Missione Agony Twin vs. Hayato Kusanagi

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    Missione Agony Twin
    Missione a Servizio di:Sunagakure No Sato
    Livello:A
    Esecutore della Missione:Agony Twin
    Luogo d'Incontro:Cancello Est di Sunagakure no Sato
    Oltre ai problemi causatici dall'Impero del Fuoco, probabilmente prima della battaglia un pericoloso Mukenin di livello A, Hayato Kusanagi, si è infiltrato nel villaggio. Lo abbiamo sorpreso, e ci ha rivelato di essere venuto a Sunagakure per impedire il disastro che nemmeno Ebizo-Sama è riuscito a fermare, e per cui ha pagato con la sua vita.
    Kusanagi ci ha parlato, ma non intendiamo fidarci di alcuna delle sue parole, dal momento che, qualsiasi giustificazione possa dare oggi per la sua presenza, non ha modo di discolparsi degli atti efferati commessi in passato, e che hanno per certo pesantemente favorito un allontanamento di Kirigakure da noi, persino prima che l'Impero serrasse gli artigli sul Paese del Vento. Egli è e resta un Ninja traditore di alto livello, e come tale deve essere catturato od eliminato, insieme al gruppo che con tutta probabilità si trova ben lontano dai ruderi del nostro villaggio. Lo abbiamo lasciato andare a ricongiungersi con i suoi compagni, ma non abbiamo certo intenzione di lasciargli abbandonare il deserto. La vostra missione sarà quindi quella di riportarli a Suna, se possibile, o assicurarsi che non possano più lasciare queste terre. Gradirei, se possibile, che solo Kusanagi rimanesse in vita. Capire le dinamiche del massacro della Nebbia, e avere potenzialmente una merce di scambio con Kirigakure, potrebbe fare la differenza.


    Missione Hayato Kusanagi
    Missione a Servizio di:Compagnia del Sole Rosso
    Livello:A
    Esecutore della Missione:Hayato Kusanagi
    Luogo d'Incontro:Deserto a nord di Sunagakure No Sato
    La nostra presenza nel Villaggio della Sabbia è stata scoperta ed il Kazekage ha inviato un commando per catturarci tutti, o peggio, ucciderci. L’unica nostra speranza di fuga è cercare di seminarli attraverso il deserto, dividendoci per cercare di moltiplicare le nostre tracce e rendere più difficile la vita agli inseguitori e separarli in caso fossimo costretti a ricorrere al conflitto aperto. Il punto di ritrovo è fissato per la Stazione Onda non appena vi sarà possibile farvi ritorno, una volta sicuri di non essere seguiti o dopo aver eliminato i vostri avversari.
    Buona fortuna a tutti e cercate di restare vivi. Ci rivedremo presto.

    Hayato


    Inizia Master.


    Edited by Masterzaga - 21/12/2014, 23:45
     
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    Il ritmo accelerato del respiro scandiva il rapido susseguirsi dei passi sulla sabbia. Si accovacciò con la schiena contro una duna, protetto dalla lunga dorsale sabbiosa che si estendeva in larghezza per alcuni metri. La stessa cosa fecero saettanti alcune figure accanto a lui: erano pochi, meno di dieci in tutto, e solo lui era un vero Ninja. Tutti gli altri indossavano gli abiti e le armi dei guerrieri del deserto.
    Si sporse appena in avanti con la testa osservando cauto da sotto il turbante. La grande mole della stazione mineraria incombeva silenziosa su di loro, immobile e gigantesca. Aveva una forma che ricordava vagamente quella di una trottola, con la massima estensione al centro e le punte assottigliate come piccole piramidi. L’estremità inferiore si concludeva con la vecchia trivella che, quando la stazione era ancora in funzione, perforava le rocce posate sotto gli innumerevoli strati di sabbia per cercare minerali e sostanze preziose per la lavorazione ed il commercio. La base era sostenuta da diversi piloni in acciaio, posti a raggiera ad intervalli regolari di qualche metro lungo le piastre in metallo. Tutto era ormai abbandonato da molti anni, da quando le profondità sottostanti si erano inaridite e l’intero impianto era diventato economicamente insostenibile per un Paese del Vento spesso povero e alla ricerca di nuove fonti di sostentamento che non implicassero l’importazione dalle altre nazioni.
    "Perché mi faccio sempre coinvolgere in queste cose?" si chiese Hayato maledicendosi. Strinse la presa su Divoraluce ed estrasse una delle sue lunghe frecce dalla faretra. Scambiò un cenno d’assenso con uno dei guerrieri che erano con lui e si sporse quel tanto che bastava per prendere la mira contro la sentinella che stazionava non lontano, ignara della minaccia così vicina.
    La corda dell’arco scattò.


    Qualche tempo prima…

    Il lento trascinarsi dei piedi sulla duna accompagnava la dura traversata di Hayato Kusanagi.
    Il fugace incontro con i compagni, le urla perse nella notte e l’improvviso frastuono dell’attacco. Colpi, grida e l’abbattersi inaspettato della sabbia su di loro.
    Divisi.
    Vento, buio, la pelle che si graffia per il ruvido abbraccio della tempesta e la bocca che si riempie di sabbia prima che riesca a coprirsi con le bende.
    Cadere.

    La tempesta se n’era andata. Il sole lanciava bagliori maligni dall’alto del cielo ed Hayato non aveva idea di dove fosse finito. Non sapeva quanto fosse durata la tempesta – ore, a giudicare dalla posizione del sole – né per quanto avesse vagato e in che direzione nel caos della tormenta. Sotto le suole la sabbia scottava. Sollevò gli occhialoni e provò a guardarsi intorno, come un neonato che osserva il mondo per la prima volta: era completamente solo nell’immensa monotonia del mare di sabbia. Nessun segno che indicasse la presenza di altri esseri umani fin dove il suo occhio poteva spingersi, le orme sulla duna come unico segno del suo passaggio nel deserto. Periodicamente, parte di quelle orme veniva cancellata dalle morbide carezze del vento che spazzava e rimodellava le dune dorate. Il pensiero corse ai compagni: a Shin, che era il più inesperto tra loro, a Hana, che aveva sfidato il suo giudizio subito prima che le forze della Sabbia gli piombassero addosso. Ormai non aveva più importanza: sperava soltanto che fossero riusciti a sopravvivere all’attacco e che non tutti si fossero isolati com’era accaduto a lui. Kyofu era nativo di quelle terre, Daiki era un viaggiatore esperto e aveva conoscenza del deserto; di tutti gli altri non poteva dire con certezza che sarebbero sopravvissuti ad una traversata solitaria in quell’ambiente ostile.
    Hayato diede un’occhiata al suo equipaggiamento da viaggio. "Non che a me sia andata molto meglio." Una sola borraccia – e neppure piena – costituiva la totalità del suo armamentario per affrontare il grande mare di sabbia e tutte le sue insidie. La cruda verità era che, se gli avessero chiesto di dare un giudizio in una situazione analoga, avrebbe detto che quel povero disperato era quasi sicuramente spacciato. Lanciò un’occhiata al cielo fin troppo limpido e soppesò l’idea di creare un volatile per spostarsi più in fretta. E se qualcuno lo stava seguendo?


    ChakraArgillaFisicoMentale
    19540/40Intontito.Preoccupato.
    ~Equip
    SlotOggettoNote
    IndossataLame RetrattiliPolsi
    FaretraDivoraluceSpalla dx
    FaretraFrecce26
    Rotolo MinoreScudoBraccio dx
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    Armi
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    Palla Luce [2/2]Palla Luce [2/2]
    Accessori
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    Rotolo CadaveriRecipienteRadiolina
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    Quattro Palle Luce ≈ Legate a quattro Kunai [4/4]
    Guanti ≈ Indossati
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    La guerra era finita. Suna era caduta. La strategia dell'impero aveva preso totalmente di sorpresa la fazione opposta e quelle mura che per decenni avevano resistito a tutto, ora avevan ceduto. Un enorme varco ora faceva da monito a tutti coloro che erano rimasti nella città caduta. L'impero era il più forte, anche il deserto si era dovuto inchinare davanti a lui. Impero che però non aveva affondato il colpo. Dopo che le truppe di Suna si erano velocemente ritirati, aveva lasciato il luogo improvvisamente. Da un momento all'altro, senza preavviso.
    Stavano giocando con noi, volevano solo dimostrare la loro forza.
    Pensavo, mentre giravo per quello che rimaneva di Suna. Non perché ci fossero stati moltissimi danni alle strutture interne, ma passando in mezzo a tutti gli shinobi, si poteva avvertire un'atmosfera sia di delusione che di tristezza. Animi spezzati dalla perdita dell'uomo che aveva rappresentato per anni tutto per quella nazione. La morte del Kazekage era stata un grosso smacco anche a livello politico, infatti da un po' di tempo le figure politiche più importanti avevo sentito che si erano ritirate da qualche parte probabilmente per l'elezione del prossimo kage. Io intanto attendevo ordini, mentre aiutavo i suniani come potevo.
    Anche dal canto mio la sconfitta era stata presa davvero male, seppure avessi già pensato che Suna con così pochi uomini nelle sue fila non sarebbe durata così tanto. E non avevo messo in conto la possibilità di dover affrontare un esercito di mostri. Però almeno sapere che il Paese del Vento aveva avuto la, seppur minima, possibilità di restaurarsi mi aveva fatto piacere, anche se ero convinto che in breve tempo sarebbero arrivate le incursioni imperiali, sfruttando la poca difesa rimasta. Ma non ero io che dovevo occuparmi di queste cose, il mio compito era dare una mano fino a nuovo ordine. Dopotutto Otogakure era conscia che a Suna quegli uomini servissero molto di più che a lei. Oltretutto avevo subito non poche ferite durante la battaglia, quindi un ritorno immediato non era possibile. Ma almeno quelle ferite non erano gravi e in poco tempo mi ero potuto rimettere al lavoro. Non che la cosa mi facesse piacere, ma non c'era molta altra scelta.
    C'è molto lavoro da fare, e pochi uomini per farlo.
    Nella mia piacevole passeggiata sotto quel caldo a cui non mi ero ancora abituato passai spesso vicino alla tenda dove avevo saputo si stesse decidendo per il futuro condottiero di Suna e per il futuro del paese stesso. Non conoscevo molto le figure più importanti del paese del vento, ma avevo sentito parlando con altri shinobi che c'erano già dei validi candidati e che non sarebbe durata molto la scelta. E in fatti stavano lì solo da tutto ilogiorno, e non si sapeva neanche quanto mancasse. Volevo scoprire quale sarebbe stata la prima mossa del nuovo giocatore.
    Spero sia un uomo degno del precedente Kage, cosa affatto facile..
    Tempo dopo, mentre continuavo quell'ingrato lavoro, sentii che un anbu stava radunando alcuni shinobi non capii per cosa. Stanco di spostare morti, macerie e feriti, mi unii al gruppo tutt'altro che numeroso, e alle porte di Suna venimmo delucidati su cosa avremmo dovuto fare. Ci fu rivelato che durante la presenza in mezzo alle nostre fila si era unita anche una abbastanza nota organizzazione mukenin, il cui capo era niente di meno che il Sole Rosso, Hayato Kusanagi, con lo scopo di dare man forte al Paese del Vento contro l'Impero.
    O almeno così lui ha sostenuto nel momento in cui è stato scoperto. Aggiunse l'anbu mentre eravamo ormai tutti riuniti al cancello Est. Non sembrava aver molta simpatia per il mukenin, dal disprezzo che sentivo nella sua voce. Ma non c'è da fidarsi di quell'uomo, dopo tutto quello che ha fatto. Ricordatevi che ora è un mukenin, un traditore del nostro paese e colui che ha portato i primi contrasti tra noi e Kirigakure. Va fermato, e catturato. Gli altri potete anche eliminarli, che solo Kusanagi rimanga vivo. Concluse lo shinobi, dandoci una breve descrizione fisica dell'obiettivo, prima di dare il via alla missione. La caccia ebbe inizio.

    Dovevamo attendere che Hayato si riunisse con i suoi compagni, prima di attaccarli. Non doveva sfuggire neanche uno. Il Sole Rosso doveva essere estirpato. Dal canto mio, non avevo molte informazioni riguardo questa fantomatica organizzazione, ma erano giunte anche il mio orecchie alcune storie sul capo della stessa, e mi era salito un po' di interesse nei suoi confronti. Quella missione immaginai si sarebbe rivelata molto interessante, nonché piuttosto pericolosa. Il ritrovarmi faccia e faccia con il famigerato Hayato non era affatto allettante. Per fortuna però potevo contare sul numero di membri di quel gruppo, che intanto continuava l'inseguimento, silenziosamente, senza emettere una sola sillaba. C'era un buon numero di anbu in quel gruppo, anche se mi era sembrato di scorgere anche la figura di un paio di genin, ma comunque tutti si muovevano nel modo più ordinato possibile. Non dovevamo farci scoprire, o sarebbe saltato tutto, il Sole Rosso si sarebbe disperso e la caccia si sarebbe prolungata oltremodo. L'anbu guidava il gruppo con i gesti comuni per tutti gli shinobi, siano essi di Oto, di Kumo o di Suna. In breve tempo avremmo raggiunto il Sole Rosso, o almeno così ci disse lo shinobi. Qualcuno spifferò che a breve ci sarebbe stata una tempesta.

    Individuati. Gli obiettivi erano a poca distanza dal gruppo che intanto era nascosto dalle dune del deserto e dalla tempesta di sabbia che stava lentamente alzandosi. Sembrava che a breve sarebbe peggiorato. Il silenzio regnava. A breve sarebbe iniziato l'attacco, tempesta o non tempesta.
    Un segnale, e l'attacco ebbe inizio.
    Gli anbu furono i primi a raggiungere il Sole Ross, comparendo a breve distanza da loro quasi immediatamente. Noi poi li raggiungemmo a dare loro supporto e attaccare noi stessi. Ma non si capì tantissimo, anzi. La tempesta improvvisamente aumentò, sferzando il campo con grosse folate di vento nonché alzando sabbia su sabbia. In breve tempo smisi di capire cosa stesse succedendo. L'unica cosa che mi parve di capire fu il segnale di ritirata momentanea. A quanto pareva i membri del Sole Rosso avevano sfruttato quella violenta tempesta per dividersi in qualche modo. C'erano ninja sensoriali dalla nostra. Tutto quello comunque equivalse solo una cosa: toccò anche a noi dividerci. Ma quella tempesta era decisamente troppo per iniziare una perlustrazione, ninja sensoriali o meno, quindi attendemmo che il tempo fosse anche un po' più favorevole difendendoci dalla sabbia sferzante con dei jutsu doton, mentre ci dividevamo in gruppi. Io e altri tre shinobi, uno dei gruppi con più persone, fummo mandati nella direzione dove era stato visto e percepito per l'ultima volta Hayato Kusanagi, con lo specifico compito di trovarlo e poi avvisare gli altri, nonché nel caso seguirlo.
    Fantastico.
    Pensai, sarcastico. Non potevo proprio chiedere di meglio.
    Stato fisico: ottimo
    Stato mentale: attento
    Chakra:150
    Equip:
    Katana con fodero. Katana nello stomaco.
    Wakizashi con fodero minore.
    Lame retrattili.
    Radiolina.
    20 metri di filo metallico.
    10 Kunai.
    18 senbon.
    5 cartebomba.
    3 pillole del soldato.
    Kit Grimaldelli.
    Cerbottana (5 - avvelenati).
    3 dosi di veleno debole.
    4 palle di luce.
    Binocolo.

    N.B Se non specificato, il tono assunto da Agony è annoiato e apatico.
     
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    Hayato accarezzava distrattamente il fianco dell’aquila d’argilla, quasi come se lei potesse sentire il calore di quel tocco. Aveva concluso che, se anche qualcuno lo stesse seguendo, quasi sicuramente aveva con sé un Ninja Sensoriale sul quale fare affidamento perciò tanto valeva smettere di preoccuparsi di nascondere le sue tracce. Meglio volare e forse farsi vedere da lontano, che continuare ad arrancare sulla sabbia con la certezza che le sue orme sarebbero state seguite. Tuttavia, un pizzico di accortezza in più non avrebbe di certo costituito un danno. Uno dei consigli base che si riceveva dai Sensei in tema di guerriglia avanzata, quando si aveva a che fare con un Sensore, era moltiplicare le tracce di chakra da seguire per tentare di confonderlo, ovvero ricorrere a tecniche di clonazione.
    Sospirò. Sapeva che sarebbe stato inutile, ma doveva tentare. Se c’era anche solo una piccola possibilità di indurre i suoi inseguitori a dividersi, o a sprecare energie per battere tutte le piste, doveva coglierla. Portò una mano alla sacca d’argilla e poco dopo sputò dal palmo due piccole formelle dall’aspetto umano. Esse diventarono Cloni d’Argilla, apparendo accanto a lui in due identici volute fumose.
    Kibaku Nendo - Argilla Esplosiva
    obDcINh
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tale arte permette all'utilizzatore di modellare a piacere una creatura con la propria argilla. Questa creatura potrà avere qualsiasi forma dettata dall'utilizzatore, e potrà anche essere capace di volare se dotata di ali adeguate per riuscirvi. Sarà possibile creare una creatura di grandezza paragonabile a quella di un enorme uccello di cinque metri per tre, sul quale potrà liberamente volare. Il volatile avrà velocità alta e non potrà trasportare più di una persona; se cavalcato, la sua velocità cala di mezzo grado. Nel caso si crei un pesce, questo si muoverà in acqua a velocità alta anche se cavalcato da una singola persona. In entrambi i casi, se fatte esplodere, le creature creano un'esplosione dal raggio di sette metri che causerà danni gravissimi o mortali se ci si trova a contatto diretto con la creatura. Sarà inoltre possibile usufruire della propria creatura come se fosse un vero e proprio terreno, e dunque usare tecniche Doton solitamente utilizzate per portarsi sottoterra e dunque in questo caso all'interno della creatura.
    Consumo: 8 (5 Porzioni d'Argilla)

    Nendo Bunshin - Clone d'Argilla x2
    XVwTZcT
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    La tecnica permette all'utilizzatore di creare Cloni d'Argilla. Questi cloni però sono diversi da tutti gli altri, poiché si tramutano in Argilla solo in base al volere dell'utilizzatore o dopo aver subito una ferita. Il Clone può esclusivamente usare le tecniche derivanti dalla propria innata e non eventuali capacita e specializzazioni. Il clone dispone della stessa quantità d'argilla dell'originale. Il clone quando dissolto ritorna alla sua materia originale e se il nemico ha usato una tecnica ravvicinata trapassando il clone, la parte con cui ha sferrato il colpo rimarrà bloccata per un turno nell'Argilla. Il Clone può essere fatto esplodere a comando dell’utilizzatore ed emetterà dei leggeri fasci di luce per un secondo per poi salare in aria. Questa capacità di esplodere può esere usata sia se il clone è integro sia se è già stato riportato al suo stato originale purché entro un turno. L'esposione causa ferite di media entità e ha un raggio di tre metri. Il Chakra utilizzato dai cloni viene scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 4 (per Clone) (3 Porzioni d'Argilla per Clone)

    Il Sole Rosso saltò in groppa all’aquila, che sbatteva mollemente le ali tenendosi appena sollevata da terra. Guardò uno dei cloni camminare a ritroso lungo le sue orme e cancellare dalla sabbia ogni traccia del passaggio suo e della creatura d’argilla, lasciando intendere a chi fosse passato di lì che esistessero soltanto due serie di impronte: quelle di Hayato Kusanagi e quelle dell’unico clone che aveva creato.
    «È un tentativo debole» disse uno dei due.
    «I sensori ci percepiranno comunque» gli fece eco il secondo clone.
    Hayato si sistemò il turbante sulla testa. «Lo so. Ma sappiamo anche che dobbiamo tentare qualcosa. Forse penseranno che usare un volatile fosse un’idea troppo banale e si convinceranno che il vero me sia uno di voi due.»
    "O forse no." Non c’era bisogno che qualcuno gli dicesse che stava rimarcando l’ovvio, perché i suoi pensieri erano anche nella testa dei due cloni.
    «O forse no» mormorò il primo clone.
    «è un peccato non conoscere la Moltiplicazione Superiore del Corpo», riprese il secondo, strappandosi un lembo della veste, «i nostri ricordi potevano tornarti utili.»
    Hayato tacque ed aspettò che entrambe le copie gli porgessero il pezzo di tessuto, così da sapere almeno quando uno dei due fosse stato dissolto. Parte destra della cintura per il clone che avrebbe continuato verso ovest; parte sinistra per quello che avrebbe puntato a nord-ovest. Kusanagi era atteso a nord. I tre si scambiarono un cenno e partirono ciascuno per la sua strada, senza aggiungere nient’altro. Hayato veleggiò ad una quarantina di metri da terra, rapido, lanciando impulsi mentali continui all’aquila perché mantenesse un ritmo sostenuto. Davanti a lui solo l’eterno ripetersi di dune sempre uguali, intervallate da sporadiche conformazioni rocciose che sbucavano timidamente dalla sabbia.
    Era stanco di scappare. Per la seconda volta, un Villaggio per cui aveva combattuto e che aveva cercato di aiutare gli si era rivoltato contro. Dopo Amegakure anche la Sabbia gli aveva riservato la stessa sorte, attaccandolo come una belva ferita proprio quando lui era rimasto indietro per porgerle una mano in aiuto. Sorrise amaramente pensando a Daiki, che doveva aver provato una sensazione simile. "Tu non sei un uomo buono." L’incontro con il nuovo Kazekage lo aveva scosso, inutile negarlo. Aveva sputato in faccia al suo aiuto e questo lo faceva infuriare, ma ciò che più lo feriva era che sembrava considerarlo alla stregua delle bestie che avevano attaccato e distrutto il suo Villaggio. Non lo avrebbe dimenticato.
    Forse Midori aveva ragione. Forse non era un buon uomo. Ma questo faceva per forza di lui un uomo cattivo? Hayato strinse spasmodicamente un pugno, piantandosi le unghie nel palmo morbido e gustando il dolore che ne traeva. Mai più avrebbe permesso che si ripetesse una cosa del genere.
    «Mai più.»

    ChakraArgillaFisicoMentale
    195-8-4-4= 17940-3-3= 34/40Intontito.Amareggiato.
    ~Equip
    SlotOggettoNote
    IndossataLame RetrattiliPolsi
    FaretraDivoraluceSpalla dx
    FaretraFrecce26
    Rotolo MinoreScudoBraccio dx
    T. SupplFumogeni[5/5]Coscia dx
    ~Borsa
    Armi
    Kunai [10/10]Shuriken [16/20]
    Palla Luce [2/2]Palla Luce [2/2]
    Accessori
    Occhio CiberneticoFlauto DemoniacoMaschera Respiratoria
    Rotolo CadaveriRecipienteRadiolina
    ~Gilet
    ArmiAccessori
    ~Note
    Note
    Sharingan ≈ Disattivato
    Quattro Palle Luce ≈ Legate a quattro Kunai [4/4]
    Guanti ≈ Indossati
    Coprinaso in Bende ≈ Indossato
    Copricapo del Deserto ≈Indossato
    Occhialoni ≈ Indossati
     
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    A quanto pare la tempesta ha costretto a dividere tutti gli obiettivi. Ottimo.
    I ninja sensoriali ci avevano dato molte informazioni prima che ci dividessimo come stabilito dal capitano. Molte informazioni che avevano permesso ai vari gruppi di continuare la caccia. A me era toccato entrare nel gruppo composto dal capitano stesso, un ninja sensoriale e un altro shinobi senza particolari cariche, ma che a quanto pareva conosceva il capitano. Il nostro obiettivo: Hayato Kusanagi. Il Sole Rosso era l'obiettivo più importante, infatti ci era stato detto fin da subito che avremmo dovuto cercare di portarlo a casa vivo, mentre il resto dell'organizzazione poteva benissimo essere tolto di mezzo.
    Ma poi, perché? Non sarebbe meglio farlo fuori un capo di una organizzazione? Dopotutto è quello che ha dato vita al tutto, e lasciandolo in vita si rischierebbe di doverlo riaffrontare.
    Non avevo capito bene quali fossero i rapporti tra Suna e Hayato sia prima che dopo la fuga, quindi non avevo chiara in mente la situazione. Ma in fondo neanche era tra i miei maggiori interessi. L'importante era portare a termine l'incarico. E farlo con quel gruppo si prospettava non troppo complicato.
    Se lo raggiungiamo velocemente e lo affrontiamo in uno scontro impari, dovrebbe risultare meno ostica la cosa. Anche se stiamo sempre parlando del capo di una organizzazione.
    In poco tempo l'obiettivo era stato individuato di nuovo. Il ninja sensoriale ci aveva avvertito di aver riconosciuto il suo chakra che vagava solitario a distanza nel deserto. Il biondo shinobi sembrava essere davverocapace. Il capitano ipotizzò che stesse andando a piedi perché in volo sarebbe stato facilmente rintracciabile.
    Hmphh Esordì lui, pensieroso. Ma dovrebbe anche immaginare che con noi abbiamo dei ninja sensoriali... Che stia decidendosi sul da farsi?
    L'uomo continuò a rifletterci scambiando un paio di battute con il biondo. L'anbu non sembrava avere particolarità di sorta, era alto più o meno quanto me, con i capelli neri corti, e sembrava essere un uomo non troppo simpatico con i sottoposti. Ma sprizzava odio per i mukenin e per gli avversari di Suna da tutti i pori, il che era alquanto positivo.
    Mi chiedo se davvero lascerebbe in vita un tipo come Kusanagi, se lo incontriamo. Immagino di si, ma comunque interiormente avrebbe un bel conflitto.
    Dopotutto se l'idea di tagliare la testa del serpente era venuta in testa a uno esterno al villaggio come me, figuratevi ad uno come quel robusto e patriottico anbu. Non restava che aspettare e vedere. L'inseguimento proseguì nel più totale silenzio mio e dell'altro shinobi presente. Passarono pochi minuti, e qualcosa cambiò. Hayato decise di attuare una classica mossa di depistaggio.
    Cloni. Due per la precisione. Stanno per prendere tre direzioni differente, probabilmente.
    Il ninja aggiunse poi che oltre ai cloni, Hayato, come previsto, evocò qualcosa che gli permise di volare via. E così uno se ne andò volando in una direzione, mentre gli altri due a piedi verso le altre due. Ora nasceva il dubbio: che fare? Ma non spettava a me deciderlo.
    Mi sembrava strano che non facesse nulla, ora chi è il vero Kusanagi? Esser salito su un pennuto lo renderebbe un facile bersaglio, chiunque potrebbe avvistarlo... O potrebbe aver deciso di depistarci pensando appunto che per noi sarebbe stato troppo stupido il pennuto...
    E a questo c'ero arrivato anche io. Ora chi va da chi?
    Ma neanche il tempo di iniziare a rifletterci sopra, che l'anbu trovò la soluzione.Fece un cenno al ninja sensoriale, che senza dir nulla compose un sigillo molto familiare, e accanto a lui, mentre continuavamo a correre in avanti per non perdere contatto con i tre, comparivano due nuovi shinobi, identici a lui.
    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra
    KageBunshinnoJutsu-TecnicadeiClonidOmbra_zps3e5ab90d
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tale tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu, infatti consiste nella creazione di copie dotate di consistenza fisica e in grado di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più Chakra. Il vero punto di forza però è che i cloni, non appena vengono annullati, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze riscontrate durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 8 (A Clone)
    x2

    Perfetto, ci dividiamo. Ragazzo di Oto, tu segui quello volante con un clone. L'altro clone con me.
    A quanto pareva, era rimasto dell'idea che procedere volando era stupido, e aveva mandato me a seguire la pista per lui meno probabile. Almeno ero sicuro che non avrei perso di vista l'obiettivo, e che non sarei stato solo.
    Ricordate, basta un colpo. Se esso svanisce allora passate al prossimo, in caso contrario, avvisate gli altri. Quando avvistate l'obiettivo, cercate di scoprire il prima possibile se esso è un clone o meno. Se è l'originale, verrete subito raggiunti dagli altri membri. La frequenza della radiolina è 53. Partite.
    Piano semplice e conciso. Le squadre si divisero. Ora iniziava la parte più difficile.
    Di bene in meglio.
    SPOILER (clicca per visualizzare)
    Stato fisico: ottimo
    Stato mentale: attento
    Chakra:150
    Equip:
    Katana con fodero. Katana nello stomaco.
    Wakizashi con fodero minore.
    Lame retrattili.
    Radiolina.
    20 metri di filo metallico.
    10 Kunai.
    18 senbon.
    5 cartebomba.
    3 pillole del soldato.
    Kit Grimaldelli.
    Cerbottana (5 - avvelenati).
    3 dosi di veleno debole.
    4 palle di luce.
    Binocolo.

    N.B Se non specificato, il tono assunto da Agony è annoiato e apatico.
     
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    Hayato aveva sete. La gola raschiava dolorosa ogni volta che provava a deglutire, le labbra sembravano fuse in un’unica striscia di carne incartapecorita. L’acqua, finita. Non sapeva da quanto tempo stesse viaggiando, ma la quasi nullità di provviste con le quali era uscito da Suna stava cominciando a reclamare la sua ricompensa. La rabbia per il trattamento subito alla Sabbia aveva fatto lentamente posto al sordo richiamo della sopravvivenza, e i pensieri cadevano con rapidità dall’astratto ai bisogni più immediati. Cibo, acqua, un riparo per la notte. Tutte cose che lui non aveva. L’unico conforto era il battito sempre uguale delle ali dell’aquila, l’unica altra cosa a non cambiare mai oltre all’orizzonte sterminato del deserto.
    Gli parve di scorgere qualcosa laggiù, in basso. Si mosse in quella direzione ma ebbe un lieve ed inaspettato giro di testa. "Comincio a vedere miraggi…" si disse. Non era un buon segno. Guardò meglio. Piante, bestie da soma, tende… "Acqua."
    Indirizzò mentalmente l’aquila verso l’immagine tremolante e scese in picchiata, la sagoma che diventava sempre più reale mano a mano che vi si avvicinava. Ogni metro percorso verso quell’inaspettata fonte di salvezza, Hayato si sentiva di nuovo sempre più vivo. Atterrò sollevando un gran polverone, saltando sulla sabbia con eccessiva foga per le sue attuali energie e gli ci volle un attimo per recuperare l’equilibrio. Si guardò intorno: l’erba, le piante, la fonte d’acqua… era tutto vero. Così com’erano vere le tende e le spade. Contò quattro grosse tende ma almeno il doppio dei dromedari legati lì intorno. Vide alcuni uomini al bivacco voltarsi al suo arrivo ed alzarsi in piedi allarmati; molti portarono la mano alle spade ricurve, lo sguardo fattosi deciso dopo il momentaneo spavento. Non avevano paura di lui. Avrebbero dovuto.
    Non riconobbe insegne od ornamenti particolari che potesse aiutarlo ad identificare quegli uomini. L’unica tribù con la quale aveva avuto a che fare era quella di Orbashà, e non si era lasciato in buoni rapporti nemmeno con loro. L’ira lo colse di nuovo ripensando all’ennesimo rifiuto di fronte alle sue richieste di aiuto e alle sue buone intenzioni. Non importava chi fossero quei tizi: in loro vedeva cibo, pelli, acqua. Se si fossero frapposti tra lui e la sua sopravvivenza li avrebbe spediti tutti al loro dio.
    Intuì dall’espressione dei loro volti che non doveva avere un bell’aspetto.
    «Acqua» rantolò con voce rauca.
    Nessuno gli rispose. Hayato fece un passo in avanti verso la fonte, così invitante e ricca di promesse.
    «Acqua» ripeté.
    Ogni singola parola gli graffiava la gola in maniera dolorosa. Per gli dèi, quanto aveva sete. Uno dei uomini gli disse qualcosa nella loro lingua del deserto e lui non capì una parola. Dannati selvaggi e dannato sé stesso. Avrebbe dovuto chiedere a Kenji di insegnargli quel dialetto quando ancora ne aveva l’occasione. Kusanagi avanzò ancora e gli uomini sguainarono le spade, continuando ad urlargli parole incomprensibili. Erano in sei; li avrebbe uccisi. Fece scattare le lame nascoste, accovacciandosi lentamente in attesa che lo attaccassero. Loro si allargarono per accerchiarlo ed Hayato fece scorrere lo sguardo dall’uno all’altro, cercando di capire chi lo avrebbe attaccato per primo. Sembravano tutti guerrieri esperti, dal modo in cui impugnavano le loro armi. Era come gli aveva spiegato Kenji: un guerriero del deserto non teme nulla se non il deserto stesso, e la vergogna della ritirata. Un paio erano molto giovani, ma determinati. Altri avevano la calma tipica di chi ha visto molte battaglie e sa che, per quanto si possa essere bravi, ogni scontro può sempre essere l’ultimo. Notò l’irrigidirsi improvviso dei muscoli di un guerriero, quello più vicino alla sua destra, e seppe che sarebbe stato il suo il primo sangue a bagnare la sabbia. L’uomo scattò.
    D’improvviso una voce risuonò nell’accampamento ed il guerriero si bloccò all’istante, la spada ancora sollevata in attesa di calarla contro Hayato. Sia gli uomini che il Sole Rosso indirizzarono lo sguardo verso la tenda dalla quale ora sbucava una figura, lo sguardo che saettava da uno dei suoi guerrieri all’altro. Kusanagi ebbe un sussulto. Conosceva quell’uomo.

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    Sharingan ≈ Disattivato
    Quattro Palle Luce ≈ Legate a quattro Kunai [4/4]
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    Kagura Shingan - Occhio Psichico del Kagura
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    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica permette all'utilizzatore di percepire qualsiasi soggetto capace d'utilizzare il Chakra nel raggio di ben dieci chilometri. Il Ninja può determinare la posizione esatta dei soggetti individuati e percepire con precisione la forza del loro Chakra, il che gli permette di stabilire a grandi linee il livello di forza del soggetto esaminato. Potranno percepire le fluttuazioni del Chakra delle persone e grazie a questo capire se una persona è sotto l'influsso di un Genjutsu o meno, inoltre potranno percepire a grandi linee se una persona sta impastando il Chakra grazie all'oscillazione dello stesso. Sono anche in grado di capire se il Chakra del nemico è di natura buona o malvagia; ma ciò solo su soggetti che tendono estremamente da un lato o all'altro. Se hanno già avuto modo di percepire il Chakra del soggetto incriminato mediante la tecnica, possono anche fra mille soggetti trovare esattamente colui che stanno cercando. Non possono tuttavia distinguere eventuali cloni d'entità fisica dall'originale. Infine, possono immediatamente capire in base alle alterazioni del Chakra se un soggetto dinanzi a se sta dicendo la verità oppure meno.
    Consumo: 15 (A Turno)

    Ti sembra il caso di bere così tanta acqua?
    La tortura di eseguire una missione con qualcuno che non conosci era tra quelle che più odiavo. Se poi, a pelle, quella persona si dimostrava una affatto piacevole compagnia, era anche peggiore. Chiusi la questione con un atono Mi scusi. e posando la borraccia. Era difficile abituarsi al deserto, con tutta quella sabbia e quel caldo estenuante. Almeno avevo avuto la premura di portare un paio di borracce colme d'acqua, anche se quella non era affatto una scusa per bere ampie sorsate d'acqua. Tutto è destinato a finire, e l'acqua nel deserto è il bene più prezioso e non va sprecato.
    Se non altro, adesso non ho la gola secca come prima.
    L'inseguimento intanto proseguiva. C'eravamo divisi, seguendo tre piste diverse e tre Hayato diversi. A me era toccato inseguire lo shinobi su un pennuto volante in compagnia di un clone del ninja sensoriale del gruppo. Impresa non troppo complicata, perché ad una non eccessiva distanza, un puntino era distinguibile. Anche se non si era sicuri per quanto.
    Dobbiamo accelerare. Lui vola, noi no.
    Aumentò il passo, e io tentai di fare lo stesso. Peccato che lui sembrasse decisamente più veloce di me. Stentai a rimanere al suo passo, tanto che fui tentato persino di ricorrere al passo del serpente per poter muovermi meglio. Attesi un po', osservando come la distanza tra me e lui iniziasse ad allungarsi. L'altro shinobi se ne accorse, lanciandomi uno sguardo sbeffeggiante e irritante. Non mi piaceva quel tipo, e non mi piaceva nemmeno l'idea di dover affrontare il capo di un'organizzazione in compagnia di qualcuno in cui avevo scarsa fiducia. Sperando che quello sull'uccello fosse un clone. Se era quello l'originale, sarei stato in profondi guai.
    Un uno contro uno con il Sole Rosso...
    Tentai di pensare a quanto potesse essere interessante una cosa del genere. Sicuramente tanto, ma non abbastanza per giustificare il fatto che ci fosse la grande possibilità di morire in uno scontro del genere. E io di certo non sarei voluto morire in battaglia. Soprattutto non in una che avrei potuto benissimo evitare semplicemente stando da un'altra parte di un villaggio, ed in cui non avevo neanche il compito di uccidere il mio obbiettivo. Ma quasi come se stesse ascoltando i miei pensieri, il clone improvvisamente disse:
    Molto probabilmente gli altri due gruppi faranno prima di noi, inseguendo qualcuno che corre, a breve ci potrebbero persino segnalare di doverli raggiungere.
    In effetti aveva ragione, se tutto fosse andato per il verso giusto, c'era la possibilità che le energie sprecate a inseguire il tizio sul pennuto si sarebbero rivelate inutili. Molto confortante. Un motivo in meno per evitare di usare jutsu. E intanto il puntino stava quasi perdendosi nell'orizzonte. Seguirlo era tecnicamente semplice, fermarlo sarebbe stata tutt'altra manica. Ma si contava anche sulla mancanza di provviste e acqua del mukenin, dato che era dovuto fuggire in fretta da Suna e il viaggio nel deserto senza adeguata preparazione non era affatto facile, anzi.
    In effetti lottare contro un Sole spento dovrebbe essere più semplice... Una mossa in avanti almeno l'abbiamo, devo sfruttar...
    Attenzione, sembra stia scendendo.
    I miei pensieri vennero interrotti improvvisamente. Inaspettatamente, l'obiettivo aveva fermato la sua corsa. Che avesse incontrato qualche suo compagno? O aveva avvistato un'oasi, e che avesse bisogno di bere?
    Sta scendendo velocemente verso una serie di persone... Direi un accampamento.
    Non potrebbero essere i suoi compagni?
    Lo escludo.
    Stavo scherzando, non volevo ovviamente mettere in dubbio le tue parole.
    Oltretutto, non credo si stesse dirigendo lì di sua volontà, troppo repentino il cambio di direzione. Si è fermato perché ne aveva bisogno.
    Potrebbe essere lui l'originale allora, in cerca di cibo e acqua.
    O potrebbe star chiedendo aiuto al gruppo di nomadi ora che è riuscito a trovarli. Atteniamoci agli ordini: indaghiamo.
    Agli ordini.
    Non credevo molto alla possibilità che i nomadi potessero essere suoi alleati, ma dopotutto il Sole Rosso era di Suna, e la possibilità c'era. Probabilmente il mio compagno preferiva accertarsi, prima di rischiare di far fuggire un pericoloso mukenin solo perché ritenuto un clone. Aveva senso. Intanto mi chiedevo a che punto fossero gli altri due gruppi.
    Come te la cavi in infiltrazioni?
    La domanda arrivò senza preavviso, ma la risposta non fu difficile da trovare, anzi. Arrivò quasi immediatamente.
    Direi che è la mia specialità.
    Perfetto. Allora sarai tu ad infiltrarti nell'accampamento, io osserverò tutto nascosto a poca distanza. Qualsiasi cosa, avverto gli altri e ti raggiungo.
    Anche stavolta, un piano piuttosto semplice. E ovviamente toccava a me il lavoro sporco. Avrei contato sul fattore sorpresa, forse sarei potuto anche arrivare vicino al mukenin stesso, se tutto fosse andato per il verso giusto. Una serpe sotto la sabbia non è così facile da scovare. In breve tempo, arrivammo a poca distanza dall'accampamento dei nomadi. Si notavano delle tende a distanza, insieme a quelle che parevano piante. Se era acqua che cercava, aveva avuto una immensa fortuna. Sempre se quei nomadi fossero dalla sua parte. Non sapevo quanta benevolenza avrebbe avuto un gruppo di nomadi con uno che atterra improvvisamente in mezzo al proprio accampamento. Probabilmente sarebbero potuti anche morire tutti. Giungemmo velocemente ad un punto abbastanza vicino all'accampamento, dove l'altro shinobi decise di fermare la corsa. Sembrava provato.
    Agiamo secondo il piano. Tu vai, ti tengo d'occhio io. Il canale lo hai sintonizzato, giusto?
    Portai una mano alla radiolina, e diedi un pollice alzato come risposta. Mi fece cenno di partire, indicandomi più o meno la posizione dell'obbiettivo. Mi mossi in direzione dell'accampamento, e cambiai forma, scomparendo dalla vista del ninja. Ero diventato una serpe, e mi ero rifugiato sotto la sabbia, lontano da molti occhi. Non ero così tanto abituato a viaggiare sotto la sabbia ma non era neanche la prima volta che lo facevo. Mi diressi verso l'accampamento e una volta giunto lì, evitai, prendendo al largo, di far arrabbiare gli animali dello stesso. C'era molto fermento al suo interno, ma non c'era da sorprendersi: non accade spesso che dal cielo piombi uno shinobi in groppa ad un uccello bianco gigante. Uccello che intanto era ben visibile nell'accampamento.
    L'ho già visto quel tipo di pennuto bianco... Che anche questo esploda? Fantastico.
    Favorito dal fatto che l'attenzione di tutti era rivolta da un'altra parte, continuai la mia infiltrazione all'interno dell'accampamento, rimanendo sotto la sabbia e stando attento a non farmi vedere da nessuno. Non sembrava un'operazione troppo complicata, con tutto quel fermento.
    Ma una volta trovato, che devo fare?
    Ma la risposta già me l'aveva data il tizio. "Attieniti al piano".
    Hebi no jutsu - Tecnica del Serpente
    serpente
    Sviluppatore: Agony Twin
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Sfruttando la sua innata che lo lega fortemente ai serpenti, Agony ha sviluppato una tecnica in grado di farlo effettivamente riunire con i compagni rettili. Infatti usufruendo di questa tecnica legata alla stessa innata, quindi non bisognosa di sigilli, il ninja sarà in grado di tramutarsi completamente in un normale serpente, indistinguibile da altri della stessa specie. La specie in questione è una delle specie di serpenti più comuni: quella della biscia. Questo rettile, di colore tra il verde e il marrone, è lungo non più di un metro e non è in grado di arrecare alcuna ferita rilevante, al massimo ferite lievissime. Non possiede le caratteristiche naturali dei serpenti, quindi l'olfatto non sarà sviluppato o altro. Però si sarà comunque in grado di strisciare sul fondo di corsi d'acqua come un vero serpente. La trasformazione durerà massimo due turni, poi ne bisogna attendere un altro per potersi ritrasformare, e sarà in grado di mascherarsi persino a dei percettori di chakra, come il byakugan, visto che anche dall'interno parrà in tutto e per tutto un vero e proprio serpente. Inoltre, la trasformazione da shinobi a serpente e viceversa, avverrà senza alcun rumore, sbuffo di fumo, o altro.
    Obbligo dell'innata Geni del Serpente Bianco
    Consumo: 2 (a turno)

    Stato fisico: ottimo
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    Katana con fodero. Katana nello stomaco.
    Wakizashi con fodero minore.
    Lame retrattili.
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    20 metri di filo metallico.
    10 Kunai.
    18 senbon.
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    3 pillole del soldato.
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    3 dosi di veleno debole.
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    Binocolo.

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    Il nomade doveva avere tra i cinquanta e i sessant’anni. Indossava un abito semplice, ma l’elsa della spada che portava al fianco era riccamente ornata di piccole pietre preziose. La mano che vi stava appoggiata, come un avvertimento, era forte e nodosa. Hayato riconobbe il naso grande e le sopracciglia folte, ingrigite dal peso del tempo.
    «L’uomo dell’accampamento.»
    Quello era il guerriero che lo aveva accompagnato all’interno dell’accampamento di Orbashà quando, appena fuggito da Kirigakure e dopo aver attraversato gli interi Paesi dell’Acqua e del Fuoco, aveva cercato riparo tra la sua gente e fra le sabbie del deserto. Riparo che gli era stato negato.
    Lui chinò il capo con un leggero sorriso. «Lieto di vedere che ti ricordi di me, effendi. Che la tua acqua possa essere sempre ricca ed abbondante.»
    Hayato represse una smorfia a stento. «Voglio acqua. Provviste. Una tenda da viaggio e un animale su cui trasportarla.»
    L’uomo – non riusciva a ricordarsi come si chiamava – non rispose subito. Kusanagi ne approfittò per lanciare un’occhiata ai guerrieri che ancora lo accerchiavano, muovendo appena le braccia tese ed indolenzite. Erano ancora tutti molto tesi perché, anche se Hayato ed il loro capo si conoscevano, i rapporti apparivano tutt’altro che distesi. Non aveva mancato di notare come a nessuno di quegli uomini fosse piaciuto il modo in cui aveva risposto, ignorando l’augurio ricevuto e non rispettando le antiche formule. Era segno di una grave mancanza di rispetto ed offesa, ma sinceramente ad Hayato non importava più molto. Solo il vecchio capo era rimasto impassibile, squadrandolo da capo a piedi con aria pensierosa.
    «Sono cambiate molte cose dall’ultima volta che ci siamo visti», disse, indicando in maniera eloquente la benda sul suo occhio, «se un amico della tribù viene da noi armato soltanto di pretese, e non di richieste.»
    «Non sono un amico di Orbashà. Pensavo che questo l’aveste reso abbastanza chiaro l’ultima volta che ci siamo visti.» sibilò Hayato a denti stretti.
    Neanche quella risposta piacque ai guerrieri.
    «Ti abbiamo accolto quando vagavi per il deserto…»
    «…e poi mi avete rimandato per la mia strada.»
    «Abbiamo condiviso con te la nostra acqua.»
    «Mi avete negato asilo nel momento in cui ne avevo più bisogno!»
    Il vecchio sospirò, facendo ondeggiare l’ampio torace. «Il Leone avrà avuto le sue ragioni, non sta a me metterle in discussione. Comunque, vedo che hai trovato il modo per risolvere le cose in tuo favore.»
    Hayato aggrottò le sopracciglia, spaesato. "Il gilet… crede che sia stato reintegrate nella Sabbia." Esitò un momento, indeciso su come giocarsi la prossima mossa. Presentarsi sotto la bandiera di Sunagakure poteva essere un vantaggio non da poco; poteva convincerli ad offrirgli il loro supporto senza bisogno di altro sangue. Tuttavia, se in seguito avessero scoperto il suo inganno, allora sarebbero stati molto meno ben disposti nei suoi confronti e qualsiasi cosa sarebbe uscita dalla sua bocca da quel momento in avanti, difficilmente sarebbe stata creduta. Scelse di puntare su una mezza verità – o una mezza bugia, a scelta.
    «La guerra cambia molte cose.»
    L’uomo si incupì. «Già. Molte cose.» Sembrò soppesare anch’egli le prossime parole da dire finché, risolto qualsivoglia conflitto che lo attanagliasse, gli fece cenno di seguirlo nella sua tenda. «Perché non ti unisci a me per una conversazione?»
    «Preferisco stare qui fuori. E vorrei le cose che ho chiesto» rispose Kusanagi, secco.
    «Ascolta quel che vorrei dirti e poi ti prometto che avrai tutto ciò che desideri.» insistette l’altro.
    «Potrei uccidervi tutti e prendermele comunque.»
    «…ma so che non lo farai, effendi.»
    L’anziano guerriero disse una parola nella sua lingua e gli altri membri della tribù ritirarono le armi. Rinfoderarono le scimitarre ed arretrarono di un passo, rispettosi della volontà del capo. Hayato attese per un istante, poi ritrasse anche le sue lame.
    «D’accordo. Ma non ho molto tempo

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    Edited by Masterzaga - 23/3/2015, 00:47
     
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    serpente
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    Tipo: Ninjutsu
    Sfruttando la sua innata che lo lega fortemente ai serpenti, Agony ha sviluppato una tecnica in grado di farlo effettivamente riunire con i compagni rettili. Infatti usufruendo di questa tecnica legata alla stessa innata, quindi non bisognosa di sigilli, il ninja sarà in grado di tramutarsi completamente in un normale serpente, indistinguibile da altri della stessa specie. La specie in questione è una delle specie di serpenti più comuni: quella della biscia. Questo rettile, di colore tra il verde e il marrone, è lungo non più di un metro e non è in grado di arrecare alcuna ferita rilevante, al massimo ferite lievissime. Non possiede le caratteristiche naturali dei serpenti, quindi l'olfatto non sarà sviluppato o altro. Però si sarà comunque in grado di strisciare sul fondo di corsi d'acqua come un vero serpente. La trasformazione durerà massimo due turni, poi ne bisogna attendere un altro per potersi ritrasformare, e sarà in grado di mascherarsi persino a dei percettori di chakra, come il byakugan, visto che anche dall'interno parrà in tutto e per tutto un vero e proprio serpente. Inoltre, la trasformazione da shinobi a serpente e viceversa, avverrà senza alcun rumore, sbuffo di fumo, o altro.
    Obbligo dell'innata Geni del Serpente Bianco
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    Quello in cui ero entrato era un accampamento solito,senza alcunché di particolare. E non era neanche eccessivamente abitato, per mia fortuna. Infatti, trasformato da serpente e prestando la dovuta attenzione, avevo evitato qualsiasi incontro di sorta. Anzi, non c'era davvero rischio di incontrare uno di quegli stolti, perché probabilmente erano tutti piuttosto impegnati dalla novità che aveva raggiunto il loro temporaneo raggruppamento di tende. Il mukenin a cui dovevo dare la caccia si era portato in mezzo all'accampamento, dove era stato prontamente circondato da alcuni uomini. Ma lo scontro non era mai cominciato. Da una tenda, che sarebbe sicuramente diventata il mio prossimo punto di riparo, uscì un uomo le cui semplici parole riuscirono a non far partire l'attacco dei suoi uomini, salvandoli da una probabile morte. L'uomo, la cui giovinezza era probabilmente passata da almeno una ventina di anni, era quasi sicuramente il capo, e sembrava oltretutto conoscere il Sole Rosso. Raggiungendo la tenda da me designata, cercai di capire cosa si stessero dicendo i due uomini, anche se il continuo rumoreggiare degli altri uomini non aiutava.
    «…e poi mi avete rimandato per la mia strada.»
    «Abbiamo condiviso con te la nostra acqua.»
    «Mi avete negato asilo nel momento in cui ne avevo più bisogno!»

    A quanto pareva, non erano in combutta come sospettato dal clone: stavano parlando di qualcosa accaduto precedentemente, che potesse essere dopo la fuga del ex suniano, o anche prima, ma che comunque faceva capire che non correva buon sangue tra di loro. Notai, osservando bene, che il Sole Rosso era visibilmente provato dalla traversata nel deserto. Che fosse lui l'originale? Non ne ero troppo sicuro, per adesso ero semplicemente certo che l'originale Kusanagi stesse soffrendo la sua traversata.
    Mi conviene aspettare... Osservo come vanno le cose e al momento giusto colpisco... Magari manderò un clone..
    Un classico. Utilizzare un clone suicida avrebbe risolto le cose. Sarei rimasto al sicuro e pronto ad una ripartenza immediata se quell'uomo dai capelli neri e piuttosto lunghi si fosse rivelato un clone. Ma mentre io riflettevo, la discussione continuava. E io ero lì ad ascoltare, cercando di carpire più informazioni possibili.
    «Il Leone avrà avuto le sue ragioni, non sta a me metterle in discussione. Comunque, vedo che hai trovato il modo per risolvere le cose in tuo favore.»
    Non capii inizialmente a cosa alludesse l'uomo, e la prima cosa che mi venne in mente fu che si riferisse al Sole Rosso. Essere sopravvissuto come mukenin arrivando a creare persino una organizzazione era comunque un risultato notevole. Un pensiero del genere rimetteva in discussione i rapporti che potevano esserci tra i due uomini, ma la risposta del mukenin in aggiunta ad una più attenta osservazione, mi fece capire. La risposta in questione fu: «La guerra cambia molte cose.»; e l'osservazione invece fu al gilet che indossava in quel momento. Lì capii.
    Che pensi a un ritorno in patria di Hayato? Non si è chiesto perché o da cosa stia fuggendo per essere in quelle condizioni?
    O ero io che mi ero perso qualche dettaglio, oppure il capo di quel gruppo di uomini aveva sbagliato i conti. Tant'è che la risposta del ex suniano lo convinse a invitarlo ad entrare nella sua tenda. Invito che, per mia fortuna, fu respinto. A quel punto decisi di ritrasformarmi, così da poter comunicare col mio compagno, e sapere novità. Oltretutto quella dannata sabbia era esageratamente calda e non vedevo l'ora di terminare quei fanghi mal riusciti, ma questa è un'altra storia. Guardandomi attentamente intorno, tornai normale, e tentai di comunicare al mio compagno mentre il mukenin era ancora intento a dialogare.
    C'è la possibilità che sia lui l'originale, come mi muovo?
    Bisbigliai alla radiolina, mentre continuavo a tenere d'occhio ciò che avevo intorno. Intanto intorno a me sentii una serie di armi che venivano rinfoderate, segno il mukenin, per loro fortuna, non rappresentava forse più una minaccia.
    Attendi, siamo in una posizione di vantaggio, dobbiamo attaccare solo se siamo sicuri di colpirlo o sprecheremo solo energie, ti farò sapere a breve novità dagli altri gruppi.
    D'accordo, agirò al momento giusto.
    Sarà meglio per te.
    Sempre gentile, quell'uomo. Intanto, per sicurezza, una finta grossa pietra prese il mio posto. A quel punto continuai ad ascoltare, aspettando il momento migliore.
    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
    HengeNoJutsuTecnicadellaTrasformazione
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su. Eventuali armi possedute dal soggetto saranno utilizzabili solo se non camuffate tramite questa tecnica. Questa è considerata la tecnica di livello E più difficile da apprendere, difatti solo un Genin molto abile sarà capace di replicare alla perfezione l'aspetto di qualcuno mentre inizialmente sarà possibile ad un occhio attento notare diverse imperfezioni.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1 (A Turno)

    Stato fisico: ottimo
    Stato mentale: attento
    Chakra:145
    Equip:
    Katana con fodero. Katana nello stomaco.
    Wakizashi con fodero minore.
    Lame retrattili.
    Radiolina.
    20 metri di filo metallico.
    10 Kunai.
    18 senbon.
    5 cartebomba.
    3 pillole del soldato.
    Kit Grimaldelli.
    Cerbottana (5 - avvelenati).
    3 dosi di veleno debole.
    4 palle di luce.
    Binocolo.

    N.B Se non specificato, il tono assunto da Agony è annoiato e apatico.
     
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    L’anziano guerriero indicò un paio di giacigli intorno ai resti di un fuoco che sembrava risalire alla sera precedente. "Quindi è un po’ che sono fermi qui. Strano" notò Hayato pensieroso. Si sedette in modo tale da avere lo sguardo puntato sulla direzione dalla quale era venuto, in caso qualcuno degli inseguitori fosse sbucato all’orizzonte. Per l’ennesima volta si maledisse per non aver mai approfondito gli studi sulle arti della percezione. Se solo Daiki fosse stato lì con lui, adesso, gli sarebbe bastato attingere a quella sua energia naturale per acquisire il controllo spirituale su tutta l’area che li circondava. Quanto vasta non l’aveva mai richiesto con precisione, ma in quel momento si sarebbe accontentato anche di molto poco.
    Sollevò gli occhialoni sulla fronte e abbassò le bende oltre il mento. Puntò l’occhio sull’uomo del deserto, cercando una parola che non arrivava.
    «Sarò sincero, non mi ricordo il tuo nome.»
    «Mi chiamo Sahid. Io invece ricordo il tuo, Hayato Kusanagi. Non è facile dimenticare il nome dell’amico di Kenji Bayushi, soprattutto se la sua fama tra voi Ninja è grande quanto quella di Kenji tra la nostra gente.»
    «Avete avuto sue notizie, di recente?»
    Sahid scosse la testa. «No, mi spiace. Non visita la nostra tribù da almeno una luna prima che gli uomini con la foglia sulla fronte invadessero il deserto.»
    Hayato rimase in silenzio per qualche secondo, ripensando all’amico perduto. Durante la battaglia era stato impossibile incontrarlo e anche dopo, pur con sua grande vergogna, non aveva avuto il coraggio di andarlo a cercare. Si appoggiò in avanti puntando i gomiti sulle ginocchia e scoccò una rapida occhiata all’orizzonte.
    «Cosa c’è di così importante che devi dirmi?»
    L’uomo rimase con la schiena eretta, senza distogliere lo sguardo. «Se farai ciò che sto per chiederti, non ti chiederò perché viaggi da solo, senza provviste e perché continui a scrutare l’orizzonte come se ti aspettassi di vedervi uscire un nemico.»
    Il Sole Rosso sgranò gli occhi, a metà tra il colpevole ed il divertito. Lasciò scorrere lo sguardo sui lineamenti forgiati dal vento e vi vide un’espressione abbastanza eloquente, seppur nascosta sotto un velo di cortesia. A quanto pareva, il buon vecchio Sahid la sapeva più lunga di quanto lasciasse intendere. La sua condizione di fuggitivo era così evidente era la sua testa che gli giocava strani scherzi, poiché sapeva di avere molto da nascondere e ancora di più da perdere?
    «Ti ascolto» rispose, facendogli segno di continuare con un vago gesto della mano.
    «Come ben sai, effendi, Orbashà-bey ha tratto grande prestigio dall’alleanza con il Villaggio della Sabbia.» Hayato annuì, lasciandolo parlare. «E saprai anche che il Leone del Deserto stia cercando di radunare tutte le tribù nomadi sotto la sua bandiera, in un grande vessillo di pace. Non tutti i clan sono d’accordo, però…»
    Kusanagi si trattenne dallo sbuffare apertamente. "La cosa non mi stupisce."
    «…ma là dove la forza e la fama di Orbashà non potevano arrivare, era la Sabbia a mantenere l’equilibrio. Nell’ultimo anno abbiamo subito pesanti perdite a causa di alcuni… criminali provenienti dalle terre a nord, che ci hanno attaccato perché pagati da clan nostri rivali. Fu Kenji a salvarci anche in quell’occasione.»
    Hayato annuì di nuovo. Quando questi fatti erano avvenuti era già un Mukenin, ma ne era informato grazie all’incontro con Kensei Uraha, l’uomo con il braccio di Dreek Jima, il quale era stato presente all’attacco.
    «Ora che Sunagakure è…», il vecchio esitò, «in difficoltà, anche il suo appoggio nei nostri confronti è venuto meno. Questo ha dato ad uno dei nostri avversari, Ahmed Pascià, il coraggio di rapire il figlio del Leone.»
    Kusanagi aggrottò la fronte. Stava cominciando a perdere il filo del discorso.
    «Suo figlio? Credevo che Orbashà lo avesse ripudiato dopo che ha cercato di ucciderlo e di sottrargli il comando.»
    «Orbashà ha molti figli. Questo è uno dei più giovani.»
    «Va bene, come ti pare. Ma tutto questo cos’ha a che fare con me e con le mie provviste?»
    L’uomo del deserto si alzò in piedi, torreggiando sul Sole Rosso in tutta la sua mole.
    «Kusanagi-bey, vorrei che ci aiutassi a salvarlo.»

    ChakraArgillaFisicoMentale
    17934/40Stanco per il viaggio.Concentrato.
    ~Equip
    SlotOggettoNote
    IndossataLame RetrattiliPolsi
    FaretraDivoraluceSpalla dx
    FaretraFrecce26
    Rotolo MinoreScudoBraccio dx
    T. SupplFumogeni[5/5]Coscia dx
    ~Borsa
    Armi
    Kunai [10/10]Shuriken [16/20]
    Palla Luce [2/2]Palla Luce [2/2]
    Accessori
    Occhio CiberneticoFlauto DemoniacoMaschera Respiratoria
    Rotolo CadaveriRecipienteRadiolina
    ~Gilet
    ArmiAccessori
    ~Note
    Note
    Sharingan ≈ Disattivato
    Quattro Palle Luce ≈ Legate a quattro Kunai [4/4]
    Guanti ≈ Indossati
    Coprinaso in Bende ≈ Indossato
    Copricapo del Deserto ≈Indossato
    Occhialoni ≈ Indossati

     
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  11.     +1   -1
     
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    Chiudo la mia stessa missione ( :Wuu: ) per inattività. A me stesso vengono assegnati 500 Ryo e il +1 di livello A, come negli altri casi analoghi. Angor può invece riprendere a ruolare in Evento a partire dalla prossima e conclusiva fase dello stesso.
     
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10 replies since 17/12/2014, 12:23   460 views
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