Addestramento Benkei Chinoike

Controllo del Chakra

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    Controllo del Chakra


    Villaggio:Kumogakure no Sato
    Sensei:Kisuke Momochi
    Apprendista:Benkei Chinoike
    Ora:09.00
    Luogo:Campo numero 1
    OT: In modo maniacale e descrittivo dovrai iniziare la tua avventura. Inizia con come hai ricevuto la notizia del tuo addestramento ed il tragitto per arrivare al luogo stabilito.
    Il luogo dove avverrà l'addestramento lo devi descrivere te; l'importante è che siano presenti alberi ed ingenti fonti d'acqua come un fiume o un lago. Tutto il resto è a libera descrizione. Fai del tuo meglio.(Decidi te se una volta arrivato al campo d'addestramento io sia già li o meno; non potrai però assolutamente decidere eventuali mie azioni)
    Inoltre specifico subito che nell'addestramento tu potrai dire solamente cosa tenterai di fare. Non se ci riuscirai; poiché questo sta a me deciderlo.
    - L'esaminatore non è tenuto a scrivere lunghi ed elaborati testi, si limiterà a fare una breve azione dandovi istruzioni su come svolgere l'addestramento. Gli esaminatori infatti svolgono molteplici mansioni e per concludere, non sono loro gli esaminati dunque fate semplicemente del vostro meglio senza prendere come riferimento la complessità dei testi dei Sensei
    Ultime due cose:
    1) Non hai armi
    2) Hai appena terminato l'accademia ed adesso stai facendo l'addestramento per accedere all'esame Genin.



    Edited by Mr.Uchiha - 11/7/2017, 12:21
     
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  2. Marimokkori
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    Addestramento per il controllo per Benkei Chinoike

    parlato Benkei
    pensato Benkei



    La punta luccicante del kunai si stava avvicinando pericolosamente al mio viso. Ad ogni millimetro che percorreva a me sembrava passasse un anno intero. Non può farlo veramente.. Pensai in preda al panico. Per quale dannata, maledetta ragione un adulto dovrebbe fare male ad un bambino? Io non riuscivo a capacitarmene, ma in cuor mio sapevo che lo faceva solo per spaventarmi. Non lo avrebbe fatto veramente, su questo ero certo. Mi sbagliavo. Me ne resi conto quando spostai lo sguardo dal Kunai al suo viso. Quando vidi il suo sadico sorriso che attraversava la sua faccia, i suoi occhi inespressivo ma allo stesso tempo inquietanti. In quel momento capii che non avrebbe esitato nel suo intento. Sentii la mia pelle della mia faccia bucarsi e venire lacerata, sentivo ogni millimetro di avanzamento della lama. Il dolore era lancinante ed iniziai a gridare ed a dimenarmi. Ma cosa poteva fare un bambino contro un adulto? Nulla.
    Mi svegliavo madido di sudore con il battito accelerato ed il respiro pensante. I raggi di luce che filtravano dalle tende quasi chiuse illuminarmi l'ambiente in cui mi trovavo e che riconobbe come la mia stanza. Era solo un sogno. Pensai sollevato mentre mi portavo le mani al viso per asciugare i rivoli di sudore freddo. In quel momento, sotto la mano sinistra, la sentii: la cicatrice. Non era un sogno. Era un ricordo. Dissi con voce tremante. Piano piano l'odore della mia cameretta, i miei oggetti e la familiarità del luogo riuscirono a tranquillizzarmi. Devo restare concentrato oggi non posso permettermi di fare brutte figure. Pensai mentre riprendevo la mia solita pacatezza. Cercai di dimenticare il più in fretta possibile quell'incubo che era tornato ad assillarmi. Ci fu il periodo tranquillo, appena arrivato a Kumo, dove quel ricordo seppellito dal trauma che avevo subito, era restato nascosto. Quando iniziai a frequentare l’accademia ninja, l'incubo venne come risvegliato e sempre più frequentemente veniva a farmi visita. Subire una cosa del genere a sei anni ti segna per la vita.
    Mi alzai dal letto e dopo essermi lavato il viso ed il collo, mi preparai per l'addestramento individuale. Oggi si sarebbe svolto l'addestramento per il controllo del chakra dove avrei imparato ad utilizzare tale risorsa per camminare sulle superfici verticali e su quelle liquide. Cosa che al momento sembrava quasi fantascienza. Ma allontanai il pensiero. Erano le otto passate e dovevo trovarmi al campo di addestramento numero uno entro le nove. Misi il mezzo kimono che mi aveva preparato mia madre per l'occasione era di colore bianco e grigio e vi abbiamo una maglietta sempre grigia in modo che non stonasse troppo nell'insieme. Un obi nero pece faceva in modo che questo non si aprisse limitandomi i movimenti. Completai il tutto con un paio di pantaloni grigio scuro (eh che fantasia) ed un paio di sandali comodi. Mi guardai allo specchio dove le sfumature rosse all'interno delle iridi catalizzarono l’attenzione. Niente male. Mi sta proprio bene! Dissi soddisfatto. Ma quel momento idilliaco non durò molto, attraverso lo specchio vidi l'orologio e l’approssimarsi dell'ora “X”. Fui una scheggia. Uscii rapido ed corsi sul ponte posto sul laghetto che avevano di fronte casa. Quando arrivammo a Kumo ci venne assegnato un vecchio tempio in disuso dedicato al Kami del laghetto, un Dio minore che aiutava la fertilità dei campi e proteggeva la casa. Io e mia madre con calma e olio di gomito lo ristrutturammo facendolo diventare la nostra casa. Ovviamente abbiamo mantenuto l'altare del Kami ristrutturando anch'esso in modo da non attirarci l’antipatia del Dio. A metà del ponte mi fermano di scatto, come se avessi dimenticato qualcosa e dopo essermi girato in direzione dell'altare feci un profondo inchino in segno di rispetto. Poi tornai a correre in direzione del campo di addestramento che per mia fortuna non distava troppo da casa mia. Attraversai la periferia ovest del villaggio raggiungendo un piccolo bosco di cipressi secolari che fungevano da limite naturale del il campo numero uno. Non fu difficile trovare il sentiero che portava al centro di esso dove avrei svolto il mio addestramento sul controllo del chakra. Il paesaggio era idilliaco, cipressi secolari si sbagliavano in cielo come smeraledee lance pronte a perforare la volta celeste. Al centro di esso un cristallino specchio d'acqua dalla forma irregolare piatto come uno specchio ed allo stesso modo rifletteva la luce del sole mattutina. Ero solo, anche se non lo sarei stato a lungo. Ero carico e non potevo semplicemente stare fermo ad aspettare, quindi iniziai a fare un po' di riscaldamento per ingannare l'attesa.



    Nome: Benkei
    Cognome: Chinoike
    Chakra: 35/35
    Stato fisico: Ottimo
    Stato psicologico: Desideroso di mettersi alla prova
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    «Uno che non si fa aspettare, una volta tanto...» esordì silenziosamente Kisuke Momochi, tra sé e sé, in tono neutro per poi abbandonare il proprio nascondiglio tra la vegetazione e mostrarsi a quello che doveva essere il suo allievo per quel giorno. Non sapeva esattamente il perché gli era stato assegnato un addestramento del genere, sebbene lo sospettasse, dopo tanto tempo che non ne svolgeva uno. Era irrilevante, in realtà, che fosse per tenerlo un attimo lontano dall'inferno degli ultimi tempi (come con l'addestramento di Ishui Baitei), lavorare sulle relazioni diplomatiche mondiali, entrambe le cose o chissà cos'altro.
    «Buongiorno!» salutò Kisuke, una volta raggiunto l'apprendista. «Benkei Chinoike, dico bene? Io sono Kisuke Momochi, di Kiri, e sarà mia premura quest'oggi insegnarti come controllare il Chakra, in modo da sfruttarlo per camminare sulle pareti o sull'acqua. Ecco, guarda, così...» disse Kisuke per poi andare incontro ad un albero dei tanti presenti e camminare tranquillamente sulla corteccia per qualche metro, fino a raggiungere un ramo sufficientemente robusto su cui appollaiarsi e rimanere con le gambe a penzoloni. «Ora voglio che tu esegua il tuo primo tentativo. Prenditi pure il tuo tempo, ma sappi che per riuscire nel tuo obiettivo dovrai iniziare così: concentrare il Chakra sulla pianta dei piedi e correre sopra ad uno di questi alberi nel tentativo di rimanervi attaccato, per arrivare sino in cima. Non un passo di meno. Inizia a farlo correndo che è il modo più semplice, ma sul resto ti lascio per il momento all'esperienza diretta» concluse Kisuke, quindi incrociò le braccia sul petto in attesa del primo tentativo del giovane apprendista di Kumo.

    Bel post introduttivo! Ora ti aspetta il tuo primo tentativo. Tu descrivi tutto fino a che poggi la pianta del piede sul tronco, il resto sarò io a deciderlo come da istruzioni.


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    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Dieci metri di Filo Metalico sono legati ad un Kunai;
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  4. Marimokkori
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    Nel campo di addestramento numero uno la pace regnava sovrana, tra le acque cristalline del laghetto irregolare e tra le fronde dei cipressi secolari. Eppure qualcosa turbava l'equilibrio naturale delle cose. Ero io quel qualcosa. Per ingannare l'attesa del Sensei mi ero messo a fare qualche da fermo per riscaldare i muscoli delle gambe, in previsione dell'imminente allenamento. Feci appena in tempo a completare la seconda serie che il maestro si palesò a me. Mi ricomposi cercando di assumere una posizione consona, le gambe mi tremavano leggermente per il riscaldamento, ma appunto ora erano calde e pronte a tutto (o almeno lo speravo). La prima cosa che mi colpì di lui era la sua benda sull’occhio. Subito mi chiesi se avesse avuto un “incidente” simile al mio o se lo avesse perso durante qualche missione. Poi fu la volta del simbolo sul coprifronte. Non era di Kumo ma bensì di Kiri. Come mai non fosse venuto un compaesano ad allenarmi restò un mistero insoluto. Infine furono i suoi orecchini a colpirmi, due pendenti di pergamena sui quali erano incisi sigilli e formule arcaiche. Mi saluto con un cordiale “buongiorno” e dopo essersi assicurato che io fossi effettivamente il suo allievo si presentò come Kisuke Momochi uno Shinobi di Kiri. Buongiorno a lei Signore. Si sono proprio io. È un piacere fare la sua conoscenza. Dissi con entusiasmo mentre facevo un profondo inchino. Dopotutto lui era uno Shinobi di alto grado, io non ero nemmeno alla base della piramide. Oltretutto era perfino un ninja straniero e non volevo certo provocare un incidente diplomatico. Sono stato troppo formale? Oddio sarò sembrato una specie di manichino. Cominciamo bene… Pensai terrorizzato all'idea di aver iniziato con il piede sbagliato. Fortunatamente Kisuke sembrò non farci troppo caso anzi spiegò il tipo di allenamento che avremmo svolto oggi: sul controllo del Chakra e me lo fece vedere proprio con un’applicazione pratica. Lo seguii verso l'albero più vicino dove invece che fermarsi continuò la sua passeggiata in verticale passo dopo passo sulla corteccia del colosso ligneo. Ammirai con piacere quei movimenti tanto sicuri sa sembrare naturali e inconsapevolmente un sorriso si allargò sul mio viso pensando che un giorno avrei potuto fare altrettanto. Dopo oggi potrei usarlo come normale metodo di camminata… Hehe. Pensai divertito mentre il Sensei si appollaiava su di un ramo robusto a molti metri di quota. Una volta messo comodo mi spiegò per filo e per segno quello che materialmente avrei dovuto fare. Avrei dovuto tentare la sua stessa camminata cercando di convogliare il chakra nelle piante dei piedi per cercare di rimanere attaccato alla corteccia. Ultimo consiglio, ma non per importanza, mi disse di provare con una bella rincorsa che avrebbe facilitato l'esercizio. Grazie per i consigli. Cercherò di sfruttarli al meglio. Dissi alzando un po’ la voce e portandomi una mano al lato della bocca per direzionale meglio il suono. Ma mentre dicevo quella frase mi rendevo conto di come quelle informazioni fossero insufficienti per eseguire l'esercizio senza sbagliare. Direzionare il chakra sulle piante dei piedi. In che quantità? In che forma? Domande, legittime, affollavano nella mia mente dubbiosa. Avrebbe potuto darmi qualche informazione in più. Che sia un test? Durante un’addestramento? Altre domande, inutili, questa volta, per l'esercizio in se, ma non potevo fare a meno di farmele. Ma certo. Dopotutto il compito di un Sensei è quello di insegnare. Far si che lo studente arrivi da solo alla soluzione con le poche informazioni a disposizione. Questo è lo scopo finale? Non ero del tutto certo di quella spiegazione, forse era un modo che il mio cervello usava per motivarmi di fronte alle mancanze che avevo. Poco importava, stava funzionando. Mi allontanai qualche passo dal gigante verde ed iniziai cercare di percepire il chakra dentro di me. Un esercizio elementare che l’accademia ci aveva insegnato. Ogni essere umano nasce con una riserva di chakra all'altezza dello stomaco, poi solo gli Shinobi riescono ad utilizzare tale energia per le proprie tecniche. Gli esercizi di visualizzazione cambiano da persona a persona, ad esempio io ho sempre immaginato una piccola sorgente di energia cristallina che zampillava placida all'altezza dello stomaco. È ora di far gorgogliare questa sorgente!! Pensai deciso, mentre chiudevo gli occhi per aumentare la concentrazione. Composi il sigillo della pecora ed iniziai ad impastare il chakra. Man mano che questo veniva stimolato, la fonte all'altezza del mio stomaco iniziava ad agitarsi e l’energia che fluida si espanderà per tutto il corpo. Cercai quindi di deviare il flusso di quel liquido intangibile verso il basso. Attraverso le gambe fino ad arrivare ai piedi ed infine alle piante. Qui aumentando la concentrazione e la visualizzazione creai uno strato di energia spirituale proprio sotto le suole dei sandali. Non sapevo esattamente quanta quantità dovevo usare quindi prendendo come esempio una delle tecniche che conoscevo: il Genjutsu Kyoukasui, quindi utilizzai il corrispettivo quantitativo per tre volte. Diamoci da fare! Dissi convinto mentre aprivo gli occhi ed iniziavo la mia breve ricorsa verso il cipresso. Avrei appoggiato per primo il piede destro sulla corteccia, ma non sapevo se il sinistro avrebbe seguito la stessa sorte.


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    Il giovane ninja di Kumo, come primo risultato ottenne solo cinque passi. Si trattava di un buon numero, in fondo, per essere la prima volta, ma un po' meno buono fu poi ritrovarsi a terra. "Ed è tornato giù sui suoi piedi, almeno, per fortuna sua..." si ritrovò a pensare Kisuke. In fondo aveva fatto solo cinque passi, sebbene grazie solo ed unicamente alla propria agilità unita a quella poca quantità di Chakra distribuita sulla pianta dei piedi.
    «Bene, ti sei approcciato per la prima volta con questa procedura. Questa era solo una prova, per rendere il tutto più naturale e per vedere dove c'è bisogno di correggere qualcosa e quindi spiegarti ciò che serve» gli spiegò Kisuke, in tono neutro. «Non ti scoraggiare, è tutto normale. Sei andato bene, davvero molto bene, credimi. Per questa volta però ho come il presentimento che la quantità di Chakra concentrata fosse proprio poca. Per adesso prova solo ad aumentare di un bel po', per ottenere una maggiore aderenza!» suggerì il kiriano - e si limitò a dire solo questo - per poi fare un cenno ed invitare così il ragazzo a fare un secondo tentativo, sperando per lui che questa volta i suoi sforzi dessero un risultato "Anche se ne dubito, a meno che non sia uno di quei giovani ragazzi prodigio" pensò, infine, il Jounin rimanendo ad osservare dalla propria posizione sopraelevata.

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    Forse per un ninja esperto camminare su di una superficie verticale o sull'acqua non fa alcuna differenza, non porta nessuna emozione, un po’ come se una persona normale provasse emozionante camminare. Per me invece compiere il primo passo sulla corteccia di quel cipresso fu una delle emozioni più grandi della mia vita. Sentire la forza aderente, esercitata dal chackra, che mi manteneva ancorato era una sensazione nuova. Combattere con la forza di gravità che con tutte le sue forze tentava di trascinarmi con “i piedi per terra” mi faceva battere il cuore all'impazzata. Il mio muscolo cardiaco pompa a rapido il sangue ed il respiro aumentava di frequenza mentre compivo quella particolare passeggiata. Ma quel primo ed emozionante passo non fu che l'inizio di una serie (breve) di altri, che mi fece scalare (seppur di poco) quel gigante ligneo. Ci sono riuscito! Esclamai mentalmente, colmo di felicità. Forse fu proprio quel pensiero di auto-compiacimento a segnare la fine della mia camminata verticale. Quel sentimento di gioia destabilizzò la mia concentrazione e di conseguenza il corretto fluire del chakra che divenne irregolare. Purtroppo me ne accorsi troppo tardi, mentre compivo il quinto passo capii che non sarei riuscito a continuare. Quindi mi diedi uno slancio che mi allontanò dal tronco ed in un qualche modo (poco aggraziato) atterrai sulle mie gambe senza farmi male. Maledizione mi sono deconcentrato! Imprecai contro me stesso per la leggerezza che avevo avuto. Kisuke aveva osservato la scena per tutto il tempo, appollaiato sul ramo, come un padre che guarda il suo cucciolo (oppure come un falco che brama la sua preda), parlò per dire la sua. Con voce calma e priva di intonazione, mi spiegò, che questa prova serviva per prendere confidenza con la procedura perché diventi una prassi naturale per poi intervenire sugli errori e correggerli. Bella figura che ho fatto. Pensai triste, mentre abbassavo lo sguardo inconsciamente. Eppure in qualche modo il Sensei riuscì a non farmi centralizzare del tutto dicendomi di non scoraggiarsi e che per essere stata la prima volta ero andato piuttosto bene. Rialzai lo sguardo con una punta di orgoglio (ma solo una punta, dopotutto avevo comunque fallito). Il suo sguardo esperto trovò un altro errore che io non ero riuscito a cogliere. Ho usato poco chakra? Pensai ascoltando il suo consiglio. Ed io che pensavo di aver esagerato. Forse entrambi i fattori causarono la mia disfatta. Ma ora lo sapevo. Sapevo dove correggere, dovevo solo applicarsi di più. Ho capito i miei errori… Andiamo con il prossimo tentativo. Parlai senza rivolgermi al sensei, era più un pensiero mal filtrato dal cervello, piuttosto che un discorso diretto. Mi allontani ancora qualche passo ed iniziai a ripetere la stessa procedura che prima mi aveva aiutato a compiere cinque passi. Ricomposi il sigillo della pecora e mi concentrai, nuovamente, visualizzando la fonte energetica situata all'altezza dello stomaco. Rispetto a prima, l'esercizio, venne più naturale come se il mio corpo si fosse risvegliato. Impastai il chakra facendo gorgogliare la fonte che ribollendo di energia zampillava indomita. Cercai di imbrigliare quella forza convogliandola verso il basso, attraverso le cosce ed i polpacci, fino alle piante dei piedi. Creai la stessa patina di qualche minuto prima, ma aumentando sensibilmente la quantità e la concentrazione dell'energia. Come quantifico questo “bel po' di più”? Il doppio, il triplo? Pensai mentre modellavo il chakra. Alla fine optai per una via di mezzo aumentando ci circa due volte e mezzo la quantità utilizzata nella precedente prova. Mi presi ancora qualche secondo per modellarla al meglio e quando fui pronto aprii gli occhi e scattai verso l'albero. Questa volta non fallirò! Pensai risoluto mentre poggiavo il piede sinistro sul tronco. Concentrato e carico pronto a raggiungere il Sensei.



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    Kisuke stette ad osservare il ragazzo che si preparava per un nuovo tentativo, e lo incoraggiò dicendo: «Bravo, questo è lo spirito giusto!»
    Nel mentre, lasciando che il ragazzo andasse per la propria strada, il Jounin della Nebbia attivò il proprio Byakugan per vedere con maggiore attenzione il flusso del Chakra.

    Byakugan [Occhio destro]
    3CITKwQ
    Livello: B
    Tipo: Doujutsu
    Il Byakugan quando attivo concede al suo utilizzatore una vista a 359° gradi per un raggio di cinquanta metri e permette di vedere perfettamente non solo oltre ogni cosa, bensì anche il Chakra e i suoi flussi, nonché il sistema circolatorio del Chakra e i suoi 361 punti di fuga. Riesce a vedere anche lievi concentrazioni di Chakra nel corpo delle persone, potendo quindi arrivare a prevedere l'utilizzo di una Tecnica ma non l'elemento o cosa la Tecnica farà, anche se dovrà essere concentrato sul sistema del Chakra del bersaglio. Osservando il flusso del Chakra è anche possibile accorgersi se una persona è sotto l'influsso di un Genjutsu dal moto disturbato del Chakra, ma non è ovviamente possibile utilizzare questa abilità su se stessi.
    Il Byakugan permette, inoltre, all'utilizzatore di concentrarsi e vedere esclusivamente in linea retta aumentando così il raggio visibile all'utilizzatore frontalmente, ma annullerà di conseguenza la possibilità di vedere a 359°.
    [Lunghezza massima per livello: Genin 1 Km; Chuunin 4 Km; Sp 10 Km; ANBU 12 Km; Jounin: 15 Km]

    Consumo: 10 (A Turno)


    Il Doujutsu del Clan Hyuuga gli permise di vedere senza nessun ostacolo l'utilizzo che il giovane di Kumo stava facendo del proprio Chakra, e il kiriano non si stupì quando poi lo vide compiere solamente dieci passi. Dopodiché la corteccia su cui poggiavano i suoi piedi, per la troppa aderenza del Chakra, si staccò facendolo tornare con i piedi per terra.
    «Be'...» esordì Kisuke, disattivando il Byakugan. «Come si suole dire, sbagliando si impara» disse il Jounin, quindi sorrise al di sotto delle bende. «Per quanto mi riguarda sono dell'idea che la pratica sia, almeno in questo caso, nettamente più utile della teoria» spiegò nella speranza di mettere luce alle perplessità che leggeva negli occhi del ragazzo. «Stai imparando sulla tua pelle come regolarti al meglio. Ad ogni buon modo, cercherò di darti qualche dritta teorica: questa volta il quantitativo è stato superiore al necessario. Al contrario della volta precedente hai ottenuto aderenza, però fin troppa. Hai comunque le nozioni necessarie per incanalare il Chakra e dirigerlo dove ti pare, ed a te interessano solo le piante dei piedi. Lì devi creare un bello strato dove deve risiedere il corretto quantitativo di Chakra. Non ne esiste una misura uguale per tutti, varia da persona a persona per fattori come ad esempio il peso, la velocità o l'equilibrio. Nel prossimo tentativo cerca una via di mezzo per quanto riguarda il quantitativo adatto ad ottenere la giusta aderenza. Dovrebbe essere necessario un minimo di concentrazione per ottenere la giusta media tra le due che hai sfruttato fino ad ora, ma so che ce la puoi fare» concluse, infine, stando a guardare.

    Ora fai un post in cui decidi tu l'esito del tentativo. Fai solo attenzione a non mostrare troppa sicurezza o abilità, in fondo hai appena imparato, anche se da quello che ho visto finora non dovresti avere problemi di questo genere.


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  8. Marimokkori
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    Addestramento per il controllo per Benkei Chinoike

    parlato Benkei
    pensato Benkei


    Le leggi matematiche fanno girare il mondo. Forse non quello dei ninja. Aumentare di così tanto la quantità di chakra nelle piante dei piedi, non fu una buona idea, dopotutto. O forse si? Avevo ottenuto il risultato sperato. O quasi. Impastai due volte e mezzo l'energia usata durante il primo tentativo ed il risultato fu… matematico. Prima prova: cinque passi. Seconda: dieci passi. E quel mezzo? Dove era andato a finire? Forse non era il momento giusto per chiedermelo. Anche perché stavo cadendo da un’altezza di quasi dieci metri ed avevo ben altre priorità. La fortuna (e diciamocelo anche un po’ di agilità) fu dalla mia e grazie ad un ramo sporgente ed alla patina di chakra che non avevo ancora rilasciato, riuscii a rallentare la caduta e ad effettuare un atterraggio quasi decente. Ahia! Mi lamentai, mentre da quattro zampe mi rimettevo in piedi. Considerando che potevo morire, non mi sono fatto nulla. Pensai mentre mi guardavo la mano destra ferita. Aveva un taglio e qualche abrasione. Sanguinava, faceva male, ma nulla di insopportabile. Ancora una volta il Sensei cercò di tirarmi su di morale, anche se questa volta non ne avevo bisogno. Continuo a sbagliare ma sto migliorando sensibilmente… Devo solo fare pratica! Pensai fiducioso e pronto a riprovarci ancora una volta. Forse sarei caduto di nuovo o forse no ma c’era un solo modo per scoprirlo: agire. Ma prima ascoltai le parole di Kisuke che oltre a darmi preziosi consigli per il prossimo tentativo, miravano a farmi capire la cosa più importante: che non vi era una misura fissa e matematica da applicare ma ogni fattore esterno o interno facevano variare questa quantità. Mi sto approcciando con lo spirito sbagliato. Non devo calcolare la quantità di chakra ma sentirla ed adattarla a seconda della situazione. Pensai dopo che le parole del kiriano mi aprirono gli occhi. Credo di aver capito ora. Dissi rivolgendo lo sguardo verso il bendato. Cioè… So di averlo detto anche prima… Ma questa volta… Lasciamo perdere. Meglio se glielo mostro. Dissi mentre nervoso mi trattano la nuca. Per quanto la teoria, ora, mi fosse chiara, la parte pratica era tutto un altro paio di maniche. Ma il Sensei aveva fiducia in me ed io non potevo deciderlo ma soprattutto non potevo permettere che il buon nome di Kumo venisse infangato per colpa di un apprendista tanto incapace. Ripercorsi i miei passi pronto per prendere nuovamente una breve rincorsa. Sigillo della pecora ed occhi chiusi per migliorare la concentrazione. Il procedimento di impastamento ed accumulo del chakra sulle piante dei piedi veniva ogni volta più naturale. Accumulai chakra per una quantità che era una via di mezzo tra il primo ed il secondo tentativo (come mi aveva suggerito Kisuke) ma senza badare troppo alla precisione, perché avrei aumentato o diminuito la patina a seconda dell'aderenza che avrei percepito. Poi partii. Scattati rapido coprendo in breve tempo la distanza che mi separava dal colosso arboreo. Poggiai il piede sinistro sul tronco seguito subito dal destro, combattendo la gravità che tentava di ostacolarmi. Iniziai la mia scalata al meglio (ma andava sempre così all'inizio) percorrendo i primi otto passi senza nemmeno rendermene conto. Quando poggiai il sinistro per il nono passo sentii l’attrito diminuire quindi aumentai sensibilmente il chakra nella pianta riuscendo a recuperare l'aderenza e quindi a proseguire. Percorsi altri cinque passi senza intoppi per poi sentire un sinistro ed inquietante scricchiolio ligneo. Troppo chakra. Devo diminuire! Pensai rapido mentre rilasciavo l’energia dalle piante dei piedi. L'obbiettivo era quasi a portata di mano, ancora qualche passo è sarei riuscito a raggiungere il sensei. Un altro passo, ed un altro ancora, le gambe iniziavano a tremare e piccole goccioline di sudore si formavano sulla mia fronte ed inevitabilmente puntavano verso il terreno. L'aderenza calò nuovamente, stavo perdendo la concentrazione. Sentii il piede destro perdere gradualmente la presa. No non fallirò! Cercai di spronarmi. Aumentai il chakra impostato e sforzando i muscoli a dare il massimo tentato di fare gli ultimi passi che mi separavano dalla meta. Tre. Due. Uno. Crack! All'ultimo passo la corteccia cedette per la troppa aderenza. Ci sono quasi! Con un ultimo e disperato colpo di reni balzai verso il ramo del traguardo con le braccia tese pronte ad afferrarlo. Non ci ero arrivato a piedi ma non sarei tornato a terra senza prima averlo almeno toccato.


    Nome: Benkei
    Cognome: Chinoike
    Chakra: 35/35
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    Stato psicologico: Determinato
    Note:


    Edited by Marimokkori - 16/7/2017, 09:09
     
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    "Che si tratti davvero di un prodigio?" si ritrovò a pensare il Momochi, vedendo il successo del ragazzo. Mai, nessuno, prima d'allora era riuscito nell'obiettivo così in fretta. Non davanti ai suoi occhi. Eppure ora, sebbene il ragazzo ce l'avesse fatta un po' barando per arrivare al traguardo, aveva un caso concreto per le mani.
    «Complimenti, quella che hai appena completato arrivando in cima all'albero era la fase uno di questo addestramento. Torna già, ma stai attento a non spezzarti l'osso del collo» gli disse Kisuke, il quale a propria volta si riportò agilmente a terra. Da lì, poi, si portò sulla riva del laghetto e chiamò a sé il ragazzo di Kumogakure no Sato.
    «Adesso iniziamo con la fase due» annunciò il Jounin della Nebbia. «Il tuo obbiettivo non sarà più camminare su un albero bensì camminare su una superficie liquida. Mi raccomando, ora la storia cambia completamente, ti consiglio di iniziare aumentando notevolmente lo strato di Chakra sotto le piante dei piedi e di andare con molta calma, qui infatti non serve correre. Anzi, per iniziare, tutt'altro» concluse Kisuke, lasciando dunque il ragazzo ad un primo tentativo in cui si sarebbe dovuto approcciare molto alla cieca con la seconda fase dell'addestramento. Al che Kisuke si spostò leggermente, lasciando all'allievo i suoi spazi, e stette ad osservare, incrociando le braccia sul petto. "Vediamo se sei un prodigio per davvero..."

    Ora si ricomincia come prima. Tu descrivi, ma poi l'esito lo decido io.


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    Ah ah ah! Non ci credo ce l'ho fatta! Una risatina isterica crebbe dentro di me per il “successo” ottenuto. Anche se la parola “successo” non era propriamente esatta, visto che avevo compiuto l'ultimo metro e mezzo con un salto che con l'allenamento non centrava proprio nulla. Credo di aver capito il meccanismo. Ora devo solo fare pratica. Tanta pratica. Pensai mentre mi issavo sullo stesso ramo del Sensei. Vicino a casa c'era un boschetto dove avrei potuto esercitarsi sul controllo del chakra, certo gli alberi non erano alti come questi ma li avrei avuto il tempo e la calma dalla mia. Kisuke si congratulò con me per il completamento della prima fase. G..g..grazie! Lo ringraziai mentre prendevo fiato seduto sulla meta tanto agognata. Purtroppo non potei rilassarmi molto con Kisuke visto, che con un’agilità incredibile, scese dall'albero, ma non senza prima dirmi di fare attenzione durante la discesa. Oddio devo già scendere? Pensai leggermente frustrato. Avevo faticato molto per arrivare fin quassù, volevo godermi la vittoria ancora qualche secondo. Mentre riprendevo fiato, con le gambe a penzoloni nel vuoto, potevo osservare l’immensità delle terre del Fulmine e di come le sue montagne tanto imponenti svettavano verso il cielo come per cercare di ghermirlo. Mi sentii piccolo ed insignificante rispetto a loro, ma non era ne il momento, ne il luogo per filosofeggiare sul senso della vita. Kisuke mi stava aspettando sulla riva del laghetto e considerando la velocità con cui era sceso dell'albero, non doveva aver tempo da perdere. Feci un profondo respiro, la fatica era oramai scemata, ero pronto a tornare a terra. Vediamo di non ammazzarci… Sdrammatizzai per tenere alta la concentrazione sugli eventuali rischi. Cosa che sembrò funzionare. L’addestramento stava dando i suoi frutti, senza accorgermene avevo migliorato sensibilmente il controllo, la visualizzazione e la distribuzione del chakra, tanto che ogni volta che accumulavo l'energia nelle piante dei piedi, impiegavo sempre meno tempo. Riprovai con la stessa quantità dell'andata che avrei adattato man mano durante la discesa. Arrivai a metà percorso senza difficoltà, quasi come se stessi camminando sul terreno, mentre il restante tratto risultò più incerto. Mi fermai ben tre volte per ricalibrare l'aderenza perché troppo forte, troppo leggera o per la perdita di concentrazione. Ma alla fine riuscii a tornare con i piedi per terra, con mia somma gioia. Mi presi qualche secondo per rilassare i muscoli delle gambe dallo sforzo appena fatto, massaggiando la parte superiore ed inferiore delle cosce. Poi mi asciugai le goccioline di sudore che mi pegnavano la fronte, con la manica del mezzo-kimono e raggiunse Kisuke sulla sponda del laghetto, pronto (o almeno lo speravo) per la fase due dell'addestramento. Il ninja della Nebbia mi spiegò che in questa fase avrei imparato a camminare su di una superficie liquida il che era completamente diverso dal camminare verticalmente. Mi consigliò di aumentare notevolmente l'accumulo di chakra e di procedere lentamente in quanto, correre, non serviva al momento. Questa volta Kisuke non mi mostrò alcuna dimostrazione pratica, ma fondamentalmente, per eseguire l'esercizio non serviva. Osservai la placida superficie liquida riflettente come uno specchio ma insidiosa come non mai. Le variabili da tenere in considerazione si erano moltiplicate esponenzialmente. Moto ondoso, spinta, pressione atmosferica, densità, conformazione del fondale, il mio peso, equilibrio. Sembrava un equazione impossibile da risolvere. Eppure come avevo imparato poch'anzi non sempre le regole matematiche si sposavano bene con il mondo ninja. A volte bastava solo intuito e spirito di osservazione. Speravo di averne a sufficienza. Starmene qui impalato non servirà a nulla. Proviamoci! Dissi deciso dopo essermene stato fermo a rimirare lo specchio d'acqua. Mi tolsi i sandali, volevo avere la maggior percezione possibile dell'acqua e dei suoi mutamenti, anche se non sapevo se fossi stato in grado di seguirli. Composi nuovamente il sigillo della pecora ed iniziai il processo ci concentrazione e canalizzazione dell'energia spirituale che divenne ancora piuttosto rapido grazie alla pratica effettuata. Decisi di esagerare, preferivo abbondare e poi diminuire piuttosto che bagnarmi per non aver osato abbastanza. Creai uno strato di chakra sotto le piante dei piedi con un quantitativo pari al quadruplo di quello usato per la camminata sull'albero. Sarà sufficiente? Pensai dubbioso. Qualcosa nella mia mente urlava a squarciagola: “manca qualcosa”. Si ma cosa? Ripensai all'allenamento precedente dove il chakra serviva per aderire alle pareti. Ma in questo caso io non devo aderire al liquido. Io devo camminarci sopra. Man mano i pezzi del caotico puzzle mentale che avevo in testa andavano via via ad unirsi. E se oltre alla patina sotto le suole, usassi il chakra come “propulsore”… Oddio non esageriamo, come spinta contraria. Una forza che potesse impedire di affondare. Genialata? Fantascienza? C'era solo un modo per scoprirlo: tentare. E cosí feci. Mantenendo la patina di chakra sotto le piante dei piedi continuai a impastare chakra sparandolo, appunto, dalle piante verso il basso. Poi poggiai il piede destro sull'acqua...


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    Dopo che Kisuke ebbe dato istruzioni al ninja di Kumo, sebbene per ora solo un Apprendista, quest'ultimo si accinse a fronteggiare il laghetto. Sembrava essere abbastanza deciso. "Un prodigio che non ha ripensamenti..." si ritrovò a pensare il kiriano, per davvero preso in contropiede, osservandolo approcciarsi per la prima volta con la camminata sull'acqua. Di solito in questi casi Kisuke si aspettava di vedere di tutto, veramente di tutto - in anni di carriera aveva visto i risultati più disparati - ma il ragazzo in questione lo sorprese, mostrando sin da subito grande stabilità sul pelo dell'acqua. Che avesse già capito sin da subito come regolare la stabilità del Chakra per non sprofondare di sotto? Forse sì, poiché pure dopo i primi passi continuava a camminare. Con un po' d'incertezza, certo, ma non cedeva. "Di solito faccio fare sempre almeno un tentativo di prova, ma questo qui ci sta riuscendo subito..." pensò il Jounin, che allora si sentì in dovere d'intervenire.
    «Vedo che di tuo hai già capito le differenze tra legno ed acqua, ma fai attenzione a rimanere sempre concentrato: pensa solo al flusso del Chakra, nient'altro ti deve interessare adesso» gli disse Kisuke. «Il tuo obiettivo adesso è raggiungere la riva opposta del lago e poi tornare indietro. Continua così e fai attenzione al moto dell'acqua. Mi sembra si stia mettendo un po' di venticello, quindi dovrai continuare a modellare il Chakra secondo gli spostamenti dell'acqua» concluse poi Kisuke, rimanendo a guardare incuriosito. "Chissà come se la caverà ora con le increspature dell'acqua...?" pensò.

    Puoi fare di nuovo un post autoconclusivo, in cui decidi tu l'esito del tentativo. Non mancare di mettere in mostra quanto necessario: tecnica, timori, difficoltà e l'imprevisto del venticello che ho appena inserito.


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    Ecco un’altra sensazione alla quale difficilmente mi sarei abituato. Poggiai il sulla superficie liquida ed esso sprofondò leggermente, ma non quanto normalmente sarebbe dovuto succedere. Intorno ad esso numerose linee concentriche si propagavano dall'epicentro formando uno spettacolo rilassante e bellissimo. Peccato che di rilassante non ci fosse nulla, almeno per me. Il chakra che stavo impastando e la patina che avevo creato sotto le piante dei piedi richiedeva un’enorme sforzo mentale che fatica o a mantenere. Più chakra. Pensai sintetico mentre regolano il flusso dell'energia in modo da far poggiare il piede sulla superficie mobile. Con la gamba tremante per via dell’inverno equilibrio spostai il peso in modo da portare anche l'altro arto sull'acqua. Wow sta funzionando! Dissi tra me e me, il filtro dei miei pensieri non era riuscito a bloccare il mio stupore. Non ci credevo ancora. Avevo fatto solo un sacco di supposizioni e vedere che, almeno in parte, ci avevo azzeccato mi riempì il cuore di gioia. Devo restare concentrato o finisco a mollo! Pensai mentre muovevo il seguente passo incerto. Intanto Kisuke confermò, di fatto, che avevo capito la differenza tra i due materiali ed i due tipi di camminata e che dovevo solamente concentrarmi sulla regolazione del flusso. La fa semplice lui. Già solo focalizzare l'udito sulle sue parole mi ha fatto sprofondare. Pensai mentre aumentai il flusso energetico in modo da ritornare con i piedi “sull’acqua”. Passo dopo passo capivo che tra la prima è la seconda fase dell'allenamento vi era una differenza abissale, sia in termini di difficoltà che concentrazione. Lo specchio d’acqua non era per nulla largo eppure compiere quei pochi passi sembrava un’impresa colossale. Dovevo solo raggiungere l'altra sponda, diceva Kisuke, oltretutto si stava mettendo in mezzo pure la natura, alzando un leggero venticello. Una brezza che non avrebbe intimidito un passerotto o una nuova foglia. Essa increspava leggermente l'acqua formando linee geometriche perfette. Per me invece quel leggero muoversi del liquido equivaleva ad uno dei peggiori terremoti mai sentiti. Il mio equilibrio, già precario, ne risentì profondamente ed il controllo del chakra risultò instabile ed incostante. Ed inevitabilmente caddi in acqua. Maledizione! Ci ero quasi. Pensai guardando l’ormai irraggiungibile sponda che si trovava solo a pochi metri. Avevo superato la metà del laghetto, ma di “barare” un’altra volta non ne avevo voglia. Quindi tornai a nuoto verso il sensei pronto per fare un altro tentativo. Ho capito il meccanismo, più o meno. Devo prenderci la mano però. Dissi mentre tornavo zuppo sulla sponda. Sensei la ringrazio per i suoi insegnamenti e spero di non averla deluso. Dissi facendo un profondo inchino mentre le goccioline di acqua arresesi alla gravità cadevano sul terreno. Sapevo che era il suo lavoro, ma appunto, lo aveva svolto nel migliore dei modi e volevo ringraziarlo a modo mio. Maestro quando abbiamo terminato qui, vuole venire a casa mia per una tazza di tè? Dissi con un filo di imbarazzo. Chissà quante altre cose avrei potuto imparare da un uomo del genere. Sempre che non abbia impegni o cose simili.. Aggiunsi sperando di non essere stato troppo sfacciato. Poi rosso in viso, mi gira i nuovamente verso il laghetto. Meglio riprovarci... Dissi cercando di mascherare la timidezza.





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    Nonostante il presentarsi di difficoltà improvvise per il giovane ninja di Kumo, costui riuscì ugualmente a mantenere calma e concentrazione al punto di raggiungere il proprio obiettivo. Kisuke si chiese se fosse, a quel punto, il caso di metterlo ancora più in difficoltà (magari lanciandogli un kunai durante la camminata sulle acque) ma poi si convinse ad accettare come buona la prestazione che aveva appena potuto osservare. "Direi che può andare ad affrontare la sua prima prova come ninja..." si disse poco prima di accogliere l'allievo entusiasta per il successo.
    «Ho capito il meccanismo, più o meno. Devo prenderci la mano però» ammise il ragazzo.
    «Senza dubbio. Questo non basta di certo per poter esercitare il Controllo del Chakra con assoluta perfezione e sicurezza. Io ti ho dato le basi: continua su questa strada e avrai le tue soddisfazioni.»
    «Sensei la ringrazio per i suoi insegnamenti e spero di non averla deluso» disse il giovane, esibendosi in un inchino.
    «No, affatto. Non preoccuparti.»
    «Maestro quando abbiamo terminato qui, vuole venire a casa mia per una tazza di tè?»
    Kisuke rimase un attimo spiazzato dalla richiesta, ed il suo istinto paranoico lo mise immediatamente in allarme. D'altra parte non che vi fosse nulla di che, ma era una richiesta anomala e Kisuke si trovò a doverci riflettere sopra. "Non mi era mai successo prima, se la memoria non m'inganna..."
    «Sempre che non abbia impegni o cose simili...» aggiunse poi il ragazzo, forse notando gli istanti d'esitazione del kiriano. «Meglio riprovarci...»
    «Calma, ragazzo. Qui abbiamo finito. Io ti spedirei anche a fare l'esame Genin subito, ma se prima vuoi offrirmi da bere non hai che da fare strada.»

    Addestramento concluso, richiedi la capacità del Controllo del Chakra, altri due Jutsu D e non dimenticare di richiedere anche l'esame Genin. Buon proseguimento :)


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