Casa Supaku Handoru

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Supaku
        +1   -1
     
    .
    Avatar

    Time to change...

    Group
    GDR Staffer
    Posts
    14,725

    Status
    Anonymous

    Gli uomini procedevano spediti, passando da un vicolo buio all'altro senza mai voltarsi, per controllare se venissero seguiti. Questo rendeva le cose più facili per Supaku e la sua sensei anche se questo non voleva dire che dovevano abbassare la guardia.
    Mentre le quattro figure camminavano, passando da un vicolo all'altro, senza mai entrare in una strada principale, ma sempre scegliendo quelle meno illuminate, loro erano come ombre sui tetti della città. Reiko procedeva pochi metri avanti a Supaku, mentre il genin dai capelli bianchi si teneva a distanza, sul versante opposto rispetto alla sua sensei. Ogni salto da un tetto all'altro era silenzioso e leggero, come la sua maestra gli aveva insegnato. In quel momento inseguire quattro figure misteriose che avrebbero anche potuto essere letali mukenin, non pesava minimamente a Supaku, la sua attenzione era attratta dal chiarore della luna, dalla bellezza della notte, dalla leggera brezza del fresco vento tra i suoi capelli. L'adrenalina pompava dentro di lui ad ogni salto, mentre atterrava su un camino o su un davanzale, per poi darsi di nuovo la spinta in avanti verso il prossimo edificio, tutto sembrava più vivo, più intenso.
    Sei in missione, concentrati sul bersaglio si rimproverò il ragazzo, vergognandosi improvvisamente per aver goduto di quel momento, in cui un passo falso poteva significare il fallimento della missione per la sua sensei.
    Le quattro figure si immobilizzarono in mezzo ad un vicolo buio che sembrava esattamente identico a tutti gli altri. Reiko si fermò ad un edificio di distanza, Supaku ancora prima. Atterrò su un terrazzo piatto e si nascose rapidamente dietro un camino per evitare di essere scorto dalla strada. Da quel punto poteva ancora vedere la sua sensei, nascosta dietro una serie di panni stesi, ma non aveva nessuna visuale dei loro bersagli.
    Sembrava che le quattro figure non si fossero decise ad andare avanti, questo era strano.Chissà che stanno facendo. La curiosità di sbirciare oltre il bordo del camino stava premendo ai margini del vuoto ripetutamente. La sua sensei era immobile, concentrata, sbirciava la strada tra un paio di pesanti lenzuola rosse.
    Passò quella che a Supaku sembrò un'infinità di tempo, eppure la sua sensei non si era mossa di un muscolo.Si può sapere che cavolo stanno facendo? pensò, una punta di rabbia stava cercando di infrangere il vuoto, sospinta dalla forza della curiosità. Il tempo sembrava passare molto più lentamente del normale. Una volata di vento spostò leggermente le lenzuola dietro alle quali stava nascosta Reiko, quella non si mosse di un muscolo, lasciando che la brezza notturna le scompigliasse i capelli mori tenuti insieme dal suo coprifronte.
    Basta, devo dare una occhiata.Pensò Supaku. Appoggiò la guancia sinistra al muro, scorrendo lievemente sulla superficie ruvida della pietra gialla con cui venivano costruiti la maggior parte degli edifici di Suna. Arrivato al bordo estremo, ruotò lievemente la testa, in modo che il suo occhio destro potesse avere una buona visuale del vicolo.
    Le quattro figure erano ancora dove le aveva lasciate, immobili come sempre là dove si erano fermate prima che lui potesse muoversi e nascondersi dietro al camino. Esattamente nello stesso punto. Sempre gli stessi quattro, tutti ammantati da cappe nere con i cappucci tirati. Uno, il più grande degli altri, stava in fondo al gruppo, mentre gli altri tre, all'incirca tutti ad altezza media, erano posizionati uno a destra, uno a sinistra e uno due o tre metri più avanti rispetto al grosso uomo. Stavano camminando attraverso i vicoli più bui della città di Suna, evitando con cura le strade più frequentate ed illuminate. Lui e Reiko li seguivano, ciascuno tenendo un lato della strada, camminando sugli edifici che la costeggiavano. Reiko era più avanti rispetto a lui, che si teneva basso e nascosto, in modo da non essere notato. In fondo non era la sua missione, non voleva fare nulla che potesse compromettere il lavoro della sua sensei. Ad un certo punto i quattro si fermarono e Supaku fece un ultimo balzo da un edificio all'altro, pronto a nascondersi dietro ad un grosso camino sporgente. In quel balzo, vide la figura ammantata di nero a destra voltarsi verso di lui, vide il live luccichio dei suoi occhi sotto l'ombra nera del cappuccio. Fu un attimo, poi atterrò e si nascose il più rapidamente possibile dietro al camino, osservando la sua sensei ripararsi dietro a delle grosse lenzuola rosse. Rimanendo immobile come una statua, mentre osservava la strada, Supaku non avrebbe potuto avere una buona visuale della strada senza esporre il proprio viso chiaro e i suoi capelli bianchi alla luce della luna, perciò rimase dietro al camino in attesa di un movimento della sua sensei. Il tempo passò, ma nulla stava succedendo.
    Chissà che cosa stanno facendo. pensò. Fu in quel preciso momento che sentì che qualcosa era andata terribilmente storta.
    Aspetta un attimo, ma io.... pensò mentre il suo sguardo passò alla sua sensei. Immobile dietro alle tende rosse, senza mai distogliere lo sguardo dalla strada, attraverso lo spiraglio tra due tende. Una voltata di vento spostò le lenzuola, agitando i capelli tenuti fermi dal coprifronte a fascia rossa della sua sensei.
    Io...tutto questo....l'ho già...l'ho già....vissuto! pensò realizzando che cosa stava succedendo.
    Fu un attimo, poi la realtà sembrò collassare intorno a lui, frantumandosi in una miriade di vetri colorati, facendo sparire ogni cosa. La sensazione della pietra ruvida contro la sua guancia, il vento tra i capelli, l'adrenalina che pompava dentro di lui.
    Era disteso sulla pietra secca e fredda del terrazzo. Sbatté le ciglia un paio di volte prima di realizzare dove si trovava, era sullo stesso edificio dietro al quale si era nascosto, solo che stavolta, era disteso sul terrazzo, il camino accanto al suo fianco sinistro. Si alzò di scatto, realizzando che doveva essere stato vittima di un qualche specie di attacco, la strada era vuota. Girò lo sguardo sull'edificio vicino, anche la sua sensei era scomparsa.
    Appoggiò la schiena al camino, scuotendo leggermente la testa per schiarirsi le idee. Non aveva idea di cosa doveva essere successo, ma prima di risvegliarsi stava rivivendo di nuovo l'appostamento dietro al camino, i suoi ricordi si interrompevano nel momento in cui sbirciava sulla strada per dare una occhiata. Qualcosa doveva essere successa nel momento in cui aveva sbirciato, qualcosa che non riusciva a ricordare.
    Ma non doveva rimanere lì immobile come un idiota. La sua sensei era scomparsa e così anche gli uomini che stavano pedinando.
    Senza pensarci due volte sopra, Supaku si alzò e scattò verso il bordo del tetto vicino, da lì, si dette lo slancio per saltare. La rincorsa era stata poca ma il salto fu sufficiente lo stesso. Atterrò nell'edificio su cui era stata appostata la sua sensei pochi attimi, o forse molto più, prima.
    Le lenzuola rosse erano sparse per terra, ma non vi era altra traccia del passaggio della sua sensei. Di sicuro Reiko aveva continuato il pedinamento, nonostante lui fosse svenuto o qualcosa di simile.
    Supaku si voltò verso quella che avrebbe potuto essere la direzione dei quattro uomini, cominciò a correre, saltando da un edificio all'altro, in cerca di tracce del passaggio della sua sensei.
     
    .
261 replies since 15/3/2012, 19:02   7834 views
  Share  
.
Top