Kensei Urahara vs "Kohaku Kyofu"

Stirò la schiena. Si sentiva provato dal viaggio. Quando gli era stato detto di recarsi a Ovest di Yamamichi pensava che il nascondiglio di quel benedetto fabbro fosse non troppo distante dalla città, invece si era rilevato fottutamente infrattato tra i monti. Era in viaggio dalla mattina ed era già da un poco passata l'ora del pranzo. Un leggero brontolio allo stomaco gli disse che forse sarebbe stato il caso di fermarsi. Sospirò e staccò la sacca da viaggio dalla schiena, lasciandola cadere rumorosamente a terra. Si accasciò accanto ad essa, la schiena appoggiata ad un albero lì vicino. Le montagne di Yamamichi erano molto verdeggianti e la cosa lo riportava alle terre regolari del Paese del Fuoco, un pò indietro con gli anni a quando aveva compiuto missioni come Genin. Se ne ricordava una in particolare, avevano dovuto fare da guardie per una carovana che partiva da Komen, era stato un bel viaggio, la sua compagna era stata una genin di nome Risa Uchiha, allora non sapeva neanche di che clan fosse né quali fossero le sue potenzialità. La ragazza era scomparsa da tempo, non sapeva se era morta in missione o semplicemente, come molti volti della sua giovinezza, si era dimessa dal servizio. Alcuni non ce la facevano, rinunciavano alla vita da ninja e passavano ad altro, consiglieri, sensei, scrittori e poeti. Ne aveva viste abbastanza. Sgranocchiò un panino che si era comprato in una drogheria nella città, sorseggiò dell'acqua limpida dalla borraccia e poi rimise tutto nella sacca. Tempo di riprendere il cammino... Con un lieve grugnito si rialzò, afferrò la borsa e se la infilò sulle spalle. Questa missione era molto rilassante, non aveva molto di cui preoccuparsi se non l'occasionale banda di banditi che battevano quelle terre, il resto era una passeggiata. Non capiva perché il Mercato Nero gli avesse affidato questo compito, sembrava fin troppo semplice per un ninja come lui. Meglio così, non si sarebbe lamentato per una giornata di sole passata nella foresta.
Alla fine del percorso trovò la fantomatica grotta. Eccola là...proprio ben infrattata.... Cominciò a risalire il sentiero per arrivare all'entrata della grotta. Se non fosse stata segnata sulla mappa, avrebbe fatto molta difficoltà a scorgerla da lontano, la fessura d'ingresso era trasversale, non facile da notare, c'erano rampicanti che erano cresciuti intorno, forse voluti o forse no, era riuscito a scorgerla principalmente perché alcuni di essi si erano mossi con il vento a segnalare l'ingresso della grotta, ondeggiando lievemente avanti e indietro. Questo significa che c'è una corrente d'aria...forse un altro ingresso o forse semplicemente la canna fumaria visto che era un fabbro...interessante...
Arrivò all'ingresso finalmente, esitò leggermente. Era vero che sembrava una passeggiata ma non voleva entrare così alla cieca. Sbirciò dentro, afferò la torcia da una tasca del gilet e fece luce. Non sembrava esserci nessuno. Entrò.
Il corridoio era stretto, si infilò leggermente strusciando contro la pietra umida, la torcia che segnava il sentiero davanti a lui. Proseguì per circa dieci passi Alla fine uscì dal corrodio, arrivando in un grosso spazio ampio venti metri e largo venticinque. La fucina...ma sarà questo l'ingresso giusto?
Lo spazio davanti a lui era composto da una grossa fucina a lato con incudine e quant'altro vicino. Dall'altra parte della parete c'erano armi e attrezzi appesi a tanti pioli di legno, catene pendevano dall'alto, casse di legno marcite erano impilate in un angolo. Nella parete proprio opposta a quella dalla quale era entrato c'erano tre corridoio che si perdevano nell'interno della roccia. Della polvere gli cadde addosso dall'alto, si scosse bene il cappotto nero che possedeva e si stropicciò l'occhio destro. Non sembrava esserci nessuno, meglio così, avrebbe cominciato a cercare qui e poi si sarebbe mosso. Cominciò ad osservare le armi che erano appese sulla parete, in cerca di questa benedetta alabarda.

Ma qui non c'è nulla....solo polvere e ruggine... Scocciato lasciò cader in una cassa dei pugnali così arrugginiti che fu un miracolo se non si dissolsero in polvere quando caddero. Dove lo avevano mandato? In una tomba di armi andate a male? Quella benedetta alabarda non si trovava e lui cominciava ad irritarsi.
Sono arrivato tardi a quanto pare... Si irrigidì sul posto. Non potresti tornare qua dopo? Si alzò lentamente dalla posizione inginocchiata in cui era per voltarsi rapidamente. Non lasciò traspirare emozioni, il volto era una maschera di pietra ma sotto sotto era leggermente in ansia. Chi era quella persona? Cosa ci faceva lì e cosa più importante, come aveva fatto a strisciare dentro quella stanza senza che lui si accorgesse di nulla? Ah maledizione era stato fin troppo concentrato nella sua ricerca per accorgersi di un intruso. Un rapido sguardo con l'occhio buono gli disse che chi aveva davanti era un ninja. L'equipaggiamento parlava da sé ed era questo a preoccuparlo più di ogni altra cosa. Ora so come ha fatto a strisciarmi alle spalle, un ninja che non vuole farsi sentire è molto difficile da individuare... Ma che diamine ci faceva un altro ninja lì dentro? Non sarà mica qui per...non può essere...il Mercato ha concorrenza anche per una dannata alabarda? Poteva essere. Si spostò leggermente, muovendosi fuori dallo spazio ristretto delle casse prima di parlare.
Veramente sono arrivato per primo io...Non potresti rimanere fuori fino a quando non ho finito? Disse muovendosi guardingo, il suo occhio non perdeva di vista le mani dell'avversario, chi aveva contro? Cosa voleva? Molto probabilmente era lì per quello che cercava anche lui, non credeva affatto nelle coincidenze. Si spiegavano molte cose adesso, la scelta del mercato di mandarlo in quella ricerca era perché temevano che qualcun altro fosse dietro al loro obiettivo.
Avrebbe dato a quel ragazzo, che aveva più o meno la sua età, l'opportunità di uscire di lì senza combattere, in caso contrario avrebbe dovuto occuparsi prima di lui e poi continuare la sua ricerca. Lasciami finire di fare quello per cui sono venuto e nessuno si farà male...
Sembra un tipo ostico...meglio stare attento...

No, non ho trovato nulla di interessante...Un vero peccato però distruggere questo...museo di una vita passata... Aveva notato dal movimento dell'intruso, come questo fosse pronto a combattere. Scrollò le spalle, a quanto pare non aveva voglia di lasciarlo in pace. Lo avrebbe dovuto cacciare di lì con la forza allora. Spostò i piedi, allargandoli leggermente, la posizione di combattimento poteva essere sufficiente in quel frangente. Non conosceva nulla di lui quindi non poteva sapere quale stile di combattimento prediligesse, un problema certo, ma che avrebbe dovuto scoprire affrontandolo. Avrebbe cominciato con qualcosa di facile, per saggiare le sue capacità. Tra di loro c'erano almeno sei metri, sarebbero dovuti bastare. Compose i sigilli rapidamente, in bella vista davanti al suo avversario, lo scopo era appunto che lui li vedesse.

Un attimo dopo che il Genjutsu faceva effetto scattava di lato, spostandosi indietro di un paio di metri e lateralmente di cinque. Gli Shuriken uscirono dalla sua taasca mentre li lanciava uno dopo l'altro verso il bersaglio. Cinque shuriken lasciarono le sue mani venendo lanciati due verso le spalle, altri due verso le ginocchia e il quinto all'altezza del bacino. Subito dopo Kohaku si chinò a terra appoggiando entrambe le mani al suolo e coinvogliando una buona quantità di Chakra Doton. Gli Shuriken sarebbero solo stati un diversivo per quello che sarebbe venuto dopo.

Il terreno tremò visibilmente e poi tre spuntoni di roccia uscirono dal suolo. Due frontali e il terzo alle spalle a creare una specie di Y che aveva come centro il suo avversario. Una strategia discreta, non tra le migliori nel suo repertorio, ma doveva lavorare con quello che aveva. Questo però sarebbe stato sufficiente a smuover un poco le cose e a vedere come avrebbe reagito il suo avversario, cosa molto più importante prima di passare ai veri e propri pezzi da novanta.

Un sorrisino apparve sotto le bende del coprinaso quando Kohaku vide che uno dei suoi spuntoni era andato a buon fine. Un buon inizio, ma è ancora tutta da giocare... Il ninja dai capelli neri era riuscito nel suo Jutsu. Il bendato aveva sperato di interromperlo con i suoi spuntoni, ma a quanto pare i sigilli erano stati fin troppo brevi per dargli nient'altro che un leggero fastidio. Il suo occhio allenato aveva scorto subito l'elemento che era stato impiegato per quella tecnica, aveva visto quel Jutsu già mille volte. Non riuscì a fermare in alcun modo da nube di gas, questo sarebbe potuto essere un bel problema, sopratutto in uno spazio ristretto come il suo, avrebbe dovuto liberarsi di quel Gas sospeso il prima possibile. Fortunatamente il corpinaso in bende lo aiutava a lenire in parte gli effetti destabilizzanti del gas. Si era aspettato che il suo avversario facesse esplodere il gas e per questo era balzato indietro di un paio di metri, indeciso su come fuggire, ma non vide nessun kunai munito di cartabomba all'orizzonte. Quello che vide invece furono una serie di Shuriken lanciati contro di lui. Era tentato di tirare fuori il Kunai e deviarli, ma riealizzò che non sarebbe stata una buona idea provocare scintille proprio quando era immerso in una nube di gas altamente incendiario. La testa gli girava leggermente e non riuscì a venire fuori con nulla di meglio se non parare istintivamente i proiettili con i suoi parabraccia.
Braccio destro e sinistro si mossero davanti al petto e al ventre, bloccando gli shuriken con un tonfo sordo. L'avversario però non aveva finito. Lanciò un altro Shuriken a parabola verso destra. Kohaku spostò lo sguardo seguendone la direzione, intuì la traiettoria capendo che mirava al suo fianco. Saltò all'indietro, scansando il proiettile ma quando tornò a portare la concentrazione sul suo avversario quello aveva già fatto la sua prossima mossa. Il ronzare di un altro shuriken nell'aria lo avvisò troppo presto di quello che era successo. Cercò di muoversi, non avendo però visto da dove arrivava il proiettile era difficile muoversi in una posizione di sicurezza. Si lanciò a destra, ma l'arma lo scolpì lo stesso al fianco destro seppure di striscio, lasciandoli un taglio nel gilet alternativo e una piccola linea rossa sulla pelle. Rotolò di lato, grugnendo per il dolore e per il disappunto. Aveva sfruttato egregiamente il suo punto cieco, dannazione non era ancora del tutto abituato a combattere con un solo occhio aperto, era davvero una noia abituarsi ad avere la visuale ristretta in quel modo.
Mi ha fregato con una semplicità disarmante....che bella figura... Prima cosa da fare era liberarsi di quel gas fastidioso che gli impediva di muoversi liberamente. Senza pensare era rotolato a destra di un paio di metri dopo essere stato colpito, rotolò ancora un altro paio, assecondando l'inerzia del movimento. Quel lungo spostamento sarebbe stato perfetto per prendere l'avversario di sopresa. I sigilli furono eseguiti velocemente nella manovra, e una volta in piedi li aveva già finiti. Un attimo dopo ispirava e, ancora in ginocchio, soffiava una buona quantità di Fuuton verso l'avversario. Questo attacco lo avrebbe anche aiutato a disperdere quella nuvola di gas che aleggiava intorno a lui. Non pensava di colpirlo con quell'attacco diretto, sopratutto dopo aver scoperto che aveva il Katon, nonostante tutto decise lo stesso di attingere al potere dell'anello Kita per rendere il proprio Jutsu più letale.

Il vento smosse l'aria intorno a loro, facendo volare via le armi lasciate per terra e facendo cadere qualche rastrelliera di lato, con un modesto fragore. Molto probabilmente quello sarebbe stato solo l'inizio di come avrebbero ridotto la stanza, poco male non aveva trovato ancora quella maledetta alabarda e di certo non poteva cercare con quel tizio lì davanti pronto ad attaccarlo al momento opportuno. Subito dopo aver soffiato la Kyoryokuna estrasse dalla borsa altri quattro shuriken che lanciò, stavolta contemporaneamente i primi due, mirando a petto e bacino, poi altri due a parabola come aveva fatto il suo avversario, uno per il fianco sinitro e l'altro per il fianco destro. Per ultimo dalla borsa uscì un kunai munito di palla gelo che lanciò dritto verso il petto dell'avversario, facendolo detonare appena fu abbastanza vicino da coinvolgerlo con l'esplosione.

Il suo Jutsu non aveva sortito l'effetto sperato e neanche la palla gelo. Una strategia fiacca era stata la sua e ancora più fiacca era stata la risposta. Il suo avversario non aveva neanche avuto bisogno di contrastare il suo Ninjutsu, la distanza gli aveva permesso di spostarsi leggermente per sentire solo una leggera brezza tra i capelli. Kohaku maledì la poca larghezza della sua Kyoryokuna. Avrebbe dovuto usare il suo Hijutsu per allargarla ma voleva risparmiare Chakra. Era fin troppo tempo che non usava quell'Hijutsu che si era rivelato in poche occasioni davvero utile. A seguire alla sua offensiva il moro aveva lanciato verso di lui una palla di carta, un vero problema quello. Poteva essere sia una palla fumogena che una palla bomba e Kohaku non aveva voglia di rischiare, sapeva che se non l'avesse presa in tempo con il Kunai quella sarebbe potuta esplodere quindi saltò all'indietro componendo due sigilli in un lampo e soffiando più che poteva contro la palla.

Il getto di vento venne concentrato con precisione e deviò la traiettoria della palla di carta a due metri da lui, lateralmente a sinistra. Con il balzello fatto subito dopo si trovò a circa quattro metri dalla palla quando questa scoppiò rivelando di essere nient'altro che un fumogeno. Il fumo pervase la zona colpita e Kohaku fece in tempo a spostarsi con un altro paio di salti di lato, che si trovò più o meno fuori dalla nube. Appena in tempo per vedere un getto suiton lanciato contro di lui. La viscosità del getto gli fece subito capire di cosa si trattava, aveva già subito quel Jutsu in passato. Afferrò un kunai dalla sacca e lo lanciò sopra di sé prima di balzare per aria e aiutarsi con il filo metallico legato al kunai. In un attimo si trovò a testa in giù, il liquido viscoso del Campo di Sciroppo che si stendeva sopra la sua testa, o sotto sarebbe stato meglio dire.

Riuscendo ed essere parzialmente fuori dall'ostacolo visivo del fumogeno riuscì ad anticipare grazie ad un bagliore rosso fuoco sulle pareti, l'arrivo di un Jutsu Katon. Appoggiò repentinamente le mani con ancora il filo tra le dita sul soffitto e immise subito una grande quantità di Chakra Doton sollevando davanti a sé la sua difesa più rapida, decidendo però di aumentarne la potenza perché aveva già intuito che ciò che gli stava arrivando contro altri non fosse che la Dai Endan, il jutsu preferito del suo compagno Arima, un Jutsu che più volte aveva visto eseguire e di cui conosceva ormai molto bene la capacità offensiva e il potenziale, oltre che la caratteristica velocità improvvisa e il suono fragoroso.

Le fiamme sbatterono contro la parete di roccia, la pietra crepitò leggermente, alcuni pezzi della stessa vennero via ma il ventro resistette egregiamente. Kohaku rimase dietro la difesa, pronto già a rispondere con una sua offensiva. Intanto aveva bisogno di ritrovare l'avversario in mezzo a quel fumo che avrebbe giocato anche a suo favore. I sigilli vennero composti rapidamente dietro la sicurezza della roccia.

Mentre già nella sua testa avvampava la presenza del Chakra nemico e riusciva a capire con precisione dove questo fosse, si sporse con sicurezza dal bordo del muro di fango, lanciò una palla luce verso il suo avversario mirando ad un metro da lui e la fece detonare non appena fu abbastanza vicina. I suoi occhi si erano chiusi già un attimo prima di iniziare la detonazione dell'ordigno. A quel punto ritornò dietro la protezione del muro di fango e un secondo dopo si muoveva rapido sul soffitto grazie al controllo del Chakra. Mentre ruotava di quasi novanta gradi dalla sua posizione originaria, manetenendo come punto centrale il suo avversario aveva composto i sigilli per la sua prossima controffensiva.

Il suo drago Doton sembrò collidere contro qualcosa in una esplosione di calore e roccia che andava in frantumi.
Come ha fatto? Doveva sapere da dove venivo...avrà molto probabilmente un jutsu per saper dove mi trovo senza bisogno di vedere...La palla luce avrebbe di sicuro inibito un Byakughan o altre tecniche particolari come quella che aveva Arima...quindi per forza percezione di qualche tipo... Non lo stupì affatto, ormai in ninja che non erano capaci di orientarsi senza la vista o in situazioni di scarsa visibilità si contavano sulla punta delle dita e la loro aspettativa di vita era sempre minore. Quindi nessuna sopresa, aveva provato a prenderlo in una situazione di difficoltà ma il suo avversario si era rivelato altrattento capace. Aprì gli occhi, sapendo che gli effetti della palla luce erano ormai quasi del tutto esauriti, ma il fumogeno era ancora in campo. Non aveva usato nessun Fuuton per disperderlo e quello poteva essere un problema. La Kyshin gli diceva che il suo avversario si era mosso di poco dalla sua posizione. Stava quindi pensando ad una controoffensiva? Sentì un rumore familiare vicino all'orecchio destro. Il suo occhio sorse un balugino metallico nel fumo bianco e capì che c'era qualcosa di problematico che gli si stava dirigendo contro. Reagì di istinto, avrebbe dovuto creare qualcosa che lo difendesse ma che allo stesso tempo gli permettesse di attaccare l'avversario in qualche modo. Così ricorse alla sua arma segreta.

Il Chakra Mokuton fece formicolare il suo braccio destro mentre veniva richiamato in tutto il suo corpo. Un attimo dopo un gran numero di ramoscelli usciva da ogni parte del suo corpo. Sollevandosi e contorcendosi. Aveva deciso di dividere i fasci in due principali. Sollevò la mano destra proprio quando il filo metallico del suo avversario cominciò ad avvolgersi strettamente intorno a lui, incapacitato dai rami stessi del suo Jutsu. Il primo fasciò di rami uscì dalla sua mano protesa, cinque rami ognuno dal diametro di dieci centimetri si protesero in avanti, avvolgendosi intorno al filo metallico protendendosi verso il suo avversario che riusciva a seguire perfettamente grazie al suo jutsu percettivo.
L'altro fascio uscì dalla spalla sinsitra e dal braccio sinistro stesso che era proteso ad arco verso l'esterno. Il fascio era anch'esso composto di cinque rami di dieci centimetri di diametro e proseguì ad arco esternamente, cercando di colpire il suo avversario sul fianco destro mentre i cinque rami si allargavano a cono, coprendo un'area di cinque metri, le punte di legno acuminate che cercavano di ghermire la carne del suo avversario.
Il primo fascio esplose in una miriade di schegge fiammeggianti quando impattarono contro il Drago di Fuoco, Kohaku attese che anche il secondo andasse a termine per poi staccarsi con rapidi gesti il legno dal resto del corpo e lasciar andare il controllo del chakra per toranare a terra. Il fumogeno era a quel punto quasi diradato del tutto, lasciando solo qualche nuvoletta intorno a loro. Il legno del suo jutsu cadde a terra con fragore mentre il silenzio prendeva il sopravvento subito dopo.
Sei un avversario formidabile...non avrei pensato che una missione tanto infima mi avrebbe portato ad impegnarmi così tanto...È quasi un peccato ucciderci a vicenda...

Il suo avversario aveva risposto alle sue parole invitandolo ad arrendersi. Kohaku ovviamente non si era neanche messo a rispondere, sperava in un qualche botta e risposta per conoscere meglio quel ninja dai capelli neri, ma non vi era stato nessun indizio né apertura al dialogo da parte dell'avversario. Beh, non avrebbe dovuto aspettarsi molto altro, del resto erano nelle terre di nessuno. Si spostò a disagio sui piedi, saggiando la situazione e aspettando una eventuale mossa del nemico che non tardò ad arrivare. Utilizzò lo stesso genjutsu che aveva impiegato Kohaku poco prima, nulla di speciale, un rapido gesto del polso, un kunai apparve nella sua mano tramite il meccanismo, si ferì l'interno dell'avambraccio destro tra le bende, annullando subito l'illusione di cui era divenuto preda. Tornò a vedere il suo avversario, e il suo successivo lancio di shuriken non avenne senza molti problemi. Parò alcune stelle ninja e altre solcarono il vuoto con la sua successiva schivata, rinfoderò il kunai nel meccanismo. Un attimo dopo vedeva l'avversario avvicinarsi, muovendo le mani a comporre sigilli. Una tecnica? Suiton per giunta. Il suo unico occhio si strizzò leggermente, spostò le mani componendo anche lui i sigilli e inspirando a pieni polmoni. Soffiò.

La bolla d'acqua che si stava formando intorno a lui esplose in una miriade di goccioline, non avrebbe mai saputo cosa aveva intenzione di fare con quella mossa. Scattò in avanti, il kunai uscì di nuovo dal meccanismo e venne afferrato con prontezza dalle mani del ninja bendato. Un rapido fendente in avanti venne menato per cercare di pugnalare al ventre il nemico. Subito dopo saltava in aria muovendo la gamba destra in un classico Senpuu.

Dopo aver eseguito il Taijutsu estrasse dalla borsa un kunai munito di cartabomba e mentre eseguiva un salto all'indetro lanciò l'arma in direzione del proprio avversario facendola detonare una volta a portata del nemico.