Addestramento Speciale Supaku Handoru

Supaku stirò i muscoli della schiena tirando un profondo sbadiglio. Ultimamente ho sempre troppo sonno... si rimproverò cercando di scrollare la testa e riprendersi dall'intorpidimento mentale che lo aveva travolto.
Devo riprendermi...per gli spiriti ultimamente mi sembra di avere il cervello nell'ovatta... Fece un paio di saltelli sul posto per vedere di riattivare la circolazione, di solito funzionava. Alla fine decise di muoversi e uscire nel corridoio bianco asettico tipico di ogni corridoio del Covo.
Il ninja cominciò ad imboccare una serie di porte, scale ed ascensori dirigendosi a colpo sicuro in quel dedalo di cunicoli tutti uguali per andare dritto verso il campo di addestramento.
Kaori si era rirpesa in quel periodo, lo sapeva perché aveva richiesto lui di esser posto a guardia della ragazza. Nonostante non avesse scambiato più di qualche parola con la kunoichi aveva vigilato in silenzio un paio di stanze di distanza dalla porta dove era ricoverata per fare in modo di non farla sentire sempre osservata. La disposizione della sezione operatoria e di degenza era posta in un cunicolo che non aveva sbocchi sull'esterno tranne uno quindi era bastato sistemarsi all'uscita di esso per essere sicuro, relativamente che questa non scappasse. Non che ci fosse un reale timore, l'albino era relativamente sicuro che essa sapesse tenere alla parola data.
Così quando lei lo aveva contattato per informarlo che era pronta a svolgere l'addestramento per lui, non gli era quasi sembrato vero. Chissà cosa mi aspetterà, sono proprio curioso di vedere fino a che punto potrò spingermi per ottenere questa mistica tecnicha di Kirigakure...Purtroppo persino lo Sharingan ha dei limiti. Il che era un po' triste se ci pensava. Aveva speso fior di quattrini per quell'aggiunta al suo repertorio di Jutsu. Il trapianto all'occhio sinistro, le sfide passate che lo avevano condotto a vedere le tomoe crescere, i duri addestramenti per apprendere le tecniche base del Clan. Non era un fanatico di Genjutsu quindi aveva deciso di fermarsi dove avrebbe potuto visto che li riteneva fin troppo tediosi. A volte era più facile spaventare l'avversario con una vera minaccia che con qualche trucchetto, certo, i trucchetti spesso erano utili per ottenere quello che voleva senza spargimento di sangue. La cosa più triste era che quel Doujutsu sembrava inflazionato, aveva conosciuto fin troppi shinobi che ora sembravano possederlo, e doveva ammettere che più esso diventava comune più era difficile che mantenesse la propria efficienza. Quando tutti saremo speciali...allora nessuno lo sarà più...
Spinse con forza la porta d'acciaio che dava sul campo di addestramento sotterraneo aprendosi un una vasta grotta illuminata da bracieri. La stanza era un quadrato con cinquanta metri per lato e colonne di roccia dal diametro di tre metri che andavano dal pavimento al soffitto che percorrevano il perimetro della stanza. Era principalmente vuota se non per una poriticina di metallo sul lato destro che dava su uno sgabuzzino dove era possibile trovare qualsiasi strumento utile per svolger un addestramento: palle di gomma, catini d'acqua, campane, manichini, palloncino, centri di legno per il tiro a bersaglio e così via.
Il ragazzo si sedette a gambe incrociate al centro della stanza nella posizione del loto mentre attendeva l'arrivo della sua maestra.

Un rumore metallico della serratura che scattava echeggiò nella grande arena di allenamento. Supaku aprì l'unico occhio dorato osservando la figura che si fece avanti nella grande stanza. Kaori era stata davvero di parola. Una parte dell'albino continuava a non crederci. Mi aspetto ancora che da un momento all'altro la ragazza si dissolva in una nuvola di fumo rivelando un Kage Bunshin mentre l'originale tenta ancora la fuga...Poco saggio ma non prevedibile.
Nonostante tutto non rivelò dal proprio visto quella incertezza mentre si sollevava in piedi e aspettava che la ragazza gli si facesse vicino.
Molto bene Supaku Handoru, sembra che questo sia il giorno in cui entrerai in possesso di uno dei tesori che Kirigakure custodisce più gelosamente... Sono passati anni ormai da quando insegnavo ai marmocchi in accademia, quindi ti chiedo scusa se i miei metodi didattici saranno un po'arrugginiti, ma prima di cominciare dimmi... Cosa sai tu della Muon Satsujin?
Il ninja la osservò per qualche secondo cercando di raccogliere i pensieri. Kaori si era ripresa in tempi da record, nonostante parte del proprio corpo fosse mutata per sempre la ragazza sembrava essersi adattata straordinariamente ai "nuovi" arti. Il passaggio dei geni sulla propria pelle però si era manifestato nei capelli screziati di verde oltre che nella pelle innaturalmente pallida.
Quello che so? disse cercando di formulare meglio le parole. Beh so che è un Jutsu segreto di Kirigakure, precisamente il Jutsu che vi permette di muovervi così bene nella Kigirakure no Jutsu...Ho sempre sospettato si trattasse di un Jutsu senza sigilli che vi permettesse di percepire altre persone e persino i Jutsu, ma a parte questo non so esattamente quale sia il funzionamento o il principio che muove questo Jutsu. Diciamo che i Kiriani non sono così propensi a raccontare come funzionano le loro tecniche quando stanno combattendo contro di me... Sorrise non mancando di notare come non avesse fatto riferimento a Kaori come parte dei Kiriani, ormai era una traditrice e, come lui, aveva perso ogni connessione al proprio villaggio, almeno quello era ciò che il coprifronte rigato doveva stare a simboleggiare. Si fermò dal precisare che i Kiriani di solito morivano sotto le sue mani anche fin troppo velocemente perché lui potesse interrogarli sulla Muon. Non gli sembrava adatto comunque menzionare quella parte, sospettava che Kaori avesse avuto la sua porzioni di omicidi con cui aveva a che fare, tutti i ninja di un certo livello l'avevano, ma era sempre poco "educato" sventolare la propria attività di assassino davanti ad un collega. Si passava per psicopatici, il che non era il massimo. Aveva conosciuto ninja che l'avevano fatto, non erano persone con cui avesse avuto voglia di stringere rapporti, tantomeno rinchiudersi in una stanza per farsi insegnare da loro tecniche.

Senti qui le rivelazioni! Quindi è un taijutsu?! Interessante... Supaku si passò una mano tra i folti capelli bianchi mentre rifletteva sulle implicazioni che una simile informazione poteva procurargli.
Crescendo in un ambiente del genere capirai bene che il tuo corpo si deve adattare, l'olfatto si fa più fine e l'udito più acuto, la Muon non fa che andare ad affinare i sensi grazie al chakra, così come avviene normalmente con i muscoli durante l'esecuzione dei Taijutsu.
Posso solo immaginare, quasi come una se diventasse per voi una seconda natura...In effetti un taijutsu ha più senso di un ninjutsu... Si riteneva ormai un esperto nelle arti magiche ed effettivamente i Ninjutsu senza sigilli di solito richiedevano una grandissima conoscenza del ninja nell'elemento prescelto oltre che una dedizione fuori dal comune, non era facile imparare a padroneggiare una tale arte, almeno non per tutti, cosa che invece quando aveva visto i Kiriani destreggiarsi nella nebbia, o in altre situazioni, mai li aveva scorti ad eseguire sigilli. Che magari una manciata di esperti potesse eseguire un jutsu senza sigilli ci stava ma ogni singolo ninja, no quello era troppo. Un taijutsu invece, usare il chakra per potenziare i propri sensi oltre i normali limiti dell'umano, poteva essere il risultato di anni di pratica, tramandato da generazione dopo generazione.
Mentre rifletteva Kaori aveva continuato a parlare e si era avvicinata ad una rastrelliera dove erano riposti gli oggetti di addestramento per poi trovare qualcosa che gli venne lanciato. Supaku lo afferrò al volo, sentendo già nelle proprie mani la stoffa ruvida. Ahia, so già come andrà a finire... disse l'abino srotolando la benda di colore bianco giallastro. Per un attimo si interrogò su ciò che quell'addestramento avrebbe comportato. Il primo pensiero fu quello tipico di ogni ninja che avesse passato ormai fin troppo tempo ad Iwakagure. Bendarmi per lasciarmi vulnerabile al mio addestratore? Siam pazzi? Un brivido corse lungo la sua spina dorsale mentre cercava di lottare contro ogni fibra del proprio corpo che si rifutava di mettersi in una posizione così vulnerabile davanti ad un altro ninja.
Scrollò il corpo, come a volersi scrollare di dosso tutta quella reticenza ed un sorriso storto gli si stampò in faccia. A dire il vero sembrò più una smorfia che un sorriso. Sollevò la benda che puzzava di sudore e muffa vicino al viso, si fermò un secondo poi fu più deciso e se la avvolse stretta intorno agli occhi.
No, domande precise no...penso sia il caso di iniziare vero? Dimmi, quale sarà la prima prova? parlò all'aria davanti a sé mentre cercava di sforzare già i propri sensi a collaborare con lui e permettergli di intuire se Kaori stesse per tirargli un brutto colpo.
Rilassati, non sarà come in quel bordello della terra del Cielo...Andrà tutto bene....Sei pur sempre un ninja piuttosto difficile da uccidere su...Che consolazione del cazzo...Posso sempre morire Strinse la mascella cercando di rilassarsi, sarebbe stato fondamentale per lui essere nella migliore delle condizioni mentali altrimenti ci avrebbe messo anni per apprendere quel Jutsu. Cacciò un profondo respiro, cercando di soffiare fuori da sè con quel soffio d'aria tutta la propria ansia e preoccupazione. Magari non mi dispiacerebbe che Kaori cercasse di uccidermi...almeno lei potrebbe mettere fine a tutto questo gli disse una vocina nelle profondità della sua testa. Era preoccupato del fatto che quella voce spuntasse sempre più spesso fuori, non era mai capitato che lui indugiasse così tanto in quei pensieri.

Come ti ho detto la Muon non è altro che la versione potenziata dal chakra di quello che ogni Kiriano fa tutti i giorni. Ti ho fatto bendare perché questo è il modo migliore per metterti nella condizione funzionale in cui ti troverai ad usare la tecnica. Per iniziare concentrati per bene sull'olfatto e sull'udito, il fatto che ti manchi un occhio ci faciliterà il lavoro. Nella vita di tutti i giorni sei il primo a rendersi conto di quanto la vista possa essere ingannevole, l'avere un occhio solo distorce le prospettive e obbliga il tuo cervello ad elaborare maggiormente tutte le altre afferenze per darti un immagine chiara del mondo che ti circonda.
Le parole della ragazza lo fecero sorridere. Avrebbe voluto correggerla sul fatto di non avere un occhio solo, come se rivelare una informazione del genere, vitale per molti ninja, per lui non fosse nulla di che. Saperlo o non saperlo non le darebbe nessun vantaggio su di me. si disse mentre la sua mente non poteva fare a meno di continuare a calcolare, soppesare, ogni singola informazione che la Kunoichi avrebbe ricavato su di lui durante quell'allenamento. Una parte di lui riteneva tutto quel giochino delle tre carte sul confondere le acque e le informazioni dell'avversario stupida. Ad un certo livello i ninja erano costretti a giocare tutte le proprie carte e gli avversari abbastanza esperti da non poter essere ingannati facilmente da un singolo bluff, l'esperienza ti insegnava a discernere più facilmente le menzogne dalle verità, sopratutto quando si trattata di Kekkei Genkai. Scosse la testa, tornando sul proprio addestramento, concentrandosi sul presente e non divagando sul passato, come era troppo solito fare. C'era della verità nelle parole di Kaori però, il novanta per cento della sua giornata era passata con un occhio solo e questo gli aveva insegnato a non fidarsi troppo della propria vista, a cercare sempre di colmare il buio sul lato sinistro con altro, con i suoi sensi. Non era un esperto però, se per un certo periodo la Chakra no Kyshin aveva fatto il suo dovere la sua incapacità di non potervi più ricorrere ultiamente lo aveva reso ancora più "cieco" di quanto non si sentisse.
Concentrati sull'olfatto, prova a sentire l'odore della terra sul pavimento, l'odore ferroso delle armi nelle rastrelliere e quello più amaro dell'olio usato per la loro manutenzione... Lavoraci per qualche minuto, poi passa all'udito... C'è un ronzio secco proveniente dal condotto di areazione, ascolta il rumore dei miei vestiti mentre mi muovo e dimmi come va...
Le parole della ragazza cercarono di guidarne i suoi sensi ma Supaku trovò incredibilmente difficile percepire quello che lei gli stava narrando. L'aria era stantia, umida, tipica di ogni grotta del Covo. Poteva quasi avvertire il sentore terroso del pavimento, solo perché era fin troppo solito allenarsi in quella stanza e percepire le particelle che si sollevavano in aria ad ogni salto e scatto era quasi naturale per lui ma oltre quello...Quasi impossibile.
La fai incredibilmente facile...Quello che sento...è poco o niente...Avverto l'odore polveroso del terreno, il sentore appena accenato della lavanda che proviene dai miei abiti lavati, quello del sudore acre che sta sulla benda dei miei occhi ed il cuoio della mia cintura...Ma sentire le armi...niente...Quanto al suono... Cercò di sforzarsi ma non avvertì il minimo suono provenire da nessuna parte. Aveva sospettato se qualcosa fosse stato facile da avvertire sarebbe stato il rumore delle vesti di Kaori che frusciavano al suo movimento ma invece nulla. Sei sicura di esserti davvero mossa? Non avverto il minimo suono... Una parte di Supaku sprofondò in un lieve senso di panico, che Kaori se ne fosse andata e lo avesse lasciato lì? La mano si portò pericolosamente vicina alla custodia delle armi nella tasca da coscia ma poi si ritrasse.
No, doveva fidarsi.
È davvero importante? Fidarsi? Scosse la testa, doveva rimanere concentrato, questi pensieri non servivano ad altro che a distrarlo. Cercò di tornare con la mente sui suoi sensi, l'olfatto, l'udito. Triò un profondo respiro. Il rumore distante della ventola dell'areazione, riusciva ad avvertirlo adesso. Cercò di tornare sull'olfatto, cercando di percepire l'odore di olio e di ferro delle armi da allenamento. Niente, l'odore dell'umido e della terra però sovrastava ogni cosa.
Niente, avverto il lieve rumore della ventola dell'areazione, ma non sento il rumore dei tuoi vestiti, né riesco ad avvertire l'odore delle armi nella rastrelliera...

Le parole della ragazza arrivarono da un punto molto più vicino di quanto non si fosse aspettato. Il ninja dai capelli bianchi per poco non sobbalzò sul posto quando l'alito caldo della kunoichi gli sussurrò nell'orecchio. Porca puttana, quando è arrivata lì??? Cercò di calmare ogni parte del proprio corpo, perché agitarsi? Doveva fidarsi. I muscoli sulle spalle si tesero ma l'addestramento ebbe la meglio sull'istinto e non si mosse di un secondo. Tutti questi pensieri ti impediscono di concentrarti sul lavoro che devi portare a termine...prendi le informazioni che ti sta dando e fanne tesoro... Si redarguì mentalmente. Non fu affatto facile. Supaku aveva passato l'ultimo anno della sua vita a lasciar andare il proprio corpo in preda a qualsiasi impulso od emozione che lo avesse attraversato. Controllarsi, gli riusciva più difficile di quanto non fosse stato per lui poco più di due anni prima, quando si vantava di avere tutto sotto controllo.
Mentre lottava contro sè stesso però, le parole della ragazza vennero filtrate ed analizzate nella sua testa. Era vero che fino a quando non si era bendato, la sua mente non aveva prestato attenzione all'odore delle cose a lui più vicine, seppur fosse già in grado di percepirle. Questo...è interessante...incredibilmente interessante e proprio così, improvvisamente, qualcosa scattò nel suo cervello. La parte che amava apprendere ogni cosa, prese il sopravvento, schiacciando la paranoia e l'ansia che lo pervadevano. Di colpo la sua mente si concentrò su quell'unico obiettivo: capire e fare proprio quel nuovo metodo. Apprendere e lasciare che la concentrazione arrivasse attraverso qualcosa di differente dal ferreo controllo, ormai a lui inafferrabile, ma dal lasciarsi andare al flusso delle cose.
Hai ragione, questi odori erano alla mia portata fin dall'inizio, ma solo concentrandomi ho potuto permettere alla mia mente di analizzarli, identificarli. Si passò una mano sul mento, le dita che accarezzavano la mascella mentre rifletteva.
Kaori però continuò, spiegandogli che in ciò consisteva l'utilizzo della Muon e come partire a concentrare il Chakra nel proprio naso al fine di acuire il senso dell'olfatto. Quindi cominceremo da qui...immagino che sia un procedimento simile ma non uguale per l'udito...Del resto sono due sensi completamente differenti.
Poi Kaori fece l'allusione al campo di sciroppo, una tecnica Suiton che lui aveva visto mille volte e persino padroneggiato. L'idea era trattare il chakra come un campo viscoso, in grado di intrappolare gli odori che arrivavano a quella parte del naso, un modo migliore per catturare e far permanere odori che, normalmente, attraversavano il suo naso per poco più di una frazione di secondo.
Concentrare il Chakra nel mio bulbo olfattivo dici...Fare in modo che sia denso come il Suiton manipolato dal Campo di Sciroppo, questa è una analogia che posso seguire meglio...Grazie per l'esempio, forse più orientato al mio campo.. Ridacchiò prima di interrompere ogni suono e concentrarsi.
Inclinò la testa leggermente cominciando a folcalizzare tutta l'attenzione sul suo naso e gli odori che ad esso arrivavano. Prese un profondo respiro, espirò. Inspirò di nuovo ed espirò ancora. Piano piano, un poco alla volta cercò di concentrarsi su ogni singola nota, ogni singolo sentore che attraversavano le sue narici. Tornarono gli odori di lavanda, polvere ed umidità, seppur attutiti, come aveva imparato con l'esperienza il naso si abituava ad alcuni odori troppo persistenti, quasi facendoli scendere in secondo piano, per evitare che il suo senso dell'olfatto venisse bombardato dallo stesso odore in continuazione. Sembrava strano ma ora doveva fare l'opposto, doveva bombardare il proprio naso con quegli odori ed altri ancora, nascosti da essi, più lontani, più flebili.
Aggrottò le sopracciglia, cominciando a concentrare il Chakra all'interno del proprio bulbo olfattivo, così lo aveva chiamato Kaori, nella posizione che lei gli aveva descritto. Poco dietro il proprio naso. Spinse il Chakra, accumulandolo come aveva imparato con anni di esperienza, intorno al bulbo. Sentì un lieve calore propagarsi dietro al naso. Lo impastò più a più volte, addensandolo in una sostanza così viscida e compatta da essere di molteplici gradi superiore a quello del campo di sciroppo e poi...
AHHH Urlò tenendo entrambe le mani sul proprio naso mentre un dolore terribile gli attraversava le narici. Fu come se mille aghi appuntiti gli avessero trafitto il naso. Gli odori arrivarono tutti insieme: sabbia, sudore, terra, umidità, olio, ferro, la lavanda dei suoi abiti, l'odore di pulito e sterilizzato che promanava ancora dalle vesti di Kaori per la lunga degenza nelle stanze di ospedale. Tutto arrivò troppo in fretta, troppo prepotendemente e lui non riuscì a controllarlo.
Spiriti! Borbottò strofinandosi il naso con forza, come se quello potesse servire a qualcosa. Devo aver immesso troppo Chakra, ho sentito tutto ma tutto troppo in fretta e tutto mi è arrivato addosso all'improvviso... Gemette di nuovo scuotendo la testa e chinandosi appoggiando le mani sulle ginocchia. Immagino che tu non possa darmi una indicazione sul quantitativo di Chakra che devo impiegare vero? devo aver esagerato...Spero di non aver danneggiato qualcosa... Disse all'aria intorno a lui, non riusciendo ad identificare la presenza di Kaori con precisione. Si risollevò diritto cercando di riprendere il controllo.
Riprovo disse senza aspettare risposta della ragazza. Inspirò di nuovo ed espirò ancora una volta. Poi concentrò il Chakra nel bulbo, addensandolo, stavolta in misura minore, come una piccola biglia, sentendo il calore arrivare in maniera molto più leggera e cominciando a percepire qualcosa.

Supaku era immobile. Le gambe leggermente piegate, il peso posizionato su entrambe mentre allargava le braccia leggermente, i palmi rivolti verso l'alto. la concentrazione stava diventando parte di lui. Sentì le parole di Kaori attravergli le orecchie mentre ogni grammo della sua testa era attivamente concentrata sul proprio naso.
Sugli odori. Mentre la ragazza aveva parlato lui aveva inspirato già un paio di volte, seguendo le istruzioni della sua sensei quasi più inconsciamente che direttamente. Aveva modulato il Chakra. Era vero, il bulbo olfattivo non era un muscolo, non era un tessuto così spesso e capace di sopportare sforzi al limite dell'estremo, abituato a microfratture e ricomporsi rapidamente. Doveva essere...delicato.
Inspirò di nuovo, le narici che si dilatavano come a voler accogliere più aria possibile. In quello era sempre stato bravo, accoglier aria dentro di sé, sentire i polmoni gonfiarsi ed il petto alzarsi. Quasi lo riportava al tempo dell'adolescenza, quando aveva fatto dei Jutsu Fuuton da inspirazione la sua branca principale, per poi accorgersi che si era limitato da solo, perché usare solo un tipo di Jutsu che richiedevano di inspirare aria per giunta quando era possibile ricorrere a qualsiasi Jutsu Fuuton? Era stato stupido, era stato infantile.
Stavolta però non era questione di sentire i polmoni distendersi, riempirsi e gonfiarsi come le vele di una barca sotto la tempesta. No. Stavolta il lavoro era simile ma diametralmente opposto. Si trattava di sentire l'aria arrivare nel naso, sentire gli odori invadergli il senso olfattivo per quell'arco di secondo necessario prima di sparire. Modulare il Chakra, intrappolarli, assaporarli, ricordarli e poi lasciarli andare.
Era estenuante. Non solo ad ogni inspirazione diventava sempre più difficile percepire gli stessi odori di prima proprio perché il naso stesso si stava cominciando ad abituare fin troppo facilmente e cercava di trascurarli, ma anche perché, forse in parte perché terrorizzato dall'idea di sentire di nuovo mille aghi conficcarsi tra gli occhi, stava modulando il Chakra con il contagocce.
Piano piano però, stava cominciando a prenderci la mano. Una cosa che amava dell'apprendere qualsiasi Jutsu, specialmente Ninjutu e Taijutsu, era che la ripetizione portava ad una maggiore comprensione della tecnica, ogni volta che provava, apprendeva qualcosa di nuovo, qualcosa che prima aveva trascurato e l'esperienza lo rendeva più capace. Era come maneggiare una nuova arma, all'inizio la sentivi strana in mano, il cuoio era troppo duro, il peso lo sentivi sbagliato, ma poi cominciavi ad allenarti, ad usarla; imparavi ad apparezzare come essa fendesse l'aria nel suo modo unico, come il peso diventava parte di te, come il cuoio si ammorbidisse con il passare del tempo e come alla fine questa divenisse una estensione della propria mano.
Così stava diventando qui, anche se era molto più...difficile.
Ogni odore cominciava a farsi più forte, ma lui doveva estendere la propria gittata, doveva portarsi oltre gli odori che provenivano dal suo corpo, doveva arrivare alla rastrelliera vicino alla parete della stanza. Così cominciò ad imparare e conoscere gli odori della stanza, quelli più vicini cominciò ad isolarli, ignorarli era il modo migliore, gli altri, quelli più lontani, più flebili, cercava di cattuarli, di addensare il Chakra quasi di riflesso quando li sentiva arrivare, per gustarli, impararli.
Penso di aver cominciato a prenderci la mano...Non è facile però...Ho gestito il Charka, poco a poco, leggerissimo quasi... disse incliando la testa bendata di lato. Inspirò ancora, sforzandosi ed alla fine, lo avvertì. Leggero, come il sentore di un fuoco quasi spento portato dal vento. Sentì l'odore del ferro e poi dell'olio usato sulle armi per impedire che esse si arrugginissero. Sentì persino l'odore del legno inumidito della rastrelliera. Troppo leggero però, troppo poco.
Le percepisco! Le armi, dico...anche se molto poco...ora però devo capire, come faccio ad intuire la direzione in cui esse si trovano? Per ora mi sembra di aver potenziato soltanto l'olfatto ma individuarne la direzione sarà più difficile...oppure c'è un trucco? chiese a Kaori mentre continuava l'esercizio, l'inspirazione, raccogliere gli odori, intrappolarli, conoscerli, rilasciarli. L'odore del ferro di fece più forte, anche se ora riusciva a capire che era più lontano degli altri, quindi doveva essere anche più lontana la fonte di esso, ma da lì a capire in che direzione essi si trovavano, quello era un altro paio di maniche.

Quando udì che l'olfatto non avrebbe potuto permettergli di individuare la posizione precisa del proprio avversario, l'albino fu preso da un leggero senso di sconforto. Forse ho fatto male le mie ricerche...eppure ero convinto che la Muon mi avrebbe aiutato a percepire l'avversario quindi come...Magari la combinazione con il suono... Non fece in tempo a concludere i pensieri che Kaori gli rivelò un'altra importante informazione che lui non aveva la minima idea potesse esistere. L'odore del sangue.
Rimase in silenzio mentre Kaori si praticava un taglio e lui ancora cercava di fare strada nella sua testa quella nuova informazione per incasellarla nel mosaico che stava diventando la Muon Satsujin davanti ai suoi occhi. E così il sangue può essere percepito con maggiore precisione? Incredibile... L'albino si interrogò se quella capacità fosse insita nella genetica di ogni esser umano, i quali erano primordiamente degli animali alla fine. La capacità di individuare con più precisione il sentore di sangue rimandava ad un istinto primordiale di caccia, di seguire la preda ferita. Incredibile pensare che gli shinobi in grado di sovrastimolare il proprio senso dell'olfatto fossero riusciti a risvegliare questa proprietà latente tipica di tutti i predatori nel regno animale? Uno squalo sente l'odore della preda in acqua, una felino di grossa taglia è stimolato dal sentore della preda ferita...anche noi quindi siamo predatori? ma di cosa, se non di altri uomini?
Nonostante la sua mente avesse voglia di indugiare sulle implicazioni filosofiche di quella scoperta, Supaku decise di concentrarsi sul lavoro che stava portando avanti e scoprire da solo quale fosse l'odore del sangue.
Inspirò con attenzione, espirò ancora una volta e poi concentrò il Chakra di nuovo intorno al bulbo olfattivo. Inspirò ancora una volta, più a fondo, con più intenzione. L'aria riempì i suoi polmoni mentre gli odori si riversavano nel suo naso. Uno dopo l'altro arrivarono: la lavanda dei vestiti, il cuoio della cintura, il sudore della benda, l'odore secco della polvore della terra, l'umidità nell'aria preponderante della caverna. Poi i sentori più flebili e più lontani: il ferro delle armi, l'olio da manutenzione, il legno inumidito, l'odore stantino che ora avvertiva provenire più distintamente dallo stanzino degli attrezzi, e poi..
Una nota, inconfondibile, primordiale. Supaku reclinò la testa di lato, il naso che si spostava verso la spalla sinistra come a seguire quell'odore. Era ematico, forte, preciso, misto a qualcosa di unico, sentì la temperatura abbassarsi o fu solo una impressione. Alla mente fu richiamata la prima volta che venne ferito in un'arena più di quindici anni prima da un pugno sul viso. Il sapore caldo e ferroso che sentiva un bocca e che, sbuffando dal naso, aveva sentito ed avvertito con l'olfatto.
Sangue.
Serrò la mascella e, nonostante avesse gli occhi chiusi, giurò di riuscire a percepire l'esatta direzione da cui quell'odore veniva. Era ritmico, pulsava, ad ondate precise quasi come se il suo naso avvertisse che nuove gocce di sangue fuoriuscissero dalla pelle di Kaori. La tonalità ematica, mista a ferro, prepotente si fece strada nel suo naso e lui la incamerò come un ricordo prezioso, la trattenne in esso, addensando il più possibile il Chakra in modo da imprimerselo bene in mente. Eppure qualcosa gli disse che non se ne sarebbe mai dimenticato. Sentì i capelli sulla nuca rizzarsi mentre la pelle sulla schiena fu percorsa da un brivido.
Di colpo riusciva distintamente a capire da che direzione la traccia del sangue venisse. Sollevò una mano indicando un punto alle sue spalle. Lo sento, l'odore del sangue...è così...incredibile... Disse umettandosi le labbra per il nervosismo che sentire quell'odore stava trasmettendo al suo corpo. Di colpo si chiese se qualche Shinobi di Kiri non fosse crollato mentalmente la prima volta che aveva sentito l'odore del sangue. Se avesse risvegliato nei meno evoluti un istinto primordiale di cacciare, di uccidere. Lo stesso istinto che lui aveva percepito molte volte nella sua vita, soprattutto nell'ultimo anno. Si rese conto che un Jutsu del genere forse era meglio se fosse rimasto nascosto al resto del mondo, era meglio se gli uomini non fossero così in contatto con il loro lato animalesco.
Sei in quella posizione? chiese domandando all'oscurità davanti a sè, pur continuando ad indicare con la mano destra verso il punto in cui riusciva a sentire provenire l'odore del sangue. Circa...quindici passi alle mia spalle? Ci ho visto giusto? È incredibile...Non pensavo che una simile inezia come sanguinare potesse fare una così grande differenza.