Casa Supaku Handoru

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    Il sole...il deserto...il tramonto...il chakra di tutti gli shinobi del mondo non basterebbe a ricreare neanche un infinitesimo di tutto questo...è un posto veramente sensazionale...a Kiri tutto quello che puoi vedere sono i palazzi circostanti...e solo quando la nebbia è abbastanza rada...fermarci a guardare il panorama per noi è imppossibile... Supaku era pienamente d'accordo con la ragazza. Per un attimo pensò a quanto fosse vasto e grande il mondo degli shinobi e di quando davvero poco ne avesse visto lui.
    Sai, un giorno mi piacerebbe viaggiare in lungo e in largo per il mondo. Vivere la vita come un nomade, invece di pensionarmi, e passarla sulla strada. Ci sono tanti posti stupendi che nessuno ha ancora visto o scoperto. Sarebbe bello poterli vedere, poter sentire la magia della natura intorno a tè senza che ci sia il tocco dell'uomo a contaminare ogni cosa. Il suo era solo un sogno ovviamente. Era improbabile che ci sarebbe riuscito, così come era improbabile che avrebbe potuto viaggiare. Non aveva ancora deciso quale sarebbe stato il suo futuro, cosa fare degli incubi che infestavano i suoi sogni ogni notte. Cosa dire ai fantasmi dei suoi genitori. Non lo sapeva.
    Una parte di lui voleva arrendersi a tutto quello. Al bel mondo, al viaggiare, al far parte di Suna anche se non era davvero il suo villaggio. Ma una parte di lui. Voleva veder scorrere il sangue, voleva vendetta, voleva essere libera da ogni giurisidizione, non essere soggiogata a nessuno perché la sua patria, la sua unica patria era morta da tempo.
    Si passò una mano tra i capelli. Non sapevo cosa lo avesse preso. Era così tranquillo, godersi il tramonto con una ragazza accanto. Una cosa che non faceva da molto tempo. Non che vedesse in Kaori una potenziale compagna. Era in troppo piccolo per lei e non pensava di interessargli in quel modo. Ma era sempre piacevole guardare il tramonto con una ragazza, anche quando sapevi che non sarebbe successo nulla.
    Deve essere bello...essere privo di ogni legame...vivere senza pressioni. Il mondo degli shinobi è molto più duro....ma del resto non mi aspettavo altro. Tu perché sei diventata una kunoichi?

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    "Sai, un giorno mi piacerebbe viaggiare in lungo e in largo per il mondo. Vivere la vita come un nomade, invece di pensionarmi, e passarla sulla strada. Ci sono tanti posti stupendi che nessuno ha ancora visto o scoperto. Sarebbe bello poterli vedere, poter sentire la magia della natura intorno a tè senza che ci sia il tocco dell'uomo a contaminare ogni cosa."
    Ascoltando le parole del ragazzo Kaori tornò con la mente a tutte le volte che aveva fatto quella stessa riflessione, tutte le volte che avrebbe voluto cambiare, tutte le volte che aveva pensato di andarsene, ma ora era diverso aveva trovato uno scopo e perfino una certa serenità, continuava a lottare per diventare più forte, ma il suo progetto era cambiato, non sognava più di riuscire a stravolgere Kiri con la forza, aveva capito che da soli lei e la sua rabbia non avrebbero potuto fare nulla, ma gli Shugo Rei, Shiro, Ryu e gli altri di cui non aveva ancora fatto conoscenza, potevano cambiare le cose, dapprima agire sul territorio per stare al fianco della gente comune ed aiutarla veramente, poi infiltrarsi nei meccanismi del villaggio ed agire per cambiarlo da dentro, sarebbe stato un lavoro lungo e complicato che avrebbe richiesto anni di impegno e tremendi sacrifici, ma ormai aveva scelto la strada da percorrere e non sarebbe tornata indietro
    "Deve essere bello...essere privo di ogni legame...vivere senza pressioni. Il mondo degli shinobi è molto più duro....ma del resto non mi aspettavo altro. Tu perché sei diventata una kunoichi?"
    Ascoltando quelle parole la ragazza si ritrovò a ridere amaramente
    "No Supaku...vivere senza legami non è bello...per lunghi anni ho sofferto terribilmente a causa della mancanza di legami...a causa dell'odio da parte degli abitanti di Kiri...non è bello essere soli...la rabbia e l'odio provano ad impossessarti di te...ed è difficile resistere, bisogna essere forti...molto forti...ed io non lo sono stata abbastanza...diventare kunoichi per me era solo una strada per il potere...per essere più forte e poter dimostrare a chi mi ha fatto soffrire chi fossi veramente...no, non è vero, volevo vendetta su chi mi aveva fatto soffrire...ma poi ho capito...ho conosciuto tante persone fantastiche ed ho capito...la vendetta non è la soluzione, non serve a cambiare le cose...non da soddisfazione...per cambiare le cose veramente sono altre le strade...ormai siamo shinobi, non possiamo far nulla per cambiare questo fatto, abbiamo intrapreso questa strada e possiamo solo cercare di dare il massimo per raggiungere i nostri obiettivi..."

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    No Supaku...vivere senza legami non è bello...per lunghi anni ho sofferto terribilmente a causa della mancanza di legami...a causa dell'odio da parte degli abitanti di Kiri...non è bello essere soli...la rabbia e l'odio provano ad impossessarti di te...ed è difficile resistere, bisogna essere forti...molto forti...ed io non lo sono stata abbastanza...diventare kunoichi per me era solo una strada per il potere...per essere più forte e poter dimostrare a chi mi ha fatto soffrire chi fossi veramente...no, non è vero, volevo vendetta su chi mi aveva fatto soffrire...ma poi ho capito...ho conosciuto tante persone fantastiche ed ho capito...la vendetta non è la soluzione, non serve a cambiare le cose...non da soddisfazione...per cambiare le cose veramente sono altre le strade...ormai siamo shinobi, non possiamo far nulla per cambiare questo fatto, abbiamo intrapreso questa strada e possiamo solo cercare di dare il massimo per raggiungere i nostri obiettivi...
    Supaku attese, ascoltando con attenzione le parole della kunoichi. Non era d'accordo. La vita di uno shinobi era fondamentalmente legata al suo villaggio, lo shinobi viveva e moriva per il suo villaggio. Supaku non era così che voleva passare la propria esistenza.
    Non conosco la tua storia, quindi non sono in grado di giudicare, però...beh, non sono d'accordo. La solitudine non mi ha mai spaventato, sono stato solo da che ho memoria, e il mondo non ha mai gettato lo sguardo su di me per ricompensarmi. Vedi, molta gente non capisce che il mondo non è giusto, non è buono, è una moltitudine di caos e entropia...All'inizio una parte di me pensava che ci dovesse essere equilibrio, ma poi ho realizzato quanto fosse sbagliato questo ragionamento. L'equilibrio non esiste, non ci sono ricompense per i più buoni alla fine della strada e punizioni per i più malvagi. Agli occhi del mondo siamo tutti uguali, tutti indifferenti. Lo hai detto tu stessa. Puoi passare la vita ad allenarti, a sviluppare la tua mente, ma tutto può essere vanificato da un evento fortuito che favorisce il tuo avversario. Per quel colpo di fortuna potresti morire, te ne saresti andata alla pari di un ninja meno preparato e capace. Il mondo non ti ricompensa per il duro lavoro o per la tua sofferenza, non si preoccupa per te. Sei tu che lo devi fare, sei tu che devi tirare avanti ogni giorno, che devi alzarti la mattina e metterti un sorriso sul volto nella speranza che la missione di oggi non sia l'ultima. Nella speranza di rivedere i tuoi cari, se li hai ancora. Io ho deciso di diventare uno shinobi per molti motivi, per rendere omaggio alla mia famiglia, per rendermi più forte e darmi i mezzi per portare l'equilibrio che il mondo si ostina a sbagliare. Tu parli di realizzazione ma...io vi vedo più un arrendersi, un piegarsi a quello che il mondo vuole che tu faccia, a quello che il villaggio vuole da te e a te che lo esegui per sentirti in pace con te stessa. Il villaggio non è la mia vita, io non devo nulla a queste persone, solo a me stesso per essere diventato quello che sono oggi. Pensi che quando vinsi l'esame chuunin il Kazekage si sia alzato per congratularsi con me? No, non l'ho mai visto, neanche una volta e so che è stato intenzionale. I ninja muoiono tutti i giorni in missione e il Kazekage non versa una lacrima per loro. Il villaggio non versa una lacrima perché sa che è quello il loro destino, perché la sua vita è stata messa al servizio di qualcun'altro. Beh, io metterò la mia vita al servizio di chi voglio io e certamente non ad un vecchio che non mi conosce neanche. Dici che la vendetta non è una strada, ma...quale altre strade ci sono? Quelle che la società ci offre non saranno mai sufficienti, è una trappola ideata da loro. Le cose non cambieranno, e non lo faranno perché la gente non vuole che cambino, si limiteranno a congelare il vostro cambiamento in un progetto a lungo termine che perderà significato ogni anno sempre di più fino a diventare qualcosa di così insignificante che non potrà alterare la loro vita. Il mondo non cambierà se non grazie a qualcosa di più grande e più forte di lui, gli uomini non si sveglieranno dal loro posto sicuro se non ci sarà il fuoco sotto i loro culi a dirgli di alzarsi. Perché la paura del cambiamento li bloccherà sempre.
    Non sapeva perchè si era infervorato così tanto. Non lo sapeva davvero. Lui non era un tipo passionale, era più razionale, ma ogni parola che aveva detto ne aveva tirata fuori un'altra dalla sua bocca e alla fine una valanga era uscita dalle sue labbra. Era tanto tempo che non si sfogava, che non dava finalmente voce ai suoi pensieri. Supaku prese un profondo sospiro. Non gli interessava se aveva offeso Kaori, doveva togliersi quel peso dal petto e chiarirsi le idee. Adesso sapeva quello che era destinato a fare, sapeva che la propria vendetta non sarebbe potuta essere arginata da belle parole e amicizie, lui lo doveva alla sua famiglia. Lo doveva.

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    In silenzio la ragazza ascoltò tutto il lungo discorso del suniano non potendo trattenersi dallo scuotere lentamente la testa, condivideva alcune delle cose dette dal giovane, ma non certo il senso generale del discorso
    "Ed una volta ottenuta la tua vendetta?cosa succederà?cosa farai? lo hai detto, i villaggi non versano lacrime per i loro shinobi ed il mondo non fa nulla per ripagare i buoni...i cattivi restano spesso impuniti...ma noi siamo degli shinobi...abbiamo più potere delle persone comuni e volenti o nolenti dobbiamo in qualche maniera sfruttarlo...proprio perchè il mondo non aiuta i più deboli dobbiamo essere noi a farlo...non per una ricompensa, non per benefici personali...ma per tutti quelli che non possono farlo al posto nostro...che senso ha raggiungere il potere per poi non avere nessuno da difendere con esso? cosa te ne fai? nulla...finirai per nutrirti del tuo stesso potere fino a che non ti accorgerai che in realtà è lui a nutrirsi di te...quali altre stradi ci sono mi chiedi? beh, se uno sa dove guardare ci sono altre possibilità...non è facile..."
    Kaori si interruppe, sapeva che si stava avviando lungo una strada pericolosa e non voleva esporsi troppo quindi soppesò le parole da dire, ma poi decise che l'argomento era troppo importante e che le idee espresse da Supaku la spaventavano troppo per non provare a fargliele cambiare
    "Vedi...il mondo non è fatto di bianco e nero...ci sono in mezzo milioni di tonalità di grigi...chi si arrende veramente è chi abbandona il proprio villaggio...chi non è riuscito a far niente per cambiare le cose...io ho paura di morire...ogni volta che mi scontro con un mukenin ho paura di morire...ogni volta che evito una tecnica avversaria sono consapevole del fatto che se fossi stata più lenta sarebbe stata la mia fine...ma poi mi ricordo per chi combatto...mi ricordo del male che quel mukenin aveva fatto e di quello che avrebbe potuto fare...che la struttura organizzativa dei villaggi non funziona è anche una mia convinzione...ma andarsene significa soltanto lasciare che le cosi restino come sono per venir prima o poi mangiato dai corvi di qualche ANBU...non dovrei dirti queste cose Supaku...dovrebbero essere uno dei miei più intimi segreti e non so perchè sto continuando a parlare...ma la fuori...non c'è solo marcio...il Kazekage non piange per gli shinobi caduti, ma c'è chi lo fa...c'è chi lotta in segreto contro i banditi ed i mukenin che il villaggio ritiene troppo poco pericolosi per mandare degli shinobi...banditi e mukenin che magari non faranno tanti danni...ma che forse uccideranno una madre, forse una figlia...al mondo non sarà cambiato nulla, ma per quella famiglia decisamente sì...c'è gente che combatte per questo...e non per la gloria dei riflettori, non per pavoneggiarsi davanti al villaggio, ma solo per la giustizia, perchè la gente non debba soffrire solo perchè povera, per avere in cambio soltanto un po'di gratitudine dalle persone salvate e la consapevolezza che se qualcuno lo scoprirà si potrebbero passare dei guai molto grossi..."

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    Supaku aveva sentito le parole della kuonichi e aveva ascoltato in silenzio ad ogni sua parola. Aveva rivelato troppo delle sue intenzioni? Sembrava di sì. Kaori non solo sembrava aver capito che un giorno Supaku avrebbe voluto provare a fuggire dal suo villaggio diventando un mukenin, ma sembrava aver fatto propria la missione di distoglierlo da quel percorso.
    Tu parli di un mondo fatto di una infinità di tonalità di grigi. Eppure sembri considerare tutti i mukenin neri come la pece. Ti sei mai chiesta cosa è davvero un mukenin? è un ninja che non fa parte di un villaggio, che è libero dal giogo di dover sacrificare la propria vita per gente che non conosce. Può essere un assassino, ma può anche non esserlo. Può aver deciso di perseguire vie di potere che danneggeranno solo lui e non gli altri e sopratutto non il resto dei villaggi. Io concordo con te nel ritenere che il mondo è pieno di tonalità differenti di grigi. Ma non per questo ritengo che se una persona tradisce lo fa per portare del male nel mondo. Magari non sopporta l'idea di essere sotto qualcuno, magari vuole solo essere libera. Il mondo degli shinobi non cambierà. è fatto così dalla notte dei tempi, siamo guerrieri e quello che ci riesce meglio è combattere, rafforzare le nostre parole con la forza delle nostre braccia e la potenza dei nostri jutsu. Non potremo cambiare e, francamente, penso che non vogliamo cambiare questo aspetto di noi. è ciò che da senso alla nostra vita, è ciò che sappiamo fare e in cui siamo bravi. I ninja non lo ammetteranno mai, ma segretamente sperano che nel futuro ci sia sempre conflitto, perché è questo quello che rende vive le loro vite. Tu parli di gente che fa del bene, in segreto, che porta giustizia per i poveri e i deboli. Questo è molto nobile, ma tu stesso ti stai rendendo conto che questa gente è anch'essa fuorilegge tanto quanto i mukenin che cacciano? Stanno obbedendo a un comando che è diverso, esterno, rispetto a quello del loro Kage che dovrebbe essere unico e solo. Stanno disobbedendo e tradendo il loro villaggio in un certo qual senso, eppure lo fanno per il bene. Immagino che si faranno chiamare in tanti modi ma non certamente come mukenin. Eppure cosa li distingue da loro? I mukenin sono ninja che hanno deciso di disobbedire alla luce del sole, questi operano in segreto, disobbediscono nell'ombra. Cosa li rende differenti dai mukenin stessi? Se questi ninja un giorno decidessero che, per il bene comune, i villaggi e i kage debbano morire per instaurare un mondo ninja unitario, e si sporcassero le mani di sangue innocente per farlo, li chiameresti ancora eroi?
    La differenza tra le azioni conta molto più di un nome o di un'etichetta? è la mentalità che è la stessa: disobbedire ai Kage per agire in libertà. Agire per il bene, per il male, per se stessi, per gli altri...non importa la mentalità e la stessa, si vuole essere liberi. Liberi di poter costruire un mondo migliore per noi stessi senza piegarsi al volere delle persone che non hanno fatto nulla per meritarsi il nostro rispetto. Se un Kage ti ordinasse di uccidere un uomo lo faresti? Io no. Non importerebbe quello che ha fatto, non è stata una mia scelta e quindi non potrei togliere la vita ad una persona sotto l'imposizione di un ordine dall'alto.


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    Le parole del ragazzo erano cariche di patos e risentimento, ma la kunoichi non poteva proprio trovarsi d'accordo con lui, certo i suoi argomenti non le erano completamente estranei, ma non poteva accettare l'idea del tradimento del villaggio come modo per cambiare le cose
    "Nel momento in cui siamo diventati shinobi abbiamo fatto la nostra scelta...certo come dici tu sceglire chi merita o no di essere punito non è un compito facile da arrogarsi, per questo è importante che ci siano sempre più persone...che con giudizio si muovano verso la giustizia...i danni agli innocenti non sono neanche contemplabili...ognuno agisce sotto il controllo degli altri e tutti diverrebbero sacrificabili nel caso in cui la smania di potere divenisse più forte di loro...una persona sola è debole e corruttibile...un gruppo coeso e compatto può agire e fungere da controllo su tutti i membri..."
    Kaori sapeva che si stava avviando in un sentiero spinoso e che aveva già rivelato fin troppe informazioni, ma i discorsi del Suniano la spaventavano, non voleva trovarsi un giorno a dovergli tagliare la gola come ad un qualsiasi altro traditore
    "Le terre di nessuno non sono il paese dei balocchi...o uccidi o vieni ucciso, non c'è posto per scrupoli e ripensamenti...e questo corrompe l'animo anche degli uomini più puri...io ho già ucciso più di un uomo...a volte su ordine diretto del kage, altre no...non so che missioni tu abbia affrontato fin'ora, ma gli shinobi non danno al caccia ai gatti in eterno...missioni di infimo livello possono anche non richiedere l'uso della forza...ma ormai sei un chuunin, non pensare di poter evitare di macchiarti le mani di sangue...in ogni caso non ho mai ucciso nessuno che personalmente non ritenessi meritasse di morire...a parte forse un ragazzo...si era unito ad un gruppo di mukenin e banditi...ma era ancora ingenuo...probabilmente non sapeva cosa stava facendo...ma ha provato a colpirmi alle spalle con una spada durante il combattimento con uno dei mukenin ed i miei riflessi hanno agito prima che potessi rendermi conto di chi fosse...non rimpiango le mie azioni, durante uno scontro la priorità è salvare la mai pelle ed eventualmente quella di innocenti in pericolo...però mi dispiace di non aver potuto fare nulla per aiutare quel ragazzo..."
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    Dalle parole di Kaori, Supaku era sempre più sicuro che questa fantomatica gente che operava per il bene fosse una cosa reale e che Kaori conoscesse direttamente. Così come lui infatti si infervorava nel sostenere la testi del Mukenin libero ma non cattivo, lei si impegnava a dimostrare che quel gruppo non sarebbe mai crollato verso il male grazie alla sua organizzazione. Devo saperne di più. pensò Supaku, ma dubitava che la kunoichi avrebbe mai rivelato nulla di sua spontanea volontà e sopratutto a lui, che era dichiaratamente così lontano dai loro ideali. Il che era un peccato, perché Supaku era molto interessato a ciò. Il suo interesse non era diventare un mukenin per forza, era mettere la propria vita al servizio di qualcosa di più alto che il villaggio, un ideale più forte da lui scelto e per il quale valesse la pena morire. Questi ninja che operavano in segreto potevano essere una valida alternativa al tradire, ma come spiegarlo alla ragazza a cui negli ultimi cinque minuti aveva dichiarato quasi apertamente di voler tradire?
    I miei genitori non vorrebbero che io tradissi, non vorrebbero che io sacrificassi la mia intera vita alla vendetta. Sarebbe stupido, penso. Ma quale alternativa ho? Non posso ignorare ciò che li è stato fatto, non posso dimenticare e lasciare i mukenin che mi hanno fatto questo a piede libero. Avrebbe dovuto raccontare la sua storia alla kunoichi? Non lo sapeva, non la conosceva abbastanza bene per aprirle il proprio cuore e raccontarle del proprio passato.
    Fu allora che la ragazza cominciò a parlare delle terre di nessuno. Una valanga di emozioni si riversarono sul ragazzo, i ricordi si affastellarono gli uni sugli altri.
    Le terre di nessuno non sono il paese dei balocchi...o uccidi o vieni ucciso, non c'è posto per scrupoli e ripensamenti...e questo corrompe l'animo anche degli uomini più puri Era logico che non avesse idea con chi stesse parlando. Del resto nessuno a Suna aveva mai avuto il dubbio che lui non fosse un figlio del deserto di nascita. Non aveva portato nulla del suo paese natale con sè, ogni cosa era bruciata il giorno che la sua famiglia era stata assassinata e lui aveva cominciato a vagare per le terre di Iwa, ancora bruciate dal fuoco e bagnate di sangue. Aveva avuto solo cinque anni quando era successo. ...ma ormai sei un chuunin, non pensare di poter evitare di macchiarti le mani di sangue... Le sue mani lo erano già. Lorde di sangue, si incrostava sotto le unghie e ti lasciava l'odore del ferro per giorni. Ma del resto lui aveva avuto fame, troppa fame. E nelle terre di nessuno non potevi fidarti di nessuno. Aveva rubato, aveva ucciso vecchi o uomini che affrontavano la strada da soli, era fuggito alla cieca per molti anni in quelle terre. Evitando ogni contatto, evitando ogni uomo o donna che non potesse uccidere nel sonno e a cui non potesse rubare qualcosa senza farsi prendere. Era stato un reietto, un'ombra solitaria che non conosceva più nessuna morale. Fino a quando il suo corpo non si era abbattuto sul monastero.
    Gli dei e gli spiriti benedicano quei monaci per avermi accolto. Senza di loro adesso sarei diventato un folle senz'anima e senza ragione. Ancora oggi non pensava più a quello che era successo e se lo ricordava più come un brutto sogno.
    Macchiarsi le mani di sangue. Cosa ti fa pensare che non lo abbia già fatto? Il mondo degli shinobi è duro ma molti dei ninja del mio grado sembrano ancora con la testa fra le nuvole. Il mio sogno di essere libero non è un desiderio impulsivo di un ragazzino, non è il capriccio di un bambino che non sa cosa vuole. Sono cresciuto troppo rapidamente per non sapere dove sto andando e quali saranno le conseguenze. La mia vita non mi ha permesso di avere una infanzia felice. Tu parli di giustizia e di fare ciò che è giusto, anche io voglio questo. Io non cerco la libertà fine a se stessa. Io cerco la libertà di poter decidere al servizio di cosa o chi mettere la mia spada. Io cerco la libertà di poter uccidere coloro che portano ingiustizie e sofferenze in questo mondo. Di poter finalmente vendicare la morte della mia famiglia uccidendo i cinque mukenin che li hanno massacrati. So già però i i Kage non lasceranno mai spazio ad una ricerca di vendetta personale. Lo so perché è così. Uno shinobi di un villaggio non può perseguire il volere individuale, deve seguir quello collettivo. Fino a quando non troverò un altro modo per vendicare la mia famiglia senza essere ritenuto un traditore...Ma ancora la mia mente è annebbiata e il mio potere troppo debole per poter pensare a simili azioni. Sono cresciuto in fretta è vero, ma non sono stupido. Un pulcino non può volare fino a quando non avrà messo le piume giuste. Fino ad allora, cercherò ogni opzione, rivedrò le mie decisioni più e più volte. Perché ogni decisione comporta una perdita.


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    "Tu stesso hai detto che non avresti mai ucciso perchè un kage te lo chiedeva...se poi era una bugia non posso saperlo..."
    Le parole di Supaku erano piene di rancore, ma allo stesso tempo si poteva capire quanto in realtà il ragazzo fosse ancora confuso, non sapeva bene cosa voleva dalla vita e Kaori deglutendo profondamente prese una decisione, doveva provare a salvare quel ragazzo dalla strada in cui rischiava di avviarsi, aveva già sulla coscenza la vita di Bradisuke, non avrebbe avuto anche quella di Supaku; alzandosi in piedi si mise difronte al Suniano e tenendo le braccia incrociate lo fissò dritto negli occhi
    "E se io ti dicessi che c'è un modo? se ti dicessi che c'è un alternativa, che hai un altra opzione?"
    La scelta fatta in quel momento poteva avere molte ripercussioni sulla sua vita, su quella di Ryu, di Shiro e di tutti gli altri, ma ormai era troppo tardi per ripensamenti
    "Supaku, c'è una persona che vorrei farti conoscere...è un mio caro amico...i discorsi relativi al difendere la povera gente...non sono teoria...c'è veramente chi lo fa...chi affronta i mukenin non per soldi, ma per la giustizia...e di sicuro nessuno ti direbbe nulla se uccidessi i mukenin che hanno fatto fuori i tuoi genitori..."


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    Kaori si alzò in piedi fissandolo negli occhi. E se io ti dicessi che c'è un modo? se ti dicessi che c'è un alternativa, che hai un altra opzione?
    disse la ragazza con aria seria nel volto. Supaku alzò la testa fissandola negli occhi. Il suo sguardo era apatia, era gelido e freddo come l'inverno. Celava alla perfezione le esultanze dentro di lui. Aveva visto giusto, qualcosa gli aveva detto che Kaori faceva parte di qualcosa di più grande, qualcosa che avrebbe potuto dargli l'alternativa.
    Supaku, c'è una persona che vorrei farti conoscere...è un mio caro amico...i discorsi relativi al difendere la povera gente...non sono teoria...c'è veramente chi lo fa...chi affronta i mukenin non per soldi, ma per la giustizia...e di sicuro nessuno ti direbbe nulla se uccidessi i mukenin che hanno fatto fuori i tuoi genitori...
    Mi piacerebbe conoscere questo tuo amico. disse Supaku con serietà. Il suo volto era liscio e imperscrutabile. Avrebbe potuto conoscere la realtà che lo circondava? Ogni shinobi sembrava avere dei segreti. A quanto pare non solo Travis si stava muovendo, ma anche qualcun'altro, forse un altro special Jounin? Di colpo la sua curiosità vinse il timore, avrebbe conosciuto quella gente, perché era quello che sentiva di meritarsi, voleva darsi un'opportunità.
    Se quello che dici è vero...se c'è davvero qualcuno che fa del bene per il solo fine della giustizia...beh, vale certamente la pena conoscerlo...se potessi riuscire a compiere il mio destino...
    Supaku rimase per un attimo con lo sguardo perso nel vuoto al pensiero di poter finalmente adempiere alla propria missione nella vita. Ma non era ancora pronto, doveva essere più forte...forse queste persone potevano dargli la forza di cui aveva bisogno? Forse alcuni di loro si sarebbero offerti di aiutarlo per andare a caccia di quei mukenin? Doveva sperare.

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    "Mi piacerebbe conoscere questo tuo amico...Se quello che dici è vero...se c'è davvero qualcuno che fa del bene per il solo fine della giustizia...beh, vale certamente la pena conoscerlo...se potessi riuscire a compiere il mio destino..."
    All'udire quelle parole la ragazza ebbe un moto di sollievo, doveva rintracciare Ryu e metterlo al corrente della novità, nonostante fosse dentro praticamente fin dall'inizio Kaori non sapeva però molto dell'organizzazione degli Shugo, da quel che aveva capito ogni villaggio aveva una specie di 'referente' il quale si occupava di organizzare le azioni del proprio villaggio, ma di tutti i membri lei conosceva soltanto Ryu e Shiro, ormai era passato abbastanza tempo e credeva che fosse ora che Ryu le dicesse qualcosa di più, voleva sapere chi erano gli altri membri del gruppo, avrebbe discusso con Ryu sulla maniera più semplice in cui agire, ma due shinobi in viaggio da Kiri a Suna avrebbero potuto destare qualche sospetto, era meglio forse meglio che le indicasse l'identità del capo di Suna e poi lei si sarebbe aggiustata a contattarlo, ma quelli erano dettagli cui avrebbe pensato in seguito
    "Molto bene...come ti ho già detto mi hai salvato la vita e per questo ti devo fiducia e riconoscenza...ma non tradirmi o giuro che te la farò pagare...ti avviso che non sarà una cosa velocissima, per non destare sospetti ci vorranno un po'di accorgimenti...comunque ti farò arrivare una lettera qualche giorno prima così saprai il luogo dell'appuntamento...ora penso che sia meglio che mi incammini...è già piuttosto tardi e vorrei sfruttare il buio per muovermi ad una temperatura accettabile...ci vediamo Supaku...è stato un piacere conoscerti..."
    Dicendo quelle parole la ragazza lasciò forse un po'sulle spine lo shinobi che però avrebbe dovuto avere un po'di pazienza, c'erano molte cose da organizzare e la kunoichi decise che appena tornata a Kiri sarebbe andata a far visita al buon vecchio Ryu
    "Se riusciamo a portare Supaku dentro al nostro progetto potremmo evitargli una brutta fine in futuro...ed inoltre mi sembra un ragazzo piuttosto in gamba...sicuramente Ryu vorrà testarlo in qualche modo, ma non dovrebbe essere un problema per lui..."


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    Domu - Armatura di Terra



    -Una settimana dalla fine dell'esame chuunin-

    Quel giorno faceva una caldo pazzesco. Supaku era disteso sul materasso a terra del suo piccolo appartamento e contava, di nuovo, le crepe che si aprivano sul soffitto. Era il suo passatempo preferito quando le giornate diventavano troppo calde per uscire, quando l'aria era calda e afosa e irrespirabile e ogni passo ti provocava una sudata copiosa. Tutto il suo equipaggiamento era riposto con ordine sull'unica credenza della stanza e lui era rimasto con un paio di pantaloni scuri e il kimono slacciato. Le crepe erano lunghe e sinuose e a lui piaceva osservarle, erano come piccoli ruscelli da seguire dall'origine fino a quando non confluivano in un fiume più grande. Ogni giorno potevano spuntare nuove diramazioni oppure poteva aprirsi una chiazza d'intonaco, dove la crepa poteva sfociare. Ogni tanto si divertiva a lanciare qualche jutsu fuuton contro il soffitto, ma ultimamente aveva ricevuto rimostranze dai condomini e si era dovuto astenere anche da questo piccolo passatempo.
    Ma forse... pensò il ragazzo, del resto era troppo annoiato per non fare nulla. Solo una volta...non se ne accorgerà nessuno... pensò mentre con le mani componeva lentamente i sigilli per il Cannone d'aria; come se il comporli più lentamente gli avrebbe permesso di nascondere al proprietario dell'appartamento sopra di lui quello che stava per fare. Non se ne accorgerà, è fuori, non può saperlo. pensò mentre sentiva la poca aria nella stanza raccogliersi intorno al palmo della propria mano per formare una sfera. Si sentiva un lieve rumore, come un risucchio, dovuto al vento che cominciava a vorticare nella sua mano.
    Supaku tese il palmo verso il soffitto, pronto per colpire.
    Driiiiiinnnnn!! suonò il campanello.
    Il rumore e il balzo improvviso che fece, provocò la perdita di concentrazione e il ragazzo osservò la sfera d'aria disperdersi rapidamente dal suo palmo e tornare quella triste e pesante aria calda che aleggiava intorno a lui. Maledizione! ma chi diamine più essere? pensò irritato mentre si recava alla porta.
    La persona più improbabile gli apparve davanti all'uscio.
    Era da un pò che non ci si vedeva eh, statua di sale? disse una voce che Supaku conosceva fin troppo bene.
    Reiko era là, in piedi davanti a lui e Supaku sentì qualcosa accendersi dentro di lui alla vista della sua sensei che non vedeva ormai da più di un mese. La sensei era scomparsa prima dell'inizio dell'esame chuunin e il ragazzo era stato molto deluso del fatto che non avesse potuto assistere almeno ai suoi scontri.
    Sensei! esclamò il ragazzo allargando un sorriso. Reiko, più grande di lui di almeno sei anni, sorrise nel vedere che il ragazzo stava cominciando a mostrare qualche emozione.
    Sorridi adesso? I tuoi sono pur sempre dei brutti sorrisi ma almeno adesso non te ne vergogni....Niente abbracci? No, giusto, non penso che siamo ancora arrivati a quel punto, non è vero? disse la ragazza superando Supaku con un agile balzo ed infilandosi in casa sua.
    Cos? entra pure....Non pensavo che tu sapessi dove abito.
    Un sensei sa tutto del proprio allievo anche dove abita. disse Reiko mentre dava una rapida occhiata in giro. Un attimo dopo si girava di nuovo per fronteggiarlo mentre il ragazzo chiudeva la porta dietro di sè.
    Vestiti, si esce. disse la sensei con la solita aria sbrigativa.
    Cosa?...ma..sei appena arrivata...non vuoi sapere del'esam..
    Mi racconterai tutto dopo, ora vestiti. Non so come tu faccia a stare in questa trappola. Davvero dovresti impegnarti a trovare un altro posto dove vivere, questa topaia assomiglia troppo alla bara dentro la quale mi farei seppellire. disse Reiko non smettendo di guardarsi intorno con il naso arricciato.
    Su, su! Mettiti l'armamentario addosso, allacciati il kimono e copri quella orribile cicatrice che hai sul petto. Davvero, non capisco per quale motivo non te la sei fatta togliere...è orribile! poi mi dirai chi è il ninja che ti ha portato così vicino alla morte. disse la ragazza girandosi di nuovo e avviandosi verso l'uscita. Si fermò davanti all'uscio aspettando che Supaku fosse pronto.
    Il ragazzo albino, si affrettò rapidamente, indossando tutto il suo armamentario. Riallacciò il kimono bene in vita, anche se, per causa della sua conformazione, il petto rimaneva sempre leggermente scoperto, mostrando la cicatrice, non ci poteva fare molto. Indossò la borsa con tutto l'equipaggiamento necessario e si mise alla vita la katana e la wakizashi una per lato. La wakizashi era praticamente orizzontale sopra la vita, mentre la katana era semplicemente messa di traverso con il manico che spuntava dal suo fianco sinistro. Indossò i parabraccia e decise però di riporre il coprinaso in una delle tasche della borsa perché oggi non se la sentiva di sudare più del necessario.
    Sensei, sono pronto. disse Supaku girandosi e completamente vestito di tutto punto, solo per scoprire che la sensei era già scomparsa dietro l'uscio aperto. Supaku sapeva che la donna lo faceva per esasperarlo, per tendere la sua impassibilità fino al limite estremo, ma certe volte era quasi esasperante. Cominciò a correrle dietro. Il vicolo su cui dava la sua strada era letteralmente un forno. La terra era secca e screpolata, piena di crepe per l'aridità e spazzata da polvere e sabbia. Non appena il ragazzo si trovò fuori, il calore lo investì con violenza. Supaku rimaste stordito sulla soglia per qualche secondo, con la testa che gli girava a causa del brusco cambio di temperatura. Il bagliore del kimono rosso della sua sensei che si arrampicava su uno dei tetti di Suna lo riportò alla realtà.
    Aspetti, sensei! gridò un attimo dopo essersi lanciato all'inseguimento.

    Reiko lo portò in cima ad uno degli edifici dove di solito si allenavano prima dell'esame. Supaku sentì un moto di nostalgia a rivedere quel terrazzo circolare senza balaustre di alcun tipo e completamente spazzato dal vento. L'edificio era disabitato da tempo e si trovava nella zona meridionale della città, abbastanza sotto le alte mura di roccia per avere ombra fresca verso metà pomeriggio.
    Reiko lo stava aspettando al centro del terrazzo, accanto a lei c'era un piccolo tavolino e due sedie. Supaku non aveva mai visto nè il tavolo né le sedie prima di allora. Avvicinandosi il chuunin scorse alcuni oggetti sul tavolo, una piccola scatolina chiusa, dei sassi, un quaderno con degli appunti aperto ad una pagina in cui si mostrava la figura stilizzata di un uomo e un'altra dove lo stesso aveva una parte del corpo annerita.
    Perchè mi hai portato qui, sensei? disse il ragazzo alla sua maestra. è da tanto tempo che non ci vediamo, avrei preferito andare in un ristorante, chiaccherare sopra del buon sashimi. disse, ma lo sguardo della sua sensei era serio.
    Sfortuntamente non posso, sono stata avanzata di grado, e le mi missioni si faranno sempre più pericolose e lunghe, questo momento che ho con te lo voglio impiegare in qualcosa di meglio che chiaccherare, lo voglio impiegare per aiutarti, per insegnarti....del resto sono la tua sensei no? gli disse, cercando di sfoggiare un sorriso. Supaku vi lesse della menzogna in quelle labbra, come del dolore nascosto. La sua sensei non gli stava dicendo tutta la verità. Ma chi era lui per mettere in dubbio le parole della sua maestra?
    Bene, allora...cosa vuoi insegnarmi oggi?
    Beh, quello che ti voglio insegnare necessita prima che tu ampli i tuoi orizzonti. disse Reiko cominciando la lezione. Supaku si mise comodo sulla sedia mentre ascoltava.
    Come ben, sai i ninja possono manipolare principalmente cinque elementi, quelli che sono i più comuni: katon, fuuton, raiton, doton e suiton.
    Conosco già i cinque elementi e le relazioni che essi hanno tra di loro.
    Fammi finire...principalmente un ninja impara a gestire l'elemento in cui è più affine per primo, e le tecniche di esso gli vengono più naturali. Genericamente non c'è bisogno di una preparazione particolare, all'accademia. Ti fanno semplicemente provare una delle tecniche base per elemento e genericamente quasi tutti gli apprendisti riescono subito in una di esse. è un metodo alquanto grezzo ma efficiente, molto meglio che sprecare pile e pile di carta.
    Carta?
    Non dovresti interrompere la tua sensei. Ora, i ninja capaci però non si limitano a gestire un solo elemento di chakra, ma sono in gradi di utilizzarne più di uno. Genericamente è impossibile riuscire a padroneggiarli tutti e cinque, ma i ninja più esperti sono in grado di arrivare fino a tre elementi, alcuni eccezionalmente fino a quattro. Ora, tu sei diventato un chuunin, e quindi adesso rientri per definizione nella schiera dei ninja capaci, che tu lo voglia o no, ed è bene che tu cominci a sviluppare un tuo secondo elemento. Genericamente, un ninja non può scegliere a quali elementi legarsi, è la natura che fa il suo corso. Ma mentre con gli apprendisti era più facile capire il primo elemento... disse mentre afferrava la scatolina e l'apriva mostrandogli dei piccoli fogli di carta poco più lunghi di un dito. Per il secondo elemento, è molto più difficile, perché il chakra elementare è, per così dire, più nascosto e più difficile da trovare. Quindi ci affidiamo a degli speciali fogli capaci di rispondere sensibilmente all'elemento di chakra a cui siamo legati. Il foglio reagirà in modo diverso a seconda del tipo di chakra... Reiko ne prese in mano uno, tenendolo tra due dita. Se sarà katon, brucerà. Se sarà raiton, si rattrappirà per la staticità. Se sarà suiton, si bagnerà. Se sarà doton si polverizzerà...se sarà fuuton... si sentì uno schiocco secco e un attimo dopo il foglio che teneva in mano Reiko si era spezzato a metà, come se fosse stato tagliato di netto. Ora, il difficile è liberarsi del proprio elemento primario ed isolarlo. Capirai perché è così complesso il procedimento e perché solo pochi ninja adatti sono in grado di farlo. Serve una forte concentrazione, cosa che, grazie agli dei, tu hai. Ma è necessario immettere il proprio chakra libero dall'elemento primario per vedere quale sarà la reazione dell'elemento secondario. disse Reiko, finendo e porgendogli un foglietto nuovo.
    Supaku non era sicuro di cosa la sensei gli avesse detto, però pensava grosso modo di aver compreso il significato delle sue parole. Prese il foglio tra le dita e chiuse gli occhi, concentrandosi sulla immissione del suo chakra dentro di esso. Una parte di lui era eccitata all'idea di poter possedere un altro elemento, anche se una vocina dentro di lui continuava a ripetergli che lui se la sarebbe potuta cavare benissimo anche solo con il fuuton. Ricacciò quella voce lontano e si concentrò sulla immissione del chakra. La sfida più grande non fu trovare e distinguere il chakra pure e il chakra elementare, era una cosa che faceva da molto tempo, cercare solo il suo chakra elementare e utilizzarlo per le sue tecniche fuuton, che erano gran parte del suo arsenale. La cosa difficile per lui fu, riuscire ad incanalare il proprio chakra trattenendo il chakra elementare nel foglio. Prese dei profondi respiri, cercando di trattenere il proprio chakra nella mano e di rilasciare solo il chakra pulita dall'elemento fuuton.
    Snap! un attimo dopo il foglietto si tagliava in due parti esatte.
    Non ci siamo, elmina completamente il fuuton...so che per te è difficile, però...provaci.
    Supaku annuì alle parole della sensei. Si inumidì le labbra e afferrò un nuovo foglietto. Cercò di concentrarsi, cercò di visualizzare il chakra che scorreva dentro di lui, cercò di domare quel fiume in piena, irruento e potente che scorreva più forte del suo sangue, che era parte di lui e che era in ogni cellula del suo corpo. Chiuse gli occhi. Visualizzò il chakra che era presente nella sua mano e distinse il chakra elementare da quello puro e semplice. Riusciva a vederlo, era come avere a che fare con due nature diverse, con due cose quasi...opposte. Immise il chakra privo di fuuton nel foglio e nell'aria risuonò un crepitio secco. Supaku aprì gli occhi. Il foglio era ancora liscio e piatto, non sembrava essere successo nulla.
    Sensei dove...
    Shhhh!!! disse Reiko avvicinandosi lentamente al foglio e toccandolo con la punta del dito. Un attimo dopo il pezzo di carta si crepava, riempiendosi di mille fessure e si polverizzava in...sabbia? Che cavolo? pensò Supaku leggermente esterrefatto.
    Ahah! lo sapevo! Il tuo secondo elemento è il doton! disse la sua sensei esultando e battendo le mani insieme fra loro. Supaku non l'aveva mai vista così felice. Sapevo di aver sentito in te un vibrazione con quell'elemento! Lo sapevo. Questa è una grande fortuna Supaku, perché anche io sono capace di padroneggiare l'elemento Doton, questo significa che posso passarti insegnarti i jutsu anche di quell'elemento! disse Reiko richiudendo con uno scatto secco la scatola con i fogli di carta e afferrando un libro, nello specifico, il quaderno degli appunti che Supaku aveva visto aperto sul tavolo. Ora che lo notava sotto di esso c'erano altri quaderni, ognuno di colore diverso, uno rosso, uno blu e uno giallo, quello che Reiko gli stava porgendo aveva la copertina marrone.
    Qui dentro ci sono alcune delle tecniche più importanti e utili che conosca di questo elemento, avevo portato con me ogni quaderno, nel caso in cui mi fossi sbagliata, ma avevo già scelto la prima tecnica che ti insegnerò di questo elemento. Una tecnica molto importante. disse Reiko picchiettando sui kanji in cima alla pagina.
    Domu? chiese Supaku leggermente sorpreso e sfogliando le pagine del quaderno leggendo alcune frasi.
    La Domu è la difesa fisica più importante e famosa tra i ninja che sappiano maneggiare il doton. Non solo per la sua potenza ma anche per la sua straordinaria utilità. Osserva. disse Reiko un attimo prima di comporre i sigilli per la Domu. Subito la pelle della sua sensei divenne di un colore scuro, quasi nero anche se più pacato. Tutta la sua pelle era diventata di quel colore e dava alla ragazza un aspetto quasi esotico.
    Ti permetterò di provare l'utilità di questa tecnica. Estrai un'arma, qualsiasi e colpiscimi. disse la ragazza fiduciosa. Supaku rimase per un attimo fermo immobile non sapendo cosa fare, poi si alzò.
    Un'arma sensei? Vuole che la colpisca? chiese incredulo.
    Sì, certo! perchè altrimenti ti avrei chiesto di estrarla? per pulirmi le unghie?? Sù, colpiscimi! disse Reiko leggermente seccata di quel contrattempo. Supaku afferrò il manico dell'omoikarui. La lama scivolò sibilando fuori dal fodero, facendo echeggiare nell'aria il suono metallico di acciaio leggerissimo eppure duro come l'acciaio. Un attimo dopo il bianco balenò nell'aria e il suono di acciaio contro acciaio si propagò nel terrazzo riarso dal sole. Supaku aveva deciso di colpire uno dei bracci della sensei, ma non appena aveva impattato contro il corpo, la lama si era fermata improvvisamente, come se ci fosse stato qualcosa di incredibilmente duro ad opporre resistenza.
    Colpiscimi sulla mano. disse Reiko alzando la mano davanti a sè. Supaku obbedì e di nuovo il suono metallico riecheggiò nell'aria e la lama si fermò a contatto con la pelle. Che diamine? pensò il chuunin togliendo la lama e osservando la pelle della sensei. Era liscia come se non fosse successo nulla.
    Questa è la vera forza della Domu, è capace di respingere qualsiasi arma e di darti una protezione totale o parziale anche contro i taijutsu.
    Incredibile. leggermente ammirato mentre riponeva la propria arma. E tu dici che posso imparare questa tecnica?
    Non dico, è un dato di fatto. Ma prima dovrai imparare a richiamare il tuo chakra elementare. Cominciamo con l'allenamento, subito. Ci vorrà un pò prima che tu riesca a richiamarlo senza problemi, quindi prima iniziamo meglio è.

    Una settimana dopo.

    Supaku era di nuovo sul tetto del palazzo. Aveva lasciato da parte ogni equipaggiamento ed era a torso nudo, indossando solo le braghe scure e le bende intorno ai polsi e alle caviglie. Il calore era insopportabile come una settimana prima e il suo corpo era cosparso da una miriade di piccole goccioline di sudore che lentamente scivolavano dalle spalle e dalla fronte verso la vita. Era in piedi al centro del terrazzo, con le mani unite nel segno del serpente. La sua concentrazione era alle stelle. Nella settimana che era appena passata Supaku aveva imparato a conoscere il suo nuovo elemento. La terra era completamente differente dal vento, tra i due c'era un mare infinito che quasi non poteva essere colmato a parole. Quando Supaku afferrava il suo chakra elementare Fuuton si sentiva gioioso, euforico e eppure letale come una lama ben affilata. Perché il vento era questo, instabile, pieno di forza e di momenti di quiete, capace di sradicare un albero nel pieno della sua furia o di scompigliarti solo i capelli, il vento era una lama affilata riposta nel fodero, ti dava un senso di potere e controllo con il quale potevi fare le azioni più insignificanti come tagliare un capello o più terribili, come privare la vita di un uomo con un solo fendente. Supaku condivideva con il suo elemento primario un legame così forte e indissolubile che per lui incanalare il fuuton era qualcosa di naturale. Il Doton invece....quello era diverso. La terra era dura, piatta, immobile. Supaku le prime volte si accorgeva che non era neanche capace di scorgere questo elemento dentro di sè a causa della sua incredibile immobilità. Il fuuton era solo movimento, incostante, ma pur sempre movimento. Il doton era l'opposto, era l'assenza di movimento, era tranquillità e quiete, era indifferenza e imperturbabilità. Era come contemplare un'enorme montagna, essa se ne stava là, senza muoversi eppure riusciva a trasmetterti nella sua immobilità e quiete apparente, una forza fuori dal comune. Non si può spostare una montagna, non si può distruggere una montagna. Era quel tipo di forza, una forza passiva che nella sua immobilità ti trasmetteva tutto il suo peso. Supaku era riuscito a comprenderlo con difficoltà, ma la volta che lo aveva apprezzato e fatto suo, incanalare l'elemento dentro di sè non era più stato un problema.
    Reiko aveva detto che lui era un "piccolo fottuto genio" per usare le sue parole alla lettera. A quanto pareva per imparare a domare a comprendere un elemento ci voleva molto più tempo di quando avesse fatto Supaku stesso, il che sarebbe stato strano se nn fosse stato per le origini del ragazzo. Iwa era il paese della Terra, tutti i suoi cittadini sviluppavano il doton quasi prima di imparare a camminare, Supaku era stata una delle poche eccezioni, quando tutti i suoi famigliari sapevano gestire il doton con tranquillità e facilità. Per lui, scoprire di possedere quell'elemento era stato come un segno del destino. Un segnale datogli dal proprio corpo che gli trasmetteva che non aveva dimenticato le sue vere origini, che gli diceva che, in qualche modo, il sangue dei suoi genitori che scorreva dentro di lui si era manifestato in questa forma per dargli più forza. Era vero? Supaku non poteva saperlo.
    Concentrati! disse la voce di Reiko alle sue spalle. Supaku contrasse le sopracciglia cercando di concentrarsi, di non abbandonarsi a pensieri inutili. Senti il chakra scorrere dentro di te. Sentilo.
    Supaku si focalizzò al massimo. Il sigillo appena composto serviva solo per indirizzare il chakra in un certo verso, per favorirlo nel prendere la forma che voleva. In realtà una volta arrivato a comprendere appieno la tecnica sarebbe bastato utilizzarlo per meno di un secondo. Adesso gli serviva come catalizzatore. Si concentrò sul chakra. Lo sentiva scorrere dentro di lui, in ogni parte del suo corpo, era già in parte spalmato, grazie al sigillo, sulla superfici della sua pelle. Ora avrebbe soltanto dovuto immettere il chakra elementare. O almeno così sembrava. Rintracciò dentro di sè quella che sembrava più una vena di minerali che un fiume in piena di chakra, e cercò di far uscire solo quello sulla superficie della sua pelle. Quando ebbe finito aprì gli occhi. Sulla sua pelle si era formata soltanto un pò di sabbia.
    Niente! Di nuovo! pensò con rabbia mentre separava le mani e si scuoteva la sabbia di dosso. Non sapeva nemmeno se la sabbia era merito suo o di una folata di vento che gli aveva portato un pò di terra del deserto addosso.
    Non ci riesco, sensei. è la undicesima volta che proviamo e ancora non è successo nulla.
    Smettila, è perchè non lo stai facendo bene.
    Ma io lo sto facendo bene!
    Non è vero, non riesci a sentire ancora completamente l'elemento...
    E questo cosa significa? Non ha nessun senso quello che dici sensei....io lo sento benissimo...lì immobile come un corpo morto...maledetto doton!
    Smettila, Supaku! Non lo hai ancora compreso completamente.
    CERTO CHE L'HO COMPRESO! Io lo capisco, eppure non si vuole piegare a me!disse Supaku alzando la voce, di colpo si rese conto che aveva perso la sua solita calma imperturbabile. Il suo volto pizzicava per il rossore causato dal sangue alla testa e la sua rabbia ribolliva. Si sentiva impotente. Perchè non gli riusciva? Perché cavolo doveva essere così insensato? Eppure era semplice, bastava esternare il chakra elementare sulla sua pelle e il sigillo avrebbe fatto il resto....Oppure si stava dimenticando qualcosa? Eppure la sua sensei gli aveva detto che era un fottuto genio! Allora perchè non gli riusciva.
    Supaku scosse la testa, non sarebbe andato da nessuna parte con tutti quei pensieri e dubbi nella sua testa, doveva cercare la calma. Ma non ci riusciva.
    Mi scusi sensei, non avrei dovuto...è che mi sento così impotente. Eppure sembra che sto sbagliando qualcosa. Reiko era rimasta per tutto quel tempo immobile e con la faccia stupita.
    Non ti devi scusare...capita a tutti di non riuscire alla prima, oltretutto è una tecnica molto complessa e la prima di elemento doton che stai affrontando...le difficoltà sarebbero dovute essere molto più ardue...Forse è meglio se per oggi facciamo una pausa.
    Si, lo penso anche io.

    Supaku era seduto a gambe incrociate su uno dei tetti di Suna. Lui e Reiko avevano mangiato insieme ma poi il ragazzo aveva chiesto del tempo da solo per riflettere. Adesso era là, seduto su uno dei tetti rotondi della città che osservava il sole calare all'orizzonte. Perché non gli riusciva quella tecnica? Ancora il pensiero lo tormentava. Eppure faceva tutto correttamente, il processo era più che facile, eppure a lui non riusciva. Compose rapidamente il sigillo del serpente e esternò il chakra doton sulla sua pelle.
    Domu! esclamò sentendo di nuovo il rumore di sabbia e roccia crepata intorno a lui. Quando aprì gli occhi vide di nuovo quei piccoli sassolini sulla sua pelle, li scosse via irritato. Non riusciva a capire. Ripassò mentalmente tutto il procedimento, sperando di individuare qualcosa che gli fosse sfuggito, forse era un problema di tempistica? Compose il sigillo, stavolta esternando il chakra Doton immediatamente alla composizione dello stesso. Non fece in tempo a dire Domu, che il suo corpo era diventato di uno strano colore grigiastro. Ci era forse riuscito? Scosse le mani e il grigio si rivelò essere pietra sottilissima, quasi quanto la carta, che si crepò subito, tornando quei sassolini inutili che aveva creato prima.
    Oh, fanculo! disse all'aria fresca della sera.
    non riesci a sentire ancora completamente l'elemento... la voce di Reiko riecheggiò dentro la sua testa rimbalzando ovunque e dandogli un senso in incertezza. Che diamine voleva dire? Significava che una parte di lui ancora non accettava di possedere il Doton, che non riusciva a capirne davvero la natura. Eppure era stato contento di scoprire che il suo secondo elemento era il Doton, la terra, l'elemento che suo padre, sua madre e i suoi fratelli avevano appreso per primi. Era l'elemento che ogni ninja di Iwa conosceva, era quello che lui aveva sempre desiderato. E allora perché gli sfuggiva? Si concentrò, stavolta senza comporre alcun sigillo. Cercò dentro di sè il Doton, lo estrasse da quel magma turbolento e frenetico che era il suo chakra. In realtà non si poteva estrarre un elemento dal chakra, ma solo farlo risaltare di più rispetto agli altri, sentirlo dentro il proprio corpo. Così fece Supaku, lo sentì dentro di sè, lo osservò con interesse, sentendo le emozioni che gli trasmetteva. Eppure erano le stesse che aveva sentito durante tutto l'addestramento. Immobilità, indifferenza, potenza eppure staticità insieme. La forza di una montagna. Supaku cercò di comprendere quello che significava ma, adesso se ne accorgeva, una parte di lui continuava a non capire. Il vento era vita, era energia in movimento, era un'incredibile forza nell'attimo di un rapido movimento sottile. Era il vibrare di una lama nel vento. Al vento bastava in filo sottile quanto uno spillo per aprire in due la montagna più grande. Eppure il Doton...era una montagna, va bene, ma come poteva una montagna combattere? Era immobile, era potere puro ma statico, non dinamico, non avrebbe mai potuto colpire qualcuno, non avrebbe mai potuto servigli a nulla. Supaku realizzò. Reiko aveva ragione, non riusciva a comprendere a pieno l'elemento, non era la tecnica a sfuggirgli ma l'elemento stesso a non essere utilizzato appieno. Non capiva perché. Chiuse gli occhi in cerca della calma necessaria per la meditazione, doveva guardare le cose in modo obbiettivo, doveva guardarle con gli occhi di chi era privo di ogni emozione.
    Un attimo dopo galleggiava nel vuoto, era annullato in se stesso e nell'universo. Non era più Supaku, lui non esisteva. Adesso poteva davvero scoprire cosa stava succedendo. Guardò ogni cosa nella sua mente con occhi nuovi. Rivide ogni momento del suo addestramento, l'attimo in cui aveva scoperto di possedere il Doton, il quello in cui aveva realizzato cosa significasse. Finalmente vide ciò che il suo cuore gli aveva nascosto nella facciata dell'insensibilità. Vide il dolore e la nostalgia di aver scoperto l'elemento del proprio paese, della propria famiglia, vide il pensiero che nessuno dei suoi parenti o amici avrebbe mai potuto sapere che anche lui lo possedeva, che avrebbe potuto essere felice per lui. Lui aveva perso tutto e il Doton dentro di lui era un monito di quella perdita, non un ricordo piacevole. Ogni volta che lo usava sentiva il dolore della mancanza della sua famiglia ecco perché non riusciva a domarlo appieno ecco perché non riusciva a comprenderlo.
    Non lo capisco...perché non lo voglio accettare. pensò e in quel momento ogni cosa gli fu chiara. Aprì gli occhi. Sapeva cosa fare. Doveva ricordare. Doveva rituffarsi nei ricordi del passato, rivedere il sorriso di suo padre, le carezze di sua madre, sentire di nuovo la risata di sua sorella e i buffetti gentili di suo fratello sul capo. Doveva accettare che loro non c'erano più, doveva accettare che una parte di lui non se ne sarebbe mai dimenticata, non poteva ignorare la loro morte, non poteva ignorare ciò che erano stati, ma non si sarebbe attaccato mai più a loro. Loro non c'erano, la loro esistenza era cessata in quel mondo, ma una parte di loro avrebbe sempre vissuto dentro Supaku, quella parte era proprio il Doton. Solo ora poteva guardare quell'elemento senza il terrore del passato. Il Doton era un segno del destino, un volere del fato, o forse semplicemente la volontà stessa della sua famiglia che si era incarnata in quell'elemento dentro di lui, per proteggerlo, per dargli la forza che ogni Iwano avrebbe dovuto avere. Il Doton era casa, era la famiglia e il suo passato. Era il retaggio di Iwa dentro di lui e lui non se ne sarebbe mai dimenticato, non avrebbe più cercato di nasconderlo. Lui era un Orfano di Iwa e non se ne sarebbe mai vergognato, che il mondo sapesse, lui avrebbe portato quella bandiera con orgoglio e con la roccia della sua terra avrebbe vendicato il suo sangue. Abbracciò il chakra Doton dentro di lui e lo guardò nuovamente, stavolta con gli occhi di una persona più consapevole, e allora vide. Il Doton era una montagna certo, ma era ancora la terra sotto i piedi degli uomini, era la frana che schiacciava gli incauti, era il terremoto che si apriva sotto i più audaci. Capì l'estrema differenza tra i due elementi. Il fuuton era una lama tagliente ma il doton non aveva bisogno di affermare la propria potenza perché essa era tutta nella sua imperturbabilità. Potevi tagliare in due una montagna ma questa ti sarebbe ricaduta addosso, e non avresti potuto fare nulla per fermarla. La vera potenza del Doton era questa, se attaccato ti travolgeva con tutta la sua forza, e la sua inesorabilità sarebbe stata la tua fine. Adesso capiva cosa significava possedere quell'elemento. Adesso poteva abbracciarlo con gioia e sentirlo dentro di lui, sentire la forza della terra in ogni poro della sua pelle, dargli potenza e velocità, dargli un corpo duro come la roccia. Chiuse gli occhi.
    DOMU! urlò alla notte componendo il sigillo del serpente.
    Domu - Armatura di Terra
    Domu-ArmaturadiTerra
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Mediante questa tecnica si rende il proprio corpo duro come una roccia. In questo modo ogni danno derivante da tecniche Taijutsu di grado B e inferiore vengono completamente annullati. Qualsiasi arma comune, che sia una Katana o un arma da lancio, non potrà scalfire il Ninja. Stessa cosa vale per esplosioni derivanti da carte-bomba e da altri oggetti acquistabili in armeria; non vale ovviamente per esplosioni derivanti da Ninjutsu.
    La tecnica può anche essere utilizzata per coprire parzialmente e non totalmente il corpo dell'utilizzatore. In questo caso il suo utilizzo sarà più veloce non necessitando di alcun sigillo ma semplicemente concentrando il chakra nella zona interessata.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Aprì gli occhi, la sua pelle era indistinguibile dall'oscurità della sera. Osservò le proprie mani, nere come la pece, risplendere alla luce della luna. Afferrò un kunai dalla borsa e si pugnalò il palmo solo per scoprire che esso rimbalzava sulla sua pelle come se avesse appena urtato contro qualcosa di più duro dell'acciaio.
    Si alzò in piedi e rise al mondo la sua gioia. Rise perché il destino gli aveva dato l'elemento perfetto con cui difendersi. Poi le risate si trasformarono in lacrime e gemiti di sofferenza. Pianse perché in quel momento seppe che il Doton era l'ultima mano amorevole che sua madre, suo padre e i suoi fratelli, gli tendevano per proteggerlo dal mondo.



    CITAZIONE
    Correzione
    -Hai crepe sul soffitto e ci lanci jutsu contro? Non la trovo una gran idea.
    -Non so se veramente, per quanto grezzo, il metodo che usano all'accademia possa essere valido. Da come lo dici poi sembra che sin da subito, se uno è portato al suiton al primo tentativo dovrebbe (ad esempio) riuscire ad utilizzare una versione strampalata della Suihashu. Io rimango favorevole ai foglietti. Ed inoltre non se ne sprecano affatto delle pile...

    CITAZIONE
    La cosa difficile per lui fu, riuscire ad incanalare il proprio chakra trattenendo il chakra elementare nel foglio. Prese dei profondi respiri, cercando di trattenere il proprio chakra nella mano e di rilasciare solo il chakra pulita dall'elemento fuuton.

    -Non so te ma io lo trovo un periodo particolarmente complicato. Inoltre presenti l’allenamento come una cosa particolarmente difficile ma ti servono poi due tentativi per scoprire il secondo elemento.
    -Sai si e no manipolare il chakra secondo l’elemento terra e come prima cosa cerchi di apprendere un jutsu di livello B?
    CITAZIONE
    di acciaio leggerissimo eppure duro come l'acciaio

    -Oltre a non suonare affatto bene come frase l’omoikarui sarà fatta di qualche particolare metallo leggerissimo. Non di un acciaio leggerissimo in quanto l’acciaio non lo è.
    -Non è vero che tutti gli abitanti di Iwa hanno il doton. Tanto per cominciare perchè sarebbe più corretto dire tutti gli shinobi ma comunque uno può avere qualsiasi elemento.
    -La domu non ti ricopre di roccia ma rende il corpo duro come la roccia.
    -Hai fatto 13 tentativi e già riesci a creare quel fine strato di roccia. Non mi sembra così male per una giornata di allenamento.
    CITAZIONE
    In realtà non si poteva estrarre un elemento dal chakra, ma solo farlo risaltare di più rispetto agli altri

    -Già questo mi piace di più come “definizione” ma allora vuol dire che prima non potevi separare il chakra fuuton da quello base.
    - Non so se è così, ma a fine post ho come l'impressione che i sassolini e la sabbia fossero frutto dell'utilizzo di una Domu ancora acerba. Nel caso, avrei comunque preferito leggere qualcos'altro per l'errato utilizzo, ad esempio così su due piedi che la pelle si induriva ma non tantissimo e magari lo scoprivi inizialmente dalla colorazione (suggerimento della sensei) e poi facendo dei tentativi dando dei pugnoni ad un muro...

    -Il post é cortino, ma volendo ci si potrebbe anche passare sopra. Il problema di fondo è (oltre agli errori citati sopra) che di addestramento c'è ben poco per non dire nulla, il post in sé è buono ma non per ottenere il Credito in quanto si devono descrivere le fasi dell'addestramento. Tu non l'hai fatto. Per il doton c'è un salto temporale, poi per la Domu sembra quasi che sia un qualcosa di involontario, di innato e non che tu hai appreso.

    Ci tengo a precisare che il post in se è scritto/fatto anche abbasstanza bene. A me è piaciuto leggerlo. Ma per il credito deve essere più preciso. Cioè, prova a concentrarti di più su come manipoli il chakra, spiegare perchè prima non ci riesci e perchè dopo si e cose simili. Insomma, prova a concentrarti di più su questi aspetti.
    Ad esempio se fai un palla di fuoco puoi dire che le prime volte emettevi il chakra con un lungo soffio, poi con un soffio più breve. Poi con un intenso e prolungato ecc. Al tempo sesso il chakra prima lo impastavi in bocca, poi in gola, poi nei polmoni ecc
    Insomma, spero di aver dato l'idea. Poi il problema più difficile è quello di cercare di farlo sensato. Ad esempio se impasti il chakra katon nei polmoni uno potrebbe dirti che te li dovevi bruciare. Al tempo stesso se scpecifichi di proteggerli con un leggero strato di chakra questo non succede.



    Edited by Supaku - 22/10/2012, 21:32
     
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    Shinkuu Taigyoku - Sfera d'Aria Superiore



    Il vento soffiava forte nel deserto quel giorno. Supaku si tirò il coprinaso sul viso cercando di allontanare da sè le sferzate violente di sabbia sul suo volto e impedendosi di respirarle. Le dune erano ovunque, alle sue spalle, davanti a lui, su suoi fianchi. Il vento sollevava ogni cosa e faceva danzare la sabbia intorno a lui accecandolo e disorientandolo ma lui seguiva la sua bussola senza scoraggiarsi. Doveva puntare verso Sud-Ovest, questo era tutto quello che contava, Sud-Ovest. Era dentro una tempesta di sabbia. Non una delle peggiori, altrimenti non sarebbe stato capace di muoversi più di tanto, ma neanche qualcosa di semplice, riusciva a respirare solo grazie al suo coprinaso e aveva un cappello di paglia che la sua sensei gli aveva dato prima di partire con il quale si schermava dalla sabbia sugli occhi, tutto quello che importava era guardare la bussola e mantenere la direzione. Sud-Ovest, Sud-Ovest, Sud-Ovest. Il vento aumentò di intensità e la sabbia gli frustò il viso come una mano arida e grumosa che lo costrinse a chiudere gli occhi per la violenza del colpo. Inchinò la testa in avanti cercando di proteggersi da quella folata improvvisamente così impetuosa e violenta. Il vento gli strappò dal collo senza pietà il capello portandoselo lontano nella sabbia. Supaku cercò di afferrarlo ma poi decise di tornare subito a richiudersi a riccio per evitare di perder anche la bussola. Senza quella se la sarebbe vista proprio brutta. E che palle...anche lui non poteva stare un pò più vicino? Pensò con un lieve moto di stizza mentre chiudeva i pugni sul suo petto con rabbia. Tutto era cominciato qualche giorno prima, quando la sua sensei, Reiko era venuta da lui per congratularsi con il suo apprendimento della Domu, l'armatura di terra come tecnica Doton. Supaku aveva pensato che la cosa sarebbe finita lì, invece si sbagliava di grosso. Quanto si sbagliava.

    Due giorni prima.

    Supaku era seduto comodamente su un cuscino imbottito davanti ad un tavolino basso mentre si guastava una buon pasto a base si sashimi, tempura e riso tutto annaffiato in salsa di soia. Reiko mangiava anche lei dall'altra parte del tavolo, lo osservava e sorrideva di sottecchi mentre sorseggiava del saké.
    Sensei...gnam...tutto questo è ottimo...dove...gnam...hai trovato un posto del genere? disse il ragazzo tra un boccone e l'altro. Sapeva che doveva mantenere un certo decoro visto che era in uno dei locali più costosi di Suna ma non poteva resistere e il cibo era assolutamente delizioso. Per celebrare....in fondo non abbiamo mai festeggiato come si deve il tuo passaggio di grado no? Adesso che hai imparato a padroneggiare il doton e hai imparato la tua prima tecnica dell'elemento ha da festeggiare due volte! disse la sensei non smettendo di sorridere neanche un attimo. Prima di partire naturalmente. quelle parole fuorono pronunciate così, lievemente di sfuggita, come se fosse qualcosa di scontato o forse poco importante ma Supaku le udì lo stesso e bloccarono il suo boccone di tonno e riso a metà del suo tragitto. Mi scusi sensei? Io non devo partire...non ho missioni al momento e pensavo di prendermi qualche settimana di riposo dopo la vittoria all'esame. Reiko rise e per qualche strano motivo Supaku trovò quel sorriso molto più sgradevole ed inquietante dei precedenti.
    Lo so, è per questo che devi partire. Le sopracciglia di Supaku si sollevarono leggermente per la sopresa e il sospetto.
    Partire per dove, sensei? chiese mentre il boccone finalmente veniva infilato in bocca anche se con cautela. La sua attenzione era tutta intorno alle successive parole della sua maestra. Il sorriso di Reiko si fece più ampio un attimo prima di sparire e lasciare il posto alla serietà.
    Per allenarti per che altro sennò? Fino ad ora non hai fatto altro che poltrire, la Domu è stato l'unico jutsu nuovo che sei riuscito ad imparare in questi giorni...e non è bene per un chuunin, sopratutto uno dotato come te, riposare sui propri successi. Devi imparare di più dei cominciare a fare tuoi nuovi jutsu. Per questo ti mando sui Monti Yūrei. disse la ragazza afferrando le bacchette e portandosi alla bocca un boccone di sashimi. Supaku rimase paralizzato? COSA??? disse un attimo prima di bloccarsi accorgendosi di aver parlato a voce troppo alta. Alcuni dei clienti del locale si girarono verso di lui a guardarlo, in un angolo, un suonatore si fermò nell'esecuzione di un dolce motivo che rilassava lo spirito e conciliava la digestione. Supaku si abbassò sul tavolo cercando di non farsi notare. Il suonatore sollevò un sopracciglio con disgusto nella sua direzione e poi riprese a suonare tranquillamente, i clienti si girarono di nuovo sui loro piatti continuando a mangiare o a conversare amabilmente con il proprio commensale. Supaku attese qualche secondo prima di parlare di nuovo. Cosa? disse, stavolta con voce più bassa.Sui Monti Yūrei?? chiese come se non avesse sentito bene quello che la sensei gli aveva detto.
    Hai sentito benissimo, sì, sui Monti Yūrei, lì vi abita uno dei più grandi manipolatori del fuuton che io conosca. Ha fatto da maestro anche a me, a suo tempo. Penso che lo troverai abbastanza illuminante...a suo modo... la sua sensei aveva pronunciato le ultime parole con un lieve sorriso sulle labbra. Quel sorriso aveva fatto accapponare la pelle del povero ragazzo albino.
    Ma....ma...sensei i Monti Yūrei?? Sono i Monti Fantasma!!! Le leggende dicono che essi non esistono davvero ma che si muovano con le tempeste di sabbia per tutti i grandi deserti del Paese!
    Oh, adesso non essere ridicolo! I Monti Yūrei eistono eccome e non sono per nulla una leggenda nè una finzione, sono solo difficil ida trovare...ti segnerò la destinazione sulla mappa quando torneremo a casa...domani farai le valigie e comincerai il tuo viaggio...
    ma...ma...non può insegnarmi lei quello che devo sapere sul fuuton? perchè devo andare fin sui monti Yūrei??
    Perchè su quei monti c'è uno dei migliori maestri del mondo e saresti un pazzo a prendere lezioni da me sul mio secondo elemento...tu hai bisogno di un utilizzatore del Fuuton altrettanto abile e capace...quindi domani partirai...basta, la discussione è chiusa...adesso mangiamo... E con queste parole la sua sensei aveva decretato l'inizio di quello che sarebbe stato il più sofferente e terribile dei viaggi che Supaku aveva mai affrontato fino a quel momento.

    La sabbia cedeva sotto i suoi piedi mentre camminava avanti con un braccia proteso a schermarsi gli occhi dalle frustate del vento. Non riusciva a capire dove fosse realmente. I Monti Yūrei erano un posto imprecisato nel bel mezzo del Deserto Morente, forse il più letale dei grandi deserti che il Paese del Vento potesse vantare. Era solo deserto, solo sabbia sole e tanto, tantissimo vento. C'erano volte in cui aveva dovuto fermarsi, scavarsi un buco nel terreno con le mani nude, ai piedi di una grossa duna, per coprirsi al vento, e neanche allora quello era un posto sicuro perché il vento stesso spostava la sabbia e rischiava di farlo finire seppellito. L'unico vero luogo che era assomigliato, seppure lontanamente, a qualcosa che non fosse sabbia, era stato il cimitero di Cammelli. Un luogo alquanto triste se si pensava che era proprio quello che il nome suggeriva, carcasse di grossi cammelli venivano qui a morire, ma nonostante quello che si potesse pensare, non c'erano solo ossa ma anche i resti e le rovine di quella che un tempo doveva essere stata almeno una piccola cittadina. Adesso non rimanevano altro che colonne e sassi più alti di lui a testimoniare il glorioso passato di quella città. Ma il cimitero era a più di tre giorni di cammino e da allora Supaku era riuscito quasi a finire tutte le sue scorte di cibo e acqua e ancora non vedeva l'ombra di una montagna. Reiko mi ha mandato qui a morire?? pensò improvvisamente preso dal panico. Si sedette sulla sabbia mentre intorno a lui sembrava che ci fosse soltanto una nebbia gialla. La disperazione lo aveva invaso. Cercò di mangiare qualcosa ma le gallette sapevano di sabbia e le sue labbra erano troppo secche e screpolate per poter gustare appieno l'acqua senza sentire il raschiare della polvere nella sua gola. Sensei, sei stata pazza a mandarmi qui...ancora un giorno e le scorte saranno finite, se non prima...allora io sarò morto e di me non resteranno che ossa levigate dal vento... pensò mentre scuoteva la testa. Si sentiva debole e stanchissimo, tutto quello che aveva veramente voglia di fare era sdraiarsi su quella sabbia calda e aspettare di morire. Sapeva che non poteva farlo, perché se lo avesse fatto davvero non si sarebbe più alzato. Raccolse le ultima forze che aveva in corpo e si alzò, cercando di arrampicarsi sulla duna successiva.

    Erano passati due giorni e ancora Supaku non vedeva nessuna montagna all'orizzonte. Le scorte di cibo erano finite già la sera prima e l'acqua stava ormai scarseggiando nonostante avesse rigorosamente centellinato ogni goccia. L'aria calda del deserto lo stava sfiancando, sollevandosi dal suolo come un vento caldo. Nonostante tutto le tempeste di sabbia non accennavano minimamente a smettere, anzi, sembrava che più andasse avanti più queste aumentassero di forza. Ormai aveva il volto rigato da centinaia di piccoli tagli dovuti alla sabbia che lo sferzava, gli occhi dolenti per il troppo stare socchiusi, la vista appannata dallo sforzo e dalla sabbia che era comunque riuscita ad entrare. Le forze lo stavano abbandonando ora più che mai e non sapeva quando ancora avrebbe potuto camminare in quel deserto dome le dune cambiavano prima del pomeriggio sconcertandolo con i loro movimenti, facendogli perdere il senso dell'orientamento. Supaku cadde disteso sulla sabbia mentre sentiva questa infilarglisi nella bocca aperta. Una parte di lui continuava ad illudersi che qui granelli duri potessero trasformarsi in dei piccoli cubetti di ghiaccio, non bastava che li sentisse sfregargli la lingua secca per capire che si stava sbagliando e anche di grosso. C'era un sasso, soprattutto che continuava a rigirarsi nella sua lingua, era anche bello grosso, delle dimensioni di un pollice o forse di più e, nonostante fosse disgustoso, Supaku si ritrovò a ciucciarlo nel tentativo di carpire un pò di acqua dalla pietra. Il chuunin si immobilizzò un attimo consapevole di quello che stava facendo Pietra? Come era possibile? Non esistevano pietre nel deserto, e certamente non nel deserto della Morte, forse il più vecchio di tutta Suna. Perchè allora lui aveva in bocca una pietra? Sputò l'oggetto afferrandolo tra le dita e rigirandoselo davanti agli occhi. Era un ciottolo liscio e levigato dal vento. Se c'era un ciottolo...
    Supaku cercò di raccogliere le proprie forze di alzarsi per osservare la cima della duna che aveva davanti. La sabbia scivolò giu dai suoi capelli e dalla sua bocca mentre osservava con un sorriso quello che aveva sperato. Altre rocce erano in cima alla duna ma quello che lo stupiva di più era la levigata parete di roccia che saliva rapida verso il cielo. Aveva finalmente trovato le Montagne Fantasma. Supaku sorrise mentre osservava i sassi sparsi sulla sabbia, molto probabilmente caduti dalla parete rocciosa, e ringraziò gli spiriti che proprio uno di quei sassi fosse finito nella sua bocca. Mosse un piede avanti per avvicinarsi alla parete ma improvvisamente ogni cosa divenne buia intorno a lui. Che diamine... fu il suo ultimo pensiero poco prima di svenire.

    Menta, nell'aria c'era odore di menta, e gelsomino. La testa gli pulsava terribilmente e sentiva un lieve dolore sordo alla base del cranio, sentiva le orecchie fischiargli ma non era molto facile da capire se quel fischio era dato da qualcosa dentro la sua testa o dal suono del vento che echeggiava lontano. Supaku cercò di alzarsi, e di appoggiare una mano alla testa per sentire se era ferito, ma si accorse che il proprio corpo non sembrava voler rispondere a quell'ordine. Fu allora che decise di aprire gli occhi. Davanti alla sua vista appannata apparve la solida parete rocciosa, dove diamine era finito? Cercò di girare la testa a destra e a sinistra solo per scoprire altra roccia. Era stato imprigionato dentro una bara di roccia?? Il panico lo prese in pochi secondi mentre l'adrenalina veniva pompata nel sangue e la sua vista tornava di nuovo chiara così come i suoi sensi riprendevano la loro affinatezza. Supaku guardò meglio intorno a sè ora che la vista era schiarita e scopri, con sollievo, che sulla sua destra c'era una fessura nella parete dalla quale filtrava la luce anche se poca e alla sua sinistra c'era un buco nella roccia. Non era molto ampio ma sufficiente per far passare una persona di profilo. Forse poteva uscire da lì. Cercò di alzarsi ma a quel punto i suoi sensi gli dissero che una solida corda di canapa lo teneva legato ad un letto di legno. Oltre a quello si accorse che il suo equipaggiamento era scomparso e che era rimasto con soo il kimono bianco e i calzoni anche le bende intorno alle braccia e i sandali erano scomparsi. Supaku cercò di agitarsi e di provare a sciogliere i nodi, ma si accorse che questi erano sul suo petto e che erano stati fatti da una persona molto più esperta di lui, infatti non riusciva a capire che razza di legature fossero.
    Dopo un paio di minuti di convulso agitarsi sul letto Supaku si rassegnò a parlare in cerca di aiuto.
    Hei!!! C'è nessuno?? Aiutoo! disse cercando di attirare l'attenzione. Sapeva che molto probabilmente si trovava nel covo dell'uomo o la donna che lo aveva rapito ma, non vedeva altra scelta che capire dove fosse andato a finire. Sentì un lieve fruscio giungere dall'apertura nella parete alla sua sinistra e un attimo dopo una figura comparve nell'ombra.
    La figura era magra e sottile, forse alta poco meno di Supaku o forse un poco di più. Era un vecchio. O almeno questo era quello che apparve agli occhi di Supaku. Un vecchio pieno di rughe con una lunga barba bianca e grigia e altrettanto lunghi capelli, entrambi gli arrivavano intorno alla vita e coprivano quello che sembrava essere un misero saio grigio, unico indumento dell'anziano.
    Vedo che ti sei ripreso, piccolo delinquente. disse l'uomo con una voce potente e profonda che mal si adattava a quel corpo gracile, sembrava quasi la voce di un rombo di tuono lontano. Dimmi, ragazzino...che cosa ci facevi alle pendici del Monte? Devi essere pazzo per aver attraversato una tempesta del genere senza l'equipaggiamento necessario. Oltretutto hai disturbato la mia meditazione...penso che adesso dovrò ucciderti per questo... disse e un kunai affilato comparve fuori dalla sua manica in un attimo.
    Aspetta, aspetta! Sono uno shinobi di Suna! disse Supaku cercando di fermare l'avanzata del vecchio verso di sé. Il vecchio si fermò un attimo e poi lanciò per terra qualcosa di metallico che rimbalzò sulla pietra. Supaku lo riconobbe subito, era il suo coprifronte, in qualche modo il vecchio doveva averlo strappato dalla cucitura che aveva sulla spalla. Dimmi qualcosa che non so...per esempio....che ci fa uno shinobi di Suna nei pressi dei Monti Yurei?? disse l'uomo con uno sguardo arcigno mentre muoveva il kunai come a fargli segno di sbrigarsi a dargli una risposta.
    Sono...Sono Supaku Handoru, Chuunin di Sunagakure no Sato, sono stato....sono stato mandato qui dalla mia sensei Reiko, per imparare dal Sunaarashi no chōrō, i segreti del Fuuton.
    Il kunai del vecchio si immobilizzò subito. Un attimo dopo il kunai tornò nella manica. Sunaarashi no chōrō eh? Non sentivo quel nome da molto tempo....Sembra che le nuove generazioni di Suna si siano dimenticate che questo è il Paese del Vento e non della Terra....Ormai spuntano fuori ninja con abilità innate in ogni duna del deserto...ma mai uno che si impegni a padroneggiare il Fuuton....Mai uno! Solo Doton! Dimmi, ragazzino, abbatteresti il tuo avversario tirandogli un sasso quando hai nel fodero una spada??
    Supaku scosse leggermente la testa realizzando lentamente che quello davanti a lui era il famoso Sunaarashi no chōrō. Questo vecchio folle che stava parlando da solo, era da lui che la sua sensei lo aveva mandato. Certo, gli sembrava più che logica come cosa.
    Esatto! perchè non siamo dei primitivi! Siamo ninja evoluti, per gli dei! Siamo gli shinobi del deserto! Siamo i nomadi del vento, siamo i signori delle sabbie e delle bufere! Eppure pochi ninja di Suna sembrano apprezzare questa cosa....io lo dissi a suo tempo, quando la Grande Guerra scoppiò, non fatelo! Ci ritroveremo un sacco di Iwani sfollati in casa...ma loro mi hanno ascoltato? certo che no! Adesso il nostro sangue si mescola ai cittadini della terra e le innate che un tempo erano il nostro orgoglio scompaiono per lasciare lo spazio a quelle di Iwa. Ci sono più utilizzatori di Bakouton che della Sabbia! Sai cosa è il Bakouton?? gli chiese girandosi improvvisamente verso di lui. Sunaarashi no chōrō era un vecchio alquanto singolare e la frase di Supaku sembrava aver rotto un fiume in piena che quel vecchietto covava da tempo. Supaku intuì che non doveva aver avuto molta compagnia ultimamente. Si affrettò a scuotere la testa davanti alle parole del vecchio per non contraddirlo. Certo che non lo sai! Perchè non ti è mai stata descritta con quel nome...molto probabilmente avrai visto bambini che giocano con argilla esplosiva e le bocche che hanno sulle mani e non ti sarai mai chiesto da dove venisse la loro abilità! Beh! Quelli hanno il sangue di Iwa dentro le loro vene! Sono genitori di sfollati che i miei amati compaesani si sono trovati in casa! AHHH! un giorno Suna sarà nota come il villaggio della terra e il vento sarà dimenticato da tutti...perché è così che funziona...il Fuuton è sempre stato l'elemento più raro e difficile da apprendere...non mi meraviglia se in pochi ancora vogliono apprenderlo....ma per tornare a noi...Tu! disse l'uomo puntandogli il dito contro il petto. Sei davvero quello che dici di essere? Certo che lo sei, del resto chi altri attraverserebbe il deserto della morte e le sue tempeste di sabbia per venire a trovarmi? per derubarmi forse? No, non credo proprio! ahahaha... la risata del vecchio si fermò a metà e il suo volto divenne improvvisamente serio mentre fissava Supaku. Era come se si aspettasse qualcosa da lui. Il chuunin non riuscì a far altro che sorridere mentre l'uomo lo fissava con sguardo arcigno. Dopo quello che non fu altro che un interminabile silenzio alla fine Supaku parlò cercando di rompere il disagio che cominciava a provare.
    Reiko mi ha detto che siccome il Fuuton è il mio elemento principale, avrei dovuto apprendere dal migliore di Suna come manipolarlo...per questo ho fatto tutta questa strada. Sono diventato chuu..
    humpf! Reiko! Quella ragazzina mi farà diventare matto! Sai che sono stato il suo sensei?? che ogni cosa che sa sul fuuton gliel'ho dovuto insegnare io?? Non sembra ma un tempo ero un ninja molto potente a Suna... disse l'uomo lisciandosi la lunga barba bianca con compiacimento. comunque non distraiamoci! Dici che il fuuton è il tuo elemento principale eh? Davvero? Mi sembra qualcosa di alquanto raro...di solito i pochi che sviluppano il fuuton è per usarlo come benzina per il katon....e quelle sono le persone meno intelligenti che conosco...Tu...hai il katon? gli chiese l'uomo con uno sguardo alquanto strano negli occhi. Supaku scosse la testa. Ho il..
    Non dirmelo! Non dirmelo! Lo so già! Non c'è bisogno di sapere altro. si avvicinò a Supaku e i un attimo il kunai ricomparve nella sua mano. Supaku cercò di indietreggiare rapidamente per evitare di essere sgozzato ma l'uomo si limitò ad afferrarlo e a tagliare con un colpo secco le corde che lo tenevano legato. Hai il fuuton come elemento primario...questo mi basta... borbottò con fare alquanto scorbutico tra sé e sé. Ti insegnerò ma solo perché sei allievo di Reiko...che ha i capelli....? L'uomo si fermò per guardare Supaku negli occhi in cerca di risposta.
    Neri..
    Bravo!...dicevo che ti aiuterò perché non ho altro da fare ultimamente e la vita di un'eremita è alquanto pallosa....La meditazione e l'invenzione di nuovi jutsu sono le uniche cose che mi trattengono dal gettarmi di sotto dal bordo dei Monti. Questa sarà la tua stanza...le tue cose sono di là...tra parentesi, bella spada....ora seguimi...
    Supaku seguì l'uomo dentro la fessura nella parete che a quanto sembrava dava su una grotta leggermente più grande di quella in cui erano dove c'era un caminetto, un tavolino di legno intagliato, un paio di sedie, e un grosso cassettone dove erano state ammucchiate le sue cose. Supaku si fece avanti per prenderle ma il vecchio lo trattenne. le prenderai dopo...adesso cominciamo l'allenamento....puoi chiamarmi sensei o Sunaarashi no chōrō, o anche solo chōrō, come faceva la tua sensei. Il mio nome non ha importanza e comunque è stato dimenticato da tempo e anche se te lo dicessi non ti direbbe niente... Mentre parlava lo stava conducendo dentro un piccolo corridoio sempre intagliato nella roccia, Supaku vi scorse l'abilità di un esperto utilizzatore del doton in tutto ciò mentre passava le mani sulla pietra. Chi è l'ipocrita adesso? pensò leggermente stupito guardando le spalle dell'uomo davanti a lui. Decise che era meglio non contraddire il suo maestro nella speranza che non si arrabbiasse troppo e decidesse di cambiare idea. Oltretutto non aveva molto da dire all'uomo e una parte di lui pensava che fosse troppo pazzo per potergli insegnare qualcosa. Un attimo dopo il corridoio finì e si trovarono dentro una gigantesca grotta alta più di dieci metri e larga intorno ai trenta. Supaku rimase esterrefetto nell'ammirare un simile capolavoro della natura, perchè questa, non aveva dubbi, era un'opera d'arte che solo la natura poteva aver creato. Il soffitto era pieno di stalattiti spessi un braccio o forse anche più che scendevano verso il basso per un paio di metri mentre colonne di stalagmiti salivano verso l'alto creando un reticolo di colonne e anfratti mai visto.
    Questo sarà il nostro campo di addestramento. Quando sarai pronto a qualcosa di meglio andremo in superficie ma per adesso penso che sia meglio tenersi sul semplice. disse l'uomo guidandolo tra i pilastri di calcare.
    Lo portò in uno spiazzo del raggio di cinque metri e lo fece sedere su uno stalagmite tagliato alla base che assomigliava molto ad una sedia naturale. Chōrō, Supaku aveva scelto questo nome per il vecchio perché era più corto, si sedette a pochi metri da lui su un'altro stalagmite uguale. Fammi vedere quello che sai fare... disse l'uomo indicandogli uno stalagmite piccolo che saliva verso l'alto a pochi metri. Supaku lo guardò un attimo ma poi decise di accontentare Chōrō. Si alzò di nuovo e si posizionò davanti allo stalagmite. Prese un profondo respiro e compose rapidamente i sigilli.

    Goukuuhou - Cannone d'Aria
    Goukuuhou-CannonedAria
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Lo shinobi concentrerà una modesta quantità di chakra all'interno del palmo della propria mano per poi liberarlo con violenza mirando ad un punto preciso. Si formerà a questo punto una possente corrente d'aria paragonabile a quella d'una carta bomba che colpirà il punto designato, scaraventando eventuali nemici coinvolti ad una decina di metri di distanza.
    Consumo: 2


    Il fuuton si concentrò rapidamente nella sua mano in una piccola sfera d'aria compressa e un attimo dopo il chuunin lo lanciò con violenza contro la roccia ottenendo di riuscire a spezzarne la punta dove era più sottile. Nell'aria si sentì uno sbuffo di divertimento. Tutto qui? disse il vecchio sorridendo. Spero che come chuunin tu sappia fare di meglio altrimenti siamo fregati.
    La sua voce era abbastanza tranquilla ma Supaku sentì quelle parole quasi come un insulto alla sua capacità di saper utilizzar il Fuuton. Il chuunin assunse un'aria crucciata e un attimo dopo mise le mani a triangolo davanti a sè espellendo una violenta onda d'aria che andò a spezzare due Stalagmiti davanti a lui con violenza.

    Reppushou - Palmi dell'Uragano
    Reppushou-PalmidellUragano
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Con questo jutsu viene creato dalle mani un flusso d'aria, un onda d'urto larga due metri e che arriva fino a dieci. Essa travolge l'avversario, scaraventandolo via per una paio di metri e provocandogli danni di lieve entità. La tecnica può essere anche utilizzata per aumentare la velocità di eventuali armi da lancio per aumentare le probabilità che questi colpiscano il bersaglio oltre che perforarli maggiormente. La tecnica non necessita di Sigilli ma bisogna unire le mani e formare un triangolo, dal quale viene espulsa l'onda.
    Consumo: 4


    Questo ti sembra meglio? chiese il ragazzo con orgoglio vedendo i due pezzi di roccia che aveva appena colpito stesi al suolo. Il vecchio fece una smorfia con aria semiannoiata. Uhmm....mi sa che qui ci sarà parecchio lavoro da fare...Innanzitutto, come preferisci orientare la tua manipolazione del fuuton? Tramite un attrezzo come il famoso ventaglio di vento, oppure libero da simili impedimenti? Ti avverto che la seconda opzione è meno potente della prima e più faticosa da apprendere però permette attacchi più vari.
    Supaku rimase leggermente sovrappensiero. Sinceramente? Non voglio dipendere da degli attrezzi per utilizzare le mie tecniche, preferisco combattere con le mie forze... Bene, ottimo...allora ci sarà un sacco di lavoro da fare....innanzitutto, conosci qualche tecnica che necessiti di ispirazione e quindi liberare il chakra fuuton tramite i propri polmoni?
    Supaku scosse la testa, non ne conosceva. Beh, le cose saranno ancora più complicate...Comunque non è il momento di scoraggiarsi...Siediti qui davanti a me... disse indicando a Supaku la sedia ricavate nella roccia davanti a lui. Il ragazzo si sedette mentre il suo sensei si sedeva davanti a lui. La prima cosa da fare è iniziare con dei profondi esercizi di respirazione che dovranno essere sempre più ampi e distesi...devi sentire l'aria pervadere ogni antro dei tuoi polmoni e devi ricordare soprattutto che essi sono come dei muscoli, più li utilizzi più riusciranno ad accogliere dentro di essi... disse il vecchio cominciando ad inspirare ed espirare in modo ampio e profondo, Supaku lo seguì inspirando ed espirando sentendo la propria cassa toracica ingrandirsi sotto il kimono sudicio dai giorni di viaggio. All'inizio sentì un pò di mal di testa, leggero nulla di che, forse dovuto alla massiccia quantità di ossigeno che stava assumendo oppure al troppo lungo intervallo tra un respiro e l'altro. Non ti preoccupare se all'inizio ti girerà un pò la testa, devi soltanto abituarti a questi respiri ampi altrimenti il tuo corpo non sarà capace di sopportare quello che verrà dopo. disse il vecchio. Continuarono così per un bel pezzo, Supaku sospettò che fossero passate un paio d'ore ma l'assenza di luce a parte le torce sparse sulle varie colonne calcaree non poteva confermargli in che ora del giorno fossero. Alla fine il vecchio smise di respirare profondamente e Supaku lo seguì, ma notò con stupore che ormai il corpo si era abituato a quei respiri ampi e che la testa non gli girava più di tanto.
    Bene adesso c'è la parte più complessa, quella in cui ci metteremo molto più tempo. Adesso devi provare ad infilare tra un respiro e l'altro una lieve quantità di chakra fuuton. So che sembrerà ridicolo ma questo passo è fondamentale e anche molto pericoloso quindi andiamo per piccoli passi...
    Perchè pericoloso?
    Perchè immettere un tipo di chakra all'interno dei polmoni può sempre rischiare che, se il bilanciamento ossigeno chakra è troppo a favore del chakra questo arrechi danni alle pareti interne dei polmoni. Il fuuton è sopratutto quello più pericoloso perché di fatto si lega fin troppo bene con l'ossigeno e quindi dovremo accompagnare l'immissione di chakra prima nei polmoni, poi nella trachea, e infine della bocca, aumentandola sempre di più ma con misurazione altrimenti si rischia che ogni cosa dentro di te si riempi di piccoli e sottilissimi tagli che ti faranno sanguinare...Questo è uno dei motivi per cui reputo dementi i ninja che utilizzano il katon, per loro è troppo facile, immettono il chakra nella bocca e gliene basta molto poco perché questo si legherà con l'ossigeno e si trasformerà in fiamma. Troppo facile per quei ninja che pensano di fare i draghi quando non conoscono davvero le sottigliezze di un vero manipolatore dei polmoni....via non ci distraiamo...cominciamo...ricordati solo poco chakra alla volta...io monitorerò la situazione... disse chiudendo gli occhi e mettendosi in attesa.
    Supaku osservò il vecchio per qualche secondo, poi pensò che quello dovesse avere un qualche modo per controllare la sua quantità di chakra in circolo. Quindi si concentrò anche lui sul difficile compito che lo attendeva. Chiuse gli occhi a sua volta e cominciò ad inspirare con forza, sentendo i propri polmoni dilatarsi. A quel punto cominciò a concentrare il chakra intorno agli stessi e, nello specifico, quello Fuuton. Fu come se qualcuno gli avesse appoggiato una lama gelida sul petto. Era fredda e affilata e estremamente difficile da piegare nei piccoli alvei dei suoi polmoni. Era come piegare la lama di una katana, era fredda, gelida, dura come la pietra e così liscia che se sforzavi troppo rischiavi di scivolare e tagliarti un intero dito tanto era affilata. Supaku la sentiva, era lì sul suo petto, aveva concentrato il chakra fuuton ma ancora non era riuscito ad immetterlo nei polmoni.
    Bene, per fortuna sai almeno come si fa a concentrare il chakra e separare quello elementare dal resto...ora con calma e attenzione, immettine una piccola quantità mentre espiri...piano piano...altrimenti si rischia di fare danni... Supaku annuì dimenticandosi che il proprio sensei non poteva vederlo visto che era ad occhi chiusi. Inspirò con forza, come gli era stato insegnato poco prima e, nel momento in cui i suoi polmoni erano gonfi di aria, vi immise una infinetesimale quantità che chakra. Solo che accadde qualcosa di strano, il chakra fuuton sparì completamente dentro l'aria nei suoi polmoni, come se non fosse stato mai immesso. Supaku aggrottò le sopracciglia immettendone un altro pò ma sortì lo stesso effetto. Cercò di prenderne altro ma in quel momento si accorse che era come se il chakra intorno al suo petto stesse defluendo via. Che stava succedendo? Supaku sentì un lieve pizzicore provenire dai suoi polmoni un attimo prima che un deciso ma potente colpo di palmo lo colpisse in pieno ventre. Il colpo lo costrinse a espellere l'aria che aveva nel petto e si stupì come questa venne espulsa in un unico getto compatto che schizzò nell'aria.

    CITAZIONE
    Getto di chakra Fuuton mescolato malamente con l'ossigeno nei propri polmoni
    shinkunidorufuuton

    L'ossigeno aveva assunto la forma di un proiettile lungo ma che perdeva consistenza nel momento in cui solcava l'aria. Nonostante la sua forma non ancora completa questo colpì una delle stalattiili lì vicino e fu sufficiente per spezzarne di netto la punta. Ti avevo detto di stare attento, il fuuton si mescola così bene all'ossigeno che è quasi indistinguibile capire se lo hai davvero immesso....hai rischiato che il chakra superasse la quantità di ossigeno e cominciasse a farti davvero male nel petto....devi concentrarti di più. disse Chōrō che era improvvisamente comparso vicino a lui, tolse la mano dal suo petto. Supaku osservò meglio la mano del vecchio scoprendo che quello aveva tirato un colpo con la punta delle dita proprio sotto la cassa toracica, dove si travava il diaframma. è stato rapido...Quest'uomo sa davvero cosa fa, nonostante le sue insensatezze. pensò il ragazzo ammirato. Adesso riprova, passeremo tutto il tempo che ci vorrà ad eseguire questa operazione fino a quando non riuscirai a sentire la quantità di chakra fuuton mescolarsi con l'ossigeno....ci vorrà un pò.

    Le parole del vecchio erano state veritiere. Supaku passarono giorni, molti giorni, o almeno pensava fossero passati visto che basava lo scorrere delle giornate grazie ai due pasti al giorno che il vecchio chōrō gli dava. Le loro giornate passavano in quel modo, pasto, allenamento, pasto allenamento, sonno, allentamento e si ricominciava. Ormai il pezzo di roccia tagliato che gli faceva da supporto per la posizione del loto era diventato un caro amico mentre i suoi polmoni e il suo chakra fuuton degli animali bizzosi che non riusciva ad addestrare al meglio. Erano sfuggenti, e lui ancora riusciva con difficoltà a cerca ogni volta chōrō lo colpiva al petto quando esagerava, Supaku ormai aveva un grosso livido laddove il vecchio continuava a colpirlo, ma sapeva che lo faceva per il suo bene e, nonostante dolesse da far schifo quando si muoveva, preferiva il livido allo stomaco che i polmoni sanguinanti. Alla fine di quelle che sembravano essere state, Supaku non lo poteva dire per certo, tre settimane, sembrava essere riuscito ad aggrapparsi a qualcosa ad un briciolo di consapevolezza. Adesso quando inspirava e mescolava il suo chakra nel petto, sentiva un lieve frescore e poteva continuare a distinguere, seppur molto fievolmente, la presenza del chakra che aveva immesso nell'ossigeno dei suoi polmoni.
    Bene. disse il vecchio con aria semi soddisfatta. Penso che ora possiamo procedere verso il passo successivo....uhmmm....adesso devi far uscire il chakra mescolato all'ossigeno verso la bocca...devi anche, contemporaneamente, continuare ad immettere chakra fuuton dentro l'ossigieno, ma stavolta in posizioni differenti... il vecchio alzò le mani appoggiandosele al petto. Il respiro parte dai polmoni e sale disse muovendo le mani verso l'alto, unendole all'altezza della trachea su verso la gola e finisce nella bocca... completò il gesto appoggiando una mano davanti al viso e facendo finta di soffiare in avanti. Tu devi seguire il tuo ossigeno mentre sale, seguirlo e alimentarlo sempre di più con chakra fuuton in modo tale che quando uscirà esso sarà quasi totalmente chakra. Mi sono spiegato? Questa operazione sarà ancora più difficile perché richiederà tutto il tuo controllo nell'evitare che ti faccia male da solo....alcuni dicono che è necessario rivestire i polmoni con del chakra, ma io ritengo sia una stupidaggine, immettere chakra nell'ossigeno e rivestire i propri polmoni sono due azioni troppo differenti e che richiedono troppo tempo per essere seguite alla perfezione simultaneamente...e il semplice fatto che siano gli utilizzatori di katon a sostenerlo...beh, non fa che convalidare la mia tesi su quanto siano idioti....Il trucco qui è che il fuuton si lega completamente all'ossigeno che emetti e quindi lo seguirà nella sua corsa verso l'alto evitando d ferirti le pareti interne...certo devi essere bravo a nn immetterne troppo tutto insieme...
    Supaku aspettò la fine della spiegazione per realizzare quello che doveva fare. Chiuse gli occhi dopo aver annuito per concentrarsi al meglio. Doveva fare in modo che il suo chakra seguisse l'ossigeno mentre veniva espulso e lo alimentasse con sempre più chakra fuuton in modo che al momento dell'espulsione esso fosse tutto chakra elementale e capace quindi di arrecare danno. Spostò la propria attenzione sui suoi polmoni. Inspirò con forza accogliendo quanto più ossigeno poteva dentro di sè, gliene serviva tanto proprio per questo, ora capiva. Adesso che era pieno come un pallone aerostatico, cominciò a immettere lentamente il suo chakra nei polmoni. Era molto poco, perché come aveva imparato, a dosi troppo alte non riusciva a percepire lo sbilanciamento. Con decisione immise tanto chakra quanto sapeva poterne tenere prima di sentire arrivare il colpo del suo maestro. Poi cominciò l'espulsione. Sentì i muscoli degli addominali contrarsi leggermente, l'aria venire spinta verso l'alto mentre già alcuni refoli uscivano dal suo naso lentamente, molto lentamente. Supaku si concentrò al massimo, spinse il suo chakra elementare verso l'alto, seguendo il percorso di essa, alimentandola cercando di seguirla ma era troppo veloce, troppo rapida, e non riuscì a fare nulla se non esalare uno sbuffo ridicolo. L'aria davanti a lui per un nanosecondo assunse la forma semisolida che caratterizzava i jutsu fuuton ma un attimo dopo tutto scomparve dissolvendosi in modo informe.
    Uhmmm...ci vuole molto tempo per seguire il percorso dell'aria, è rapida e tu devi essere altrettanto...inoltre dovresti imparare e spingere il chakra che hai già immesso verso l'alto così che i primi refoli d'aria che emetti non siano aria e basta ma già chakra. Supaku lo guardò un pò perplesso. Prima gli dava un compito impossibile e poi quando vedeva che non gli riusciva gli metteva accanto a quello un altro ancora più difficile. Spingere il chakra verso l'alto? E come diavolo faccio? sbuffò, prese dei profondi respiri prima di riprovare. Doveva solo concentrarsi. Decise di procedere con calma. Prima avrebbe spinto il chakra in alto e poi avrebbe lavorato sulla immissione attraverso la trachea e la bocca. Incanalò il chakra nell'ossigeno nei suoi polmoni e poi cercò di spingerlo, non sapeva neanche bene lui come, verso l'alto. Sembrò che quello obbedisse, ma Supaku non riusciva a capire come, lo sentì muoversi verso l'alto, salire verso la trachea e fermarsi nella sua bocca. Adesso però nei suoi polmoni c'era nuovo ossigeno non legato al chakra e il suo chakra elementale sembrava cominciare di nuovo a fluire verso di esso, senza che lui lo potesse più controllare. Sentì l'ossigeno muoversi da solo, una volta caricato di chakra e salire verso l'alto lasciando posto a nuovo ossigeno era strano. Un attimo dopo sentiva che il suo corpo era pieno di ossigeno legato al chakra e cercò di spingere ogni cosa fuori da lui. Quello che uscì lo lasciò quasi stupito. L'aria solidificata con il chakra fuuton non era dotata di propulsione e scivolò come un vischioso liquido semi trasparente giù dalla sua bocca. Sembrava quasi che stesse vomitando aria. Supaku rimase allibito dalla scena e il suo maestro lo osservò per un attimo con gli occhi crucciati fino a quando l'aria da lui vomitata non si disperse nel vuoto. Poi scoppiò a ridere.
    Bene, ora che mi hai reso partecipe di questa patetica scena....potresti farmi vedere come si spunta un vero getto fuuton?
    Supaku rimase quasi ferito dalle parole del sensei mentre si puliva inconsapevolmente la bocca nonostante sapesse che sulle labbra non aveva nulla.
    Cercò di riprendere fiato, mentre con la mente si chiedeva doveva aveva sbagliato. Il suo sensei aveva detto che doveva dare propulsione al jutsu? Non gli sembrava. Poi realizzò. Gli aveva detto di immettere il chakra mentre sputava l'aria non di farlo prima e poi sputarla, oltretutto la quantità di chakra concentrata nella sua bocca era molto minore rispetto a quello che avrebbe dovuto essere, altrimenti il suo vomito non si sarebbe dissolto così facilmente. Chiuse di nuovo gli occhi, stavolta non avrebbe fallito. Stavolta le cose sarebbero andate meglio. Si concentrò. Inspirò a fondo mentre cercava di sentire il suo chakra entrare dentro l'ossigeno nei suoi polmoni, mentre fluiva nella sua trachea quando lo spingeva verso l'alto e infine si concentrava tutto nella sua bocca come una grossa palla d'aria compressa ponta a scoppiare. Sputò con forza cercando di travolgere il suo sensei, seduto a pochi metri davanti a lui, voleva dimostrargli quanto era forte. Una piccola sfera d'aria comparve dalle sue labbra e viaggiò dritta verso il sensei ma si dissolse di nuovo a metà strada. Supaku sorrise un attimo prima di sentire un lieve bruciore nel petto. Tossì cercando di liberarsi di quel fastidio. Una chiazza rossa e liquida cadde dalle sue labbra macchiando la roccia liscia sotto di lui. Supaku guardò meglio prima di rendersi conto che quel liquido era uscito dalla sua bocca. Era sangue.
    Cosa hai fatto? Hai usato la rabbia per cercare di prendere il controllo? la voce del vecchio pazzo era diventata improvvisamente seria e grave. Era arrabbiato.Bel lavoro, ti sei ferito senza neanche accorgertene e non sei riuscito neanche ad arrivare a me...Pensi che questo ti sia servito per controllare il fuuton? disse la voce tagliente del suo sensei. Supaku abbassò lo sguardo sapendo di essere stato scoperto. Pensi che questo sia un gioco? Pensi che utilizzando la rabbia tu possa controllare l'elemento più sfuggevole?....stai cercando di colpire qualcuno impugnando una spada per la lama e pensi che aumentare la forza del colpo ti servirà a qualcosa... L'uomo si alzò dalla sua posizione il suo sguardo era leggermente furente. L'addestramento è finito per oggi...io me ne vado, prima che la mai rabbia prenda il sopravvento e ti ritrovi a pisciare sangue oltre che sputarlo.... Disse con rabbia scomparendo dietro le stalattiti e alla vista del ragazzo. Supaku rimase immobile nella solitudine della caverna. I polmoni gli bruciarono ancora e sputò di nuovo. Di certo non era partito con il piede giusto.

    La settimana successiva Supaku la passò da solo, sembrava che il vecchio si fosse offeso e anche tanto. Supaku era un tipo che aveva delle serie difficoltà a relazionarsi con i suoi sentimenti, figurarsi con quelli degli altri. Il giorno dopo che il vecchio se ne era andato, aveva fatto spallucce, mangiato come suo solito ed era tornato a sedersi sulla sua pietra. Aveva preso dei profondi respiri e aveva riprovato. Stavolta con leggerezza, come se stesse maneggiando una piuma, ogni volta che emetteva aria misto a fuuton dai polmoni sputava un pò di sangue, ma era normale, poteva gestire il dolore. Il dolore era stato con lui sempre, da quando la sua famiglia era morta sotto i suoi occhi, da quando aveva ucciso il suo primo uomo all'età di sette anni nella terra di nessuno, da quando stava morendo di fame, da quando gli incubi lo tormentavano la notte. Lui era più forte di tutto questo, era più forte perché ogni cosa gli scivolava addosso, lui era acciaio che resisteva contro le intemperie del mondo. Non si sarebbe spezzato e il dolore non lo avrebbe piegato. Sputò sangue. Non gli importava nulla. Guardò quei grumi di sangue e muco che ormai aveva disseminato il terreno intorno a lui. Se questo era il prezzo per essere forte, lo avrebbe pagato volentieri. Se questo lo avrebbe portato tra le leggende ninja, se questo gli avesse permesso di vendicarsi come voleva, di dare ai suoi genitori e ai suoi fratelli la pace che meritavano, lo avrebbe pagato. Sputò di nuovo. Non si sarebbe fermato, mai!
    Inspirò, incanalò il chakra, sputò aria solida che stavolta prese la forma di un senbon, il senbon solcò l'aria arrivando quasi alla colonna di roccia alle spalle della sedia dove un tempo stava il suo sensei. C'era vicino. Tossì. Sputò sangue di nuovo. Non gli importava. Si raddrizzò, inspirò, incanalò, soffiò l'aria di nuovo e il senbon fece altri quattro passi. Tossi e sputò sangue, si raddrizzò e ricominciò tutto da capo. Non gli importava. Il suo sensei aveva detto che maneggiare il fuuton era come maneggiare una katana senza manico. Dovevi per forza prenderla per la lama se volevi impugnarla. Lui si sarebbe fatto male, certo, come non poteva farsi male? Lui avrebbe imparato a gestire il dolore dentro di sè a sentire la forza del fuuton attraverso le sue ferite. Inspirò, incanalò, soffiò, sputò e si raddrizzò. Non era ancora abbastanza, non era ancora sufficiente, ma c'era quasi, c'era molto vicino. Inspirò, incanalò di più stavolta, soffiò, sputò più sangue e si raddrizzò. Proseguì così per una settimana intera fino a quando l'ottavo giorno non riuscì più ad alzarsi perché i suoi polmoni erano in fiamme. Si alzò dal letto, la testa gli girava e il respiro era corto. Non sapeva per quale motivo, non sapeva perché ma lo sospettava. Fece qualche passò, avviandosi verso la fenditura nella roccia che era la porta verso la cucina, aveva fame, no sete. Aveva molta più sete che fame. I suoi piedi erano esitanti, incespicò, cadde. Non si rialzò.


    Proprio questo idiota mi hai mandato, eh? il borbottare sommesso che sentiva nell'aria intorno a lui allora era vero. Supaku cercò di muoversi ma una mano lo colpì con forza al centro del petto. Stattene fermo, idiota, o non potrò finire il mio lavoro per bene... Supaku obbedì ma non resistette all'impulso di aprire gli occhi. Un alone verde circondava il suo petto e veniva diradato dalle mani del vecchio sensei. Lei è un ninja medico? il Vecchio sbuffò sonoramente. Ho imparato alcuni trucchetti alla tua età per non rimanere pieno di cicatrici come sei tu... disse abbassando lo sguardo sulla sua grossa cicatrice sul petto. Supaku ormai non ci faceva molto più caso, era stato un regalo di Travis Fuuma, un ninja di Kiri fin troppo potente per lui. Era anche un monito oltre che un bell'ornamento per il suo petto. Mai spingerti verso avversari troppo potenti...mai andare troppo lontano o ti farai sempre male... questo era stato il monito, e Supaku sapeva che era ancora troppo debole per andare in cerca dei cinque senza morire per mano di anche solo uno di essi.
    Il ragazzo sentiva il suo petto formicolare, tossì di nuovo ma il vecchio lo tenne fermo, fu costretto a deglutire il sangue e il muco dentro di lui. Si addormentò con l'ormai troppo conosciuto sapore metallico in bocca.
    Quando si svegliò la seconda volta non c'era nessuno nella sua stanza. Supaku si alzò, sorpreso di sentire che stavolta respirava molto più libero di prima, sembrava che il vecchio fosse riuscito a curarlo completamente, forse poteva ricominciare l'addestramento. Prima di avviarsi verso la cucina si concentrò chiudendo gli occhi e focalizzandosi sul suo respiro. Non sapeva per quale motivo, ma adesso sentiva il chakra fluire dentro i suoi polmoni con molta più chiarezza di prima, frutto della intensa pratica. Inspirò, incanalò come era solito fare. Adesso gli riusciva più facile seguire il flusso di ossigeno nei suoi polmoni, adesso forse sarebbe riuscito a seguirlo e alimentarlo allo stesso tempo mentre usciva. Aveva capito cosa voleva dire il suo sensei quando gli aveva detto di spostare il fiato già pregno di chakra fuuton verso l'alto. Adesso capiva perché. L'aria veniva mandata verso l'alto e contemporaneamente riempita di chakra fuuton in modo che una volta espulsa essa fosse completamente piena di chakra elementale e allo stesso tempo avesse la propulsione necessaria che solo l'aria normale poteva ricevere dai polmoni. In realtà la cosa forse era molto più complessa di quanto lui pensasse. Ed era una combinazione di incanalamento di chakra nell'aria che iniziava dai polmoni e finiva nella bocca dove il chakra aumentava la velocità che già l'aria aveva e ne modificava le dimensioni prendendone il sopravvento. Soffiò via il chakra vedendo un blocco solido delle dimensioni di un senbon uscire dalle sue labbra e colpire la roccia davanti a lui. Supaku quasi esultò per la gioia, quasi perché il suo corpo rimase impassibile come sempre.
    Testardo come sempre eh? Almeno sembra che tu sia riuscito a capirne il funzionamento....andiamo, ora c'è la terza parte dell'addestramento... disse la voce del vecchio, che Supaku non aveva visto appoggiarsi alla porta scavata nella roccia. Muoviti... gli disse scomparendo dietro lo stipite. Supaku lo seguì senza dire una parola fino al suo solito posto al centro della caverna. Stava per sedersi quando il vecchio lo fermò con una mano. No, stavolta hai appreso bene il procedimento di immissione...è tempo che ti insegni una tecnica fuuton che coinvolga quel procedimento...adesso guarda attentamente questi due sigilli. disse il vecchio componendo due sigilli con lentezza. Erano piuttosto semplici, prima veniva il sigillo dela tigre, poi quello del cane. Devi imparare ad eseguirli rapidamente, così che non ti incarti quando dovrai farlo nella battaglia.
    Supaku era dubbioso. A cosa mi servono i sigilli, sensei, se posso lanciare direttamente il l'aria tramite il chrakra mescolato con il mio ossigeno?
    Non essere stupido, i sigilli servono per dare la forma e la quantità di chakra che sono necessari per il jutsu, oltretutto non basteranno solo quelli, ora lo vedrai...cominciamo prima con i sigilli.
    Supaku era molto rapido ad apprendere e imparare una rapida successione di due sigilli fu qualcosa di abbastanza immediato per lui. Ci impiegò solo un paio d'ore a padroneggiare completamente la cosa in modo da eseguirli alla perfezione anche ad una discreta rapidità. Adesso, sensei?
    Adesso esegui i sigilli mentre inspiri e incanali il chakra, vedrai come le cose cambieranno... disse il vecchio con un lieve sorriso sulle labbra. Supaku non era molto fiducioso ma sapeva che i sigilli erano fondamentali per un motivo quindi non ribatté. Inspirò con violenza e eseguì i sigilli. Improvvisamente sentì una violentissima carica di chakra fuuton nei suoi polmoni che si immetteva nell'ossigeno, ilchakra si mescolo con l'ossigeno e il ragazzo riuscì a gestirlo a malapena evitando di perderne il controllo e che questo riempisse i suoi polmoni di tanti piccoli tagli. Supaku si sentì gonfiare mentre il chakra rischiava di prendere il sopravvento e, preso dal panico sputò subito l'aria che, aveva assunto l'aspetto di una piccola sfera ed era sfrecciata rapida nell'aria fino a colpire una colonna. La sfera si sfaldò subito contro la roccia ma senza prima aver raschiato via un pò di polvere e detriti da essa. Vedi? I sigilli sono importanti per questo, determinano la quantità e la forma del jutsu...tu fai il lavoro con il chakra ma loro rendono le tue cose informi le vere armi letali...ora allenati fino a quando non sarai in grado di gestire la quantità di chakra che il jutsu richiede senza esplodere come un palloncino... disse il vecchio allontanandosi dall'arena. Quando riuscirai a tirare giù quella colonna...anche se penso ci vorrà un pò. disse sghignazzando mentre si allontanava.
    Supaku annuì senza dire nulla osservando la colonna davanti a lui con determinazione, pronto a distruggerla. Ci sarebbe riuscito. Inspirò e utilizzò i sigilli contemporaneamente. Il chakra arrivò di nuovo, come un fiume in piena, gli riusciva così difficile controllare quella tempesta impetuosa che cercava di entrargli nei polmoni, resistette all'impulso, cercò di uniformarlo e poi soffiò di nuovo, ma stavolta fu come se il soffio gli fosse morto in gola e non riuscisse a far fuoriuscire l'aria. Tossì con violenza e la sfera d'aria che uscì stavolta non era altro che una chiazza semi trasparente di chakra che si infranse con violenza ai suoi piedi sollevando schegge di roccia. Che diamine era successo? Aveva trattenuto troppo il fiato e aveva perso il controllo del getto. Maledizione. Doveva essere più concentrato. Concentrati, concentrati, ce la puoi fare...basta focalizzarsi... Si concentrò cercando di calmare i suoi polmoni. Inspirò di nuovo, compose i sigilli e il chakra tornò impetuoso dentro di lui come una tempesta impazzita. Supaku cercò di afferrarlo con forza di prenderne il controllo e sputò con violenza contro la colonna. La sfera uscì sfrecciando ma perse forma a metà strada frangendosi in mille schegge d'aria solida contro la colonna stessa. Non era stato abbastanza.
    Di nuovo! si disse inspirando e componendo i sigilli. Non si sarebbe arreso, non ora.
    Ci volle tutta la notte e forse anche tutto il giorno successivo per padroneggiare il fuuton dentro di lui. Supaku non si era allontanato dalla grotta neanche per dormire tanto era determinato a riuscirci e basava lo scorrere del tempo grazie al numero di pasti che il vecchio gli lasciava appoggiati su uno stalagmite caduto. Il chuunin passava così il suo tempo, inspirava, componeva i sigilli e rilasciava il getto d'aria che ad ogni tentativo, acquistava sempre più forza e vigore. La colonna che stava mirando era la solita ma ormai già ridotta male e innumerevoli volte scheggiata. Quando il giorno successivo riuscì a romperla a metà con una sfera quasi perfettamente formata.

    CITAZIONE
    Sfera d'aria quasi del tutto formata
    aria1

    Esultò con forza mentre la sua voce echeggiava nell'aria sola della caverna. Andò a svegliare il sensei per mostrargli i propri risultati.
    Bene, disse il vecchio osservando la colonna con sguardo critico. Adesso fai lo stesso con quella. indicò una colonna molto più grossa che distava circa venti metri da Supaku. Certamente sensei. disse il ragazzo avvicinandosi alla colonna.
    No! Non così in fretta....devi rimanere lì dove sei e buttarla già con un unico colpo... disse il vecchio con un sorriso malvagio sulle labbra.
    Supaku lo guardò leggermente sorpreso. Da qui, sensei? Da così lontano? Non so se ce la farò...
    Allora non hai davvero imparato questa tecnica. Ricorda, un solo colpo, venti passi di distanza...solo allora ti potrai ritenere capace di padroneggiare l'arte del fuuton ad inspirazione... dette queste parole il sensei si girò per andarsene.
    Aspetti! disse Supaku, odiava quando il sensei se ne andava era come se non credesse che ce la potesse fare. Posso farcela. disse Supaku con forza mentre osservava esitante lo spazio tra lui e la colonna. Davvero? poteva vedere lo sguardo del vecchio su di sè, poteva vederlo mentre assumeva quell'aria incredula che Supaku odiava tanto. Si, posso farlo....adesso.... disse senza distogliere gli occhi dalla colonna stessa.
    Poteva davvero farcela? Non lo sapeva. No, non era vero, lo sapeva. Lui poteva farcela, una parte di lui glielo stava urlando nella mente. Lui poteva farcela. Quanto avrebbe desiderato un refolo di vento tra i capelli a dargli forza non quell'aria così immobile intorno a lui. Poteva farcela. Doveva solo volerlo. Poteva farcela.
    Chiuse gli occhi. Sentì il chakra fluire dentro di lui, ormai era completamente esausto dopo la giornata, e gran parte del chakra che aveva lo aveva speso per tentare di abbattere l'altra colonna che in confronto a questa era un grissino. Poteva farcela. Doveva pensare positivo. Lui l'avrebbe abbattuta.
    Inspirò a fondo mentre componeva i sigilli. Sentì il chakra affluire potente dentro di lui, come tutte le volte lo prese con forza, cercando di domarlo di indirizzarlo dove voleva lui, cioè mescolandosi con l'ossigeno in parti uguali. Era come cercare di spostare una cascata. Supaku aggrottò le sopracciglia. Una cascata?.... Forse, forse aveva capito. Il paragone del chakra fuuton con la cascata sembrava troppo calzante, così provo a...all'improvviso capì cosa doveva fare. Deviò il corso del chakra nei suoi polmoni, lo mescolò con l'ossigeno dentro di lui in pochi secondi e poi....lo avvolse su se stesso. Lo girò come una spirale dentro di sè, era quello il trucco, per domare il chakra fuuton, non forzarne il corso ma deviarlo leggermente. Sputò l'aria dalle sue labbra con decisione. All'inizio fu un refolo unico, che uscì davanti a lui, poi questo si avvolse rapidamente su se stesso, girando e avanzando allo stesso tempo, alimentato da altra aria fuuton che Supaku continuava a rilasciare dalle sue labbra. La sfera si staccò subito dopo, avanzando come una cerchio perfetto davanti a Supaku che gemeva per la stanchezza e per il tributo di chakra che aveva pagato. Il chuunin però nonostante il dolore non distolse per un secondo gli occhi da essa. La sfera sfrecciò avanti divorando l'aria intorno a sè, ruotando e accogliendo nel suo percorso sempre più ossigeno ingrandendosi di dimensioni. Incontrò un piccolo stalattite sul percorso e lo frantumò sotto la sua furia di vento e aria. Poi si abbatté sulla grossa colonna. La grotta tremò leggermente mentre la sfera rimaneva bloccata dalla colonna stessa. Divorandola con la propria forza, facendo schizzare le schegge da ogni parte. Per un attimo sembrò che il duello tra la roccia e l'aria solida fosse in stallo. Beh, sembra che tu debba fare ancora un pò di pratica, ragazzino... disse il vecchio alle sue spalle. Supaku poteva sentirvi un tono di delusione in quelle parole. Poi un sonoro "crak" invase l'aria.
    La colonna si mosse leggermente e la sfera avanzò ancora. Un altro crak e schegge e detriti di roccia schizzarono da ogni parte. Un ultimo sonoro schianto e un pezzò di pilastro lungo quasi due metri schizzò lontano sbattendo contro altre rocce e procurando un gran caos. La sfera d'aria proseguì la sua corsa lasciandosi dietro la colonna abbattuta e distrutta prima di dissolversi dopo pochi metri.

    Fuuton Shinkuu Taigyoku - Sfera d'Aria Superiore
    Vacuum_Great_Sphere
    Villaggio: Tutti
    Livello B
    Tipo: Ninjutsu
    Dopo aver effettuato una rapida serie di sigilli si aspira dell'aria dalla bocca e poi la si emette tutta di colpo. L'aria, impastata col chakra, andrà a formare una sfera di vento dal diametro di cinquanta centimetri che si dirigerà verso l'avversario ad alta velocità. La tecnica raggiunge un massimo di venti metri e se colpisce causerà ferite medie da taglio. Il vero punto di forza, però, è la sua capacità di espandersi e aumentare il suo diametro. Infatti per ogni metro percorso la sfera si ingrandirà di cinquanta centimetri arrivando a un massimo di 5metri di diametro.
    Consumo: 8


    Supaku sorrise. Penso di esserci riuscito, sensei.





    CITAZIONE
    - Se sono molto difficili da trovare ecc ecc, mi sembra alquanto assurdo che la tua maestra ti mandi là solo segnandoti la destinazione sulla mappa.
    - Okay, sin dall'inizio leggendo l'introduzione avevo l'impressione che ti stessi "ispirando" a Kill bill (♥) e alla figura di Pai Mei, poi quando ho letto la descrizione di quell'uomo ne ho avuto l'assoluta certezza xD
    - "Iwani"? Suona bruttissimo. Magari è anche giusto, non ci ho mai pensato a loro, però non mi piace tanto come suona.
    - Non mi è piaciuta per niente quella piccola lezioncina sul Bakuton che apparentemente potrebbe non voler dire nulla ma al contempo in realtà vuol dire molto. Sai già delle bocche e dell'argilla esplosiva. Io avrei evitato. Anzi, ti dirò di più, quelle informazioni non potrai utilizzarle in futuro se non le apprendi "seriamente". Fai come se il tuo PG si sia dimenticato di quelle informazioni.
    - Non so se esiste proprio la benzina in Naruto.
    - Il colpo portato con il palmo più che colpirti al ventre ti avrebbe dovuto colpire ai polmoni, secondo me avrebbe avuto più senso.
    - Boh, potevi anche evitare di mettere sotto spoiler quelli che non sono propriamente dei Jutsu. Sarebbe bastata una semplice descrizione nella narrazione. A me, personalmente, non piace ma è una roba mia.
    - E' Chakra "elementale" non "elementare".
    - Se non è un Ninja Medico, difficilmente può conoscere qualche "trucchetto" (anche se comunque non dovrebbe conoscerlo) che potrebbe rimetterti in sesto i polmoni. Questa è roba d'alto livello tipo Kabuto con Hinata all'ultima fase del Torneo Chuunin. Arancio perché è un PNG.

    2437177-409738-pai_mei



    Per il resto nulla da dire, anzi, il post è abbastanza buono. Introduzione abbastanza lunga ma l'apprendimento vero e proprio non è da meno. In ogni caso quello che mi è piaciuto di più è stato tutto lo studio su come procedere per l'addestramento, tutte le fasi, le quantità, le spiegazioni e via discorrendo. Ecco, questo è un post d'addestramento, non l'altro che avevi fatto! Credito assegnato.


    Edited by Supaku - 6/1/2013, 15:03
     
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    Supaku riposava seduto su uno dei tetti più alti della città godendosi il tramonto mentre il sole scivolava dietro le mura di roccia di Suna.Sarà sempre così? pensò il ragazzo mentre la luce rossastra del sole gli bagnava il volto solcato da due lacrime di sangue. Tutto sarà uguale a ieri? Orma era molto tempo che il ragazzo ci pensava. Le cose stavano cominciando a diventare monotone. Missione, riposo, allenamento, combattimento, missione. Sto andando da qualche parte con tutto questo? si chiese il giovane chuunin albino mentre agitava le gambe sul baratro sotto di lui. I suoi occhi caddero sulle sue mani che erano appoggiate sul cornicione del tetto piatto. Sollevò la mano sinistra, la mano della spada. Era callosa e muscolosa eppure il palmo era liscio come la carta e duro come la roccia. La linea della vita non è poi così lunga... pensò il ragazzino osservando la linea del suo palmo. Si ricordava ancora della prima volta che sua nonna gliene aveva parlato. Lui aveva odiato sua nonna. Era stata una vecchia bisbetica e insofferente, una persona che non vedeva nulla di buono in lui perché era nato con i capelli bianchi a differenza dei suoi fratelli con i capelli castani e gli occhi neri, però in alcuni momenti era stata una buona persona. Supaku ricordava ancora la prima volta che gli aveva preso la mano per raccontargli delle tre linee che secondo alcuni antichi avrebbero segnato il destino di una persona. Questa è la linea della fortuna, questa dell'amore e questa della vita...più la linea e lunga e più il destino ti concederà... Supaku non aveva realizzato subito ma poi la sua mente si era schiarita la notte dello stesso giorno, mentre al buio nella sua stanza si osservava la mano in cerca di risposte dal destino. La linea dell'amore era incredibilmente lunga, arrivava quasi a toccare la base dell'indice, quella della fortuna era quasi normale, quella della vita...quella della vita si rompeva a metà palmo non congiungendosi mai con la base. Cosa significa? ancora ricordava il senso di panico che aveva avuto quella rivelazione dentro di lui. Sarebbe morto giovane? Il panico lo aveva preso per quei giorni mentre non sapeva cosa fare. Sua nonna aveva una linea molto lunga della vita, completa, perfetta, eppure era morta pochi anni dopo all'età di sessanta anni. Supaku sorrise mentre appoggiava la mano sul cornicione del tetto. La linea dell'amore non gli aveva ancora dato nulla, quella della fortuna era stata fin troppo menzognera, non vedeva perché quella della vita doveva rivelarsi veritiera.
    Sono rimasto solo....io e il mio vento... pensò mentre una folata di vento caldo del deserto gli spazzava il capelli bianchi sulla fronte. Osservò in lontananza sotto il sole che ormai tingeva ogni cosa di rosso. Una nuvola gialla si stava alzando dal deserto. Sta arrivando pensò con un misto di eccitazione e paura dentro di sè. Succedeva sempre così ultimamente quando vedeva arrivare una tempesta di sabbia. Dopo il suo allenamento con il Sunaarashi no Choro le tempeste di sabbia aveva cambiato prospettiva ai suoi occhi. Prima le vedeva come una massa di terra disordinata che veniva alzata dal vento per giocare un poco con esso. Sudicia, inutile e non degna di occupare lo spazio dell'etere che doveva esser riservato all'aria e basta, molto più nobile della sabbia stessa. Adesso però aveva cambiato aspetto. Il Sunaarashi gli aveva fatto cambiare idea. Non siamo certo partiti con il piede giusto...ma quell'uomo mi ha insegnato molte cose.. pensò il ragazzo mentre nella sua mente si affacciava il volto barbuto del vecchio eremita bisbetico. Chissà quale è stata la sua storia...non ha mai raccontato nulla di sè...la prossima volta che affronterò il deserto della morte glielo chiederò... La tempesta di sabbia si alzò nell'aria frangendosi contro le mura di roccia naturale dietro alle quali era sorto il villaggio di Suna. Tutto qui? Dai, lo so che puoi fare di meglio! disse Supaku alla tempesta dentro la sua mente. Quella infatti non si dette per vinta e continuò il suo assalto alle mura, colpo dopo colpo, gonfiandosi come un mare in piena mentre i primi riccioli di sabbia cominciavano già a superare l'ostacolo di roccia. Supaku aveva capito molte cose dopo il suo viaggio nel deserto della morte. La prima cosa era che la tempesta di sabbia non era disordinata nè sporca. Era la furia della tempesta fatta carne, era la violenza del vento sotto le spoglie della terra. Una volta capito questo, si cominciava ad amarla. Il mare di sabbia si sollevò con un unico balzo dalle mura, innalzandosi come una nuvola gialla sopra la città. Supaku sentì le ultime porte della città chiudersi mentre solo pochi ninja rimanevano sui tetti. I momenti in cui c'era una tempesta di sabbia erano quelli in cui la città era più vulnerabile in quanto pochi erano i ninja capaci di orientarsi in quel mare sabbioso. Supaku sollevò il coprinaso sul suo volto, pronto ad abbracciare quella donna irruenta e frenetica che gli stava venendo incontro.
    Forse mia nonna ha ragione....forse la linea dell'amore non è poi così menzognera...ho il vento ad amarmi come nessun altro...e quello è l'amore più grande che un uomo possa desiderare... pensò mentre si alzava in piedi e allargava le braccia in attesa.
    Supaku scorse un ninja poco lontano su un tetto, che si era nascosto dietro uno dei camini grossi in modo da vere riparo, osservarlo come se fosse pazzo.
    Tu non capisci nulla voleva dirgli il ragazzino ma si limitò a sorridere. La muraglia gialla incombeva sopra di lui. Ogni altra cosa aveva perso di significato.
    Vieni!...ti aspetto! urlò alle nuvole gialle che rombavano la loro rabbia contro di lui. Poi ogni cosa divenne furia e Supaku chiuse gli occhi abbandonandosi ad essa.


     
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    Tae non riusciva a credere a quello che le era successo, un semplice combattimento in arena si era rivelato un vero incubo. Si ritrovava a terra in ginocchio coprendosi il corpo ed i grandi seni con le braccia, il viso rosso paonazzo per l'imbarazzo e gli occhi lucidi. Teddy Nara, il folletto malefico, era riuscito ad intrappolare la genin della nebbia in una sinistra tecnica e l'aveva costretta, oltre ad un ridicolo balletto che avrebbe spinto un samurai al Seppuku, a spogliarsi per poi, sparire nel nulla. Lo ucciderò...giuro che lo troverò e lo ucciderò ! Ormai era ufficiale lo shinobi della foglia si era fatta una nemica mortale della quale non si sarebbe più liberato. Il suo obiettivo era chiaro ormai ma, come fare a trovarlo ? le uniche informazioni che la giovane aveva del ragazzino erano che proveniva dal villaggio di Konoha e che era in grado di utilizzare una strana tecnica che, in qualche modo, sfruttava la sua ombra e quella degli avversari. Se si fosse recata a Konoha, probabilmente sarebbe anche riuscita a trovarlo, in fondo era un tipo abbastanza irritante, probabilmente era conosciuto nel suo villaggio come il pervertito rompi palle; chissà quanti altri poveretti avevano avuto a che fare con lui...ma una volta trovato ? Tae non aveva prestato molta attenzione al combattimento del ninja contro il suo avversario albino, dato che anche lei era impegnata a duellare con il suo sfidante; non poteva, quindi, avere un quadro competo delle abilità e delle tecniche di Teddy. Scontrarsi con lui e venire sconfitta avrebbe potuto portare ad una conclusione peggiore della morte, considerando il fatto che aveva la libido di un quarantenne vergine e che poteva immobilizzarla. Tae doveva ritrovare la calma ed ottenere informazioni sul suo bersaglio ma, per prima cosa, era il caso di rivestirsi.
    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
    HengeNoJutsuTecnicadellaTrasformazione
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su. Eventuali armi possedute dal soggetto saranno utilizzabili solo se non camuffate tramite questa tecnica. Questa è considerata la tecnica di livello E più difficile da apprendere, difatti solo un Genin molto abile sarà capace di replicare alla perfezione l'aspetto di qualcuno mentre inizialmente sarà possibile ad un occhio attento notare diverse imperfezioni.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1 (A Turno)

    Dopo una velocissima serie di sigilli, Tae fece materializzare una felpa in modo da coprire la sue grazie. Devo parlare con quel chunnin... pensava mentre guardava Supaku che, di spalle, si avviava all'uscita. In effetti Supaku aveva dato l'impressione di conoscere Teddy: erano entrati insieme in arena e si scambiavano battutite, lo shinobi di konoha aveva espressamente "chiesto" a Tae di combattere co Supaku...che fossero rivali ? in questo caso il chunnin di Suna avrebbe dovuto avere informazioni e Tae le avrebbe ottenute. vrebbe potuto chiedere informazioni anche al piccoletto dai capelli rossi ma, era un genin ed il rapporto tra lui e Teddy sembrava molto meno profondo di quello che il perverito aveva con Supaku.
    Hey chunnin ! disse con voce potente cercando di attirare l'attenzione dello shinobi di Suna, devo farti delle domande...devo sapere tutto quello che sai su quello sgorbietto della foglia...puoi aiutarmi ? c'è un posto tranquillo dove possiamo parlare ?
    Tae chiese aiuto al ragazzo ma, lo fece controvoglia. Quel tipo era responsabile di un crimine imperdonabile: aveva rovinato per sempre una delle felpe preferite da Tae, chiedere aiuto le costò molta fatica.

    Stato
    ChakraFisicoMentale
    51ferite md spalla sx e schienaConcentrata
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai x10//
    Shuriken a Tre Punte x30//
    Cartabomba x5//
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    Indossato
    SlotOggettoDescrizione
    Fodero MinoreSasetsukon [Minene]Sul Fianco Sinistro
    Arma Leggera////
    Fodero////
    Fodero////
    Tasca Supplementare////
    Altro////
    Gilet Kiri
    Armi da LancioAccessori
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    ////
    Note//

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    narrato, pensato, Parlato Supaku,Parlato Reiko, Parlato altri, Parlato Tae



    Supaku si stava avviando fuori dall'arena dopo lo spettacolo imbarazzante al quale il piccolo ragazzo della foglia lo aveva costretto a prestarsi. Non era stata una bella arena quella, decisamente, anzi forse Supaku poteva ricordarla come una sconfitta colossale e lui di sconfitte ne aveva subite. Nel frattempo però si stava dirigendo verso l'infermeria dell'arena, le poche ferite che aveva ricevuto avevano bisogno di medicamenti altrimenti sarebbero solo peggiorate. Nel mentre che si apprestava ad entrare nella zona asettica piena di brandine pulite e stava per chiedere al ninja medico di turno il suo supporto, una voce lo raggiunse alle spalle.
    Hey Chuunin ! disse una voce femminile che aveva già sentito prima, il ragazzo si girò solo per vedere la sua ex avversaria dagli occhi dorati farglisi avanti. devo farti delle domande....devo sapere tutto quello che sai sul quello sgorbietto della foglia...puoi aiutarmi? c'è un posto tranquillo dove possiamo parlare? Supaku spalancò leggermente gli occhi dalla sorpresa. La ragazza della Nebbia non gli aveva fatto nessuna impressione durante il combattimento se non per la sua incredibile capacità nel maneggiare quello strano bastone a tre pezzi. Gran parte del suo combattimento era stato tenuto occupato da Teddy e dal suo compagno. Nonostante tutto aveva visto che Tae era stata molto abile nell'arena, per quel poco che era durata, ed era riuscita pura a mettere in difficoltà il suo compagno, intrappolandolo con quello strano getto appiccicoso che aveva visto utilizzare anche da Travis Fuuma.
    Tae! disse il ragazzo assumendo un atteggiamento amichevole. Supaku osservò meglio la ragazza. Ma la sua felpa non era stata rovinata dal mio jutsu fuuton? Adesso è intatta... di colpo gli venne in mente che nn solo lui le aveva rovinato la felpa con il jutsu fuuton ma che Teddy stesso l'aveva costretto a strapparsela di dosso per mettere in mostra i suoi seni prosperosi davanti a tutti mentre ballavano quel ridicolo balletto. Supaku poteva immaginare quando doveva essere stato umiliante per la ragazza non solo eseguire il balletto ma anche presentarsi così a lui, subito dopo quella scena. Il ragazzo cercò di contenere il rossore che si stava diffondendo sul suo volto al ricordo del corpo nudo della ragazza. Vuoi informazioni su Teddy? Sarei felicissimo di dartele...dopo quello che ci ha fatto...non merita altro che prenderle...ho scoperto molto su questa ultima arena...ma prima, se vuoi, possiamo farci curare dai ninja medici...tu non eri ferita? Prima curiamoci...poi se vuoi possiamo anche mangiare qualcosa...ho scoperto che si discute meglio a stomaco pieno... In realtà Supaku non era del tutto insensibile al fascio esotico della ragazza e, nonostante tutto, voleva conoscerla meglio, oltretutto era curioso di sapere di più sulle sue strane caratteristiche fisiche. Non gli era infatti sfuggito che oltre agli occhi dorati, ella aveva anche una dentatura che non era molto naturale. Così il chuunin indicò con una mano l'infermeria davanti a lei, concedendo alla ragazza di precederlo.







     
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