava facendo il terzo passo, ne seguirono altri due fatti piuttosto goffamente per la paura di cadere e l'inesperienza del ragazzo che infine cadde in acqua.
    Be' cinque passi,non è male no?!...d'altronde è normale che tu non ci sia riuscito comunque sia imparerai,innanzitutto immagino che ti sarai accorto della differenza che c'è tra l'albero e il lago,immagino inoltre che tu abbia anche trovato la giusta quantità di chakra però a differenza di tutto quello che hai fatto per riuscire a salire sull'albero,cioè trovare la giusta quantità di chakra e mantenerla costante,in questo caso per camminare sull'acqua,dovrai anche modellare quel chakra che concentri nelle piante dei piedi,cioè far si che si adatti al moto dell'acqua così che tu non cada ad ogni movimento di essa. Avanti fai un tentativo facendo attenzione a modellare il chakra e rimani concentrato!

    Condizioni:
    Chakra: 150
    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Ottimo

    Equipaggiamento
    Borsa:
    - Shuriken: 20
    - Kunai: 10
    - Kunai di Kiri: 5
    - Carte Bomba:5
    - Radiolina
    - Lima
    - Torcia
    - Filo metallico: 6 metri

    Fodero minore:
    - Lama dal Chakra Bianco,nel fodero

    Armi indossabili:
    - Lame retrattili da polso

    Indossato:
    Armatura di cuoio
    Gilet di kiri:
    - Rotoli Minori(x2):Fuuma Shuriken(x2)
    Fascia:
    - Ombrello Completo
    - Anello Rei:inserito nel pollice destro
     
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18 replies since 21/7/2011, 11:42   215 views
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