"Kohaku Kyofu" vs Takezo Kaguya

La sua lama di vento morse la carne dell'avversario, il fuuton che si faceva strada nei muscoli e le ossa del nemico come fossero stati burro. Sentiva pochissima resistenza e al tempo stesso il suo cervello sapeva cosa fare, cosa avrebbe dovuto fare. Sapeva che il suo avversario avrebbe potuto riutilizzare quella "propulsione ossea" che aveva già usato più volte quando gli si era avvicinato, poteva sparargli quelle ossa che erano ben visibili sulla sua pelle addosso in un battito di ciglia. E lui avrebbe potuto scansarle altrettanto rapidamente ma, c'era sempre un ma. Aveva valutato la situazione prima di lanciarsi in quell'ultimo assalto disperato. Sapeva che le sue riserve di Chakra erano agli sgoccioli e sapeva che non avrebbe potuto usare di nuovo l'Hiraishin no Jutsu in quel frangente. In realtà si, aveva abbastanza Chakra per eseguire un ultimo "salto" che lo avrebbe portato all'unico Kunai non conficcato nel corpo del suo avversario e salvarsi da una eventuale risposta del suo avversario all'attacco, ma questo avrebbe significato scendere ad una soglia che avrebbe mandato le cellule del suo braccio destro fuori controllo, facendole letteralmente esplodere nell'albero che era venuto fuori quando aveva affrontato il ninja con il bakuton pochi mesi prima. Non aveva voglia di tornare convalescente in attesa che gli ricrescesse il braccio, quindi, piuttosto che scansare il possibile attacco avversario aveva ormai deciso di farsi prendere.
Un attimo dopo le ossa del corpo del suo avversario seguirono lo schema da lui predetto E senza neanche usare lo Sharingan pensò quasi soddisfatto dalla cosa. L'Hiraisin lo aveva portato molto vicino all'avversario, sufficientemente da potersi muovere tra le ossa già sporgenti dal corpo dell'avversario senza essere preso quindi fu investito soltanto da un singolo osso che venne sparato dalla pelle come un proiettile che lo scolpì al fianco destro poco sopra le costole. L'osso sfregò con le sue e schizzò di lato, lasciando un ampio taglio superficiale. Kohaku cadde all'indietro sparato via a quasi cinque metri di distanza, rotolò sul terreno mentre altre ossa cadevano a pioggia intorno a lui, la lama del vento si era ormai dissolta e poco dopo riprese l'equilibrio alzandosi. Barcollante e malfermo sui piedi, fece in tempo ad appoggiare la schiena contro un tronco di un albero lì vicino. Sollevò la mano destra sulla ferita al costato e la tamponò mentre sentiva il frizzare del dolore invadergli quella parte del corpo. Dei se faceva male.
Direi che ho appreso abbastanza da questo scontro... disse con un filo di voce senza perdersi troppo in chiacchiere. Ormai era chiaro che non era più in condizione di continuare lo scontro, né lo era il suo avversario, almeno così credeva.
È stato uno scontro istruttivo, ho capito che il corpo a corpo non è il mio campo neanche per nulla..ahaha Una risata lieve mentre faceva un cenno ai due incappucciati di avvicinarglisi per avviarsi verso l'infermeria del "Covo".
Spero che ci rivedremo, Kenpachi, magari stavolta non uno contro l'altro...anche se ormai abbiamo preso quest'abitudine... disse sollevando la mano bendata e macchiata di sangue dietro di sé e incamminandosi lentamente verso la sua "casa".