Missione Takumi Ehime & Supaku Handoru

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    Missione a Servizio di: Kiri
    Esecutore della Missione: Takumi Ehime & Supaku Handoru
    Punto di partenza: Cancello Nord di Kirigakure no Sato
    Appuntamento alle Ore: 10.00

    Ultimamente l'isola neutra di nome Yuge ha drasticamente ridotto le trattative con Kirigakure. Da pochi anni dove li rifornavamo di quasi ogni cosa siamo passati ad un decimo del fatturato; saremmo interessati a scoprirne il perché e dunque se hanno trattative aperte con terzi.
    Buona Lavoro



    Inizia Takumi
     
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    Takumi Ehime
    Lv: Chuunin

    Parlato
    Pensato
    Parlato Sanbi


    Pensare. Ultimamente quella era l'azione che più si confaceva al giovane Kiriano neo chuunin, era un mese circa che pensava. Pensava alla finale chuunin e alla spada che non era riuscito a meritare nonostante i suoi sforzi. Pensava al ragazzo che quella spada gliel'aveva sottratta, a parere di Takumi, con merito. Pensava alla conversazione avuta con quest'ultimo sulla natura della fiducia e sul punto d'onore che avevano stabilito. Takumi e Supaku forse non condividevano un amicizia che si potesse definire classica, ma di certo fra i due si era instaurato un bel legame, uno di quelli particolari e, si spera, duraturi. Del resto Takumi non avrebbe mai affidato il suo segreto a qualcuno di cui non si fidasse.
    TOC TOC
    Il meditare assorto di Takumi venne drasticamente interrotto da qualcuno che bussava alla porta del kiriano, il quale aprì prima un occhio per esaminare la situazione, poi andò ad aprire la porta trovandosi di fronte uno shinobi che impugnava una missiva arrotolata in carta di papiro e chiusa con la cera blu sulla quale vi era impresso il marchio del Mizukage.
    Takumi Ehime?
    Si, sono io!
    Con freddezza innaturale lo shinobi gli porse la pergamena e poi sparì in una nube. Takumi già sapeva cos'era.
    "Finalmente la missione che mi era stata assegnata e per cui avevo fatto richiesta è stata convalidata, sono proprio curioso di sapere chi sarà il mio compagno di missione"
    Takumi srotolò la pergamena dopo aver rotto il sigillo che la chiudeva e la lesse con cura.
    CITAZIONE
    Missione a Servizio di: Kiri
    Esecutore della Missione: Takumi Ehime & Supaku Handoru
    Punto di partenza: Cancello Nord di Kirigakure no Sato
    Appuntamento alle Ore: 10.00

    Ultimamente l'isola neutra di nome Yuge ha drasticamente ridotto le trattative con Kirigakure. Da pochi anni dove li rifornavamo di quasi ogni cosa siamo passati ad un decimo del fatturato; saremmo interessati a scoprirne il perché e dunque se hanno trattative aperte con terzi.
    Buona Lavoro

    Takumi prima rimase piacevolmente sorpreso dal fatto che la missione fosse di tipo "casareccio" svolgendosi a Kiri, ma la sorpresa più grande e il piacere maggiore lo ebbe dal nome del compagno di missione, lo stesso Supaku con cui aveva già condiviso più di un'avventura nella sua carriera di shinobi.
    "Non potevo chiedere di meglio, avevo sempre sperato incontrare Supaku come compagno di missione. Le abilità di un ninja non si palesano solo in combattimento e così finalmente avrò anche modo di esaminare le sue intuizioni, anche se sono sicuro non deluderà le aspettative"
    Piacevolmente sorpreso quindi Takumi andò a letto e il giorno dopo si svegliò di prima mattina. Colazione alle 6, una corsa mattutina per riscaldare i muscoli fino alle 7 e mezza e poi un bel tuffo nel laghetto vicino casa, la cui limpida acqua sciacquò via il sudore dalla pelle di Takumi ritemprandolo. Il ragazzo nuotò nei fondali dell'acqua a oltre cinque metri dal pelo superiore, e muovendo le mani nuotando in un perfetto stile riuscì velocemente a raggiungere la grotta che collegava al suo sotterraneo. attraversata tutta la zona ricoperta dall'acqua Takumi si alzò respirando finalmente a pieni polmoni dopo un apnea necessaria di quasi quattro minuti, quindi entrato nel soterraneo/grotta aprì il baule al centro della stanza e fissò uno dei manufatti in esso contenuto, il coprifronte del padre. Lo strinse fra le mani e dopo una nota mentale disse ad alta voce.
    Papà, con la tua forza non posso fallire!
    Ripercorsa la stessa strada a ritroso Takumi uscì finalmente dal laghetto e cominciò a prepararsi entrando nella palafitta più rialzata che fungeva da sua camera da letto e aprendo l'armadio nel cui doppio fondo si nascondeva il suo armamentario ninja.
    Una volta pronto estrasse la spada dal fodero e la guardò.
    "Non sarà l'omoikarui ma rimane un ottima Katana, la mia katana"
    La reinserì nel fodero sito nella parte bassa della schiena e si diresse al cancello Nord di Kiri, dove arrivò alle 9-55 precise, appoggiò quindi le spalle al muro della porta e aspettò che il suo amico Supaku la valicasse, pronto ad iniziare una nuova avventura, la prima C di Takumi.

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    Supaku era steso sul materasso a terra nel suo monolocale. L'odore di muffa e l'umidità lo opprimeva come un mantello pesante e gli imperlava la fronte e il corpo di goccioline di sudore. Devo fare qualcosa. pensava il ragazzo mentre con gli occhi seguiva le crepe sul soffitto della sua stanza.
    Devo assolutamente fare qualcosa. Aveva una inquietudine dentro di sè, una frenesia inspiegabile che gli diceva di muoversi, di fare qualcosa, qualsiasi cosa pur di non rimanere ancora una altro secondo lì a fissare il soffitto. Il problema è che non ho nulla da fare. e questa era la cosa peggiore di tutte.
    Da un mese ormai era finito l'esame chuunin e, dopo l'iniziale eccitazione dovuta alla sua vittoria, la gente di Suna aveva cominciato a trattarlo come roba vecchia e il ragazzo era piombato di nuovo nell'anonimato così come ne era uscito grazie all'omoikarui. Adesso aspettava il ritorno della sua sensei, l'affidamento di una missione o qualcosa di nuovo prima di morire di noia. Aveva provato più volte a cercare un degno sfidante nell'arena di Suna, ma nessuno si era fatto vivo e la situazione stava diventando frustrante. Aveva passato più di cinque giorni seduto nell'arena in attesa, ma sembrava che nessuno avesse molta voglia di affrontarlo. Che la mia fama di vincitore dell'esame chuunin mi abbia reso un avversario troppo ostico da affrontare? Spero proprio di no. pensava mentre si alzava dal letto per guardare la katana appesa alla parete con il manico bianco che risplendeva al buio. L'ho conquistata, contro un avversario forse più meritevole di me. pensava mentre con gli occhi percorreva il profilo del fodero nero. Takumi Ehime. il nome echeggiò nella sua mente e scatenò una serie di onde e reazioni a catena che, Supaku sapeva, erano dovute tutte al loro ultimo incontro in casa sua.
    Il ragazzo dai capelli bianchi non sapeva ancora come definire la relazione con il Kiriano se non come qualcosa di più di una semplice conoscenza. Forse un'amicizia se le cose si sarebbero messe bene. Ma Supaku era ancora diviso tra i suoi nuovi amici Jinchuriki e la proposta di Travis Fumma di far parte di una organizzazione di Mukenin. Da una parte non voleva abbandonare i nuovi affetti che aveva appena conquistato, dall'altra però non voleva neanche rinunciare all'opportunità di diventare più forte, di perseguire la sua vendetta. Cinque nomi e ancora nessuno è stato spuntato. è ancora troppo presto. Ormai era da più di un mese che si ripeteva quella frase nella sua mente. <troppo dannatamente presto. Aveva visto quello di cui Isao era stato capace e lui non era neanche all'altezza di allacciare i sandali a quel mukenin.
    Maledizione! scattò in avanti, alzandosi e afferrando la lama appesa al muro. L'omoikarui sibilò fuori dal fodero come un serpente letale. Neanche con te al mio fianco sono ancora all'altezza e non ti ho ancora mai usata. Il chuunin fremeva della possibilità di poter utilizzare la nuova arma in battaglia, ma ancora nessuno si era fatto avanti. Maledizione, maledizione, maledizio..
    Qualcuno bussò alla porta. Supaku rinfoderò la lama con rapidità fulminea, ma non lasciò la presa sul fodero laccato. Si avvicinò guardingo alla porta, pronto a tutto. Ormai la sua abitazione era divenuta nota a fin troppa gente e non sapeva più chi aspettarsi all'uscio di quello scantinato che era casa sua.
    La luce del sole di Suna invase casa sua, abbagliandolo per un momento prima che riuscisse a realizzare che davanti all'uscio non c'era nessuno. Fece per chiudere di nuovo, ma poi si accorse di un rotolo appoggiato allo zerbino di casa. Lo afferrò incuriosito. Recava il sigillo del villaggio, quindi era una missiva del kazegake solo per lui. Interessante. Lo srotolò. Il messaggio diceva di recarsi alle porte di Kiri per una missione con cui avrebbe fatto coppia con....Non poteva essere. Takumi Ehime. Ci rincontriamo così presto, ragazzo dagli occhi magenta? Si disse mentre con un sorriso richiudeva la porta dietro di sè e correva a prepararsi. Aveva sette giorni per arrivare all'appuntamento, erano appena sufficienti. Si chiese se avrebbe dovuto utilizzare il contratto con i volatili che aveva appena guadagnato poche settimane fa in un addestramento con un ninja di Konoha. Decise che avrebbe risparmiato il chakra fin che poteva. Si preparò di tutto punto, indossò quasi tutto il suo equipaggiamento, lasciandosi dietro solo la wakizashi che riteneva ingombrante, visto che aveva già l'omoikarui e i kunai come armi da offesa nel corpo a corpo. La spada corta stava cominciando a diventare un fardello sia perché doveva portarla alla vita insieme alla katana bianca, sia perché sapeva che molto probabilmente non l'avrebbe utilizzata in battaglia.
    Una volta equipaggiato, uscì rapido di casa e si avviò verso le porte della città. Non aveva tempo da perdere. Era appena passato mezzogiorno e lui aveva solo sette giorni per presentarsi e sapeva già che sarebbe arrivato in ritardo visto che Takumi era di Kiri. Il viaggio nel deserto fu il più faticoso, come sempre. Non c'erano alberi che velocizzassero la corsa e Supaku, nonostante fosse ormai un abitante del deserto, inciampava ogni tanto nelle dune di sabbia. Fortunamente non si scatenò nessuna tempesta di sabbia e questo gli permise di muoversi abbastanza spedito. Il cielo era limpido e il sole picchiava forte, ma lui era al settimo cielo perché finalmente poteva fare qualcosa! Arrivo quasi alla fine del deserto che la sera stava calando. Decise di accamparsi per la notte e di aspettare il giorno prima di rimettersi in cammino. Naturalmente non trovò nulla di utile dentro a cui ripararsi e decise di stendersi dietro una duna in modo da avere almeno un pò di riparo dal vento. Stupidamente non si era attrezzato per la traversata nel deserto, preso dalla eccitazione di poter fare finalmente qualcosa. Così fu costretto a dormire all'addiaccio e senza cena. Terribile per qualcuno che, come lui, non aveva passato l'intera infanzia in quello stato. Represse i morsi della fame con decisione e prese sonno rapidamente. Il giorno dopo si rimise di nuovo in marcia e riuscì ad arrivare a Tani per le undici. Si fermò per mangiare qualcosa prima di svenire dalla fame. Decise di fare un pasto completo, in modo da essere sicuro che, se avesse dormito di nuovo fuori, lo avrebbe fatto con ancora qualche energia. Mangiò a dismisura, tempura, ramen, sushi e riso in quantità. Quando ebbe finito erano quasi le una e lui decise di riposarsi prima di riprendere il viaggio, in modo da dare il tempo al corpo di digerire. Per le due era di nuovo in viaggio. Stavolta si viaggiava nella foresta del Paese del Fuoco, era sempre un piacere saltare da un albero all'altro, viaggiare tra le fronde della foresta come uno scoiattolo. Il tempo si accorciò notevolmente visto che procedeva un pò più rapidamente che a terra. Sfortunatamente non riuscì ad arrivare a Konoha e fu costretto di nuovo a fermarsi per la notte. Stavolta ebbe la fortuna di trovare un piccolo villaggio dove riposare e mangiare. Arrivò a Konoha il giorno dopo verso mezzogiorno. Pranzò e si informò sui traghetti che portavano a Kiri. C'erano tre città che avevano traghetti che partivano per il paese della pioggia. Tsubaki, Nami e Mori. Tsubaki e Mori erano fin troppo lontane e lui sarebbe stato costretto a fare una deviazione più lunga del normale. Nami era più vicina, ma era un'isola, questo significava che avrebbe dovuto trovarsi una barca con cui arrivarci. Decise di prendere per Nami. Tirò dritto da Konoha nella direzione che il ristoratore gli aveva indicato, corse nella foresta come un ossesso, solo per arrivare a tarda notte ad un villaggio sperduto nella foresta. Questo era più misero e fu costretto ad accontentarsi di un letto sfondato con delle pulci. Era troppo stanco per lamentarsi e, una volta toccato il materasso, crollò subito. Al mattino riprese a correre e arrivò ad un altro villaggio che dava sul mare. Stava per utilizzare la kuchiyose no jutsu per evocare un volatile che lo avrebbe aiutato nella traversata, ma si fermò quando vide un pescatore che stava per ammarare il suo peschereccio. Fu un attimo e riuscì a ricavarsi un posto fino a Nami per qualche Ryo. Fu a Nami per la sera e dormì in un piccolo albergo confortevole dopo aver fatto una grande scorpacciata di tempura che sembrava essere la specialità del luogo. Il giorno dopo, molto preso, si imbarcò per Kiri. Il viaggio avrebbe richiesto un paio di giorni di navigazione questo significava che sarebbe arrivato proprio il giorno stesso in cui Takumi lo avrebbe aspettato alle porte di Kiri. Durante la traversata, decise di allenarsi e mettersi in forma il più possibile, ripassò le tecniche che già conosceva, sopratutto le nuove e stirò i muscoli per renderli il più possibile caldi. Non aveva ancora ragionato sul tipo di missione che li attendeva, ma confidava in un piano di Takumi. Arrivò a Kiri proprio in orario, il suo traghetto sbarcava alle nove e cinquanta e lui fu subito a terra, pronto per correre verso il cancello Nord. Perse un pò di tempo ad ammirare la città che non aveva mai visto. Era molto bella, ma il suo tempo era agli sgoccioli. Decise di passare del tempo in città a missione finita.
    Arrivò al cancello con un quarto d'ora di ritardo e fu rapido a individuare Takumi, appoggiato alla porta. Sembrava in attesa. Supaku si presentò un pò in affanno, e con un lieve languore in corpo, visto che non aveva fatto colazione, ma aveva sgraffignato qualche galletta sul traghetto e le aveva mangiate durante il tragitto verso la porta. Sarebbero dovute bastare.
    Takumi! A quanto pare siamo insieme in missione! disse un attimo dopo aver ripreso fiato.


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    Takumi Ehime
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    Parlato
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    Un quarto d'ora dopo l'orario di appuntamento Takumi vide Supaku spuntare all'orizzonte correndo. Si fermò solo una volta raggiunto il Kiriano che rimase immobile mentre l'amico riprendeva fiato.
    Guarda un pò che coincidenza eheh
    Sorrise Takumi, finalmente avrebbe avuto modo di conoscere Supaku anche fuori dalla battaglia.
    Ci avrai messo molto ad arrivare, Suna non è esattamente dietro l'angolo. Spero non ti sia stancato troppo, seguimi, conosco un posto dove potrai prendere fiato e se vuoi mettere qualcosa sotto i denti.
    Per la prima volta dall'arrivo di Supaku, Takumi alzò la schiena dal muro al quale era appoggiato e cominciò a farsi strada nel flusso di persone e carri merci che arrivavano dalla porta Nord.
    I due shinobi camminarono dritti fino al raggiungimento di una locanda, a quel punto Takumi mise le mani in tasca con un sorriso.
    Ti presento la bettola di Kama!
    La bettola di Kama era un piccolo chiosco che sull'ingresso aveva una rampa di scalinate che portava a circa 5 metri al di sotto della strada, li si apriva una struttura rettangolare divisa a 2/3 da un muro che separava lo sgabuzzino dalla vera e propria taverna. Prima del muro divisorio vi era un bancone e di fronte a questo, oltre le sedie, si manifestava un ampio spazio dove si trovavano tavolini e poltroncine fissate al muro. Takumi si spaparansò su una di quelle e tirò un sospiro di rilassamento. Neanche un minuto dopo arrivò Ichigo.
    Hei Takumi, era da un pò che non ti facevi vedere!
    Ho avuto da fare!
    Ho sentito, sei arrivato alla finale Chuunin, peccato che un cretino alla fine ti abbia battuto, sono sicuro che lo meritavi più tu di lui. Ma vedo che sei in compagnia, perchè non mi presenti?
    Rispose Ichigo con aria convinta mentre puliva un bicchiere con una pezza. Takumi strizzò gli occhi e si lasciò andare in un sorriso, mentre con la mano indicava Supaku.
    Ichigo, ti presento Supaku Handoru.....il vincitore dell'esame chuunin eheh
    Ichigo sbiancò improvvisamente guardando Supaku, mentre una gocciolina di sudore gli scendeva dalla tempia, quindi come solo un buon barista sa fare, cambiò subito discorso con scioltezza.
    Allora, cosa vi porto?
    Portaci due latte di mandorla freschi e un paio di bocche di coccodrillo come solo tu le sai fare, però più piccole del solito, dobbiamo mantenerci leggeri, siamo in missione.
    Ichigo si congedò e tornò al suo posto allontanandosi rapidamente.
    Fidati della mia scelta, il latte di mandorla e le bocche di coccodrillo solo la specialità della locanda. Sono cibi che vengono direttamente dalla città d'origine del proprietario mio amico. E non badare a Ichigo, è fatto così, sono sicuro che non voleva offenderti, ma semplicemente consolarmi.
    Poco dopo arrivarono al tavolo due bicchieroni di un liquido bianco come il latte, ma più acquoso, e due piatti con le bocche di coccodrillo. A discapito del nome stravagante nel piatto vi era solo un dolce fatto di biscotto caramellato ripieno di panna e cioccolato.
    Il nome deriva dalla forma del biscotto, non ti ricorda un pò il muso di un coccodrillo?
    Sorrise Takumi immettendo subito il primo boccone fra le labbra. Le bocche di coccodrillo erano sempre una leccornia. Dopo il primo boccone Takumi fece un sorso dal suo bicchiere dolce e poi parlò.
    Bando alle ciance, hai letto la missione? Tu cosa ne pensi?
    Ovviamente Takumi aveva già le idee chiare sulle supposizioni, vivendo lui a Kiri conosceva bene il luogo e di certo poteva supporre più di Supaku, ma se c'era una cosa di cui Takumi era a conoscenza era il prezioso valore di ascoltare più pareri.

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    Ci avrai messo molto ad arrivare, Suna non è esattamente dietro l'angolo. Spero non ti sia stancato troppo, seguimi, conosco un posto dove potrai prendere fiato e se vuoi mettere qualcosa sotto i denti. disse Takumi sorridendogli. Supaku gli sorrise di rimando, sperando che questa missione avrebbe avvicinato i due. Era ansioso di conoscere meglio Takumi, dopo la loro conversata a casa sua, era rimasto affascinato dal personaggio dagli occhi color magenta.
    Il Kiriano si alzò, staccando le spalle dal muro e incamminandosi dentro Kiri. Supaku lo seguì, con ancora un lieve affanno ma abbastanza affamato da mangiare qualsiasi cosa. Le gallette che aveva sgraffignato non gli avevano fatto nulla e il suo stomaco brontolava affamato.
    Takumi lo portò davanti ad una locanda e, subito dopo essersi girato con un sorriso sulle labbra e le mani in tasca gli disse. Ti presento la bettola di Kama!
    Il posto era caratteristico, e a Supaku piacque molto. Era diverso dalle classiche locande che di solito c'erano nelle grandi città. Puntava molto sull'aspetto estetico. Il kiriano lo guidò verso delle poltroncine dove entrambi si sedettero.
    Un attimo dopo arrivò un uomo non molto anziano, anzi, Supaku avrebbe scommesso che poteva avere intorno ai trenta anni.
    Hei Takumi, era da un pò che non ti facevi vedere!
    Ho avuto da fare!
    Si vedeva benissimo che i due si conoscevano da tempo, dalla familiarita con cui si parlavano. Chissà chi è questo giovane uomo che Takumi conosce e che gestisce questa locanda così particolare. pensava il ragazzo dai capelli bianchi con curiosità.
    Ho sentito, sei arrivato alla finale Chuunin, peccato che un cretino alla fine ti abbia battuto, sono sicuro che lo meritavi più tu di lui. Ma vedo che sei in compagnia, perchè non mi presenti?
    A quelle parole Supaku si sentì colpito sul vivo, ma non disse nulla, assumendo un atteggiamento lievemente contrito. Anche lui aveva sospettato di non essere all'altezza per molto tempo, fino a quando Takumi lo aveva rassicurato che si meritava l'omokarui tanto quanto lui.
    Takumi sorrise e indicò con una mano il Suniano.
    Ichigo, ti presento Supaku Handoru.....il vincitore dell'esame chuunin eheh a quelle parole anche a Supaku venne voglia di ridere.
    Piacere di conoscerti Ichigo. Sono il cretino che ha battuto Takumi. disse all'uomo con un sorriso e una strizzata d'occhio.
    Allora, cosa vi porto? disse Ichigo cambiando argomento repentinamente.
    Portaci due latte di mandorla freschi e un paio di bocche di coccodrillo come solo tu le sai fare, però più piccole del solito, dobbiamo mantenerci leggeri, siamo in missione. disse Takumi. Quella ordinazione lasciò Supaku leggermente colto alla sprovvista. Non aveva mai sentito parlare di latte alla mandorla o di bocche di coccodrillo! Dove lo aveva portato il Kiriano??
    Dopo che Ichigo se ne andò, Takumi doveva aver letto la perplessità sul suo viso e cercò di rassicurarlo.
    Fidati della mia scelta, il latte di mandorla e le bocche di coccodrillo solo la specialità della locanda. Sono cibi che vengono direttamente dalla città d'origine del proprietario mio amico. E non badare a Ichigo, è fatto così, sono sicuro che non voleva offenderti, ma semplicemente consolarmi.
    Non mi sono offeso, tutt'altro. Aver vinto l'esame non mi rende il migliore e, avere qualcuno che me lo ricorda ogni tanto è sempre bene. disse Supaku. Ultimamente era giunto alla conclusione che era meglio non farsi troppi problemi, aveva vinto l'esame era vero, ma Takumi avrebbe potuto stenderlo quante volte voleva in un'altro combattimento. Doveva impegnarsi davvero sodo se voleva diventare il migliore. Vincere l'esame era solo un piccolo premio per i suoi sforzi, ma non poteva riposarsi sugli allori.
    Piuttosto, cosa sono il latte di mandorla e le bocche di coccodrillo? chiese incuriosito.
    Un attimo prima che Takumi potesse rispondere, Ichigo arrivò con le pietanze.
    Il nome deriva dalla forma del biscotto, non ti ricorda un pò il muso di un coccodrillo? in effetti i biscotti ricordavano molto il muso del rettile.
    Supaku ne assaggiò un morso e, nonostante la forma, era squisito. Anche il latte di mandorla era davvero buono. Questo posto sarà la mia fermata fissa ogni volta che verrò a Kiri. pensò mentre si divorava il biscotto.
    Bando alle ciance, hai letto la missione? Tu cosa ne pensi?
    Per la verità ero fiducioso in un tuo piano. Confido molto nella tua intelligenza. Avevo abbozzato una mia idea della situazione mentre venivo qui però. Yuge era una terra libera dal domino di Kiri, il fatto che commerciasse con il paese dell'Acqua liberamente significa che, in qualche modo, Kiri era riuscita a legare a se quella terra. Da qui le relative preoccupazioni del villaggio della Nebbia riguardo all'improvvisa mancanza di rifornimenti.
    Molto probabilmente il tuo villaggio è preoccupato per il cessarsi di rapporti commerciali con Yuge e sta pensando che, forse, quest'ultima abbia deciso di iniziarne di nuovi con il paese del fulmine. Questa sarebbe stata una valida ipotesi se non fosse per il fatto che Yuge sembra aver cessato di colpo di rapporti senza comunicare nulla a Kiri, oltrettutto a questo va aggiunto che i Kage stanno mandando due chuuni a occuparsi della faccenda. Supaku prese un attimo di respiro mentre trangugiava gli ultimi pezzi del biscotto.
    Secondo me è più probabile che ci sia qualcosa di losco sotto, in ogni caso, dovremmo agire con prudenza e non farci vedere più di tanto, fino a quando non avremmo chiara la situazione, tu come pensi di agire?


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    Quando il discorso della missione entrò nel vivo un velo di serietà cadde sui due shinobi che cominciarono a riflettere, e mentre Supaku esponeva la sua Takumi ascoltava attentamente, anche se da fuori sembrava avere un aria distratta. Appena il compagno finì le sue affermazioni Takumi allargò un braccio poggiandolo sul lungo schienale della poltrona, mentre l'altra mano venne portata con il pollice davanti alla bocca, e mentre si mordeva l'unghia Takumi si isolò con lo sguardo magenta che diventava vitreo, perso nel vuoto dei pensieri.
    Non sono mai stato un gran patito di politica di commerci, ma prima della missione mi sono informato. Una rescissione dei rapporti commerciali di Yuge doveva essere prevenuta, per regolamento scritto in un trattato fra i due paesi, almeno con 5 mesi di anticipo per dare all'altra un cuscino di protezione e cominciare a muoversi verso fonte altre. Ovviamente questo in periodi di pace, in caso di guerra salterebbe tutto. Il ritorno del paese del fulmine può essere una golosità per Yuge che si troverebbe in una posizione intermediaria fra i due paesi, ma come tu stesso hai detto è una cosa che escluderei visto il coinvolgimento di shinobi in missioni segrete e il mancato comunicato di Yuge. Se siamo qui vuol dire che qualcuno ha fiutato qualcosa nell'arria. Magari commerci illegali.
    Ormai Takumi era partito come un vero trip formulando ipotesi nella sua mente e scartandole in maniera aprioristica, o semplicemente mettendole da parte per mancanza di fatti, di prove, ed erano proprio quelli che i due shinobi avrebbero dovuto reperire. Takumi congiunse i polpastrelli delle mani davanti agli occhi.
    Ci servono maggiori informazioni, dati, tabulati commerciali, dobbiamo individuare quali settori commerciali hanno fatto colare a picco il fatturato. Pesce, frutta, cereali, carne. Potrebbero esserci industrie illegali di pesca o bracconaggio che tolgono le fonti di commercio, o come abbiamo ipotizzato qualcuno stà facendo pressione sui commercianti per spostare le rotte commerciali altrove.
    Takumi finì in un paio di morsi la sua bocca di coccodrillo e il suo latte di mandorla in pochi e successivi sorsi rinfrescanti, poi si rivolse nuovamente a Supaku.
    Qualcuno di noi deve controllare i tabulati nell'archivio dati. Sono sicuro che con la missiva del kage ci faranno passare. L'altro deve approfittare del tempo della ricerca per reperire informazioni con i mercanti al porto. Io consiglierei spassionatamente di mandare me dai commercianti. Essendo del luogo sarò preso con più fiducia di un suniano e saprò muovermi meglio.
    Takumi fece un sospiro e poi fece un sorriso di circostanza.
    Mi dispiace, ma se vogliamo ottimizzare tempi e risultati mi sa che il lato burocratico del lavoro almeno all'inizio toccherà a te. Sempre se sei daccordo.

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    Le parole di Takumi avevano molto senso, si notava subito la differenza tra i due. Takumi aveva pensato molto più a fondo la situazione e le sue capacità di analisi erano superiori a quelle di Supaku.
    Non ho nessun problema a prendermi cura del lato burocratico. Dimmi dove andare e svolgerò la missione. disse con fermezza, guardando Takumi negli occhi magenta.
    Penso che i registri del porto e gli archivi si troveranno in uno degli uffici burocratici del Daimyo. Inizierò a cercare da lì. disse con decisione.
    Hai suggerimenti? chiese un attimo prima di alzarsi dalla poltrona.Io avrei intenzione di iniziare subito questa missione. è bello chiaccherare con te davanti ad una tazza di latte, però penso che abbiamo oziato fin troppo, è tempo di darsi da fare. disse con un sorriso mentre si stirava la schiena facendo scrocchiare qualche vertebra.
    Dove pensi che ci incontreremo? disse. Io non conosco molto bene la zona e penso che comunque dovremmo recarci sul posto presto o tardi. Consiglio quindi di trovarci al porto se per te non è un problema. disse un attimo prima di lasciare sul banco qualche Ryo e incamminarsi verso l'uscita dalla locanda.
    Mi metto al lavoro, saluta Ichigo da parte mia e ringrazialo per il latte e la bocca di coccodrillo. Erano molto buoni.

    Un attimo dopo era di nuovo in strada. Inspirò profondamente l'aria fresca e umida di Kiri. Era un bel posto quello, sì decisamente. Qui il vento era forte, poteva sentirlo. Non era caldo e arido come quello di Suna, che ti aggrediva con durezza il volto e ti lasciava la pelle screpolata sul volto di giorno e ti gelava le ossa di notte. Era diverso. Era una carezza fredda sulle guance, era come immergere il viso in uno stagno fresco. Era rinvigorente.
    Scosse le spalle mettendosi in moto. Non c'era tempo da perdere. Chiese indicazioni a qualche passante, trovando la zona del porto abbastanza rapidamente. Sembrava che tutta la città girasse intorno ad essa, cosa molto utile. Qui le barche erano ancorate al molo e ondeggiavano docilmente cullate dalle onde del mare. Erano tantissime e di forme e dimensioni diverse. Alcune avevano le vele quadrate, altre triangolari. Supaku non aveva mai viaggiato su una barca, l'unico viaggio che aveva fatto era stato proprio quello che lo aveva portato a Kiri, ma l'imbarcazione che aveva preso era troppo grossa per risentire dell'ondeggiare del mare. Qui invece ce ne erano alcune che erano abbastanza piccole da ondeggiare vistosamente e anche abbastanza pericolosamente a suo dire.
    Trovò l'ufficio navale altrettanto rapidamente. Non erano proprio nella zona del porto, anzi, si accorse subito di aver sbagliato strada un paio di volte, visto che si trovavano più verso l'entroterra e fu costretto a ritornare sui propri passi. Avrei dovuto chiedere degli uffici subito, non capisco perchè faccio questi errori così banali. pensò con disapprovazione.
    Il segretario di servizio fece qualche storia alla sua richiesta, la stessa missiva che aveva Supaku sembrava non bastare, e il fatto che un Suniano si fosse recato lì per chiedere il rendiconto degli sbarchi e imbarchi di merci di Kiri rendeva le cose alquanto sospette. In pratica, credeva che la missiva di Supaku fosse falsa. Alla fine fu costretto a chiamare il superiore che a sua volta richiese l'approvazione da parte degli uffici del Kage. Di per sè Supaku spese più tempo ad attendere l'approvazione che a rovistare tra le scartoffie alla fine. Quando finalmente gli fu permesso l'accesso ai dati cominciò il lavoro più faticoso. I dati raccolti furono quasi deludenti. Yuge riforniva Kiri di un pò di tutto, dalla pastorizia al legname, proprio come diceva la missiva dei Kage. Questo significava che Kiri stessa faceva molto affidamento sul commercio con l'isola per andare avanti. In particolare sul rifornimento di frumento e cereali che Yuge passava al paese dell'acqua a basso prezzo. Cosa difficile da coltivare in piccole isole battute dal mare. La mancanza di cereali poteva minacciare seriamente il villaggio della nebbia. è improbabile che sia un'attività di bracconaggio, sembra sempre di più che qualcosa abbia troncato o fatto cessare qualsiasi rapporto commerciali tra Yuge e Kiri. Sentirò cosa ha scoperto Takumi, ma ho sempre più il sentore che ci sia qualcosa di molto più grosso di semplici banditi dietro. pensò mentre chiudeva i registri e si avviava fuori dagli uffici. Chissà cosa ha scoperto il mio compagno.

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    Appena usciti dalla "Bettola di Kama" Takumi e Supaku si divisero i compiti. Il Suniano accettò di buon grado la parte burocratica del lavoro mentre Takumi cinque minuti dopo il compagno cominciò a sua volta a mettersi a lavoro. Il tempo a Kiri andava peggiorando e io chiarore del mattino andava a farsi coprire da una nube più scura delle altro, presto sarebbe comicniato un bel temporale stile paese della pioggia. Quando uno spiraglio di vento gelido lo attraversò, Takumi si alzò il colletto della maglietta e si diresse verso il porto, sempre li più tardi si sarebbe incontrato con Supaku, ma adesso doveva pensare alla missione.
    La bassa temperatura cominciava a fargli prudere il naso, e più si avvicinava al porto più il tempo peggiorava. Quando arrivò nel cuore delle rotte commerciali di tutto il paese Takumi si lasciò andare ad un sorriso, la confusione era molta, ma meno di quanto pensasse, forse a causa dell'imminente temporale.
    "Adoro il tempo di Kiri."
    La gente cominciava lentamente a tornare a casa prima della grande inondazione, ma Takumi non curante andava contro il senso della folla, gli occhi fissi al primo commercio di Kiri. La pesca, davanti a lui si trovava la più grande compagnia di commercio del pescato e dei frutti di mare, la Gayashi Company. Poco lontano vi era il primo bancone di pesca che da esso veniva rifornito.
    Salve, potrei avere del merluzzo fresco?
    Il mercante con occhi vispi sorrise a 360 denti.
    Qui da noi tutto è fresco ragazzo, te ne preparo subito un pò. Quanto ne vuoi?
    Un kilo dovrebbe bastare grazie!
    Il mercante prese da dietro il bancone un grosso coltellaccio e cominciò a tagliare una fetta di pesce, poi un'altra, ma mentre lo faceva Takumi notò sul bordo piatto del coltello del sangue.
    "Troppo scuro e poco diluito per essere dei pesci, inoltre si trova sul margine opposto alla lama. Meglio indagare"
    Con una scusa di volere anche un pò di frutti di mare Takumi fece allontanare l'uomo dal bancone e passò il dito sulla lama. Il sangue era relativamentre fresco, eppure non aveva visto tagli sulle mani del mercante, si leccò il dito sporco, il sapore era ferruginoso e non salato, di certo non era sangue di pesce, e questo poteva voler significare una cosa sola. Sputò subito il sangue per terra, era sangue umano. Ma cosa poteva spingere il mercante ad usare quell'arma?
    Quando il vecchio mercante tornò Takumi gli porse un paio di Ryo e se ne andò, forse il vecchio era stato minacciato da chi voleva derubarlo, o da qualcun'altro. Takumi se ne andò con più domande che risposte. Intanto appena lo shinobi di Kiri fu ad una certa distanza il vecchio tornò dietro allo stanzo dei rifornimenti della sua bancarella, li lo attendevano due uomini dalla grossa corporatura e pieni di tatuaggi. Il vecchio sospirò triste.
    Se ne è andato il ragazzo?
    Si, e ora ve ne andrete anche voi maledetti cani, avete avuto quello che cercavate. Giuro che non commercerò più la merce di Yuge
    poi dietro il vecchio si sentì la voce di una ragazza che si schiariva la gola. La ragazza in questione aveva lunghi capelli blu raccolti in due code sottili sulla schiena, gli occhi azzurro chiaro e lineamenti dolci su un fisico longilineo e ben formato. Sul petto, cucito sul tessuto, aveva una placca da ninja di Kiri.
    Sentendo la voce della ragazza che si schiariva i due uomini e il vecchio mercante si girarono. Allora la ragazza parlò.
    No, loro due non hanno ottenuto niente...
    La ragazza agitò il lungo bastone che impugnava nelle mani.
    ...ma presto otterrò qualcosa io da loro!

    Lontano da li Takumi girò per altre bancarelle. I risultati della ricerca furono fiacchi. Aveva solo scoperto che chissà perchè tutti i mercanti rifiutavano di vendere merce tipica di Yuge, in particolare i cereali che probabilmente senza Yuge a fornirli scarseggiavano nelle terre di Kiri.
    Un pò deluso allora Takumi si diresse verso la zona del porto da cui era arrivato Supaku e lo aspettò li in una locanda sorseggiando Ginseng. Fu li che mentre aspettava il compagno di missione vide un uomo alzarsi dal suo tavolo sbraitando come un pazzo. Tutti quelli nel locale si girarono a sentire i suoi commenti.
    Questo non è quello che avevo ordinare, e pensare che sono venuto da Konoha apposta per mangiare le vostre prelibatezze, voi invece mi avete rifilato uno sgombro ammuffito...
    L'uomo si alzò dal tavolo e se ne andò dal locale mentre Takumi lo guardava sorridendo con il bicchiere in mano.
    "Un'altra vittima dei mancati commerci di Yuge"
    Poi mentre seguiva l'uomo con lo sguardo vide che un piccoletto dai capelli cortissimi lo seguì. Ma sul momento Takumi non vi fece caso, adesso doveva spettare il suo compagno di squadra.

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    Quando Supaku uscì dagli uffici si accorse subito del cambiamento improvviso del tempo. Nuvole nere infestavano il cielo cariche di pioggia e promettevano solo di inzupparlo da un momento all'altro. Un rombo poco lontano redarguì il chuunin quando quello cominciò a camminare per strada.
    Pioggia. pensava il ragazzo mentre calciava una lattina vuota sul ciglio della strada. Questa si che sarebbe una novità. durante la sua infanzia aveva visto molte volte la pioggia ma da quasi dieci anni a questa parte, cioè dal momento in cui aveva cominciato ad abitare a Suna, la pioggia era diventata solo un vago ricordo. L'ultima volta che Supaku l'aveva vista era stato al confine tra Suna e il paese della pioggia, durante uno scontro con Hisaghi Komomuro il samurai di Kumo. Purtroppo il suo kimono non aveva colletto e una ventata d'aria gelida gli passò sulla gola facendogli venire un brivido. Per fortuna che ho il coprinaso che mi fa anche da girocollo, altrimenti sarei già morto di freddo. pensò, sistemandosi al meglio quel sottile strato in modo da avere il collo ben coperto. Un altro rombo scosse il cielo mentre si incamminava in direzione del porto. Non piovere, maledizione a te, non piovere. pensava, d'un tratto urtò con una spalla un uomo rosso in viso e palesemente indiavolato. Subito dopo di lui veniva un'altro piccoletto con i capelli molto corti. Il chuunin li degnò soltanto l'attimo di uno sguardo, prima di riportare l'attenzione sul porto.
    Chissà dove è finito Takumi. pensò mentre con gli occhi setacciava la zona. Un altro rombo scosse il cielo e una goccia d'acqua cadde sulla fronte del ragazzo. Maledizione! Scosse la testa per allontanare l'acqua ma un'altra goccia lo colpì proprio sotto la palpebra destra. Poi arrivò un'altra e un'altra ancora. Mancò poco che grosse gocce di pioggia cominciassero a scendere dal cielo bersagliando il chuunin dai capelli bianchi. una locanda! pensò mentre si infilava là dentro in cerca di rifugio. Mi dispiace Takumi, ma spero che tu sia al caldo, magari ci incontreremo più tard... pensò mentre si scuoteva l'acqua dal kimono bianco. Poi i suoi occhi si fermarono proprio su un tavolino a meno di cinque metri da lui. Takumi era lì, con un bicchiere in mano che lo fissava.
    Eccoti! Pensavo di averti perso! disse avvicinandosi al tavolo del compagno e sedendosi ad una sedia accanto a lui. è una fortuna che abbia incominciato a piovere, altrimenti non sarei mai entrato in questa locanda. disse scuotendosi altra acqua di dosso e cercando di asciugare i lunghi capelli bianchi. Avrebbe voluto legarli, ma sapeva che avrebbe solo peggiorato le cose. Doveva lasciarli aperti, sperando che si asciugassero il prima possibile.
    Allora, cosa hai scoperto? chiese al compagno mentre ordinava del saké per scaldarsi.
    La mia ricerca non è stata molto fruttuosa. Yuge rifornisce Kiri di praticamente ogni cosa, ma il vero danno al commercio di Kiri in questo momento è proprio ai cereali, l'isoletta rifornisce il villaggio della nebbia di quasi il novanta per cento. I commerci si sono completamente interrotti non più di un paio di mesi fa. Tu? Scoperto qualcosa dai navigatori indipendenti?


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    Mentre Takumi sorseggiava il suo bicchiere fu avvicinato da Supaku che sembrava cercarlo da molto. Disse che era stato fortunato che avesse piovuto o non si sarebbero incontrati. Takumi strinse fra le mani il bicchiere e alzando l'indice verso il barista e poi abbassandolo sul bancone ordinò un'altro bicchiere.
    Non è stata la fortuna Supaku, sapevo che avrebbe piovuto, la scelta più logica era aspettare che tu mi raggiungessi in una zona al chiuso.
    Takumi si girò sulla sedia e sorrise alzando la coppa verso il ragazzo, mentre lo faceva il suo volto venne illuminato da un lampo a cui poco dopo fece seguito un violento rombo di tuono in lontananza.
    Purtroppo anche io ho scoperto poco e niente, ma ho il vago sentore che qualcuno stia "convincendo" i mercanti a non commerciare merce di Yuge...probabilmente a suon di botte!
    Takumi prese il nuovo bicchiere di Ginseng e fece di nuovo un sorso mentre la pioggia fuori imperversava. Con quelle condizioni climatiche sarebbe stato difficile proseguire la missione, forse stava venendo giù un temporale superiore persino alla media di Kiri.
    Forse è meglio rimanere qui per un...
    aaaaghhhhhh!!!
    L'urlo fece girare di scatto Takumi verso la fonte, senza ulteriore indugio si alzò dalal sedia lasciando cadere il bicchiere sul bancone versandovi il contenuto sopra. In un momento tutti i presenti nella locanda cominciarono ad andare nel panico e domandarsi cosa fosse successo, allora Takumi allargò le braccia e urlò.
    State tutti calmi e rimanete dentro al bar.
    Il kiriano si girò a guardare il compagno e poi si rigirò davanti cominciando a correre.
    Andiamo a vedere cos'è successo Supa
    Appena uscito dalla porta Takumi fu investito dalla pesante pioggia che gli bagnò i capelli color oro opaco, i vestiti si inzupparono e divennero pesanti, ma Takumi non se ne interessò e portò rapido la mano sull'elsa della sua Katana. Quando si girò nel vicolo dal quale l'urlo era venuto Takumi non vide nulla, la piccola strada era poco illuminata e puzzolente, ma quando un lampo la illuminò il Kiriano vide al suolo, gettato fra i bidoni dei rifiuti, il cadavere dell'uomo che poco prima era uscito dalla locanda. Era lui, non vi erano dubbi. Takumi corse subito verso di lui e controllò sul collo se fosse ancora presente il battito, ma era troppo tardi, qualcuno gli aveva infilato una lama nel petto e gli aveva trafitto il diaframma arrivando al polmone provocando l'impossibilità del respiro.
    "Che morte orribile!"
    Takumi chiuse gli occhi al cadavere e si guardò intorno cercando di individuare l'assassino, ma con ogni probabilità era già lontano. Takumi guardò Supaku e lo mise al corrente della situazione.
    Quest'uomo era nel bar poco fa, si è alzato facendo una scenata criticando la scarsa qualità del pescato dovuta all'interruzione dei commerci con Yuge...
    Detto questo a Supaku Takumi se lo ripetè a se stesso cercando la logica che motivava l'omicidio, ma proprio non la trovava su due piedi.
    Secondo te chi l'ha ucciso Supaku? E domanda ancora più importante, perchè?

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    Non è stata la fortuna Supaku, sapevo che avrebbe piovuto, la scelta più logica era aspettare che tu mi raggiungessi in una zona al chiuso. gli disse Takumi con un sorriso mentre ordinava un drink anche per lui. Supaku prese dal barista con uno sguardo riconoscente la bevanda mentre il suo compagno gli sorrideva alzando la sua coppa. In quel momento un lampo illuminò a giorno la taverna e alcuni avventori mormorarono spaventati mentre ad esso seguiva un violento rombo di tuono. Il ginseng era caldo e gli bruciava leggermente la gola, proprio quello che ci voleva. Sentiva i capelli e gli abiti bagnati per la pioggia che lo aveva colpito. Provò a scuotersi di dosso la sensazione di freddo che cominciava ad infilarglisi nelle ossa e a concentrarsi sulle parole che il Kiriano gli stava dicendo. A quanto sembrava anche lui non aveva avuto molta fortuna. Purtroppo anche io ho scoperto poco e niente, ma ho il vago sentore che qualcuno stia "convincendo" i mercanti a non commerciare merce di Yuge...probabilmente a suon di botte! Supaku sorseggiò di nuovo il ginseng, mentre rifletteva.
    Interessante, quindi non solo i commerci pubblici, ma anche quelli privati sono stati completamente interrotti. E sembra che alcuni mercanti abbiano bisogno di una minaccia fisica per impedirgli di vendere. Forse i mercati pubblici sono stati convinti con qualcosa di meno aggressivo. La corruzione non è una cosa nuova, sopratutto negli ambienti pubblici dove le paghe sono sempre più povere. Dovremo investigare più a fondo sulla cosa... Un altro lampo illuminò a giorno il molo del porto e le barche ondeggianti sull'acqua. Il rombo del tuono che seguì fu vicino e così fragoroso che i vetri della locanda tremarono violentemente. Ma che diamine sta succedendo? pensò Supaku che ora cominciava a preoccuparsi. La pioggia cadeva incessantemente in grossi goccioloni che scuotevano le finestre sotto il loro ritmico cadere.
    è sempre così il tempo a Kiri?
    Forse è meglio rimanere qui per un...
    aaaaghhhhhh!!! Un urlò squarciò l'aria riuscendo a sentirsi persino sopra il fragore della pioggia. Doveva essere terribilmente vicino perché tutti nella locanda lo avevano sentito. Per un attimo ci fu il silenzio, poi scoppiò il panico. Takumi si girò di scatto verso la fonte del rumore, uno dei muri ai lati della locanda, e si alzò, facendo così cadere la sua tazza e il suo contenuto sul bancone. In un attimo il ragazzo di Kiri era in piedi e stava cercando di calmare il panico che si era creato nella locanda. State tutti calmi e rimanete dentro al bar. disse in tono autoritario, sovrastando il rumore che la gente stava facendo. Sembrò che la gente lo stesse ascoltando perché il silenzio tornò di nuovo, seppure molto lentamente. Takumi si girò verso di lui prima di cominciare a correre verso l'uscita della locanda. Andiamo a vedere cos'è successo Supa. gli disse. Supaku non se lo fece ripetere due volte e, mandata giù l'ultima sorsata di ginseng, lasciò la tazza sul bancone e seguì il suo compagno fuori nella pioggia. Una folata di vento gelido e pioggia grossa e pesante lo investì in pieno. Miseria.. esclamò il ragazzo mentre veniva quasi spinto di nuovo verso la locanda dalla pioggia. In un attimo era zuppo dalla testa ai piedi e non aveva ancora fatto un passo. I suoi capelli bianchi si appiccicarono alla schiena e alla testa, mentre ormai rassegnato li legava in una coda cercando di seguire Takumi nel vicolo al lato della locanda. Il suo compagno aveva già la mano sulla katana e Supaku, pensando che avesse avvertito un pericolo, appoggiò la sua sull'omoikarui, pronto a sguainarla al minimo segnale di pericolo. La prima cosa che lo investì fu il puzzo, nonostante la pioggia che avrebbe dovuto tamponare un pò il tanfo grazie allo scorrere dell'acqua. Un attimo dopo il suo compagno si fermava davanti ad una figura distesa nel vicolo. Era il cadavere di un uomo. Caduto tra dei bidoni di rifiuti, nel cadere aveva trascinato con sè due di essi che ora erano rovesciati nel vicolo. Mentre Takumi si chinava sull'uomo, Supaku dava una occhiata in giro. Nel vicolo, naturalmente, non c'era nessuno. Il cadavere si trovava poco sotto una piccola finestrella che dava, molto probabilmente sulla parete del bar. Ecco perché abbiamo sentito così distintamente il suo urlo. pensò il ragazzo mentre il suo compagno chiudeva gli occhi del cadavere. Supaku non era un esperto in materia, ma la grossa chiazza di sangue che si era allargata sul petto dell'uomo, suggeriva un pugnalamento, molto probabilmente mortale. Takumi si girò intorno, cercando un possibile assassino ma scoprì, come Supaku, che non c'era nessuno. Fu allora che il Kiriano gli rivolse la parola.Quest'uomo era nel bar poco fa, si è alzato facendo una scenata criticando la scarsa qualità del pescato dovuta all'interruzione dei commerci con Yuge...Secondo te chi l'ha ucciso Supaku? E domanda ancora più importante, perchè?
    La pioggia cadeva sopra di loro, scandendo lo scorrere del tempo mentre Supaku si prendeva del tempo per pensare. Non lo so...Non ha molto senso. I commerci non stanno già avvenendo, quindi chi sta facendo tutto questo ha già gan parte della situazione sotto controllo. Non dovrebbe sentirsi minacciato dal commento di un avventore. A meno che... Non aveva senso, perché di tutte le cose che potevano mancare a Kiri il pescato era proprio l'ultima che poteva essere un problema. Allora perché l'uomo si era lamentato? Di colpo Supaku fu colpito da un flash. Si ricordava doveva aveva visto quell'uomo. Un attimo prima di entrare nella locanda lo aveva urtato. Si ricordava anche che un uomo piccolo con i capelli corti stava seguendo proprio quell'uomo. O almeno gli camminava proprio vicino. Cosa voleva il piccoletto da te? pensò Supaku chinandosi sul cadavere. Nonostante la pioggia riuscì ad esaminare il corpo abbastanza efficacemente. Era vestito con abiti abbastanza poveri poi Supaku li trovò. Avvolti in una carta cerata, cera una grossa busta. La busta era piena di Ryo. In un ammontare che avrebbero superato i duecento. Non li contò perché aveva paura di bagnarli. Dai un'occhiata. disse porgendoli al compagno. Non mi sembra che questo sia un avventore qualunque. Mi ricordavo di averlo visto avviarsi fuori dalla locanda con appresso un ometto che lo seguiva da vicino. Ma l'urlo è arrivato molto dopo che ero entrato e mi ero seduto a bere con te. Questo significa che, se l'assassino era l'ometto, i due hanno avuto tempo di fare altro prima che uno uccidesse l'altro. I soldi non posso essere altro che una prova. Sembra che l'uomo avesse qualche informazione che sia stata retribuita. Solo dopo però l'ometto ha deciso di ucciderlo. Questo significa che è stato un ripensamento successivo, magari l'uomo ha minacciato di andare a denunciare quello che sapeva e è stato ucciso. Questo spiegherebbe un pò il suo commento ad alta voce nella taverna. Kiri non sarà mai a corto di buoni pesci, quindi magari il suo commento era più un segnale per incontrarsi con l'ometto fuori dalla taverna. Supaku prese un profondo respiro e si allontanò dal cadavere. Queste sono solo ipotesi però. Mi rendo conto che è un ragionamento un pò campato per aria. si sfregò le braccia. fa un pò freddo non trovi? Rientriamo, questa pioggia mi sta uccidendo, potremmo parlarne meglio al caldo. Supaku si incamminò nella locanda dove si risistemò alla sedia che aveva lasciato. Naturalmente ormai il ginseng era freddo e chiese al barista di fargli un'altra tazza mentre si avvolgeva i capelli cercando di strizzarli al meglio.
    Tu cosa ne pensi? chiese al suo compagno dopo essersi risistemato.


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    Takumi giaceva ancora inginocchiato vicino al cadavere mentre l'ombra di Supaku in piedi si ergeva dietro di lui. Quando il Kiriano si girò per ascoltarlo vide i lunghi capelli argentati impiastrati sopra il volto dalla pioggia. In effetti erano assai più lunghi di quelli che il ragazzo aveva la prima volta che si erano incontrati. Mentre ascoltava Supaku Takumi ragionava a sua volta, poi si lasciò scappare un sorriso. Supaku non deludeva mai le aspettative, e aveva pensato a tutto facendo ricorso ad un dettaglio che lo stesso Kiriano non aveva considerato, anzi due, l'ometto e il pesce.
    "Il ragionamento di Supaku fila, ma come lui stesso ha detto sono ancora congetture, non possiamo averne la certezza!"
    Solo quando vide il compagno strofinarsi le braccia Takumi si ricordò di essere sotto la pioggia pesante che aveva bagnato tutto anche lui, quindi senza obbiettare tornò nella locanda. Appena uscì dal vicolo protetto dal vento Takumi quasi venne sbalzato dietro, ma quando rientrò nella locanda si sentì subito meglio.
    Si avviò alla finestra sotto la quale vi era il cadavere e la sprangò chiudendo anche la copertura in legname, per evitare di riportare il panico nella sala, poi raggiunse Supaku al bancone e disse sotto voce al barista.
    C'è un cadavere dietro al vicolo, si metta in contatto con chi di dovuto per gli accertamenti e la rimozione del corpo!
    Takumi si risedette al bancone ancora gocciolante, dove rimase aspettando immobile e in silenzio che l'amico finisse il suo Ginseng, poi si spostarono vicino al focolare del camino della locanda per far asciugare i vestiti e stare al caldo.
    Cosa penso? Penso che dietro l'interruzione di questi commerci potrebbe esserci più di quanto sospettato dagli alti gradi di Kiri. Stiamo parlando di una quasi totale distruzione di commerci in un paio di mesi e poco più. Dietro ci deve essere un organizzazione bella grossa, con membri magari anche molto preparati.
    Takumi non avrebbe mai pensato che una simile missione gli si sarebbe parata davanti come prima C, ma questo non lo demotivava, anzi, ne stimolava il genio e le capacità.
    Hai detto di averlo visto con un uomo vero? Ora che ic penso l'ho visto anche io, ma non vi avevo dato peso, ora che il morto fosse un informatore è un ipotesi confermata dal pacco di Ryo nella sua tasca, ma dobbiamo capire quale sia l'informazione. Cosa può esserci dietro da poter allarmare persino un organizzazzione così ampia...
    Poi con lo sguardo fisso nel fuoco gli occhi di Takumi si illuminarono mentre i pezzi screziati del mosaico si ricomponevano formando un senso compiuto. L'interruzione dei commerci, i mercanti privati che sono restii a fermare gli scambi, l'aria imbronciata del vecchio e la goccia di sangue sul coltello, infine l'uomo morto dietro il vicolo. Takumi con aria sbalordita si alzò di scatto dalla sedia facendola ribaltare al suolo. Ecco la soluzione.
    O cacchio...
    guardò Supaku di scatto sistemandosi un ciuffo bagnato di capelli davanti la fronte e lasciando la mano li.
    ...i mercanti privati stanno tentando una rivolta. E ora l'organizzazione lo sa, hanno ucciso l'informatore per evitare che facesse il doppio gioco.
    La situazione andava peggiorando, ora non solo dovevano fermare l'organizzazione, ma dovevano impedirle di uccidere i privati di Kiri, il tutto ovviamente senza farsi individuare, altrimenti avrebbero rischiato di mandare l'operazione del restauro dei commerci a monte fallendo la missione.
    Dobbiamo avivsare i mercanti di Kiri
    Takumi si tolse il coprifronte dalla testa e lo guardò stringendolo nel palmo.
    Ma non possiamo farlo come Shinobi di Kiri senza essere notati, dobbiamo farlo da cittadini comuni.
    Questo aumentava i rischi, perchè andare senza destare sospetti voleva dire niente coprifronte, ma ancora peggio niente armi, forse solo qualcuna piccolina che poteva essere nascosta. Con un pò di fortuna l'intera borsa, a era improbabile. Di certo non le Katane.
    Takumi guardò Supaku, immobile nel silenzio della locanda.

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    Supaku riflettè a fondo sulle parole di Takumi. Una rivolta dei mercanti privati? da un certo punto di vista era una analisi abbastanza azzardata senza prove. L'uomo morto nel vicolo poteva essere morto per molte ragioni, poteva aver deciso che avrebbe raccontato tutto quello che sapeva alle autorità e per questo era stato fatto fuori. I mercanti pubblici potevano essere stati zittiti con una percentuale, ma quelli privati, che vivevano dei loro scambi, non potevano esser retribuiti, erano troppi ed era, sotto certi aspetti più facile minacciarli. Che l'uomo nel vicolo sapesse qualcosa a riguardo era probabile, che avesse scambiato l'informazione per denaro con qualcun'altro, forse l'ometto basso, era certo. Ma era stato fatto fuori perché non rivendesse l'informazione anche ai mercanti? Se fosse stato come diceva Takumi la cosa aveva senso perché la misteriosa organizzazione avrebbe avuto il tempo di preparare la sua mossa e colpire i mercanti, magari eliminando quelli che erano a capo della rivolta. Il problema era che l'idea di privati che si facevano giustizia da soli era alquanto improbabile. Del resto non erano soggetti ad un regime realmente oppressivo. Sì potevano andare in rovina, ma potevano sempre migrare verso il luogo dove Yuge stava facendo i suoi affari. Poi Supaku realizzò quello che gli era sfuggito. Mercanti che hanno sempre vissuto a Kiri, che hanno la loro clientela solida, per mercanti del genre, che vivevano solo dei soldi che riuscivano a portare a casa, migrare in un posto nuovo con, molto probabilmente, altri mercanti già insediati, poteva solo significare la morte. Una morte lenta di fame e povertà. Forse riusciva capire come mai volessero farsi giustizia da soli. Ma non avevano ancora abbastanza prove, abbastanza certezze. Certamente presentarsi a loro come civili informati non avrebbe fatto altro che metterli sul chi va là. No, il loro agire avrebbe dovuto essere differente. Erano ninja non spie.
    Se quello che dici è vero. e non sono tentato di escluderlo perché mi sembri molto convinto, quindi avrai informazioni che io non conosco, perché i mercanti che hanno deciso di ribellarsi non sono andati alle autorità stesse, invece di cominciare una rivolta loro? Supaku aveva già una plausibile risposta per quello, la corruzione. Ma poteva essere così potente questa organizzazione?
    Avvisarli? penso che sia meglio proteggerli invece. Presentarci lì come se sapessimo tutto, cosa che non è vera, non potrebbe fare altro che metterli in allarme, e magari spingerli a nasconderci tutto. In più non siamo ancora certi che le cose stiano davvero così. Non pensi sia meglio sorvegliarli e vedere, nel caso in cui si riuniscano, come stanno effettivamente le cose? Sono certo che, se le cose stessero davvero così, l'organizzazione che ha interrotto i commerci tra Kiri e Yuge, tenterà di farli fuori tutti insieme in un unico punto. Più rapido ed efficace, io farei così. Quindi non ci resta che pedinare i mercanti che ci sembrano sospetti, soprattutto i più famosi e seguirli fino a quando non ci porteranno al loro luogo di incontro, dove stanno pianificando la rivolta. Lì potremmo accertarci di come stanno davvero le cose e proteggere i mercanti nel caso di un attacco. Con tutto il nostro equipaggiamento.
    In ogni caso, con il tempo che c'era fuori era improbabile che qualcuno sarebbe uscito di casa e questo dava a loro almeno il tempo per pranzare e riposarsi. Erano passate parecchie ore dai biscotti e il latte che il ragazzo dagli occhi magenta gli aveva offerto e cominciava a sentire i morsi della fame.
    Con il tempo che c'è fuori potremmo avere un pò di tempo per mangiare qualcosa e riposarci secondo te, prima di entrare in azione? Sto morendo di fame.

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    Le parole di Supaku zittirono all'istante Takumi che meglio di molti altri conosceva il valore del saper ascoltare anche gli altri e non solo agire di testa propria. Solo quando Supaku finì la prima parte del suo discorso intervenne Takumi con sguardo serio.
    Stiamo parlando di un gruppo molto ben organizzato Supaku, fra di loro ci sarà quasi sicuramente qualcuno che conosce le arti ninja visto il livello di preparazione. La domanda che mi preme sapere e se, quando verrà il momento, saremo pronti ad affrontarli in un faccia a faccia allo scoperto.
    Takumi si toccò il mento con le mani pensieroso, poi si grattò il naso che gli prudeva. Non dubitava delle sue capacità, questo no, ma più passava il tempo e più presagiva che il pericolo era grande, e il rischio alto, non tanto per la sua vita, ma quella dei mercanti.
    Con questa pioggia non potrà muoversi nessuno, questo è poco ma sicuro, quindi abbiamo un buon margine di tempo. Pioverà ininterrottamente almeno fino a domani mattina. Noi resteremo in questa locanda e ci riposeremo, tu hai affrontato un lungo viaggio....e domani saremo pronti a muoverci come si deve, sperando che la pioggia ci dia tregua.
    La voce di Takumi tuonò sicura e altisonante come un verdetto. Supaku aveva ragione, meglio ragionarci sopra, le prove non erano ancora schiaccianti, dovevano muoversi ambedue con cautela. Dopo il discorso Takumi rialzò la sedia che aveva fatto cadere e si diresse dall'uomo dietro il bancone.
    Affittate anche camere giusto?
    Certo, ce n'è ancora una libera la piano di sopra se vi interessa, però ha solo una finestra che da dentro il vicolo
    Il panorama non ci interessa, l'importante è che abbia due letti!
    Certo che si, la stanza è la numero 14
    Takumi prese due chiavi e porse dei Ryo all'uomo che li mise subito in tasca dandogli di resto una banconota. Takumi si riavvicinò a Supaku e lanciò una delle due chiavi al suniano.
    Ho preso la stanza numero 14, quando hai finito di mangiare raggiungimi sopra, avevano solo una stanza quindi dovremo condividerla. Io non ho molta fame.
    Mentre parlava Takumi aveva già rivolto le spalle al compagno di missione e stava salendo le scale. Appena arrivato al piano di sopra aprì la serratura e si chiuse la porta dietro, si tolse la cintura con la borsa, le gomitiere ed i guanti rinforzati, si sciolse le bende da polsi e caviglie e infine si tolse il coprifronte poggiando tutto sul ripiano davanti la finestra, sospirò rumorosamente e si passò una mano in fronte cogitabondo mentre guardava la pioggia cadere a chicchi enormi fuori dalla finestra, e sentendo il vento che faceva cigolare le ante.
    Quest'organizzazione rimane ancora avvolta nel mistero, non abbiamo nomi, non abbiamo niente. Sappiamo solo che hanno spostato i commerci, ma a che scopo? Lucro e profitto personale? Mah
    Takumi si allontanò dalla finestra sciogliendo anche il fodero della spada e tenendola in mano, poi con uno strattone deciso snodò la mantellina del suo clan che aveva in vita e andando in bagno aprì l'acqua calda facendola colare nella vasca. In breve il bagno si riempì di vapore, Takumi finì di spogliarsi e si immerse totalmente nell'acqua bollente poggiandosi sulla fronte una piccola pezza bagnata.
    Oh dio avevo proprio bisogno di un bagno per rilassarmi
    Il suniano poggiò le braccia sui bordi della vasca facendole fuoriuscire dall'acqua e rimase così per un pò di tempo. Dolce, confortante relax.

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    Con questa pioggia non potrà muoversi nessuno, questo è poco ma sicuro, quindi abbiamo un buon margine di tempo. Pioverà ininterrottamente almeno fino a domani mattina. Noi resteremo in questa locanda e ci riposeremo, tu hai affrontato un lungo viaggio....e domani saremo pronti a muoverci come si deve, sperando che la pioggia ci dia tregua.
    Takumi sembrava aver calmato i bollenti spiriti. Forse le sue parole lo avevano fatto ragionare di più su quale fosse la situazione, oppure la pioggia stessa che batteva fuori gli aveva fatto capire che per il momento erano bloccati in quella locanda. Supaku non lo sapeva e non era pronto a scommettere su nessuna delle due ipotesi. Il suo compagno si alzò dal tavolo e andò a parlare con il locandiere. L'albino vide che il ragazzo porgeva all'uomo dei ryo e questo gli dava in cambio delle chiavi, un attimo dopo Takumi era di nuovo al loro tavolo.
    Ho preso la stanza numero 14, quando hai finito di mangiare raggiungimi sopra, avevano solo una stanza quindi dovremo condividerla. Io non ho molta fame. disse gettandogli la sua chiave. Supaku non la prese e lasciò che questa atterrasse sul tavolo, scivolando verso il bordo. Non disse nulla, di colpo aveva come l'impressione di aver offeso Takumi in qualche modo.
    Ah, va bene...Allora mangerò qualcosa e poi salirò anche io. disse, ma il suo compagno gli aveva già rivolto le spalle e si stava avviando verso la loro camera. Supaku rimase per qualche secondo a fissare la sedia vuota su cui stava il suo compagno, riflettendo sul suo comportamento. Era stato brusco, ma magari Takumi aveva tutti i motivi per esserlo. Si sarà offeso perché non ho condiviso la sua opinione e non mi sono gettato in avanti all'idea di presentarci vestiti da civili ai mercanti? Supaku non lo sapeva. Una moltitudine di emozioni si agitavano dentro di lui, senso di colpa, rabbia, frustrazione, impotenza. Cosa doveva fare per mettere le cose a posto? Poteva fare qualcosa? Ahhhh...basta! pensò con rabbia. Sarà stanco. Domani andrà tutto bene, ora mangia e pensa alla missione. si impose. Così distolse gli occhi dalla sedia di Takumi e alzò la mano per richiamare l'attenzione di una cameriera. Era una bella ragazza, carina, con un seno prosperoso e due belle gote rosa.
    Cosa posso fare per te? gli disse sorridendo. Supaku era una persona fredda per natura ma una delle poche cose al mondo che lo facevano stare bene era il sorriso di una donna. Era qualcosa di tranquillizzante e dolce allo stesso tempo, non sapeva descriverlo.
    Sì, vorrei sapere cosa avete da mangiare e....potrei spostarmi di qui? Vorrei un posto più appartato dove mangiare. disse. Era troppo in mezzo alla folla e troppo lontano dalle finestre. Intorno a lui c'era un gran baccano e lui al momento aveva bisogno di un pò di silenzio.
    Ho visto un tavolo, quello là va bene? disse alla ragazza indicando un tavolo appoggiato alle finestre che davano sul porto e abbastanza esterno alla sala per sentire meno rumore possibile. La cameriera fece cenno di sì con la testa e lo condusse al tavolo. Alla fine, decise di non fidarsi del commento dell'uomo morto nel vicolo e ordinò del sashimi con contorno di verdure in tempura. Il suo stomaco brontolava dalla fame. Mentre aspettava si interrogò più a fondo sulla missione guardando fuori dalla finestra. La pioggia scendeva in grossi goccioloni e nel porto non c'era anima viva. Questo è un bel giorno per starsene a casa. Un attimo dopo arrivò il cibo e i suoi pensieri si interruppero. Mangiò avidamente divorando ogni cosa con gusto. Il sashimi era ottimo, il pesce crudo era un misto di ogni cosa, sembrava che il commento dell'uomo fosse del tutto errato. Le porzioni però erano molto striminzite e si poteva cogliere da queste e dalla verdura scadente quando la situazione di crisi del commercio cominciasse ad essere di rilievo. Una volta a stomaco pieno decise di rianalizzare ogni cosa dal principio. I mercanti pubblici e privati non commerciavano più le merci di Yuge a Kiri. Mentre investigavano Takumi ha capito che qualcuno minaccia i mercanti privati per non fargli vendere la merce di Yuge. Dopo di ciò un uomo era morto nel vicolo della locanda accanto alla loro. Dai ryo nelle sue tasche e dal suo commento sul pesce si è capito che poteva essere un informatore, e che è stato ucciso per ragioni a lui oscure ma che potevano essere riguardanti un possibile doppio gioco.
    Da qui l'idea di Takumi che i mercanti privati potessero essere in rivolta. Il che poteva avere anche senso se si pensava alla situazione disperata in cui erano stati messi. La morte dell'uomo era per evitare che i mercanti venissero a sapere che l'organizzazione stava preparando una punizione esemplare nei loro confronti? Possibile. In quel caso forse era meglio seguire i mercanti e attendere il momento in cui l'organizzazione avrebbe colpito piuttosto che camuffarsi da civili e farsi cogliere senza equipaggiamento. Almeno Supaku la vedeva così. L'idea di infiltrarsi poteva essere buona ma non avrebbero potuto fronteggiare una situazione di pericolo senza armi o con solo un kunai. Certo, i ninja erano mortali anche nudi, però Supaku dubitava che avrebbe potuto tenere testa alla situazione solo con i propri jutsu. Domani, quando la situazione sarà più calma, ne parlerò con Taku... si suoi pensieri si interruppero quando vide qualcosa muoversi alla finestra accanto a lui. Era stato un movimento rapido, ma appena distinguibile al lato del suo campo visivo. Il chuunin dai capelli bianchi concentrò la propria attenzione sul paesaggio fuori dalla finestra. Ecco! Di nuovo, un piccolo movimento. I goccioloni sul vetro però rendevano tutto indistinguibile. Eccolo di nuovo! Supaku riuscì a scorgere meglio. Era una piccola figura che camminava nell'ombra, incappucciata e che si muoveva solo ogni tanto, spostandosi rapidamente da un porticato all'altro. Che diavolo ci fa, fuori nella pioggia? pensò il ragazzo mentre, seguendo l'istinto, si alzava e si avviava verso la porta della locanda per vedere meglio.
    La figura sembrava non averlo visto e un attimo dopo cominciò a percorrere la strada alla destra della locanda. Supaku, senza pensare, si gettò nella pioggia all'inseguimento.
    Si muoveva abbastanza rapidamente sotto le gocce di pioggia e il ragazzo dai capelli bianchi non riusciva a tenerle testa facilmente. Oltretutto i suoi capelli e il suo kimono bianco erano fin troppo visibili nella pioggia e doveva fare molta cautela per rimanere nell'ombra. La figura girò a destra in un vicolo e Supaku si apprestò a girare l'angolo per non perderla. Dovette ringraziare i suoi riflessi se non prese lo shuriken in un occhio. Non appena ebbe girato l'angolo uno shuriken gli fischiò a pochi centimetri dall'occhio destro prima che lui ritraesse rapidamente la testa e questo volasse nella strada.
    Supaku inciampò in una pozzanghera facendo volare acqua dappertutto per lo spavento. Fortunatamente riuscì a non cadere. I suoi occhi si posarono sul vicolo. La figura si era accorta che la stava seguendo e lo fissava al centro di esso. Un attimo dopo lo stava caricando. Supaku estrasse rapidamente l'omoikarui e menò un fendente orizzontale che l'incappucciato evitò rapidamente eseguendo un balzo con cui lo scavalcò agilmente. Supaku si girò seguendo la figura che ormai lo aveva superato e cercò di colpirla in mezzo alle spalle con la lama, questa però era già schizzata avanti e correva di nuovo in strada, verso il porto. Fermati! urlò il ragazzo, rinfoderando la katana e gettandosi all'inseguimento.
    Quando l'incappucciato lo aveva superato il ragazzo ne era sicuro, lo aveva visto. Tra le pieghe del mantello c'era un coprifronte di Kiri che aveva brillato un attimo alla luce del poco sole rimasto.
    Il Suniano si gettò dietro la figura, lottando con la pioggia battente che gli schizzava sul volto e cercando al contempo di evitare quante più pozzanghere possibili, impresa impossibile. La figura era agile e correva rapidamente. Supaku però non era da meno. Inizialmente lo scarto era ampio, una decina di metri, ma poi cominciò a ridursi, l'incappucciato doveva essersene accorto perché scartò improvvisamente verso sinistra, cercando di rallentarlo in curva. Supaku lo seguì rapidamente, derapando un poco sulle pozze. Riprese subito il ritmo però.
    Un attimo dopo la figura girava di nuovo, a destra stavolta. Eh, no cavolo! pensò Supaku dandosi la spinta sul muro opposto e spiccando un salto verso la parete della strada accanto, adesso correva più rapido su un muro un pò più asciutto della strada. L'incappucciato lo vide e si accorse che ormai la distanza tra loro era solo di un metro. Spiccò un salto in avanti su una serie di scatole e sperava di riuscire a salire per i tetti. Supaku doveva impedirglielo. La figura spiccò un salto verso l'alto, aggrappandosi ad una finestra e poi dandosi lo slancio per il tetto. In quel preciso istante, Supaku mise le mani a triangolo davanti a sè e colpì con tutta la sua forza.

    Reppushou - Palmi dell'Uragano
    Reppushou-PalmidellUragano
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Con questo jutsu viene creato dalle mani un flusso d'aria, un onda d'urto larga due metri e che arriva fino a dieci. Essa travolge l'avversario, scaraventandolo via per una paio di metri e provocandogli danni di lieve entità. La tecnica può essere anche utilizzata per aumentare la velocità di eventuali armi da lancio per aumentare le probabilità che questi colpiscano il bersaglio oltre che perforarli maggiormente. La tecnica non necessita di Sigilli ma bisogna unire le mani e formare un triangolo, dal quale viene espulsa l'onda.
    Consumo: 4


    Un attimo dopo un'onda di vento investiva in pieno la figura incappucciata e la faceva andare a sbattere contro la finestra davanti alla quale si stava arrampicando. bastò solo una lieve pressione e, in un rumore di vetri rotti e frantumati, l'incappucciato aveva sfondato la finestra piombando in una stanza con due letti. La figura rotolò fino alla porta senza dare segni di vita, il cappuccio gli scese dai capelli rivelando dei capelli blu intrecciati in due code sottili e il volto di una ragazza. Supaku si lanciò sul bordo della finestra distrutta, pronto a precludere qualunque via di fuga. Fu allora che si accorse dei vestiti sul letto che avevano un che di familiare. Una rapida occhiata alle spalle gli disse che era finito proprio nel vicolo in cui avevano trovato il cadavere. Supaku aveva appena sfondato la finestra della loro camera.


    Stato
    ChakraFisicoMentale
    130-4=126Fradicio, lievemente affannato.Teso, sorpreso.
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai x 8Radiolina
    Shuriken x 14Rotolo Minore
    Senbon x 1730m di Filo metallico
    Cartebomba x3-
    Indossato
    SlotOggettoLocazione
    FoderoOmoikaruiVita zona lombare sins.
    Arma Leggera Bastone del MonacoRotolo Minore
    AltroBendePolsi, Mani e Caviglie
    AltroCoprinaso Tirato su
    AltroParabracciaIntatti
    Note Coprifronte legato al braccio destro.
    - 2 kunai legati a 2 cartebomba.
    - 1 kunai legato ad 15m di filo metallico.
     
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