Missione Kotaro Sasaki & Sora Darima

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  1. Darth Eragon
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    Missione Kotaro Sasaki & Sora Darima
    Missione a Servizio di:Sunagakure No Sato
    Livello:D
    Esecutori della Missione:Kotaro Sasaki & Sora Darima
    Luogo d'Incontro:Cancello sud di Sunagakure no Sato
    Appuntamento Ore:12.00
    Sembra che nottetempo scompaiano dei capi di bestiame dalle mandrie di passaggio in una valle a nord di Juugu. Si sospetta che alcuni balordi approfittino della notte per arraffare quanti più animali possono per poi rivenderli in città come Atsumi ed Hokahoka dove la carne è sempre ricercata.
    Vogliamo che questo traffico finisca, trovate l’accampamento di questi banditi e obbligateli a fermare il traffico che sta danneggiando gli affari dei venditori della zona.
    Buon lavoro.

    Inizia Eneru.
     
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  2. Eneru
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    Stavo tranquillamente sonnecchiando nel mio posto preferito dove non vi veniva anima viva, visto che si trovava lontano dalle vie per raggiungere il centro di Suna, ed era un posto che lo conoscevano in pochi, per lo più era uno spiazzo ricoperto di un soffice manto erboso che mi faceva sia da cuscino che da letto, insomma era un posto perfetto per i miei frequenti pisolini. Adoro questo posto!. Stavo sonnecchiando beatamente quando sentì qualcosa pizzicarmi sui fianchi e sulla pancia. D'istinto cominciai a menare colpi con la mano destra credendo che si trattasse di un animale o qualcosa del genere, ma senza successo. Maledetta bestia, perchè mi scocci! . Fui costretto a svegliarmi e quello che vidi non era propriamente un animale o un'insetto, cosa che avrei preferito, ma un simpatico ragazzino di sette anni circa, che, con voce maledettamente stridula, mi chiese se potevo giocare con lui. Detto ciò mi girai su di un fianco e tornai a dormire beatamente. Il bambino continuò a rompermi le scatole, costringendomi a giocare con lui. Ora bas... Non riuscii a finire la frase che il rompiscatole mi interruppe dicendo: Vedo che sei un ninja... perchè non sei a fare una missione come tutti gli altri ?. Disse indicando il mio coprifronte. Mi alzai, guardai attentamente il ragazzino negli occhi con uno sguardo minaccioso, e all'improvviso scattai verso casa mia; quel ragazzino mi aveva fatto ricordare della mia missione, scritta sul rotolo, che mi dette ieri il Kazegage, e che lasciai sopra il tavolo di casa mia, ignaro di cosa c'era scritto. Maledetta pigrizia... menomale me lo ha fatto ricordare il bambino, o se no ero totalmente nei pasticci. Dopo dieci minuti di corsa arrivai davanti alla porta di casa mia, sudato e affaticato. Finalmente sono arrivato... Aprii la porta, presi il rotolo e lo aprii. Nella pergamene c'era scritto:


    CODICE
    Missione a Servizio di:Sunagakure No Sato
    Livello:D
    Esecutori della Missione:Kotaro Sasaki & Sora Darima
    Luogo d'Incontro:Cancello sud di Sunagakure no Sato
    Appuntamento Ore:12.00
    Sembra che nottetempo scompaiano dei capi di bestiame dalle mandrie di passaggio in una valle a nord di Juugu. Si sospetta che alcuni balordi approfittino della notte per arraffare quanti più animali possono per poi rivenderli in città come Atsumi ed Hokahoka dove la carne è sempre ricercata.
    Vogliamo che questo traffico finisca, trovate l’accampamento di questi banditi e obbligateli a fermare il traffico che sta danneggiando gli affari dei venditori della zona.
    Buon lavoro.



    Che cosa ?! Sora Darima sarà il mio compagno ?.... Sora Darima: uno shinobi che incontrai in un'arena due settimane fà, ci sfidammo e purtroppo non vinsi, ma non persi neanche, ci fu solo un pareggio. Non lo sopportavo, ma dovevo dire che era un ottimo ninja, dalle straordinarie capacità. la mia missione si trattava di scovare alcuni banditi che facevano alcuni traffici illegali, nelle zone a nord di Juugu. Io e Sora ci dovevamo incontrare al cancello sud del villaggio, alle dodici in punto. Il mio sguardo si spostò dal rotolo all'orologio. Undici e trentacinque. Se parto subito correndo, ci sta che arrivi là, con un leggero ritardo. Così posai la pergamena, e "scappai " di casa, per dirigermi verso il posto stabilito. Dodici e cinque, fu questo l'orario quando finalmente arrivai al cancello ansimante. Ero in ritardo, colpa della mia pigrizia.


    Stato Mentale: Affaticato
    Stato Fisico: Ottimale
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    La donna Bruna con lo chignon mi aveva consegnato il rotolo su cui era vergata la mia prima missione. Senza dire altro alla giovane collaboratrice del Kage me ne ero voltato per andare via. A passo svelto mi ero portato fino al portone della struttura dove prima di uscire avevo lanciato uno sguardo verso il cielo. Dalla posizione del sole potevo dire che oramai erano circa le dieci di mattina. Infatti, il sole mattutino si stava lentamente spostando verso l'apice della sua ascesa. Una volta uscito, sotto l'ombra del palazzo del Kage, avevo deciso che aspettare ed immaginare il contenuto della missione era inutile. Dopo aver guardato l'ora su di un grande orologio appeso all'esterno di un edificio, erano le dieci di mattina come avevo capito dall'astro luminoso, avevo deciso di aprire la missiva per leggere tra me e me cosa mi aspettava di li a poco. Con mani ferme avevo staccato il sigillo di ceralacca vermiglio su cui era inciso il simbolo di Suna. Poche righe, vergate in una calligrafia accurata e perfezionista. Un messaggio del Kazekage. La missione che dovevo affrontare era abbastanza semplice per alcuni versi ma abbastanza complessa per molti altri. Ora, però, non era il momento di pensare a come risolvere la situazione, infatti, nel compito dovevo essere affiancato ad un'altro Ninja. L'incontro con il mio compagno era fissato per il giorno seguente alle dodici in punto. Quel nome l'avevo già sentito. Certo Kotaro Sasaki, era lui, lo Shinobi contro cui avevo combattuto in un'Arena neanche neanche due settimane fa. Era un ottimo Ninja con del potenziale ma abbastanza grezzo, ma infondo, lo erano tutti all'inizio. Dopo aver riletto un paio di volte il testo sul rotolo mi ero deciso ad andare a casa per prepararmi alla mia prima missione ed all'attraversata del deserto. Non ero uno sprovveduto che attraversava il deserto per la prima volta, il deserto era, per me, la mia seconda casa. Ma questa era la prima volta che dovevo passare tre o quattro giorni in compagnia di un'altro ragazzo, quasi sconosciuto, nell'impervio deserto. La lista delle cose che mi occorrevano era lunga ma in casa avevo tutto ciò che serviva. Una grande borraccia da riempire con acqua che poteva bastare per almeno due giorni, il deserto non era sempre caritatevole con i viaggiatori, e scorte di cibo in abbondanza. Gallette, carne secca, cibi in scatola a lunga conservazione e pure qualcosa di fresco da consumare i primi giorni. Oltre le scorte avevo preso anche una tenda da campo isolante per i momenti più caldi o più freddi del giorno e vari ricambi d'abito. Il tutto era stato stipato in una grande sacca beige che conservavo per i miei viaggi. Avevo passato tutta la notte a prepararmi per il viaggio inserendo nello zaino anche un paio di libri. La mattina seguente, dopo una nottata del tutto insonne, mi ero preparato ad attraversare tutta la città fino ad arrivare al punto d'incontro. Ero un bel pò d'anticipo, infatti, ero uscito di casa alle dieci di mattina ed a passo lento e ritmico avevo impiegato un ora per attraversare sulla strada principale tutto il villaggio. Una volta arrivato nel luogo d'incontro mi ero messo ad aspettare pazientemente l'arrivo del mio compagno stando in piedi al centro della piccola piazza che si apriva dinanzi al portone sorvegliato da due Shinobi. Dopo poco più di un ora di attesa l'avevo visto arrivare. I capelli castani che coprivano uno dei suoi occhi. Il mio compagno era arrivato. Senza attendere oltre avevo cominciato a parlare con voce calma in direzione del giovane uomo.
    Yo... Avevo detto mentre con un braccio cercavo di attirare lo sguardo del ragazzo appena entrato nella piazza del portone. Kotaro, sei pronto per partire? Per prima cosa io direi di premunirci di un mezzo di trasporto, due cammelli possono essere perfetti per l'occasione.
    Dopo aver detto questo mi ero messo in ascolto di una possibile risposta da parte del mio alleato.

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    Edited by Lord ‚-‚ - 12/2/2013, 21:13
     
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  4. Eneru
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    Giunto al posto prefissato, intravedi un ragazzo basso, con una strana cosa dietro la schiena, muovere il braccio verso la mia direzione; si trattava del mio compagno. Dunque la mia prima missione era finalmente iniziata, non c'era spazio per la paura, se facevo un errore, poteva costarmi il giusto svolgimento della missione, e in questi tipi di missioni, che riguardavano di fermare alcuni malviventi, poteva costarmi anche la vita. Ci conveniva pensare a cosa fare una volta arrivati al paesino, ma prima dovevamo trovare un mezzo con cui andarci, e penso anche Sora abbia pensato a questo, poichè disse che era meglio procurarci due mezzi di trasporto, e suggerì di trovare due cammelli. Erano perfetti per attraversare il pericoloso deserto di Suna. Annuì, sorridendo anche, e tra l'altro gli avrei dato un amichevole pacca sulle spalle, dicendo: Sono d'accordo con te, qui vicino ho un amico che vende cammelli. Dissi sbadigliando rumorosamente. Seguimi. Conclusi facendo un cenno con la mano, invitandolo a seguirmi. Ormai la mia stanchezza era completamente scomparsa, ma a suo posto, ritornò regnando la mia pigrizia. Se non fosse stato per la missione, mi sarei messo da qualche parte a dormire. Che noia. Pensai sbuffando. Dopo due-tre minuti che uscii da un vicolo stretto e buio, vidi Morumasa seduto su una sedia di legno con la stessa espressione di un uccello a cui viene negata la libertà. Accanto a lui c'erano cinque cammelli, e a ciascuno di loro, le briglie erano attaccati ai ceppi d'alberi. Questi cammelli li aveva ereditati dal padre e, molto probabilmente, se non fosse nato in una famiglia di venditori di cammelli, ora non avrebbe quel viso stanco e annoiato, vittima di anni vissuti in solitudine su quella sedia di legno. Salve. esordì io. Ehilà Kotaro. Replicò il commerciante. Da tempo la sua attività andava male ed io gli facevo pubblicità, quando non avevo niente da fare, per questo ero considerato l'unico amico del povero Morumasa. Vogliamo noleggiare due cammelli per un viaggio. Morumasa si alzò, slegò le briglie a due cammelli, e li portò davanti a noi. Per voi cento ryu. Sicuro che mi hai fatto uno sconto ?. Domandai un pò perplesso. Non devi farle neppure queste domande, questi cammelli sarebbero ad un alto prezzo, ma per te ho fatto uno sconto, non ti fidi più di me ?. Rispose un po' offeso il commerciante. Mai dubitato, era solo per scherzare. Dissi con un tono amichevole prendendo il mio cammello e pagando Morumasa. Successivamente lo salutai e mi diressi verso al cancello Sud di Suna, pronto per iniziare il mio viaggio.



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    Avevo terminato di parlare al mio compagno di missione con voce neutra guardandolo. Questo, per tutta risposta aveva annuito prima di darmi un'amichevole pacca sulle spalle. Amichevole di certo per lui. Infatti, io non ero abituato al contatto umano e quel gesto mi era sembrato effettivamente molto strano. Quando questo aveva cominciato a parlare a sua volta mi ero fermato a guardarlo con la faccia un pò stranita. Non capivo il perché del suo gesto ma mentre rimuginavo questo mi aveva invitato a seguirlo verso un suo amico che affittava cammelli. Senza pensarci su avevo espresso il mio assenso con un'esclamazione semplice e monocorde.
    Ok...
    Dopo aver parlato mi ero messo a seguire il mio compagno mentre continuavo a pensare. Probabilmente Kotaro aveva passato tutta la sua vita a Suna e nel villaggio aveva amici e parenti su cui contare. Ma io neanche a Satetsu ero mai riuscito ad integrarmi e restavo sempre rilegato da solo nei miei pensieri. Ed ora nella capitale la situazione non era migliorata. Ero ancora solo. Anche se la mia solitudine era ben diversa da quella degli altri. La mia solitudine non poteva neanche definirsi tale.
    Ahuahuahuahua!
    Così avevo lasciato il demone alle sue faccende mentre ancora rideva in sottofondo e dopo un paio di minuti eravamo arrivati a destinazione. Un ragazzo, circa della stessa età del mio compagno, dall'aspetto aquilino stava seduto su una sedia con aria svogliata mentre cinque cammelli legati a dei ceppi d'alberi. Mi ero fatto un pò da parte mentre lasciavo i due ragazzi parlare tra di loro. Quando finalmente Kotaro aveva afferrato le briglie del suo cammello dalla mia sacca avevo estratto il caratteristico portafoglio a rospo da cui avevo recuperato cento ryo. Subito mi ero portato accanto al mio compagno prima di prendere le briglie di un cammello color caramello chiaro e consegnando i ryo allo stalliere. Subito dopo, quando oramai non aveva più senso restare li, avevo cominciato a parlare al ragazzo dal volto aquilino.
    Grazie mille... Ma ora dobbiamo andare. Seguimi Kotaro! Avevo detto rivolgendomi prima al commerciante poi al mio compagno. Dai mettiamoci in moto. Durante il viaggio parleremo su come affrontare la missione.
    Dopo aver detto ciò avevo assicurato la mia borsa sul cammello già sellato prima di condurlo all'esterno delle mura del villaggio. Prima di uscire dalle mura protettive della sabbia avevo dovuto chiedere il permesso ai Ninja di guardia al portone che mi avevano invitato a firmare su di un foglio senza fare domande. Quando anche il mio compagno aveva firmato all'esterno delle mura avevo fatto accovacciare il mio cammello per poter salire su di lui. Queste in cui ci stavamo addentrando erano le ore più calde del giorno. Così mi ero coperto il capo con il cappuccio mentre coprendomi con una mano dal sole guardavo l'orizzonte. Dopo cinque o forse dieci minuti mi ero voltato verso il mio compagno per parlargli con voce serena e calcolatrice.
    Kotaro... Avevo detto richiamando la sua attenzione. Secondo me ci conviene cominciare a parlare della missione. Per me, la cosa più importante che possiamo fare ora è arrivare alla valle al più presto possibile per raccogliere informazioni e poter preparare una sorpresa per i banditi. Se non hai nulla in contrario io direi di sbrigarci. Per ora però facciamo qualche chilometro poi fermiamoci a pranzare. In queste ore non è consigliabile viaggiare ma meglio cominciare a muoverci che fermarci nel villaggio.
    Avevo terminato di parlare aspettando un'eventuale risposta da parte del mio compagno mentre continuavo a camminare per il deserto sul mio destriero.

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    Edited by Lord ‚-‚ - 16/2/2013, 13:22
     
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  6. Eneru
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    Ascoltai il mio compagno chiedere il permesso di uscire, ai due ninja di guardia al cancello, e dopo che lui firmò su un foglio, firmai anch'io, dando ufficialmente inizio alla missione. Salimmo sui nostri cammelli e con un passo molto lento uscimmo dalle porte di suna per dirigerci verso la vallata. Il caldo era asfissiante, e muoverci in pieno sole era da pazzi, sopratutto per me che non portai un capello o qualcosa del genere per coprirmi la testa. Appena mi pulii il sudore che scendeva lungo il mio viso con l'orlo della maglietta, me la tolsi e me lo legai intorno alla testa. Sembravo stupido ma se volevo coprirmi dal sole, lo dovevo fare. Che noiaa... e che caldo.... Mi lamentai alzando lo sguardo verso il cielo, osservando le bellissime nuvole, che fluttuavano nel cielo. Dopo una decina di minuti Sora si voltò chiamandomi. Ero un pò stordito e facevo fatica sia a parlare che ad ascoltare. Secondo me ci conviene cominciare a parlare della missione. Per me, la cosa più importante che possiamo fare ora è arrivare alla valle al più presto possibile per raccogliere informazioni e poter preparare una sorpresa per i banditi. Se non hai nulla in contrario io direi di sbrigarci. Per ora però facciamo qualche chilometro poi fermiamoci a pranzare. In queste ore non è consigliabile viaggiare ma meglio cominciare a muoverci che fermarci nel villaggio. Sgranai gli occhi un paio di volte. Come dici ? sì, sono d'accordo con te, appena arriviamo al posto chiediamo in giro se sanno qualcosa di questi furti, e a proposito di mangiare, ti avverto che non ho niente. Dissi guardandolo con un aria un pò imbarazzata. Sono uscito di fretta da casa e ho preso solo una borraccia, quindi se non ti dispiace dividere il pranzo con me..... . Voglio scendere, mi fa male il sedere. Ma non volevo solo scendere per sgranchirmi un pò le gambe, volevo anche dormire; non riuscivo a tenere gli occhi aperti, e per tenermi sveglio, durante il tragitto, mi detti alcuni pizzicotti. Su.. svegliati non è purtroppo l'ora di fare un bel pisolino.


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    Edited by Eneru - 18/2/2013, 13:49
     
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    A quanto pareva il mio compagno era un mezzo sprovveduto. Nessuno si arrischiava mai a viaggiare per il deserto senza aver un ottimo equipaggiamento. Se non aveva portato del cibo non pensavo che si era portato appresso neanche una tenda per ripararsi dal sole o dal vento gelido quando ci fermavamo. Per fortuna la mia attrezzatura era abbastanza ampia da contenere due persone. Ma la vicinanza che si poteva venire a creare tra me ed il mio compagno di missione non mi metteva a mio agio. Era circa la mezza quando avevamo finito di parlare tra di noi. Sapevo che c'era un'oasi a circa un ora di distanza dalla porta Sud del villaggio. Infondo, avevo provato ad esplorare i dintorni del villaggio pur di non starmene da solo ad oziare. Seppur accaldato Kotaro doveva resistere per un oretta, forse anche meno grazie ai cammelli che ci scortavano. Ora che tutto era stato messo in chiaro avevo spronato il mio cammello ad aumentare il ritmo dei suoi passi. Speravo vivamente che il mio compagno mi seguisse mantenendo il mio stesso passo. Perdersi nel deserto nelle sue condizioni non era piacevole. Anche se a poche decine di metri dal villaggio. In silenzio sotto il sole del deserto il tempo sembrava passare al rallentatore. Ed anche cercare di scoprire quanto tempo era passato era arduo. Il sole sembrava bruciare molto più del solito. Così dopo che, per me, erano passate più ore del dovuto e la borraccia era stata presa per bere un paio di volte all'orizzonte era apparsa l'oasi tanto aspettata. Un ultimo colpo al cammello per farlo velocizzare per riuscire ad arrivare all'oasi in meno tempo. Quando finalmente ero arrivato ai margini dell'oasi. La piccola pozza d'acqua si ritagliava un posto tutto suo nel deserto contornata da due alte palme da dattero. Così mi ero voltato per guardare Kotaro che mi doveva aver seguito prima di parlare.
    Ok... Avevo detto mentre facevo fermare il cammello. Fermiamoci qui a pranzare per poi ripartire tra un paio d'orette.
    Quando avevo finito di parlare avevo smontato dal cammello che si era accomodato come in attesa di essere cavalcato lontano dall'acqua. La prima cosa da fare era abbeverarci e riempire le riserve d'acqua. Seppur ne avevo utilizzata poca era meglio esser sempre pieni. Quando avevo terminato con la pozza mi ero allontanato per cominciare a sistemare la tenda.
    Kotaro, vedi quei grappoli in cima alla palma? Sono dei datteri... Avevo detto indicando i frutti a grappolo. Che ne dici di raccoglierne qualcuno mentre io sistemo la tenda?
    Senza attendere una risposta precisa avevo tirato fuori dal mio borsone i due piccoli paletti estendibili ed il telo isolante che servivano per costruire la tenda. Bisognava accogliere i frutti del deserto quando era generoso. Non si poteva mai sapere se quella era l'ultima oasi che potevamo incontrare. Oltre quel punto personalmente non mi ero mai spinto. Così, dopo un paio di minuti la tenda era stata montata a pochi metri dalla pozza d'acqua. Quando Kotaro, se era andato a raccogliere i datteri, poi tornava avrebbe trovato la tenda pronta per accoglierci mentre io raccoglievo dallo zaino alcune provviste. Formaggio, salumi e pane. Una piccola scorta di cibo non in scatola o secco per i primi pasti. Ma dividerlo non era un gran problema. O almeno non lo era per la mia parte razionale del cervello.
    Lascia morire questo sprovveduto... Lascialo a se stesso in pasto al deserto. O meglio ammazzalo tu... Ahuahuahuahua!

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    Edited by Lord ‚-‚ - 18/2/2013, 17:21
     
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  8. Eneru
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    narrato, parlato, pensato, parlato altri, parlato Sora


    Dopo qualche ore di cammino, in lontananza vidi un'oasi. Era un ottimo posto in cui far riposare il mio cammello, anche quello di Sora logicamente, ed era un ottimo punto in cui potevo riempire la mia borraccia, ormai vuota; con questo caldo mi era venuta molta sete. Anche il mio compagno vide la pozza, e senza perdere tempo aumentò la velocità del suo cammello, dando a quest'ultimo un colpetto al busto. Per non rimanere indietro feci la stessa cosa. Arrivati alle sponde della sorgente d'acqua, Sora fermò il suo mammifero, e mi disse: Fermiamoci qui a pranzare per poi ripartire tra un paio d'orette. A sentire quelle parole mi vennero le lacrime agli occhi, finalmente potevo scendere e riposare in questo vasto deserto, dove, almeno nelle nostre parti, non c'era un'anima viva, ovviamente tranne noi. Lentamente scesi dal cammello, con il sorriso stampato sulla faccia, e con un leggero schiaffo al didietro del cammello, lo invitai a seguire il suo simile, che si era portato lontano dall'acqua. Dopodichè slegai la maglietta intorno alla testa e la indossai. Riempii la mia borraccia con il mio compagno. Appena finimmo Sora mi dette un lavoretto da fare. Kotaro, vedi quei grappoli in cima alla palma? Sono dei datteri... Disse indicandomeli. Che ne dici di raccoglierne qualcuno mentre io sistemo la tenda?. Pf... va bene. Dissi con un tono un pò scocciato; volevo mangiare subito così potevo alla fine dormire, comunque, se volevo stare sotto la tenda dovevo assecondarlo per un pò. Mi portai davanti alla palma. Era molto alta, circa quattro metri . Mi tocca arrampicarmi. Pensai grattandomi la testa. Mi tolsi di nuovo la maglietta e la distesi a terra, ai piedi della pianta. Con un grosso balzo, abbracciai la palma, e andando su, pian piano, arrivai in cima. Tenendomi saldamente, con una mano afferrai via via i grappoli e li lasciai cadere per terra, mirando la maglietta che lasciai distesa sulla sabbia . Non appena finii, a piccoli tratti scesi dalla pianta tropicale. Presi la maglietta con all'interno i datteri. Ora che ci penso potevo usare il controllo del chakra.... . Andai da Sora, il quale finì di montare la tenda. Eccoli ! . Gli dissi mostrando i frutti. Io comincio a mangiarli.. Mi lasciai cadere pesantemente a terra, e seduto sulla sabbia mangiai i datteri. Buoni... Finito di mangiare, mi riposai. Dopo due ore mi alzai. Forza si riparte. Pensai rimettendomi la maglietta. Su Sora dobbiamo andare. Andai dal mio cammello e ci salii sopra, e appena Sora era pronto saremmo partiti.


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    Edited by Eneru - 21/2/2013, 14:31
     
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    Finalmente anche i Datteri erano arrivati così il misero banchetto si poteva finalmente consumare. Per cominciare avevo mangiato parte delle provviste portate da me offrendole anche al mio compagno prima di mangiare i datteri. Erano molto dolci. Il sole perenne li aveva fatti maturare al punto giusto. Dopo aver mangiato avevo messo da parte gli avanzi del pasto, una decina di datteri ed un pò di formaggio, mi ero steso all'interno della tenda a riposarmi. Il movimento sussultorio del cammello aveva indolenzito il mio corpo e solo ora rilassato e con la pancia piena me ne accorgevo a pieno. Non mi ero preoccupato di Kotaro, seppur cercavo di tenermi ad una certa distanza mentre riposavo immerso nei miei pensieri. Quando due ore erano finalmente passate il mio compagno si era alzato e dopo aver indossato nuovamente la maglia mi aveva invitato a proseguire il viaggio. Con un piccolo sbadiglio, per fingere di aver dormito, avevo cominciato a parlare.
    Ok... Avevo detto mentre mi alzavo a mia volta. Un attimo che metto il tutto a posto.
    Così mi ero alzato per mettermi all'opera. Mentre richiudevo il tutto mi ero messo a pensare al proseguimento del viaggio. La prossima sosta era prevista tra una decina di ore circa, a notte fonda, così da poter riposare un pò coperti dal vento gelido. Pochi minuti, usati per lo più per piegare con cura il telo, ed ero quasi pronto. Un ultima capatina alla pozza d'acqua per bagnarmi la testa ed abbeverarmi prima di ripartire ed ero finalmente pronto. Così mi ero rimesso in sella al mio cammello che ondulando si era rialzato. Con un colpetto ed un movimento di briglie avevo spronato la bestia a muoversi mentre con voce serena mentre pronunciavo una parola più a me stesso che al mio compagno.
    Andiamo...
    Il resto del viaggio era stato noioso e monotono. Il deserto era una distesa di sabbia da cui spuntavano sparute dune ed oasi. In tutto il viaggio avevo cercato di non prestare molta attenzione a Kotaro se non c'è n'era strettamente bisogno. E le uniche volte che interagivo con lui lo facevo per comunicargli che ci fermavamo o che era ora di mangiare. La notte ed ogni volta che ci fermavamo cercavo di fingere di dormire regolando il respiro in modo ritmico. Non volevo far sapere al primo arrivato i miei problemi di insonnia. Poteva sembrare qualcosa di insolito seppur normale, ma non mi piaceva farlo sapere in giro. Soprattutto ad uno del villaggio della sabbia che poteva conoscere le storie antiche. Così erano passati rapidamente i restanti tre giorni di viaggio tra lunghe cavalcate, brevi soste ed ancor più brevi scambi di parole. All'alba del terzo giorno, oramai a poche ore dalla radura che rappresentava la nostra meta, avevo deciso su come terminare al più presto il viaggio. Non c'era bisogno di altre soste. Potevamo arrivare direttamente al luogo designato per mezzo giorno e poi da li cercare indizi e riposarci. Così dopo un bel pò, quasi tutta la notte, che non parlavo al mio compagno avevo deciso di metterlo a conoscenza della mia decisione.
    Hey Kotaro... Avevo detto al mio compagno voltandomi verso di lui. Secondo me è inutile fare un'altra sosta. Siamo a poche ore dalla valle in cui dobbiamo arrivare quindi penso ce ci conviene direttamente arrivare nel luogo designato e fermarci li. In questo modo arriveremo verso mezzo giorno, così da avere tempo per riposarci, rifocillarci e cercare informazioni dai Mandriani li stanziati... Allora, che te ne pare?

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    Edited by Lord ‚-‚ - 21/2/2013, 19:37
     
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  10. Eneru
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    Sora si svegliò, caricò la roba sul cammello, e insieme, riprendemmo il nostro viaggio. Devo ammettere che camminare sul dorso del cammello è davvero bello.... Le ore passarono lentamente, e il caldo che prima era insopportabile, ora diminuiva sempre di più, lasciando spazio a forti venti e un freddo che aumentava ogni ora. Infatti, il giorno passò e la notte venne. Quando ci fu notte fonda, decidemmo di fermarci da una parte, sia per riposarci che per ripararci dal freddo. Smontai dal cammello, e subito una forte ventata fredda mi investì, facendomi barcollare e allo stesso tempo starnutire. La mattina seguente, ci alzammo di buon ora, facemmo colazione, e salimmo in groppa sui nostri cammelli, pronti per ripartire. E come il giorno precedente ci fermammo due volte: per il pranzo e per la cena. La stessa cosa valeva per i giorni che passarono. Ero molto stanco, questa alternanza tra caldo e freddo mi faceva quasi impazzire. Ad un certo punto il ragazzo, che durante il viaggio non mi aveva mai parlato, salvo per dirmi che era il momento di fermarci e mangiare, si voltò verso di me dicendo: Secondo me è inutile fare un'altra sosta. Siamo a poche ore dalla valle in cui dobbiamo arrivare quindi penso che ci conviene direttamente arrivare nel luogo designato e fermarci li. In questo modo arriveremo verso mezzo giorno, così da avere tempo per riposarci, rifocillarci e cercare informazioni dai Mandriani li stanziati... Allora, che te ne pare? Annuì un paio di volte, accettando la sua proposta. Notai una cosa insolita. Che strano... eppure mi sembra che abbia dormito in questi giorni. Pensai dubbioso. Non riuscivo a capire come faceva avere ancora quelle borse sotto gli occhi se durante le notti dormiva. Faceva finta di dormire ? E se faceva finta perchè lo faceva ? non lo sapevo, e l'unico che mi poteva darmi una risposta era lui. Aumentai la velocità del mio cammello, giusto per arrivare accanto a lui. Ma tu le notti dormi ? hai sempre quelle borse sotto gli occhi.... Mi esprimei con voce perplessa, stuzzicando un pò la mia curiosità. Dopo aver sentito la sua risposta, e dopo poche ore, finalmente, dritto davanti a noi c'era la meravigliosa valle. Mi fermai a vedere il posto. E dopo un sorso d'acqua dalla borraccia, soddisfatto, ripartii.


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    Kotaro aveva annuito alla mia proposta di non fermarci fino all'arrivo nella radura che dovevamo sorvegliare. Non c'era altro da discutere così mi ero messo a spingere il mio cammello mentre con la mano sinistra, che di solito stringeva il pomello della sella o le redini, avevo dato un buffetto sul collo del mammifero. Dopo un paio di minuti il mio compagno si era affiancato a me, sempre a cavalcioni sul suo destriero, prima di cominciare a parlarmi. Con poche parole Kotato mi aveva fatto capire che aveva notato le occhiaie che mi solcavano il viso. La sua domanda era lecita, seppur credevo che le mie occhiaie non erano ancora così marcate, ma non potevo dirgli che non potevo dormire, o il perché. Così, mi ero fermato un momento a pensare mentre il cammello ancora camminava per poi parlare cercando di essere il più convincente possibile. Cercavo di mantenere un tono di voce sereno e leggermente imbarazzato mentre speravo che qualcosa poteva togliermi da quella situazione.
    Beh mi hai visto dormire durante il viaggio... Avevo detto leggermente imbarazzato. Ma diciamo che le occhiaie sono, come dire, un marchio di famiglia. Posso dormire quanto voglio ma queste occhiaie mi deturperanno per sempre il viso.
    Credevo di aver dato una risposta esauriente alla domanda del mio compagno. Speravo, insomma, che la discussione non si ripeteva di nuovo. O almeno non a breve. Non sapevo se potevo fidarmi di Kotaro e comunque non potevo dire al primo arrivato della mia condizione. Così, per evitare altre domande avevo spronato il cammello a distanziare il mio compagno con la scusa sottintesa di arrivare al più presto a destinazione. Così dopo poche ore, o almeno così era sembrato il tempo che mi separava dalla valle, circa verso mezzo giorno dinanzi a me si era aperta la nostra destinazione. Dopo un altro paio di minuti, avevo cominciato a parlare senza guardare il mio compagno.
    Siamo arrivati... Avevo detto mentre smontavo dal mio destriero. Facciamo attenzione.
    Il terreno era cambiato radicalmente dal deserto brullo dei deserti rocciosi ad un terreno coperto da un basso strato di erba. Una grande sorgente d'acqua, che di sicuro si estendeva anche nel sottosuolo, era circondata dall'erba chiusa tra due grossi ammassi rocciosi. Eravamo arrivati nella valle dove una decina di bovini dai vari colori, dal beige al rossiccio al bianco pezzato di macchie nere al marrone con strane striature chiare, brucavano distratti l'erba mentre entravo nella zona tenendo il cammello per le briglie. Dopo un paio di passi sul manto erboso mi ero accorto che la bestia smaniava per poter mangiare un pò di erbetta fresca, qualcosa di veramente raro nel deserto, così avevo lasciato le briglie tenendo pur sempre d'occhio la creatura. Con espressione indecifrabile avevo cominciato a guardare i buoi, erano magri ma possenti. Il terreno duro ed i pascoli forniti di erba fresca erano perfetti per far sviluppare i buoi senza riempirli troppo di grasso. Mentre valutavo la situazione del bestiame avevo avvistato un mandriano. Questo era vestito in abiti semplici e comodi e leggeri che non accaldavano il corpo e non lo lasciavano neanche troppo scoperto. Un altro paio di passi verso l'uomo, per poter fare qualche domanda sul posto mentre lui stringendo a due mani un bastone ferrato si era avviato a sua volta verso i nuovi venuti. Quando la distanza tra me ed il mandriano era quasi di dieci metri questo aveva cominciato a parlare con voce altisonante ed abbastanza sicura.
    Chi siete!? Uno sguardo ad i nuovi arrivati per poi continuare. Sono Goriaku, il proprietario di questi buoi. Spero per voi che non siete arrivati qui con cattive intenzioni. Sono armato e pronto a non cedere come gli altri.
    Siamo due Shinobi mandati qui dal Kazekage a controllare su delle sparizioni... Avevo detto guardando l'uomo dai vividi occhi marroni che saettavano da me a Kottaro. Io sono Sora Darima.
    Avevo detto lasciando la parola a Kotaro per le presentazioni.

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  12. Eneru
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    narrato, parlato, pensato, parlato altri, parlato Sora


    Non riuscivo a credere ai miei occhi, dopo kilometri e kilometri di sabbia, sotto i miei piedi, stavo calpestando della vera erba. Sotto quel cielo benigno, osservai le farfalle volare, ascoltai il vento dolce soffiare tra i fili d'erba, e mi chiesi perplesso, come si potesse andare via da questo posto magnifico. Avrei voluto distendermi e muovere le braccia accarezzando l'erba e i fiori illuminati dalla luce del sole radente, e alla fine, per chiudere in bellezza, dormire. Ma ero anche un pò schifato guardando questi bovini colorati mangiare l'erba. Mi fece pensare che non facessero solo quello, ma anche qualcos'altro, rovinando questo bel posto. Camminai, guardandomi attorno, con lo scopo di trovare il proprietario di questi buoi. Dopo pochi minuti lo trovammo, era seduto su un masso di medie dimensioni, con lo sguardo fisso nel vuoto. I buoi cominciarono ad agitarsi, avvertendo, con il loro muoversi, il mandriano della nostra presenza. Si voltò verso di noi e facendosi leva con il bastone ferrato, che teneva saldamente tra le sue due mani, si alzò dal masso e si avviò verso di noi. Si fermò a dieci metri da noi e giustamente chiese chi eravamo. Ci squadrò un attimo e disse puntandoci il suo bastone di ferro: Sono Goriaku, il proprietario di questi buoi. Spero per voi che non siete arrivati qui con cattive intenzioni. Sono armato e pronto a non cedere come gli altri. Sora, puntò subito a tranquillizzare il mandriano, spiegandogli, a metà, il motivo della nostra presenza, e per non essere scortese si presentò. Io sono Kotaro. Dissi sbadigliando un paio di volte e indicando il mio coprifronte. Non avendo nessun motivo di rimanere in posizione di guardia, l'uomo si rilassò, e si avvicinò ulteriormente fino ad arrivare dinnanzi a noi. Scusatemi, ma devo stare sempre in campana appena vedo delle facce nuove. Perchè ?. Domandai curioso, coprendo con la mano un altro enorme sbadiglio. A notte fonda, dei banditi rubano il nostro bestiame. Non ce la facciamo più, mio fratello aveva venti buoi, ora non ne ha più. Grattandomi la guancia e con una faccia un pò imbarazzata gli dissi: Amico, la nostra missione è di fermare questo traffico. Siamo venuti fin qui per aiutarvi. Goriaku era molto felice, così felice che fece saltellando un giro su se stesso. Bene ragazzi se volete vi dirò tutto quello che so davanti a un piatto di Spaghetti. Io accetto. Dissi con un tono molto felice, rinunciando almeno per ora, i cibi in scatola di Sora.


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    Edited by Eneru - 23/2/2013, 20:52
     
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    Dopo di me si era presentato anche il mio compagno, rapidamente mentre dalla bocca emetteva l'ennesimo sbadiglio. L'uomo non aveva fatto caso al comportamento poco professionale di Kotato prima di rilassarsi e cominciare a parlare. Se io non potevo dormire il bruno dormiva forse troppo. Così, avevo gettato in un angolino l'acido pensiero sul Suniano per cominciare ad ascoltare il Mandriano rassicurato dal nostro arrivo. Goriaku si era in qualche modo scusato della sua diffidenza prima di spiegare il perché spronato da una domanda del mio compagno. A quanto pareva le informazioni datemi dal Kazekage erano esatte. Il fratello dell'uomo che mi stava dinanzi si era visto rubare da sotto al naso circa venti bovini. Ed a quanto pareva anche lo stesso uomo che ora avevamo di fronte aveva subito qualche perdite. Così, quando Kotaro aveva annunciato la nostra missione, cioè fermare i rapimenti, l'uomil mandriano aveva dato la sua completa assistenza e ci aveva invitati a mangiare. Subito il mio compagno aveva dato il suo assenso a mangiare qualcosa di cotto, dopo giorni di cibi essiccati o in scatola. Così senza pensarci molto su avevo dato anche io il mio assenso.
    Grazie mille... Mentre parlavo eseguivo un breve inchino. Accetto anche io il cibo. E vorrei nel mentre farle un paio di domande.
    Certo certo.
    L'uomo aveva annuito mentre parlava prima di cominciare a camminare verso la roccia su cui era seduto poco prima. Accanto al masso, a circa un metro di distanza, si trovava un piccolo fuoco da campo circondato da un circolo di pietre per prevenire la diffusione delle fiamme. Pochi minuti prima di rimettersi ad armeggiare con un pentolino e della verdura. Il fuoco non serviva per scaldare, o almeno di giorno non era quello il suo scopo. Così danzava basso sulle braci scalando la stoviglia di rame ripiena d'acqua. Mentre guardavo le fiamme gialle e rosse l'uomo aveva cominciato a parlarmi di nuovo cacciando dalla tasca delle braghe una pipa in legno.
    Eccoci, qui intorno al fuoco. Aveva detto l'uomo accendendo con un rametto una pipa. Ora, ragazzo, fammi le tue domande, poi dopo mangiamo.
    Ecco... Un momento di pausa, un sospiro prima di riprendere a parlare. Lei ha, per caso, assistito a qualche furto? Oppure ha notizie più precise sui banditi, come numero o se tra loro è presente qualche Ninja. Dalla missiva risultano come un gruppo di Balordi. Insomma, gradirei conoscere qualche notizia in più. Qualsiasi notizia in più è gradita.
    Avevo detto mente guardavo l'uomo per notare un possibile cambiamento nell'espressione o nel modo di porsi. Non avevo notato nulla di sospetto nei comportamenti dell'uomo che si era limitato a sistemare la pipa sulle labbra. Non ero bravo a capire quando qualcuno mentiva, o almeno non quando i segni erano celati in maniera perfetta. Ed un ottimo bugiardo poteva raggirarmi, molto spesso. Mentre guardavo l'uomo questo aveva cominciato a parlare con voce neutra.
    Ammazza... Ammazza... Uccidi... Uccidi...
    Mmm... Una boccata alla pipa espellendo un getto di fumo. Allora fammi pensare... Per prima cosa si ho assistito all'ultimo furto avvenuto circa un paio di giorni fa. Il furto che ha portato via le ultime cinque vacche di mio fratello Goro e cinque dei miei Bovini. Un gruppo di dieci balordi, nessun Ninja ma solo uomini armati di tutto punto che di notte, coperti dal favore del buio assaltano i buoi che pascolano pigramente o che dormono già. Alcuni dei miei buoi si sono salvati, ma mio fratello è stato ripulito e ieri ha abbandonato la valle dopo una furiosa litigata. Noi abitiamo in una piccola fattoria al di fuori del villaggio. A poche ore di cammino da qui. Ed oramai non posso ritornare a casa tranquilloo fino a quando il tutto non è finito. Una nuova boccata alla pipa prima di terminare. Credo che questo è tutto quello che posso dirvi. Ah tra poco è pronto il Ramen.
    Grazie mille Goriaku.
    Avevo detto con voce roca mentre l'uomo cominciava di nuovo ad armeggiare con il pranzo ed io avevo lanciato un'occhiata a Kotaro. Volevo cercare di capire cosa ne pensava lui di tutta quella storia. Non sapevo se in questa notte poteva avvenire un attacco, ma lo speravo per far terminare le scorrerie al più presto.

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    Edited by Lord ‚-‚ - 24/2/2013, 12:49
     
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  14. Eneru
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    narrato, parlato, pensato, parlato altri, parlato Sora


    Sora aggiungendo un inchino, accettò l'invito del mandriano. Quest'ultimo con un cenno della mano, ci incitò a seguirlo fino alla roccia, su cui stava buono buono, prima del nostro arrivo in questo meraviglioso campo. Fu lì che vidi un piccolo falò. Dopo che il mandriano mise al fuoco il recipiente contente l'acqua, prese dalla tasca una pipa in legno nero. Dopo averlo accesso ci consentì di fargli le domande. Sora non perse tempo e lo spronò di dirci qualche dettaglio che ci potrebbe aiutare nella missione. L'uomo riflesse per qualche secondo. Poi in tono calmo e controllato ci raccontò: Per prima cosa si ho assistito all'ultimo furto avvenuto circa un paio di giorni fa. Il furto che ha portato via le ultime cinque vacche di mio fratello Goro e cinque dei miei Bovini. Un gruppo di dieci balordi, nessun Ninja ma solo uomini armati di tutto punto che di notte, coperti dal favore del buio assaltano i buoi che pascolano pigramente o che dormono già. Alcuni dei miei buoi si sono salvati, ma mio fratello è stato ripulito e ieri ha abbandonato la valle dopo una furiosa litigata. Noi abitiamo in una piccola fattoria al di fuori del villaggio. A poche ore di cammino da qui. Ed oramai non posso ritornare a casa tranquillo fino a quando il tutto non è finito. Credo che questo è tutto quello che posso dirvi. Ah tra poco è pronto il Ramen. Concluse esalando uno sbuffo di fumo. Il mandriano ci aveva dato ottimi informazioni. Ora sapevamo quanti erano e la cosa più importante se erano ninja o no. Dobbiamo accamparci qua per la notte vero Sora ?. Domandai sentendo il buon odore degli spaghetti. Quindi sono dei banditi comuni ma molto equipaggiati. Dissi tra me e me, mentre prendevo la mia ciotola di ramen fumante. Bene bene. Dieci Malviventi bene armati contro due ninja. Non sono preoccupato. Fermeremo questo traffico per Goriaku. Mi misi seduto sull'erba, staccai le bacchette ed iniziai a gustarmi i gustosi spaghetti. Te le prometto Goriaku fermeremo i malviventi. Parlai con la bocca piena. Grazie ragazzi. Prese dei bicchieri e ci li mise davanti a noi riempendole di acqua fresca. Finito di mangiare, mi sgranchii la schiena e mi distesi sull'erba. Era buonissimo. Ora se non vi dispiace mi faccio un pisolino. Detto ciò, chiusi gli occhi, e dopo circa cinque minuti dormii come un ghiro.



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    Avevo ringraziato l'uomo che si era dimostrato così gentile e mentre guardavo Kotaro questo mi aveva parlato. Una semplice domanda con una risposta abbastanza certa, secondo me. Così mentre dalla pentola fuoriusciva un profumino veramente invitante avevo preso la borraccia dalla cintola. Dopo un breve sorso d'acqua avevo riposto il recipiente mentre con la lingua mi umettavo le labbra.
    Certo, ci fermeremo qui per controllare la zona... E resteremo fino a quando non riusciremo a fermare i Banditi.
    Avevo parlato con voce rassicurante mentre Goriaku porgeva una ciotola di Ramen prima al mio compagno e poi dopo averne riempita una seconda a me. La ciotola aveva in poco tempo assorbito il colore del brodo caldo ed emanava un profumino invitante. Con mano sicura avevo afferrato le bacchette che avevo spezzato con un gesto secco prima di ringraziare di nuovo il Mandriano per il pasto.
    Itadakimasu!
    Una semplice parola per ringraziare l'uomo prima di affondare le bacchette nel piatto e raccogliere gli spaghetti. Il delizioso profumo mi invitava a mangiare sempre di più e quasi non avevo prestato attenzione alle parole di Kotaro che si era ripromesso di fermare i malviventi. Mentre mangiavo il mandriano, prima di cominciare anche lui a gustare il proprio cibo aveva consegnato dei bicchieri ripieni d'acqua fresca. Il pranzo era stato ottimo. Dopo giorni a carne secca e cibi in scatola la ciotola di Ramen sembrava quasi un banchetto reale. Una volta che tutti avevamo terminato di mangiare il mio compagno si era alzato e dopo essersi stiracchiato aveva annunciato che lui voleva farsi un pisolino. Avevo annuito alle parole del mio compagno prima di rivolgermi nuovamente al Mandriano.
    Signor Goriaku, dove potrei montare una piccola tenda per questa notte?
    Si... Un'altra volta l'uomo aveva riempito la pipa. Puoi metterla anche qui vicino a qualche metro dal fuoco. Io la mia la smonto ogni giorno nella speranza di poter tornare a casa ma non posso abbandonare il bestiame a se stesso.
    Avevo annuito mentre già aprivo la mia sacca ed estraevo il necessario per mettere su la tenda. Cinque minuti al massimo e la tenda era stata montata con l'apertura verso il fuoco. Intanto Kotaro dormiva già come un Ghiro. Avevo ore d'attesa prima del calare del buio. Per prima cosa mi ero portato al limitare della zona d'erba, a circa dieci metri dal fuoco ed avevo cominciato a spargere sabbia. Una striscia sottile di circa venti centimetri che percorreva un cerchio intorno alla zona erbosa. Avevo consumato quattro metri cubi di sabbia ma questa lenta preparazione mi aveva dato modo di prepararmi al meglio. Minuto dopo minuto, però, la sabbia si era messa in moto per moltiplicarsi dal tennero battuto al suolo. Dalla giara avevo raccolto un palmo di sabbia con cui avevo formato un Daisan no Me con cui volevo tenere d'occhio la zona circostante.
    Suna no Chūshutsu - Estrazione della Sabbia
    Estrazione_zpsfd1aee8c
    Sarà possibile richiamare la sabbia dal terreno anche se non si è in deserti. Si potrà quindi ricavare dal terreno un quantitativo di sabbia a seconda del terreno su cui ci si trova, usando la propria sabbia per triturare rocce e terra. A seconda del proprio livello muta la quantità di sabbia che si può controllare e la distanza che essa ricopre, permettendo dunque di estrarre la sabbia più in fretta.
    La sabbia estratta con questa tecnica potrà essere mossa ad una velocità di un grado inferiore rispetto al proprio.
    Per estrarre il quantitativo massimo di sabbia, la tecnica richiede immobilità e concentrazione per tutto il turno. Se eseguita in movimento, si riuscirà comunque a estrarre la metà della sabbia ottenibile nel turno.
    Livello Genin
    [Terra battuta: 2m³ per turno]
    [Terreno Roccioso: 1m³ per turno]
    [Terreno erboso: 1m³ per turno]
    [Terreno Fangoso: 1/2m³ per turno]
    Consumo: 2 (a turno) 0 (a turno)

    Daisan no Me - Terzo Occhio
    DaisannoMe-TerzoOcchio
    Villaggio: Suna
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica permette di creare un terzo occhio di sabbia che funzionerà come un vero e proprio occhio dal quale lo Shinobi potrà liberamente tenere sott'occhio l'ambiente.
    Consumo: 2

    L'occhio si era alzato in volo dal mio palmo e lentamente saliva sempre più in alto. Pronto a fermarsi quando con lo sguardo non riusciva a raggiungere grandi distanze e poteva avvertirmi di un imminente assalto. Mentre mi preparavo, spargendo la sabbia erano ormai passate un paio di ore. Il perimetro era stato formato ed avevo posto una sentinella in cielo. Potevo anche rilassarmi. Per prima cosa mi ero guardato intorno posando il mio sguardo sulle bestie che tranquille pascolavano. Molto probabilmente le bestie già rapite erano già state macellate e spedite a destinazione. Probabilmente i banditi avevano la propria base in un porto lontano dalla città di Juuguu da cui per via mare potevano raggiungere le città destinatarie del traffico. Le materie prime nel deserto potevano deperire molto facilmente. Quindi molto probabilmente solo quella era la soluzione. Per rilassarmi, a causa della mia insonnia non potevo dormire così avevo afferrato il libro che avevo portato con me. Uno dei primi libri che avevo afferrato. Il libro si intitolava "I Racconti di Nardia - Il Tigrotto, La Tenebrosa e la Credenza" e parlava di un altro Mondo chiamato per l'appunto Nardia e di un gruppo di ragazzini che entravano in quel regno fatato attraverso una credenza. Era uno dei nuovi acquisti della libreria che avevo a casa offertami da Shinzo.
    Yawn!
    Avevo cominciato a leggere fino a quando Goriaku non si era mostrato con la cena. Oramai era quasi passato del tutto il tramonto e la luna già si vedeva all'orizonte nel cielo. Avevo posato il libro proprio nel momento in cui uno dei bambini protagonisti incontrava la Tenebrosa per andare a mangiare. La cena consisteva in un'altra ciotola di Ramen. Ma non potevo lamentarmi. Avevo mangiato in silenzio più concentrato in quello che vedevo con il Daisan che a ciò che vedevo con i miei occhi. Quando, improvvisamente, circa alle dieci di sera la luce della luna non aveva fatto brillare alla distanza dell'acciaio.
    I Banditi stanno arrivando! avevo lanciato un occhiata alla direzione da cui li avevo visti arrivare, Sud ovest. Da questa parte. Signor Goriaku radunate in fretta i buoi cercate di metterli più vicino possibile al fuoco.
    Con l'occhio mi ero spinto più in basso per cercare di guardare i dieci nuovi arrivati. Distavano circa cinquanta metri dal luogo in cui mi trovavo ed erano armati di tutto punto. Due o tre portavano alle spalle una clava mentre altrettanti, o forse più, portavano alla cintola una scimitarra. Altri due non presentavano traccia di armi mentre l'ultimo portava una lunga Naginata. Si comincia.

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