"Kohaku Kyofu" vs Shin Masayoshi

Lo sapevo, l'hanno portato qui con la forza...ahhh maledetti Shin sembrò essersi ripreso dalla "estradizione" con cui i sicari del Covo lo avevano scaraventato in quella grotta buia e umida, anche se era naturalmente meravigliato di rivederlo lì, davanti a lui. Kohaku stesso era sorpreso, il fatto di rivederlo lì davanti, non cambiato di un capello, con la stessa aria, la stessa spada, sembrò riportarlo indietro di mesi a quando con Arima si allenava alla stazione onda, ai suoi scontro con Hayato. Il bendato sorrise mestamente, il coprinaso in bende venne abbassato, non ne aveva poi bisogno in quella situazione e voleva che almeno il suo vecchio compagno lo vedesse in faccia visto che ora aveva perso un occhio.
Quanto tempo Shin...ti starai chiedendo cosa sta succedendo...beh non so come spiegartelo ma alla fine forse il modo più semplice è raccontarti cosa è successo dopo l'ultima missione che ho svolto per il Mercato Nero per conto del Sole... disse occhieggiando nervosamente i due stoccafissi al lato della porta. Jirama che aveva la maschera di colore blu spostò il peso da un piede all'altro. Non sembravano irritati del fatto che raccontasse a Shin della sua storia, del resto avevano ragione: chi li avrebbe potuti fermare? Di sicuro non Kohaku nè Shin stesso, forse neanche Hayato. Il Covo si faceva beffe di tutto ciò, del resto avevano accumulato milioni con i trapianti e altre vendite grazie alla Mano Blu, di certo si erano muniti di Shinobi ben sopra le loro capacità.
Mi mandarono ad uccidere uno Shinobi per conto del mercato, un altro mukenin di livello A che aveva fatto il passo più lungo della gamba...Inutile dire che ci sono quasi morto, ma alla fine sono sopravvissuto e lui no. Al mio risveglio mi sono ritrovato qua. Allargò le braccia come ad indicare quella grotta anche se in realtà intendeva ogni cosa, la grotta era soltanto una minima parte di quelle gallerie sterminate che erano il Covo.
Ho scoperto allora che il Mercato, ovvero questa sezione chiamata "Il Covo" mi stava osservando, per via di alcuni acquisti che avevo fatto dai loro scienziati, acquisti che mi hanno dato potere ma che loro volevano spingere al livello successivo, non ho ben capito come ma mi hanno usato come cavia, spingendomi a dare il massimo, forse volevano vedere se succedeva qualcosa al loro esperimento. Lanciò una occhiata con l'unico occhio libero ai due guardiani.
Beh, fatto sta che ora sono diventato un loro burattino, dicono che gli servono le mie capacità e che non posso allontanarmi...Le uniche volte che mi è stato concesso di uscire sono state per le missioni e gli unici incontri che posso fare sono con Shinobi per allenarmi, come questo qua...Ah sì, giusto, si aspettano che combattiamo tra di noi perché la scusa che gli ho dato per incontrarci è proprio questa, tenermi in allenamento.
Sollevò le braccia a fare un gesto come a voler dire "che ci posso fare". Kamai si schiarì la gola sotto la maschera.
Ho capito, vogliono che faccia qualcosa oppure qui le cose si metteranno male... Sospirò estraendo dalla schiena entrambe le lame vibranti con un gesto fluido. Calcolò la distanza tra lui e Shin, i sette metri che lo separavano erano facilmente colmabili ma allo stesso tempo neanche tanto.
Ho pensato di unire l'utile al dilettevole disse prendendo ancora tempo le lame intanto oscillavano nelle sue mani.
Non ti ho mai visto combattere ed eri l'unico che sapevo ancora reperibile del Sole...neanche tu mi hai mai visto combattere, forse servirà ad entrambi questo "allenamento", del resto potrai raccontarmi quello che è successo al Sole mentre ci scontriamo...Mi dispiace, era l'unico modo per rivedere un volto familiare...
Detto questo, scattò in avanti, le lame sollevate davanti al volto, zigzagò per un paio di volte poi finse di lanciare una lama verso il suo avversario quando invece di puntare a lui puntò a conficcarla dritta per terra ad un paio di metri dal rosso. Con un movimento flessuoso arrivò all'arma conficcata nel terreno, fece perno con un piede su di essa per darsi lo slancio e iniziare a piroettare in orizzontale al terreno con l'altra lama protesa verso l'esterno come una trottola dal bordo affilato e cercare in questo modo di menare una serie di attacchi rotatori contro il suo ex compagno.

Le parole dell'ex compagno lo colpirono come un pugno allo stomaco. Sì, sapeva della dipartita di Arima, sapeva che i compagni non si vedevano da un po' di tempo a quella parte, ma non credeva che le cose fossero precipitate a quel modo. Credeva che presto sarebbero tornati e che le cose si fossero rimesse.
Hayato è scomparso? Pensò con una punta di panico. Che fine aveva fatto il capo del Sole Rosso? Per un attimo rimase immobile alla fine del suo attacco, l'unico occhio libero leggermente dilatato mentre rifletteva sulle informazioni rivelategli da Shin. La consapevolezza di essere di nuovo solo lo complì come una secchiata d'acqua gelida in faccia. Già dalla morte di Arima si era sentito abbandonato, isolato, perso in quel mondo dove non poteva fidarsi di nessuno, ma una speranza a cui rimaneva aggrappato era la consapevolezza che i membri del Sole potevano essergli ancora vicini. Invece ora neanche il Sole c'era più.
Fu forse per questo che quasi non sentì le parole seguenti del suo compagno, quasi non avvertì i movimenti aggressivi che quello portò nei suoi confronti. Kohaku si mosse quasi di riflesso, le lame vibranti che si muovevano baluginando i riflessi delle poche torce appese alle pareti. Un colpo dietro l'altro venne evitato e parato fino quando Shin non si esibì in un fendente portato con una velocità strabiliante per quello che aveva visto fin'ora. Il colpo fu quasi repentino e la lama vibrante sollevata dalla sua mano venne strappata dalle dita con violenza, mandandola a rotolare lontano sulle rocce della grotta. Kohaku fece appena in tempo ad indietreggiare con un balzo ma la lama gli aveva lasciato già un lungo taglio che partiva dalla spalla destra e finiva all'altezza dello sterno in diagonale.
Spaevo di Arima, del resto era il mio compagno di una vita, ma gli altri...pensavo che ad un certo punto sarebbero tornati...Hayato pure? Dannazione il Sole Rosso è davvero finito...
Scosse la testa, ciuffi di capelli neri si agitarono sopra le bende bianche che gli fasciavano la fronte. Non pensavo...
Scosse di nuovo la testa, si sentiva svuotato dopo quella notizia. Tutto per questo dannato potere, sapevo che il prezzo da pagare alla Mano Blu sarebbe stato molto di più che semplici Ryo...figlio di puttana...
Devi capire, per quanto possa sembrare ridicolo...Mi sono sottoposto a degli esperimenti per il Mercato, esperimenti che mi hanno cambiato per sempre nel fisico...all'inizio pensavo che sarebbero bastati dei semplici ryo per tenerli buoni ma mi ero illuso... Ricordava la prima volta che si era sottoposto alla mutazione cellulare sul braccio destro. Ricordava come la Mano, allora più giovane e con ancora i denti bianchi, aveva buttato giù dal lettino un uomo trafitto da molteplici spunzoni di legno che sembravano uscire dal suo stesso corpo. Ma, come sempre, il Mercato non da nulla senza volere indietro il doppio e ora sono qui.. Un rapido movimento del capo e guardare le sue guardie del corpo personali. E purtroppo, non è solo la minaccia di un conto salato ad aspettarmi se non faccio quello che vogliono a preoccuparmi...c'è una persona che voglio proteggere... Ripensò ad Hinode, la bellissima kunoichi che lavorava anch'essa per il Covo, anche lei aveva lasciato intendere che non era completamente libera di fare quello che voleva, ma un giorno forse, avrebbero potuto essere liberi insieme, o almeno così sperava.
Tornò con la testa nella lotta, aveva studiato i movimenti di Shin nel suo primo attacco e si era accorto con disapputo che era leggermente più debole di quanto non si aspettasse. Non sapeva per quale motivo, forse l'età dal ragazzo, forse il suo aspetto minaccioso, ma una parte di lui aveva sempre pensato che Shin fosse al suo livello e invece ora lo vedeva lì, in difficoltà davanti ad un attacco serrato delle sue lame.
Fece roteare la lama rimastagli tra le dita in un vortice di acciaio prima di tirare indietro il braccio e scagliare la lama con tutta la sua forza verso la spalla destra del rosso. Era chiaro che non avrebbe puntato ad uccidere, era pur sempre un amico. Il colpo gli diede il tempo di indietreggiare di un paio di metri, mettendone tra loro quattro. Le mani iniziarono a comporre i sigilli con la rapidità contraddistinta di chi esercitava quell'arte da una vita, inspirò mentre il suo stomaco si riempiva d'acqua.
Vomitò lo sciroppo puntando a investire il suo avversario alle gambe mentre, non appena finito di eseguire quella tecnica aveva inspirato di nuovo, stavolta aria nei polmoni per poi soffiare di nuovo fuori la sua Fuuton Endan potenziata nelle dimenisoni per massimizzarne le dimensioni e quindi le chance di colpire.

Rimase stupito della prontezza dei riflessi del rosso. Il suo unico occhio non mancò di osservare i sigilli compiuti da esso mentre stava lanciando il campo di sciroppo. Raiton? Lo stupore che egli avesse padroneggiato un tale elemento che raramente aveva visto nella sua carriera fu unito alla consapevolezza che il suo elemento migliore era proprio dominante nei confronti del fulmine. Nonostante tutto la sua Fuuton Endan si scontrò contro la sua barriera elettrica disperdendosi in riccioli di fumo intorno a quella cupola di un brillante azzurro. Kohaku non si perse però ad osservare la bellezza di quello spettacolo perché aveva già notato come intorno alla bocca di Shin si fossero formati dei piccoli fulmini azzurri. Dei, quella tecnica mi riporta indietro nel tempo.. Era il suo primo scontro come Genin, ancora se lo ricordava quella tecnica aveva lasciato una lunga cicacrice sulla fronte sinistra di Supaku Handoru.
I sigilli vennero eseguiti inconsciamente, sapeva che non c'era bisogno di tutto quel dispendio di Chakra per proteggersi da quei fulmini, ma era tempo che voleva mettere alla prova quella sua tecnica personale. Inspirò e soffiò il muro d'aria intorno a lui come una barriera compatta che formò una mezzaluna ad un paio di metri. Il fulmine lanciato dal ex compagno si schiantò contro la barriera d'aria sfrigolando selvaggiamente per poi disperdersi in piccole scintille azzurre. Il muro infuriò lì intorno, spazzando la roccia dai piccoli sassolini, ruppe persino uno stalagmite troppo vicino, facendolo volare lontano nell'oscurità della grotta.

Kohaku chiuse la bocca interrompendo il flusso d'aria e la forza del muro di vento. Di colpo la furia del vento si interruppe e tutto tornò silenzioso.
Hai avuto sfortuna, il vento è la mia specialità... disse esibendo un mezzo sorriso prima di comporre un unico sigillo, inspirare e soffiare di nuovo a terra un lieve getto d'aria polverizzando la roccia intorno a lui e sollevando un gran polverone. Subito dopo era scattato sulla destra, le mani che non avevano smesso di muoversi mentre finiva i sigilli per la Chakra no Kyshin. Chiuse le mani nel sigillo della tigre e il Jutsu venne ultimato. Percepì chiaramente la presenza di Jirama e Kamai intorno alle sue spalle, ma anche quella di Shin dalla parte opposta. Era Una chance come un'altra, una mossa stupida che poteva però aiutarlo in un futuro lontano.

Scattò nella polvere, l'occhio libero chiuso saldamente, ben consapevole di cosa comportasse aprirlo in mezzo ad essa. Si mosse verso destra, non troppo veloce, era capace di percepire l'avversario ma non le stalagmiti e stalattiti che gli si paravano davanti. Procedette il più velocemente possibile prima di arrivare al fianco destro dell'avversario e provare a colpirlo con un colpo di palmo allo stomaco. Non ci mise molta violenza, anzi trattenne molto la forza, non voleva fargli troppo male. Con l'altra mano, la destra, cercò di afferrare Shin nella parte posteriore del collo, cercando la pelle sotto il kimono.
Gli si avvicinò quello che bastava per sussurrargli all'orecchio le seguenti parole:
Un giorno mi libererò da queste catene e quel giorno verrò da te in cerca di aiuto contro questi pezzi di merda... Le parole erano sincere, purtroppo non poteva farlo adesso, non fino a che non avevano Hinode, ma poteva preparare qualcosa per il futuro. La mano destra era pronta ad imprimere il Sigillo che gli avrebbe permesso un giorno di scappare da quegli ingrati e arrivare dal suo compagno.

Lo scoprirai più tardi.. disse Kohaku in un sussurro alle parole del compagno prima di tirare via la mano che aveva impresso il sigillo e allontanarsi dal compagno di un paio di metri. La Kyshin era stata disattivata, sapeva che la sua nuvola di polvere sarebbe durata poco, il tempo necessario alla fine, per portare la sua offensiva senza essere visto. Quando ogni cosa si riposò di nuovo sulla roccia della caverna, Kohaku fronteggiava il rosso a circa cinque metri da lui.
Mi dispiace per l'attacco serrato, devo comunque dimostrare di essermi impegnato in qualche modo e poi magari a te potrebbe servire fare qualche esperienza in più sul campo... Era ormai innegabile che Kohaku fosse in termini di capacità superiore a Shin, in realtà il bendato aveva sempre avuto la consapevolezza di esserlo, da quando lo aveva addestrato nella Kuchiyose no Jutsu ma non pensava di così tanto. Nonostante tutto, non provava pietà per l'avversario, anzi oltre all'opportunità di piazzare il sigillo dell'Hiraishin sul suo corpo, aveva anche quella di insegnare qualcosa. Era passato tanto tempo da quando non aveva insegnato a qualcuno, l'ultimo era Sora, gli mancava quella sensazione.
Prendiamola come una opportunità per allenarci a questo punto. disse sorridendo leggermente. Ho sempre attaccato io fin'ora, forse è meglio se lascio la palla a te su come gestire il prossimo scambio di colpi che dici? Si chinò a raccattare una delle sue lame che era caduta non poco lontano da lì. Doveva essere quella che aveva lanciato perché in quel momento si trovava dalla parte opposta rispetto a dove era partito per l'assalto precedente. Roteò la lama tra le dita, la leggerezza delle stesse, unita dalla lunghezza del manico permetteva simili movimenti articolati senza il minimo sforzo per chi sapesse come farlo. Afferrò saldamente l'arma con la mano sinistra, la lama che spuntava dalla parte del mignolo, puntò il manico contro l'avversario.
A te la mossa, Shin.

Il suo compagno non si era lasciato intimorire né perso d'animo. Dopo qualche secondo di riflessione aveva cominciato i sigilli che Kohaku riconobbe subito essere quelli della Kuchyiose no Jutsu., Conosceva già gli animali che sarebbero usciti dalla nuvola di fumo, del resto era stato proprio lui ad insegnare al rosso quella tecnica. La chimera cane uscì in un sbuffo e Kohaku si prese comunque il tempo per ammirarne la bellezza in quanto non aveva mai visto per bene quelle creature. Il tempo per osservare però durò poco e il cane subito si lanciò contro di lui in una andatura zigzagante, cercando di speronarlo con quelle grosse lance ossee che aveva sulla schiena. Dal canto suo il bendato non si perse d'animo e sollevò le lame davanti al petto, fermando l'affondo del cane mentre il colpo lo sbalzava indietro mandandolo a sbattere contro uno stalattite lì accanto.
Un attimo dopo vide con la coda dell'occhio un altro sbuffo di fumo, ma nessuna creatura sul momento, ostacolato come era dalle escrescenze di roccia intorno a lui. Kohaku si muoveva cercando di evitare l'assalto serrato della creatura e alla fine decise di sollevarsi da quella posizione di svantaggio per capire meglio cosa stesse succedendo.
Non fece però in tempo a saltare su uno stalagmite lì vicino, risalendolo per qualche metro, che da dietro di esso spuntarono due viscidi serpenti bluastri, che era riuscito a vedere nella penombra della roccia soltanto grazie all'escrescenza ossea bianca che avevano sulla testa.
Diamine! Pensò mentre perdeva il controllo del Chakra sui piedi e cascava all'indietro, proprio verso il cane chimera che si era lanciato contro di lui in uno scatto selvaggio. Il respiro mozzato preso proprio quando si era lasciato cadere aveva permesso di incamerare aria, mescolandola al Chakra per cui aveva maggior affinità così a pervadere il proprio corpo con quella tecnica particolare che aveva sviluppato non pochi mesi prima.
Cadde di schiena, il cane chimera lo ferì alla spalla con una delle sue lance mentre i serpenti si gettavano sopra di lui aprendo la bocca e facendo uscire da essa altri piccoli viscidi rettili uguali a loro. I serpenti si erano già allargati in una fitta rete con lo scopo di immobilizzarlo, alcuni morsero il suo braccio destro sollevato a porre davanti al viso una protezione, mentre Shin usciva da dietro una colonna di roccia con la katana in mano, pronto a trafiggerlo ma la sua testa e metà del busto era già scomparsa e subito anche il resto seguì lasciando lama del suo ex compagno a mordere la pietra.

Kohaku riapparve sei metri esattamente sopra la loro testa, l'altezza a cui si trovava il soffitto di quella grotta. I piedi saldamente appoggiati su di esso, veniva retto a testa in giù grazie al controllo del chakra. Respirò affannosamente, sentiva il sangue colare dalla spalla sinistra lungo il braccio dentro il meccanismo del kunai. Prese un profondo respiro calmandosi dopo quell'affannoso inseguimento. Non appena potè di nuovo avere il controllo completo del proprio corpo estrasse dalla tasca un kunai legato a del filo metallico e lo lanciò contro Shin e il cane, cercando di avvolgere entrambi l'uno all'altro e una volta finito lasciava andare il per comporre rapidamente i sigilli per una semplice tecnica Suiton. Subito dopo sputò un getto d'acqua cono direttamente sopra la teste dei due avversari.

La mizurappa fece centro ma così come il suo jutsu suiton aveva preso il bersaglio, allo stesso tempo Kohaku era stato ferito da una delle serpi del nemico che gli era balzata addosso, spuntata non sapeva proprio da che parte, per lasciargli un bel morso sull'avambraccio bendato.
Kohaku cercò di scuotere via l'animale mentre lasciava andare il controllo del Chakra e tornava con i piedi per terra. Non sapendo se gli scossoni sarebbero bastati con la sinistra aveva estratto dal meccanismo il suo kunai preferito e aveva provato a colpire l'animale in orizzontale per recidere la testa dal resto del corpo bluastro e viscido.
Subito dopo aveva potuto riportare l'attenzione sull'avversario che era ben lungi dall'attaccare. Kohaku sollevò un sopracciglio, quello libero, con sorpresa. Aveva sempre considerato Shin un membro valido del Sole, era forse cambiato qualcosa nell'ultimo periodo? Lo aveva fiaccato fino a quel punto senza accorgersene?
Qualcosa è certamente cambiato...io... Dopo lo scontro mortale con il bombarolo, dopo gli allenamenti estenuanti con Hinode, dopo le missioni sempre più pericolose per il Covo, dopo gli esperimenti della Mano, non era più il Kohaku di una volta. Di certo questo doveva aver allargato ancora di più il gap tra lui e il rosso.
Una parte di lui se ne dispiacque per averlo messo in quelle difficoltà, un'altra rimase indifferente. Non avrebbe fatto trapelare nulla, che il divario tra loro si fosse allargato sembrava ormai una certezza ma questo non significava che Shin dovesse esser considerato da meno. Un avversario era sempre un avversario, una katana poteva sempre uccidere. Non avrebbe più fatto l'errore del passato.
Abbassò la testa vedendo il grosso Cane Chimera caricarlo con le sue ossa puntute. Credo di avere proprio poco da fare, eh? disse il compagno al momento avversario mentre l'animale caricava il bendato. Kohaku avrebbe potuto rispondergli che non era vero ma era troppo impegnato a buttarsi di lato. Le ossa filarono vicino al suo fianco strappandogli qualche centimetro delle vesti e lasciando una lieve scia di sangue sulle rocce. Rotolò per qualche metro prima di inginocchiarsi di scatto e portare i palmi a terra per immettere Chakra nel terreno proprio nella direzione di Shin.
Non penso sia vero...sei sempre un membro del Sole dopotutto, non ci arrendiamo facilmente no?
Il terreno si mosse improvvisamente scosso dai tremori prima che delle lance di roccia uscissero dal pavimento e dalle stalattiti vicine tutte puntando sul suo avversario.

Subito dopo aver utilizzato le lance di roccia compose un singolo sigillo per impastare Chakra doton nello stomaco e sputare un bolo di fango diretto verso il volto di Shin, lo scopo era più che chiaro. Sospettava che il compagno avrebbe scansato facilmente il primo attacco, fin troppo telefonato, e avrebbe cercato di prenderlo in una eventuale schivata con il colpo di fango in modo da limitargli la vista mentre scattava verso di lui, lama vibrante in mano, pronto e menare un affondo verso la spalla destra del compagno.

No. Il Sole Rosso è morto, e ci ho messo anche fin troppo a farmene una ragione.
Forse dovrei farmela anche io... Una semplice frase era bastata per fare nascere nel bendato la realizzazione di ciò che stava dietro a tutto ciò. Il Sole Rosso è morto. Nulla di più vero, nulla di più inconsistente. Era mai significato qualcosa? No, non lo era mai stato, un gruppo di shinobi raccattati che avevano fatto in tempo a presidiare ad una guerra che non gli riguardava per poi sparpagliarsi come foglie al vento. Era dopo quella stessa dichiarazione che Kohaku aveva realizzato che quello che aveva davanti non era più un suo compagno, era un ex compagno. Questo nelle terre di nessuno significava molto più di qualsiasi cosa, significa che non si poteva più fidare di lui. Per un certo margine posso ancora, perché non rappresenta una minaccia...ma quando lo sarà.... Sospirò, ma interiormente, un profondo senso di tristezza lo avvolse. Era di nuovo solo, no, lo era sempre stato, si era solo ingannato. Nessuno avrebbe potuto rimpiazzare Arima. Attraversò la sfera di plasma dei Shin sentendo una lieve elettricità statica su tutto il corpo, mentre alcune parti di esso si arrossavano e dolevano leggermente per via delle usioni.
La sua lama ferì la spalla del ninja di Iwa, sangue sprizzò sulle bende bianche intorno al collo di Kohaku. Un dolore accecante al polpaccio destro mentre il cane chimera lo afferrava per farlo stare fermo. Sbatté le ciglia, vedendo il kunai apparire dalla manica di Shin, cercando di colpirlo proprio alla spalla dove aveva ancora visibilità e non era il suo punto cieco.
Il kunai sbattè contro la solida pelle nera della Domu. Scintille danzarono nell'aria intorno al suo unico occhio aperto. Kohaku inspirò tristemente e il suo corpo di nuovo si dissolveva nell'aria per riapparire sei metri indietro.


Apparve ed era deciso a parlare per dire "adesso basta". Ormai non pensava avesse più senso continuare a combattere. Da quello che aveva visto Shin era già abbastanza provato da tutto quel combattimento, poteva vederlo nelle sue ferite e nel suo volto stremato. Aprì la bocca per dire qualcosa ma si trattenne, uno sguardo rapido a Kamai e Jirama gli fece salire il dubbio che non poteva essere abbastanza quello che aveva fatto fino a quel momento. Sentì una fitta alla gamba destra quando provò a caricarci sopra il peso, il cane lo aveva ferito per bene. Abbassò lo sguardo vedendo rivoli di sangue bagnargli le bende alle caviglie.
Sollevò le mani, componendo rapido dei sigilli, era tempo di tornare alle vecchie strategie. fece in modo di farsi vedere le mani dal ex compagno, provando a farlo cadere nell'illusione, poi, non appena ebbe di nuovo la possibilità di impastare chakra, eseguì fulmineo la breve serie di sigilli inspirando aria nei polmoni. L'unico modo che aveva per compromettere quella difesa di Shin era grazie al Chakra Fuuton, quindi si era costretto di nuovo ad usarlo, non che ne fosse felice ma se almeno avesse provato a metter Shin KO, Jirama e Kamai non avrebbe potuto dire nulla se non interrompere lo scontro.