Missione Toshiro Yagami

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    Missione a Servizio di: Shugo Rei
    Esecutore della Missione: Toshiro Yagami
    Punto di partenza: Cancello ovest di Konohagakure no Sato


    La missione consiste in una spedizione a Kagero, città neutrale tra il Paese del Vento e le Terre di Nessuno, per raccogliere informazioni su una organizzazione criminale del villaggio. Il gruppo di Mukenin in questione si fa chiamare Yoi Nakama, ed è composto da almeno cinque membri residenti a Kagero, dove l'organizzazione agisce principalmente.
    Lo scopo è, come detto, quello di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili; dagli obiettivi dell'organizzazione alle abilità dei singoli membri agli eventuali contatti con altri componenti in altri villaggi.

     
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  2. Darth Eragon
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    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altrui


    Toshiro uscì di casa di buon mattino, assicurandosi di avere tutto il proprio equipaggiamento con sé. Non ci volle molto per arrivare al cancello ovest del Villaggio. Quando i Chuunin di guardia gli chiesero dove si stava dirigendo, il ragazzo disse che stava per fare un viaggio fuori da Konoha, mostrando loro una licenza di dieci giorni che aveva chiesto ed ottenuto da uno dei segretari dell'Hokage, che per qualche oscura ragione Toshiro non riusciva a trovare mai nel suo ufficio. Si era aspettato di più dal nuovo Hokage, ma forse il fatto che non si trovasse mai dietro alla sua cattedra poteva essere interpretato come un buon sengo. Forse.
    Ad ogni modo, i due Chuunin si scambiarono uno sguardo a metà tra l'annoiato e l'assonnato, per poi annuire con la testa e riconsegnare la licenza scritta al ragazzo. Il primo ostacolo, se così si poteva chiamare, era stato superato senza problemi. Adesso, prima di incontrare il prossimo, Toshiro avrebbe dovuto affrontare tre o quattro giorni di viaggio. L'ultima volta che era stato a Kagero, poco più di una settimana prima, aveva impiegato appena un giorno per arrivare da Konoha ad Ame e un altro giorno da Ame a Kagero, ma al solo pensiero della stanchezza che aveva provato alla fine del viaggio si disse che mai più, se non per una particolare urgenza, si sarebbe spinto così vicino al suo limite per un semplice viaggio. E questa, per fortuna, non era una di quelle urgenze. Tuttavia non poteva neanche permettersi di perdere troppo tempo, né gli andava di farlo. Dunque aumentò la velocità del passo, finché questo non si trasformò in una sorta di corsa sostenuta. Corse per tutta la mattinata seguendo la strada che da Konoha si dirigeva ad ovest in direzione di Ame, ma quando fu l'ora di pranzo ancora non era neppure arrivato a metà strada con il confine tra il Paese del Fuoco e quello della Pioggia, ma aveva un certo languorino e dunque decise di fermarsi per qualche minuto così da mettere qualcosa sotto i denti. Il resto del viaggio fino a Kagero proseguì come praticamente qualsiasi altro viaggio interterritoriale: corsa quasi ininterrotta finché il cielo non inizia ad imbrunirsi; trovare una locanda in cui passare la notte; dormire; svegliarsi all'alba; ripartire per una nuova giornata di viaggio all'insegna della monotonia e così via per tre lunghi e noiosi giorni.
    Non gli parve quasi vero quando, nel tardo pomeriggio del quarto giorno di viaggio, scorse le mura non troppo alte del villaggio neutrale di Kagero e al di là di esse le prime palazzine, che superavano di gran lunga le mura in fatto di altezza. Prima che fosse abbastanza vicino al portone est del villaggio si adoperò nel "camuffamento" per il quale si era preparato. Si tolse quindi il Coprifronte di dosso, indossando al suo posto il Copricapo con Velo che aveva comprato in occasione della prima missione che aveva svolto insieme a Ryoichi, la prima in cui aveva agito come membro effettivo degli Shugo Rei. Quella volta entrambi avevano fatto ricorso anche alla Henge, ma questa volta Toshiro non voleva rischiare di essere scoperto usando un Jutsu a doppio taglio come quello. Preferiva invece spacciarsi per un disertore in cerca di una compagnia di cui entrare a far parte, e durante il viaggio aveva elaborato un piano che, sebbene da un certo punto di vista potesse essere pericoloso, poteva funzionare.
    Adesso però non era il momento di ripensamenti, ciò che doveva fare era già stato delineato precedentemente e non sarebbe stata una buona scelta quella di rivedere tutto il piano adesso.
    E tu chi saresti? Chiese l'uomo di guardia al portone est quando il ragazzo era sul punto di varcarne la soglia. La sua voce roca era dura, ma non nascondeva bene la stanchezza, o forse la noia, che aveva accumulato durante una giornata di guardia.
    Mi chiamo Shino Niroto. Disse seccamente Toshiro, rispondendo alla domanda dell'uomo sulla quarantina dai capelli prematuramente brizzolati. Questo parve leggermente irritato da quella risposta quando si accorse che il ragazzo non avrebbe aggiunto altro; evidentemente si aspettava di sentire qualcosa di più.
    Aye, molto interessante. E che cosa ti porta nel nostro adorabile villaggio, Shimo Mitoro? Rispose l'altro, sputando la frase in faccia al ragazzo quasi con disprezzo, anche se Toshiro non seppe capire verso che cosa fosse. Inoltre gli parve di intuire che avesse sbagliato di proposito nel ripetere il falso nome con il quale si era presentato.
    I miei affari mi appartengono. Voglio soltanto visitare questa magnifica cittadina. Rispose il ragazzo in tono accondiscendente, o almeno così provò a fare. L'uomo parve per qualche ragione divertito a quella risposta, e gli fece cenno con la testa di passare.
    Non farmene pentire. Gli disse, indirizzandogli un ultimo sguardo prima di tornare alla solita routine.
    Toshiro arrivò dopo circa quindici minuti nella stessa locanda nella quale aveva alloggiato la prima volta che aveva pernottato a Kagero. Che poi era la stessa in cui si era recato lì per catturare e riportare a Konoha quel Jinta del Loto. Ad ogni modo non era troppo lontana dal magazzino nel quale gli Yoi Nakama avevano fatto quella loro riunione, anche se Toshiro era conscio del fatto che quella poteva essere una delle loro basi, vista la loro importanza sul territorio. In ogni caso, una volta affittata la stanza e posata lì parte del suo equipaggiamento, il ragazzo decise che era ora di iniziare la missione vera e propria, e l'avrebbe fatto... Andando a cena. Però voleva recarsi nello stesso locale nel quale uno dei suoi Kage Bushin, quello trasformato nella ragazza adolescente, era riuscita a trovare informazioni su Jinta, scoprendo che il gruppo spesso si riuniva in quel ristorante. Logicamente, non c'era posto migliore in cui cercare i membri dell'organizzazione criminale. Se era il suo giorno fortunato, forse li avrebbe trovati e li avrebbe sentiti parlare di qualcosa riguardante i loro piani, magari dopo qualche boccale di birra di troppo. O semplicemente avrebbe fatto in modo di trovare l'occasione adatta per intromettersi in uno dei loro discorsi. Arrivò nel ristorante pochi minuti dopo. La città sembrava abbastanza tranquilla, ma forse era perché essendo l'ora di cena tutti erano giustamente a mangiare. Addosso aveva ancora il velo a coprirgli il volto, la Katana unica nel suo genere - o quasi, dato che Ryoichi possedeva la sua gemella - e la Borsa con gli accessori e le armi da lancio che conteneva. Aveva lasciato tutto il resto nella stanza, nell'unico armadio che c'era, e poi aveva chiuso a chiave la porta. Nell'ampia sala del locale c'era un bel po' di gente, più di quanta Toshiro si era aspettata di trovare. La sala era prevalentemente riempita con mobilia in quello che sembrava essere legno di castagno, o forse faggio, o forse noce. Quali che fossero gli alberi che erano stati utilizzati per quei mobili, Toshiro si andò a sedere in uno di quei tavoli attaccati al muro, una posizione abbastanza favorevole da consentirgli una buona visuale di tutto il locale ma che non lo lasciasse troppo esposto e soprattutto che non lo rendesse in qualche modo sospettabile. Quando il cameriere arrivò per prendere la sua ordinazione, lo Special Jounin gli chiese una ciotola di Oden e un paio di Onigiri di carne, più un boccale di birra scura. Il ragazzo segnò il tutto sul suo blocchetto di fogli di carta per le ordinazioni e se ne andò verso le cucine. Toshiro quindi unì le mani davanti a sé, poggiando i gomiti sul tavolo di legno scheggiato qui e là, ed iniziò a osservarsi attorno. Per di più all'interno del locale c'erano persone che apparentemente sembravano viaggiatori, esattamente come lui: appartati in qualche angolo, non più di uno o due per tavolo, a mangiare per i fatti propri senza dare più di tanta importanza a ciò che li circondava. Invece due gruppi più numerosi attirarono l'attenzione del ragazzo, che spostò lo sguardo da l'uno all'altro diverse volte, apparentemente in modo distratto, durante l'attesa del cibo. Il primo gruppo, alla sua destra, era formato da tre uomini che discutevano e un ragazzone che a vederlo in faccia non sembrava avere più di una quindicina d'anni, non fosse stato per il suo metro e novanta di altezza e le sua spalle quasi altrettanto larghe. Non gli sembrava di averlo mai visto, altrimenti di sicuro se lo sarebbe ricordato, ma c'era qualcosa nella faccia dell'altro uomo seduto accanto a lui che gli tornava familiare. Degli altri due invece vedeva soltanto le loro schiene e i loro capelli arruffati. Per il momento lasciò perdere e cercò di osservare anche l'altro gruppo. Questo, posizionato dall'altra parte del locale, era composto di soli tre uomini, che però insieme facevano una baldoria a stento sopportabile. Un boccale di birra dopo l'altro e un altro ancora, facevano battute sconce sulla cameriera che li serviva e sulla madre di un certo Ikokku, ridendo sbracati ogni volta che la loro bocca non era occupata dall'alcool o dal cibo. Uno di loro aveva dei lunghi capelli ricci che gli ricadevano sulle spalle e oltre, mentre agli altri due mancavano i capelli che l'altro aveva in eccesso.
    Toshiro distolse lo sguardo, portandolo sul cameriere che gli portava il suo ordine, e dopo averlo ringraziato con un cenno del capo ed un mezzo sorriso, si apprestò a mangiare. Si era quasi portato il primo boccone alla bocca quando si ricordò che aveva ancora il copricapo addosso. Dandosi mentalmente dello stupido, si tolse l'indumento e iniziò a mangiare con calma, mandando ogni tanto degli sguardi verso i due gruppi di uomini. Presto si rese conto che del secondo non riconosceva nessuno neppure sforzandosi, mentre nel primo gruppo c'era quell'uomo dall'aspetto familiare che attirava la sua attenzione, per non parlare dell'armadio ambulante che di certo non passava inosservato. Per il momento però, riportò lo sguardo sul suo piatto e riprese a mangiare, cercando di capire perché il volto di quell'uomo gli fosse familiare. Dove poteva averlo visto? Durante l'ultima missione non aveva incontrato di persona nessuno dell'organizzazione, e per fortuna, visto che aveva avuto l'occasione di seguire Jinta proprio quando loro lo avevano momentaneamente cacciato via. Eppure... Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, realizzò dove aveva visto l'uomo. Non gli sembrava quasi possibile, si trovava a decine e decine di metri di distanza quando l'aveva visto in faccia, ma non poteva essere altrimenti. Sì, doveva essere per forza uno degli uomini con cui Jinta si era recato in quella sorta di magazzino, che in realtà era il rifugio della Yoi Nakama. Se ricordava bene, era lo stesso che aveva aperto il pesante catenaccio in ferro dell'entrata. Istintivamente, i suoi occhi scattarono al volto dell'uomo, che in qualche modo però si dovette accorgere di quel movimento. I loro sguardi si incrociarono per un attimo, prima che Toshiro portasse gli occhi sul didietro di una delle cameriere del locale che stava casualmente passando proprio in linea con la faccia dell'uomo, facendo finta di niente. Non ne fu sicuro, ma gli sembrò di notare un sorrisetto sulle labbra dell'uomo, che spostava il suo sguardo verso i suoi compagni. Mentre Toshiro tornava a guardare il suo piatto, ormai quasi vuoto, con la coda dell'occhio vide che i quattro alzavano i loro boccali sopra il centro del tavolo, mentre spruzzi di birra e vino schizzavano qui e là. Se fino a poco prima Toshiro non aveva distinto le loro parole in mezzo al brusio della sala, adesso le loro parole furono più che chiare.
    A Fujima! Tuonò l'uomo che Toshiro aveva riconosciuto, con espressione allegra e un largo sorriso sul volto.
    A Fujima! Risposero in coro gli altri due, mentre il ragazzone rideva e basta, visibilmente divertito, per poi scolarsi il suo boccale tutto d'un fiato, esattamente come gli altri tre.
    Hai svolto un buon lavoro fin da quando sei qui, e ti sei meritato il tuo posto tra di noi. Riprese l'uomo familiare, con la sua voce profonda e roca, mentre l'altro gruppo sembrava essersi per un attimo zittito. La sua mente iniziò ad elaborare i dati che stava ascoltando, mentre con la coda dell'occhio cercava di osservare i quattro alla sua destra. Quella voce roca l'aveva sentita quando origliava la conversazione nel rifugio dell'organizzazione, ne era più che sicuro, e quel nome Fujima gli tornava familiare, anche quello, ma purtroppo non riusciva a ricollegarlo a nulla di concreto per il momento.
    Dopo diversi altri boccali di birra e vino e altre frasi di compiacimento e di incitazione da parte dei tre più anziani, ai quali il ragazzo rispondeva sorridendo e bevendo dal suo boccale, Toshiro riuscì finalmente a ricordare in che occasione aveva sentito quel nome.
    Vuol dire che non ho intenzione di farmi massacrare da Fujima! Le prime parole di Jinta che Toshiro aveva sentito quando aveva origliato la conversazione, qualche settimana prima. A conti fatti, il Genin non aveva tutti i torti; un piccoletto come lui aveva ben poche speranze contro uno della stazza di Fujima, anche se con il Loto dalla sua parte poteva comunque impensierirlo. Tuttavia sicuramente anche il colosso aveva in serbo un qualche asso nella manica, e di certo Jinta l'aveva intuito. Di punto in bianco, si ricordò delle informazioni che il ragazzino dai capelli cremisi gli aveva fornito durante il loro viaggio di ritorno verso Konoha, e lo Sp. Jounin si maledì per non aver pensato di scrivere tutto da qualche parte. Ad ogni modo, continuò a mangiare ed ascoltare gli altri mentre parlavano, in attesa del momento più propizio per fare la propria mossa. Aveva già in mente un piano, ma per poterlo attuare aveva bisogno di un input, e dovevano per forza essere loro a darglielo e, a quanto pareva, la discussione stava vertendo in una direzione conveniente per Toshiro. Uno dei due che gli davano le spalle infatti, finendo il proprio boccale di birra e sbattendolo con forza sul tavolo, con un rumore che fece temere a chiunque nella sala che fosse andato in frantumi, decise di riprendere la parola, la voce sensibilmente impastata dall'alcool.
    Tu sì che sei un vero compagno, non come quella mezza sega di Jinta!
    Già, quel lurido della Foglia se l'è data a gambe alla prima occasione utile. Ma aspetta che lo incontro di nuovo e...
    Non c'è bisogno di fare minacce al vento, ragazzi. Questa volta fu l'uomo dalla voce roca a parlare, che indubbiamente doveva essere il capo del gruppo, interrompendo a metà la frase dell'altro. Subito dopo il capo riprese parola.
    Dopotutto non era altro che un Genin nel suo villaggio, zero esperienza e zero tituli.
    Già, e poi non avevamo neanche bisogno di lui, ah! Ribatté senza aspettare il secondo uomo, quello biondo, mentre il discorso andava avanti in maniera sempre più interessante.
    Sì che ne avevamo bisogno, idiota, altrimenti non avremmo provato a reclutarlo! Disse di rimando il primo uomo, mollando un pugno sulla spalla all'altro. Il biondo si girò verso il compagno e gli tornò la moneta senza troppi complimenti.
    Smettila, Toni, ha ragione Hari. Ogni tanto anche lui dice qualcosa di sensato. A quella frase tutti si misero a ridere, Hari compreso, e dalle sue labbra uscì la frase che Toshiro stava aspettando.
    Beh allora dovremmo cercare qualcun altro al posto suo no?
    L'avete già trovato. Si intromise fulmineamente Toshiro, senza distogliere lo sguardo dal suo piatto, sentendo gli sguardi dei quattro che indugiavano insistentemente su di lui. Sentì Hari, o forse Toni, aprire un paio di volte la bocca emettendo un suono strano, come se volesse dire qualcosa, ma il primo a parlare fu, come Toshiro si aspettava, il capo.
    Tu dici? E con chi abbiamo l'onore di parlare?
    Con il nuovo membro degli Yoi Nakama. Disse Toshiro di rimando, portando i suoi occhi su quelli dell'uomo. I loro sguardi erano così intensi che Toshiro aveva paura di abbassare involontariamente gli occhi, ma si costrinse a mantenere il contatto visivo, tenendo una faccia seria e decisa.
    Eheheh, guardate un po' che simpaticone. Meglio parlare da qualche altra parte di affari. In privato. Rispose l'uomo dopo quella che sembrò essere un'interminabile attesa. I quattro si alzarono, Hari e Toni mormoravano qualche commento tra di loro, mentre Fujima era come sempre in silenzio. Il capo aveva invece un'espressione distesa, tranquilla.
    Toshiro seguì i quattro fuori dal locale e poi in un vicolo poco lontano. Per strada non c'era nessuno a parte loro, vista l'ora, e sicuramente nessuno li avrebbe disturbati. Un segno di capo, uno sguardo scattante, tutto accadde molto velocemente, ma non abbastanza per prendere Toshiro alla sprovvista. Il braccio con cui Fujima stava provando ad inchiodare Toshiro al muro alle sue spalle si fermò tra le mani dello Special Jounin, che lo bloccò agilmente, se lo fece passare sopra il corpo scivolandogli sotto, facendolo ruotare nelle proprie mani. Nel tempo di un battito di ciglia, Fujima era fuori gioco, con il braccio destro bloccato dietro la schiena, la faccia al muro ed un Kunai puntato alla gola. Il silenzio che ne seguì fu interrotto poco dopo da qualcosa che Toshiro non si sarebbe aspettato mai, un applauso. Girandosi verso la fonte di quel rumore, vide che era il capo ad applaudire.
    Complimenti, non avevo visto mai nessuno reagire ad un attacco di Fujima in questo modo.
    Ci credo, di solito scappano tutti. Disse il biondo all'amico Hari, per poi farsi una risata sbracata. Toshiro mollò velocemente la presa sul colosso, ma era consapevole del fatto che con una muscolatura di quel tipo indubbiamente il ragazzone doveva essersi trattenuto; i suoi ordini dovevano essere altri.
    Passiamo alle cose serie, cosa vuoi da noi, e soprattutto come fai a conoscerci? Chiese l'uomo, tornando più serio di prima.
    Tanto per cominciare non è certo un'organizzazione poi così segreta la vostra, qui da queste parti. Oltretutto sembra che la vostra fama sia arrivata fino a Konoha. Disse il ragazzo, lasciando che una breve pausa di suspence si intromettesse nella sua risposta, per poi continuare: Quel ragazzino di cui parlavate poco fa, quel Jinta della Foglia, diciamo che ho fatto un incontro con lui poco dopo che era scappato verso Konoha, troppo impaurito da voi per poter continuare a stare nell'organizzazione.
    Non hai risposto alla mia prima domanda.
    Cosa voglio dici? Ma mi sembra ovvio! Quello che vuole qualsiasi mercenario come me: soldi, potere e, soprattutto, ancora soldi. Disse Toshiro, continuando con una risata quasi di scherno in faccia all'interlocutore. Credette però di essersi spinto un po' troppo oltre, la parte dello sbruffone orgoglioso e senza scrupoli non gli era mai piaciuta, e interpretarla non era certo una cosa di poco conto. Ad ogni modo però, forse per fortuna, la risposta parve funzionare, perché sulla faccia dell'uomo dalla voce roca si disegnò un ghigno divertito, che presto si trasmise anche agli altri membri, escluso come sempre lo statuario Fujima, che ancora studiava il ragazzo che lo aveva messo al muro con tanta facilità. Anche se probabilmente non aveva approcciato Toshiro seriamente, forse era rimasto comunque sorpreso dalla sua reazione.
    Non so praticamente niente di te ma già mi piaci, ragazzo. Disse l'uomo dopo un po', poggiando una mano sulla spalla dello Special Jounin. Forse ce la stava facendo veramente, stava per infiltrarsi nell'organizzazione Mukenin. Questo gli avrebbe indubbiamente permesso di raccogliere molte più informazioni del normale, e soprattutto gli avrebbe permesso di conoscere meglio i Mukenin che presto avrebbe dovuto affrontare faccia a faccia. Se fosse riuscito a conoscere i propri nemici e avesse passato le informazioni anche al compagno Shugo Rei che lo avrebbe accompagnato per la prossima spedizione a Kagero, le cose sarebbero certo andate a loro favore. Ormai si sentiva così vicino alla meta che quasi gli venne voglia di urlare dalla gioia, ma si trattenne con forza. Dipendeva da lui la fine degli Yoi Nakama, e da lui soltanto in questo momento, perché di certo Konoha non si sarebbe smossa per un villaggio neutrale come quello di Kagero, per di più così vicino alle Terre di Nessuno, quando aveva per i propri Shinobi altri compiti da svolgere. Toshiro però era venuto a conoscenza dell'organizzazione Mukenin e non aveva la minima intenzione di lasciarla a piede libero, non consapevolmente di certo.

    Si svegliò il giorno dopo nella sua stanza, circa tre ore prima di mezzogiorno, e dopo essersi dato una sciacquata iniziò a prepararsi. L'uomo dalla voce roca gli aveva dato appuntamento per la mattina nella piazza vicina al loro deposito, anche se questo non l'aveva specificato, per vedere se prenderlo o meno nel loro gruppo. E per tenerlo d'occhio ovviamente, anche se non aveva specificato neppure questo. Ad ogni modo, Toshiro si fece trovare al posto dell'appuntamento all'orario stabilito, e insieme agli altri quattro della sera prima entrarono nel magazzino. Adesso, con le luci accese, Toshiro si accorse che quelli che la prima volta gli erano sembrati scatoloni di ignota natura contenevano merce di qualsivoglia specie, tra armi di vario tipo, piantine con foglie dalla forma insolita e un mucchio di altre cianfrusaglie, resti probabilmente di qualche rapina. Inoltre in un angolo erano sistemati dei grossi macchinari la cui funzione Toshiro poteva soltanto provare ad intuire. Era evidente che la loro principale attività era però il contrabbando.
    Bene, adesso penso che sia il momento per presentarci come si deve. Ieri hai avuto modo di conoscerci a grandi linee e viceversa, ma è ora che noi sappiamo qualcosa di più su di te. Esordì il capo quando arrivarono nello scantinato. Era una stanza abbastanza umida per essere in una zona così vicina ai territori desertici di Suna, e arredata in modo discretamente spartano. Gli unici elementi che non fossero muri con tanto di infiltrazioni d'acqua erano delle rastrelliere sulle quali erano state sistemate diverse armi. Una lancia di quasi due metri, una coppia di Katane dalla lama completamente retta, un grosso martello chiodato e per finire una coppia di Sai, senza contare poi ovviamente tutte le armi minori come Kunai, Shuriken o Tanto, e ancora diverse protezioni per il corpo come parabraccia, elmetti, e armature di vario genere. Evidentemente quella era la loro arena di combattimento, vista anche l'estensione della stanza, che si aggirava intorno ai centocinquanta metri quadri, ad una prima occhiata.
    Immagino che vogliate sapere come mi chiamo, da dove vengo e bla bla bla, vero? Beh allora mi chiamo Noshima Furai e come avete capito sono un ex Shinobi di Konoha. Rispose Toshiro mantenendo quel tono strafottente che ormai caratterizzava il personaggio che aveva creato. Gli altri parvero essere soddisfatti da quella risposta, e dalle loro espressioni facciali si capiva che forse avevano iniziato ad abituarsi a quell'atteggiamento.
    Capisco. Intuisco dal tuo modo di fare che non dirai altro prima che noi non facciamo lo stesso, e visto che non mi va di perdere tempo... Conosci già i nomi di Toni e Hari, e ovviamente anche quello del buon Fujima. Disse l'uomo, mentre i primi due annuivano in segno di approvazione. Il ragazzone, come sempre, restava impassibile.
    Il mio nome invece te lo dirò dopo che avrai superato la nostra prova d'ingresso. Fujima, a te la "parola" adesso. A quelle parole Toshiro rimase leggermente spiazzato, e anche se si aspettava di dover affrontare anche lui quella stessa prova cui volevano sottoporre Jinta, non pensava che gliela facessero fare così presto. Probabilmente avevano un urgente bisogno di un nuovo membro per l'organizzazione. Non che ci fosse da pensare il contrario visto che volevano reclutare Jinta. Pensò tra sé il ragazzo, anche se doveva ammettere che quel ragazzino aveva mostrato tenacia, per quei pochi secondi di combattimento. Fujima nel frattempo si stava dirigendo verso la rastrelliera, intento ad afferrare la sua arma preferita, che indubbiamente era il martello chiodato.
    Un combattimento di prima mattina? Non mi pare il massimo. Se proprio volete testare le mie capacità e la mia affidabilità allora posso proporvi un'alternativa. Adesso che aveva ottenuto la loro totale attenzione e aveva suscitato in loro una certa curiosità, Toshiro continuò con la sua proposta, che era la fase finale del piano. Aveva sperato di poter raccogliere qualche informazione in più sui componenti dell'organizzazione, ma questa volta Fujima avrebbe sicuramente mostrato la sua vera forza, e se da un lato questo gli garantiva una buona conoscenza su quel soggetto, dall'altro lato garantiva a tutti gli altri una buona conoscenza su di lui, cosa che non poteva permettere.
    Che ne dite se vi riportassi quella mezza sega di Jinta? Disse Toshiro in tono sicuro, aspettandosi già la risposta di Hari, che non tardò ad arrivare.
    Cosa ce ne facciamo di quella nullità?
    Cosa ne ve fate? Semplice, lo rendete un simbolo. Un simbolo di rispetto e di timore verso gli Yoi Nakama. La risposta uscì prontamente dalla bocca del ragazzo, che aveva ripassato le sue argomentazioni poco prima di incontrare i quattro. Questi ultimi però adesso aspettavano che lui continuasse il discorso. E lui li accontentò senza esitare.
    Non è certo un vanto per voi che un misero Genin di Konoha possa avervi raggirato con tanta facilità. Come sono venuto a sapere io della vostra esistenza, allo stesso modo Jinta può aver spifferato tutto alla polizia di Konoha. Ho sentito che certa gente fa di tutto pur di non farsi mettere in prigione. Ma evidentemente non deve essere bastato, perché a quanto pare l'Hokage ha deciso di rinchiuderlo comunque per dargli il buon esempio. Quello che propongo io è questo: che siate voi a fare di lui un buon esempio, in modo tale che un episodio del genere non possa ripetersi mai. I quattro sembrarono colpiti da quelle parole, tanto che soltanto dopo una breve pausa di riflessione tutti si girarono verso il capo, che non aveva mai staccato gli occhi di dosso a Toshiro.
    Sì, tu mi piaci Furai. E sia, portaci qui Jinta, noi gli prepareremo una bella festa di benvenuto. A quella frase Toni e Hari si misero a ridere sommessamente, mentre Fujima sembrava deluso. A quanto pareva aveva veramente voglia di sfidare Toshiro. Presto avrai la tua occasione, non disperare. Si disse Toshiro, pensando già al momento del loro prossimo incontro, che probabilmente avrebbe dettato la fine di tutti loro.
    Allora è deciso, ci rivediamo tra qualche tempo per la mia vera prova d'ingresso. Quando sarà il momento mi farò trovare io. Concluse Toshiro, mentre voltava le spalle a tutti e se ne andava dallo scantinato. Avendo previsto che entro la giornata sarebbe finita così, aveva già pagato la locanda in cui aveva soggiornato e aveva preso tutto il proprio equipaggiamento, dunque il suo viaggio di ritorno a Konoha iniziò subito. Non vedeva l'ora di togliersi quel maledetto velo che gli copriva il volto, e quando arrivò fuori da Kagero e si allontanò di qualche chilometro assicurandosi che nessuno lo avesse seguito, fu per lui un sollievo tornare a respirare liberamente, a non avere più la faccia coperta. Durante il viaggio, quando ebbe un po' di tempo per riposare in una delle tante locande lungo il tragitto, ne approfittò per scrivere un piccolo diario su ciò che sapeva riguardo agli Yoi Nakama, per non rischiare soprattutto di dimenticare qualcosa prima di arrivare a casa.
    CITAZIONE
    Numero membri: quattro.

    Nome capo: sconosciuto.
    Caratteristiche: fisico robusto, voce roca e comportamento stranamente bonario. Probabilmente nel corpo a corpo usa due Katane.

    Nome membro n.1: Fujima.
    Caratteristiche: fisico molto possente e muscoloso, non parla mai e si esprime poco anche gestualmente. Nel combattimento corpo a corpo utilizza il martello chiodato.

    Nome membro n.2: Hari.
    Caratteristiche: fisico nella norma, capelli scuri ricci e notevolmente tardo di mente. Impulsivo nel parlare e probabilmente anche nell'agire. Combatte probabilmente con la lancia o con i Sai.

    Nome membro n.3: Toni.
    Caratteristiche: fisico nella norma, capelli biondi e abbastanza sveglio rispetto al compagno Hari. Combatte probabilmente con i Sai o con la lancia.

    Quartier Generale situato nella zona nord est di Kagero, vicino alla piazza con la fontana e la quercia e poco distante dal quartiere povero del villaggio. All'interno vi sono varie merci di contrabbando, da armi a droga, e una piccola arena di addestramento per i membri dell'organizzazione.
    A quanto pare il quinto membro dell'organizzazione non esiste, ma lo stanno cercando strenuamente. Sospetto che abbiamo tra le mani un affare importante che non vogliono farsi sfuggire.

    Chakra: 160
    Stato Mentale: Pensieroso.
    Stato Fisico: Buono.
    Equipaggiamento
    Borsa
    Accessori:
    - Fili Metallici 30 metri
    - Accendino
    - Radiolina
    - Veleno Debole 2 dosi
    Armi da Lancio:
    - Kunai 8
    - Shuriken 16
    - Cartebomba 3
    - Palle di Luce 2
    Fodero Minore x2 - Posizionati orizzontalmente alla base della schiena
    - Wakizashi x2
    Fodero
    - La Settima
    Tasca Supplementare
    - Palle Bomba 4
    Abbigliamento Ninja
    - Coprifronte Konoha
    - Pesi Specializzazione Taijutsu
    - Pesi Maggiori
    - Parastinchi
    - Gomitiere
    - Copricapo con Velo


    Edited by Darth Eragon - 14/11/2012, 23:26
     
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    - Ti consiglio vivamente (per evitare che si tramuti in un errore verde xD) di mettere un colore al parlato e al pensato, con 'sta skin lasciarli così come li hai ora è un po' una rottura.
    - Ormai tutto bevono birra piuttosto che sakè...
    -
    CITAZIONE
    [Cosa voglio dici? Ma mi sembra ovvio! Quello che vuole qualsiasi mercenario come me: soldi, potere e, soprattutto, ancora soldi.

    Io personalmente ci avrei aggiunto anche le donne, giusto per essere più credibile xD
    - "Piantine dalla forma insolita"... :monkey19:



    Non ho un contatore a mia disposizione però mi sembra che la missione sia alquanto cortina, ciò nonostante si legge veramente bene e tolte quell annotazioni sopracitate per me è svolta egregiamente, non nego però che nell'ultimissima parte si intuisce già cosa farà il tuo compagno di missione e che Hari usa la lancia mentre Toni i sai.
    Aggiungiti la C e 280 Ryo.
     
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2 replies since 4/9/2012, 11:29   83 views
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