Addestramento Galatea Shishi

Kuchiyose no Jutsu

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    Apprendista: Galatea Shishi
    Sensei: Kisuke Momochi
    Attività: Kuchiyose no Jutsu
    Luogo: Kirigakure No Sato
    Ora: N/A

    OT:
    Come nel primo addestramento; in modo maniacale e descrittivo dovrai iniziare la tua avventura. Inizia con come hai ricevuto la notizia del tuo addestramento ed il tragitto per arrivare al luogo stabilito.
    Il luogo dove avverrà l'addestramento lo devi descrivere te e decidi te se una volta arrivato al campo d'addestramento io sia già li o meno; non potrai però assolutamente decidere eventuali mie azioni.
    Inoltre specifico subito che nell'addestramento tu potrai dire solamente cosa tenterai di fare. Non se ci riuscirai; poiché questo sta a me deciderlo.
    - L'esaminatore non è tenuto a scrivere lunghi ed elaborati testi, si limiterà a fare una breve azione dandovi istruzioni su come svolgere l'addestramento. Gli esaminatori infatti svolgono molteplici mansioni e per concludere, non sono loro gli esaminati dunque fate semplicemente del vostro meglio senza prendere come riferimento la complessità dei testi dei Sensei
    - Quando inizi l'addestramento devi già aver deciso quale "Contratto" scegliere.
    - Quando si tenta d'usare la Kuchiyose No Jutsu, si scala il Chakra solamente nei tentativi che hanno successo.
     
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    parlato Kisuke

    Galatea osservava ancora il giardino. Da dietro le spalle sentiva provenire i rumori prodotti da Kisuke, indaffarato a versare l'acqua nei bicchieri. Aveva anche detto che fosse stata una buona scelta, quella di cominciare dalla Kuchiyose. La chuunin si sentì colpevole quando si accorse di non aver prestato molta attenzione alle parole dell'ANBU; si era quasi ipnotizzata ad osservare il bambù nel suo movimento ciclico, perenne: lo scroscio docile e limpido dell'acqua che fluiva attraverso il legno nel laghetto, lo schiocco secco del bambù che oscillava tornando nella sua posizione originale e poi di nuovo il fluire dell'acqua.
    Quindi secondo il Momochi la tecnica del richiamo era un buon inizio? Galatea aveva scelto quello come punto di partenza per vari motivi. Innanzitutto, ipotizzava fosse una tecnica alla sua portata. Aveva sentito di molti chuunin che già ne disponevano e ne facevano ampio uso. Quando poi aveva visto Kisuke evocare il cane-lupo che, con facilità quasi irrisoria, si era occupato di ben due cloni di un chuunin, in una situazione tutt'altro che semplice considerando la quantità di attacchi che Galatea e Supaku avevano lanciato in direzione del kiriano, aveva avuto la conferma di quanto potesse risultare utile contare sull'aiuto e sul sostegno di un contratto. Aveva fatto passare pochi giorni dallo scontro prima di informarsi; aveva cercato, aveva studiato e aveva sofferto. Prendere una decisione era stato tutt'altro che semplice. Ancora in quel momento era dubbiosa sulla propria decisione e forse lo sarebbe stata anche una volta siglato definitivamente il contratto. Avrebbe ripensato in continuazione ai vantaggi che ogni singolo contratto offriva e pensato che uno di quelli scartati le sarebbe risultato più utile di quello scelto. In minima parte sentiva come di compiere un torto nei confronti delle creature non scelte. Tuttavia, leggere e sapere dell'aiuto che avrebbe ottenuto dalle creature verso cui alla fine aveva ripiegato, era stata la molla decisiva che le aveva dato la certezza di dover imparare la Kuchiyose no Jutsu. Così si era ritrovata lì, nel salotto di Kisuke. Si voltò dopo che il ragazzo poggiò un vassoio sul tavolinetto basso, al centro di poltrone e divani. Aveva optato anche lui per dell'acqua. Galatea, che, passata la fase disperata di imbarazzo e timidezza in cui si trovava fino a qualche secondo prima, iniziava a recuperare un minimo di spirito critico, trovò alquanto curiosa la mania di quel giovane di coprirsi il volto, soprattutto ora che scostava le bende per bere. Non aveva pensato una cosa simile anche la prima volta che l'aveva visto? Allora aveva liquidato il tutto con un "saranno affari suoi". Si costrinse a fare lo stesso di nuovo, anche se stavolta la curiosità di sapere cosa ci fosse da nascondere era stata ben più forte. Cercò anche di non fissare troppo il giovane mentre beveva, non voleva passare per la curiosona di turno.
    Afferrò il bicchiere rimasto sul vassoio e lo avvicinò alla bocca. Poggiò le labbra sul vetro e inclinò leggermente all'indietro la testa per accompagnare l'azione e favorire la discesa dell'acqua nella bocca e nella gola. Era un'azione normale, comune, quotidiana. Era un'azione così naturale... eppure si sentiva in imbarazzo anche per una cosa così semplice. Possibile? Avrebbe dovuto afferrare il bicchiere e voltarsi nuovamente verso la finestra. Però avrebbe dovuto sconfiggere quella specie di blocco che le impediva di combinare qualsiasi cosa sotto gli occhi di Kisuke. Si affrettò a terminare il liquido in un'unica lunga sorsata e riposò il bicchiere sul vassoio.
    Hai tempo? Perché per me possiamo già cominciare subito. Mi occorre solo sapere con quale genere di creatura tu voglia legarti per la vita. Nel caso la risposta sia positiva in entrambi i casi, seguimi.
    Iniziare subito? Sì, meglio così, non voglio rischiare nuovi ripensamenti... Sia sul contratto, sia su di lui.
    Certo, sarebbe magnifico!
    Per la seconda volta in poco tempo, Galatea si ritrovò a seguire Kisuke. La prima volta la condusse dentro casa fino al salotto, adesso era diretto all'esterno: una porta sul retro si apriva su un patio, una veranda leggermente rialzata rispetto al giardino su cui si affacciava. Il kiriano continuò a camminare, scendendo gli scalini che conducevano al giardino e percorrendo un sentiero di ciottoli. Nel frattempo aveva iniziato a parlare: un discorso sulla durata e sulla difficoltà che Galatea si sarebbe trovata ad affrontare. Sarebbe partita dall'apprendimento di una tecnica, ma avrebbe affrontato ostacoli via via maggiori. In fondo era quella la via del ninja: una crescita, una progressione continua. Una crescita personale, mentale e fisica, a cui sarebbe conseguito un più banale e pratico avanzamento di grado ed un progressivo aumento delle responsabilità. Apprendere e migliorare non avrebbe condotto ad una maggiore facilità nello svolgere gli incarichi, ma solo a dover fronteggiare ostacoli via via più ostici e insuperabili. Galatea ne era ben consapevole e aveva accettato quel destino già da tempo, sebbene il suo comportamento quel giorno e la sua confessione di poco prima dimostravano quanto ancora non fosse pronta ad accettare e sopportare tutte le implicazioni di quella vita. Nel frattempo Kisuke si era fermato proprio sull'orlo del laghetto artificiale. Galatea rimase a qualche metro di distanza. Sentiva ormai in modo cristallino il ciclo di suoni della shishi odoshi e vedeva il kiriano guardare sotto il pelo dell'acqua. Da dietro la finestra poco prima Galatea non lo aveva notato, ma in quel momento riusciva a distinguere, oltre la sagoma di Kisuke, la presenza di alcune carpe nel laghetto. Mentre parlava, Kisuke spostava lo sguardo dalla superficie dell'acqua a Galatea e viceversa. Così faceva la chuunin: non appena Kisuke distoglieva lo sguardo, lei ne approfittava per dirigere il proprio sul corpo del kiriano. Osservava lo yukata, la stampa dorata sullo sfondo viola; avrebbe voluto lasciar vagare lo sguardo su quell'intreccio stilizzato di forme mentre ascoltava la voce dell'ANBU, ma ogni volta che questi si voltava verso di lei era costretta a spostare altrove la propria attenzione. Come prima, cercava di non farsi vedere mentre lo fissava. E poi di nuovo spostava su di lui gli occhi e ne osservava la linea delle spalle e quella del collo, avvolto dalle bende così come la parte inferiore del volto. Avrebbe voluto continuare ad osservarlo, ancora e ancora, fino a quando gli occhi non avessero memorizzato ogni singolo particolare, fino a dimenticarsi del resto. Ciononostante non si distraeva e non perdeva una singola parola proferita da Kisuke. Le stava raccontando di una leggenda, di una carpa trasformata in drago da divinità impressionate dallo sforzo, dalla costanza, dalla perseveranza, dall'ardore e dal coraggio di quel piccolo animale. Era una leggenda che, anche se raccontata con parole semplici, aveva un carattere di sacralità che imponeva rispetto. Quando Kisuke concluse il suo discorso, Galatea aveva perfettamente capito il messaggio che l'ANBU le aveva voluto recapitare. Avrebbe risposto "Sono pronta", se non avesse creduto che qualsiasi risposta sarebbe stata inadeguata. Il silenzio sarebbe stato più che sufficiente. Tra sé e sé si chiese solo il perché Kisuke ci tenesse e si impegnasse così tanto affinché lei sbocciasse. Ma sapeva anche che non era il caso, il momento, l'occasione giusta per chiedere una soluzione a quel quesito.
    Be', ora ripensiamo all'addestramento! E ricordati dei favori che mi devi in cambio.
    Di nuovo gli angoli della bocca le si piegarono in un accenno di sorriso al solo ripensare alla scena di qualche istante prima. Ma stava arrossendo di nuovo? No, stavolta si sarebbe controllata e contenuta. Per quanto ancora quel maledetto l'avrebbe messa in imbarazzo?
    Per tornare all'addestramento, mi chiedeva quale creatura avessi scelto. Il riferimento in terza persona le sfuggì involontario. Ecco, ci ho pensato a lungo e tuttora non sono pienamente sicura. Ma credo proprio che il contratto più adatto sia quello delle lumache.
    Già, le lumache. Quegli animaletti viscidi e mollicci che le facevano anche un po' senso. Ma non aveva saputo resistere al fascino delle loro incredibili capacità.


    Stato
    ChakraFisicoMentale
    115/115ottimalepronta, sollevata, imbarazzata
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (4/4)Rotolo Minore
    Senbon (13/13)Torcia
    Palla Gelo (5/5)///
    Bombe Fumogene (3/3)///
    Indossato
    SlotOggettoDescrizione
    Rotolo MinoreBastone del Monacoin borsa
    Rotolo MaggioreKusarigamadietro la schiena
    FoderoOmoikaruifianco sinistro
    Tasca SupplementareKunai di Kiri (1/1)coscia destra
    AbbigliamentoParastinchiintatti
    NoteCoprifronte legato al collo. Rotolo e fodero appoggiati contro il fianco di una poltrona. Kunai di Kiri nella mano destra.
     
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    La vide sorridere, lievemente, semplicemente un accenno, ma Kisuke ne fu ugualmente compiaciuto. Sperava inoltre che avesse colto il significato delle sue parole con la leggenda della carpa.
    «Per tornare all'addestramento, mi chiedeva quale creatura avessi scelto.» Accennò riprendendo l'argomento intrapreso poco prima, quando ancora si trovavano nel salotto di casa sua. Kisuke s'accorse che ancora una volta la ragazza sembrava essere caduta nella tentazione di prendere le distanze da lui, ma questa volta decise di non insistere e sorvolare. Tempo al tempo, si disse. «Ecco, ci ho pensato a lungo e tuttora non sono pienamente sicura. Ma credo proprio che il contratto più adatto sia quello delle lumache.» Spiegò la giovane rivelando finalmente quali sarebbero state le due creature alleate.
    «Scelta interessante.» Commento neutro, mentre annuiva.
    «Sono pienamente convinto che tu ci abbia riflettuto a lungo. Tuttavia devo metterti presente che una volta stipulato il contratto non si potrà più tornare indietro.» le mise presente. «Il vostro legame sarà per la vita.» Mentre diceva quelle parole la mano destra andò alla ricerca del medaglione d'argento, che stranamente si trovava fuori dalle vesti, in bella vista. Kisuke prima non se n'era reso conto, ma era sfuggito, fuoriuscendo dalle vesti color viola e oro, proprio quando si era piegato in avanti alla ricerca degli occhi sfuggevoli di lei, dalla tonalità color simil argento. Più la osservava in ogni minimo dettaglio, più Kisuke notava la sua bellezza impressionante, mozzafiato. Con un gesto naturale, il kiriano riportò il mastino d'argento a nascondersi sotto le vesti.
    «Ad ogni modo, se mi puoi scusare un attimo...» le disse, semplicemente. «Torno subito!» Asserì. Il kiriano alzò il dito indice, come appunto ad indicare un attimo, quindi fletté leggermente le gambe, caricò e si scaglio a tutta velocità verso il muro perimetrale del giardino. In men che non si dica l'aveva già superato e al posto della sua posizione aveva lasciato una nuvoletta di fumo bianco.

    Shunshin no Jutsu - Tecnica del Movimento Fulmineo
    ShunshinnoJutsu-TecnicadelMovimentoFulmineo_zpsc4d5d426
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Supplementare
    Questo jutsuè un movimento ad altissima velocità, consentendo ad un ninja di muoversi a brevi e lunghe distanze. Per un osservatore sembra che l'utilizzatore si sia teletrasportato ma in realtà non è così. Caratteristica visiva dell'utilizzo di questo jutsu è uno sbuffo di fumo che apparirà attorno all'utilizzatore mascherandolo al contempo.
    I vari villaggi nascosti hanno variazioni della Shunshin no Jutsu, i quali comportano uno o più elementi a parte il movimento stesso. L'elemento aggiuntivo è di solito una sorta di sostanza utilizzata per distrarre l'avversario, come foglie, sabbia, terriccio o acqua.
    Non utilizzabile per azioni offensive/difensive/evasive. Utilizzabile solo a livello narrativo.
    Consumo: 1 (Ogni 50 Metri percorsi)


    Puntava in direzione del palazzo del Mizukage. Si mosse rapido come non mia tra un tetto e l'altro, bruciando la distanza che lo separava dal palazzo. Non essendo preparato a dover svolgere un addestramento sulla Kuchiyose, Kisuke ora a gran velocità si stava recando a ritirare il rotolo generale in cui andava apposta la firma del contratto, il cui inchiostro era il sangue. Se la ragazza avesse scelto il contratto dei cani, Kisuke avrebbe potuto prendere il rotolo che teneva nel suo piano interrato che gli stessi saggi gli aveva donato con il compito di custodire e utilizzare per addestrare nuovi alleati ma non essendo quella la sua scelta dovette andare a recuperarne uno al palazzo della Mizukage. Riuscì a farsene consegnare uno senza che gli facessero tante storie, in fondo godeva di una buona reputazione e per una questione come quella la sua parola era più che sufficiente. Prelevato il rotolo, così come là si era presentato fece dietro front e si rimise in marcia verso casa sua, rapido. Non aveva intenzione di far attendere Galatea troppo a lungo, né lasciarla da sola in casa sua.
    «Ed eccomi qui.» annunciò così il suo rientro, già anticipato dallo sbuffo di fumo bianco, dal quale Kisuke si portò subito fuori prima ancora che si dissolvesse. Ora portava con sé, sotto braccio, un enorme rotolo, non più grosso dei normali rotoli maggiori con cui trasportare la armi ma decisamente più alto, in tutto circa un metro. Aveva i bordi alle estremità di color giallo e tutto il resto blu, con all'interno un riquadro bianco con sopra gli ideogrammi rappresentanti la parola "Lumaca". Kisuke slegò la fine cordicella che lo teneva richiuso, lo depose a terra sull'erba e lo srotolò fino a trovare, dopo tante colonne occupate, una colonna libera, in cui Galatea avrebbe messo la sua firma. «Ecco» disse indicando la colonna libera. «Qui dovrai firmare con il tuo sangue» Concluse, rimettendosi in piedi.
    «Se ti va di prenderti ancora un attimo di tempo, per rifletterci su, fai pure senza problemi. Se ti senti d'espormi qualsiasi sorta di dubbio riguardo alla scelta in modo che io possa darti una risposta chiarificatrice, per quanto le mie conoscenze possono permettere, di' pure. Oppure se preferisci parlare dei motivi che ti hanno portata ad optare per le lumache, per un confronto diretto... insomma, sono qui che t'ascolto.» Disse tranquillo mentre si passava una mano fra i capelli. Essere sicuri della propria scelta era fondamentale, qualsiasi Ninja doveva legarsi alle creature che più gli andavano a genio senza però avere rimpianti in futuro. E Kisuke era ben lieto di poter dare una mano alla ragazza nel rassicurarla nella sua scelta. «In caso contrario, il contratto è quello, e il kunai lo hai già.» le disse, riferendosi chiaramente alla ferita che si sarebbe dovuta portare da sola per far fuoriuscire il sangue. «Alcuni sono anche soliti mettere sotto la firma le proprie impronte digitali, non è però fondamentale, vedi tu.» Aggiunse poi, cercando di dire il tutto con più calma e naturalezza possibile, voleva che la ragazza si sentisse a suo agio in tutto e per tutto e che non si facesse problemi d'alcun genere...se fosse stato possibile le avrei fatto fare qualche tentativo senza ancora aver stipulato un contratto, giusto per farle apprendere le nozioni di base senza però al contempo vedersi i tentativi falliti che potrebbero spezzare e minare il suo animo...è risaputo però che se si utilizza la Kuchiyose no Jutsu senza aver stipulato alcun tipo di contratto, si finisce per essere catapultati chissà dove...rifletté tra sé.

    KisukeMomochiSPOILER
    ChakraFisicoMentale
    195-25= 170Ottimo.Sereno.
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso in BendeIndossato
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiIndossato al pollice destro
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate











    NoteDue kunai si trovano in una tasca interna dell’abito.
     
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    parlato Kisuke


    Sono pienamente convinto che tu ci abbia riflettuto a lungo. Tuttavia devo metterti presente che una volta stipulato il contratto non si potrà più tornare indietro. Il vostro legame sarà per la vita.
    Già, un legame per la vita... se non fosse stata una decisione irrevocabile non avrei avuto poi tanti dubbi... No, meglio non pensarci, non voglio esitare ancora. Ormai ho deciso, devo esserne certa e sicura. Lo sono!
    Kisuke stava afferrando un ciondolo mollemente adagiato sul tessuto dello yukata. Galatea non vi aveva nemmeno fatto caso prima. Cercò di richiamare alla memoria l'immagine di Kisuke non appena gli aveva aperto la porta, l'ultima volta che l'aveva visto interamente prima di sfuggire ovunque le capitasse con lo sguardo. Non lo ricordava. Forse si era confuso con la trama stilizzata del tessuto. Era stata troppo distratta per accorgersi di quando era sfuggito al suo riparo all'interno della veste del kiriano, poco prima. La chuunin cercò di aguzzare lo sguardo prima che il medaglione sparisse sotto la mano guantata dell'ANBU e poi di nuovo sul petto, sotto il tessuto, ma non riuscì a distinguere cosa rappresentasse. Di nuovo, come in precedenza, quando l'aveva visto bere, sentì come una fitta di curiosità. Si chiese persino se non lo stesse facendo appositamente: nascondere, celare, proteggere nel mistero e poi lasciare qualche briciola ogni tanto che scatenasse la curiosità della giovane. Il volto, le sue motivazioni, quel ciondolo...
    Ad ogni modo, se mi puoi scusare un attimo... Torno subito!
    Alzò giusto un dito prima di svanire nel nulla. Si era mosso a velocità tanto elevata che Galatea non avrebbe nemmeno saputo dove volgere gli occhi per seguire il suo movimento. Però, rapido il ragazzo... mi auguro per lui che la velocità supersonica non sia il suo marchio di fabbrica... per lui poi... almeno non lo è nell'aprire la porta! Dai, cosa vai a pensare in un momento del genere. Comunque gli piace proprio accompagnare le parole con quelle dita...
    Galatea avrebbe atteso. In fondo non poteva certo pretendere che quel giovane avesse a portata di mano tutto il necessario per la procedura di apprendimento della Kuchiyose. Aveva letto che il primo passo consistesse nel siglare con il sangue il patto con le creature prescelte. Un processo vagamente macabro, così come lo era la necessità di sacrificare del sangue per poter evocare qualsivoglia creatura. Galatea sfruttò quel momento di solitudine per avvicinarsi al laghetto; sistemò i capelli dietro l'orecchio sinistro e poi raccolse la chioma sulla spalla destra, in modo che le ricadesse sul busto; poi si piegò sulle ginocchia, avvicinandosi alla superficie dell'acqua. L'operazione di sistemazione dei capelli era stata fondamentale per evitare che le punte strusciassero in terra. Le carpe continuavano a muoversi incuranti della vicinanza della kunoichi.
    La carpa che supera ogni ostacolo, nonostante la sua... semplicità e banalità ed è tramutata in drago. Io sono la carpa, sono pronta e voglio risalire il mio fiume. Il mio obiettivo è diventare drago... ma lui è il dio? Il mio dio?
    Il ritorno di Kisuke la distolse da quella riflessione. Ed eccomi qui.
    Galatea si rialzò, di scatto. L'ANBU aveva portato un rotolo dalle dimensioni notevoli, il kanji che rappresenta la parola lumaca stampato chiaro sulla sua superficie. La chuunin notò curiosamente che, fosse stato quel blu più scuro e più... violaceo, il rotolo si sarebbe intonato perfettamente al vestito indossato dal Momochi. Lo stava già srotolando davanti ai suoi occhi. Una sequela di colonne firmate col sangue. Galatea leggeva i nomi, uno dopo l'altro. Nomi sconosciuti che in passato avevano optato come lei per ottenere il sostegno di quelle piccole creature. Nomi che sperava non si fossero pentiti della loro scelta. Kisuke si fermò quando raggiunse la prima colonna vuota.
    Ecco. Qui dovrai firmare con il tuo sangue.
    Kisuke proseguì dando la propria disponibilità ad ascoltare ed eventualmente risolvere qualsiasi dubbio la kunoichi avesse. Ma Galatea non voleva ripensare nuovamente alla sua scelta. Non ancora. Sapeva che, se solo si fosse soffermata su nuovi dubbi, su nuove incertezze, non sarebbe stata in grado di decidersi alla svelta, qualunque fossero i consigli del suo nuovo sensei.
    In caso contrario, il contratto è quello, e il kunai lo hai già.
    Galatea si inginocchiò davanti al rotolo, passò il kunai di Kiri alla mano sinistra e si incise l'indice della destra. Un taglio secco e profondo, che sanguinasse il tempo necessario a completare la firma. Quindi iniziò a scrivere, dal cognome. I due kanji che formavano la parola Shishi, leone. Erano l'uno l'opposto dell'altro: complicato, fitto, massiccio il primo; semplice, lineare, esile il secondo. Poi passò ai quattro kanji del nome. Aveva sempre pensato che quei segni scritti non fossero all'altezza del fascino e della potenza evocativa del nome. Nel frattempo, spiegava il perché della sua scelta. Ma solo dopo aver già iniziato a comporre la firma. Era certa che rievocare i dubbi dei giorni precedenti l'avrebbe messa in difficoltà.
    Le chimere sono state le prime a colpirmi. Il loro notevole potenziale offensivo mi affascinava non poco. Poi però ho capito che ci sono creature che possono aiutarti in più di un modo. Le chimere mi sono sembrate, alla fine... monotematiche. C'erano i gatti o i cani. Combattenti fieri e ottimi cercatori, dal fiuto e dalla vista infallibile. E i rospi... sono rimasta impressionata dalla varietà e dalla versatilità di quell'evocazione. Ma alla fine... ho optato per loro. Passano quasi inosservate eppure condensano una quantità impressionante di abilità.
    Terminò l'ultimo simbolo, una striscia orizzontale con una piccola virgola alla fine a sormontare un segno verticale dall'andamento curvo. Il polpastrello bruciava mentre strusciava contro il tessuto grezzo della pergamena. Poi spinse il pollice contro l'indice e bagnò col sangue anche le altre dita e appose la propria impronta nello spazio rimanente della colonna.
    Si rialzò, sollevando lo sguardo verso Kisuke. Doveva sforzarsi di guardarlo in volto.
    Ecco fatto. Ho deciso il mio legame per la vita.

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    «Ecco fatto. Ho deciso il mio legame per la vita.» Disse una volta terminata la firma del contratto. La ragazza ora si era sollevata da terra e aveva sollevato lo sguardo, Kisuke poté in questo modo incrociare lo sguardo cristallino di lei con molta più facilità. C'era da perdersi in quegli occhi che la ragazza sembrava custodire gelosamente.
    Poco prima, mentre la giovane firmava con il proprio sangue, tracciando ogni singolo ideogramma, esponeva quali creature l'avevano attirata e il perché, ma infine rimase della propria opinione: le lumache erano il contratto che aveva scelto. Kisuke, non volendo smorzare la sicurezza riguardo alla scelta della giovane si limitò ad annuire un paio di volte, come a dare la sua approvazione.
    Una volta apposta la firma, Kisuke si prese un attimo per richiudere il rotolo su se stesso e legarlo nuovamente con la cordicella, quindi lo posò da una parte, accanto agli scalini. «E questa è fatta.» disse mesto, per poi riportarsi in vicinanza del lago e della giovane.
    È necessario, ogni qual volta tu abbia intenzione di richiamare a te una creatura, che sul tuo palmo, ci sia una seppur minima quantità di sangue. Le spiegò Kisuke, mentre con fare pratico portava fuori un kunai dall'interno dell'abito e passava il polpastrello della mano destra a ridosso del filo, procurandosi un lieve taglio da cui fuoriuscì un rivolo di sangue. «Poi chiaramente, come per ogni Ninjutsu, sono necessari i Sigilli Magici.» le spiegò, calmo, mentre rimetteva a posto il kunai nella tasca interna dello yukata. «La sequenza è questa: Tigre, Lupo, Gatto, Cane, Cavallo, Pecora, Falco, Toro.» In contemporanea, il kiriano, ad ogni Sigillo pronunciato, eseguiva il medesimo, procedendo nella sequenza, lentamente, affinché la giovane li potesse memorizzare con facilità. Lo fece altre due volte, poi smise. «Questi sono i requisiti di base. Sangue e Sigilli. Poi ci sarà da lavorare sul corretto dosaggio del Chakra e la sua concentrazione.» Aggiunse, alla spiegazione. Le parole sembravano seguire il ritmico rintocco della canna di bamboo. «A questo punto, non mi rimane che mostrarti la Tecnica del Richiamo per intero. Tigre, Lupo, Gatto, Cane, Cavallo, Pecora, Falco, Toro: Kuchiyose no Jutsu!» Esclamò poggiando il palmo guantato sul verde.

    Kuchiyose No Jutsu - Arte del Richiamo
    KuchiyosenoJutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi di rango Chuunin in poi. Non in particolare per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza, in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano d'una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versare, anche una minuscola, goccia del proprio sangue per poi formare la serie di sigilli necessari per l'esecuzione della tecnica, che sono i seguenti:
    Tigre, Lupo, Gatto, Cane, Cavallo, Pecora, Falco, Toro.
    Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBU
    Consumo: 20

    Uhei
    hei
    Uhei si presenta come un cane parzialmente vestito e ricoperto di bende, che possiede il dono della parola. È il secondo dei Ninken per stazza e un ottimo combattente, ma possiede un carattere tranquillo. Fisicamente è paragonabile ad uno Sp. Jounin sia per velocità che forza e grazie alla sua capacità di muoversi nel sottosuolo e al suo coraggio può rivelarsi molto utile anche in uno scontro. È in grado di resistere al massimo ad un Jutsu di livello B. È molto veloce e il suo olfatto e udito sono buoni ma non eccelsi.


    Dal punto in cui il kiriano aveva poggiato la mano sul terreno, vive iniziarono a prendere vita delle rune, crescendo propagandosi. Al centro di esse, quasi in contemporanea, una nube di fumo esplose. Ora lì all'interno si presentava uno dei fedeli Cani Ninja del Momochi, uno dei migliori: Shura. «Shura, amico mio, benvenuto.» Lo apostrofò Kisuke non appena vide la sua figura mostrarsi fuori dalla nube di fumo. L'animale per un attimo si guardò attorno. «Kisuke, non è il campo di battaglia, ma casa tua, questa. L'ultim...» Kisuke con un occhiataccia zittì il cane ed indicò Galatea. Sì, l'ultima volta che aveva evocato un suo cane dentro casa sua, fu per lasciare una sorta di testamento ad alcuni amici in caso la sua anima fosse finita all'inferno e il suo corpo in pasto ai vermi. Non era però quella l'occasione di ritirare fuori quella faccenda, Kisuke avrebbe fatto in modo di risolverla nelle settimane a venire...Ikki Hyuuga ti aspetta...pensò, rivedendo quelle tre parole scritte sulla pergamena consegnatagli dall'ANBU della Foglia. Bruscamente si scrollò quei pensieri di dosso. Ora stava con Galatea, era a lei che doveva pensare. «Lei è Galatea Shishi, una mia allieva. Le sto insegnando la Kuchiyose no Jutsu, la tua presenza qui è solo per una dimostrazione pratica. Nessun campo di battaglia, stavolta.» Disse al cane, chiamandolo al proprio fianco. Il cane, abituato a situazioni del genere, sapeva già che fare, quindi andò a sdraiarsi sull'erba del giardino accanto a Kisuke. Quest'ultimo si piegò sulle ginocchia, posando una mano sulla testa del cane per poi mettersi a grattare dietro l'orecchie e sotto al muso; Kisuke sapeva che il cane adorava quando lo faceva.
    L'attenzione del kiriano tornò a posarsi sulla giovane kunoichi. «Galatea, questo è Shura, un mio fidato compagno e alleato sul campo di battaglia. Non farti ingannare dal suo aspetto o dal suo carattere burbero, in realtà è un tenerone! Detto ciò, Kisuke si lasciò sfuggire una risata, con il cane che ringhiava sommessamente.
    Terminate le presentazioni era il momento di riportarsi sull'asse dell'addestramento. «Bene, ora ripassa la sequenza, fino a quando non riuscirai ad eseguirla con scioltezza. Dopodiché prova a fare un primo tentativo. Per qualsiasi dubbio non esitare a chiedere prima di procedere.»

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    [...] come per ogni Ninjutsu, sono necessari i Sigilli Magici. La sequenza è questa: Tigre, Lupo, Gatto, Cane, Cavallo, Pecora, Falco, Toro.
    Galatea osservava l'ANBU muovere le mani a formare i sigilli ogni volta che ne pronunciava uno. Le fece una strana sensazione pensare che a lui sarebbe bastata una singola mano, se quanto aveva mostrato in arena era davvero applicabile ad ogni possibile tecnica richiedesse sigilli. Dovette comunque ricacciare indietro quel pensiero e concentrarsi sulla sequenza da memorizzare. Come le era solito, oltre a ricordare mentalmente il nome dei sigilli da eseguire, la chuunin memorizzò la posizione richiesta dal primo e dall'ultimo sigillo e poi i movimenti necessari che avrebbero portato dal primo all'ultimo lungo la serie di sigilli necessari. Così, mentre teneva gli occhi sulle mani guantate di Kisuke, eseguiva mentalmente quegli stessi movimenti, intrecciava idealmente le dita allo stesso modo. Dopo la dimostrazione teorica, Kisuke mostrò alla kiriana anche un esempio pratico. Ancora una volta eseguì la serie di sigilli, ripetendone ad alta voce i nomi, come una cantilena armoniosa e sinfonica. Ma stavolta aggiunse sangue e chakra e poggiò a terra la mano su cui si era procurato una ferita simile a quella che la stessa Galatea si era procurata. Due cerchi concentrici attraversati da una raggiera di scritte minuscole si formarono sul terreno; dal centro si propagò una nube di fumo biancastro, al cui interno apparve la figura di un cane. Il muso bianco sfumava in un pelo a metà tra il rosso e il marrone, un color ruggine molto acceso. Collo e testa erano fasciati da una serie di bende - tale evocatore, tale evocato pensò la kunoichi -, sul corpo indossava una divisa ninja apposita, di un blu acceso. Galatea si stupì di non vedere la belva feroce e indomita che aveva già avuto occasione di vedere in arena, mentre ormai si stupì molto meno quando vide Kisuke rivolgere una chiara ed inequivocabile occhiata alla sua evocazione, per interromperlo subito in quello che stava pronunciando. A differenza del cane-lupo che si era limitato a ringhiare e a mostrare zanne minacciose e appuntite, infatti, Shura, così lo aveva apostrofato Kisuke, si era lanciato subito in un bel discorso che aveva come premessa il fatto di trovarsi in casa dello shinobi e prometteva di continuare rievocando cosa fosse successo l'ultima volta in cui tale circostanza era avvenuta. Circostanza che Kisuke non voleva condividere con Galatea e nei confronti della quale la ragazza, stranamente, si sentiva curiosa. Un po' troppe cose iniziavano ad incuriosirla. Seguirono delle presentazioni ufficiali. Galatea, non sapendo bene come rivolgersi ad un animale dotato di parola, intelletto sviluppato e doti fisiche notevoli, ma pur sempre un animale, si limitò ad accennare un sorriso. Si stupì di nuovo nel vedere Kisuke trattare amabilmente Shura, accovacciarsi al suo fianco, accarezzargli il muso e la fatidica zona dietro le orecchie, punto debole di qualsiasi cane. Un tenerone... In effetti l'evocato sembrava apprezzare in modo particolare le attenzioni dell'ANBU, accompagnando la sua risata con un sommesso ringhio di piacere. Cosa credevi, che i ninja di un certo livello fossero solo delle macchine? Maschere spara-jutsu? Certo però fa comunque un effetto strano vederne uno in simili atteggiamenti... o forse è solo l'impressione. Nozomi è una jounin e sei abituata a vederla al di fuori delle missioni e degli incarichi. Ma forse lei è stata prima uno pseudo-membro di famiglia che una kunoichi e quindi l'approccio è differente.
    Bene, ora ripassa la sequenza, fino a quando non riuscirai ad eseguirla con scioltezza. Dopodiché prova a fare un primo tentativo. Per qualsiasi dubbio non esitare a chiedere prima di procedere.
    Adesso arrivava il momento difficile. Mettersi in gioco davanti a Kisuke. Già lo sforzo di ammettere le proprie debolezze e chiedere il suo aiuto era stato notevole; passare adesso alla pratica, con dietro l'angolo la minaccia del fallimento tipico del principiante, era un nuovo ostacolo apparentemente insormontabile. Le sensazioni erano le stesse di quando era una semplice apprendista, di quando aveva dovuto apprendere a controllare il chakra con l'aiuto di quel suniano, Kanda. Sapeva che doversi rimettere in gioco, ripartire da zero, sarebbe stato arduo; ma sapeva anche che non aveva alternative.
    Ripassò mentalmente un'ultima volta la sequela di sigilli che Kisuke le aveva mostrato. Per fortuna la sua memoria visiva era particolarmente attiva e sviluppata. Fece pressione sull'indice ferito per far uscire nuovo sangue, ripose il kunai momentaneamente nella borsa e replicò la serie. Proprio come allora, davanti l'albero prima e sulla riva del lago poi, si chiese se la quantità di chakra fosse corretta. Per saperlo avrebbe dovuto tentare. Si accovacciò goffamente in avanti e allungò il braccio verso il terreno, poggiando dolcemente la mano a terra.
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    In assoluto silenzio, mentre con la mano sinistra continuava a grattare il cane dietro l'orecchio, seppur con meno assiduità e continuità, Kisuke non staccava gli occhi da una Galatea che s'apprestava ad eseguire il suo primo tentativo con la Kuchiyose no Jutsu...non devi temere il fallimento, la vita potrebbe mettertene davanti più d'uno...la vera forza sta dopo la caduta, nel rialzarsi e proseguire...pensò osservandola, attentamente. Se aveva accettato di seguirla nel suo percorso, a migliorare, quella consapevolezza doveva diventare come un mantra per la giovane kunoichi dai capelli d’argento. «Kuchiyose no Jutsu.» disse poggiando il palmo a terra. Ciò che ne uscì, il risultato del tentativo, fu solo un lieve sbuffo, al cui interno però non si celava alcuna sorta di creatura. In sostanza un nulla di fatto...ora devo giocare bene le mie carte, devo fare in modo che non si perda d'animo...si disse Kisuke, pronto ad intervenire. «Visto?» le disse indicando la nuvoletta di fumo che si disperdeva nell'aria senza però contenere nulla al proprio interno. «È colpa mia, ti prego di perdonarmi.» Concluse serafico. Un'ultima arruffata sulla testa del cane e s'alzò, facendo un paio di passi verso di lei, come per mostrarle la sua vicinanza, il sostegno della sua presenza in qualunque momento. «Non me ne volere, ma appositamente non t'ho dato alcuna indicazione riguardo alla quantità di Chakra. Volevo che facessi di testa tua in maniera che potessi rendertene conto meglio che con una semplice spiegazione senza alcuna base pratica.» le rivelò, quindi fece una piccola pausa e proseguì. «La Tecnica del Richiamo è una sorta di Arte Magica spazio-temporale che richiama, quando e dove lo si vuole, una creatura del contratto con cui si è stretto il legame di sangue. Per far ciò si deve come aprire un portale che necessità d'un tributo, e questo è il tuo Chakra. T'avverto che, con tutta probabilità, tentare anche solo d'evocare una piccola creatura richiedere una grande quantità di Chakra, ben maggiore rispetto a quelle cui di solito sei abituata ad impastare. Per ora, diciamo che con il Chakra che hai usato non hai aperto il portale.» Concluse la spiegazione pensando a come far progredire il più in fretta la giovane nell'Arte del Richiamo...ora come ora mi pare inutile suggerirle di star serena e di fare un bel respiro...si disse.
    «Ciò che io ora ti consiglio di fare è aggiungere parecchio Chakra. Prendi ad esempio il Jusu tra quelli nel tuo reparto che ne consuma di più, quello che di botto ti fa sentire le riserve prosciugarsi, che ti fa avere quella sensazione seppur non sia propriamente così. Ecco, fai come se stessi utilizzando quel Jutsu e aggiungici del Chakra, pompa più Chakra ed al contempo focalizza nella tua mente la creatura che desideri evocare.» concluse e con un sorriso rassicurante invitò la giovane a fare un nuovo tentativo.

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    Sotto il palmo della mano si formarono i cerchi concentrici, le rune che a raggiera dipartivano dal centro per allontanarsi sempre più, distanziandosi tra loro. Poi fu il turno del fumo, un puff, uno sbuffo, quasi una forma in miniatura del tipico rumore che segue la scomparsa di un kage bunshin. Galatea si sbrigò a sollevare la mano. A quanto le era parso di capire la creatura evocata sarebbe dovuta apparire proprio nel punto in cui avrebbe poggiato la mano. Se avesse terminato la tecnica in aria, la creatura sarebbe comparsa esattamente nel punto in cui il palmo si sarebbe fermato. Attese gli attimi necessari che la nuvoletta di fumo si disperdesse per vedere cosa era riuscita a combinare. Nulla. Assolutamente nulla. Il vuoto. Aria. Davanti ai suoi occhi non c'era nessuna creatura. Dalla posizione accovacciata Galatea si accasciò, inginocchiandosi definitivamente, lasciando che le mani poggiassero aperte a terra, ai lati delle ginocchia. Se avesse dovuto abbassarsi ogni volta tanto valeva partire già vicino al terreno. Si sentiva sconsolata. Non pretendeva la signora delle lumache già al primo tentativo, ma il nulla assoluto era desolante. Si impose di non perdersi d'animo e a tal proposito aveva già iniziato a formulare mentalmente alcune scuse plausibili sulle motivazioni del suo fallimento. Un Kisuke premuroso intervenne in suo aiuto, addossandosi la "colpa" dell'insuccesso.
    È colpa mia, ti prego di perdonarmi.
    La spiegazione era delle più semplici e banali. Serviva più chakra. Kisuke le disse che non aveva voluto anticiparle o suggerirle nulla prima del tentativo iniziale in modo che potesse capire da sola fin da subito le modalità di funzionamento della tecnica. Galatea accolse e accettò di buon grado quella spiegazione. Le rare volte in cui era toccato a lei fare da sensei, chiamata ad aiutare giovani apprendisti nell'apprendimento del controllo del chakra, aveva adottato un sistema simile: qualche accenno teorico, eventuali conseguenze di alcuni comportamenti, ma poi lasciava che fosse l'esperienza diretta a fare da maestra. Finché l'allenamento non comportava rischi diretti era convinta, o almeno credeva fortemente, fosse il metodo e il procedimento migliore. Oltretutto, essendo lei chuunin ed avendo un minimo di esperienza alle spalle, quel metodo aveva ancor più senso di essere applicato: la chuunin avrebbe dovuto essere in grado di trarre autonomamente le conclusioni del caso. Kisuke, comunque, aggiunse una spiegazione dettagliata che Galatea ascoltò cercando di non essere troppo scettica. Non che non si fidasse dell'ANBU, altrimenti non avrebbe mai osato al punto di chiedere se si prendesse cura di lei; era la reazione tipica ad un fallimento.
    Alla fine, non le restava che provare e provare ancora, fino a che non avesse raggiunto il giusto equilibrio di chakra e concentrazione.
    Il jutsu che mi richiede più chakra? Mah proviamo... devo anche visualizzare un'immagine di ciò che voglio evocare? Fammi concentrare...
    Di nuovo strinse il taglio sull'indice in modo che fuoriuscisse altro sangue, si bagnò il palmo della mano e intrecciò le dita nella composizione dei sigilli. Mentre richiamava chakra, sempre più chakra, per un attimo ebbe il dubbio se dovesse accumularlo in un punto preciso del corpo. Per la Ranji Shigumi, ad esempio, convogliava il chakra nei capelli; per le tecniche dell'innata iniziava a mescolare chakra dall'interno, come se un fiume di chakra Katon e Doton, oltre che chakra base, si mescolasse per risalirle dalla bocca dello stomaco alla gola e poi prendesse forma sostanziale nella bocca, prima di essere sputato sotto forma di lava, gomma o calce. Ma in quel caso? Convogliarlo sul palmo della mano sarebbe servito? Avrebbe aiutato? Per il momento si limitò a richiamare sempre più chakra, a sentirlo scorrere lungo tutto il sistema circolatorio del corpo. Ne aveva impastato una quantità quasi doppia rispetto al primo tentativo. Ormai era il momento di agire.
    Tigre... Cane... Falco... Toro...
    Formarsi un'immagine mentale della creatura da evocare non fu affatto semplice. Ovviamente Galatea aveva delle immagini di come le lumache evocate di sarebbero presentate. Dei piccoli cuscinetti bianchi, con una striscia sul dorso blu pallido e delle antennine che sbucavano ritte verso l'alto. Ma in quel momento l'unica cosa che le venne in mente fu l'immagine della classica e comune chiocciola, viscida e marroncina racchiusa nel guscio a vortice.
    Kuchiyose no Jutsu.
    Parlò quasi sottovoce, la mano destra poggiata esattamente nel punto in cui l'aveva già poggiata pochi attimi prima. Era convinta che la sua defaillance a livello di concentrazione le sarebbe costata la buona riuscita della tecnica, come se non formarsi una immagine mentale della creatura da evocare pregiudicasse il buon esito dell'intera operazione. Ma comunque, tenendo lo sguardo fisso nel punto in cui sperava uscisse fuori qualche essere animato, parlò a Kisuke per ottenere una risoluzione al dubbio precedente.
    Ehm, Kisuke... Ma devo concentrare il chakra interamente sul palmo della mano o in un preciso punto del corpo?


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    Edited by H.Basil - 22/7/2013, 23:41
     
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    «Kuchiyose no Jutsu.» Quelle parole erano ormai come un biglietto da visita. Nuovamente sul terreno si disegnarono le rune e al loro centro si sollevò una nuvoletta di fumo bianco, stavolta leggermente più fitto, più denso. La ragazza aveva, in soli due tentativi, già mostrato fluidità nell'esecuzione dei Sigilli, cosa di cui il kiriano non poté che essere più che compiaciuto, dunque non gli rimaneva che da lavorare sul Chakra, in tutti i suoi aspetti riguardanti la Kuchiyose no Jutsu.
    «Ehm, Kisuke... Ma devo concentrare il chakra interamente sul palmo della mano o in un preciso punto del corpo?» Chiese la ragazza dai capelli d'argento, un'altra delle tante cose che affascinavano Kisuke. La giovane ancora portava il palmo a terra, come se non stesse badando al tentativo appena compiuto, come se già desse per scontato che non andasse a buon fine, per cui aveva bisogno di altre informazioni dal kiriano. Questi, tuttavia, non aveva tolto la propria attenzione dalla scena ed aveva osservato con cura, dunque, dopo ciò che aveva visto, prima di rispondere alla domanda, indicò alla ragazza di osservare sotto la sua mano. Era come se la giovane avesse dato troppa importanza alla domanda che al risultato stesso del Jutsu.
    «Ottimo» si congratulò. «Il portale è stato aperto.» la sua espressione, il suo sorriso, la sua voce trasudava benevolenza. Al di sotto del palmo della giovane si erano presentate un gruppo di piccole lumache senza guscio, dalla colorazione biancastra con delle tenui venture blu. Un ammasso di piccole e viscide lumache, al massimo erano una mezza dozzina. Per un momento ripensò a quell'attimo in cui la ragazza si accasciò a terra, lasciandosi andare, delusa per il tentativo fallito...non è questo il drago che voglio con me...pensò Kisuke, un Kisuke che fino a quel momento non s'era mai trovato di fronte ad un risvolto simile della medaglia, un Kisuke che aveva sempre visto un solo ed un unico aspetto di Galatea, da cui era stato fortemente attratto. Chissà quanti di quei momenti aveva dovuto attraversare per mostrarsi come fino ad allora si era mostrata davanti a Kisuke, davanti a chiunque, ipotizzava. Era forse lui il primo, o uno dei pochi ad averla vista in quello stato? Sotto certi aspetti darsi una risposta positiva lo rendeva felice.
    «Ora come ora, non badare a ciò che hai richiamato, l'importante è che tu ci sia riuscita. Seppur maldestramente, hai aperto il portale e ha trasportato al tuo cospetto delle creature. Purtroppo però devo dirti che creature del genere non ti potranno essere utili in battaglia, ancora devono crescere e diventar forti per poterti affiancare sul campo di battaglia.» disse, mentre osservava quel manipolo di lumache muoversi, con lentezza, difficoltà in un certo qual senso, e rimanere sempre nello stesso posto. «Rilascia la tecnica e rimanda quelle creature da dove son venute.» Aggiunse subito dopo, quindi sarebbe passato immediatamente alla parte pratica. «Riguardo alla tua domanda» Kisuke ci sarebbe arrivato a breve, obbligatoriamente, tuttavia la giovane ebbe la prontezza di anticiparlo e farsi venire il dubbio, chiedendo giustamente al Momochi. «Sì, devi concentrare tutto quel Chakra nel palmo della mano.»le spiegò mostrando il proprio palmo sinistro aperto, mentre con il dito indice cerchiava una zona nell'interno, quasi racchiudendo all'interno le cosiddette linee della vita. Era principalmente in quell'area che la ragazza doveva focalizzare e concentrare il Chakra.
    «Ora devi fare come ti dico, focalizzati sul flusso di Chakra e concentrare una quantità ancora maggiore rispetto a quanto ne hai concentrato prima. Non preoccuparti, andrà tutto bene.» le assicurò, con sicurezza. «Accumula quella grossa quantità di Chakra dove io ti ho indicato pocanzi, senza farti prendere dalla fretta, concentrala, trattienila e poi falla esplodere tutta d'un colpo nel momento in cui il palmo sfiora una qualsiasi superficie, in questo caso il terreno.» Concluse, invitando la ragazza a non arrendersi e fare un nuovo tentativo, seguendo le nuove direttive del kiriano. «Ah, Galatea, prima di procedere: era quella delle lumache di prima, l’immagine che avevi disegnato nella tua mente? Non devi proprio rispondermi, pensaci e basta, poi procedi.» Concluse, elargendo l’ennesimo sorriso.


    KisukeMomochiSPOILER
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    Galatea sollevò lo sguardo. Kisuke era in piedi a poca distanza da lei e aspettava le desse una risposta al suo dubbio. L'ANBU invece le fece notare una cosa ben più importante. Riabbassando lo sguardo lì dove pochi attimi prima una nuvola di fumo denso si era formata, viste come attraverso un sottile ed evanescente velo di nebbiolina, un gruppetto di lumache minuscole colorava il terreno. Non erano le classiche lumache che erano venute in mente a Galatea. Niente esseri marroncini viscidi, niente gusci a vortice. Erano cinque sei esserini bianchi, striati di blu, che faticavano notevolmente a muoversi, lasciando nel contempo una sottilissima scia di bava al loro passaggio. L'aspetto rassomigliava quello che la chuunin aveva già visto nei volumi consultati, ma le dimensioni non proprio. Oltretutto, se non ricordava male, quelle lumache avrebbero dovuto essere in grado di comunicare telepaticamente con chiunque volessero. Galatea si chiese come praticamente si svolgesse quel processo. Bastava pensare ciò che si voleva comunicare e il messaggio sarebbe stato recepito? Era necessaria qualche particolare pratica, qualche "cerimonia" per sancire il contatto mentale? Fatto sta che per quanto si sforzasse quelle lumachette non comunicavano proprio nulla. Galatea rialzò lo sguardo verso Kisuke. Di nuovo aveva bisogno di una sua spiegazione. Mentre lo ascoltava spiegarle che quelle che aveva evocato erano lumache nate da poco e che avrebbero dovuto crescere prima di poter essere utilizzate per qualsivoglia scopo, Galatea tra sé e sé iniziava a capire e riflettere su quanto la decisione che avesse preso di affidarsi alla guida del Momochi la rendesse dipendente da lui. Non solo Kisuke avrebbe potuto forgiarla come meglio credeva, ma Galatea non poteva progredire senza il suo costante controllo e intervento. Si sarebbe trovata a stretto contatto con lui a lungo e avrebbe richiesto un gran sacrificio all'ANBU. Per l'ennesima volta si trovò costretta a convenire che fosse prematuro chiedere a Kisuke il perché del suo impegno, della sua volontà, del suo sacrificio per lei.
    Come Kisuke le stava consigliando, bloccò il flusso di chakra per annullare la tecnica e rimandare quelle lumache al loro punto di partenza. Galatea si stupì nel pensare, gli ultimi attimi che le aveva ancora davanti agli occhi, di come le trovasse... carine. Come un qualsiasi cucciolo di animale. Normalmente un minuscolo essere bavoso come quello le avrebbe procurato quantomeno disgusto, e invece si ritrovò a pensare di voler quasi accarezzare con un polpastrello il dorso di quegli esserini. Quell'aspetto era stato l'ostacolo più difficile da superare per giungere alla decisione su quale creatura scegliere per stabilire un contratto e la sua buona predisposizione verso quel primo risultato ottenuto le dava speranza e anche sollievo che non avrebbe avuto problemi. Ovviamente la sua reazione a lumache di ben altre dimensioni sarebbe stata tutta da vedere, così come il primo approccio e il primo contatto fisico.
    Riguardo alla tua domanda. Sì, devi concentrare tutto quel Chakra nel palmo della mano.
    Kisuke le stava indicando il centro del palmo, muovendo in circolo l'indice della mano destra. La chuunin spostò per un attimo lo sguardo sulla piccola ferita al pollice della stessa mano, dalla quale aveva ricavato il sangue per evocare Shura. Oh, ecco... quindi non basta impastare e richiamare. La prossima volta lo concentro anche sul palmo della mano. Vediamo quali miglioramenti porta. Il chakra stava già scorrendo nel corpo di Galatea. Il primo tentativo l'aveva scoraggiata, il miglioramento e il sapere dove sarebbe dovuta intervenire per progredire ulteriormente nella tecnica le davano quasi la frenesia di tentare e tentare ancora. A meno che ovviamente non avrebbe continuato a fallire. Dopo aver terminato di impastare una quantità che riteneva potesse essere sufficiente iniziò a convogliarlo verso la mano destra. Lo sentiva fluire e scendere lungo il braccio, attraverso il polso e poi precipitare come in un vortice verso il centro della mano.
    Ah, Galatea, prima di procedere: era quella delle lumache di prima, l’immagine che avevi disegnato nella tua mente? Non devi proprio rispondermi, pensaci e basta, poi procedi.
    Galatea perse del tutto la concentrazione e lasciò che il chakra tornasse a fluire caoticamente nel corpo. Non sapeva se fosse arrossita, rimasta a bocca aperta, se avesse spalancato gli occhi. Sapeva solo di sentirsi come una bambinetta che era stata appena colta in fallo, con le mani nel sacco, scoperta mentre ne combinava una delle sue, una marachella. E sapeva di dover spostare lo sguardo via da Kisuke. Ne sentiva il bisogno. Era la stessa identica necessità che aveva provato nel salotto, in precedenza, quando Kisuke le aveva chiesto delucidazioni sul significato che per lei aveva assunto il kunai ormai celebre. Si sarebbe spezzata, frantumata, spaccata in mille pezzi se lo avesse guardato negli occhi. Così ora. Se lo avesse guardato, sapeva che Kisuke sarebbe riuscito a penetrare attraverso il suo sguardo e a leggerle la mente; come un libro aperto. In realtà quella precisazione le fece dubitare che l'ANBU riuscisse comunque a leggerle nel pensiero e ciò la metteva a disagio.
    Ehm... ecco, non proprio.
    Abbassò anche lo sguardo, come se si sentisse in colpa. Ma doveva comunque procedere. Il chakra era stato impastato, doveva solo terminare di concentrarlo nel palmo della mano, quello non avrebbe rappresentato un problema. Era la tenuta mentale a vacillare. Sentiva su di sé lo sguardo indagatore di Kisuke, più forte e pressante di prima. Immaginava la sua figura ritta e svettante al suo fianco che la guardava dall'alto in basso, la analizzava. Quello che fino a poco prima era stato un sensei premuroso e quasi paterno si stava trasformando nella sua mente in un maestro duro e severo, che l'avrebbe giudicata e umiliata.
    No basta! Galatea smettila, vai avanti. Ti ha già dimostrato di essere fin troppo benvolente. Vai avanti e concentrati sulle lumache. Pensa a loro, forma nella tua testa l'immagine che hai visto e che ti aspetti. Al fianco di un Kisuke in yukata si formò una debole e quasi trasparente immagine delle lumache che aveva evocato pochi secondi prima; le vedeva crescere e svilupparsi, le venature bluastre che diventavano una striscia blu pallido compatta e slargata. Era lì, nella sua mente, proprio ai piedi dell'ANBU. Galatea compose i sigilli, avvicinò il palmo a terra, fece esplodere tutto il chakra lì accumulato in una frazione di secondo.
    Kuchiyose no Jutsu.


    Stato
    ChakraFisicoMentale
    115/115ottimale; taglietto dall'indice destro, dolore insignificantetesa e dubbiosa
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    Armi da LancioAccessori
    Kunai (4/4)Rotolo Minore
    Senbon (13/13)Torcia
    Palla Gelo (5/5)///
    Bombe Fumogene (3/3)///
    Indossato
    SlotOggettoDescrizione
    Rotolo MinoreBastone del Monacoin borsa
    Rotolo MaggioreKusarigamadietro la schiena
    FoderoOmoikaruifianco sinistro
    Tasca SupplementareKunai di Kiri (1/1)coscia destra
    AbbigliamentoParastinchiintatti
    NoteCoprifronte legato al collo. Rotolo e fodero appoggiati contro il fianco di una poltrona.
     
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    «Ehm... ecco, non proprio.» Ammise Galatea, rendendosi nuovamente sfuggevole, abbassando lo sguardo. Kisuke capì di averci preso, la giovane non era concentrata a dovere, seppur il suo tentativo fu in minima parte positivo. Kisuke non disse nulla, nemmeno una parola, stavolta lasciò Galatea a se stessa...ora ragionaci, Galatea...hai per forza capito che se non sei concentrata, rischi oltre di fallire, anche di richiamare una creatura che potrebbe esserti inutile sul campo o addirittura creare intralcio...forza, Galatea, fammi vedere che ne sei capace...pensò, proprio mentre la giovane rilasciava le piccole lumache per poi accingersi ad eseguire un altro tentativo, come appunto a dimostrare che poteva esserne capace...se segue le mie indicazioni, se ci riesce, dovrebbe farcela...fu la previsione del Momochi che già era soddisfatto della forza della giovane nel non arrendersi.
    «Kuchiyose no Jutsu.»

    Kuchiyose No Jutsu - Arte del Richiamo
    Kuchiyose
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi di rango Chuunin in poi. Non in particolare per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza, in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano d'una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versare, anche una minuscola, goccia del proprio sangue per poi formare la serie di sigilli necessari per l'esecuzione della tecnica, che sono i seguenti:
    Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp.Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBU
    Consumo: 10

    Lumache Irritanti
    Lumacheirritanti-1
    La loro lunghezza raggiunge 1 metro. La loro larghezza raggiunge i 50 centimetri.
    E' un gruppo di tre lumache minute che non hanno grandi abilità sensoriali e/o nello scontro fisico.
    Sono molteplici i metodi per utilizzare in modo astuto tali lumache, uno è mandarle in avanscoperta, grazie alle loro piccole dimensioni. Sono capaci di comunicare con chiunque la Lumaca desideri tramite telepatia, e la sua specialità sta nel fatto che tutte le lumache possono comunicare anche a chilometri e chilometri di distanza fra di loro. Hanno lievissime capacità curative, danno infatti un sollievo immediato a ferite lievissime se la lumaca vi è appoggiata sopra. Si muoveranno ad una velocità Bassa.


    Questa volta, tra il terreno e il palmo della giovane kiriana giacevano immobili ben tre lumache, dalle dimensioni di piccoli maialetti. Ognuna di esse era viscida, bianca e lucida, ed aveva sul dorso una lunga striscia color verde acqua...sono senza ombra di dubbio delle taglie piccole...osservò Kisuke. «Direi che stavolta il tentativo è andato a buon fine.» commentò Kisuke, con una punta d'entusiasmo, era felice per lei. Dopo quell'annuncio il kiriano era assai curioso di vedere la reazione della ragazza al vedere la sua prima creatura, il suo primo tentativo ben riuscito, come l'avrebbe presa? Se prima nel vedere il suo tentativo totalmente fallito la ragazza s'era persa d'animo, accasciandosi al suolo, e nel vedere invece anche solo delle piccolissime e comuni lumache aveva mostrato una reazione neutra, chissà quale sarebbe stata la sua reazione nei confronti di una vera e propria evocazione da richiamare in battaglia. Kisuke era proprio curioso di saperlo. «Ecco, Galatea, questa potrebbe essere sicuramente considerata la tua taglia piccola, seppur ognuna di loro sia grande quanto il mio carlino. Diciamo che il tentativo questa volta è decisamente andato a buon fine. Insomma, ben tre lumache in una volta... è un risultato più che buono!» Esclamò, cercando di mettere al corrente Galatea che stava facendo passi da gigante.
    «Come avrai ben capito, il "portale" necessità di Chakra per essere aperto, ma deve essere aperto per bene se si vuol far passare una creatura con una buona forza vitale e per questo serve molto Chakra.» Le disse, ripetendosi in quello che già le aveva detto, come a volerglielo ricordare ora che aveva provato il tutto sulla propria pelle, con il proprio corpo. Kisuke, inoltre, si ricordava bene di quanto aveva visto in passato: teschi di scimmie, mute di serpenti, falchetti in decomposizione, scheletri di cane...è stata fortunata a non aver avuto davanti il cadavere di una creatura, seppur insignificante...ma questo ora non glielo devo dire...rimuginò per poi infine fare la propria decisione riguardo all'istruzione della giovane.
    «Ora pensaci. La prima volta non hai proprio aperto il portale, la seconda volta l'hai aperto ma non sei riuscita a far passare una creatura con una sufficiente forza vitale... ed ora invece il portale ha fatto passare ben tre creature e pure piuttosto grosse!» le disse, spiegando e mettendo presente quello che fino ad ora aveva raggiunto. «Dovresti essere soddisfatta e fiera di te stessa.» Concluse, complimentandosi con lei, elargendo uno dei suoi soliti sorrisi che perdevano di valore in quanto parzialmente celati dalle bende.
    «Ora prova a familiarizzare un po' con loro, poi rilascia la Tecnica e riprova, chiamale di nuovo qui.» Era il classico modo per mettere alla prova, così dunque Kisuke avrebbe testato anche la giovane, poi però ebbe un attimo di ripensamento. «Anzi, sei stanca? Ti vuoi fermare un attimo prima di proseguire? Hai fame?» Le chiese, consapevole che la ragazza stava mettendo in gioco parecchie energie.

    KisukeMomochiSPOILER
    ChakraFisicoMentale
    150- Ferita lieve al pollice destro.Sereno.
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso in BendeIndossato
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiIndossato al pollice destro
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate











    NoteDue kunai si trovano in una tasca interna dell’abito.
     
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    parlato / telepatia Galatea
    parlato Kisuke
    telepatia Denev / telepatia Helen / telepatia Yuma


    Galatea provò a dar retta a quello che Kisuke le stava dicendo, ma fu più arduo del previsto. Riuscire a distinguere e separare la voce che le entrava nelle orecchie da quelle (o forse meglio dire quella) che le rimbombavano nella testa e seguire tutti i discorsi era oltre la sua portata. Non appena la nube di fumo si era dissolta tre lumache bianche, dalla striatura bluastra sul dorso, erano apparse sul terreno. La chuunin le aveva riconosciute subito, impossibile sbagliarsi; erano proprio identiche all'esemplare che aveva visto in foto. Anche se giudicare le grandezze ad occhio non le riusciva particolarmente semplice, doveva convenire che anche a livello di dimensioni più o meno rispettavano quelle riportate nella descrizione che lei aveva letto. Galatea aveva poggiato entrambe le mani davanti le ginocchia e facendo leva su di esse si era leggermente chinata in avanti, avvicinandosi alle tre creature come per scrutarle meglio. Era felice. Era sinceramente felice di essere riuscita già ad evocare delle lumache. Ma la piega e la confusione degli eventi le impedirono di soffermarsi su quella piacevole sensazione e di esternarla tramite quantomeno un sorriso. In men che non si dica, infatti, si ritrovò una delle tre lumache che le scivolava molliccia e umidiccia sulla mano per risalirle il braccio verso la spalla. La lumaca centrale si era limitata a voltarsi verso di lei e a piegare nella sua direzione le antenne, mentre la terza era rimasta a fronteggiare Kisuke e, dietro di lui, Shura. Ma era nella mente della kiriana che era scoppiato il caos più totale. Un fiume, un'alluvione di parole le si riversò tra i pensieri.
    Che succede qui? Chi ci ha evocate? E' stata questa giovinotta? Vado subito a vedere... Ma che bel visino. Hai dei capelli lunghissimi. Allora, sei stata tu? E come mai ci ritroviamo in un bel giardino così curato? Oooooh, guarda, c'è anche il laghetto... davvero un bel posticino! E quel giovine? Tutto mascherato. Dobbiamo aiutarti contro di lui? Ma da quando hai il firmato il contratto con noi lumache? Non mi ti ricordo mica, sai. Beh, non mi pare ci sia da combattere qui; quel cagnaccio mi pare addomesticato e questo giovanotto continua a parlare di portali e chakra... Ma perché è in vestaglia? Insomma, in genere veniamo evocate o in arena da qualche shinobi maldestro alle prime armi oppure in missione. Ma qui non siamo né in arena né in missione.
    Ehm... ehm...
    Forza Yuma, parla, sforzati. Non continuare a mugugnare come una neonata. Sempre la solita, si vergogna come un cane e ha paura di tutto. Fa sempre figuracce e tutti la prendono per scema. Kiyowa no Yuma, Yuma la timida, ma io la chiamo la scemotta. E' quella che ti sta fissando ora, davanti le ginocchia. L'altra è Denev. A proposito, mi sono presentata? Non ricordo. A scanso di equivoci lo rifaccio. Sono Helen, la più vivace e amicona delle tre. Qualsiasi dubbio, di qualsiasi consiglio hai bisogno, chiama pure me. Aaaah come si sta bene qui. Hai le spalle un po' ossute, ma i capelli che fanno ombra sono una goduria. Noi lumache non amiamo troppo il sole, ci secca il corpo e ci raggrinzisce. Ma insomma, vuoi dire qualcosa anche tu? Dovresti rispondere anche a quel giovanotto, ti fa sta facendo un discorsone coi fiocchi. Portali, chakra... E' il tuo maestro? Non è carino? Pare molto premuroso. Darei un giudizio anche sul fisico e sul corpo se non si fosse mascherato così tanto. Non ti pare abbia uno sguardo dolce? Deve avere qualcosa alla bocca o al mento per coprirsi così tanto. E quella vestaglia mi pare un po' antica, un giovanotto come lui dovrebbe essere meno cerimonioso e più scanzonato. Ha un contratto con i cani? Sempre lì a scodinzolare e latrare quelli. Guardalo, due grattatine e li metti a cuccia. Ma insomma, parlo solo io? Raccontaci pure tu qualcosa no? Chi sei? Come ti chiami? Perché ci hai scelte?
    Lo farebbe pure, se stessi mezzo secondo zitta, Helen. Molto piacere, io sono Denev. Perdonala, ma è fatta così. Parla a raffica e non la smette mai. Non a caso per tutti è Nadare no Helen, Helen la valanga. Capisci anche tu l'associazione vero?
    Ma sentila, si crede tutta nobile lei...
    Comunque, vedo che siamo in bel giardino curato, quella sullo sfondo è chiaramente una casa abitata, il cane non è offensivo né minaccioso. Né tu né il ragazzo sembrate combattere. Cos'è, un allenamento sui generis? In genere si fanno in qualche arena apposita e il sensei è in divisa ufficiale. C'è un rapporto particolare tra voi due?
    Subito a fare la saputa. Sono tutte cose che avevo già detto io. Senryaku-ka no Denev la chiamano, Denev la stratega, perché una volta ha aiutato il suo evocatore in una situazione un po' particolare. Figurati se mi interessa, saranno le solite esagerazioni che tira fuori lei; ma per me è e rimarrà sempre Ouheina, la boriosa, la saccente, la saputa. Parla col tono importante, fa analisi, sa tutto lei. Pensa a come sono sfortunata, stare sempre in compagnia di una muta timidona e di una cervellona so-tutto-io...
    Anche Yuma parlerebbe, se non lo facessi tu per tutto il tempo...
    E' inutile che ti ripeti, Denev. Dice sempre le stesse cose, alla lunga diventa noiosa. Hmmm, noiosa, sì, potrei aggiungerlo alla lista dei soprannomi. Denev la noiosa... Allora, ci racconti qualcosa di te? Per tutte le principesse delle lumache, ma quanti anni hai? Sembri tanto giovane ma vai già in giro tutta scosciata. Guarda lì che spacco... non ti pare un po' esagerato? Potrebbe distrarre quel giovanotto, è un pur sempre un maschio. Ne abbiamo di esperienza noi, ormai lo sappiamo che i maschi della vostra specie vanno subito in bambola. Ricordo ancora quando ho dovuto trattenere quel pervertito di Hisoka...
    Galatea perse il filo del discorso quando Helen si buttò in una lunga rievocazione del passato. La giovane si era autoconvinta avessero delle voci flebili e bambinesche, ma quelle tre, anzi quelle due, l'avevano smentita in pieno. La voce di Helen le rimbombava nelle cervella, squillante e vivace, gioviale e piena di energia. Denev invece parlava con tono molto più riflessivo e analitico, una voce, Galatea doveva convenire con Helen, da saputona. Quanto a Yuma... beh, sperava riuscisse almeno a presentarsi prima che fosse costretta a rilasciare la tecnica. Le faceva quasi tenerezza, lì davanti alle sue ginocchia. Protendeva le antenne nella sua direzione, come a volerla studiare; Galatea aveva avvicinato la mano destra e aveva passato un dito sulla testa della lumaca, tra le antenne, come per accarezzarla. Sembrava aver gradito, ma Helen era stata di tutt'altro avviso.
    Per la principessa, Yuma! non siamo mica dei cani che ci facciamo accarezzare. Guardala, Denev, sta facendo le fusa. Ehi signorina, non prenderci come qualsiasi animale domestico che coccoli e accarezzi e...
    Quanto a Helen, era risalita lungo il braccio di Galatea fino alla spalla destra, si era allungata dietro il collo ed aveva sporto il "muso" sulla spalla sinistra. Si era proprio sdraiata come una signora sulle spalle di Galatea, lasciandosi dietro una scia bagnata di bava e solleticando dietro l'orecchio sinistro della chuunin con il movimento continuo delle sue antenne, che accompagnava il fiume, la valanga di parole che le riversava nella mente, come in genere gli umani fanno con le mani quando parlano.
    Ora prova a familiarizzare un po' con loro, poi rilascia la Tecnica e riprova, chiamale di nuovo qui.
    Ehm... mi pare che siamo già a buon punto in quel campo. Scusa Kisuke, non sono sicura di aver recepito tutto quello che mi hai detto, è... un po' difficile, mi stanno rintronando. Devo abituarmi alla telepatia, soprattutto se parlano in continuazione.
    Ma sentila, rintronando addirittura. Non fare l'esagerata, ci siamo appena presentate, non abbiamo detto nulla di che. Quindi si chiama Kisuke? Insomma, ci manca solo il tuo nome, ce lo vuoi dire? Non dirmi che non sai come fare, basta che pensi a quello che vuoi dire e a chi lo vuoi dire. Le nostre sublimi capacità penseranno al resto. Ah, e mi raccomando, seleziona bene il pensiero. Non voglio ritrovarmi a dovermi subire la tua intera storia e tutte le tue pene amorose in un sol colpo. C'è tempo per le confessioni. Certo se vuoi dirci fin da subito cosa provi per quel giovanotto vediamo anche come possiamo aiutarti. Sbaglio o stai facendo la timidona? Non dirmi che sei una gatta morta...
    Se la smettessi, ti saresti accorta che l'ha chiamata Galatea. Magari questa giovane riuscirebbe anche a parlare con noi. E' la prima volta che ci evoca, mi pare normale non sia abituata alla telepatia.
    Che bel nome pomposo...
    Sì, mi chiamo Galatea. Scusate, non sono abituata...
    L'avevamo notato!
    Ho firmato il contratto con voi lumache poco fa e sì, mi sto allenando nella tecnica del richiamo. Il perché della situazione è un po' complicato...
    Un amore non corrisposto? Un debito da ripagare? E' forse tuo fratello? O un cugino? Non vergognarti, parla in libertà.
    Magari la prossima volta, quando l'addestramento sarà finito. Ora scusatemi, sto per rilasciare la tecnica. Tenetevi pronte, spero di rivedervi tra qualche secondo.
    O, per la principessa delle principesse, sempre il solito gli addestramenti. Questo va e vieni è snervante. Non c'è un minimo di considerazioni per noi povere creature evocate. Non si preoccupano minimante di quello che stiamo facendo e se abbiamo delle incombenze... Per quanto ci toccherà fare su e giù oggi?
    Galatea rilasciò la tecnica e sentì subito il peso sulle spalle alleggerirsi. Anche la povera Yuma e Denev erano sparite. Si sentì sollevata non solo per l'improvviso silenzio nella testa, ma anche di sfuggire alle domande pressanti di Helen su Kisuke. La stavano imbarazzando più di quanto non lo avesse fatto la sola presenza dell'ANBU fino ad allora.
    Anzi, sei stanca? Ti vuoi fermare un attimo prima di proseguire? Hai fame?
    No, grazie. Ho solo paura di evocarle ancora. Parlano a raffica! E sono molto curiose. A quanto pare a quella che mi è salita sulle spalle non va molto a genio quello yukata. Lo trova un po' antiquato.
    Galatea si pentì subito di aver parlato in quel modo. Non tanto per il contenuto effettivo delle parole, che di per sé trovava divertente. Anzi, a dirla tutta era anche curiosa di vedere come avrebbe reagito Kisuke. Era la confidenzialità dell'argomento a metterla a disagio. Kisuke l'avrebbe probabilmente visto come un notevole passo in avanti dal punto di vista del semplice approccio personale, vista la reticenza e la timidezza generale della kunoichi. Galatea invece si sentì subito in estremo imbarazzo. Qualsiasi tentativo di naturalezza e di stabilire un normale rapporto confidenziale, di amicizia, con Kisuke la metteva in estrema difficoltà. Forse perché non avrebbe potuto fare la spavalda come era solita fare. Se gli avesse riferito quanto Helen aveva commentato sull'atteggiamento nei suoi confronti da parte del kiriano probabilmente Galatea avrebbe iniziato a scavarsi una buca in cui rifugiarsi a mani nude.
    Perciò cercò di fare finta di niente, invano naturalmente, e tornò a concentrarsi sul successivo tentativo. Dovette prima di tutto ripassare il filo della lama del kunai sulla ferita per far uscire nuovo sangue, quindi concentrò la quantità di chakra memorizzata nel palmo della mano destra, eseguì la serie di sigilli e, dopo aver pensato sconsolata al trittico di creature che avrebbe voluto evocare, poggiò la mano a terra, pronunciando l'ormai consueta frase ad alta voce, Kuchiyose no Jutsu.
    Mentre scrutava nel fumo biancastro, si affrettò ad esporre a Kisuke un suo dubbio, prima che una nuova valanga di parole le fluisse nella mente.
    Ma... Kisuke, sono costretta ad evocarle tutte insieme o posso anche evocarne una, o due soltanto? E posso anche scegliere prima quale evocare o la cosa non dipende da me?


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    Edited by H.Basil - 23/7/2013, 22:49
     
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    Alla presenza delle tre lumache, il cane s'alzo da terra, lesto, ed iniziò a ringhiare contro le tre bavose creature. «Shura!» Con tono autoritario, al kiriano basto solo pronunciare il nome del cane per richiamarlo e farlo stare buona. Era solito attaccar briga con le evocazioni altrui...come ad esempio è successo con i piranha di Takumi...pensò, ricordandosi dell'accaduto. Ancora una volta, Shura abbaiò con ferocia contro le lumache ma Kisuke si portò da lui e lo "abbracciò" stringendolo a sé nell'incavo del braccio, a mo d’uncino. «Ora vedi di stare buono, Shura...» sussurrò Kisuke, intimidatorio, senza però avvicinarsi con la bocca all'orecchio del cane, né voltare lo sguardo in sua direzione. Gli occhi del kiriano continuavano a puntare, ammirare Galatea che familiarizzava, stranita, con le sue creature. E il kiriano non voleva assolutamente che il caratteraccio del suo amico a quattro zampe interferisse in alcun modo. Shura si zittì, rimanendo accanto al proprio padrone. I due, in assoluto silenzio, osservavano la scena. Kisuke notava una certa aria di smarrimento, d’imbarazzo, nell'espressione di Galatea, che si ritrovava con alcune lumache sulle spalle.
    Senza fiatare rimase in silenzio, e così come lui pure Shura, fino a quando non fu Galatea a riprendere la parola. La Chuunin confessò che forse non aveva seguito completamente il suo discorso in quanto i pensieri telepatici delle sue evocazioni le stavano allagando la mente...quanto meno fanno conoscenza...pensò Kisuke, ipotizzando dall'aspetto che fossero animali dal carattere buono e gentile. Dopodiché continuò ad attendere, paziente, fino a che la giovane non rilasciò le sue evocazioni, quindi alle parole del Momochi rispose: «No, grazie. Ho solo paura di evocarle ancora. Parlano a raffica! E sono molto curiose. A quanto pare a quella che mi è salita sulle spalle non va molto a genio quello yukata. Lo trova un po' antiquato.» Il kiriano annuì riguardo alla stanchezza e alla fame, seppur in cuor suo fosse scettico, pensava che la ragazza non volesse recarle ulteriori disturbi che per il Momochi non erano assolutamente tali, altrimenti non si sarebbe fatto avanti. Era ben cosciente dello sforzo e le energie che quell'addestramento richiedeva; energie fisiche e mentali: il Chakra. Non voleva dunque che Galatea s'affaticasse eccessivamente quando poteva darle un attimo di pausa o offrirle del cibo per recuperare energie. Ad ogni modo accettò di buon grado. Invece, per quanto riguarda la seconda parte, quella sul suo Yukata, Kisuke inarcò un sopracciglio e fece spallucce per poi dire: «Non ha tutti i torti» disse lasciandosi sfuggire una risata di gusto. «Tuttavia son comodi e hanno un loro stile. Insomma, finché non sono fuori in missione o simili, li trovo più che ottimi.» Disse spiegando in breve il perché nei momenti di relax era solito indossare quel genere d'abiti. Inoltre, lo yukata era da tradizione il tipico vestito da indossare dopo aver fatto il bagno. Tuttavia, non fosse stato in presenza di Galatea, avrebbe probabilmente risposto, con strafottenza: "se proprio non piace posso anche toglierlo" con il suo classico ghigno d'accompagnamento, com'era ormai nel suo stile da anni. Cos'era che in presenza di quella ragazza gli faceva mutare atteggiamento senza che lui stesso lo facesse appositamente? Kisuke decise di non voler dare una vera e propria risposta a quell'interrogativo, non ora durante l’addestramento, seppur lui stesso, in cuor suo, la risposta se l’era già data da tempo.
    La ragazza, libera dalle sue creature, come il kiriano le aveva detto s'apprestava ad eseguire un nuovo tentativo per cercare di riportarle da lei. Solita, procedura; sangue, sigilli, frase di routine ed il palmo delicato di lei andava a toccare terra.
    «Ma... Kisuke, sono costretta ad evocarle tutte insieme o posso anche evocarne una, o due soltanto? E posso anche scegliere prima quale evocare o la cosa non dipende da me?» Chiese la giovane e Kisuke s'affretto a risponderle, vedendo le rune nere che si propagavano a raggiera e il fumo che s'alzava. «Indubbiamente è una cosa fattibile» asserì. «Sì, una, due, prima l'una e poi l'altra. Tutto dipende dalla tua volontà e da ciò che pretendi richiamare. Sta tutto qui dentro.» Concluse tamburellando con l'indice com ad indicare l'interno, la mente. Se più tardi la giovane l'avesse voluto, e Kisuke glielo avrebbe fatto presente, sarebbero passati ad allenarsi su ciò, ma in questo momento dovevano preoccuparsi principalmente d'altro. in fondo si doveva sempre partire dalle basi.

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    E' un gruppo di tre lumache minute che non hanno grandi abilità sensoriali e/o nello scontro fisico.
    Sono molteplici i metodi per utilizzare in modo astuto tali lumache, uno è mandarle in avanscoperta, grazie alle loro piccole dimensioni. Sono capaci di comunicare con chiunque la Lumaca desideri tramite telepatia, e la sua specialità sta nel fatto che tutte le lumache possono comunicare anche a chilometri e chilometri di distanza fra di loro. Hanno lievissime capacità curative, danno infatti un sollievo immediato a ferite lievissime se la lumaca vi è appoggiata sopra. Si muoveranno ad una velocità Bassa.


    Quasi in contemporanea della risposta che le aveva dato, il trio di lumache si rendeva di nuovo visibile, la nube di fumo diradata. Kisuke non fiatò, immaginò Galatea bombardata, come diceva, da una miriade di pensieri telepatici. Lasciò nuovamente del tempo alla giovane per conoscere ancor di più le proprie creature, dopodiché intervenne nuovamente. «Rilasciale nuovamente.» le disse, e nel timore che, sprofondata tra i pensieri delle sue evocazioni, la kirana non l'avesse sentito, Kisuke eseguì con la mano un gesto secco d'accompagnamento, come appunto ad indicarle di rilasciare il Jutsu e tagliare il discorso.
    «Proviamo adesso a fare un piccolo allenamento, riguardo a quanto ti dicevo prima» Kisuke tornò a poggiare l'indice sulla tempia: la mente. «Ora prova a cancellare l'immagine di queste lumache, fai conto che non esistano, prova ad elaborare nella tua mente una figura differente, quindi esegui sempre tutto come al solito, perfettamente, come hai fatto finora.» Le disse, rimanendo in attesa che la giovane portasse a segno l'ennesimo tentativo ma con l'obbiettivo stavolta d'evocare unna creatura differente.

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    parlato Kisuke
    telepatia Denev / telepatia Helen / telepatia Yuma

    L'invettiva di Helen la valanga non era si fatta attendere. Galatea non era ancora riuscita a scorgere cosa ci fosse sotto la nuvola di fumo che la voce squillante e vivace della lumaca le rimbalzava nelle cervella. Voce che aveva assunto un tono polemico.
    Ecco, lo sapevo. Su e giù, su e giù, su e giù. Proprio non capisco...
    Helen, per favore. Solo un secondo, non è facile capire quello che mi dice Kisuke con te che mi bombardi di parole.
    [...]cosa fattibile. Sì, una, due, prima l'una e poi l'altra. Tutto dipende dalla tua volontà e da ciò che pretendi richiamare. Sta tutto qui dentro.
    La chuunin cambiò posizione. Le ginocchia iniziavano a dolere e la pelle a tirare. Si sedette incrociando le gambe, non pensando che l'abbigliamento che portava addosso non fosse il più adatto a quella posizione. Una Helen solerte e materna si stava già apprestando a farle notare l'indecenza, secondo lei, dell'atteggiamento della kiriana, ma Galatea la fermò nuovamente in tempo, prima che la seconda invettiva si trasformasse in un travolgente volume di chiacchiere. Oltre a zittirla mentalmente sollevò anche un indice davanti alle sue antennine. Ancora non capiva bene se effettivamente vedessero o capissero cosa avevano intorno grazie a quelle piccole protuberanze. Galatea voleva prima di tutto fare la conoscenza di Yuma, la timida. Mentre Helen di nuovo si cercava un posto all'ombra, che trovò dietro la gamba destra di Galatea, la chuunin tese la mano sinistra verso le due lumache restanti, ovviamente puntando a Yuma ma non sapendo come riconoscerla.
    Oh.. ehm... pia-piacere.
    Yuma avanzava e si presentava con una lentezza esasperante. Sfiorò le dita della chuunin, poggiate dolcemente contro il terreno.
    Io... io sono Yuma. Ga-Galatea-san... ha... ha un dito ferito.
    Galatea abbassò lo sguardo verso la mano sinistra. Da quando si era ferita alla mano? In effetti non c'era nulla. Quella Yuma, oltre a essere timida, doveva essere anche un po' sbadata e svampita. In quel momento le fece ancor più tenerezza. No... n-n-n-no... non sulla sinistra. Piegò in modo un po' comico un'antenna, indicando la mano destra di Galatea. Sulla destra... l'in-l'indice. Per l'evocazione. Po... po-posso curarlo! Galatea ebbe la certezza di essersi già affezionata a quell'esserino. Impossibile non provare tenerezza. Oh, no Yuma, ti ringrazio. Dovrò evocare ancora e ancora. Lascia stare quel taglietto, lo curerò a fine addestramento. E niente formalismi con me, per favore. Mi sento a disagio. Per un attimo ebbe la sensazione di capire in che situazione si fosse trovato Kisuke fino ad allora, con Galatea stessa nei panni della povera Yuma. Solo che lei era stata molto più suscettibile della piccola lumaca. Ringraziò mentalmente l'ANBU per la pazienza.
    O insomma, la smettiamo con queste scenette smielate? Yuma, datti un contegno. Denev, dovresti dirglielo anche tu ogni tanto. Allora, non parlo da ben dieci secondi. Sono disposta a prolungare il silenzio, ma gradiremmo una tua presentazione. O vuoi tenerci occupate l'intera giornata senza che nemmeno sappiamo il perché e il per-come e il chi ci distoglie dai nostri impegni?
    Con piacere! Shishi Galatea, diciassettenne, chuunin, kiriana.
    Ninja medico?
    Co-come? E perché? No, nessun ninja medico. Sono solo una semplice chuunin. Ho scelto di legarmi a voi lumache perché affascinata dalle vostre capacità e certa che mi sarete d'aiuto in più di una occasione.
    Vorrei ben vedere. Va bene, è sufficiente per ora. E lui?
    Lui è Momochi Kisuke. Ha accettato di aiutarmi nell'allenamento...
    Rilasciale nuovamente.
    Oh, di già...
    Kisuke, potrei lasciarne almeno una? Solo per abituarmi al contatto fisico.
    Vuoi dirmi almeno se è o no il tuo fidanzato?
    Galatea avvampò, mentre attendeva una risposta da Kisuke. Avrebbe voluto pestare Helen per quell'impertinenza. Abbassò la testa, nel tentativo disperato di nascondere quel momento d'imbarazzo, ma quasi certamente sarebbe stato inutile. Si consolò almeno nel sapere, lo sperava con tutto il cuore, che Kisuke fosse all'oscuro delle motivazione di quel nuovo arrossamento del viso. Rilasciò la tecnica, lasciando tornare nel loro habitat naturale tre o solo due lumache a seconda della risposta di Kisuke. In caso di risposta affermativa avrebbe tenuto con sé Yuma, almeno non avrebbe avuto disturbi continui e imperterriti; l'avrebbe fatta accomodare lì dove si era sistemata poco prima Helen, sull'arco delle spalle leggermente ingobbite per la posizione che la kiriana aveva assunto.
    Fi-fi-fi-fidanzato... ma sentila, se lo conosco appena.
    Ora prova a cancellare l'immagine di queste lumache, fai conto che non esistano, prova ad elaborare nella tua mente una figura differente, quindi esegui sempre tutto come al solito, perfettamente, come hai fatto finora.
    Va bene!
    Beh, ora mi è un po' difficile non pensare a loro. Ho la loro immagine davanti agli occhi. Devo trovare un buon sostituto, qualcosa su cui concentrare la mia attenzione... no, mi tornano in mente loro. Devo provare su qualcosa che ho davanti agli occhi... Kisuke, prova a pensare a lui.
    Sbirciò la figura davanti a lui, avvolta nello yukata. Mentre dirigeva chakra nel palmo della mano cercò di stamparsi nelle retine e in mente l'immagine dell'ANBU, il volto avvolto nelle bende, il giallo e il viola della sua veste che entravano parzialmente nel campo visivo. Quando sentì che il processo era a buon punto incrociò le mani, formando sigillo dopo sigillo. La figura di Kisuke mutava. Galatea immaginava quelle bende che si scioglievano e scivolavano, striscia dopo striscia, mostrando due labbra dalle linee marcate, un mento elegante, il collo dritto e fiero. Quando poggiò il palmo a terra, pronunciando l'ormai abusata formula Kuchiyose no Jutsu, aveva davanti agli occhi un'immagine ipotetica del volto intero di Kisuke, come se lo immaginava senza quelle bende perenni.


    Stato
    ChakraFisicoMentale
    115-10=105-10=95/115ottimale; taglietto dall'indice destro, dolore insignificanteimbarazzata
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (4/4)Rotolo Minore
    Senbon (13/13)Torcia
    Palla Gelo (5/5)///
    Bombe Fumogene (3/3)///
    Indossato
    SlotOggettoDescrizione
    Rotolo MinoreBastone del Monacoin borsa
    Rotolo MaggioreKusarigamadietro la schiena
    FoderoOmoikaruifianco sinistro
    Tasca SupplementareKunai di Kiri (1/1)coscia destra
    AbbigliamentoParastinchiintatti
    NoteCoprifronte legato al collo. Rotolo e fodero appoggiati contro il fianco di una poltrona.
     
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    «Tienine pure una.» fu la risposta che Kisuke diede alla giovane riguardo al poter mantenere almeno una delle tre lumache con sé...in effetti ha ragione, non sono normalissime creature come cani e gatti...inoltre deve anche abituarsi alla telepatia, se ne tiene solo una con sé dovrebbe sicuramente venirle meglio...ne convenne un Kisuke che, sopratutto in questo caso, non si spiegava lo sguardo sfuggevole della ragazza e il suo rossore in volte, un altro momento di imbarazzo. Eppure Kisuke era convinto d'aver superato un minimo quello stato d'imbarazzo, di distanza, che ancora non aveva capito qual era il l'innesco che lo faceva scoppiare...mi chiedo che cosa le provochi questi continui arrossamenti, anche se devo ammettere che mi piace assai quando fa così...pensò Kisuke lasciandosi sfuggire, compiaciuto nel frattempo che la ragazza rilasciava il Jutsu per far scomparire tre lumache e lasciarne solo una, indi per cui, procedere ad un secondo tentativo d'evocare qualche creatura.

    Kuchiyose No Jutsu - Arte del Richiamo
    Kuchiyose
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi di rango Chuunin in poi. Non in particolare per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza, in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano d'una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versare, anche una minuscola, goccia del proprio sangue per poi formare la serie di sigilli necessari per l'esecuzione della tecnica, che sono i seguenti:
    Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp.Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBU
    Consumo: 10

    Sanguisughe Volanti
    Sanguisughevolantidelpaesedellefoglie
    Queste terribili Sanguisughe, caratteristiche del Paese delle Foglie, sono l'unica razza "aggressiva" di questo contratto. Prediligono le imboscate, soprattutto amano nascondersi sulle cime degli alberi per poi piombare dall'alto in grandi quantità sulla vittima. Grazie a questa loro innata abilità di creare imboscate sarano le uniche creature in tutto il contratto a muoversi ad una velocità alta. Il Ninja potrà evocarne solo tre alla volta, anche se eccezionalmente potrà ripetere l'evocazione quante volte vorrà, pagando ogni volta il prezzo in chakra per evocarne 3. Anche una sola di queste lumache carnivore risulta molto pericolosa; esse infatti sono cosparse di uno speciale liquido anestetico che impedisce alla vittima di accorgersi del loro contatto, nonché del fatto che esse stiano succhiano il suo sangue. Se riescono ad entrare in contatto con qualcuno che non sia il loro evocatore, inizieranno a succhiargli il sangue. Ad ogni turno la perdita di sangue corrisponderà ad un danno di mezzo grado, moltiplicato per il numero di Sanguisughe da cui si è attaccati. Una sanguisuga ad esempio potrà causare solo un danno lievissimo il primo turno e lieve il secondo; tre insieme invece causeranno un danno medio-lieve il primo turno e grave il secondo. Per ucciderle basta anche una semplice arma da lancio, anche se questo non influirà sulla capacità del Ninja di evocarne ancora.


    Stavolta il risultato fu completamente differente. Le creature richiamate non erano più le tre lumachelle, di cui una ancora stava a ridosso di Galatea, lasciando a Kisuke una punta di gelosia sulla lingua. Al posto di quella lumache, si sarebbe voluto trovare lui, a stretto contatto con la giovane, anche solo per poterle accarezzare la liscia pelle color latte e sentire il profumo dei suoi capelli d'argento, sentire di cosa sapevano, di cosa odoravano. Ma era andata così, quella lumaca era più fortunata di lui. Ora, Galatea aveva evocato non proprio delle vere e proprie lumache, seppur la struttura fisica fosse quasi del tutto simile. Shura, come se avesse notato, fiutato la loro natura in un certo qual senso aggressiva, iniziò a snudare le zanne, aggressivo, mentre tutta una serie di latrati riempivano l'aria. «Buono, ho detto!» intimò Kisuke alla propria creatura, stringendolo ancora più a sé, nel simulare un abbraccio mentre invece lo tratteneva dallo scattare contro quelle che erano in tutto e per tutto delle sanguisughe. In fondo non poteva biasimarlo, non avevano l'aria innocente e buona delle lumache di prima. Per anni, insieme con Kisuke, cane e padrone, si erano allenati e addestrati, e Kisuke aveva tirato su Shura con un aggressività fuori dal comune che con il tempo il cane portava a muso duro contro chiunque reputasse una minaccia. «È tutto apposto.» Questa volta la sua voce sarebbe risultata rassicurante alle orecchie del cane, anzi che intimidatoria, quasi carismatica. Kisuke ormai tra le proprie evocazioni, o almeno tra la maggior parte, godeva di rispetto e fiducia. Nel caso ci fosse stato realmente un pericolo o Galatea fosse stata nei guai con quelle sanguisughe, Kisuke avrebbe mollato la presa dal cane, non tanto per farlo andare a sfogare la sua aggressività e farlo calmare, ma perché egli stesso si sarebbe mosso in soccorso di Galatea, giungendo ben prima dell'evocazione.
    «Niente male, davvero... sai cosa sono queste?» le chiese, con una domanda dal chiaro tono retorico, alla quale poi rispose lo stesso Kisuke. «Sanguisughe!» Aggiunse poi. «In particolare queste sono sanguisughe di una razza caratteristica del Paese delle Foglie. Ne ho sentito parlare, sono assai interessanti le loro caratteristiche e potenzialità.» Terminata la spiegazione, il kiriano diede il tempo necessario alla kunoichi di studiare le proprie creature, quindi poco più tardi intervenne nuovamente.
    «Vediamo però di andare su qualcosa di più tosto le disse, preannunciandole quale sarebbe stato il prossimo passo nell'addestramento.
    «Osservale bene, in modo da poter avere ben impressa la loro immagine quando vorrai richiamarle, poi rilasciale e rimandale indietro. Dubito che tu voglia provare l'ebbrezza dello stretto contatto pure con una di loro.» Rise, invitando poi la ragazza a procedere. Ora l'avrebbe portata a spingersi oltre, l'avrebbe portata ad evocare una creatura di taglia media.
    «Ora mettiamo in chiaro una cosa» esordì richiamando la kunoichi alla sua attenzione. «Senz'ombra di dubbio questo trio di lumache e questo trio di sanguisughe, possono essere considerate delle taglie piccole.» le spiegò. «Voglio però che tu ti spinga oltre, voglio che tu provi ad evocare una taglia media. In fondo so che puoi farcela, seppur sia complicato.» le disse, come a volerla rassicurare sin da subito, come nel voler agire preventivamente ad un pensiero di debolezza ed incapacità della giovane, come nel timore che costei nonostante gli ottimi risultati ottenuti fosse ancora sfiduciata nei propri confronti.
    «Per farti capire...» Kisuke s'armò nuovamente di kunai riaprendo leggermente la ferita sul pollice, giusto quanto bastava per far fuoriuscire del sangue, quindi con il liquido rosso che colava dalla ferita, Kisuke passò il dito ferito a ridosso del palmo dell'altra mano, tracciando una linea rossa sulla pelle marron dei guanti. «Kuchiyose no Jutsu! Esclamò, poggiando il palmo a terra, sfruttando la propria maestria per evitare di dover ricorrere alla classica procedura standard.

    Kuchiyose No Jutsu - Arte del Richiamo
    KuchiyosenoJutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi di rango Chuunin in poi. Non in particolare per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza, in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano d'una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versare, anche una minuscola, goccia del proprio sangue per poi formare la serie di sigilli necessari per l'esecuzione della tecnica, che sono i seguenti:
    Tigre, Lupo, Gatto, Cane, Cavallo, Pecora, Falco, Toro.
    Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBU
    Consumo: 10

    Pakkun
    naruto_pakkun0043
    Lo Shinobi sarà in grado, grazie alla Kuchiyose No Jutsu, d'evocare un Cane Ninja, più precisamente un carlino. Esso si presenterà con tanto di coprifronte e leggermente vestito. Il cane possiede un ottimo fiuto, capace di isolare l'odore di una persona in mezzo a molte altre, ed ha una velocità pari ad uno Sp.Jounin ed è inoltre molto intelligente tanto che riesce anche a parlare. In fase di combattimento risulta difficilmente utile poiché debole, ma è ottimo da mandare in avanscoperta.


    Kisuke evocò in questo modo il proprio carlino: Raido. «Kisuke, adesso che...» ma fu il fidato Shura ad intervenire al posto di Kisuke, per far zittire il carlino. Si limitò semplicemente ad abbaiargli contro, dicendogli chissà cosa, messaggi a cui Raido chiaramente rispose, ma lo scambio durò ben pochi istanti e il carlino s'era arreso.Quest'ultimo era appunto stato utilizzato da Kisuke per trasportare e custodire le informazioni raccolte nella chiacchierata con Oni Hyuuga, il bastardo dai capelli rossi. Fino a quando si trovavano nel loro regno, nessuno sarebbe potuto andare a recuperarle, e ad un eventuale morte di Kisuke sarebbero state recapitate alle tre persone indicate. «Ecco, lui è Raido, un'altra creatura del mio contratto. Vanta d'avere il miglior fiuto tra i Cani Ninja e anche i polpastrelli delle zampe più soffici e vellutati in assoluto.» Kisuke ridacchio, per poi passare al suo carlino. «Raido, lei è Galatea, campionessa dell'ultimo Esame Chuunin, le sto insegnando il Richiamo.» Fatte le presentazioni, pure in questo caso, il kiriano proseguì. «Per fare dei paragoni, Raido è una creatura paragonabile ad una cosiddetta taglia piccola, mentre Shura è una taglia media. Giusto per farti capire la probabile differenza che ci sarà tra le tue evocazioni.» Concluse facendo anche dei paragoni, gesticolando, con le mani.
    «Il sistema è semplice, la procedura è sempre la stessa, non cambia nulla. Le uniche due cose che devono cambiare sono la quantità di Chakra che concentrerai nel palmo e farai esplodere, e l'immagine che ti figurerai nella mente.» le mise presente, sin da subito, seppur in un certo senso fosse cosa scontata e c'era il rischio che Galatea l'avrebbe preso per un logorroico petulante che ripeteva sempre le stesse cose. Tuttavia era quello il suo metodo d'insegnamento, e mettere sempre e costantemente presenti le fondamenta, era una delle sue caratteristiche come Sensei. «Prova ad immaginare un'altra di quelle lumache, una come quella che tieni sulla schiena, però decisamente più grande e grossa. Focalizzati su quell'immagine e pensa di voler richiamare a te una creatura simile. Poi passa al Chakra. Se pensi che evocare una creatura di taglia piccola sia difficile e faticoso, evocarne una di taglia media lo sarà ancora di più.» Kisuke sapeva cosa voleva dire, sapeva che significava sentire d'un botto il livello delle riserve calare. Ormai per lui, evocare una taglia piccola o media, era quasi una routine, ma provava quella stessa sensazione quando evocava il cane-lupo o il Re. «Se vuoi prenderti un attimo di pausa, per me non c'è problema. Te lo dico perché capisco che pian piano le tue riserve si stanno prosciugando ed evocare la taglia media richiederà un grosso tributo di Chakra. Per fare dei paragoni, pure in questo caso, diciamo che devi raddoppiare il quantitativo, in modo da ingigantire il portale e far passare attraverso di esso una creatura ben più grossa con tutta la sua forza vitale. Vedi tu se vuoi fermarti un attimo proseguire subito.»

    KisukeMomochiSPOILER
    ChakraFisicoMentale
    150-10= 140- Ferita lieve al pollice destro.Sereno.
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    CustodiaOttavaCintura
    AbbigliamentoCoprinaso in BendeIndossato
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiIndossato al pollice destro
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate











    NoteDue kunai si trovano in una tasca interna dell’abito.
     
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