Casa Supaku Handoru

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    Supaku vide Takumi accomodarsi sul cuscino un attimo dopo di avergli richiesto del ginseng. Fortunatamente, anche a Supaku piaceva quella bevanda, quindi non vi erano problemi o la necessità di fare due bricchi separati. Preparò tutto l'occorrente mentre dava le spalle al proprio ex avversario. Nonostante avesse sempre incontrato Takumi sul campo di battaglia e quindi in un ambiente "ostile" si sentiva a suo agio nel dare la spalle al Kiriano in quel momento. Cosa alquanto strana per lui che era sempre diffidente e chiuso.
    Sono qui perchè dopo la finale non abbiamo avuto modo di parlare, volevo farti i miei più sentiti complimenti. Se proprio qualcuno doveva battermi sono felice che quel qualcuno sia stato tu Supaku. Non ti nascondo che nonostante non ci siamo mai parlati molto nutro grande stima nei tuoi confronti, e spero di approfondire la nostra conoscenza
    Concordo. Sarei dovuto venire io da te, molto tempo fa, ma non ho mai trovato il tempo necessario per la traversata. La nostra finale è stato uno dei migliori scontri a cui abbia mai preso parte. Il fatto di aver visto la omoikarui ad uno spadaccino come te, rende però le cose un pò amare. Avrei preferito sottrarla a qualcuno che non ne fosse degno.
    Sentì dei movimenti alle sue spalle. Takumi doveva essersi alzato. Supaku si girò, lasciando l'acqua a bollire sul fuoco e osservò il ragazzo davanti alla omoikarui con i pugni serrati dietro la schiena.
    Non ho mai pensato a quanto possa essere stato difficile per lui non aver vinto quella spada. pensò il ragazzo della Sabbia. Takumi era uno spadaccino a quanto aveva capito dalla katana che portava sempre con sè. Come se questo non bastasse, veniva da un villaggio rinomato per le abilità dei propri spadaccini e l'idea di aver perso l'omoikarui per un soffio non doveva essere piacevole per il ragazzo dai capelli biondi.
    Takumi si girò verso di lui, animandosi improvvisamente.
    Ti dispiace se la provo? Le spade e le lame di qualsiasi tipo sono sempre state la mia passione, non ti nascondo che ambivo molto a possedere questa spada.
    Gli chiese, Supaku per poco sorrise ma si trattenne. Non voleva essere irrispettoso nei confronti del Kiriano nè accondiscendente. La sua era una richiesta seria e solo un piccolo favore per impugnare una spada che anche lui avrebbe potuto avere.
    Supaku assentì con la testa con fare serio mentre si sedeva su uno dei cuscini davanti al tavolo.
    Certo. Sono sicuro che non potrei trovare mani migliori. disse tranquillamente, assumendo un atteggiamento amichevole.
     
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  2. hellspawn93
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    Takumi Ehime
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    ovviamente Supaku non ebbe niente da ridire sulla richiesta di Takumi, e dopo aver ottenuto il permesso dell'amico sollevò la spada dai due appoggi laterali brandendola a due mani . Guardò l'elsa per un attimo, poi lo sguardo passò al fodero che con un rapido movimento venne sfilato via dalla lama che luccicò come un chiaro di luna nel buio della notte. Bianca e vivida come la falce di luna stessa. Takumi ne osservò estasiato la lucida e perfetta lama bianca e sottile.
    Fece rotolare la lama impugnando l'elsa bianca per calibrarne l'equilibrio. Nemmeno a dirlo era ottimo, fece un paio di fendenti all'aria e poi posò la lama sopra due dita notando la leggerezza e l'equilibrio di forma fra elsa e lama. Il metallo nonostante la leggerezza sembrava di massa densa e robusta, ma elegante e curata nei minimi dettagli.
    Con un altrettanto rapido movimento il kiriano la fece roteare di nuovo fra le mani e con la delicatezza dovuta ad un oggetto tanto importante e perfetto la reinserì con un rapido movimento nel fodero tenuto ad altezza di vita. Solo dopo altri cinque secondi immobile la posò nuovamente con precisione e delicatezza sugli appoggi.
    E' una gran bella spada...
    Fu l'ovvia conclusione di Takumi che sorrise a Supaku, non con aria di superiorità, ma come un amico sorride consigliando un proprio compagno.
    ...Mi raccomando, lima la lama con una pietra di cote almeno una volta a settimana, e ricordati di intingere la pietra in acqua o meglio ancora in oli profumati se non vuoi sfregiare la lama e danneggiare la sua lucentezza. La leggenda degli antichi fabbri d'armi vuole che gli oli profumati rendano la lama più robusta e forte, non che l'omoikauri ne abbia bisgno, questo è certo, sarebbe difficile migliorare la perfezione.
    E questo era vero, se quella spada non era perfetta quanto meno ci si avvicinava molto, la miglior Katana sui cui si fossero posati gli occhi di Takumi, il quale sospirò e poi con le mani di nuovo dietro la shiena si girò di scatto e si risedette al proprio posto.
    In realtà come ti ho detto non sono qui per consigliarti la manutenzione di una lama per cui so avrai massima cura, e non preoccuparti di averla sottratta a me, se fosse mia non mi sarei dispiaciuto di avertela sottratta, tu non farlo. Se l'hai vinta la meriti.
    Takumi si sedette e guardò Supaku negli occhi. C'era un motivo preciso per cui era li, ma ora che vi si trovava davanti non sapeva se poteva avere totale fede, si sarebbe potuto fidare di Supaku? In cuor suo sapeva di si, ma la sua natura cauta lo combatteva con tutte le sue forze.
    Supaku, avrei una domanda da porti, un qualcosa su cui riflettevo da molto tempo, un dubbio che perseguita me e un gruppo di miei amici...tu cosa sapresti dirmi dei Bijuu?
    La domanda fu diretta, quasi inaspettata. Mentre diceva l'ultima arcana parola il beccuccio del bricco d'acqua cominciò a sbuffare segnalando che l'acqua era pronta per il Ginseng. Takumi rimase serio. Gli occhi magenta scrutavano lo sguardo di Supaku e la sua reazione a quella domanda.
     
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    Takumi estrasse la lama dal fodero con agilità e precisione. La sua abilità con la lama si notava anche solo con la cura e fermezza con cui la sua mano avvolgeva il manico bianco della omoikarui. Supaku per un attimo sentì un crampo allo stomaco, sarebbe mai stato capace di avere la stessa forza e dolcezza che aveva il Kiriano? Sarebbe stato degno della lama che gli era stata donata? Non c'era niente di peggio di un guerriero con una lama che non gli era pari in combattimento. Sono solo un bambino che gioca con qualcosa di molto più grande di lui. pensò per un attimo mentre osservava Takumi esibirsi in evoluzioni che aveva visto fare solo molti anni prima ad una persona a lui cara. Suo fratello. Quel ricordo gli aprì una voragine di dolore nel petto, gettandogli in faccia il suo passato come una secchiata d'acqua gelida. Suo fratello aveva voluto diventare un grande spadaccino, ma i suo sogni erano stati stroncati. Lui lo avrebbe vendicato. Lui avrebbe realizzato i suoi sogni. Non era sicuro se ne sarebbe stato degno o meno, ma almeno ci avrebbe provato.
    E' una gran bella spada...
    Disse Takumi sorridendogli. Supaku assentì abbassando la testa in segno di riconoscimento.
    ...Mi raccomando, lima la lama con una pietra di cote almeno una volta a settimana, e ricordati di intingere la pietra in acqua o meglio ancora in oli profumati se non vuoi sfregiare la lama e danneggiare la sua lucentezza. La leggenda degli antichi fabbri d'armi vuole che gli oli profumati rendano la lama più robusta e forte, non che l'omoikauri ne abbia bisgno, questo è certo, sarebbe difficile migliorare la perfezione.
    Tutti consigli di cui farò tesoro. è chiaro chi sia l'esperto in questo campo e se avrai altri consigli futuri ne sarò infinitamente riconoscente.
    disse Supaku. Takumi era uno spadaccino. Lui era un ninja che aveva vinto una spada. Se voleva diventare uno spadaccino doveva cominciare a capire come funzionava la situazione. Aveva già posseduto la wakizashi, ma non era la stessa cosa. Una katana era qualcosa di completamente differente.
    Takumi ripose l'arma e si sedette di nuovo davanti a lui.
    In realtà come ti ho detto non sono qui per consigliarti la manutenzione di una lama per cui so avrai massima cura, e non preoccuparti di averla sottratta a me, se fosse mia non mi sarei dispiaciuto di avertela sottratta, tu non farlo. Se l'hai vinta la meriti.
    Supaku assentì, anche se una parte di lui continuava a sentire quel piccolo disagio in fondo allo stomaco. Avrebbe cercato in tutti modi di esserne degno. Per suo fratello e per Takumi. Se avesse dimostrato di essere un grande ninja, la sconfitta dal Kiriano non sarebbe stata qualcosa di disonorevole ma solo una grande battaglia.
    In realtà come ti ho detto non sono qui per consigliarti la manutenzione di una lama per cui so avrai massima cura, e non preoccuparti di averla sottratta a me, se fosse mia non mi sarei dispiaciuto di avertela sottratta, tu non farlo. Se l'hai vinta la meriti.
    Disse il ragazzo dai capelli biondi, distogliendolo dai suoi pensieri. Per un attimo, Supaku vide incertezza negli occhi magenta di Takumi prima che quello riaprisse bocca per parlare.
    Supaku, avrei una domanda da porti, un qualcosa su cui riflettevo da molto tempo, un dubbio che perseguita me e un gruppo di miei amici...tu cosa sapresti dirmi dei Bijuu?
    Supaku rimase immobile. Sul suo volto nessuna emozione. Nella sua mente si era appena scatenata una tempesta. Come faceva Takumi a sapere dei Bijuu? Come mai ne era interessato? Perché chiedeva a a lui se ne sapesse qualcosa? Lui aveva già fatto la sua esperienza in materia. Aveva conosciuto un Bijuu e un ninja che invece voleva creare una organizzazione che li avrebbe sfruttati, Travis. Ma non erano quelle le cose importanti. La questione era un'altra: cosa avrebbe dovuto rivelare al biondo Kiriano? Poteva fidarsi fino al punto di rivelargli l'identità di un Bijuu? Se Takumi aveva intenzione di creare un'organizzazione come quella di Travis sarebbe stato un grande problema per la incolumità di Maky, a cui aveva promesso amicizia in nome di Rayle. Se fosse stato l'incontrario le cose sarebbero state differenti, ma in quel caso, per quale motivo Takumi avrebbe voluto conoscere dei Bijuu?
    Ha parlato di amici, cosa avrà voluto dire? Non si era accorto che, nel frattempo, il bricco dell'acqua calda sul fuoco aveva cominciato a fischiare selvaggiamente.
    Scusami. disse in un sussurro, mentre si alzava per spegnere il fuoco. Un attimo dopo versava il ginseng in due tazze e si sedeva di nuovo davanti a Takumi. Avrebbe dovuto giocarsi bene le sue carte.
    So dei Bijuu. disse tornando a guardare con fermezza negli occhi magenta del ragazzo.
    So che sono Demoni codati, numerati in base al numero delle code. So della loro estrema potenza e so che le grandi nazioni si contendevano il loro controllo per avere il potere necessario per bilanciare le sorti in battaglia le une contro le altre. fece una pausa.
    So anche dei Jinchuriki. la sua voce era glaciale. Se Takumi era venuto per carpire informazioni sulle sue conoscenze di attuali Jinchuriki a scopo malefico, Supaku gli avrebbe piantato la omoikarui in pieno petto. Tutto pur di proteggere il suo nuovo amico Maky Uryuu.
    Tu cosa sai? Perché hai interesse nei loro confronti?
     
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  4. hellspawn93
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    Takumi Ehime
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    Supaku avrebbe fatto tesoro dei consigli del Kiriano sulla cura della spada, e di questo Takumi ne era felice, ma quando il discorso si spostò sui Bijuu Supaku sembrò ritrovare la freddezza che un attimo prima sembrava aver perso per qualche istante. Si congedò lasciando in sospeso la domanda e si alzò versando il ginseng in due tazze, una delle quale venne affidata fra le mani di Takumi che soffiò facendo volare via il fumo nebbioso e cominciò a bere a piccoli sorsi. Quando anche Supaku si sedette la conversazione ebbe finalmente a continuare.
    Con somma sorpresa del Kiriano Supaku sembrava essere assai ben informato sui Bijuu.
    "Dovevo aspettarmelo da uno come Supaku, mi sarei sorpreso del contrario"
    La cosa però che lasciò di sasso Takumi era che il suniano fosse anche a conoscenza dei Jinchuuriki. Quando Supaku disse quella parola Takumi deglutì un ennesimo sorso di ginseng più rumorosamente, prima di posare la tazza sul tavolino basso. Per poco non gli andava di traverso.
    Takumi riportò lo sguardo verso Supaku con determinazione mentre nella stanza cominciava ad aleggiare una certa tensione quasi palpabile, ovviamente dovuta alla pesantezza degli argomenti trattati.
    Quando Supaku gli chiese quale fosse l'interesse di Takumi nei confronti dei Bijuu e dei Jinchuriki Takumi non potè fare a meno di mostrare per un secondo un sorriso sornione, tipico di quelli che sanno tante cose su un argomento.
    Ti ricordi quando sul ponte su cui ci incontrammo feci alzare un muro d'acqua senza utilizzare nessun tipo di sigilli? L'ho fatto anche nella finale Chuunin.
    Rispose Takumi eludendo la domanda di Supaku e cominciando a guardarsi attorno. L'omoikarui si trovava dietro le spalle del kiriano, che si trovava in mezzo a Supaku e la sua arma. Takumi spostò la mano avvicinando la sua di Katana, in modo tale da averla a portata di mano.
    "Non so come potrebbe reagire ad una simile notizia, spero non me ne dia l'occasione. Ma se tentasse un attacco dovrei ucciderlo!"
    Takumi rimase zitto per qualche istante mettendo Supaku alla prova, per vedere se attaccava per primo o quanto meno spezzava la tensione, poi proseguì.
    E se ti dicessi che quella devastante tecnica è una minuscola parte di un potere assai maggiore, il potere di un Bijuu, il potere di una bestia sacra su cui io ho sviluppato un certo grado di controllo?
    Takumi fece saettare gli occhi verso Supaku, la tensione cresceva.
    Mi hai chiesto che interesse ho nei LORO confronti, ma ti rivolto la domanda. Visto che sei così ben informato, che interesse hai tu nei NOSTRI di confronti?
    Con quella frase Takumi aveva deciso di giocare a carte scoperte rivelando la sua natura di Jinchuriki, ma se Supaku sapeva quelle cose sui Bijuu perchè voleva usarli a scopo malefico, Takumi gli avrebbe piantato la sua Katana in pieno petto. Con la mano destra Takumi tenne il braccio basso a dieci centimetri dalla katana. Con l'altra mano afferrò il bicchiere di Ginseng e fece un rinnovato sorso.
     
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    Ti ricordi quando sul ponte su cui ci incontrammo feci alzare un muro d'acqua senza utilizzare nessun tipo di sigilli? L'ho fatto anche nella finale Chuunin. Gli chiese Takumi cambiando improvvisamente argomento.
    Supaku rimase leggermente spiazzato dalla domanda. Certo che se lo ricordava, tra le capacità incredibili di Takumi quella tecnica effettuabile senza sigilli e l'ampio raggio dei suoi jutsu suiton erano le due cose che lo avevano colpito.
    Certo che me lo ricordo, ma non capisco cosa c'ent..
    E se ti dicessi che quella devastante tecnica è una minuscola parte di un potere assai maggiore, il potere di un Bijuu, il potere di una bestia sacra su cui io ho sviluppato un certo grado di controllo? lo interruppe Takumi continuando imperterrito.
    Supaku sbatté le palpebre più volte, leggermente confuso mentre il suo cervello cominciava a realizzare quello che stava accadendo. Quello che Takumi gli stava rivelando.
    Non era possibile.
    Non aveva senso. Supaku conosceva dell'esistenza di Bijuu e dei Jinchuriki ma era completamente all'oscuro delle capacità di ciascun jinchuriki e di quelle che erano le loro peculiarità. Da quanto aveva capito, Maky non aveva nessuna straordinaria capacità se non quella di saper manipolare, con estrema abilità, due elementi di chakra, cosa che Supaku riteneva alquanto stupefacente. Non credeva però che tutti i Jinchuriki fossero uguali. In quel caso, Takumi era davvero uno di loro? La sua straordinaria familiarità con il Suiton poteva essere un indizio? Takumi continuò senza lasciargli il tempo di ragionare.
    Mi hai chiesto che interesse ho nei LORO confronti, ma ti rivolto la domanda. Visto che sei così ben informato, che interesse hai tu nei NOSTRI di confronti?
    Nella sua voce c'era tensione, poteva sentirla. Improvvisamente, Supaku si rese conto che il corpo del Kiriano era teso, così come le parole che implicavano un sospetto reciproco tra i due ragazzi che, in quel momento, si stavano squadrando l'un l'altro sopra il bordo delle tazze di ginseng.
    Supaku appoggiò lentamente la tazza sul tavolo, mantenendo la calma più assoluta. Si fermò a riflettere. Aveva voglia di ridere.
    Che interessi ho io? Nessuno. Sembra però che qualsiasi persona in cui mi imbatta, o sia un jinchuriki ho abbia interessi nei loro confronti avrebbe voluto dire. Si trattenne. Una parte di lui si fidava di Takumi, tanto da dargli le spalle mentre aveva preparato il té. Ma un'altra era ancora sospettosa che il ragazzo potesse essere un pericolo per Maky. In fondo, chiunque avrebbe potuto fingere di essere un Jinchuriki per avvicinarsi ad uno vero, la differenza non era tangibile esteriormente. Doveva avere più prove. Non seppe se era stato il ginseng a scioglierlo un pò o se davvero la fiducia nei confronti del ragazzo dagli occhi magenta stava avendo la meglio.
    L'omoikarui e l'equipaggiamento erano alle spalle del ragazzo, ma Supaku non aveva bisogno di esse per difendersi. Un vero ninja non aveva bisogno di armi. Era egli stesso un'arma. Dall'esame chuunin aveva imparato molte cose. Cose che avrebbero potuto stupire il suo ex avversario. Non che avesse intenzione di utilizzarle contro Takumi. Lo aveva invitato in casa sua, quindi non avrebbe levato le armi contro un ospite. Non per primo almeno.
    Supaku sorrise, cercando di allentare la tensione.
    Ben informato? Non credo proprio. Mi mancano ancora molte informazioni sui Jinchuriki e sui Bijuu. Non ho nessuna intenzione nei loro confronti. Credimi, le notizie che ho reperito su di loro le ho ottenute solo in via incidentale. Sono ancora pieni di misteri per me. Immagino che, tra di voi, possiate percepirvi, ma è solo una ipotesi la mia. Quindi, sai benissimo che io non sono uno di essi. Perché me ne volevi parlare? Quale è questo dubbio che perseguita te e questo gruppo di amici?
    Supaku era fin troppo intelligente per non capire cosa stava succedendo. Se Takumi aveva detto la verità era molto probabile che i suoi amici, fossero gli altri Jinchuriki che era riuscito a conoscere nella sua esperienza, se invece stava mentendo come aveva fatto con lui Travis Fuuma...beh, non restava che scoprirlo.
    L'unico dubbio che perseguitava Supaku era il perché Takumi avesse affrontato una questione così delicata e fragile come quella dei Bijuu quando, a detta di Maky, esistevano molte organizzazioni dietro ad essi, certo non con intenzioni benevole.
    Takumi si fidava davvero di lui, tanto da presumere di poterne parlare liberamente? In quel caso che cosa poteva pensare che lui sapesse, se non sapeva neanche che lui era a conoscenza dell'esistenza dei jinchuriki.
    In realtà Supaku credeva che le parole del Kiriano sulla sua identità di forza portante fossero vere ed era propenso a rivelargli la vera fonte della sua conoscenza: un altro jinchuriki. Era però indeciso e una parte di lui era ancora restia a rivelare ogni cosa. Non sapeva se raccontare di Travis perché la sua relazione con lo Sp. Jounin Kiriano non avrebbe potuto metterlo in buona luce con Takumi, oltretutto la proposta di Travis era ancora pendente dentro di lui e non voleva al momento affrontare la questione "mukenin". Aveva troppe cose per la testa.
    Sapeva però che, qualsiasi decisione avesse preso, avrebbe dovuto scegliere tra Travis e i Jinchuriki, una scelta non facile per lui.

     
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  6. hellspawn93
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    Takumi Ehime
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    Alle affermazioni di Takumi Supaku rispose in egual misura mettendo in chiaro che non aveva nessun interesse nei confronti delle bestie dal chakra infinito.
    "Magari potessi farmi scivolare anche io questi discorsi addosso!"
    Fu il primo fugace pensiero di Takumi. Era innegabile che essere un Jinchuriki aveva i suoi vantaggi, ma anche molti difetti. Mentre Supaku rispondeva Takumi mandò giù l'ennesimo sorso di Ginseng, poi poggiò un gomito sul tavolo e toccandosi il volto rimase in ascolto. Le sue dita passavano sulle guance, sfiorando la cicatrice sotto l'occhio sinistro che gli aveva fatto lo stesso Supaku durante l'esame Chuunin. Cicatrice che probabilmente il kiriano avrebbe portato a vita. Solo quando Supaku finì il discorso Takumi incrociò le braccia pensoso.
    Poteva fidarsi di Supaku? Lui pensava di si, ma proprio come il ragazzo che aveva di fronte Takumi era un giovane dalla logica sopraffina, e come tale da essa si lasciava guidare. Rivelare di essere una forza portante era già stato di per se un grosso azzardo di cui forse lo stesso Takumi già si stava pentendo.
    No, non possiamo percepirci a vicenda, o meglio, se possiamo io quanto meno non ne sono ingrado.
    Impaziente Takumi portò di nuovo una mano sul tavolo e cominciò a picchiettare su di esso con i polpastrelli e non con le unghie, per non far rumore. Rispondere alla domanda di Supaku senza rivelare troppo sarebbe stato difficile.
    Il dubbio è che, soprattutto negli ultimi periodi, ci sentiamo vulnerabili. Molto vulnerabili. Tutti i.....Jinchuriki....che ho conosciuto, non sono esattamente di grado alto, nessuno superiore al Chuunin comunque. Questo ci rende in balia di pericoli da parte di gente che di certo non ci ama, o che comunque ci vede come armi.
    La sola idea infastidiva maledettamente Takumi, che tuttavia continuò il discorso dopo una breve pausa.
    Alcuni di noi mantengono un basso profilo, altri sono conosciuti da tutto il loro villaggio e non hanno esattamente un carattere ponderato come il mio.
    Takumi non potè fare a meno di pensare a Juuken Kimura, il portatore del monocoda. Takumi non lo apprezzava molto caratterialmente, era spavaldo ed egocentrico, ma era pur sempre uno di loro. Takumi si fermò per l'ennesima volta finendo l'ultimo sorso di Ginseng rimasto nella tazza, poi si mosse portando le ginocchia accavallate e non più in ginocchio, assumendo una posizione assai più comoda e meno consona.
    Il succo della questione è che ti rispetto molto Supaku, e come con ogni altra persona che rispetto, con te devo essere chiaro fino in fondo. Un amicizia fra di noi non può sussistere se odi i Jinchuriki o se non apprezzi il pericolo. Ma se nonostante quello che ti ho detto mi degnerai del piacere di chiamarmi amico te ne sarò grato.
    La tensione sembrava essersi in parte allentata fra i due ora che si stavano chiarendo. Takumi sperava di essere stato chiaro e soddisfacente nelle spiegazioni. Voleva Supaku dalla sua parte, sperava che un giorno, se ce ne fosse stata l'occasione (e Takumi sperava di no) Supaku sarebbe stato fra gli shinobi che difendevano diritti e umanità delle forze portanti, contro i calunniatori e i timorati che avrebbero attaccato. La vera domanda sottintesa sotto quel lungo giro di parole era solo una quindi.
    "Mi posso fidare di te Supaku?"
     
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    Le parole di Takumi implicavano molte cose. Prima fra tutte la incapacità di percepirsi a vicenda, che era una informazione molto importante per Supaku. Così come le persone normali non potevano identificare i Jinchuriki, così anche gli stessi non potevano cogliersi tra di loro nella massa. Anche il semplice fatto che questi non si conoscessero a vicenda e che fossero sempre soli e abbandonati a loro stessi con una forza indicibile e spaventosa dentro, che li isolava anche se erano nel bel mezzo della folla era qualcosa che faceva riflettere. Supaku non aveva mai capito bene fino a quel momento la vera condizione di Jinchuriki. Adesso le parole di Takumi cominciavano a fargli trapelare sempre di più quale era la loro vera vita e le parole di Rayle su Maky acquistavano un significato diverso.
    Soli, isolati anche se pieni di amici, vulnerabili in qualsiasi momento in preda al terrore di essere utilizzati come arma, di essere visti come diversi, come mostri. Era una condizione che Supaku non aveva mai provato nonostante la sua vita non facile.
    Di colpo si fidò un pò di più di Takumi, abbastanza per rivelargli l'esistenza di un altro jinchuriki. Abbastanza per far trovare a Maky un nuovo amico. Avere qualcuno che capisce quello che stai passando, che sente le stesse cose che senti tu...è davvero importante. E se posso aiutare Maky in questo, lo farò.
    Mi hai rivelato qualcosa di molto importante su di te, Takumi. Io apprezzo molto il gesto, nonostante ci sia stato un pò di tensione tra di noi, dovuto alla rivelazione. Ma forse tu hai mal interpretato il mio sospetto nei tuoi confronti. In realtà penso, di essere totalmente sicuro che tu sia davvero quelo che dici di essere. Quindi ti posso rivelare la fonte che mi ha dato così tante informazioni sui Jinchuriki e sui Bijuu. Questo era un altro jinchuriki. Un mio amico. Una persona che io sono disposto a difendere e che, per questo ero sospettoso nei tuoi confronti per paura che tu stessi mentendo sulla tua reale identità per avvicinarti a lui.
    perse un attimo di pausa permettendo a Takumi di realizzare, di metabolizzare le nuove informazioni. Mi hai detto che non potremmo mai essere amici se odio i Jinchuriki o se non apprezzo il pericolo. Io non odio i Jinchuriki. Sono persone che hanno dentro di loro un Demone fin dalla nascita e che non hanno avuto possibilità di scelta nell'essere quello che sono oggi. Io non disprezzo il pericolo né lo temo. Ho passato la mia intera infanzia nel pericolo, nella paura di non trovare qualcosa da mangiare o un tetto dove ripararmi. Ho passato giorni interi a digiuno continuando a camminare senza meta. Io non ho paura di molte cose. Certamente non di persone come te, che lottano ogni giorno per combattere il demone che hanno dentro, per essere migliori e più forti. Io le rispetto.
    Supaku si interruppe, per prender un lungo sorso di ginseng. Aveva bisogno di silenzio. Le sue ultime parole aveva risvegliato una valanga di ricordi nella sua mente, ricordi contro cui aveva lottato per molto tempo. Ricordi che era riuscito a rinchiudere dentro di sè per non impazzire. Chiuse gli occhi cercando la meditazione, cercando il vuoto. Privandosi di ogni cosa. Lo raggiunse come un assetato nel deserto. Di corsa ma inciampando più volte per la stanchezza e il peso dei ricordi che lo ostacolavano. Riuscì ad afferrarlo e ad aggrapparvisi con tutte le sue forze. Era suo.
    Il gelo spazzò ogni cosa. Colpì i ricordi come un'uragano e li sbatté di nuovo lontani, dove non poteva sentirli. Adesso era di nuovo lui.
    Riaprì gli occhi.
    Osservò meglio Takumi. I suoi capelli biondi, gli occhi color magenta, la cicatrice che lui stesso gli aveva fatto durante l'esame chuunin sotto l'occhio. Takumi diceva di essere un Jinchuriki. Ma lui stesso aveva già capito cosa significava esserlo. Un Jinchuriki non si faceva definire dal demone dentro di sè, era lui stesso che definiva quel demone, che rimaneva quello che era nonostante il Bijuu. Una cosa che Maky ancora non aveva compreso, una cosa dovuto capire.
     
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    Takumi ascoltò attentamente ogni singola parola che il suniano aveva da dire e non fu affatto sorpreso dalla conferma del suo spirito e la sua indole coriacea. più tempo passava e più Takumi sentiva di potersi aprire a Supaku, e anche l'amico sembrava dello stesso avviso. La tensione sembrava essersi in buona parte sciolta per lasciare libero spazio ad un sereno ma profondo colloquio, colloquio durante il quale scoprì chi era la fonte di informazioni di Supaku.
    "Un altro Jinchuriki? Che sia Uno di quelli che conosco io? Del resto Supaku nell'esame Genin si è scontrato sia con Juuken che con Henry, e li ha battuti. In effetti non ci avevo mai pensato, Supaku non lo so ma dovrebbe essere doppiamente orgoglioso della sua prova all'esame. Ha sbaragliato tre forze portanti.....Supa sei pieno di sorprese!"
    Takumi guardò Supaku mentre il Suniano aveva gli occhi chiusi e sorseggiava il suo ginseng. Come poteva chiedergli chi fosse il Jinchuriki in questione senza rischiare di svelare l'identità di quelli che conosceva lui prematuramente? Rimaneva solo una possibilità, chiederlo direttamente.
    Posso sapere chi è questo shinobi portatore tuo amico? Se non vuoi dirlo ti posso capire, del resto anche io preferirei evitare di far trapelare l'identità di quelli che conosco, non per mancanza di fiducia nei tuoi confronti, ma semplicemente per la loro protezione!
    Takumi ragionò su e trovò una soluzione.
    Se proprio non vuoi dimmi almeno se sai quante code ha la sua bestia, così saprò dirti se è un amico comune o no!
    In un secondo momento Takumi pensò anche di rispondere alle affermazioni di Supaku, e dopo qualche momento di esitazione decise di continuare a parlare ed avere fiducia nei confronti del suniano.
    In realtà non mi sento di giudicarli tutti demoni. Demoni è una brutta parola e potrebbe rendere male il concetto di quello che Isobu è per me....
    Disse parlando del Sanbi.
    ....non tutti i bijuu sono uguali o malvagi. Isobu non si è mai comportato da demone con me, anzi le poche volte in cui abbiamo parlato mi ha sempre aiutato e trattato con...penso sia pacatezza il termine giusto. Ha sempre una voce calma.
    Takumi sorrise posando lo sguardo nel nulla mentre pensava ai pochi colloqui avuti con il tre code che risiedeva in lui, e per la prima volta si rese conto che nonostante fosse dentro di se, neanche lui lo conosceva ancora in maniere approfondita. Magari dietro quell'apparenza di calma che voleva far apparire Isobu era una spietata macchina assassina come lo Shukaku che stava facendo impazzire Juuken, ma Takumi ne dubitava fortemente, se fosse così avrebbe già approfittato delle basse difese del ragazzo per fuggire quando Takumi era ancora inesperto, e non ora, inoltre il kiriano non sapeva spiegarlo, ma sentiva una sensazione dentro di se che gli diceva che Isobu non era malvagio ne assetato di violenza o vendetta, non era accecato dalla superbia ne reso debole dalla modestia...era un essere equilibrato e calmo, proprio come Takumi.
    Il pensiero che i due fossero simili fece sorridere Takumi che rimase in attesa di una risposta di Supaku.
     
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    Posso sapere chi è questo shinobi portatore tuo amico? Se non vuoi dirlo ti posso capire, del resto anche io preferirei evitare di far trapelare l'identità di quelli che conosco, non per mancanza di fiducia nei tuoi confronti, ma semplicemente per la loro protezione!
    Supaku assentì alle parole di Takumi. Era meglio che i nomi degli amici che conosceva Takumi rimanessero segreti, del resto lui non era un jinchuriki e molto probabilmente i suoi amici non avrebbero gradito che si spandesse ai quattro venti la loro identità, sopratutto a persone come lui.
    Concordo, ritengo sia meglio tenere segrete le identità dei tuoi amici. Per quanto riguarda l'identità del mio. Non gli ho mai chiesto se potevo raccontarlo in giro, quindi non saprei come reagirebbe.
    Takumi rimase in silenzio un attimo e poi parlò di nuovo.
    Se proprio non vuoi dimmi almeno se sai quante code ha la sua bestia, così saprò dirti se è un amico comune o no!
    Questa mi sembra un'ottima soluzione. Se non ricordo male lui mi disse di avere dentro di sè Sukou no Yonbi, il demone a quattro code. Non so però esattamente di cosa si tratti, in quanto mi ha rivelato soltanto il numero di code. Non comprendo ancora appieno quali siano i poteri di voi Jinchuriki, ma penso che i Demoni dentro di voi vi diano delle capacità differenti ciascuno in base ai propri punti di forza.
    Takumi rifletté per una attimo prima di parlare di nuovo.
    In realtà non mi sento di giudicarli tutti demoni. Demoni è una brutta parola e potrebbe rendere male il concetto di quello che Isobu è per me....
    ....non tutti i bijuu sono uguali o malvagi. Isobu non si è mai comportato da demone con me, anzi le poche volte in cui abbiamo parlato mi ha sempre aiutato e trattato con...penso sia pacatezza il termine giusto. Ha sempre una voce calma.

    Supaku assentì, comprendendo un pò più appieno quello che voleva dirgli Takumi. A quanto pare sembrava esserci un modo per Jinchuriki e Bijuu di mettersi in contatto, forse a livello di inconscio e di poter quindi conversare. Le stesse parole di Takumi suggerivano che il Bijuu stesso, poteva, se voleva provare a prendere il controllo del proprio portatore. Questo significava che non tutti i Bijuu erano benevoli e che non tutti erano felici della propria condizione.
    Quello che mi racconti è molto interessante. Credevo che spesso i Bijuu non dovessero essere soddisfatti della propria condizione quasi di "prigionieri" dentro al corpo di una persona. Ho sempre pensato che la loro condizione di arma li potesse portare ad odiare il mondo ninja anche solo per come venivano visti. meri strumenti senz'anima pronti ad essere utilizzati nelle grandi battaglie e poi rinchiusi di nuovo.
     
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  10. hellspawn93
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    Takumi Ehime
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    Quando Takumi vide Supaku affermare che aveva ragione a nascondere l'identità delle forze portanti, il kiriano mosse la testa in assenso e con le braccia incrociate ascoltò la rivelazione di Supaku.
    "Conosce il quattro code, quindi una forza portante che io non conosco. In effetti era probabile visto che escludendo me, Juuken e Henry ci sono altre sei forze portanti. Questo inoltre vuol dire che non sa della natura di jinchuriki ne di Henry ne di Juuken"
    Takumi sospirò e poi rispose.
    La scimmia a quattro code. Non sapevo che avesse un Jinchuriki anche lei...
    Pensò Takumi ad alta voce mentre si alzava dal tavolino e cominciò a girare per la stanza. Supaku nel frattempo continuava a parlare in quel fruttuosissimo scambio di informazioni più o meno velate.
    E hai pensato bene Supaku, non tutti sono docili come Isobu, la mia tartaruga a tre code. Uno dei Jinchuriki che conosco addirittura non può dormire per paura che il suo Bijuu prenda il sopravvento. Ci sono Bijuu malvagi o buoni, quello del mio amico è semplicemente amante della violenza. C'è chi è molto comunicativo...
    Come Takumi aveva capito fosse il 7code di Henry.
    ...e c'è chi invece è molto placido e silenzioso persino con il proprio Jinchuriki. Isobu appartiene a questi ultimi, ma stò cercando di instaurare un contatto quanto più maggiore fra me e lui, se non verbale quanto meno spirituale, e ho imparato parecchie cose dal nostro ultimo incontro...
    Takumi si mise in posizioe lontano da ogni oggetto nella stanza.
    Jinchuuriki Chuunin
    3JinchuurikiChuunin
    Il Jinchuuriki inizierà ad esternare un esiguo flusso di chakra color celeste, dato il notevole aumento che gli provoca il bijuu. L'aura che si può vedere fuoriuscire dall'intero corpo, provocherà alcune folate di vento intorno allo shinobi ed in tutte le direzioni. Le sue caratteristiche esteriori rimarranno apparentemente uguali, ma avrà forza, velocità e resistenza d'un grado superiore.
    Consumo: 4 (A Turno)

    Improvvisamente i capelli di Takumi cominciarono ad alzarsi come trasportati da una folata di vento mentre un flusso di chakra celeste visibile ad occhio nudo cominciò a contorniarlo a tratti come una sorta di aura che rilasciava folate di vento nella zona. Mentre questo avveniva Takumi sorrise. Sperava che a Supaku il vento sarebbe piaciuto, del resto negli scontri il chuunin dai capelli bianchi si affidava molto ad esso.
    Ora riesco a liberare una piccola parte del chakra di Isobu, questo da quando ho avuto una conversazione poco dopo l'esame chuunin, e lo devo a te...
    Takumi indicò Supaku sorridendo.
    ...Isobu dice che la cicatrice che mi hai fatto sotto l'occhio gli ricorda un vecchio Jinchuriki a cui fu legato, però non mi vuole ancora dire chi sia.
    Dopo quelle parole l'aura attorno a Takumi si abbassò sparendo di nuovo e fermando il flusso d'aria.
    Improvvisamente Takumi si fece triste in volto.
    Sai, è proprio per questo potere che molti ci temono, ed è per questo che noi forze portanti dobbiamo stare molto attenti. Non ne abbiamo ancora delle prove, ma è probabile che qualcuno ci tenga d'occhio, magari un organizzazione che vuole i nostri poteri a fini personali...non so. So quasi sicuramente però che il ninja che ha ucciso i miei genitori quasi un anno fa lo ha fatto per dare la caccia a me....a me e Isobu.
    Lo sguardo di Takumi si fece opaco pensando ai genitori morti. Forse, anche se improbabile, anche la morte di suo fratello gemello era dovuta alla sua natura di forza portante. Takumi si strinse una mano al cuore e poi il suo sguardo si alzò tornando vitreo e freddo, sul volto una leggere ombra di rabbia che veniva controllata dal freddo gliaciale che Takumi provava dentro di se.
    Non gli permetterò di avere Isobu su un piatto d'argento. Se attaccassero difenderò me stesso e il Bijuu fino alla morte.
    Già, se l'uomo che aveva ucciso i genitori di Takumi non era tornato a finire il lavoro lo doveva solamente a suo padre e la sua tecnica che aveva fatto perdere all'assasino l'uso delle braccia.
     
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    La rivelazione che Maky avesse dentro di sè il Bijuu a quattro code che era una scimmia fu un lieve shock per Supaku anche se non così tanto. Aveva visto Maky legare con il gorilla che aveva in giardino oltre che le numerose scimmie che aveva visto nell'oasi in cui viveva. Non era stano che il Jinchuriki di un gorilla riuscisse a legare bene con gli altri primati.
    E hai pensato bene Supaku, non tutti sono docili come Isobu, la mia tartaruga a tre code. Uno dei Jinchuriki che conosco addirittura non può dormire per paura che il suo Bijuu prenda il sopravvento. Ci sono Bijuu malvagi o buoni, quello del mio amico è semplicemente amante della violenza. C'è chi è molto comunicativo...
    Disse Takumi mentre si alzava per camminare avanti e indietro, forse per riflettere sulle informazioni che Supaku gli aveva appena dato. A quanto pareva Takumi non conosceva Maky, quindi i suoi amici erano altre forze portanti a lui sconosciute. Chissà quante ne conosce. Pensò Supaku non essendo meravigliato che fosse stato Takumi il ninja capace di cercare e trovare altri jinchuriki. La sua straordinaria intelligenza e calma lo rendevano la persona perfetta per fare da leader, oltre che da guida. Supaku si chiese se gli amici di Takumi lo vedessero allo stesso modo in cui lo vedeva lui.
    Ma il Kiriano non aveva finito.
    ...e c'è chi invece è molto placido e silenzioso persino con il proprio Jinchuriki. Isobu appartiene a questi ultimi, ma stò cercando di instaurare un contatto quanto più maggiore fra me e lui, se non verbale quanto meno spirituale, e ho imparato parecchie cose dal nostro ultimo incontro...
    Un attimo dopo, il chuunin dai capelli biondi era al centro della stanza. Improvvisamente una potente ondata di chakra venne emessa dal suo corpo, spazzando via l'aria intorno a lui. Supaku rimase immobile, ma per un attimo ebbe un sussulto. Un'aura celeste adesso ricopriva Takumi che stava al centro della stanza mentre il chakra del suo Bijuu lo ricopriva.
    Supaku nonostante il sussulto, era riuscito a non cadere per terra e adesso osservava affascinato il Kiriano. è incredibile. pensò con ammirazione mista a terrore, mentre le ondate di vento che emanava Takumi gli spazzava i capelli bianchi dalla fronte. Il Suniano si beò per qualche istante della brezza leggera frai capelli prima di tornare presente. Era qualcosa in davvero incredibile. Takumi stava esternando il chakra dal proprio corpo, una massiccia quantità di chakra a dire il vero perché normalmente questo non poteva essere visibile ad occhio nudo. Immagino che non sia solo scena. Molto probabilmente quell'aura gli permetterà di fare cose o di utilizzare jutsu impossibili senza. Per un attimo Supaku si chiese quanto poteva essere grande il potere di un Bijuu e non si stupì a pensare le cose in grande. Del resto, ci doveva essere un motivo se le grandi nazioni volevano i Bijuu come arma.
    Vorrei vederlo in azione. Sono davvero curioso di vederlo combattere. pensò Supaku osservando Takumi. Era di sicuro più potente di quando si erano sfidati all'esame chuunin e Supaku era affamato di combattimenti, sopratutto di conoscere nuove abilità o jutsu.
    Ora riesco a liberare una piccola parte del chakra di Isobu, questo da quando ho avuto una conversazione poco dopo l'esame chuunin, e lo devo a te...
    Takumi indicò Supaku sorridendo.
    ...Isobu dice che la cicatrice che mi hai fatto sotto l'occhio gli ricorda un vecchio Jinchuriki a cui fu legato, però non mi vuole ancora dire chi sia.
    Takumi arrestò il flusso d'aria e fece sparire il chakra che lo circondava. Improvvisamente sembrava molto triste.
    Sai, è proprio per questo potere che molti ci temono, ed è per questo che noi forze portanti dobbiamo stare molto attenti. Non ne abbiamo ancora delle prove, ma è probabile che qualcuno ci tenga d'occhio, magari un organizzazione che vuole i nostri poteri a fini personali...non so. So quasi sicuramente però che il ninja che ha ucciso i miei genitori quasi un anno fa lo ha fatto per dare la caccia a me....a me e Isobu.
    Supaku non potè fare a meno di pensare a Travis. Non gli aveva ancora spiegato che cosa aveva intenzione di fare o perché per lui i Bijuu sarebbero stati la chiave di volta del suo piano, ma il chuunin di Suna pensava che li volesse per la loro straordinaria potenza.
    Supaku non sapeva cosa dire a Takumi. Anche lui aveva perso i genitori a causa di mukenin, anche se ancora non aveva scoperto il motivo preciso della morte della sua famiglia. Capiva Takumi profondamente e forse comprendeva come il ragazzo fosse così attaccato al Bijuu. Era stato per colpa di quello che era che i suoi genitori erano morti. Non poteva immaginare quale peso poteva essere quello che il ragazzo portava sulle proprie spalle.
    Non gli permetterò di avere Isobu su un piatto d'argento. Se attaccassero difenderò me stesso e il Bijuu fino alla morte.
    Supaku prese un altro sorso di ginseng, cercando di calmare il tumulto che aveva dentro.
    Penso di capirti molto più di quanto tu possa credere. disse dopo un profondo silenzio. Io non sono originario di Suna. un altro silenzio. Il segreto che stava per rivelare forse poteva essere spaventoso quanto quello che il Kiriano gli aveva rivelato. La mia famiglia, così come io, era originaria di Iwa. Quando la Quarta grande Guerra scoppiò i miei genitori combatterono per Iwa ma morirono per mano di traditori mukenin. Non ho ancora scoperto per quale motivo siano morti, ma ho giurato a me stesso che un giorno gli darò la caccia. Cinque nomi sono incisi nella mia anima e non avrò pace fino a quando ognuno di essi non sarà cancellato da essa. Combatti per quello che ti è rimasto, Takumi. Perché è proprio quello che porta ancora nascosto i migliori ricordi della tua vita. A me non è rimasto più nulla se non quei cinque nomi e la volontà di essere un grande shinobi come lo fu mio padre. Tu hai però un motivo per continuare a combattere, difendere il tuo Bijuu, come hanno fatto i tuoi genitori. Onora la loro memoria combattendo e difendendo quello per cui loro hanno dato la vita.
    disse con serietà fissando gli occhi magenta di Takumi nei suoi.
     
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  12. hellspawn93
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    Takumi Ehime
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    Takumi rimase a riflettere sulle parole di Supaku, nulla di nuovo a parte la conferma di ciò che Takumi già sapeva, ovvero che doveva continuare a combattere e cercare di radunare più forze portanti possibili, nel ricordo che l'unione fa la forza. Henry, Juuken e lui erano già Chuunin, ma Takumi si chiedeva quanto fossero forti gli altri Jinchuriki che non conosceva, magari erano più forti di lui.
    La cosa che comunque sorprese davvero Takumi fu sapere che anche Supaku, proprio come lui, non era originario del suo paese di nascita, e che anche lui aveva perso i suoi genitori promettendosi un giorno di fare vendetta.
    Mi dispiace!
    Si limitò ad affermare Takumi, lui sapeva cosa si provava, aveva perso una madre, un padre, un fratello. E la cosa peggiore, l'idea che nell'ultimo anno più l'ha tormentato, era che Umiku potesse essere molto per colpa sua. Magari quegli Uciha che lo uccisero l'avevano scambiato per lui visto che erano gemelli, magari Umiku era morto proprio per lo stesso motivo dei suoi genitori.
    Takumi appoggiò una spalla al muro e scacciò via i pensieri incrociando le braccia e rimanendo a riflettere.
    Sai, anche io non sono di Kiri, mia madre lo era, ma io e mio fratello siamo nati nel paese di mio padre a Konoha. Ci trasferimmo a Kiri solo sette anni fa, quando io ne avevo ancora otto. I miei genitori pensavano così di allontanarmi dalla cattiva sorte, dalla corruzione del paese, nascondendomi nella nebbia di Kiri.....poveri illusi.
    Disse con freddezza Takumi che finalmente si decise a fare la mossa finale. Il culmine di tutto il discorso. Si spostò ancora una volta inquieto e portò lo sguardo fuori alla finestra appoggiandovisi con il braccio al cornicione.
    Non c'è bisogno che te lo dica io Takumi, questo paese è marcio. Suna, Kiri, Konoha e chi più ne ha più ne metta. I tempi non sono forse ancora maturi, ma sono sicuro al cento per cento che presto o tardi si scatenerà qualcosa in queste terre, e magari la causa saremo proprio noi Jinchuriki...
    Sorrise mesto Takumi, la sua visione era apocalittica certo, ma ben distante dall'essere impossibile.
    A quel punto per me in quel momento tutto potrebbe essere una potenziale minaccia. Ho visto come proteggi il Jinchuriki del quattro code e ti fa onore, quello che voglio sapere è se anche io come lui posso fidarmi di te Supaku. Noi Jinchuriki siamo forti, ma rimaniamo in nove, e non tutti sono molto collaborativi, le nostre chance scendono vertiginosamente....senza alleati.
    Takumi si girò a guardare Supaku, penetrandolo con uno sguardo magenta e vitreo insieme, come solo lui può fare.
    Takumi non gli stava chiedendo di aggregarsi ad una combriccola o di essere un alleato in una guerra, ma solo un amico fidato, se Supaku era intelligente come Takumi pensava che fosse, e lo era, avrebbe capito.
     
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    Mi dispiace! disse Takumi. Era chiaro che non ci sarebbero potute essere parole per descrivere quello che si stava provando. Supaku stesso trovava che qualsiasi cosa avesse potuto dire Takumi non sarebbe bastata a cancellare ciò che era stato il suo passato. Era solo un gesto di empatia. Forse vuoto, ma Supaku non credeva fosse così, lo vide negli occhi del Kiriano, che quel dolore era condiviso, forse aveva incontrato un altro come lui. Un altro le cui cicatrici erano state solcate sulla propria pelle fin da giovane e Supaku non ne dubitava vista la natura di Jinchuriki del ragazzo.
    Sai, anche io non sono di Kiri, mia madre lo era, ma io e mio fratello siamo nati nel paese di mio padre a Konoha. Ci trasferimmo a Kiri solo sette anni fa, quando io ne avevo ancora otto. I miei genitori pensavano così di allontanarmi dalla cattiva sorte, dalla corruzione del paese, nascondendomi nella nebbia di Kiri.....poveri illusi.
    Supaku era perfettamente d'accordo. Anni e anni di vagabondaggio nella Terra di Nessuno gli avevano insegnato che il cinismo e il realismo portavano una persona molto più lontano di quanto potessero farlo le speranze. Terribile ma vero. Si potevano fare solo due cose: combattere o fuggire senza mai fermarsi.
    Non c'è bisogno che te lo dica io Supaku, questo paese è marcio. Suna, Kiri, Konoha e chi più ne ha più ne metta. I tempi non sono forse ancora maturi, ma sono sicuro al cento per cento che presto o tardi si scatenerà qualcosa in queste terre, e magari la causa saremo proprio noi Jinchuriki...
    Travis Fuuma fu il primo pensiero del ragazzo dai capelli bianchi. Che il mondo degli shinobi fosse da cambiare era molto probabile, per un attimo Supaku si chiese cosa aveva intenzione di fare Travis con i Bijuu. Quali fossero le sue reali intenzioni, se benigne o maligne. Se quel ragazzo dagli occhi a spirale avrebbe davvero potuto cambiare il mondo.
    A quel punto per me in quel momento tutto potrebbe essere una potenziale minaccia. Ho visto come proteggi il Jinchuriki del quattro code e ti fa onore, quello che voglio sapere è se anche io come lui posso fidarmi di te Supaku. Noi Jinchuriki siamo forti, ma rimaniamo in nove, e non tutti sono molto collaborativi, le nostre chance scendono vertiginosamente....senza alleati.
    Dopo queste parole Takumi lo fissò intensamente, in cerca di una conferma per una possibile alleanza? Supaku ne dubitava, Takumi non era il tipo da cercare seguaci. Lui cercava compagni, amici. Supaku non si sarebbe piegato sotto qualcuno, questo lo sapevano sia lui che il Kiriano e il chuunin dai capelli bianchi apprezzò che Takumi fosse riuscito a cogliere al volo tutto ciò. Forse tra lui e quel ragazzo dagli occhi rosa poteva nascere qualcosa, un'amicizia forse. Di colpo il ragazzo si rese conto di star cominciando a legarsi a molte persone. Forse anche troppe.
    Fino ad un anno prima era un ragazzo sperduto e solitario che aveva finito l'accademia con un anno in più degli altri. Adesso era il vincitore dell'esame chuunin, aveva conosciuto due Jinchuriki, una ragazza Uchiha dotata di occhi rossi, un Kiriano con gli occhi a spirale, era diventato più forte, aveva avuto un maestro, aveva viaggiato. Sapeva che il mondo ninja aveva ancora molto e molto da offrigli, ma si stupì di tutti i grandi risultati che era riuscito ad ottenere in così poco tempo.
    Penso che tra noi potrà nascere una grande amicizia, Takumi. disse senza girarci troppo attorno. Non era così bravo con le parole, preferiva essere diretto.
    Entrambi abbiamo avuto vite sofferte. Entrambi siamo stati feriti e calpestati da questo mondo più grande di noi. Ma sia tu che io ci siamo alzati sempre a testa alta, arrivando nella finale chuunin, dimostrando al mondo che non ci ha fatto così male come sperava. Siamo più forti di prima, adesso. Mi piacerebbe combattere al tuo fianco, una volta per suggellare questa nuova amicizia. Tutte el volte che combattevo contro di te non ho mai provato astio, solo rispetto. Quello è un sentimento che ho provato contro pochi dei ninja che ho affrontato. Mi fido del mio istinto e il mio istinto come mi ha detto che tu eri un ninja da rispettare e non da odiare o temere, mi dice adesso di fidarmi di te.
    Prese un profondo respiro. Forse avrebbe commesso un grande errore quel giorno, ma qualcosa gli diceva che non poteva essere così. Lui si fidava di Takumi.
    Per questo ti rivelerò il nome del mio amico Jinchuriki. un altro attimo di silenzio. Maky Uryuu. è un ragazzo di Suna, come me. Ti do il tuo nome in segno di fiducia e spero che la conoscenza di Maky possa aiutarti nella tua ricerca di un fronte unito contro chi vuole fare del male a quelli come voi. Lui è affidabile e un ragazzo che ha sofferto molto come me e te. Penso che andrete piuttosto d'accordo.
    Supaku sorrise a Takumi. Una parte di lui si sentiva liberata di un peso davanti al ragazzo dai capelli biondi. Un'altra aveva solo paura di aver sbagliato a fidarsi. Si disse semplicemente che, se Takumi si fosse rivelato un bugiardo, avrebbe posto rimedio più tardi alla cosa.
     
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    I due continuarono a parlare scambiandosi parole e sguardi intensi, a quel punto Supaku prese di contropiede Takumi due volte, non solo preannunciando a Takumi la nascita di una grande amicizia, ma ancora di più rivelandogli il nome del suo amico Jinchuuriki.
    Maky Uyuu? Mai sentito nominare, mi metterò in contatto con lui il prima possibile.
    Rispose con iniziale freddezza Takumi. Ciò che Supaku gli aveva rivelato era qualcosa di molto prezioso, un altro ragazzo con cui mettersi in contatto. Poi Takumi guardò Supaku, non doveva essere stato facile per lui fidarsi del kiriano, forse se ne stava già pentendo, lui lo avrebbe fatto.
    Grazie!
    Disse Takumi con un semplice sguardo più eloquente della semplice parola detta a voce. A quel punto Takumi aveva chiarito tutto ciò che gli premeva chiarire, e non poteva perdere altro tempo, presto gli avrebbero affidato una nuova missione, doveva prepararsi. Raccolse la sua Katana dal suolo e legò di nuovo il fodero dietro la schiena, si avviò verso l'Omoikarui appesa al muro e la afferrò lanciandola fra le mani di Supaku in un gesto simbolico, a voler dire che sel'era meritata, e che uno spadaccino gliel'aveva affidata perchè riconosceva che ne era degno. Continuò a camminare fino alla porta e la aprì fermandosi sull'uscio per un istante mentre l'aria calda gli investiva il volto, quindi si girò un ultima volta.
    Puoi andare fiero di quella lama, non solo per il suo valore ma per come l'hai ottenuta. Non molti ragazzi sono ingrado di battere nelle fasi finali di un torneo di chuunin tre forze portanti...
    Takumi sorrise. Con quelle parole aveva rivelato l'identità dei due Jinchuricki che conosceva a Supaku. Del resto il suniano si era fidato di lui e Takumi aveva fatto altrettanto. Era quasi totalmente sicuro che il segreto di Henry e di Juuken era in buone mani. Fece un ultimo sguardo d'intesa, quindi senza ulteriori indugi varcò la porta e si allontanò. Prima di tornare a Kiri avrebbe cercato questo Maky per le strade di Suna, e con un pò di fortuna l'avrebbe trovato.
     
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    Takumi reagì quasi freddamente alla rivelazione che Supaku gli aveva fatto su Maky Uryuu. Il chuunin dai capelli bianchi si era aspettato qualcosa di meglio, ma in quel momento rifletté che anche lui avrebbe agito in quel modo davanti ad una simile rivelazione. Molto probabilmente Takumi stava già cominciando a lavorare febbrilmente sulla nuova informazione, la sua straordinaria intelligenza era già all'opera.
    Dopo averlo ringraziato, si alzò e dal suo movimento, Supaku intese che era pronto per andarsene. Come immaginavo, ha attenuto l'informazione che voleva, non ha più motivo per restare. Pensò cinicamente. Del resto anche lui avrebbe fatto lo stesso.
    Takumi afferrò l'omoikarui e, dopo averla osservata un attimo, la lanciò a Supaku che la prese al volo con la mano destra. Era un gesto a cui il Kiriano stava infondendo un profondo significato. Forse non lo stava dicendo a parole, ma qualcosa nel silenzio dei loro occhi diceva a Supaku che il Jinchuriki lo riconosceva degno di quella lama.
    Takumi si allontanò, avvicinandosi all'uscita. Spalancò la porta, facendo entrare una folata d'aria calda e secca. Supaku socchiuse leggermente gli occhi, la sabbia era insopportabile.
    Il Kiriano si voltò un'ultima volta.
    Puoi andare fiero di quella lama, non solo per il suo valore ma per come l'hai ottenuta. Non molti ragazzi sono ingrado di battere nelle fasi finali di un torneo di chuunin tre forze portanti...
    Disse un attimo prima di scomparire nella strada. Portato via dalle sabbie del deserto. Supaku rimase per qualche secondo immobile. Corse rapidamente alla porta per parlare un'ultima volta con Takumi. Non lo vide più in strada. Quel ragazzo era davvero incredibile.
    Chiuse la porta dietro di sé. Non molti ragazzi sono ingrado di battere nelle fasi finali di un torneo di chuunin tre forze portanti... Era rimasto esterrefatto da quella rivelazione da parte del Kiriano.
    Ho battuto tre forze portanti? tre Jinchuriki? Questo vuol dire che....Juuken e Henry....Impossibile. Improvvisamente realizzò quello che era appena successo. Realizzò quanto davvero valesse la propria vittoria sul campo dell'esame chuunin. Lui non era nessuno, non era speciale. Lui aveva vinto contro tre forze portanti. Tre ninja capaci con le loro abilità di essere utilizzati come armi dalle cinque grandi nazioni. Certo, molto probabilmente non riuscivano a controllare al meglio il loro potere. Inoltre non penso abbiano potuto ricorrere al pieno potere del Bijuu per paura di farsi scoprire. Ma nonostante tutto...Ho vinto.
    Supaku abbassò lo sguardo sull'omoikarui nella sua mano. Quella lama stava diventando qualcosa di più che un'arma. Era un simbolo. L'emblema della propria vittoria. Lui, Supaku Handoru aveva vinto tre forze portanti.
    Non basta ancora, ma non è male come inizio. pensò sorridendo.
     
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