Possedimenti del principe Benkei Rouchi

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    La dinastia dei figli del sangue è talmente ricca e potente da aver possedimenti in tutto il mondo conosciuto, in una delle fortezze, non molto lontana del famoso villaggio di Kumo il Principe Benkei ha preso residenza assieme a numerosi servitori ed il suo nuovo maestro per l'arte della spada. L'abitazione è enorme e situata su di un'altopiano ad un'altezza tale che tutto è ricoperto dalle nuvole, ragione per la quale non è facile da trovare a meno che non se ne conosca l'esistenza. Cosa della quale la famiglia si è sempre ben vista dal fare. All'interno dell possedimento, in una dependance staccata dall'edificio principale vi sono numerose stanze sia per i servitori, i quali anche se costretti a sopportare il carattere del Principe godono di una vita molto più benestante rispetto ai comuni cittadini, che per gli ospiti, i quali non sono graditi dal Principe stesso. Dietro la principale struttura vi è anche un'arena per gli allenamenti, uno stanzone con il soffitto alto dieci metri e sorretto da colonne in legno intarziate dai migliori mastri artigiani, il pavimento in parquet ed una statua in fondo alla sala la quale rappresenta il Moryou.
    Nella torre poco distante vi è invece, alla base, un tempio nel quale il Principe ama stare per via degli alberi di ciliegio piantati tutto attorno che durante la stagione lo riempiono di petali rosa.


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    Capitolo 0: Iniziazione


    Narrato - Parlato - Pensato - Ryuunosuke - Inagumi

    A quei tempi avevo poco più di dieci anni, un piccolo bambino dal volto aggraziato e dalla corporatura troppe esile per sembrare maschile.
    Mi ricordo a stento in che parte del palazzo eravamo, anzi, mi ricordo solo qualche dettaglio che come un marchio a fuoco mi è rimasto impresso nella mente; Ma non sono sicuro che quel luogo fosse all'interno del palazzo, una sala troppo discostante a livello architettonico dal resto, bhé, inutile rimuginarci sopra, mi limiterò a raccontare quel che ricordo ed a riportarvi le parole di Ryuunosuke, altra cosa che non mi scorderò mai.

    Il grosso portone composto da assi di legno marcio tenuto insieme da rinforzi metallici arrugginiti si aprì dopo che il nonno vi spinse sopra con l'aiuto di ambedue le braccia, ma no... Non lo fece subito.
    Mi ricordo che prima si mise come a pregare, le sue mani erano congiunte tra di loro in una strana posa che cercando di ricordarla ora direi che potesse essere in realtà il sigillo della tigre.
    Quelle parole però... Non erano in una lingua che conosco, il loro suono era così, come spiegarlo? Inebriante, intenso, malinconico e attraente ma anche profondo, ti scivolava dentro come un topo che senza via d'uscita inizia a scavare sempre più in profondità, sempre di più... Sempre di più.
    Guardai Ryuunosuke, ovvero mio nonno, che si addentrò con passo svelto e sicuro nell'oscurità oltre quel portone, ricordo che si voltò dopo appena pochi metri, il suo volto coperto per metà dal cappuccio nero era l'unica cosa che potessi vedere grazie alla torcia rudimentale fatta con bende zuppe d'olio legate ad un bastone nodoso.
    A pensarci bene... E' l'unico ricordo che ho di quel vecchio senza vestiti sfarzosi, anzi, non era proprio da lui un tale vestiario, così mal ridotto e lugubre.
    Seguimi mio prediletto... Non temere.
    Quelle parole risuonarono come una cacofonia composta da milioni di voci nella mia testa, quasi come ipnotizzato non potei far altro che eseguire quel velato ordine.
    Ebbi però un sussulto di paura dentro di me, deglutendo un boccone dal sapore di ansia, terrore e cattivi presagi mi soffermai ancora un secondo sul varco, il mio corpo stava per muoversi in avanti ma il mio cervello urlava di non farlo, non li diedi retta... E quando quel vecchio alzò una mano facendomi cenno di seguirlo una forza invisibile mi trascinò all'interno di quell'antro buio.
    I miei passi erano pesanti, sentivo come se ogni centimetro con il quale osavo addentrarmi dov'essi pagarlo a caro prezzo dando in cambio un piccolo, minuscolo, frammento della mia anima.
    Non saprei neanche dire se vi era veramente un percorso o se in realtà stessi camminando sull'oscurità stessa; forse la prima sarebbe più logica ricollegandoci gli indimenticabili suoni di scarafaggi ed insetti che venivano schiacciati sotto le suole.
    L'aria si fece sempre più rarefatta, faticavo a respirare come se un macigno peso decine e decine di chilogrammi mi stesse premendo sullo sterno; Forse fu solo colpa di un crescendo di emozioni che scaturì in fine un attacco di panico quando ma ricordo che boccheggiavo nervosamente alla ricerca del respiro perduto mentre il mio cuore si divincolava dal petto cercando di uscirne.
    In fine il mondo si fermò per un'istante, il rumore dei passi cessò, dal silenzio una ventata d'aria gelida mi attraversò, la torcia che teneva in mano Ryuunosuke si spense, un rumore di legno che sbatteva mi fece capire che il portone alle nostre spalle, oramai lontano anni luce in quel tetro tempio di paura, si era chiuso.
    Fu in quel momento che mi accorsi della voce cantilenante che come mille pugnali nelle mie orecchie si faceva strada sino al cervello.
    Non riuscivo a comprendere il significato, quella parole... Quella voce, non era umana, era come se una sola persona stesse parlando con milioni di timbri diversi, era così angosciante che il mio corpo si raggelò improvvisamente, rimasi come impietrito.
    Quando quella tortura finì di colpo centinaia e centinaia di fuochi si accesero sui lati del lungo corridoio, potei finalmente vedere dove mi trovavo, i muri così come il terreno erano composti di grosse lastre di roccia giallastra, sembravano così antiche da sembrare irreali.
    I fuochi divampavano senza combustibile a mezz'aria illuminando strani geroglifici incisi a mano e disegni rupestri fatti da quello che sembrava essere...Sangue? Ma no, non era possibile che il sangue potesse rimanere così ben visibile e luminoso, forse fu solo la mia immaginazione ma ai tempi ci avrei giurato.
    Procediamo...
    Mio nonno sembrava spazientito dal quel mio tentennare, sapevo quanto potesse essere severo e non mi sarei mai permesso di disobbedirgli, che il terrore di lui superasse l'angosciante sensazione di quel posto? Non lo so, ma feci come mi ordinò ed un passo dopo l'altro continuai a seguirlo.
    Finalmente potei vedere il fondo del corridoio, anche se... Non avrei voluto.
    Da qui in poi non posso giurare che ciò che vi sto per raccontare fosse accaduto realmente o se fosse solo il delirio della mia immaginazione.
    Un falò di proporzioni bibliche divampava in fondo alla grande sala che ora mi si apriva davanti, alimentato da corpi ammassati dall'irriconoscibili tratti somatici.
    Centinaia o forse migliaia... O forse molte meno? Non saprei dire quanti visi nascosti alla vista dall'ombra di neri cappucci risiedevano ai lati di quella sala, sotto la navata, con le mani congiunte nel più tombale dei silenzi.
    C-chi son-
    Lo sguardo fulminante del più anziano tra i Rouchi mi ammutolì in un secondo mentre si andava a posizionare tra le fila di persone dall'ignoti volti facendomi nel mentre un segno con il braccio sinistro indicandomi di procedere.
    Per tutti gli Dei, ancora una volta non ebbi la forza né il coraggio di scappare ma forse avrei dovuto farlo, salì una scalinata andando ad avvicinarmi al centro della sala, fu in quell'istante che... Non potrò mai dimenticarlo... Ciò che vedi era troppo per gli occhi di un mortale.
    Vi era un uomo sulla trentina magrissimo e dal volto scarno, le guance infossate, i contorni degli occhi scavati come mai ho rivisto in vita mia che risaltavano occhi neri senza pupilla, completamente vuoti.
    I lunghi capelli argentati gli scendevano fin sotto il bacino coprendo solo in parte la base delle due lunghe corna ricurve puntate verso l'orizzonte.
    Il suo sorriso mi incuteva un terrore indescrivibile per chi non ha mai vissuto un'esperienza visiva come quella... Esperienza che non auguro mai a nessuno.
    Quei lunghi canini bianchi come la luce più intensa si aprirono così come il resto della bocca, ero così orrendamente incantato a fissare quella bocca sporca di sangue da ricordare persino il filo di bava che si allungava tra l'arcata inferiore e quella superiore della dentatura.
    Figlio mio, BENVENUTO!
    Oh Dei.... Quella voce, la solita che sentii poco prima dell'accensione delle fiamme.
    Il demone spalancò le braccia, mi trattenni a stento dal non tapparmi il naso, impietrito in un misto di paure, angoscia e perplessità; Quel suo gesto spostò l'aria, aria che puzzava di morte, sangue e putrefazione... Questo era l'odore del cadavere che il demone stava abitando.
    Figlio...?
    Non so cosa mi trattenne dal non scappare, proprio non riesco a capire, ma era come se mi sentissi protetto sotto lo sguardo vuoto di quel mostruoso essere.
    Il demone mi sorrise ancora spalancando ancor di più quella bianca dentatura, si abbassò su di me portando la sua mano sinistra, callosa, rinsecchita ed artigliata sul mio volto dalla bianca e candida pelle, lisciandomi la guancia.
    Fu allora che notai il fatto che fosse mancino.... Proprio come me.
    Ero disgustato dal contatto con quella mano troppo fredda per essere viva ma un'altra sensazione mi pervadeva.... Mi sentivo come... A casa.
    La mano di quell'abominio si spostò sulla mia fronte indicando con il dito indice quella voglia a forma di mezza luna che avevo da sempre, dopo fece il solito gesto indicando la sua di fronte e facendomi notare il solito, identico simbolo.
    Sì, tu sei la mia progenie, figlio del demone Inugami.
    I...nu...ga...mi...?! Nella mia mente si rivoltavano e turbinavano milioni di pensieri in maniera confusa, sino a quando quel demone si rialzò e stringendomi la mano in una stretta gentile ma salda fece si che lo seguissi sulla scalinata; mentre discendeva in direzione della folla si pronunziò ancora.
    Vedi figlio, questo corpo marcescente non mi potrà contenere ancora per molto, potrò cambiarlo ma non basterà... Per questo ho bisogno di te... Per questo sei venuto al mondo.
    A quel tempo ero troppo piccolo, non capii realmente quello che intendesse quel putrido demonio.
    Siamo arrivati sino al centro della stanza quando Inugami si fermò di colpo, come anime vaganti nell'ombra gli uomini incappucciati accerchiarono me e quell'immondo essere, si prostrarono sulle ginocchia con il capo chino ed il palmo sopra di esso con tre dita aperte, mostrando uno strano simbolo somigliante fin troppo ad un'occhio per poter essere solo una vaga coincidenza.
    Servi miei... Finalmente siamo qui riuniti, l'attesa è finita, Il vascello demoniaco sarà presto pronto e la nostra vittoria finale è oramai prossima. Oh padre la malvagità sigillata si è oramai animata, nascosto in forma umana egli camminerà tra i gli innocenti ed il terrore consumerà ogni putrida forma di vita che oserà opporsi dalla faccia della terra.
    UNA PILA INFUOCATA CADRA' DAL CIELO ED IL MALE SI TRASFORMERA' IN SANGUE.
    Il giusto cadrà dinanzi al maligno e tutta il creato cadrà dinanzi ai vessilli dell'inferno.

    Un "amen" si sollevò corale ed all'unisono da quegli che posso definire come servi dell'essere, il quale mi strinse le spalle costringendomi a dargli tutta la mia attenzione.
    Vieni ora figlio mio, prepara il cammino TU SEI L'ARALDO DEL RITORNO FAMMI SOMMERGERE DI TERRORE QUESTO VUOTO MONDO!
    I membri della setta si alzarono in piedi iniziando a danzare in cerchio intonando infernali canti che nessun orecchio mortale dovrebbe mai ascoltare, indicibili bestemmie rivolte ad un Dio demone di nome... Per tutti gli Dei, solo ricordare quel nome mi fa tremare... Mouryou.
    Inugami mi poggio la mano sulla fronte potevo sentire il gelo di quelle dita in putrefazione sfiorarmi i capelli argentati, il demone iniziò ad urlare con tutto il fiato in corpo rivolto verso il cielo, urlo che si tramutò ben presto in un ruggito così forte che posso giurare lo abbino sentito in tutto il villaggio di Oni.
    Mi sentii cadere sulle ginocchia, privo di forze, la sua presa sulla mia fronte farsi sempre più forte... Sentivo come se qualcosa mi stesse entrando dentro l'anima.. Poi niente, mi ricordo di essermi accasciato a terra esamine, che i canti cessarono ed il demone che si allontanava infuriato; Chiusi gli occhi.
    Le riapri forse qualche minuto dopo, forse qualche ora o forse solo dopo un secondo... Inugami stava tenendo mio nonno per il collo, sollevato da terra di quasi un metro, vedevo Ryuunosuke farsi rosso in viso senza la possibilità di respirare... I suoi occhi angosciati dal dolore e dalla paura sporgere di fuori dalle orbite come se stessero per cadere e quelle precise parole:"Il vascello non riesce ancora a contenermi... PREPARALO MEGLIO MORTALE!"
    I miei occhi si chiusero ancora, al mio risveglio ero in camera mia con la testa fasciata ed uno strano dolore al petto... Non ne parlai più fino ad oggi.

    Edited by KaneBauII Principe di Vallacchia - 9/11/2020, 00:41
     
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    Capitolo 1: L'essenza del Vuoto: Padronanza.


    Narrato - Parlato - Pensato - Jaken - Misako - Statua

    Era presto quella mattina, troppo presto per uno come me che amava dormire fino all'ora di pranzo.
    Qualcuno bussò alla porta, il rumore delle nocche contro il legno... Un battito, due battiti, tre... Signorino! Signorino! Mi toccò rispondere con poca grazia a quel fastidioso rumore, conoscevo quel gracchiante e fastidioso timbro, mi era sin troppo familiare.
    COSA DIAMINE VUOI JAKEN?! Mi alzai di getto scoprendo la bianca e vellutata pelle del mio corpo completamente nudo, si, ho sempre amato dormire completamente nudo.
    Mi avvicinai ciondolando verso la porta in legno massello, i capelli arruffati mi coprivano in parte il viso compromettendo la mia vista, andai a tastoni passando la mano sugli intagli floreali della porta, trovai in fine il d'orato pomello cesellato, un gesto del polso e questo ruotò aprendo la porta.
    Deduco che il mio aspetto non fosse stato dei migliori, non sono sicuro ma credo che stessi arricciando i denti mostrando i canini inumani in quel momento, ad un passo dal ringhiare, abbaiare e sbranare l'omuncolo che aveva osato svegliarmi prima di mezzo giorno in quella giornata che mi ero preso di riposo.
    Dinanzi al mio sguardo si presentò quell'uomo dall'imponente stazza che da sempre mi aveva fatto da balia e da maestro di spada.
    L'ho sempre odiato, forse perché lo ricollegavo al mio allontanamento dal palazzo, ovvio, non che fosse colpa sua; Ma fui affidato ai suoi insegnamenti e tutti odiano la scuola nuova quando lasciano quella vecchia piena di ricordi.
    Fatto sta che solo così posso giustificare il mio comportamento nei confronti di quell'uomo che nonostante l'aspetto era sempre molto gentile e fin troppo servile.
    Misako è qui, dice che è stato mandato da suo nonno, l'onorevole Ryuunosuke e che vuole incontrarvi immed.... Il più presto possibile.
    Con il capo chino per evitare di guardarmi direttamente negli occhi Jaken arretrò di un passo mentre mi voltavo dandogli le spalle per incamminarmi verso lo specchio a piantana posto nell'angolo di una stanza.
    Misako èh? Quindi devo dare la colpa a quel cane se non ho potuto riposare, bene, scenderò presto, digli di attendere.
    Con il suo permesso. Sentii chiudersi la porta alle mie spalle mentre mi specchiavo, Di questo passo mi verranno le occhiaie e la mia pelle ne risentirà...
    Distaccai lo sguardo dallo specchio e mi diressi verso il grosso armadio incastonato nel muro facendovi scorrere una delle ante lateralmente con un leggero movimento della mano sinistra, presi ed indossai l'intimo dal cassetto in basso ed uno dei kimoni appesi, era di un viola molto scuro, quasi nero, le cuciture erano a vista di un rosso brillante, così come il motivo infuocato che si innalzava dal basso sino alla vita.
    Mi avvicinai nuovamente allo specchio raccogliendo la spazzola argentata sul mobiletto di fianco ed iniziai a spazzolare i lunghi capelli del medesimo colore con forse troppa calma.
    Passi pesanti si avvicinavano alla mia porta, potei udire quel suono sin da quando iniziò sui gradini lignei non molto lontani dalla mia stanza; Ad un tratto si fermarono ma nessuno bussò o chiese gentilmente se potesse entrare, la porta venne aperta violentemente ed un uomo che lì per lì non riconobbi fece la sua comparsa con un sorriso smagliante, mostrando il bianco impeccabile della sua dentatura.
    Ti sembra il caso di fare aspettare lo zietto Misako? Eh? Ben-Bangn, muoviti, non ho tutto il tempo del mondo.
    Il mio sguardo si incattivì, sul mio volto l'ostilità era palese, sfruttando lo specchio guardai fisso negl'occhi l'uomo che tanto aveva osato.
    Zietto? Non abbiamo nessuna parentela, ed il mio nome è Benkei, Benkei Rouchi non Ben-Ben, ricordatelo bene... ED ORA ESCI IMMEDIATAMENTE DA QUESTA STANZA SE NON VUOI CH-
    L'uomo di nome Misako veloce come un ghepardo mi afferrò il collo con una forza impressionante spingendomi la faccia contro il vetro dello specchio, le sue mani erano ossute, come il resto della sua corporatura; Non mi sarei mai aspettato una tale forza.
    Se non vuoi che? Finisci la frase su... Ricordati tu che io non sono Jaken, non puoi trattarmi come un cane qualsiasi, non te lo permetto e non te lo permetterebbe neanche il gran maestro Ryuunosuke, raggiungimi in cortile, veloce.
    Cercavo di divincolarmi con tutte le forze a me disponibili, con i denti arricciati lasciai cadere la spazzola per liberarmi la mano, facevo forza con i palmi contro lo specchio ma niente, era tutto inutile.
    Solo quando l'uomo decise di allentare la presa mi divincolai emettendo come un ruggito e voltandomi di scatto tentando di colpirlo in viso ma non appena lo sfiorai al suo posto comparve uno sbuffo di fumo.
    Cough... Cough...Una copia?!?! MALEDETTO!
    Velocemente mi diressi verso la porta ancora spalancata, a piedi scalzi e non curante di tal fatto attraversai il corridoio e discesi i lignei scalini con una velocità tale che un paio di volte rischiai di inciampare.
    Arrivai così al primo piano, l'immenso salone superiore era vuoto, lo attraversai con la stessa foga sino ad arrivare al balcone che dava sul pian terreno, mi fermai di colpo afferrando il corrimano della ringhiera in marmo levigato con preziosi dettagli rifiniti con estrema cura a tenerla sollevata.
    Mi sporsi in avanti dando fugaci sguardi ovunque potessi con occhi straboccanti dal fuoco della rabbia; Scorsi la figura di jaken innalzare il volto verso la mia direzione.
    Signorino, io ho provato a fermarlo ma lu-
    NON MI INTERESSANO LE TUE SCUSE, DOV'E' ANDATO? Chiesi mentre digrignavo i denti e stringevo sempre di più il corrimano quasi fino a farlo sgretolare.
    I-in cortile signorino.
    Non volli sentire altro, questo mi bastava sapere, con uno slancio mostrai tutta la mia agilità saltando la ringhiera ed atterrando al piano di sotto sui piedi con le gambe leggermente divaricate e le ginocchia flesse.
    Il mio sguardo si portò sullo spesso portone d'entrata che in quel momento era aperto, potevo vedere la luce del sole entrare sino a metà stanza, le colonne di un legno rossastro sulla veranda d'ingresso, tanto la rabbia quanto la luce mi accecavano, non riuscivo a vedere con chiarezza l'esterno; corsi comunque fuori.
    Ma non appena feci un paio di passi sulle assi di legno caldo di quella veranda qualcosa mi urtò violentemente sulla schiena, facendomi cadere in avanti.
    Morto, primo errore, non perdere la concentrazione... E Tieni.
    Ancora disteso per terra voltai la testa vedendo Misako dietro ad una delle imposte della porta, aveva due katane di legno in mano, me ne lanciò una poco lontano verso il giardino, decisi quindi di alzarmi e scattare in avanti per raccoglierla e vendicarmi del sopruso subito.
    Ancora una volta venni colpito, questa volta all'altezza della polpaccio sinistro ma nonostante il colpo mi stesse per sbilanciare riuscì comunque a fare mia la lignea katana da allenamento.
    Seconda morte, senza una gamba vivresti poco, perché cazzo mi hai dato le spalle!?
    MALEDETTA BESTIA DIMMI COSA CI FAI QUI!
    Gli urlai mentre brandivo l'arma con ambedue le mani puntando verso di lui la punta, non aspettai la risposta e mi gettai in avanti avanzando di un paio di metri prima di tentare di colpirlo con un fendente verticale caricando il suo movimento a partire da sopra la testa.
    Mi ha mandato il gran maestro, mi ha chiesto di venire a valutare il tuo livello....
    Facendo un passo di lato con molta nonchalance schivò il mio fendente e mi colpì nuovamente con l'elsa della fittizia arma sulla schiena, nella parte bassa.
    ... E devo dire che ne rimarrà deluso.
    Mi girai di centoottanta gradi lasciando di colpo la presa della mano destra così da distendere il braccio sinistro con il quale impugnavo l'arma compiendo un movimento rotatorio al massimo della mia velocità con l'intenzione di colpirlo al viso.
    Come se lo avessi avvertito almeno un minuto prima Misako si spostò tranquillamente di un passo indietro uscendo dal mio raggio d'azione; Fu in quel momento che vidi quei suoi occhi dal colore del ghiaccio guardarmi quasi come se lo stessi annoiando.
    FA' SILENZIO! Continuavo ad avanzare menando fendenti da destra a sinistra, da sinistra a destra, dal basso, dall'alto, obliqui, affondi, spazzate... Tutto, tutto quello che sapevo fare lo stavo mettendo in pratica usando entrambe le mani per imprimere più forza e velocità.
    Ma non c'era niente da fare, con espressione annoiata Misako, l'allievo migliore di mio nonno, riusciva a tenermi testa utilizzando una sola mano mentre indietreggiava sbadigliando con l'intento di prendermi in giro.
    La rabbia ti rende cieco mio caro, terza morte. Annunciò sogghignando prima di colpirmi al collo con il piatto dell'arma facendo si che cadessi a terra sulla ginocchia, privo di fiato, in quel momento mi sembrava di morire.
    Sapevo che in realtà era solo un dolore passeggero ed infatti più che il colpo in se per se quello che mi stava uccidendo era l'umiliazione che stavo subendo.
    Gli occhi mi strabuzzavano al di fuori dalle orbite, la lignea arma d'allenamento oramai distesa sul suolo lontana dalla mia presa, le mie mani congiunte alla gola, cercavo di riprendere a respirare ma per qualche secondo non mi fu concesso.
    Il mio sguardo si fece ancora più ostile mentre alzavo il volto verso Misako, la sua espressione sdegnata mi faceva incazzare come non mai, difatti non appena ripresi a rifiatare cercai di alzarmi cercando con la mano sinistra l'impugnatura della katana.
    Quarta. Quel maestro di spada con un movimento quasi impercettibile sollevo l'arma ed altrettanto velocemente mi colpi poco sotto la nuca; D'un tratto il buio, il buio assoluto, totale.
    Quando riaprii gli occhi riconobbi subito lo stanzone enorme nel quale mi trovavo, le sue colonne intagliate a mano da mastri artigiani erano per me riconoscibili tra mille, così come il particolare colore che assumevano le lastre in parquet sotto quella soffusa luce che entrava appena dai lati.
    Ero seduto per terra con la schiena appoggiata ad una delle cilindriche colonne, tramite i palmi poggiati per terra potevo sentire il calore del wengé, davanti a me, a circa una ventina di metri, spalle al sole appariva come un'oscura ombra Misako a braccia conserte.
    Quando capii che era lui cercai di alzarmi di scatto ma una fitta allucinante allo collo mi fece ricadere subito a sedere.
    Su su, Ben Ben, ora calmati, tanto non ce la faresti neanche in un milione di anni a farmi del male.
    Tentai nuovamente di rimettermi in piedi ma un violento capogiro fece si che mi dovetti appoggiare con la schiena alla colonna e con le gambe leggermente piegate in avanti, la botta che quel bastardo mi aveva dato era stata sin troppo forte.
    Non la passerai liscia bastardo vedrai non appen-
    Bla bla bla, tante, troppe chiacchere e zero fatti, pensavo che Jaken fosse un maestro migliore... Ma forse non è all'altezza del compito, per tua fortuna ora ci sono qua io.
    Il Gran maestro ha deciso, siccome sei appena diventato Chuunin, di valutare se fossi pronto per.... Bhè, per quella cosa, ma il tuo fisico, la tua mente, non sono pronti.
    Agisci troppo d'impulso, non pensi, il tuo fisico è debole, mal allenato e poi... Bha, se tuo nonno sapesse che borioso, arrogante e viziatello bamboccio sei diventato..
    Come cazzo ti permetti di parlarmi in questo modo?! Non sai niente di me, sono passati quasi dieci anni da quando ti chiamavo zio, da quando sono stato mandato in questo lurido paese di merda... COSA NE PUOI SAPERE TU?COSA?!?!?
    Le mie unghie si conficcarono nel legno della colonna, la rabbia mi fece lasciare solchi profondi sulle pregiate incisioni.
    Ma ti stai sentendo? "Come cazzo ti permetti"? Ma chi credi di essere? Sei il nipote di un grand'uomo niente di più, tutte le ricchezze e possedimenti di cui tanto ti vanti NON SONO TUOI! Questa vita ti ha reso debole ma con me abbasserai la cresta perché il Gran maestro mi ha dato questo potere, sai... I tuoi fallimenti, il tuo comportamento, le parcelle dei tuoi danni, chi credi abbia insabbiato tutte le tue minchiate? Spocchioso ragazzino di merda.
    Ma hai detto bene tu, io cosa ne posso sapere? La tua dev'essere stata una vita difficile, tra la bambagia, le prostitute, l'alcool, la droga.... Eh, che altro? Io, come gli altri nel frattempo facevamo digiuni per giorni allenando il fisico, meditavamo per giorni, sputavamo sangue, ci siamo fratturati ogni osso del corpo mentre ci allenavamo fino allo svenimento... Ma hey, la tua si che è una vita difficile.

    Abbassai lo sguardo mentre allentavo la presa sulla colonna, oramai il giramento di testa era completamente passato e facendo lenti passi mi avvicinai a Misako.
    Sto sbagliando tutto.... Rialzai nuovamente lo sguardo incrociandolo con quello dell'uomo.
    Forse abbiamo sbagliato noi con te, Benkei Rouchi, vuoi la forza per adempiere alla tua missione?
    Feci un cenno con la testa, mostrando la mia convinzione.
    Bene, allora ricominciamo dalle basi. Ti ricordi chi siamo?
    Figli del sangue. Con quale stile viviamo, combattiamo e moriamo? Secondo le leggi della Divina scuola della spada illusoria.. A che serve tutto questo? Mi sembra che tu abbia dimenticato gli insegnamenti... Ora rispondi a questo, perché "Della spada illusoria"?
    Rimasi imbambolato a quella domanda, i miei occhi color oro persi nel vuoto.
    Per...Chè? Colui che oramai sembrava somigliare alla cosa più vicina ad "vero" maestro che Benkei avesse mai avuto inclinò leggermente la testa verso la spalla destra, cercando il mio sguardo oramai perso nel vuoto siderale.
    Non lo sai, vero?... Te l'ho detto, ricominceremo dalle basi, abbiamo sbagliato tutto.
    Misako tirò fuori dalla cintura dell'hakama una delle due Bokken, ovvero le katane in legno d'allenamento, me la porse sorreggendola per l'innocua lama.
    Allora per farla, uhm, breve? Non sarà facile.... L'arte della divina scuola della spada illusoria è stata creata da un Rouchi, come ben saprai, un tuo lontanissimo parente oramai defunto da... Troppo, davvero, troppo.
    Lo so.
    Zitto e ascolta, non sai niente, tu credi di sapere ma non mi sembra che tu metta in pratica.. Quindi SHHH! Ribatté subito portandosi il dito indice alla bocca per ammutolirmi, a cosa normali avrei tranciato la mano di chi si fosse permesso ma non mi sembrò proprio il caso, me ne restai quindi in silenzio ad ascoltare.
    Bene... Il suo ceppo di origine è il classico stile di combattimento samurai, ovvero disciplina, che manca nel tuo caso.
    Inoltre con il passare del tempo lo stile ha subito qualche deformazione ed evoluzione diventando in fine la "Spada illusoria" così come la conosciam.... Così come io la conosco.
    Un misto tra Kendo e Iaido o battodo, come preferisci, che fa però della sua forza, del suo fulcro, ben altro, sopra tutto il Ninten, il fatto di sapere affrontare qualsiasi nemico o gruppo di nemici, perchè? Perché semplicemente riusciamo ad essere più fluidi e versatili, una normale tecnica di un comune shinobi katana non è minimamente paragonabile alla nostra controparte, questo è dovuto al controllo superiore che mettiamo in ogni singolo movimento, in ogni singolo respiro.
    Ed ora arriviamo al dunque, come riusciamo a sopraffare chiunque? Grazie all'illusione, "Spada illusoria" perché a prima vista sembriamo dei comuni samurai, tutt'al più degli shinobi katana ma no, noi siamo illusionisti, sfruttiamo l'intelligenza, non la mera forza bruta.
    Ma questo lo capirai solo quando si risveglierà quel qualcosa in te, per ora limitiamoci all'uso della katana, non lo Iaido, non sei ancora pronto, semplice Kendo per ora.

    Gli presi di mano la Bokken che ancora stava reggendo mentre riflettevo sulle sue parole. Quel, qualcosa?
    E' così che si tiene una katana? Per gli Dei, non è una mannaia, correggi la posizione delle mani
    Portai la mano sinistra sull'estremità alta dell'impugnatura, proprio sotto la guardia e quella destra dalla parte opposta.
    Allora qualcosa ti ricordi... Bhè, perché la mano dominante sta sopra e quell'altra sotto, il più lontana possibile?
    Lo guardai stranito.
    Perché così mi hanno insegnato.
    Ma che gli Dei mi folgorino all'istante... JAKEN MALEDETTO CHE CAZZO HAI COMBINATO IN QUESTI ANNI?! Urlò infuriato contro il vento.
    No, no e no, vibra un Men, fammi vedere.
    Il mio sguardo si fece ancor più stranito.
    Un?
    Un Men, fendente basilare del Kendo, posizione di partenza alta con obbiettivo il centro della testa... Andiamo bene, ci sarà del lavoro qui
    Mi stizzii parecchio per quell'ultima frase, non conoscevo la disciplina, ma utilizzavo Tenseiga abbastanza bene da poter uccidere un uomo, mi diedi quindi fastidio il suo atteggiamento anche se non potevo di certo dargli torto; Mi aveva dimostrato di essermi superiore.
    Con le gambe leggermente divaricate ed i piedi alla stessa altezza portai quindi l'arma sin sopra la testa e con un rapido movimento mirai un nemico immaginario fermando il colpo con il polso all'ultimo istante, proprio come Jaken mi aveva mostrato anni prima.
    Mi prendi per il culo, vero? E' tutto sbagliato.
    Ho ucciso e massacrato decine e decine di avversari, non penso che sia:"Tutto sbagliato"
    Invece lo è, come fai presa sull'impugnatura poco prima di vibrare il colpo? Come ruoti la mano sulla stessa quando alzi l'arma? In che punto tendi i muscoli, e quali?
    Mi accorsi che non sapevo rispondere, abbassai nuovamente lo sguardo, mi sentivo atterrito da tutto ciò... Non pensavo di essere tanto spocchioso da non notare i miei difetti.
    La posizioni delle mani va bene, ma la katana si regge facendo pressione solo con le ultime dita, quelle più piccole, l'indice deve essere libero di muoversi per facilitare il cambio di posizione così che durante il fendente tu possa diminuire man mano la presa rendendola quasi nulla e sopra tutto, la mano dominante traccia la guida, quindi la TUA destra colpisce tirando andando a ruotare così da recuperare la presa e compiere un movimento che squarcia e taglia nel medesimo istante, capito? Di nuovo.
    Non avevo ben capito in realtà come dovessi ruotare la mano e quale ma ci riprovai comunque, portai la Bokken davanti a me con la punta rivolta verso l'orizzonte, leggermente inclinata verso l'alto.
    La mano sinistra sopra, con le ossa metacarpali attaccate alla tsuba e la destra sull'estremità bassa, provai, come da insegnamento, a non tenere troppo stretta l'impugnatura ma facendo una leggera pressione, con calma portai quindi le braccia in alto con la spada d'allenamento rivolta verso le mie spalle.
    MEN!
    Vibrai quindi il colpo fendendo l'aria, la mano dominante guidò la direzione del fendente mentre la destra tirava verso il bacino, sentii per la prima volta in vita mia un senso di leggerezza in quel movimento che centinaia di volte avevo fatto nella maniera sbagliata.
    L'aria intorno alla spada, anche se fosse solo una mera Bokken, sembrò tagliarsi veramente.
    ...Wow...!
    Vedo dalla tua espressione che hai capito la differenza tra agitare una katana e combattere seguendo la via della spada, però non ci siamo ancora, buona la posizione ma un fendente si vibra con il corpo, la spada e l'anima.
    Per la spada ci siamo quasi, ma il corpo manca e per l'anima... Bhè quello lo vedremo dopo.
    Prova a mettere il piede del lato della mano dominante avanti, quando vibri il men fai un passo in avanti, quasi come se fosse un trotto mantenendo la posizione delle gambe.
    Durante il passo vibra il colpo concludendo il movimento all'unisono con un pestone a terra spostando in avanti il peso del corpo, finendo con il colpo eseguito e la gamba dominante piegata in avanti e quella destra arretrata ma salda sul terreno... Ed ora, MEN!

    A quel comando ripetei l'azione ma posizionandomi diversamente, la gamba sinistra in avanti, un veloce passo che terminò con un sonoro pestone sul legno accompagnato dalla lama che cadeva, non feci in tempo a terminare il movimento però che sentii nuovamente quel comando urlato a squarcia gola, istintivamente risposi eseguendo nuovamente il movimento.
    MEN Ancora, MEN, ancora MEN ancora.
    In fine all'ultimo comando, urlato ancora più forte risposi urlando un "KIAAAAA" e menando un ultimo, potentissimo fendente, tanto da creare uno spostamento d'aria ben udibile.
    PERFETTO, questo è lo spirito, il Kiai, portato con naturalezza, l'unione del corpo, la katana e l'anima... La passione è questo ciò che intendevo, ottimo
    Ansimavo, non lo avevo notato fino ad ora, ma gocce di sudore mi grondavano dal viso, il mio corpo fermo in quella posizione.
    Mi sentivo potente, forte, mi stavo iniziando a chiedere cosa mi avesse insegnato in realtà sino ad ora Jaken, ma mi risposi velocemente che non gli avevo mai dato ascolto e che non avessi neanche mai provato a mettere in pratica ciò che mi diceva.
    Rilassa i muscoli, siamo solo all'inizio, riprendi fiato e assumi la Chudan
    Abbassai la bokken facendo si che la punta sbattesse a terra mentre cercavo di rilassare i muscoli e riprendere un minimo di fiato.
    Cos'è?
    Guardia media, per gli Dei, guarda me.
    Misako estrasse la Bokken che gli era rimasta in vita e si mise in posizione di guardia.
    Vedi? Tu hai la guardia contraria quindi farai il contrario di me, io sto con il piede destro leggermente avanti e la gamba leggermente flessa con il ginocchio perpendicolare all’alluce del piede, le dita dell'altro piede sono sulla stessa linea del tallone destro ed il tallone leggermente sollevato da terra di un paio di centimetri, la gamba sinistra è stesa ma non intensione, muscolo rilassato.
    Lo shinai, o impugnatura è tenuta con la mano destra appena sotto la tsuba e la sinistra sulla tsukagashira, ovvero il limite estremo dell’impugnatura, in particolare solo con il mignolo e l’anulare di entrambe le mani a sostenere in maniera decisa la katana mentre le altre dita avvolgono l’impugnatura ma ancora senza tensione. L’estensione del ken-sen, della punta è diretta al centro del corpo avversario ad un altezza che può andare dal plesso solare alla fronte, lo standard formativo di
    base prevede che l’estensione sia diretta alla gola, mentre nel Kendo deve essere indirizzata all’occhio sinistro dell'avversario.
    Per questo bisogna tenere la mano sinistra ad un’altezza tale che la prima articolazione del pollice sia all’altezza dell’ombelico ed ad una distanza di circa un pugno dal corpo.
    Questa è la guardia base del Kendo ed è adatta sia per attaccare che per difendere. Detta Chudan.

    Penso di aver capito... Io mi limitavo a tenere la spada davanti al corpo... Tsè.
    Guardandolo più volte cercai di mimare la sua posa però in maniera contraria, "specchiata".
    Mi darà qualche problema essere mancino, vero?
    Misako mi squadrò un secondo girandomi attorno come farebbe un lupo con la sua preda e mi diede un leggero ma avvertibile colpo con il piatto della lignea arma sul gluteo destro.
    Questa gamba ti ho detto di rilassarla... No, non dovrebbe, anzi, ti aiuterà ad essere più imprevedibile, guardando me imparerai ad usare entrambe le mani con la solita perfezione tecnica... Magari anche a combattere con due katane, chissà, non rientra nello stile della spada illusoria ma perché no? La scuola della spada illusoria è sempre in evoluzione ed ogni generazione ci ha messo qualcosa di suo... Per esempio tuo nonno ha portato ad un livello avanzato lo Iaido, specializzandosi in quello; Sono più che sicuro che il particolare Iai che ha adottato il Gran maestro sia superiore a qualsiasi altra tecnica ma non è questo il momento.
    Prima dovresti almeno saper padroneggiare il Kendo basilare.

    Lo Iaido èh? Sfoderare, uccidere e rinfoderare... Ho ordinato a Jaken di insegnarmi ma dice di non esserne capace... Voglio apprenderlo
    Il mio sguardo rivolto verso Misako e l'espressione seria e sicura di tali parole dovevano averlo convinto ma solo a metà, potei dirlo con quasi assoluta sicurezza notando il modo in cui innalzò il sopracciglio, crucciando lo sguardo.
    Non penso sia ancora il momento, ma ci arriveremo... Ora, vediamo il "Do", colpo laterale solitamente mirato ai fianchi, collo o arti superiori.
    Lo guardai aspettando una dimostrazione pratica ma inclinando la testa lateralmente e continuando a fissarmi mi fece capire che voleva prima vedere come lo avrei fatto normalmente.
    Mi immaginai dunque un nemico davanti ed assumendo la posizione di Chudan alzai la kissaki dell'arma puntando la mia spalla destra per poi rilasciare il movimento in obliquo immaginando l'altezza del fianco nemico come obbiettivo, mi venne istintivo lasciare la presa con la mano destra e continuare a fendere l'aria con un movimento di centoottanta gradi andando a terminare la corsa della spada con la mano all'altezza del mio fianco sinistro.
    Movimento della spada perfetto, non me lo sarei mai aspettato.... Impari in fretta Ben Ben, però il movimento del corpo è sbagliato, così hai cercato una maggiore ampiezza di taglio lasciando la presa sulla Shinai con la mano che tira e quindi che da forza al taglio e ti permette di squarciare.
    In un combattimento vero ora succederebbero due cose, ma voglio mostrartele, ripeti il medesimo movimento contro di me, avanti.... DO!

    Così feci, ripetei il movimento pari pari, ma la mia lama venne fermata dalla parte piatta della Bokken di Misako e respinta indietro con grande forza, quasi la perdevo di mano e prima che me ne accorgessi l'arma del Sensei era già poggiata sul mio collo.
    Vedi? Nel caso di un'avversario disarmato okay, va bene, incidi più profondamente.
    Ma se l'avversario è armato può facilmente respingere indietro la lama perché non imprimi abbastanza forza, questo ti sbilancia ed apre una fessura nella guardia permettendo di colpirti facilmente.

    E quindi come dovrei fare? Evitare di usare questo colpo contro avversari armati?
    No no, al contrario, chi è armato tiene solitamente una guardia alta, puntare quindi dal bacino in giù è ottimo.
    Il "trucco" se così lo vogliamo chiamare nasce dal movimento del corpo

    L'uomo mi fece vedere un movimento molto simile al mio, ma invece di stare piantato sul posto aprì il piede destro e facendo perno su questo si girò di novanta gradi accompagnando il movimento della Bokken andando a concludere con un colpo sonoro di aria squarciata e posizionandosi con la spalla sinistra verso l'orizzonte, mettendosi di profilo.
    Vedi? Guarda bene la posizione del mio corpo, in questo modo ho potuto avere la stessa ampiezza di taglio che hai ricercato tu poco fa ma ho impresso una maggiore forza portando il colpo con ambedue le mani potendo quindi tirare con la mano non dominante così da squarciare la pellaccia avversaria.
    Inoltre accompagnando il colpo così e rimanendo in questa posizione puoi velocemente continuare con un un altro colpo obliquo o riprendere la guardia, perché no, magari uno Tsuki, un colpo d'affondo alla gola.

    Ho capito, sbagliavo nell'impostazione del corpo di ogni colpo... Eppure ho affrontato nemici per i quali katana era tutto, Samurai e Shinobi katana, tutti sono sempre soccombuti
    Una buona tecnica non è tutto, i combattimenti si vincono sopra tutto con l'anima, il Kiai, quella vocalizzazione dell'intenzione di colpire per uccidere, perché questo è.
    Si vede che il tuo spirito, la tua voglia di vivere o di uccidere è più forte di quelle che hai affrontato sino ad ora... Ma un vero maestro, e senza falsa modestia io lo sono, utilizza il Ninten Ryu e la sua filosofia di vuoto totale.
    Essendo vuoto, senza vera intenzione il tuo animo non sarà leggibile e rifletterai la combattività dell'avversario annientandolo ancora prima di combattere... Ma è una cosa complicata da spiegare, imparerai con il tempo.

    Per il resto della giornata mi allenai, sudai e faticai come mai prima e così per le tre settimane a venire, tutti i giorni dalla mattina alla sera scordandomi anche di mangiare a volte.
    Presi quell'allenamento molto seriamente, molto di più rispetto al solito, qualcosa in Misako, forse la sua incredibile superiorità, mi aveva fatto provare una profonda stima e rispetto, emozioni che non provavo così spesso nei confronti di qualcuno.
    Dopo tutto quel periodo mi svegliai una mattina, incredibilmente presto, penso siano state le cinque; Nel buio di quel freddo autunno non sentivo altro che il vento soffiare impetuoso sulle finestre ed i vetri troppo sottili tremavano dinanzi a tale forza, ogni tanto qualche foglia tinta da un rosa pallido si faceva vedere trasportata dal gelido dondolio della brezza di montagna.
    Mi sentivo irrequieto e non riuscivo a riprendere sonno, le persiane iniziarono a sbattere violentemente, non sopportavo quel rumore e mi alzai quindi per chiuderle ma quando mi avvicinai alla finestra vidi una luce.
    Là, racchiusa dentro una lampada ad olio in vetro e ferro una fiamma di fievole tepore se ne stava al sicuro dalla violenza del vento.
    Illuminava la figura di Misako che se ne stava nel cortile sotto gli alberi di ciliegio ad ammirare i loro splendidi fiori venire di tanto in tanto strappati e trasportati chissà dove.
    Decisi di scendere, ovviamente non prima di essermi vestito, quando aprii il portone d'ingresso una folata di vento mi investii e sia il kimono azzurro che l'hakama nero che avevo scelto iniziarono a svolazzare all'indietro; L'uomo era ancora lì, impassibile dinanzi alle folate.
    Già sveglio? Chiese senza neanche voltarsi mentre mi avvicinavo alle sue spalle.
    A quanto pare.... Questi ciliegi mi hanno sempre calmato, sono i miei fiori preferiti.
    Pratichi spesso l'hanami?
    Distolsi lo sguardo degli alberi per qualche istante per girarmi verso Misako.
    Se li ammiro spesso? Quando ne ho l'opportunità si... Strano che siano in fiore durante questo periodo.
    E' dovuto al sole, i ciliegi fioriscono dopo una certa quantità di sole ricevuta, sai che hanno un significato particolare per chi vive di katana?
    uhm? Parli della storia della fragilità bla bla bla? Jaken me ne ha parlato, non ho ascoltato una parola.. Come sempre.
    L'uomo si mise a ridere fragorosamente e poi mi diede una pacca sulla spalla così forte da spostarmi di mezzo metro in avanti.
    Allora ascolta me, è importante.
    Il Sakura rappresenta l'onesta, la lealtà ma anche la fragilità... Proprio come un samurai che muore sul campo di battaglia per i suoi ideali e per il suo signore in un fulgido istante i fiori dell'albero di ciliegio nasce ed all'apice della sua bellezza si distacca dai rami morendo.

    Morire per un'ideale...
    Eh sì... Bene dai, visto che sei in piedi iniziamo, oggi ti insegnerò qualcosa di speciale, l'ultimo allenamento.
    Lo guardai crucciando le sopracciglia e spostando la testa verso la spalla destra, notò la mia perplessità, d'altra parte era evidente che non sapessi di cosa stava parlando.
    E' quasi passato un mese, devo tornare dal Gran maestro Ryuunosuke, ha bisogno dei miei servigi.
    In più oramai ti ho insegnato tutto sul Kendo.. Certo è che non si finisce di imparare e non permetterti di avere mai la presunzione di non aver più margini di miglioramento... Però il tempo scarseggia ed ora che hai le basi devi trovare la tua strada ed il tuo stile... Ma questa la devi apprendere, l'evoluzione finale della tecnica di Kendo della sacra scuola della spada illusoria, la cosi detta "Padronanza".

    Cos'è? Chiesi crucciando maggiormente l'espressione con tono interessato.
    L'uomo si girò verso di me, fu in quel momento che vidi la mia Tenseiga al suo fianco insieme ad altre tre katane, la riconobbi subito e li per li non capii.
    Quella è mia. Gli feci notare indicando la particolare arma con l'indice artigliato.
    Certo, un tesoro inestimabile dei Rouchi, una delle tre spade sacre; E no, non ho intenzione di rubartela, te l'ho preparata e con rammarico ho notato quanto fosse mal usurata... Spero che dopo tutto quello che ti ho insegnato il suo aspetto migliori.
    Preparata per cosa? Dai, rispondi, non mi tenere sulle spine.
    L'uomo si levò il fodero dalla cintura dell'hakama verde scuro e mi porse l'arma con entrambe le mani, sorreggendola come un cimelio d'inestimabile valora, qual era d'altra parte.
    Concedimi un combattimento all'altezza di essere chiamato così e te lo mostrerò.
    Presi la katana con un sorrisetto malizioso, non sapevo cos'aveva in mente, voleva fare sul serio? Non ero di certo all'altezza di poter competere con lui su nessun piano, ne quello fisico tanto meno su quello tecnico e figuriamoci a livello di esperienza, ma non mi tirai indietro.
    Non potevo tirarmi indietro, dopotutto era da un mese che non toccavo una vera katana e la prima cosa che notai fu la sua incredibile leggerezza a confronto della Bokken, non me la ricordavo così.
    Me la legai in vita usufruendo della cintura dell'hakama, dal lato destro, non quello sinistro com'ero solito fare in precedenza, avevo riscontrato maggiore fluidità nei movimenti grazie a questo piccolo ma importantissimo dettaglio.
    Feci un paio di passi indietro e mi misi alla distanza di circa tre metri da Misako, ne segui un profondo inchino a testa bassa in segno di rispetto, proprio come mi aveva insegnato, ci voleva rispetto verso l'avversario, anche se questo fosse stato la peggior feccia sulla faccia di quella terra.
    Lui rispose con il medesimo gesto e con un'espressione seria e decisa, che in qualche modo mi incuse timore ma mi fece capire che non aveva intenzione di giocherellare, afferrò una katana sul suo fianco sinistro sfoderandola senza emettere alcun rumore, con un gesto perfetto.
    A mia volta feci lo stesso sorreggendo il fodero con la mano destra e tirandolo su fino a che non fosse perpendicolare al terreno cercando di non far strusciare il filo della lama, mi aveva detto qualche giorno prima che è così che si tirava fuori l'arma e così feci.
    Assunsi la posa del Chudan mentre lui scelse una guardia alta, anche detta Hasso.
    Il vento smise di soffiare di colpo, come se il tempo stesso si fosse fermato ad ammirare quel duello, presi un respiro profondo lungo un secolo ma anche un solo istante.
    Sto arrivando.
    Feci un passo in avanti alzando la lama sin sopra la testa, avevo deciso di aprire il combattimento con un Men ma presto dovetti fronteggiare l'incredibile velocità di Misako che nel frangente si era già portato a meno di un metro da me tentando un'affondo all'altezza della gola.
    CAZZO!
    Velocemente riassunsi la guardia annullando il fendente e feci deviare la traiettoria della sua Katana facendola strusciare sul piatto di Tenseiga fino alla Tsuba mentre lo stridio metallico si propagava nelle aire.
    A quel punto lo colpii al viso con i pugni ancora sull'elsa roteando la spada in orizzontale e facendolo arretrare di un paio di passi, mi sorrise, ricordo che lo fece come se fosse stato sul punto di congratularsi ma la sua espressione cambiò drasticamente non appena tentai nuovamente l'assalto con un Do per prenderlo alla sprovvista e non dargli il tempo di reagire.
    Ero sicuro che lo avrei colpito, anche solo di striscio e forse mi sarei fermato un secondo prima, ma avrei vinto lo sparring.
    E invece un secondo prima della vittoria tecnica sentii la katana prendere un sussulto, i miei bracci un contraccolpo e l'arma volarmi via dalle mani andando a cedere pochi metri alla mia sinistra.
    Suiheina no Giri - Fendente Orizzontale
    Z3JG
    Livello: C
    Tipo: Kenjutsu
    Questo è un semplice ma veloce movimento con il quale si afferrerà la spada nel fodero per sferrare un fendente orizzontale davanti a sé che può essere orientato anche leggermente obliquo. Il colpo viene sferrato ad una velocità superiore di due gradi rispetto all'utilizzatore ed è capace di provocare una ferita almeno di media entità, anche se prende di striscio.
    Consumo: 4
    Maboroshi no Ken no Shingakkō: Masutarī - Scuola Divina della Spada Illusoria: Padronanza.
    r2_0
    Sviluppatore: Benkei Rouchi
    Livello: C
    Tipo: Kenjutsu
    Tale Tecnica rappresenta la superiorità che la dinastia Rouchi ha sviluppato nell'uso delle katane, con precisi e fluidi movimenti lo Shinobi, apportando maggiore quantità di chakra durante l'uso delle tecniche, riuscirà ad aumentare di un grado nel livello tutte le tecniche da Innata, massimo di livello B, degli Shinobi Katana, ceppo di origine dello stile di combattimento dei Rouchi.
    Nei caso di Jutsu A Turno, il consumo addizionale dovrà essere pagato ogni turno.
    Consumo: 2 (per le D)/ 4 (per le C)/ 7 (per le B)

    Prima che me ne potessi accorgere ero stato buttato a terra e Misako era sopra di me immobilizzandomi gli arti superiori con le ginocchia mentre la Kissaki, ovvero la punta, della sua arma era immobile a pochi centimetri del mio collo.
    Hai perso... Peccato.
    Disse con poco rammarico il Sensei alzandosi e rinfoderando l'arma con elegante gesto prima di tendermi la mano aperta cercando di darmi una mano a rialzarmi.
    Afferrai la mano e mi rimisi in piedi andando subito a raccogliere l'arma.
    Perché ho perso? Non mi sembra di aver fatto errori... Non voglio peccare di superbia Sensei, ma sono stato perfetto.
    Smisi di dargli le spalle e cercai il suo sguardo con espressione seria, lo vidi sopprimere sul nascere un'irritante sorrisetto.
    Perfetto? Bhè, non direi, certo, sei migliorato tantissimo, in un mese hai fatto miglioramenti che altri farebbero in anni ed anni di allenamento, questa rende giustizia e mostra quanto tu sia portato e quanto tu possa diventare forte... Comunque quella è la padronanza.
    Si mise a braccia conserte e mi guardò negli occhi, oltrepassando la superficialità del mero "guardare" per andare sino in fondo alla mia anima per rivolgere parola a lei.
    Sei pronto a superare il limite umano? A padroneggiare le tecniche con superiorità, come solo un membro della divina scuola può fare?
    Mi sembra ovvio... Io... Devo diventare più forte... Per il Nonno, per me... Per la dinastia dei Rouchi e per... Quel giorno... Abbassai lo sguardo mentre concludevo la frase, una parte di me era triste al pensiero di quello che il fato mi riservava ma al contempo orgoglioso di servire la famiglia con la mia stessa vita.
    Bene, allora oggi ti insegnerò il Kenjutsu, non il Kendo come fino ad ora... Conosci la differenza?
    Sapeva già la risposta ma feci comunque spallucce scuotendo la testa.
    Lo immaginavo.
    Bene, il Kendo è la disciplina, letteralmente la "via della spada" cosa che ho dovuto insegnarti per la tue... "mancanze" caratteriali e spero che dopo tutto il tempo che ho speso nel farlo tu ti dia una regolata e prenda questa filosofia di vita di rispetto e disciplina, so che il carattere di una persona non si cambia tanto facilmente ma questo farà bene a te, sia al tuo corpo che alla tua anima, cosa essenziale ad un vero adepto della spada per diventare più forte.
    In contrapposizione il Kenjutsu, l'arte della spada, non è una filosofia di vita e di combattimento, ma tecniche per uccidere, molto semplicemente per farla breve il Kendo serve per sopravvivere ed annientare se stessi, i propri limiti sia spirituali che fisici... Il Kenjutsu invece serve per annientare chi ti si para dinanzi.

    Ti ammiro Misako, provo un profondo rispetto nei tuoi confronti e farò in modo di essere una persona migliore o almeno ci proverò.. Per me stesso.
    Sono contento di sentirlo, così potrò insegnarti il Kenjutsu principale della nostra, si, NOSTRA, arte.
    Stai a vedere.

    Misako mi diede le spalle e dopo appena un secondo si scaraventò violentemente a terra colpendo il suolo con i palmi delle mani, in quel preciso istante una parete argillosa si sollevò dinanzi a lui con una forma sin troppo perfetta, geometricamente parlando.
    Doton: Doroku Gaeshi - Muro di Fango
    GVxU
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questa è una Tecnica pensata puramente a scopo difensivo. Dopo aver colpito direttamente il terreno, con entrambe le mani aperte e senza il bisogno di usare alcun Sigillo, lo Shinobi andrà a creare istantaneamente un muro in propria difesa. Il muro in questione può sollevarsi davanti all'utilizzatore solo rovesciando il terreno davanti a sé, secondo il principio della leva. Questa barriera è alta tre metri, larga uno e mezzo, spessa quaranta centimetri e può resistere a qualsiasi Tecnica di livello C ed inferiore, ma anche ad esplosioni derivanti da una carta-bomba.
    Consumo: 4

    Questo è un muro Disse girandomi verso di me mentre lo indicava con il dito indice.
    ... Lo vedo, e quindi?
    E quindi i muri sono ostacoli e gli ostacoli sono fatti per essere distrutti, buttalo giù.
    Spostandosi di lato Misako mi fece passare facendomi un cenno che sembrava un'invito a provarci.
    Mi avvicinai al muro e poggiandovi il palmo sinistro lo toccai sentendo quant'era freddo e solido, Sembra troppo duro... Ma ci devo provare lo stesso.
    Feci un passo indietro prendendo una distanza di circa un metro e venti ed afferrai il fodero con la mano destra, la mano sinistra sull'impugnatura, non troppo stretta ma comunque salda.
    Il piede sinistro avanti e quello destro indietro con il lato interno rivolto in avanti, le gambe leggermente flesse così come la schiena.
    Un respiro profondo a liberare la mente nella ricerca del vuoto assoluto, il colpo perfetto.
    Suiheina no Giri - Fendente Orizzontale
    Z3JG
    Livello: C
    Tipo: Kenjutsu
    Questo è un semplice ma veloce movimento con il quale si afferrerà la spada nel fodero per sferrare un fendente orizzontale davanti a sé che può essere orientato anche leggermente obliquo. Il colpo viene sferrato ad una velocità superiore di due gradi rispetto all'utilizzatore ed è capace di provocare una ferita almeno di media entità, anche se prende di striscio.
    Consumo: 4

    Un secondo dopo la lama era sopra la mia spalla sinistra, ma il muro era in piedi, solamente scalfito in superfice, niente di più.
    Il taglio era stato eseguito con una perfezione magistrale ma non era abbastanza.
    Che tecnica ragazzo, devi aver avuto un maestro veramente eccezionale!
    Ma... E' ancora in piedi, no? Non è possibile buttarlo giù con un fendente.Se vuoi ti do dimostrazione del contrario, ma fidati delle mie parole, si può, il segreto è la padronanza, il movimento è perfetto o quasi ma devi ricercare l'intenzione nel colpo, il movimento dev'essere naturale, la mente libera ed il muro verrà giù, riprova..
    Rimisi la katana nel fodero cercai di azzerare la mente, in quel momento chiusi gli occhi e dentro di me neanche un pensiero, la mia concentrazione fissata esclusivamente sul respiro, inspiravo dal naso e buttavo fuori dalla bocca, lentamente.
    Nessun pensiero, nessuna emozione, solo un ostacolo da buttare giù, assunsi nuovamente la precedente posa ma lo feci con disinvoltura, senza concentrarmi troppo sui vari dettagli della postura.
    In poco meno di un secondo vibrai quel fendente per obliquo concludendo ancora una volta la corsa della lama al di sopra della mia spalla sinistra ma ancora una volta il muro venne appena scalfito.
    Maledizione!
    Ti arrend- No, non mi arrendo, non lo farò!
    Senza rinfoderare l'arma come la tecnica imponeva e con foga iniziai a menare fendenti su fendenti verso quel corpo roccioso, verticali, orizzontali o obliqui ma niente era inutile, mi fermai solo quando il corpo non poté reggere più, mi accasciai sulle ginocchia e lasciai la pesa sulla katana, ansimavo e pensavo a quanto fosse futile quel mio tentativo.
    Benkei respira... Così non vai da nessuna parte, nessuna.
    Quello è il vuoto. Disse guardandomi soddisfatto.
    Mi girai verso di lui tirando su con il naso mentre mi rimettevo in piedi e riprendevo l'arma tra le mie artigliate dita.
    Quello che devi ricercare è quello stato mentale, non devi pensare al colpo e come eseguirlo, il tuo corpo sa già come eseguirlo, questa è la memoria muscolare, non importa che ci pensi ti verrà automatico praticando Kendo tutti i giorni.
    Ma in questo momento devi immaginarti che quel muro sia un avversario e che tu debba abbatterlo con il Kenjutsu, lascia che il tuo corpo si muova da solo, tu non pensare, annienta e basta.

    Non è semplice come dici...
    La mano sinistra già cadaverica di suo si fece ancora più bianca dalla forza con la quale la serrai intorno alla Shinai, ruotai la lama un paio di volte ammirando il suo splendore e riflettendo su ciò che mi era appena stato detto da Misako.
    Volli riprovare ancora ma prima fendetti l'aria, lo feci per provare quella sensazione di niente, di vuoto.
    Fissai il muro, annullai le emozioni, i pensieri, mi rinchiusi in uno stato quasi catatonico per qualche decina di secondi.
    Ogni passo, ogni movimento, ogni fendente, tutto nel tuo comportamento dev'essere privo di intenzione ma con l'intento di uccidere, è una cosa complessa da capire... Ma sono sicuro che puoi riuscirci.
    Il tuo colpo dovrà avere effetto prima nella tua mente e solo dopo sul corpo avversario, così da essere sempre un passo avanti rispetto al momento che stai vivendo, ma per farlo non devi essere leggibile, devi adattarti come l'acqua in un contenitore, non devi pensare, agisci.

    La mano sinistra sull'elsa la destra sul fodero, il vento riprese a soffiare con intensità, le mie vesti larghe venivano trasportate di lato così come i miei capelli argentei.
    Estrassi la katana dal fodero e puntai la Kissaki verso l'orizzonte, lo feci istintivamente, senza pensarci, mi venne naturale ed era così che doveva essere.
    I miei muscoli erano rilassati, il respiro controllato, le gambe flesse, la posizione che mi venne il più naturale possibile.
    Un veloce movimento della katana spostò l'aria, questa ora era in Hanmi no kamae, ovvero una tipica guardia laterale con la spada puntata indietro e la kissaki, così come la monouchi, ovvero il fil di lama, verso il basso.
    Senza ulteriori indugi fendetti lo spazio davanti a me e riuscì a solcare molto più a fondo quel argilloso ostacolo.
    Ci sono quasi dev-
    No, per niente, rinfodera l'arma... Non sei ancora pronto.
    Mi girai con un'espressione tra l'offeso e l'incredulo.
    Ma ci sono, l'ho quasi buttato giù, ancora qualche colpo e forse
    E forse? anche l'acqua riesce a sgretolare enormi massi con il passare di millenni, ma tu non hai tutto questo tempo, hai fallito, ma va bene così or-
    NO, ci devo riuscire!
    Misako mi diede uno schiaffo con il dorso della mano ed avvicinandosi al muro con la katana infoderata fece un gesto simile allo Iai, sfoderando in un battito di ciglia l'arma.
    Suiheina no Giri - Fendente Orizzontale
    Z3JG
    Livello: C
    Tipo: Kenjutsu
    Questo è un semplice ma veloce movimento con il quale si afferrerà la spada nel fodero per sferrare un fendente orizzontale davanti a sé che può essere orientato anche leggermente obliquo. Il colpo viene sferrato ad una velocità superiore di due gradi rispetto all'utilizzatore ed è capace di provocare una ferita almeno di media entità, anche se prende di striscio.
    Consumo: 4
    Maboroshi no Ken no Shingakkō: Masutarī - Scuola Divina della Spada Illusoria: Padronanza.
    r2_0
    Sviluppatore: Benkei Rouchi
    Livello: C
    Tipo: Kenjutsu
    Tale Tecnica rappresenta la superiorità che la dinastia Rouchi ha sviluppato nell'uso delle katane, con precisi e fluidi movimenti lo Shinobi, apportando maggiore quantità di chakra durante l'uso delle tecniche, riuscirà ad aumentare di un grado nel livello tutte le tecniche da Innata, massimo di livello B, degli Shinobi Katana, ceppo di origine dello stile di combattimento dei Rouchi.
    Nei caso di Jutsu A Turno, il consumo addizionale dovrà essere pagato ogni turno.
    Consumo: 2 (per le D)/ 4 (per le C)/ 7 (per le B)

    Vidi la lama finire la sua corsa ed essere rinfoderata, pensai che non ci fosse riuscito ma poi vidi un leggero movimento della parte superiore della roccia che un secondo dopo era a terra completamente andata in frantumi.
    Resta a meditare finché non avrai trovato la pace, non sei ancora in grado di avvertire il vuoto... Riponevo grandi speranze in te, ma ahimé...
    Misako mi dette le spalle e lentamente si avvicinò verso il portone dell'edificio ancora aperto, entrandovi e chiudendolo alle sue spalle.
    Io rimasi li, che mi toccavo la guancia dolorante e ripensavo a come avessi potuto reagire solo un mese prima, ma ora ero una persona diversa, avevo capito che non potevo continuare ad essere un vanesio irresponsabile.
    Non sono nessuno in fondo... Se non riesco neanche a vincere contro un pezzo di fango indurito come potrei anche solo pensare di... Maledizione... Così non va affatto bene, ho deluso Misako, ho deluso mio Nonno... E... Me stesso, come ho fatto a diventare così? Come cazzo ho fatto a non rendermi conto di quanto fossi debole...Ed incapace...
    Cercai di riprendermi in qualche modo ma quei pensieri non volevano lasciarmi in pace, me ne andai all'interno del Dojo lasciando i lignei sandali a infradito fuori in segno di rispetto e calcando il freddo legno del pavimento mi diressi verso la statua dalla parte opposta all'entrata.
    Quando arrivai a pochi centimetri da questa accarezzai il volto di uno delle teste che rappresentavano la draconica forma del demone conosciuto come Moryou, trovavo quella statua veramente affascinante, dentro il dojo faceva meno freddo e quindi mi misi lì, davanti a quella mostruosa statua seduto con le gambe incrociate.
    Socchiusi gli occhi ed andai a cercare un profondo senso di pace tramite la meditazione ed una respirazione controllata, Misako mi aveva insegnato che in quel modo il nostro cervello viaggia verso mete inesplorate e trova risposte che altrimenti ci sembrerebbero irraggiungibili, speravo che in qualche modo questo potesse aiutarmi.
    Passai un paio di ore a ripensare a tutto quello che avevo imparato ed a tutto quello in cui sarei potuto migliorare, sia a livello umano che a livello di "mercenario" della morte.
    Penso di essermi addormentato ad un certo punto, o almeno spero sia stata un sogno perché mi ritrovai ad essere pervaso da una strana sensazione, sentivo maligni occhi osservarmi ed una ventata ghiacciò l'aria intorno a me.
    Mi venne da aprire gli occhi di scatto e la vidi, la statua come se avesse preso vita sbuffava aria dalle narici delle teste creando piccole nuvolette di condensa, vedevo la bava filare dalle zanne d'avorio e i suoi occhi diventati viola che mi fissavano a poco meno di un metro.
    Mi gettai all'indietro per la paura, quasi cadevo se non mi fossi sorretto con una il palmo di una mano.
    Cosa cazzo?!
    L'ora è vicina.
    Mi svegliai immediatamente, ero lì, ancora seduto in posizione di meditazione e la statua era "morta" come lo era sempre stata.
    Fu un'esperienza così vivida e particolare che nel tempo ho messo in dubbio il fatto che non fosse mai realmente accaduta.
    Ma sentivo ora nuovo vigore in me, e le ore passate a meditare mi avevano dato le risposte che cercavo o almeno speravo di averle trovate.
    Il sole si era innalzato nel cielo e le prime luci del mattino illuminavano il prato del cortile, decisi che dovevo riprovarci e migliorarmi ancora; Uscii quindi dal Dojo e mi avvicinai a ciò che rimaneva dell'argillosa parete.
    Provai a colpirla con un pugno dato con tutta la mia forza per assicurarmi che la struttura non si sgretolasse ed infatti non successe, avevo paura che il taglio netto di Misako l'avesse in qualche modo indebolita e che se l'avessi buttata giù al primo colpo fosse stato solo grazie a lui, ma ora sapevo che non era così e potevo concentrarmi sul..."Non concentrarmi".
    Svuotai la mente da qualunque pensiero, chiusi gli occhi, assunsi una posa naturale e portai la mano sinistra sull'elsa mentre la destra sorreggeva il fodero.
    Sentii il chakra iniziare a vorticare dentro il mio stomaco per poi andarsi a propagare per l'intero corpo con forza e velocità, come un fiume in piena che tutto travolge sul suo cammino, era una sensazione inebriante, una sensazione che la prima volta non provai.
    Sembrava che in qualche modo qualcosa dentro di me fosse cambiato, che ora fossi in grado di raggiungere una forma "senza forma" un essenza priva di
    prevedibilità, un intenzione senza pensiero, un colpo senza intenzione.
    Un secondo appena e la lama passò da parte a parte il muro con un fendente di Men, ovvero un verticale dall'alto verso il basso.
    Quando riapri gli occhi vidi la lama che come se fosse burro tagliò la parete dividendola a metà, non ci potevo credere.. C'ero riuscito, ero stato in grado di superare il mio limite, ma come? Come ero riuscito? Cos'era cambiato? Non riuscivo a capirlo ma ora ne ero in grado, che il trucco fosse il chakra?
    Suiheina no Giri - Fendente Orizzontale
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    Questo è un semplice ma veloce movimento con il quale si afferrerà la spada nel fodero per sferrare un fendente orizzontale davanti a sé che può essere orientato anche leggermente obliquo. Il colpo viene sferrato ad una velocità superiore di due gradi rispetto all'utilizzatore ed è capace di provocare una ferita almeno di media entità, anche se prende di striscio.
    Consumo: 4
    Maboroshi no Ken no Shingakkō: Masutarī - Scuola Divina della Spada Illusoria: Padronanza.
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    Tale Tecnica rappresenta la superiorità che la dinastia Rouchi ha sviluppato nell'uso delle katane, con precisi e fluidi movimenti lo Shinobi, apportando maggiore quantità di chakra durante l'uso delle tecniche, riuscirà ad aumentare di un grado nel livello tutte le tecniche da Innata, massimo di livello B, degli Shinobi Katana, ceppo di origine dello stile di combattimento dei Rouchi.
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    Allora non sei del tutto incapace.
    Sentii quella voce e mi girai di scatto, non riuscivo a capire dove fosse Misako poi una figura, la sua, scendere dal ramo di un'albero di ciliegio atterrando in piedi ad una decina di metri da me.
    Eri qui allora.. Dissi mentre rinfoderavo la spada.
    Sempre stato qui, ho aspettato fino ad ora che tu ci riprovassi.
    Devi scusare il tuo maestro, ho agito in quel modo per il semplice fatto che la padronanza si impara così, da soli, devi trovare tu la risposta.
    il vuoto della padronanza è una sensazione, ma anche un'azione, è... Complicato, la devi "sentire".
    Devi... "Padroneggiare" il tuo corpo, la tua mente, le tue movenze.. E...

    E' complicato Sensei Misako, basta dire che è complicato, la ringrazio per i suoi insegnamenti.
    Bhè, ora che hai capito... Sfoderò la katana e mi fece un profondo inchino assumendo in fine la posizione di Chudan. ...Concedimi quel duello.
    Mi inchinai a mia volta congiungendo le mani davanti a me, il palmo sinistro aperto contro il pugno della mano destra.
    Questa volta vincerò Sensei, ci metterò tutto me stesso quindi mi perdoni se le farò del male ma perdere non è mia... Intenzione.
    Dissi sorridendo e tirando fuori Tenseiga dal fodero.
    Le nostre armi si scontrarono più e più volte in una danza che aveva dello spettacolare, i miei colpi venivano scagliati a mente vuota e la cosa funzionava, lasciavo che fosse il mio corpo ad agire e reagire mentre riflettevo le azione e le intenzioni di Misako, sentivo quella sensazione di calma e beatitudine che si prova poche volte nella vita.
    Lasciavo che fosse il duello a trasportare le mie movenze, era come se fossi stato una terza persona che semplicemente restava a guardare, questo è il vuoto, la mancanza di intenzione, l'assenza di pensiero, la padronanza di se stessi.
    Dopo mezz'ora di combattimento dove nessuno dei due riusciva a prevalere sull'altro Misako decise di concludere l'incontro con un tsuki ma io non ero d'accordo, non ero pronto a perdere nuovamente.
    Feci un balzo indietro uscendo dalla sua portata ed impastando il chakra nella bocca sputai verso il suo viso un senbon acquatico, sapevo che lo avrebbe parato con la katana, potevo "leggerlo".
    Quindi scattai verso di lui con una guardia di Hidari hanmi, ovvero di profilo con la gamba e la spalla sinistra in avanti e la katana bassa puntata all'indietro.
    Ma ch- Come previsto Misako si parò usando il piatto della Katana ma venne comunque preso di sorpresa quando la mia lama iniziò a brillare d'intensa luce mentre eseguivo un Men inverso, cercò di pararlo ponendo la Katana in orizzontale a fermare la corsa della mia arma, ma questa esplose in un bagliore accecante ed io sfruttai il millesimo di secondo a disposizione per cambiare guardia ed afferrargli il bavero del kimono con la mano destra mentre il fil di lama di Tenseiga si fermò a pochi centimetri dalla sua gola, pronta a mettere fine alla vita dell'uomo.
    Tenkyuu - Pianto Celeste
    GVxh

    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica d'origine Suiton che senza alcun bisogno d'eseguire Sigilli Magici consiste nell'impastare il Chakra all'interno del corpo dell'utilizzatore, trasformarlo in acqua e infine modellarlo sotto forma di senbon all'interno della bocca prima d'essere espulso ad una velocità media. La mancanza di Sigilli implica ugualmente un tempo di preparazione di un paio di secondi. Il numero degli spiedi dipende dall'esperienza dell'utilizzatore e le loro dimensioni saranno di poco inferiori a quelle dei normali senbon acquistabili in Armeria, tuttavia causeranno al massimo dei danni di media entità.
    [Massimo numero spiedi: Genin: 2; Chuunin: 3; Sp.Jounin: 4; ANBU: 5; Jounin: 6]
    Consumo: 4
    Kumo-Ryū: Damashigiri - Stile della Nuvola: Taglio dell'Inganno
    GpuX
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Tramite questa Tecnica il Ninja eseguirà un rapido taglio dal basso verso l'alto. La caratteristica di questo colpo risiede nel fatto che il Ninja immetterà il proprio Chakra all'interno della lama, facendole assumere un colorito dorato che all'ultimo momento, esploderà in un bagliore accecante conferendo al colpo una imprevedibilità inaspettata. L'avversario sarà infatti improvvisamente accecato, seppur per poco più di un istante, e non potrà vedere la lama dello Shinobi che cambierà repentinamente posizione, trasformandosi in un taglio orizzontale. Il colpo ha alte probabilità di successo nel caso in cui l'avversario decida di pararlo o di rimane entro la portata della lama. Infliggerà danni medi da taglio.
    Consumo: 4

    Ho vinto, Sensei. Mollai la presa sul kimono e rimisi la katana al suo posto inchinandomi in segno di rispetto subito dopo.
    AHAHHAHAHAAH, lo vedo Ben ben, lo vedo... Per gli Dei sì che hai vinto, bhè... Sei veramente un allievo eccezionale ma ora...
    La katana del Sensei che era stata appena rinfoderata fece un'improvviso movimento ad arco orizzontale, leggermente obliquo, lo parai con la medesima tecnica ma facendogli volare via di mano l'arma.
    La cosa che mi stupii è che non era mia intenzione, "lessi" quel movimento, in qualche modo riuscivo a gestire veramente la cosi detta padronanza.
    Suiheina no Giri - Fendente Orizzontale
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    Questo è un semplice ma veloce movimento con il quale si afferrerà la spada nel fodero per sferrare un fendente orizzontale davanti a sé che può essere orientato anche leggermente obliquo. Il colpo viene sferrato ad una velocità superiore di due gradi rispetto all'utilizzatore ed è capace di provocare una ferita almeno di media entità, anche se prende di striscio.
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    Questo è un semplice ma veloce movimento con il quale si afferrerà la spada nel fodero per sferrare un fendente orizzontale davanti a sé che può essere orientato anche leggermente obliquo. Il colpo viene sferrato ad una velocità superiore di due gradi rispetto all'utilizzatore ed è capace di provocare una ferita almeno di media entità, anche se prende di striscio.
    Consumo: 4
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    Sviluppatore: Benkei Rouchi
    Livello: C
    Tipo: Kenjutsu
    Tale Tecnica rappresenta la superiorità che la dinastia Rouchi ha sviluppato nell'uso delle katane, con precisi e fluidi movimenti lo Shinobi, apportando maggiore quantità di chakra durante l'uso delle tecniche, riuscirà ad aumentare di un grado nel livello tutte le tecniche da Innata, massimo di livello B, degli Shinobi Katana, ceppo di origine dello stile di combattimento dei Rouchi.
    Nei caso di Jutsu A Turno, il consumo addizionale dovrà essere pagato ogni turno.
    Consumo: 2 (per le D)/ 4 (per le C)/ 7 (per le B)

    .... Non ho davvero più niente da insegnarti, oggi stesso me ne andrò, diventa uno Shinobi migliore, diventa un uomo migliore, tu sei la nostra speranza Benkei Rouchi. Mi fece un inchino e si allontanò per raccogliere l'arma e dileguarsi all'interno della casa.
    Io ero ancora lì, il respiro era pesante e la mia espressione incredula di quello che avevo appena fatto, guardai la mia mano, stava tremando.
    Cosa...
    Rimasi tutto il giorno a meditare davanti agli alberi di ciliegio ed a pensare quanto potessi ancora migliorare mentre le parole di Misako mi rimbombavano nella mente.
    diventa uno Shinobi migliore, diventa un uomo migliore, tu sei la nostra speranza Benkei Rouchi
    Arrivò il tardo pomeriggio e mi sentii toccare una spalla da dietro, mi voltai e lì in piedi vi era Misako affiancato da Jaken, sembravano in procinto di partire.
    Ben ben, stiamo partendo.
    Anche tu, Jaken?
    S-sì, signorino, non ho più motivo di restare ne mai avuto secondo Misako.. M-mi... Perdo-
    Va Jaken, sei libero di fare ciò che credi.
    Mi alzai in piedi e guardai negli occhi Misako, notai la sua espressione più seria del solito poi fece cenno a Jaken di precederlo ed iniziò a rovistare all'interno di una borsa da viaggio che teneva a tracolla.
    Tieni, questo è per te.
    Mi porse un libro con una rilegatura in pelle rossa senza titolo o altro che potesse svelare ciò che vi era scritto, lo presi e provai a sfogliarlo ma venni tempestivamente fermato.
    Non è questo il momento, bhè... Ora devo proprio andare.
    Grazie Sensei, di tutto.
    Non sono più il tuo "sensei", non ho più niente da insegnarti, chiamami Zietto.
    Non penso che lo farò mai. Risposi sopprimendo una risata.
    Sai che la prossima volta che ci vedremo...
    Saremo di fronte a... "Lui"? Sì, lo so. Sono pronto ad affrontare il mio destino.
    Se solo potessi...NO.... Non posso dirti niente ma... Ma tuo nonno non è un servo, questo lo sai bene e non si asserva a nessuno, abbiamo un piano Ben ben, lascia fare a noi.
    Tutto andrà per il meglio.

    Nella mia mente iniziò a crearsi un vortice di domande, un ciclone di pensieri, cosa diavolo aveva voluto dire con quelle parole? Io ero pronto all'estremo sacrificio quindi di cosa diamine stava parlando?!
    Lo vidi voltarsi ed incamminarsi.
    NO, ASPETTI SENSEI COSA-
    Niente Ben ben, allenati e diventa più forte, sto solo vaneggiando.
    Avrei voluto seguirlo, avrei dovuto fermarlo.. Ma non lo feci, me ne restai lì, impietrito mentre domande e domande mi soffocavano.

    Benkei Rouchi

    ChakraStato FisicoStato Psichico
    135- 4 - 4 - 4 - 4 - 4 - 4= 107Ferita da impatto Lievissima alla schiena - Ferita da Impatto Lievissima gamba sx - Ferita da Impatto Lievissima collo - Ferita Lieve da Impatto alla NucaAgitato e Pensieroso
    Doppia borsaRadiolina
    Cimice: 2/3
    Mappa del Chakra
    Carta-Bomba: 5/5
    Palla Gelo: 4/5
    Palla Luce: 2/2
    Kit di Pronto soccorso
    FoderoTenseiga (Spada Omoikurai forgiata chakra base)
    NoteForza: +1/2 (Corpo a corpo con Tenseiga)
    Velocità: +1/2 (Corpo a corpo con Tenseiga)
    Agilità: +1/2 (Corpo a corpo con Tenseiga)
    Resistenza: //
     




    Edited by KaneBauII Principe di Vallacchia - 15/11/2020, 23:19
     
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    Capitolo II: Yusuke ed il Prigioniero.


    Ero disteso a terra, le vesti strappate e zuppe di sangue mostravano i segni di una dura lotta sul mio corpo indolenzito e stanco. Aoda, principe dei rettili era fermo dinanzi a me, il maestoso animale mi faceva da guardia e si assicurava il mio silenzio. Non che le mie scelte fossero poi così tante, di certo, nelle condizioni nelle quali versavo non mi sarebbe stato facile fuggire. Uno Shinobi, dallo sguardo furente mi si avvicinò, poggiando il peso sulle ginocchia e sporcando il bianco vestiario, uniforme tipica che mi fece capire che fosse un medico. <<ma GUARDATI!>> Urlò con rabbia mentre scuoteva la testa in segno di disapprovazione. <<non sono diventato un Medico per rattoppare degli imbecilli che si spingano troppo oltre durante gli allenamenti.>> Me ne rimasi in silenzio, non potevo dire molto, la bestia mi osservava. Ero oramai prigioniero del Konohiniano. Ed anche se fossi, per qualche ragione o combinazioni ed incastri perfetti di eventi fuori dalla mia portata, riuscito a scappare, quel ragazzo che mi aveva ridotto a quel modo avrebbe potuto divulgare informazioni sul mio conto che non volevo uscissero fuori. Inerme, non potevo fare niente... Proprio come durante lo scontro. Ero in balia degli eventi. Il Ninja Medico avvicinò i palmi aperti sul mio braccio, iniziai a sentire un fievole tepore mentre lo faceva. Ti.. un urto di vomito si trasformò in un bagno di sangue, se non fosse stato per quel Medico che mi tirò su, mettendomi a sedere, forse sarei soffocato nello stesso. ..Ringrazio.... Passò qualche minuto, forse di più, mentre il Medico faceva quel che poteva sentii le mie forze venir meno, l'adrenalina in corpo stava svanendo. Persi i sensi, non so per quanto, mi risvegliai dove ero svenuto, riuscivo a muovere l'arto e le ferite sembravano essere quasi del tutto rimarginate, nonostante il senso di indolenzimento generale fosse ancora presente. Se non fosse stato per il sangue ancora fresco potrei essere arrivato a pensare di aver dormito per giorni. Yusuke se ne restava dinanzi a me. Poggiai il mio sguardo su di lui. Non hai intenzione di uccidermi?

    Benkei Rouchi

    ChakraStato FisicoStato Psichico
    135IllesoNormale
    Doppia borsaRadiolina
    Cimice: 2/3
    Mappa del Chakra
    Kit di Pronto soccorso
    Carta-Bomba: 5/5
    Palla Gelo: 3/5
    Palla Luce: 2/2
    FoderoTenseiga (Spada Omoikurai forgiata chakra base)
    NoteCoprifronte spalla sinistra
    Forza: 0/4
    Velocità: 0/4
    Agilità: 0/4
    Resistenza: 0/4
    Nota: +1/2 quando in corpo a corpo con Tenseiga.
     


     
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    Yusuke si massaggiò il fianco destro, appena guarito dal medico in servizio. La carne fresca, ricostituita tramite il Chakra, dava sempre un effetto diverso al tatto, se la si toccava nei primi minuti dopo la rigenerazione. Sembrava più morbida, di un colorito più roseo, come se non fosse ancora pronta per affacciarsi sul mondo esterno. Ma uno Shinobi doveva abituarsi in fretta alle ferite, e a tornare in battaglia subito dopo essere stato colpito.
    Appoggiato allo stipite della porta di un ingresso all’arena, seguì con lo sguardo il dottore avvicinarsi a Rouchi ed inginocchiarsi davanti a lui, sotto lo sguardo vigile ed ostile di Aoda, avviluppato su sé stesso lì accanto. Le mani del Ninja Medico si illuminarono di una tenue luce verde, segno che aveva cominciato a fare il suo lavoro anche sul mezzodemone. L’Uchiha incrociò le braccia al petto, rimuginando sul da farsi. Se tutto quello che Benkei aveva detto era vero, doveva scoprire da lui l’ubicazione di Inugami, il demone cane che lui chiamava padre, e degli altri membri dell’Ordine dell’Eclissi a cui era associato. Sperava con tutto il cuore che la corruzione del Villaggio della Nuvola non fosse arrivata al punto da permettere che l’Ordine si insinuasse al suo interno, e che il giovane spadaccino fosse un caso isolato. Che lo avessero mandato là perché venisse addestrato, per renderlo più forte grazie all’uso del Chakra, finché non fosse stato pronto per combattere per loro. L’idea di una simile programmazione gli metteva i brividi, ma era molto meglio dell’alternativa: se tutto l’Ordine si nascondeva nel cuore di Kumo, nessuno di quel Villaggio poteva essere più considerato un alleato nella lotta ai demoni. E ciò che era peggio, raggiungerli e ucciderli finché si trovavano lì sarebbe stato molto più difficile, quasi impossibile se si sperava di uscirne vivi, dopo essersi infiltrati nella Nuvola.
    Yusuke si passò una mano sulla bocca, sospirando. Aveva bisogno di una guida per risolvere quel problema.
    "Tora", chiamò, espandendo i suoi pensieri come se stesse chiamando qualcuno di molto lontano. "Sei in ascolto?"
    Dopo qualche secondo di silenzio, un’altra voce si affacciò alla sua coscienza. "Lo sono sempre. Cos’è successo?"
    L’Uchiha sogghignò. Tora, il numero due della Radice e suo responsabile diretto, finché non terminava il suo addestramento, era un telepate eccezionale. Non aveva idea di dove si nascondesse, durante il giorno, ma quando aveva avuto bisogno di contattarlo lui era sempre stato lì, a portata di pensiero. Di recente gli era venuta l’idea di metterlo alla prova, provando a comunicare con lui da diversi punti del Villaggio per provare a calcolare la sua posizione. Forse così avrebbe anche scoperto l’ubicazione del quartier generale della Radice.
    "Ho bisogno di indicazioni. Ho catturato un Ninja della Nuvola che dice di essere figlio di un demone".
    "Definisci catturato. Come sai che sta dicendo la verità?"
    Yusuke spostò il peso da un piede all’altro, mordicchiandosi l’unghia di un pollice. "L’ho trovato all’arena e l’ho sconfitto. Sa cose sui demoni che non potrebbe conoscere, altrimenti". Lanciò un’occhiata al Ninja Medico in lontananza, che si stava occupando del braccio di Benkei, quello divenuto ormai inutilizzabile. "È solo un ragazzo, più o meno della mia età. Ha lasciato intendere di far parte dell’Ordine dell’Eclissi, quel gruppo di pazzoidi che ho incontrato sull’Isola della Luna. La… la seconda volta".
    Tora tacque per diversi secondi, tanto da fargli dubitare che fosse ancora in collegamento con lui. Sapeva tuttavia che quello Shinobi era un uomo dai profondi silenzi, e che dietro ognuno di essi si nascondevano mille e più pensieri. Così attese, in rispettoso silenzio, i suoi pensieri che indugiavano sul massacro alla base della montagna.
    "Mobiliterò qualcuno perché osservi la situazione da lontano. Tu interroga il ragazzo ed aggiornami immediatamente. Non permettergli di lasciare il Villaggio da solo".
    Qualcosa nel tono di voce di Tora gli fece capire che la conversazione era terminata. Si staccò dallo stipite della porta e si avviò a grandi passi verso Rouchi e Aoda, proprio mentre il medico stava intraprendendo il percorso inverso. Si incrociarono a metà strada, e Yusuke notò nell’uomo un cipiglio aggressivo.
    «Avevi detto che aveva qualche graffio. Un po’ riduttivo per lo stato in cui era ridotto».
    Lo guardò negli occhi con il suo sguardo felino. Aveva un grosso neo proprio sopra il sopracciglio destro. «Ho mentito».
    «Ha rischiato di perdere l’uso del braccio» sibilò l’altro, puntandogli un dito contro il petto. «Stavate cercando di uccidervi, per caso!?»
    Yusuke distolse lo sguardo dall’uomo e lo superò con passo leggero. «La ringrazio per il suo lavoro, dottore».
    Alle sue spalle, sentì il medico imprecare qualcosa a denti stretti. Se lo lasciò scivolare addosso, perché aveva un compito più importante da assolvere. Un compito dal quale potevano dipendere innumerevoli vite. Raggiunse il mezzodemone, il quale stava testando la capacità di movimento del braccio sinistro. Abbassò lo sguardo su di lui, che lo ricambiò.
    «Non hai intenzione di uccidermi?»
    Yusuke appoggiò entrambe le mani sui fianchi. «Non per il momento, no. Voglio che mi racconti tutto quello che sai su Inugami, e sugli altri membri dell’Ordine dell’Eclissi con cui sei in contatto». Fece un cenno ad Aoda, che si avvicinò sinuoso al prigioniero, in un’implicita minaccia. «Quanti sono, dove si trovano, quali sono i vostri piani. Tutto quanto».




    Edited by Glustrod - 30/1/2021, 13:18
     
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    Non per il momento, no. Voglio che mi racconti tutto quello che sai su Inugami, e sugli altri membri dell’Ordine dell’Eclissi con cui sei in contatto Rispose alle mia domanda, mettendo sull'attenti l'animale vicino a lui che in tutta risposta si calò con ondeggianti movimenti su di me, avvicinandosi troppo rispetto alla distanza che ne avrei voluto mantenere. Tuttavia non mi lasciai intimorire, non mi avrebbe torto un capello senza un ordine diretto. Quanti sono, dove si trovano, quali sono i vostri piani. Tutto quanto. Continuò lo Shinobi di Konoha. Sorrisi, facendomi beffa di tutto. Poggiai le mani a terra, sentivo l'erba bagnata sotto le dita, una bella sensazione in contrasto con la situazione. Con movimenti molto lenti cercai di capire se le gambe mi reggevano, sembrava di sì. Solo a quel punto fissai negli occhi il rettile, in quegli occhi ferali e per quanto inespressivi, capaci di trasmettere paura nell'animo di chiunque. Senza distogliere lo sguardo sentenziai:"Per prima cosa fai sparire questo animale dalla mia vista, il combattimento è finito." Lanciai occhiate rapide in giro, cercando la mia Tenseiga, la trovai qualche metro più in la. Troppo lontana per arrivarci, troppo stupido provarci. Vuoi sapere tutto? Immagino che al vincitore vadi un premio.... Dovevo pensare velocemente a qualcosa, trovare una soluzione. Non posso scappare, non posso lasciarlo in vita, non posso dirgli ciò che vuole sapere. Non pos- E lì, in un breve istante, un lampo di genio, un fulmine che metteva a tacere la tempesta nella mia mente. ...Sì, posso portarlo dove vuole arrivare.... In fondo, devo solo dire la verità. Mi avvicinai lentamente alla spada per terra, lenti i passi, mani alzate in segno di resa, nessun movimento brusco che facesse scattare uno dei due "Carcerieri". Mi chinai sul cimelio di famiglia, guardando al contempo colui che pensavo si chiamasse "Baku" quasi chiedendo il permesso con gli occhi. Non aspettai risposta, la raccolsi e, tramite il cinturino orlato d'oro che legava in vita quel che restava del kimono, la "indossai". Mantenendo le mani sempre in vista, così da dargli un frivolo senso di controllo aggiunsi:"Non conosco ne piani ne altro... Non so niente di niente. Presi un profondo respiro, cercando di perdere tempo, inutilmente. Però posso raccontarti una storia, se in cambio mi dai qualche risposta anche tu. Sorrisi, mostrando uno dei lunghi canini ed enfatizzando la frase. Sono un Rouchi, anzi, il Principe dei Rouchi. I cosidetti... "Figli del sangue"... Apostrofai gesticolando con le dita. Sono nato dal sacrificio di mia madre e dal seme del Demone Inugami, ma questo già lo sai, Baku. Con un colpo di tosse mi schiarìì la gola, facendo tornare su quel sapore di ferro, molto particolare, del sangue. Venni mandato a Kumo dal capo famiglia, mio nonno... Per diventare più forte e poter sviluppare le mie capacità sotto la guida dei migliori combattenti al mondo, gli Shinobi..... Basta non so altro.... Stavo mentendo, lo stavo facendo spudoratamente. Tuttavia non potevo raccontargli tutto, mi sarebbe bastato dargli qualcosa di vero, anche se di poca importanza.. Per farlo abboccare. Sapevo bene che il mio destino era quello di diventare il contenitore di Inugami, il Demone che faceva velocemente deperire tutti i corpi che abitava, io ero l'urna del suo immenso potere. In cambio il lupo Demoniaco avrebbe reso ancor più potente la dinastia dei Rouchi, ripagando così il suo debito.... O almeno questo mi era stato insegnato ed impartito. Accettavo di buon grado il mio destino, non mi opponevo, la famiglia, l'onore della stessa ed il popolo sul quale regnava erano tutto. Il resto passava in secondo piano, anche la mia stessa vita. ... Tuttavia, se sei l'uccisore di Demoni che dici di essere.... Fammi il favore, anzi, vedila come l'ultima richiesta di un condannato a morte.... Fammi riportare questa Katana a casa, tra le mani di mio Nonno... Lì troverai anche ciò che cerchi.

    Benkei Rouchi

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    Il figlio del demone gli riservò un sorriso di scherno. Si volse verso Aoda, la sua bianca figura che si rifletteva sulle pupille dorate del rettile. Sostenne il suo sguardo senza timore apparente, nonostante si trovasse in una situazione tutt’altro che rosea. Solo, nel cuore di un Villaggio straniero, alla mercé di un nemico che sapeva chi fosse e quale pericolo poteva rappresentare per l’intero mondo Ninja.
    «Per prima cosa fai sparire questo animale dalla mia vista, il combattimento è finito» intimò Rouchi, con la solita spocchia con la quale gli si era rivolto ad ogni passo del loro duello.
    Yusuke incrociò le braccia al petto, senza sapere che cosa pensare. Forse quel ragazzo non si rendeva conto della situazione in cui si trovava; della possibilità concreta di non tornare vivo nel Paese del Fulmine, ma di finire ammazzato e fatto sparire in qualche buco della Radice. O forse non era così delirante, e stava solo cercando di mascherare la paura. Se fosse accaduta una cosa del genere a lui, era certo che se la sarebbe fatta nei pantaloni.
    «Non sei nella posizione di fare richieste. L’animale resta».
    Benkei si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa. Ne seguì lo sguardo con lo Sharingan, che si posò sulla spada abbandonata più in là, posata tra gli steli d’erba bagnata. Si irrigidì, teso nel cercare il minimo accenno di ostilità da parte del mezzodemone, nel caso avesse pensato che tentare di recuperare la katana potesse essere una buona idea. Probabilmente Aoda sarebbe stato più veloce di entrambi, se si fosse trattato di reagire con prontezza a quel tipo di minaccia.
    «Vuoi sapere tutto? Immagino che al vincitore vada un premio...»
    Tenendo le mani sollevate in segno di resa, il Ninja della Nuvola si avvicinò all’arma con circospezione. L’enorme rettile rispose ai suoi movimenti sgusciando di lato sul terreno fangoso, mantenendo tra loro sempre la stessa distanza. Mentre Rouchi si chinava per raccogliere la spada ed infilarla in quello che restava della sua cintura, un singolo raggio di sole fece breccia nella coltre di nubi, illuminando parte della cupola dell’arena.
    «Non conosco né piani, né altro... Non so niente di niente» disse, sospirando. «Però posso raccontarti una storia, se in cambio mi dai qualche risposta anche tu».
    Yusuke lo stette ad ascoltare. Benkei si proclamò “principe” dei Rouchi, un gruppo o una famiglia che lui chiamava Figli del Sangue. Non gli era chiaro quale fosse la correlazione tra l’Ordine dell’Eclissi e questa nuova fazione, ma l’Uchiha ipotizzò che si trattasse di una qualche forma di suddivisione interna fra classi. Una sorta di casta segreta, in cui più eri fuori di testa e più stavi in alto nella classifica. Affermò di non sapere nulla su ciò che l’Ordine avesse in serbo per lui, e che a quanto ne sapeva era stato mandato alla Nuvola solo per essere addestrato dai migliori guerrieri del mondo.
    "Sta mentendo" graffiò Baku dentro di lui. "Sento il puzzo delle sue menzogne da qui".
    Yusuke si massaggiò il mento, indugiando sull’elsa della spada di Benkei, finemente decorata da un mastro artigiano. Ancora lo turbava, il fatto che quell’arma fosse riuscita a resistere ad un colpo della Spada Kusanagi. "Sono d’accordo. Mentre combattevamo parlava di altri che avrebbero preso il suo posto, di gettare il mondo nell’ombra…" Si passò la lingua lungo i canini affilati, riflettendo. "Pensavo fossero un ammasso di parole senza senso, ma ora… è impossibile che non sappia nulla. Ci nasconde qualcosa".
    "Vuoi dire che mi nasconde qualcosa. Non ti sei neanche degnato di correggerlo, quando ti ha chiamato con il mio nome".
    Yusuke trattenne a stento un sorriso. Era raro che Baku si lasciasse andare all’ironia. "Non serve. Quando avremo finito con lui, è probabile che Tora lo faccia uccidere".
    "Giusto. La progenie di Inugami è troppo pericolosa per essere lasciata in vita. Quel Tora non è uno stupido".
    «…Fammi riportare questa Katana a casa, tra le mani di mio Nonno... Lì troverai anche ciò che cerchi».
    Quella, invece, aveva l’odore marcio e stantio di una trappola, ma era un rischio che era disposto a correre. Se questi Figli del Sangue avevano inviato Rouchi ad addestrarsi altrove, era improbabile che tra i loro ranghi si nascondessero altri Shinobi. Ucciderli gli avrebbe dato lo stesso piacere che gli aveva procurato il massacro sull’Isola della Luna. E poi, il demone. Prima, però, aveva bisogno di sapere esattamente dentro a cosa si stava cacciando… e di riferirlo ai suoi superiori.
    «Non ti credo. Ma a questo possiamo rimediare».
    Lo guardò negli occhi, incanalando energie nello Sharingan per interrogarlo attraverso le arti illusorie.
    Genjutsu: Sharingan - Tecnica Illusoria: Sharingan
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    Livello: C
    Tipo: Genjutsu
    Questo Genjutsu è il marchio caratteristico dello Sharingan e della abilità dello stesso nell'Arte delle Illusioni. A questo livello è utilizzabile in due modi, da scegliere al momento del lancio della tecnica. In ogni caso il Genjutsu necessita almeno del contatto visivo della vittima con lo Sharingan e dell'immobilità dell'utilizzatore durante la sua attuazione. Un utilizzo può essere portato contro uno Shinobi inferiore d'almeno due gradi e solo se colto totalmente di sorpresa e consisterà nel cancellare gli ultimi trenta secondi della sua memoria per fargli rivevere costantemente gli ultimi dieci minuti vissuti, facendolo cadere in uno stato di ipnosi. L'illusione è pericolosa nel caso in cui si abbia vissuto dieci minuti pressoché neutri, come in un appostamento ed in tal caso ci potrebbe mettere anche un'ora a comprendere di essere vittima d'un illusione. Se utilizzata in questo modo su un soggetto incapace di controllare il Chakra, come un civile o un comune Samurai, il suo effetto sarà quello di farlo svenire sul colpo per dodici ore.
    In alternativa si potrà utilizzare il Genjutsu con lo scopo d'estorcere informazioni alla vittima. Sarà necessario che l'utilizzatore rimanga immobile fissando negli occhi il bersaglio per tutto il tempo in cui il Jutsu viene adoperato e non più distante di due metri da esso. L'Uchiha dovrà fare una semplice domanda per volta, in modo chiaro e comprensibile al bersaglio che dovrà rispondere. I parigrado o superiori all'utilizzatore potranno rifiutarsi di rispondere rinchiudendosi in uno stato catatonico da cui potranno uscire solo se il Jutsu viene dissolto, oppure dopo due Turni. Gli inferiori di un grado o più, saranno tenuti a rispondere con precisione a qualsiasi domanda. Gli specializzati in Genjutsu sono considerabili di un grado superiore nell'uso di questo Jutsu, se lo subiscono.
    E' possibile dissolvere l'illusione con il Kai o subendo una ferita d'entità medio-lieve. Una volta dissolta ritorna anche la memoria degli ultimi trenta secondi precedentemente cancellati dall'Uchiha.
    Consumo: 4

    «Quanti sono questi Figli del Sangue? Dove si trovano? Quali sono i vostri piani…?» chiese, ripetendo per filo e per segno le stesse domande che gli aveva già rivolto. Con un po' di fortuna, questa volta avrebbe avuto un esito diverso.



     
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    Rimediare?.. Che cos- Non ebbi neanche il tempo di finire il pensiero che ancora una volta lo sguardo dello Shinobi divenne come un faro nella notte per un umile falena. Caldo, seducente, magnetico... Ipnotico. Avvertì uno strano tepore, una calda coccola nell'animo; Sentivo come se costui, che fino a pochi attimi prima rischiava di essere il mio assassino, fosse improvvisamente diventata la persona della quale più al mondo potessi fidarmi. Uno stretto conoscente, un familiare, un amico... Non ebbi più il controllo sulle mie azioni, sulle parole che la mia bocca sputava senza freno. Mi aprii completamente, come un libro davanti al più accanito dei lettori.
    Poche e semplici domande mi vennero poste, parole ben scandite... Lente, o forse ero io che percepivo il mondo in maniera distorta, confusionaria e labile. Come dopo una serata dove il gomito ha fatto qualche movimento di troppo.
    Non potei far altro che rispondergli.
    Non molti.... Non siamo molti, o almeno, io non conosco tutti... Io penso di essere solo una marionetta.. Penso.. Credo... Non lo so.
    A casa... Di solito gli incontri li fanno nella tenuta della famiglia, la mia famiglia... Nel paese dei Demoni.
    Il piano?... Oh il piano è semplice, sono stato messo al mondo per ospitare l'anima di mio padre... Così mi hanno detto, a questo obbedisco, o almeno credo... Misako ha detto che... Forse non posso risponderti con certezza, non ho più la certezza di niente.

    Vomitai quelle parole con una leggerezza surreale, che diamine mi stava succedendo?! Il potere dello Shinobi della Foglia era davvero così terrificante e superiore al mio?
    Rimasi imbambolato con lo sguardo perso nel suo, lasciandomi cullare da quella sensazione che non riuscivo a descrivere.

    Benkei Rouchi

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    La Ferita Demoniaca
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    Il mattino successivo, dopo un periodo di cure e riposo, mi dirigo verso la stanza degli ospiti dove Benkei sta recuperando le energie dopo lo scontro. Un medico, posizionato fuori dalla sua porta, mi informa gentilmente che il suo stato non è più critico e che attualmente sta riposando.
    "Sono contenta di sentirlo dire. Meglio, dopotutto è lui che mi ha tagliuzzato per bene."
    Con un sospiro di sollievo, mi avvicino alla porta della sua stanza, rispettando il suo bisogno di riposo. La luce del mattino filtra attraverso le finestre, creando un'atmosfera serena e pacifica, che contrasta con l'intensità della battaglia appena passata. Con il braccio sinistro fasciato e immobilizzato, il Bonzo ha utilizzato una corda intorno al collo per mantenerlo stabile, seguendo la classica medicazione post-frattura, seppur non ne possegga. Nella mano destra tengo saldamente Tenseiga, la spada che ha giocato un ruolo cruciale nella battaglia appena trascorsa. Dopo che Benkei si è svenuto e la spada è stata recuperata, la stringo con cura e la tengo con rispetto, consapevole della sua importanza e delle memorie della battaglia che porta con sé. Mi avvicino alla porta della sua stanza con passo cauto, cercando di non disturbare il suo riposo.
    "Da un lato non mi va di importunarlo, ma penso che voglia sapere dov'è il cimelio della sua famiglia."
    Difronte alla porta della sua stanza, mi prendo un momento per riflettere sulla furia intensa che ha animato Benkei durante lo scontro. La mia mente è pervasa da domande inquietanti, in particolare riguardo al mio braccio sinistro, che il Bonzo ha indicato essere infettato da energie demoniache. Le domande turbinano nella mia mente come foglie portate dal vento. Mi chiedo il motivo di furia immotivata, se sia stata causata dalla battaglia o se ci sia qualcosa di più profondo e oscuro dietro a tutto ciò. La sensazione di mistero e incertezza si fonde con il silenzio della stanza, mentre mi interrogo sul significato di ciò che è accaduto e sulle implicazioni che potrebbe avere per il mio futuro. Busso tre volte alla porta del mio ospite.
    << Benkei sono Azula, posso entrare? Ho Tenseiga con me, vorrei restituirtela. >>
    Con un nodo alla gola e mille pensieri per la testa attendo notizia. Il mistero che avvolge questa situazione mi spinge a esplorare le radici del problema e a trovare una risposta che possa gettare luce sulla natura di questa energia oscura che ora si intreccia con la mia esistenza.
     
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    Narrato Pensato Parlato <<parlato personaggi secondari>> Azula


    Un caldo raggio di sole si fece coraggio attraversando le socchiuse tapparelle della finestra aperta posta sopra quel letto asettico. Mi svegliò battendomi sulla bianca pelle del viso, un tepore confortevole e per niente fastidioso. Il corpo mi doleva in vari punti, ma le varie fasciature e medicamenti vari mi faceva intendere che qualche Medico Shinobi aveva fatto il suo lavoro. Mi alzai mettendomi seduto e spostando il cuscino dietro la schiena, emisi un fievole e sommesso rantolo di dolore mentre lo sguardo si spostò velocemente da destra a sinistra per prendere coscienza della stanza. Dev'essere stato lui. Pensai scorgendo la figura di un uomo con le braccia conserte appoggiato al muro in vicino all'entrata, di fronte a me.
    <<ti sei svegliato, finalmente.>> Sentenziò schiarendosi brevemente la voce con tono infastidito. Sì, Immagino che queste... Indicai i medicamenti e le fasciature ... Siano merito tuo, grazie. L'uomo si discostò dal muro "slacciando" le braccia per lasciarle correre lungo il corpo. Mi diede le spalle voltandosi verso l'unica porta della stanza poggiando una mano sul pomello della stessa. <<e' il mio dovere, anche se a volte preferirei lasciar morire certe... Bestie.>> Abbassai lo sguardo non trovando il coraggio per rispondere a quelle poco velate parole. Aspettai di rimanere completamente solo prima di rialzarlo. La leggera brezza primaverile sulla mia schiena mi fece trovare la forza per alzarmi. Scostando le coperte mi accorsi di essere completamente fasciato, esaminando nuovamente la stanza potei notare il kimono e l'hakama ripiegati su di una sedia lignea poco distante dal letto insieme al resto dell'attrezzatura... Mancava Tenseiga. Non ci misi molto ad allacciarmi l'hakama addosso nonostante i più miseri movimenti mi dolessero dappertutto. Finii di mettermi i sandali e di allacciare anche la borsa alla vita. Mi infilai il Kimono lasciandolo slacciato, aperto sulla parte anteriore.
    Feci mente locale cercando di ricordare dove avevo visto l'ultima volta la mia preziosa Katana ma alla mente mi tornava solo le immagini di un me stesso senza controllo e con la bava alla bocca dovuta all'acquolina ed alla voglia di mangiare viva quella giovane Kunoichi <<azula..? Sì, si chiamava così... Chissà se sta bene... Maledizione....Maledizione!>> Digrignai i denti stringendomi il braccio destro con la mano facendolo sanguinare con le unghie, quando me ne accorsi mollai la presa e guardai la mano che tremava, rimasi per qualche secondo a fissarla mentre mille pensieri mi vorticavano nella testa come un tornado di caos in grado di spazzare via qualsiasi altra cosa.
    Un profondo respiro mi fece tornare alla calma, dovevo pensare lucidamente, avrei risolto la situazione ed avrei affrontato tutte le conseguenze di ciò che era successo in un secondo momento. Per prima cosa dovevo ritrovare quella maledetta Katana. Mi avvicinai alla porta quando qualcuno bussò ed una voce vagamente familiare si propagò nelle aire.
    Benkei sono Azula, posso entrare? Ho Tenseiga con me, vorrei restituirtela.
    Aprii la porta ritrovandomi la Kunoichi davanti, posi lo sguardo sul suo mento, non trovavo il coraggio di incrociare il suo.
    Principessa... La prego di perdonarmi... Per ciò che è successo intendo. Lei? Sta bene?
    Osservai la lama, mal celavo il volermene rimpadronirmene ma la situazione mi impediva di avanzare richieste con così poca grazia, aspettai quindi in silenzio che ella mi rispondesse e mi rendesse l'arma.

    Benkei Rouchi

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    La Ferita Demoniaca
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    La porta si apre con cautela, e davanti a me appare Benkei, fasciato e visibilmente scosso dalle ferite e dall'ardore della battaglia appena conclusa. I segni della lotta sono evidenti sul suo corpo, ma la determinazione nei suoi occhi rivela una forza interiore che va oltre le semplici ferite fisiche.
    "Poverino, è visibilmente scosso. Certo ha pure tentato di ammazzarmi..."
    Ci scambiamo uno sguardo silenzioso, carico di significato, consapevoli della profondità degli eventi che abbiamo condiviso. La stanza, impregnata di tensione e di storia, diventa il palcoscenico di una comprensione reciproca, un legame che si è formato nel calore della battaglia e che ora si riflette nei nostri sguardi. Alle sue parole di scusa, col suo sguardo che si abbassa immediatamente dopo il primo, inizio a ridere in maniera goffa cercando di far finta di nulla.
    << Ma va, ma va stai sereno. Non è successo nulla e sono ancora viva. >>
    Un sorriso giocoso si dipinge sul mio viso, mentre gli porgo la sua spada, Tenseiga, con un gesto di rispetto. La leggerezza nel mio tono e nel mio sorriso cerca di dissipare la gravità dell'esperienza vissuta, permettendo un breve istante di distensione tra noi.
    << Comunque non chiamarmi più principessa, la farsa è finita. Sono Azula, A-Z-U-L-A. Tieni bene a mente questo nome. Questa ti appartiene. L'hai lasciata non appena sei svenuto. >>
    Un improvviso pulsare di dolore attraversa il mio braccio sinistro, una reminiscenza delle ferite recentemente curate. Anche se il "Bonzo" ha fatto del suo meglio per mitigare il dolore, la sensazione persiste, ricordandomi che, nonostante la guarigione, le ferite possono lasciare una traccia tangibile nel corpo e nell'anima. Con un sospiro discreto, cerco di ignorare l'impulso doloroso, concentrandomi sul momento presente.
    << Ti andrebbe una tazza di thé o qualcosa da stuzzicare? Vorrei parlare con te se non ti dispiace... >> dico grattandomi la nuca con fare un po' maldestro ed imbarazzato. Nonostante le ferite rimane sempre un bel ragazzo.
    << Però stai sereno, se vuoi andare e te la senti di ripartire, puoi farlo liberamente! >>
    Ed eccoci qui, con il finto libero arbitrio. Anche se a quei tempi lo pensavo davvero!
     
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    Il sorriso e la leggerezza delle parole di Azula mi lasciavano interdetto, non dava troppo peso alla sua vita? non aveva capito la situazione? faceva finta di niente per non aggravare il mio umore? Oppure non era mai stata in serio pericolo ed io la stavo ingenuamente sottovalutando? La vidi avvicinarmi la bianca Katana posta con cura nel suo fodero purpureo, non feci troppi complimenti ed anche se con gesto delicato me ne riappriopriai senza esitazioni. Odiavo ed amavo quella sacra katana poiché simbolo della dinastia dei Rouchi ed al contempo mia inestimabile compagna.
    Comunque non chiamarmi più principessa, la farsa è finita. Sono Azula, A-Z-U-L-A. Tieni bene a mente questo nome. Questa ti appartiene. L'hai lasciata non appena sei svenuto. Sentenziò la ragazza con tono di rimprovero, Come preferisci, Azula... Grazie per avermela riportata. Mentre cercavo di essere il più cordiale possibile notai, grazie allo sguardo tenuto basso, un gesto, come uno spasmo di dolore malcelato proveniente dal braccio fasciato della Kunoichi. Quello stesso braccio che la furia di Inugami ha cercato di mozzarli via. Deve considerarsi fortunata se gli fa male e basta.. Il suo sospiro riportò la mia attenzione al presente lasciando che i pensieri si sciogliessero e perdessero in angoli remoti della mia mente, angoli nei quali mi sono sempre ben riguardato dal farci luce. Con modi garbati ed un atteggiamento da ragazzina imbarazzata mi chiese se volessi bere qualcosa, sembrava quasi un pretesto per portarmi in qualche posto appartato... "Puoi farlo liberamente!" non mi piaceva il modo in cui lo disse, quelle parole suonavano al contrario per qualche ragione. Che si voglia vendicare dell'onta subita?... O quel cazzo di Daimyo ha escogitato qualcosa?!... E se fosse stata tutta una cazzo di trappola?!?! Calmati Ben, calmati, il Daimyo di per se non ha potere se non con l'appoggio dei vilaggi ninja, e Konoha non si metterebbe mai contro Kumo. Rapire me o peggio significherebbe dichiarare guerra a Kumo... Sempre che non mi succeda un incidente misterioso o che.... Kumo... Non mi abbia venduto.... Cazzo.. Cazzo... CAZZO! Non avrei dovuto mostrarmi in quelle stramaledette condizioni, se anche scappassi ora mi metterebbero una squadra speciale alle calcagne..E se veramente Kumo mi ha venduto ed arrivassi sino a lì sarebbe comunque inutile... Maledizione, non sarei mai dovuto venire qui, tantomeno mettermi al servizio di una terra che non è la mia... Le paranoie iniziavano a farsi vive, lasciando che sulla schiena e sulla fronte scendessero goccie di ghiaccio sudore. Ero un "Soggetto particolare" che tanti villaggi avrebbero voluto studiare per cerpirne i segreti e le potenzialità, sviscerando quella che era la mia "Razza". Sino ad oggi ero stato protetto da qualche losco conoscente di Ryuunosuke e dal suo denaro, ma ora non godevo più dell'appoggio nè di uno nè de l'altro. Avrei dovuto guardarmi bene le spalle e tutta questa strana situazione ad iniziare dall'invito personale da parte del Daimyo di fuoco a quella manifestazione puzzava sin troppo... Forse ora avevo capito. Ma se avessi avuto ragione e non fossero gli antidolorifici ad offuscare i miei pensieri sarebbe comunque stato troppo tardi; Dovevo fare buon viso a cattivo gioco e portare avanti un teatrino fino a che non avessi trovato il modo giusto di squagliarmela.
    Socchiusi gli occhi per qualche secondo cercando di riportare il focus su ciò che mi circondava, un sorriso palesemente falso nei confronti della ragazza e poche semplici parole in sua risposta cercando di nascondere sotto una maschera la paura che mi attanagliava.
    Ma certo... Fai strada. Risposi chiudendo il Kimono e legando Tenseiga ben stretta in vita, non riuscì a trattenermi dal poggiarci la mano sinistra sopra, pronto a difendermi da eventuali aggressori.

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    Edited by KaneBauII Principe di Vallacchia - 9/1/2024, 18:00
     
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    La Ferita Demoniaca
    Il Principe del Dubbio


    Il Principe consente di muoversi con me, e il mio sorriso diventa visibilmente entusiasta. Festeggio brevemente, ma poi mi avvicino al suo orecchio e sussurro con un tono di confidenza:
    << Sarà meglio, però, uscire da qui. >>
    Durante il nostro tragitto, non posso fare a meno di nutrire alcuni dubbi e una domanda mi assale continuamente attimo dopo attimo. Attraversiamo corridoi silenziosi e incontriamo alcuni membri della servitù, che scrutano il Principe con sospetto. La tensione è palpabile nell'aria, e mi domando come reagiranno alla sua presenza. Tuttavia, procediamo con determinazione. Giungiamo infine poco prima dell'uscita, dove Minazuki Inuzuka è appoggiata al cancello insieme ai suoi lupi. Il suo sguardo scrutatore cade sul Principe, e nonostante la sua espressione sospettosa, rivolge a lui delle parole che esprimono soddisfazione per il fatto che sta bene.
    << Ohy Spadaccino. Sono contenta che ti sei ripreso. Gran bella lama, comunque, bella tagliente. >>
    La situazione è delicata, ma sembra che, almeno momentaneamente, il Principe abbia guadagnato la sua approvazione. La ragazza poggia una mano sulla mia spalla e con un cenno sembriamo immediatamente capirci, sull'attenzione reciproca. Dopo aver superato i cancelli della magione del Daimyo, sento un'ondata di sollievo che mi fa tirare un profondo sospiro. Cerco di stemperare la tensione con un sorriso e una battuta leggera, dicendo:
    << Quell'ansia stava per ammazzarmi. Che luogo è mai quello? Sembra che ogni passo possa causare uno scandalo. >>
    Poco dopo giungiamo in un accogliente locale di ramen. Dopo aver fatto le nostre ordinazioni e mentre attendiamo il cibo, decido di affrontare la questione direttamente:
    << Cosa è successo, Benkei? Tutto sembrava orchestrato dallo zio, ma mi chiedo se anche tu ne sapevi qualcosa. >>
    Sospiro, somministrando dell'acqua in ambodue i bicchieri.
    << Con calma. Prima di parlare di politica, che schifo, mi domando che cosa tu sia e cosa ha generato quella furia immonda. Sei liberissimo di non rispondere ed andare via se la cosa ti turba. >>
    Dico osservando il mio interlocutore e carnefice dritto negli occhi. Il profumo del brodo caldo e delle spezie riempie l'aria mentre un cameriere si avvicina portando i nostri piatti di ramen fumanti. Il vapore danza delicatamente nell'aria, avvolgendo ogni boccone in un'atmosfera avvolgente. Il rumore sibilante del brodo, unito al tintinnio delle bacchette, crea una sinfonia che anticipa il piacere del pasto. I colori vivaci degli ingredienti galleggianti nel brodo attirano lo sguardo, rendendo il tutto un'esperienza non solo gustativa ma anche visiva.
     
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    The Half-Demon Prince.

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    Narrato Pensato Parlato <<parlato personaggi secondari>> Azula


    Seguii la Kunoichi per i corridoi della magione, gli occhi dei servi si poggiavano sulla mia figura con un misto di curiosità e diffidenza. Cercavo di non dare peso alla cosa, ma su di loro, sotto le loro vesti, nella tipologia di movimenti e nei più infimi particolari cercavo un segnale di pericolo. Avevo i nervi a fior di pelle, un movimento brusco e sarei stato pronto a fuggire come un cerbiatto spaventato. Dopotutto non potevo sapere che tipo di "schiavitù" era in uso da queste parti, se fossero o meno addestrati intendo. Nel palazzo di famiglia per esempio solo chi sapeva come impugnare una katana e di conseguenza uccidere poteva servire... Ma questi sguatteri sembravano di tutt'altra risma. Tuttavia non volevo abbassare la guardia, il timore di ciò che sarebbe potuto accadere era troppo soverchiante per poterlo semplicemente riporre in un angolo come un vecchio gioco oramai dimenticato. Mantenni un passo abbastanza svelto mentre la seguivo, avevo come l'impressione che anche la ragazza non volesse rimanere tra quelle mura, la cosa mi insospettiva non poco. Ad attenderci all'uscita c'era un'altra Kunoichi, sembrava accompagnata da dei lupi, questo mi fece sussultare sul posto, la loro vista mi riportò subito alla mente le vestigia di mio padre, la sua vera forma perlomeno. E' forse uno scherzo?! O vogliano farmi capire che sanno...? La mia mano sinistra saettò verso Tenseiga ma senza estrarla, Non Ancora. Mi ripetevo. Ripresi a camminare come se niente fosse ma sentivo il suo sguardo addosso sino a che non le giungemmo abbastanza vicino da poter sentire il fetore dei suoi animaletti da compagnia. << Ohy Spadaccino. Sono contenta che ti sei ripreso. Gran bella lama, comunque, bella tagliente.>> Recitò l'Inuzuka. Accennai un sorriso, forzato, falso, insicuro. Nelle sue parole non riuscivo a scovare falsità, ma chi ero io per giudicare le doti attoriali di un Ninja? Dopotutto, falsità, menzogne e recite erano il pane quotidiano per mantenere lo status quo tra villaggi e Shinobi di ogni calibro. Grazie. Risposi squadranto la sua longilinea figura mentre si scambiava un cenno di intesa, alquanto sospetto, con la mia "accompagnatrice". Più andavamo avanti più mi sentivo come un cazzo di topo in gabbia, una preda che da sola si stava mettendo in bocca al suo predatore, l'ansia mi cingeva la gola al punto che deglutire era diventato fastidioso. Ero troppo perso dai miei pensieri per porre attenzione alle parole di Azula, quando mi accorsi che mi stava parlando era oramai troppo tardi, annui senza sapere a cosa. Ci ritrovammo in una betola che seriva ramen, il classico posto che qualcuno avrebbe potuto descrivere come accogliente ma che dal mio punto di vista altro non era che uno squallido buco di culo che serviva cibo volgare. Seduti leggermente in disparte la Kunoichi iniziò il suo interrogatorio, fremeva per pormi le sue domande. Cosa è successo, Benkei? Tutto sembrava orchestrato dallo zio, ma mi chiedo se anche tu ne sapevi qualcosa. Io sono solo stato mandato qua per volere di Kumo, sotto precisa richiesta di tuo zio.
    Con calma. Prima di parlare di politica, che schifo, mi domando che cosa tu sia e cosa ha generato quella furia immonda. Sei liberissimo di non rispondere ed andare via se la cosa ti turba. Lei sapeva? Non sapeva? Era una pedina o un pezzo importante? La sua era curiosità personale o c'era qualcosa sotto? E poi come cazzo si permetteva?! "Che cosa tu sia?"?! "CHE COSA TU SIA?"?!? Stupida, volgare e sporca troia, come cazzo si permetteva? Serrai i pugni e la guardai dritta negli occhi. Cosa... Sono? Eh... Io sono il Principe Benkei Rouchi, figlio della più grande delle dinastie, erede del sang.... Mi fermai, i miei toni si erano alzati sin troppo, non volevo attirare l'attenzione e non dovevo sproloquiare. ... Quello che è successo, per quanto tu ne sia stata vittima... E per questo me ne rammarico, non sono affari che ti riguardano. Oramai il "Lei" che gli era stato sin troppo concesso nelle scorse conversazioni era andato bruciato, era riuscita a farmi alterare con veramente poco, penso che si potesse vedere molto bene. Non so se fu colpa del mio stato di nervosismo, ma le sue parole... QUELLE parole, risuonarono come un coltello nel mio cuore.
    Ci venne servito il ramen, Azula aveva scelto per me, probabilmente vedendomi restio a mangiare tali brodaglie, ovviamente nonostante la fame mi tenni ben lontano da quel cibo spazzatura.
    Grattando le unghie sul ligneo tavolo e lasciandovi un leggero solco, testimonianza vivida del mio passaggio, mi alzai in piedi, guardandola dall'alto. In quel momento capii che non ero più un Principe, non nel senso classico, ma il mio posto restava quello, in alto sulla scala gerarchica e sulla catena alimentare. Come avevo potuto abbassarmi a tanto negli ultimi tempi? A sottopormi a strazianti servigi per Kumo o per qualsiasi altro fottutissimo paese che non fosse il mio? Grazie del... Pasto, Azula. Proclamai tirando una fulgida occhiata alla ciotola intonsa. Ma ora devo andare, Kumo mi aspetta, se ti devo o vi devo qualcosa per le cura fammelo sapere, sarà mia premura..... Saldare i conti. Quelle ultime parole avevano il senso neanche troppo velato di ciò che sembravano voler trasmettere, mi diressi verso l'uscita con l'intenzione di lasciare quel luogo con il fetore di cipolle e spezie. Avevo furia di farlo, non volevo rimanere a Konoha, non mi fidavo di quella gente, non riuscivo a fidarmi degli Shinobi di Kumo che comunque avevano "qualcosa a che fare" con me. Figuriamoci con questi, un paese che porta il simbolo del fuoco con tanto elogio non poteva che essere un covo di bastardi pronti a dare alle fiamme uno come me e ciò che rappresentavo solo per infondate credenze e convinzioni.

    Benkei Rouchi

    ChakraStato FisicoStato Psichico
    150IllesoDeciso
    Doppia borsaRadiolina
    Cimice: 2/3
    Mappa del Chakra
    Kit di Pronto soccorso
    Carta-Bomba: 5/5
    Palla Gelo: 3/5
    Palla Luce: 2/2
    FoderoTenseiga (Spada Omoikurai forgiata chakra base)
    NoteCoprifronte spalla sinistra
    Forza: 0/4
    Velocità: 0/4
    Agilità: 0/4
    Resistenza: 0/4
    Nota:
     


     
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    The King of Kings

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    La Ferita Demoniaca
    Arrivederci


    La rabbia della kunoichi Minazuki Inuzuka, solitamente presente e pronta con la sua allegria, contribuisce a creare un vuoto nell'atmosfera ed a mettere a disagio quel povero disgraziato della nuvola. La servitù che si muove silenziosamente nei dintorni sembra avvertire il disagio, ma nessuno osa intromettersi in quella sottile barriera di silenzio. E questa sensazione e sentimento di estraneità si percepisce anche all'interno del locale di ramen. Il pasto procede in un'atmosfera carica di silenzio e tensione. Il fruscio delle bacchette e il sibilo del brodo sono interrotti solo da sporadici scambi di sguardi tra me e Benkei. Le espressioni sul suo volto rivelano confusione e perplessità, come se cercasse di elaborare gli eventi avvenuti durante lo scontro e le conseguenze che ne sono derivate. Nonostante l'aroma del ramen tenti di addolcire la situazione, la conversazione rimane confinata in un territorio incerto.
    "Cosa è che lo spaventa così tanto?"
    Il suo sguardo rifletteva una miscela di confusione e paura mentre tentava di trovare il modo giusto per comunicarmi la sua situazione. Vengo a conoscenza che lui sapeva di dover raggiungere Konoha su richiesta del Daimyo, mio zio, ma sembra tormentato dall'incapacità di rivelarmi i dettagli. La tensione nell'aria era palpabile quando, visibilmente spaventato, si scusò per il disagio che la sua presenza stava causando. Il suo "lei", dettato dal mio retaggio forse, molto forzato fin dall'inizio in cui lo conobbi finalmente ha lasciato spazio al tu personale, dicendo che, per quanto rammaricato dell'accaduto, non sono affatto affari che mi riguardano. Questo mi fa abbastanza sorridere, finalmente si è rivelato per quello che è: un essere umano. E questa è la cosa più importante. Benkei sembrava agitato e nervoso, come se portasse su di sé un peso che lo opprimesse. Mentre cercava le parole giuste, potevo percepire il sudore che gli perlava sulla fronte, segno evidente di una tensione interiore. I suoi occhi, di solito fieri e risoluti, riflettevano ora un'ombra di preoccupazione e timidezza. A malapena terminato il pasto, senza dare spazio a ulteriori spiegazioni, si alzò e si allontanò dalla tavola. Nel suo addio frettoloso, mi disse di tornare alla Nuvola e di comunicargli eventuali questioni da risolvere. I suoi movimenti erano incerti, come se stesse cercando di trovare il coraggio necessario per affrontare una situazione difficile. Il modo in cui si allontanò dalla tavola era quasi frettoloso, come se volesse distanziarsi da qualcosa che lo opprimeva, e quel qualcosa eravamo io e Konoha.
    << Benkei, sono Azula. Non dimenticarlo mai e se mai un giorno tu abbia bisogno di una mano di aiuto io ci sarò. >> esordisco con queste promesse stile anime anni ottanta, ma è realmente quello che penso sfoggiando uno dei miei più bei sorrisi. Quel ragazzo, così truce e spaventato ma pure di buona educazione tiene sulle proprie spalle un fardello che nessuno al di fuori di lui può comprendere. << Ci rivedremo sicuramente Principe Benkei Rouchi. Questo non è un addio, ma un arrivederci. >>
    Che poi, per carità, questa può sembrare benissimo una minaccia che una cosa di buon auspicio. Ma sicuramente la prossima volta che incontrerò questo shinobi di temibile potenza, non mi farò trovare impreparata. E sicuramente non sarò più la stessa. Dopo che Benkei si allontanò, lasciando dietro di sé un'atmosfera tesa e confusa, decisi di concentrarmi sul pasto di ramen davanti a me. Mentre continuavo a mangiare e bere, cercavo di scrollarmi di dosso la tensione che si era insinuata nell'aria. La giornata, iniziata con l'entusiasmo di un duello e terminata con il mistero delle sue parole inespresse, mi portava a riflettere su quanto poco sapevo di ciò che stava accadendo.
    "E' come ha detto quella Kunoichi con l'aspetto di Shizuka. Mio zio sta combinando qualcosa, e per aver convocato questo ragazzo ha qualcosa di sinistro in mente. Povero Benkei, vittima di eventi che nemmeno conosce. Beh, nemmeno io spicco di arguzia quando si tratta del Daimyo."
    Lo squarcio nel braccio sinistro in un futuro non molto prossimo avrebbe portato cambiamenti epocali, avrebbe deturpato definitivamente il mio corpo. Ma questo, ad oggi, sorseggiando la brodaglia del ramen nessuno lo può sapere.
     
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