Kaila Bisukosu & Supaku Handoru vs Hayter Mizuraichan

Supaku sbattè gli occhi. Il cielo accecante di Suna era davvero forte quel giorno e riusciva a scorgere difficilmente il gruppo di ninja raccolti davanti alla porta Nord di Sunagakure no Sato. Il chuunin doveva ammettere che erano un nutrito gruppetto, forse anche un pò eterogeneo. Il ragazzo non si era fermato a guardare tutti i componenti perché al momento la sua testa era impegnata in altro, anche se aveva scorto ninja di praticamente qualsiasi regione, forse non c'era Kumo che non sembrava molto interessata alle faccende tra Taki e Ame, ma erano comunque un bel gruppetto. In quel momento però era troppo preso dal pensare al viaggio e all'equipaggiamento che aveva con sé.
Se fino a quel momento si erano limitati a missioni di ricognizione, adesso le cose diventavano molto più difficili. Adesso si andava in guerra, l Kazekage lo aveva detto chiaro e tondo, non c'erano speranze che le cose si potessero risolvere pacificamente, adesso era lo scontro, aperto o non, ma era sempre uno scontro. Taki avrebbe attaccato Kusa e loro sarebbero accorsi in sostegno della città. Avrebbero fatto da scudo. Certo ancora non erano stati stabiliti i membri del gruppo di assalto a Taki stessa, ma Supaku aveva davvero poche velleità di far parte di quel gruppo scelto. Quindi era pronto ad affrontare l'assedio di Kusa. Controllò nervosamente di nuovo l'equipaggiamento, assicurandosi che ogni cosa fosse al suo posto a partire dal gilet datogli in dotazione da Suna ai vari pezzi dell'equipaggiamento che dovevano essere pronti e preparati. Il ragazzo si sentiva teso, le mani leggermente tremanti dall'eccitazione e dall'adrenalina. Un nodo allo stomaco che si era risvegliato quella mattina, quando un messaggero gli aveva recato la lettera con il luogo d'incontro. Aveva mangiato poco, era nervoso, il che era stupido visto che c'era prima il viaggio e quindi sarebbero passati un paio di giorni prima di vedere un qualche nemico in vista, ma a quanto pare al suo stomaco non interessava la logica. Era strano, era la prima volta che si sentiva in quel modo. Anche quando aveva difeso insieme a Teddy Nara la città d'assalto dai mukenin di Iwa non si era sentito così. Forse perché questa era una cosa su una scala molto più grande, qui entravano in gioco tutte le maggiori potenze ninja, non c'era da scherzare. Qui entravano, molto probabilmente i migliori ninja che i Cinque Villaggi potevano utilizzare. O forse no? Supaku si ricordò solo in quel momento che la leva era fatta da volontari, quindi era probabile che non tutti i migliori shinobi si fossero presentati, solo quelli che avevano interesse la situazione o, come lui, che volevano solo fare esperienza. Certo se muoio nel mentre...l'esperienza mi servirà a poco... pensò con un groppo alla gola mentre il capo degli ANBU alzava il braccio dicendo.
Si va!
Supaku chiuse gli occhi mentre gli altri shinobi accanto a lui schizzavano in avanti. Si va... pensò. Vivo o morto...si va! pensò il ragazzo scattando in avanti e seguendo gli altri.

Il viaggio fu teso, silenzioso e concentrato. Supaku pensava di non aver mai fatto un viaggio così serrato, con pause essenziali solo per mangiare e dormire, e il resto del tempo sulla strada. Prima ci fu la sabbia tra i loro piedi, poi i tronchi di Konoha e le foglie degli alberi. Il chuunin aveva potuto scorgere qualche volto familiare nel gruppo anche se erano talmente tanti e alcuni erano soliti mangiare in disparte che non li aveva visti tutti. Aveva però scorto Takumi, Maky e Arima. In ogni caso era stato troppo nervoso per avvicinarglisi e parlare, la tensione nell'aria sembrava aver ammutolito tutti. Quando arrivarono al confine e gli ANBU stavano elencando i nomi di chi si sarebbero trovati nel gruppo di assalto a Taki, il chuunin per poco non crollò per un attacco di panico quando sentì il suo nome. Il ragazzo sbattè le ciglia per un paio di volte, cercando di schiarirsi la mente, sperando che magari l'ANBU si fosse sbagliato, ma a quanto pare non era così. Si avviò, lanciando uno sguardo a quelli che aveva riconosciuto che invece erano rimasti nel gruppo di difesa di Kusa. Chissà se li rivedrò... pensò leggermente malinconico, poi si volse e seguì il suo gruppo.

Il viaggio fu ancora più serrato e silenzioso. Con gli ANBU che davano ordini con semplici gesti mentre loro eseguivano più silenziosi della morte. In quei momenti Supaku sentì tutta la sua apprensione allentarsi e montare dentro di sè invece una forza che non pensava di avere. Era lì, con altri ninja, forse i migliori del gruppo, scelti appositamente dagli ANBU per affrontare qualsiasi cosa i ninja di Taki gli avessero posto davanti. Erano un corpo scelto. Se non era sicuro tra quei ninja, non era sicuro da nessun'altra parte. E lui era uno di loro. Il ragazzo strinse le labbra dalla determinazione, mentre sentiva dentro di sé salire la fiducia nel gruppo. Non ebbe però il tempo di conversarci perché il viaggio durò davvero poco, quasi la metà di quanto ci avevano messo lui e Kaori, forse perché Taki era al centro del Paese e quindi la strada era stata più breve.
Quando arrivarono alla città gli ANBU si separarono da loro, spargendosi ai confini del villaggio e cominciando a generare il panico, già stabilito mentre lui e altri pochi shinobi, schizzavano in avanti sui tetti della città puntando al gigantesco albero al centro del lago. Supaku non lo aveva mai visto prima d'ora. Era un vegetale talmente imponente e gigantesco che faceva impressione a vedersi. Radici immense penetravano nella roccia e nell'acqua, Supaku abbassò lo sguardo verso l'acqua, scorgendo qualcosa che lo lasciò leggermente basito. Sono....bozzoli? Fuchi? pensò il ragazzo mentre alzando lo sguardo, ne scorgeva molti altri intorno ai rami dell'albero, pendendo in modo pericoloso.
Fu a quel punto che Elle e altri shinobi comparvero dall'albero, lasciandosi cadere verso il lago. Supaku si tese subito, assumendo una posizione difensiva, pronto a tutto. I suoi occhi scorsero sguardi tesi da entrambe le parti, mentre Elle parlava.
Stronzate! La guerra è parte di ciò che siamo! E questa tregua non è che un modo per tenersi stretti i vantaggi ottenuti dall'ultimo conflitto. Passa qualche tempo, venti, trent'anni, magari cinquanta, ma poi il ciclo ricomincia da capo. La tecnologia progredisce, abilità mai conosciute vengono a galla. E l'ambizione fa il resto. Va così. E allora perché mentire a noi stessi? Esistiamo per combattere.
Elle era quasi all'apice del suo discorso quando si interruppe guardando un punto imprecisato sopra la loro testa. Supaku alzò lo sguardo scorgendo un enorme volatile d'argilla. E questi...? pensò il ragazzo mentre si spostava in una posizione più difendibile dando le spalle ai propri compagni. Supaku vide un uomo di Elle chiamare uno dei tre sopra il volatile che si stava già posando. Un ragazzo dai capelli rossi fissava insistentemente uno degli uomini di Elle. Supaku guardò di rimando l'uomo con i capelli castani e il volto anonimo, chiedendosi quale legame potesse esserci tra di loro. Il ninja di Suna osservò il nuovo gruppetto appena arrivato e non gli ci volle molto per constatare che non potevano essere altri che dei Mukenin. Elle lo confermò poco dopo e la tensione nel gruppo di regolari si acuì immediatamente. Adesso non solo avevano il gruppo di Elle ma anche questi tre con cui aver a che fare. Le cose non si mettevano bene, per niente. Supaku guardò gli altri del suo gruppo per capire cosa avevano intenzione di fare, ma non sembrava esserci decisione su come agire. Elle però non sembrava volergli concedere il tempo per pensare troppo.
Possiamo iniziare.
E scatenò il panico. Supaku non perse tempo a pensare, identificò i propri compagni con lo sguardo e poi scattò insieme agli altri, contro gli Shinobi di Taki. Elle era schizzato verso il tale Kusanagi e questo poteva tenere impegnati i Mukenin, mentre loro si occupavano del resto degli uomini del Capovillaggio della Cascata. Prima di entrare in uno scontro proprio con il ragazzo anonimo che il rosso guardava insistentemente, Supaku vide uno dei loro schizzare verso Elle, un kiriano. Il Suniano sembrò un volto familiare ma sul momento non seppe identificarlo, forse perché il ninja di Taki stava per incalzarli. Sguainò l'omoikarui, pronto ad entrare nel corpo a corpo.
Poi l'acqua sotto i loro piedi tremò.
Radici nodose emersero dai flutti, scivolando verso l'alto e allargandosi in chiome verdi. Rami e tronchi scivolavano da ogni parte, avvolgendo e intrappolandoli, trascinandoli verso l'alto. Supaku lasciò perdere il Takiano e si occupò di non rimanere schiacciato tra quei grossi rami che si agitavano convulsamente. Scattò da una parte all'altra, cadendo a destra e poi a sinistra, schizzando su un ramo e tranciandone un altro con la sua spada per evitare di rimanere impigliato.
Quando atterrò su un grosso tronco largo tre metri, il paesaggio era completamente cambiato. Adesso non erano più sul lago, circondati da alleati e nemici. Erano soli. Il chuunin guardò verso il basso, scorgendo la Otiana che lo aveva affiancato prima. Circa venti metri più avanti a lui c'era un'altra figura che si alzava e il ragazzo scorse quasi subito il ragazzo dal volto anonimo. Merda...quello era un Jutsu davvero potente....siamo tagliati fuori dal resto del gruppo...come diamine possiamo... il ragazzo scivolò accanto all'Otiana, pronto a difendersi. Siamo rimasti in due, e quello lì sembra il nostro primo ostacolo...pensi di farcela? Io sono Supaku Handoru, scusa non mi ricordo il tuo nome... disse il ragazzo mentre guardava a destra e a sinistra, spaziando per tutta l'area circondata da rami e radici, senza trovare una via d'uscita. Mi sa che non ci resta che affrontarlo.

La sua compagna si chiamava, Hitomi Yoshiko uno dei due nomi che il Suniano aveva sentito nominare dagli ANBU quando avevano composto la squadra d'assalto. La kunoichi era rapida con le parole e subito lo inondò di informazioni dopo essersi messa una mano sulla bocca, forse per non farsi scoprire dal proprio avversario o anche semplicemente per evitare che questo potesse intuire di cosa stessero parlando. Supaku annuì in silenzio ad ogni sua parola, senza mai staccare lo sguardo dal loro avversario che sembrava tutto tranne che interessato.
Non ho intenzione di perdere tempo con voi, quindi se dovete fare qualcosa fatela in fretta. disse lo shinobi sembrando palesemente scocciato da tutta la situazione. Nel mentre la sua compagna aveva estratto un rotolo da cui era comparso, in una grossa nuvola di fumo, un enorme ventaglio. Supaku ne approfittò subito per scivolare alle spalle di essa e usare l'arma come protezione per sintonizzare la propria radiolina e bisbigliare alla kunoichi: Io attacco da destra tu da sinistra...io me la cavo meglio nella distanza, ma meglio prima prenderlo in corpo a corpo così da vedere il suo stile di combattimento...prepara un attacco dalla distanza...se ne hai uno disse il ragazzo schizzando subito alla destra di Hitomi e cominciando a correre dandosi una spinta da un albero all'altro con precisione e velocità. L'omoikarui si mosse nell'aria nella sua mano sinistra, brillando alla poca luce che filtrava tra i rami degli alberi. Supaku la tenne minacciosamente in alto, cercando di attirare l'attenzione dell'avversario su di essa mentre l'altra mano scivolava nella tasca e afferrava un kunai munito di filo metallico. Lanciò l'arma in avanti, puntando poco sopra la testa del suo avversario, in verità non mirando ad esso ma ad un grosso ramo sopra la sua testa. Un attimo dopo saltava in alto, cadendo in picchiata verso il ragazzo dai capelli castani, la lama che brillava, pronta in un fendente mortale. All'ultimo minuto tese la mano in cui era stretto il filo metallico, dandosi uno scarto orizzontale verso il legno sopra la testa del ragazzo, atterrando su di esso a testa in giù e scendendo di nuovo verso il basso stavolta con la lama impugnata con entrambe le mani in un affondo diretto alla schiena di esso.
Atterrò sul tronco del Takiano per rimanerci solo il tempo per completare l'attacco, bisbigliò un Adesso! alla radiolina, dando il segnale alla compagna, mentre lui tirava di nuovo il filo per schizzare via dal loro avversario con una capriola e atterrare su un altro tronco tronco, circa tre metri sopra il Takiano.

L'albino storse leggermente la bocca. L'attacco non era il massimo, beh, forse lo era per il tentativo di deviare l'attenzione dell'avversario dall'attacco della compagna. Sperava solo di non rientrare nella portata del Jutsu della kunoichi. Il legno sotto i suoi piedi risuonò con un tonfo sonoro mentre il ragazzo si girava di scatto per osservare l'esito della sua strategia combinata con la Otiana. E adesso vediamo con chi ho a che fare... pensò il ragazzo facendo riferimento sia alla sua compagna che non conosceva, che al loro avversario.

Quando Supaku atterrò sul tronco dell'albero dopo tutta la sua elaborata strategia, Hitomi aveva già evocato la Donnola. Il Chuunin era indifferente alla schivata del Takiano, in quanto non si aspettava di colpirlo ma solo di distrarlo, infatti quello che lo stupì di più fu il Jutsu della sua compagna. La donnola apparsa era forse una evocazione? Non mi sembra di averla vista comporre dei sigilli...ma potrei sbagliarmi...cavolo è enorme... Pensò il ragazzo mentre recuperava il kunai con il filo metallico nella borsa. No pensava di no, aveva visto un Jutsu con il Ventaglio ma niente sembrava paragonabile a quello che aveva davanti. Le lame di vento scagliate furono rapide e decise. Supaku sapeva che non sarebbe potuto scamparvi, ma i suoi occhi, che tenevano sempre sotto controllo il loro avversario, si accorsero come lo shinobi si fosse lasciato cadere verso l'acqua con sicurezza e decise di seguirlo. Come aveva intuito, infatti, il Jutsu della sua compagna doveva aveva una portata limitata e lui era riuscito, seguendo il suo avversario, a schivarlo rimanendo illeso. Un attimo dopo una miriade di tronchi d'albero cadeva verso il basso, provocando un gran frastuono nell'aria e sollevando l'acqua rimasta fuori tra le radici nodose. Supaku utilizzò tutta la sua abilità per saltare da un tronco all'altro e uscire quindi fuori portata del secondo Jutsu della compagna, il Campo di Sciroppo che lui già ben conosceva. Bene...ora so che elementi ha Hitomi...forse potrà essermi utile...Suiton e Fuuton... Sfortunatamente il loro avversario sembrava conoscerlo altrettanto bene e compose rapidamente dei sigilli che gli permisero di vomitare una ingente quantità d'acqua annullando quindi sia quel jutsu che il successivo usato da Hitomi. Quando tutto si placò, l'aria era invasa dall'odore di legno tagliato e l'acqua si agitava placida in quel nuovo lago appena creatosi. L'acqua lambiva con tranquillità i grossi alberi che ancora rimanevano fuori dalla superficie, insieme ai tronchi tagliati dal Jutsu di Hitomi. Infatti il legno, galleggiando era rimasto in superficie e adesso l'area era disseminata di grossi tronchi galleggianti del diametro dagli uno ai quattro metri che rappresentavano un ottimo luogo per appostarsi. Supaku infatti atterrò su uno di questi, mentre il legno rollava placido sull'acqua, osservando l'azione successiva del loro avversario che, a quanto pare, non aveva ancora finito di dimostrare tutta la sua forza.
Un attimo dopo infatti appoggiava il palmo della mano sull'acqua evocando una creatura enorme di dimensioni e...alquanto brutta. Abbiamo capito....ti piace il Suiton... pensò il ragazzo ironicamente, sebbene in quel momento non ci fosse nulla di ironico in quel combattimento che poteva rivelarsi mortale per lui. La creatura evocata era amorfa e gigantesca, composta quasi interamente d'acqua e si ergeva troneggiante nel cielo sovrastando i pochi alberi rimasti a fare da contorno a quella scena che poteva sembrava uscita da uno dei racconti orrificanti che le mamme raccontano ai bambini per spaventarli. merda...merda! pensò Supaku a labbra strette dalla indecisione su cosa fare. Oh beh... pensò il ragazzo scattando in avanti da tronco a tronco, avvicinandosi rapidamente al loro avversario a fianco dell'evocazione.
Era il momento di usare un pò di Jutsu. Mosse le mani rapidamente e accanto a lui comparvero due cloni intenti anch'essi a correre.

I cloni corsero al suo fianco mentre uno di essi, quello alla sua sinistra, alzava la mano per parlare alla radiolina con la compagna, l'altro estraeva dalla borsa cinque shuriken per mano e si apprestava a lanciarli in direzione del ninja della Cascata che si trovava scoperto e a fianco dell'evocazione. Allo stesso tempo l'altro clone interloquiva con la kunoichi di Oto. Cerca di distrarre quella bestia, io provo a sferrare un attacco...
All'unisono con questo, l'originale spiccava un salto in alto, ultimata la serie di sigilli iniziata subito dopo la creazione dei cloni e si apprestava ad espellere dalle labbra una serie di sfere d'aria semitrasparenti in direzione del loro avversario.

Le sfere erano state lanciate con una traiettoria discendente, dall'alto verso il basso, in modo da coprire una eventuale fuga del ninja, lasciandosi semplicemente sprofondare in acqua, come molti facevano fin troppo facilmente. L'attacco era così coombinato da essere quasi sinergico con il lancio degli shuriken del clone e mirava a coprire qualsiasi possibilità o punto di fuga del loro avversario. Oltretutto gli shuriken erano arrivati poco prima dei proiettili e questo avrebbe impedito o almeno ostacolato un tentativo di comporre un qualsivoglia Jutsu di difesa. Supaku confidava che la sua compagna cercasse di tenere occupato il mostro mentre lui si lanciava in questa azione, in modo da non doversi occupare di due cose contemporaneamente.
I dieci shuriken lanciati erano così indirizzati: due al volto, altri quattro intorno all'area del petto, e altri due alle gambe, uno per gamba, più specificamente alle cosce. Gli ultimi due erano stati lanciati in una parabola orizzontali, cercando di tagliare le vie di fuga laterali, uno a destra e l'altro a sinistra.
I proiettili d'aria invece erano indirizzati a raggiera, cercando di coprire un'area dal raggio di cinque metri e cercavano prevalentemente di mirare contro qualsiasi parte del ninja. L'impatto dei colpi d'aria fu potente e sollevò abbastanza acqua sulla superficie per permettere a Supaku, una volta atterrato accanto ai cloni, di sostituirsi di posto con il suo clone di sinistra mentre tutti e tre tornavano, con due rapidi balzi, a meno di sei metri dalla loro compagna, atterrando con sicurezza su uno dei tanti tronchi galleggianti.

Supaku osservò il ninja anonimo comporre rapidamente uno scudo d'acqua con il quale si schermò dal Jutsu suo e della sua compagna. Il chuunin delle sabbia strinse leggermente le labbra con il disappunto dipinto in volto. Lo aveva previsto del resto, era molto probabile che possedesse quel Jutsu di difesa. Lo stesso di Kisuke...se non sbaglio dovrebbe essere quello...quindi forse il mio attacco non è stato poi così vano... pensava il ragazzo mentre indietreggiava sul pelo d'acqua, lasciando dietro di sé una scia di anelli d'acqua, che si intersecavano con quelli dei suoi cloni. Arrivarono al fianco di Hitomi che si era nel frattempo clonata e aveva, insieme ai suoi cloni, evocato altre tre donnole che si erano esibite nella loro danza di vento. La bestia amorfa però era sprofondata nell'acqua, risentendo solo in parte dei colpi e riuscendone quasi del tutto illesa. Fantastico, ora quello è fuori e la bestia in acqua...non sarà facile... pensò il ragazzo mentre vedeva l'acqua intorno alla Kunoichi muoversi e la bestia sollevarsi per aria cercando di ghermire la ragazza.
Nel frattempo il Takiano aveva puntato l'albino con lo sguardo e iniziato una serie di sigilli che sembrava complessa. è di sicuro pronto a qualche Jutsu di alto rango...qualcosa che per me sarà impossibile da... il ragazzo venne folgorato da una idea. Schizzò in avanti, mentre il Takiano a circa quindici metri da lui, era intento nei sigilli. Per fare questo dovette prendere il controllo della situazione e quindi rilevare in modo indiretto al suo avversario chi tra i tre Supaku era l'originale e chi i cloni, ma non importava, se avesse avuto successo, forse potevano liberarsi della bestia evocata e tornare in una situazione di vantaggio.
Quindi il ninja delle sabbia scivolò in avanti, portandosi tra lo shinobi di Elle e la sua evocazione che ormai era del tutto uscita dall'acqua ed intenta a catturare la Kunoichi. Le mani del ragazzo della cascata ormai erano in movimento e i Jutsu difficili da fermare. Il ragazzo dai capelli bianchi, nella sua corsa notò che il ninja della Cascata aveva composto due sequenza differenti di sigilli e questo lo aveva insospettito alquanto. Che diamine sta facendo? La sua velocità nei sigilli è notevole però non mi è sfuggita quella breve pausa tra una sequenza e l'altra...non vorrai dirmi che...
Un attimo dopo un getto d'acqua enorme cosparsa da fulmini neri sulla superficie, venne scagliato nella loro direzione e il ragazzo capì che i suoi sospetti erano fondati. È quella maledetta abilità usata da Noah...ha unito Suiton e Raiton...quel Jutsu non lo avrei mai fermato... pensò il ragazzo vedendosi venire incontro il Jutsu, ma avendo già pensato ad un modo per uscirne senza troppi problemi. Infatti nello stesso momento che vedeva la tecnica prendere forma e venire scagliata contro di lui da ben dodici metri di distanza da lui, egli rilasciò il controllo del chakra che aveva sotto i piedi, lasciandosi sprofondare nei flutti evocati dallo stesso ninja di Taki.
L'acqua fredda lo accolse con refrigerio mentre il Jutsu passava sopra la sua testa, schizzando alle sue spalle in direzione della stessa evocazione del suo creatore. Dei suoi karatsu Bunshin uno solo riuscì a salvarsi, l'altro fu troppo lento a capire le intenzioni dell'originale e venne investito in pieno dal Jutsu e trasformato in una miriade di corvi neri, percorsi da scosse elettriche ancora più nere delle loro piume.
Speriamo solo che la mia compagna sia riuscita in qualche modo a distrarre il quella roba amorfa e ad evitare il Jutsu del Takiano. pensò il ragazzo, uscendo rapidamente dall'acqua subito dopo che il Jutsu nemico era passato e sollevandosi accanto al Karatsu. Subito i due iniziarono la corsa verso il ninja di Taki, il Karatsu davanti e l'originale subito dietro. Percorsero tre metri nella sua direzione mentre l'originale, perfettamente nascosto dietro il karatsu, ebbe il tempo di comporre di nuovo i sigilli. Poi il karatsu si bloccò, fermandosi in ginocchio e permettendo all'originale di usarlo come rampa di lancio e sollevarsi in un salto quasi verticale da cui poteva avere una zona di attacco molto più strategica della semplice superficie orizzontale. Da lì il ragazzo soffiò di nuovo il suo Jutsu dei Proiettili d'aria, mirando al suo avversario. Come la volta precedente, i proiettili erano dall'alto verso il basso, quindi capaci di continuare la loro corsa anche nell'acqua, anche qui, vennero lanciati in modo da coprire un'area di circa cinque metri intorno al ninja, distribuiti in modo casuale per aumentare il più possibile la possibilità di colpire. L'attacco era semplice e prevedibile. Se le sue previsioni erano giuste, il loro avversario avrebbe utilizzato di nuovo il muro d'acqua per evitarlo, solo per trovarsi davanti una sorpresa. Il jutsu Fuuton di Supaku stavolta era stato potenziato dal suo Hijutsu e ora, molto probabilmente, sarebbe riuscito ad abbattere quel muro d'acqua.

Supaku, finito il Jutsu, atterrò a fianco al suo clone che nel frattempo si era voltato di spalle per osservare l'esito della loro precedente strategia e che fine avesse fatto la kunoichi di Oto. Il ninja della sabbia un pò era dispiaciuto per il colpo che le aveva tirato, ma neanche tanto, in fondo non la conosceva e se fosse riuscito ad eliminare quella creatura orribile sarebbe stata un'ottima mossa. L'albino si ritrovò a pensare a quanto fosse stato freddo in quel momento, a quanto controllo e insensibilità si erano appena infilati dentro di lui, pronto persino a sacrificare il proprio compagno pur di sopravvivere. Dopo quello che ho visto nel laboratorio...niente è più come prima...siamo in guerra dopotutto...in oltre se è stata mandata con noi, sarà abbastanza abile da riuscire a trovare un modo per essere investita da quel jutsu. pensò il ragazzo scacciando ogni senso di colpa residuo che aleggiava nella sua mente.

Supaku atterrò sull'acqua al fianco del suo clone, guardandosi intorno. Una fitta nebbia era appena calata nell'aria. Il ninja della sabbia storse il naso. Kirigakure no Jutsu...porca puttana...ci mancava solo questa... pensò con un rabbia mentre si guardava intorno. Ormai la nebbia bianca ammantava ogni cosa. Era terribile e, cosa peggiore, non aveva potuto vedere se il suo attacco era andato a segno, maledizione. Senza fermarsi a riflettere, si spostò subito indietro di un paio di metri e contemporaneamente sulla sinistra di un altro paio, per non rimanere nell'ultima posizione vista dall'avversario, poi si fermò clone al fianco. Doveva riflettere. Chi aveva usato quel jutsu? Il suo avversario non aveva potuto, ne era quasi del tutto sicuro, visto che l'aveva tenuto sempre d'occhio, anche se la frazione di secondo in cui era stato immerso poteva essergli servita per evocare il jutsu. Ma allora perché rimanere fermo ad aspettarlo? Se avesse saputo che stava per calare la Kirigakure non sarebbe rimasto lì fermo, si sarebbe mosso in modo che la nebbia lo avvolgesse prima di prendere il suo Jutsu e quindi nascondersi in esso per scansare il suo attacco...Oppure no? Lo shinobi era rimasto fermo, aveva anche composto dei sigilli che, sospettava essere troppo lunghi per il Jutsu della nebbia, che ormai aveva visto parecchie volte nella sua carriera, anche se la sua esperienza nel campo dei sigilli e l'estrema velocità con cui il Takiano componeva gli stessi rendeva tutto più difficile. In sintesi: tutto era possibile.
Sei stato tu ad alzare questa nebbia? la voce della sua compagna gli giunse nitida all'orecchio. Non credo proprio...io sono fottuto qui dentro... le rispose il Suniano scocciato. Questo commento di Hitomi poteva fargli escludere la compagna dalla lista dei ninja infidi che si nascondevano nella nebbia. Ma allora chi era? Possibile che uno dei tanti ninja dispersi nella foresta avesse deciso di usare la Kirigakure per sconfiggere il proprio avversario e che la nebbia avesse coinvolto anche loro? Probabile...avevo notato un paio di coprifronti di Kiri nel gruppo...e adesso che sta succedendo?? Ora la nebbia bianca come il latte stava venendo invasa da un'altro fumo...più scuro e...verde. Ah cavolo...sembra il Jutsu di Arima...sì...l'odore è proprio quello...ma perché...lo sta usando dentro la Kirigakure no Jutsu? Eh ma che diamine! Prima le nebbia, ora il fumo...qui si sta esagerando...che diamine... pensò il ragazzo spostando nervosamente il peso da un piede all'altro. E ora chi aveva usato quel secondo Jutsu? Ma perché usarlo dentro la nebbia? Non avrebbe senso, Arima può vedere nel fumo, ma anche se vedesse attraverso il fumo, la nebbia gli ostacolerebbe comunque la vista, quindi...perché? Supaku scosse la testa, non stava capendo più nulla, doveva ammetterlo. L'unica cosa che sapeva era che improvvisamente le sue aspettative di vita si erano drasticamente abbassate. Poi con l'acqua sotto i piedi era anche peggio. Non aveva visto cosa era successo alla creatura gigantesca fatta d'acqua, ma aveva il vago presentimento che le cose non fossero andate come aveva desiderato visto che non aveva mai sentito nessun suono che confermasse le sue speranze. Come magari quello del Jutsu che impattava sulla superficie del mostro. Di scivolare sott'acqua non se ne parlava quindi, perché non si fidava di quello che avrebbe potuto trovare là sotto.
O aspettiamo... pensò il ragazzo mordendosi nervosamente un labbro. O agiamo...ma per fare cosa? Non vedo nulla...e di sicuro il mio avversario se ha usato quel fumo, avrà un modo per muovervisi...
Sentì un rumore di passi nell'acqua, passi che si allontanavano da lui rapidamente, era Hitomi? Il ragazzo corrugò la fronte. Dove diamine stava andando? Alla cieca? Era forse impazzita? Oppure possedeva un qualche Jutsu che le permetteva di muoversi in quella cacofonia di nebbia e fumo? Un attimo dopo il rumore si perse lontano da lui, poco dopo udì quello di altra acqua che si muoveva e al lieve ronzio di cariche elettriche che si disperdevano nell'aria, anche se in quel momento non avrebbe mai potuto comprendere davvero quello che aveva sentito. Supaku guardò il suo clone a meno di due metri da lui, ancora quasi visibile in quel disastro. L'unica cosa che poteva fare era creare un diversivo, aumentare le sue possibilità di sopravvivere in quella trappola umida. Il clone lo guardò e parlò bisbigliando in modo da evitare che qualcuno in ascolto in mezzo a quella roba potesse sentirli.
Dobbiamo creare dei cloni per confonderlo...faccio io? Supaku annuì, grato che il suo Karatsu avesse più o meno seguito la sua stessa linea di pensiero. Poi il clone prese a parlare alla radiolina, illustrando il loro piano alla compagna. Hitomi io non so muovermi nella nebbia o in questo fumo...o quello che è...ho creato dei cloni per confondere l'avversario...spero serva a qualcosa...
Il clone compose i sigilli prima di rilasciare il chakra e far apparire accanto a sé altri quattro cloni di chakra.

Supaku sentì un lieve giramento di testa alla spesa di tutto quel chakra, ma si riprese abbastanza in fretta, non era il momento di stare fermi in un punto solo. Stavolta decise di prendere lui la parola, bisbigliando di nuovo, sebbene sospettasse che i cloni sapessero già cosa fare.
Muoviamoci a coppie...ognuno guarda le spalle all'altro, così da aumentare le nostre probabilità di successo.... I nuovi cloni creati annuirono prima di scattare una coppia verso destra e l'altra indietreggiò. Supaku e il suo clone si spostarono verso sinistra di un altra decina di metri, non sapendo in che direzione andare. Poi tutte e tre le coppie si fermarono, schiena contro schiena, indecise sul da farsi. E adesso aspettiamo di vedere che succede... pensò il ragazzo con i sensi in allerta.
Quando tutte e tre le coppie si fermarono, quella a destra e a sinistra erano a circa quindici metri dalla posizione di Hayter mentre quella che era indietreggiata era a circa venti metri. Ciascuna coppia distava dall'altra di approssimativamente dieci metri. Questi calcoli non erano consapevoli ai cloni, che avevano deciso di muoversi di un numero più o meno uguale di passi.