Casa Kaede Nakayama

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    Casa Kaede Namayaka




    arredamento-in-stile-giapponese-6



    Una stupenda e grandissima villa fuori dal villaggio di Oto, a circa un chilometro e mezzo da esso, che il giovane Kaede ha potuto acquistare grazie alla grossa eredità lasciatogli dalla madre prima della prematura morte.

    Hanabi Kuchiki

    Altezza: 1,77
    Età: 18 anni
    Ragazza incontrata nel periodo dell'impressione del sigillo maledetto con la quale ebbi subito un ottimo rapporto visti suoi modi dolci e molto cortesi.

    Byakuya Kaguya

    Altezza: 1,73
    Età: 16 anni e mezzo
    Ragazzo incontrato durante una missione, l'obiettivo era catturarlo e riportarlo al villaggio, dopo un pesante scontro vista la forza di Kaede decise di seguirlo e tornare al villaggio, proponendosi cosi come suo allievo e nonostante Kaede non sapesse bene cosa insegnargli accettò.


    Edited by Markodarko97 - 27/6/2017, 14:07
     
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    E fù cosi che dopo l'addestramento per la kuchyiose no jutsu, il maestro Goh Asuka, mi chiese"Scusa, tornando a noi sai qualche posto qua vicino per andare a mangiare qualcosa di buono?", e cosi gli risposi serenamente, "Beh, si, in effetti c'è un locale nel mi villaggio di Otogakure no Sato famoso per il suo buonissimo ramen, un locale in una stradina vicino al centro, non è molto grande, possono sedersi un massimo di sette o otto persone, su degli sgabelli alti vicini ad un lungo bancone, sul quale mangi e hai dritto verso di te i vari commessi e cuochi che lavorano, dietro di te invece, hai delle tende che ti assicurano una certa discrezione dagli eventuali passanti che passeggiano da quelle parti." per poi aggiungere:"E' davvero un bel posto, ci sono state già altre volte, si mangia bene ed il proprietario, ossia il cuoco è davvero una brava persona, cordiale e simpatica, il che rende il pranzo molto più allegro e tranquillo, in più amo i posti con poca gente, preferisco stare solo che in mezzo al casino dei ristoranti troppo grandi, bambini che piangono, ubriaconi che urlano, mogli e mariti che sbraitano l'uno contro l'altro.. Invece in posti piccolini, solitamente c'è una stupenda calma, puoi chiacchierare in santa pace e se non hai voglia di sentire niente e nessuno hai tutto il silenzio di cui hai bisogno!"
    "Quindi che dici? Ti va bene questo posto? Offro io!" dissi con un sorriso sul volto, sereno all'idea di passare una giornata all'infuori dell'abituale allenamento, "probabilmente ordinerò un quintale di ramen, ho una fame che non ci vedo dopo tutto questo allenamento e tutta la fatica che ho provato! E lei maestro? E' un mangione come ?"" dissi rivolgendomi al maestro ed aspettando una risposta per quanto riguarda il luogo in cui avremmo consumato un ottimo pasto.
    "L'ultima volta ho consumato circa dodici porzioni di ramen, poi avevo finito i ricavi dell'ultima missione cosi dovetti tornare a casa, altrimenti, credo avrei continuato a mangiare ancora un po', il suo ramen è una droga per me, potrei mangiare tantissimo senza mai saziarmi del tutto!"

    Edited by Markodarko97 - 7/3/2016, 02:13
     
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    L'addestramento per la tecnica del richiamo del curioso ragazzo di Oto possessore di un occhio con sei iridi concentrici, quello che non sapevo fosse nientemeno che il rinnegan, era da poco terminato con soddisfazione da parte di entrambi e si era finiti quasi per parlare del più e del meno segno che si stava instaurando un qualche rapporto particolare. Quando comunicai all'allievo che l'addestramento era terminato gli chiesi se voleva rimanere ad allenarsi ancora o se aveva altri programmi e quando questi rispose di non avere impegni conclusi chiedendogli se gli andava di andare a mangiare qualcosa insieme lasciando ovviamente a lui il compito di guidarmi verso un buon posto dove mettere qualcosa sotto i denti. Beh, si, in effetti c'è un locale nel mi villaggio di Otogakure no Sato famoso per il suo buonissimo ramen, un locale in una stradina vicino al centro, non è molto grande, possono sedersi un massimo di sette o otto persone, su degli sgabelli alti vicini ad un lungo bancone, sul quale mangi e hai dritto verso di te i vari commessi e cuochi che lavorano, dietro di te invece, hai delle tende che ti assicurano una certa discrezione dagli eventuali passanti che passeggiano da quelle parti. Disse il ragazzo dei capelli rossi riguardo a un buon locale dove facevano un ottimo ramen. Beh ottimo allora direi. Riuscii soltanto a dire per un attimo prima che Kaede riprese a parlare quasi a macchinetta: E' davvero un bel posto, ci sono state già altre volte, si mangia bene ed il proprietario, ossia il cuoco è davvero una brava persona, cordiale e simpatica, il che rende il pranzo molto più allegro e tranquillo, in più amo i posti con poca gente, preferisco stare solo che in mezzo al casino dei ristoranti troppo grandi, bambini che piangono, ubriaconi che urlano, mogli e mariti che sbraitano l'uno contro l'altro.. Invece in posti piccolini, solitamente c'è una stupenda calma, puoi chiacchierare in santa pace e se non hai voglia di sentire niente e nessuno hai tutto il silenzio di cui hai bisogno! Quindi che dici? Ti va bene questo posto? Offro io! Disse tutto d'un fiato il portatore del rinnegan trovandomi d'accordo su tutta la linea. Spontaneamente sbottai a ridere per poi dire: Eheh scusami ma sei cominciato a patire come una macchinetta. Dissi per poi subito dopo proseguire: Comunque sono d'accordo con te, anche io preferisco la calma e la tranquillità. Poi se offri te non posso dire di no allora. Conclusi con un sorriso disteso. probabilmente ordinerò un quintale di ramen, ho una fame che non ci vedo dopo tutto questo allenamento e tutta la fatica che ho provato! E lei maestro? E' un mangione come me? Commentò in seguito il ragazzo entusiasta per il fatto di andare a mangiare il quel luogo. Beh dai. Si può dire che sono una buona forchetta. Oltretutto il ramen mi piace molto. Dissi prima che Kaede proseguì col racconto delle sue gesta in quel locale. L'ultima volta ho consumato circa dodici porzioni di ramen, poi avevo finito i ricavi dell'ultima missione cosi dovetti tornare a casa, altrimenti, credo avrei continuato a mangiare ancora un po', il suo ramen è una droga per me, potrei mangiare tantissimo senza mai saziarmi del tutto! Ascoltate le sue parole cominciai nuovamente a ridere per poi rispondere: Ahahah sei veramente insaziabile. Lo sai però che non devi essere così spendaccione. Non devi cadere nei vizi degli shinobi eh... Comunque dai andiamo in questo posto se è così speciale... Direi che vale la pena provarlo, fai pure strada.

    Stato fisico: Ferita lievissima al pollice destro.
    Stato Psicologico: Tranquillo.
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    parlato Asuka
    parlato signor Takamoto


    Il maestro Asuka sembrava particolarmente divertito dal mio modo di parlare, veloce ed allegro, che ci potevo fare.. il ramen, come qualunque piatto che gradivo particolarmente, mi rendeva cosi.. l'idea di andare a mangiare in quel locale, mi rallegrava parecchio, solo al pensiero di un piatto fumante di ramen, mi faceva venire l'acquolina.
    Tornai in me, dal mio pensiero in un bagno di ramen, quando il sensei disse:"Ahahah sei veramente insaziabile. Lo sai però che non devi essere così spendaccione. Non devi cadere nei vizi degli shinobi eh... Comunque dai andiamo in questo posto se è così speciale... Direi che vale la pena provarlo, fai pure strada.", fù il momento decisivo, andare li non era più un semplice pensiero, ma la realtà, "Di qua!" urlai, mentre ci incamminammo verso il locale, dopo circa un cinque minuti di passeggiata, svoltammo un angolo e lo trovammo, vedevo svariato fumo uscire dal tettuccio del locale, probabilmente stavano gia cucinando, non c'era molta gente fortunatamente, giusto un ragazzo che non conoscevo, ma sinceramente non m'interessava minimamente.
    "Prego, siediti qui!" dissi verso il maestro Asuka indicando lo sgabello alla mia sinistra, ci sedemmo verso il centro sinistra, e richiamando l'attenzione del proprietario, dissi: "Signor Takamoto! Rieccomi qui! Pronto per la mia solita porzione di ramen con carne extra! Ah, una anche per il mio amico qui vicino, offro io!", "Hey Kaede, ciao! E' bello rivederti, spero tu non voglia esagerare come l'altra volta, apprezzo che tu gradisca molto il mio ramen, ma non voglio doverti trascinare fuori dal locale con la pancia piena tale da non farti più muovere.." disse grattandosi il capo, "Prometto che cercherò di non esagerare" dissi incrociando le dita dietro la schiena, successivamente, aspettando la porzione di ramen con molta impazienza, mi girai verso il maestro Asuka, e gli chiesi :"Insomma, cosa mi racconti di te?" se mi aveva invitato fuori sicuramente era per parlare, quindi chiedere una cosa simile era un ottimo modo per rompere il ghiaccio. Intanto gli diedi il tempo di rispondere, finchè non arrivo il ramen ed iniziai a mangiarlo con una velocità quasi inverosimile, dopo neanche due minuti, avevo già finito ed urlai "Un'altra porzione per favore!", il signor Takamoto prendendo il piatto sporco ormai vuoto, e porgendomene un altro disse "aaah... come parlare al vento.. ecco a te.. mangia piano!", nel mentre avevo gia iniziato a mangiare, e con la bocca piena dissi, "Va b...ne!"

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    Era una giornata particolarmente calda e afosa, un clima insolito per il mite Paese del Riso. In effetti il sole luminoso che splendeva sulle risaie e sul Villaggio Nascosto del Suono facevano pensare più ad una giornata estiva a Ho no Tani che a Ta. D'altra parte l'afa era solo la logica conseguenza del calore, nel clima umido del Paese.
    Chissà come soffrono a Kiri, quando hanno giornate così. cercò di consolarsi Kuro Hanashi, riponendo il pennello nella custodia e osservando l'album da disegno.
    Generalmente il sole radioso e il clima quasi estivo di quei giorni erano per lui motivo di buon umore, ma in realtà si sentiva irritabile e arrabbiato persino col caldo. Quella mattina si era svegliato presto per i suoi allenamenti. Prima il fisico, temprato da corsa e ginnastica aerobica, poi le lezioni di suo zio Kuroshima, il capo clan. Lo zio si era fissato che, nonostante le loro tecniche Ninja si basassero sulla raffigurazione di animali, fosse necessario per il nipote imparare a dipingere qualsiasi cosa, nature morte, paesaggi o ritratti.
    La fa facile lui... pensava irritato l'apprendista. Suo zio aveva infatti raggiunto una fama internazionale come artista, e il suo rango sicuramente superava tra i pittori quello che aveva tra gli Shinobi. Con due sole specializzazioni infatti non poteva ancora dirsi un Jounin completo, e da quando aveva abbandonato la squadra ANBU per occuparsi del Clan era considerato un Special Jounin qualunque, anche se sicuramente esperto.
    Il problema comunque non riguardava né la pittura né gli allenamenti a cui lo zio lo sottoponeva, il vero motivo di quella sua irritabilità era un altro.
    In quel momento, dopo aver passato la gran parte della mattinata disegnando un cespuglio, riproducendone i fiori petalo per petalo, imitando le foglie fin nella più piccola venatura, Kuro aveva preso la scusa del caldo per interrompere gli allenamenti un po' prima.
    La verità è che continuo a pensarci sempre. ammise con sé stesso. Si riferiva ad Akane Tsuchi, sua compagna di Team, e alla morte della ragazza, avvenuta poche settimane prima sotto i suoi occhi, proprio mentre la ragazza la difendeva da un bastardo di Konoha, con cui il giovane Chuunin si era scontrato quasi per caso.
    Al diavolo! esclamo strappando il disegno insoddisfatto e allontanandosi da quello stupido cespuglio.
    Decise che avrebbe mangiato qualcosa in fretta e si sarebbe rimesso presto al lavoro, con raddoppiata energia e la doverosa concentrazione. Inutile insistere in quel momento, meglio staccare un po', cambiare aria e pensieri, e poi dedicarsi al dovere.
    Per molti la pittura e il disegno erano semplici hobby, qualcosa per riempire i momenti di noia, per rilassarsi dopo una giornata stressante. Per Kuro, oltre che un modo per esprimere sé stesso meglio di come riusciva con le parole, era invece un obbligo quotidiano da cui non poteva esimersi. Il quello stava la sua professionalità, sia come pittore che come Shinobi, nello sforzarsi d'impugnare il pennello e dipingere aldilà della sua predisposizione umorale.
    Tuttavia con quell'umore tetro di tornare a casa non se ne parlava neanche. L'ultima cosa che voleva era trovarsi davanti lo sguardo preoccupato di sua madre o affrontare le domande sul padre su cosa avesse fatto quel giorno, su come andavano i suoi allenamenti e tutta quella serie di quesiti simili che gli poneva quotidianamente, mugugnando distrattamente alle sue risposte a meno che non gli fornissero la scusa per rimproverarlo.
    Per non spendere troppo si era seduto ad un modesto chiosco di Ramen, uno di quei ristoranti che affacciano sulla strada e che frettolosamente preparano cibo economico per chi ha poco tempo per mangiare o poco denaro da spendere. Non era un grande appassionato di Ramen, semplicemente si era seduto nel primo posto che aveva trovato, sul quinto sgabello partendo da sinistra, lasciandone due liberi sulla destra. La porzione però si era rivelata inaspettatamente saporita e gustosa, una sorpresa che era finalmente riuscita a mitigare il suo umore nero. Era però indeciso se ordinare o meno un'altra porzione, quando notò che accanto a lui si erano sedute altre due persone, Shinobi dall'abbigliamento. Assorto dalla bontà del pasto, il loro arrivo gli era passato completamente inosservato.
    Anche se non poteva vederne il coprifronte, il Gilet di uno dei due gli disse che era di Konohagakure no Sato, mentre l'altro sembrava un compaesano, anche se entrambi erano più grandi di lui. L'otoiano aveva una scodella vuota accanto a se e aveva già tuffato la faccia in una seconda porzione, con una mancanza di finezza che l'Hanashi trovò quasi disgustosa. Tuttavia la cosa lo convinse ad ordinare, con un semplice cenno, il bis anche per sé mentre distrattamente origliava le chiacchiere tra i due.

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    Edited by Rinne87 - 14/3/2016, 10:17
     
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    Di qua! Disse urlando il simpatico ragazzo dai capelli rossi che cominciò a camminare con me al seguito. Dopo cinque minuti circa, girato un angolo, ci trovammo di fronte al locale da egli nominato. Del fumo usciva dal tetto del locale, segno che era in piena attività, anche se non vedevo molta gente seduta nel locale. Vi era giusto un ragazzo che era visibile data la particolare struttura "all'aperto" del locale. E' proprio come quei piccoli chioschi a Konoha "dispensatori" di buon ramen fumante... Locale non molto grande, ti siedi su sgabelli proprio di fronte al bancone e, appena terminato di mangiare, basta fare un passo e si è sulla strada per tornarsene a casa. Constatai osservando il locale. Prego, siediti qui! Mi disse il rosso indicandomi lo sgabello alla sua sinistra non appena si sedette. Volentieri. Risposi io prendendo posto accanto al portatore del rinnegan. Signor Takamoto! Rieccomi qui! Pronto per la mia solita porzione di ramen con carne extra! Ah, una anche per il mio amico qui vicino, offro io! Disse cordiale il ragazzo al proprietario del locale, liberandomi dell'incombenza di effettuare l'ordinazione. Hey Kaede, ciao! E' bello rivederti, spero tu non voglia esagerare come l'altra volta, apprezzo che tu gradisca molto il mio ramen, ma non voglio doverti trascinare fuori dal locale con la pancia piena tale da non farti più muovere.. Gli rispose il locandiere che, come potevo immaginarmi, conosceva bene il ragazzo tanto è vero che lo chiamò per nome. Prometto che cercherò di non esagerare Disse il rosso mentre notai che teneva le dita incrociate dietro la schiena. Sorrisi guardando il gesto quando dopo un po' il ragazzo chiese spontaneo mentre attendeva la sua porzione di ramen: Insomma, cosa mi racconti di te? Era una domanda alquanto generica alla quale non sapevo poi che rispondere. Pensai un attimo per poi dire: Beh, cosa posso raccontarti... Come sai sono un ninja di Konoha, o per come si chiama ora l'Impero del Fuoco anche se è una cosa che a me non importa granché. Sono andato alla Foglia per diventare un ninja. Il mio scopo è quello di diventare forte per proteggere le persone a me care. A parte questo boh non saprei... Te invece che dici? Come sei diventato ninja? Quali sono i tuoi obiettivi? Dissi al rosso mentre il ramen arrivava. Iniziai a mangiarlo come il mio allievo che cominciò letteralmente a strafogarsi. Anche io cominciai a mangiare, notando come il ragazzo che si trovava già al ristorante se ne stesse lì in disparte anche se forse, distrattamente, era interessato a noi. Doveva avere qualche anno in meno di me ed anche lui indossava un gilet di Oto, segno che doveva essere molto probabilmente un chuunin come me. Come era preventivabile Kaede spazzolò il suo ramen in un batter d'occhio per poi chiederne un altro: Un'altra porzione per favore! Furno le sue parole alle quali, il signo Takamoto, rispose mentre porgeva al rosso una nuova porzione di ramen: aaah... come parlare al vento.. ecco a te.. mangia piano! Furono le raccomandazioni dell'uomo alle quali il ragazzo rispose con la bocca piena: Va b...ne! Subito dopo notai come anche il ragazzo che stava in disparte ordinò un altro ramen e così un poco dopo anche io, come gli altri due, chiesi un'altra porzione di quell'ottimo ramen.

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    "Beh, cosa posso raccontarti... Come sai sono un ninja di Konoha, o per come si chiama ora l'Impero del Fuoco anche se è una cosa che a me non importa granché. Sono andato alla Foglia per diventare un ninja. Il mio scopo è quello di diventare forte per proteggere le persone a me care. A parte questo boh non saprei... Te invece che dici? Come sei diventato ninja? Quali sono i tuoi obiettivi?" disse il maestro Asuka per rispondere alle mie precedenti domande, "Io invece, sono originario di Otogakure no Sato, vivo in una casetta non molto lontana dal villaggio, il chiasso, tutta la gente in giro, no fà per me, passo qui solo per mangiare e fare acquisti, ed ovviamente per eseguire missioni affidatomi dal Kokage, diciamo che, la decisione di diventare un ninja, la presi molti anni fà, quando la mia famiglia mori.. " dissi abbassando lo sguardo, "Non voglio più vedere qualcuno a me caro.. morire sotto i miei occhi.. quindi devo diventare più forte, forte quanto basta se non più, per proteggere le persone alle quali tengo." continuai rialzando lo sguardo verso il maestro, "Qui al villaggio, non ho molti legami, direi che non ne ho minimamente, i miei genitori sono morti quando ero ancora piccolo, mia madre per una malattia.. mio padre per.. " riabbassando lo sguardo ricordando momenti particolarmente drammatici del mio passato, "Lasciamo stare.. Dicevo, al villaggio non ho molti amici o legami importanti, l'unica persona che ha davvero catturato la mia attenzione con la quale ho legato molto, si chiama Hanabi ed anche lei abita fuori dal villaggio con la famiglia, qualche settimana fà, mi han impresso il sigillo maledetto, è stato un rischio che ho deciso di correre per lei, per proteggerla, se qualcuno osa farle del male, se dovrà poi vedere con me, e sono pronto a rischiare anche la vita per questo. Questo è il mio credo ninja!" continuai rialzando lo sguardo in modo particolarmente serio.. "E lei..? Ha qualcuno di speciale nella sua vita?" dopo aver ascoltato la risposta iniziai a notare il ragazzo seduto vicino a noi, il quale aveva qualcosa di strano, "Chissà perchè è li tutto da solo.. Starà aspettando qualcuno..?" nel frattempo continuai con l'ingurgitare la mia seconda porzione di ramen, e continuai chiedendone un'altra, "Signor Takamoto! Ne vorrei un'altra con doppia porzione di carne! Grazie!" , il signor Takamoto rispose :" Va bene... ma ho anche altri clienti da servire, se continui cosi non potrò vendere ramen a nessun altro." disse con un tono scherzoso, "Non si preoccupi! Basto anche da solo come cliente!"

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    Il ragazzo di Konoha si stava presentando in quel momento. Con una rapida occhiata Kuro stimò che non dovesse essere molto più grande di lui.
    Beh, cosa posso raccontarti... Come sai sono un ninja di Konoha, o per come si chiama ora l'Impero del Fuoco anche se è una cosa che a me non importa granché. Sono andato alla Foglia per diventare un ninja. Il mio scopo è quello di diventare forte per proteggere le persone a me care. A parte questo boh non saprei... Te invece che dici? Come sei diventato ninja? Quali sono i tuoi obiettivi? disse lui, mentre aspettava che l'uomo al bancone lo servisse.
    La prima parte del suo discorso lo deluse un po'. Se non era cresciuto a Konoha era probabile che non conoscesse molta gente, e le sue speranze di usarlo come collegamento per arrivare a Keito si affievolirono. Tuttavia l'altro ridestò il suo interesse, dicendo di voler diventare più forte per proteggere i propri cari.
    Dunque anche lui... pensò il ragazzo, guardando davanti a sé e simulando indifferenza.
    Quando il cuoco gli posò davanti una ciotola di Ramen fumante, il konohano scoccò un occhiata veloce verso di lui, ma l'Hanashi finse di non accorgersene.
    Io invece, sono originario di Otogakure no Sato, vivo in una casetta non molto lontana dal villaggio... rispose l'altro.
    Il che spiega perché non l'ho mai visto in giro al villaggio. rifletté il manipolatore d'inchiostro, ancora in attesa della sua seconda porzione, mentre l'altro rivelava di aver perso la famiglia davanti ai suoi occhi.
    Non voglio più vedere qualcuno a me caro.. morire sotto i miei occhi.. quindi devo diventare più forte, forte quanto basta se non più, per proteggere le persone alle quali tengo. stava dicendo il Namayaka in quel momento.
    Come me... pensò ancora il giovane artista, che aveva da poco perso la sua migliore amica in missione, davanti ai suoi occhi, proprio per mano di uno Shinobi di Konoha.
    Un sorriso gli nacque spontaneo sulle labbra. Aveva conosciuto molti Shinobi in vita sua, nonostante fosse molto giovane. Faceva parte di un Clan numeroso, era perfettamente integrato nel Villaggio, e all'Accademia chiacchierava tranquillamente con tutti i compagni, sebbene solo con pochi avesse creato un vero legame. Molti erano interessati a far carriera, a seguire le orme dei genitori o mostrarsi degni del Clan. Qualcuno bramava di servire il paese, altri volevano solo dimostrare quel che valevano. Ma era la prima volta che trovava due ragazzi che la pensassero esattamente come lui.
    Kaede continuava a parlare, ma Kuro lo ascoltava a malapena, riflettendo su quella curiosa coincidenza. Sembrava quasi che quel chioschetto lo avesse attratto lì per farlo sentire meno solo. Eppure il suo compaesano aveva già perso alcune persone a cui teneva molto, come lui, anche se sembrava aver accettato la cosa, a differenza sua.
    No, proteggerli non basta. rifletté l'Hanashi. Contro una malattia, come quella che ha colpito la madre di questo ragazzo, a cosa serve la forza? si domandò. Quello che voglio io è il potere di sconfiggere qualsiasi minaccia, sin anche la morte stessa! pensò il ragazzo, stringendo con forza le bacchette mentre la seconda ciotola di Ramen gli veniva posta davanti.
    Per un attimo fu tentato d'intromettersi nella loro discussione e dire a voce alta ciò che pensava. A che servirebbe? si chiese però, restando seduto al proprio posto e ispezionando la brodaglia con la bacchetta. I bocconi di carne e verdura galleggiavano inerti tra gli spaghetti, affiorando e affondando nella zuppa senza potersi opporre alle asticelle che stringeva in pugno. Di malavoglia assaggiò la portata, trovandola squisita come la prima. Con molta calma cominciò a mangiare.

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    Mentre il mio nuovo allievo continuava a rimpinzarsi ad un certo punto trovò un momento per rispondere alla mia domanda dopo aver ordinato l'ennesima porzione di ramen. Io invece, sono originario di Otogakure no Sato, vivo in una casetta non molto lontana dal villaggio, il chiasso, tutta la gente in giro, no fà per me, passo qui solo per mangiare e fare acquisti, ed ovviamente per eseguire missioni affidatomi dal Kokage, diciamo che, la decisione di diventare un ninja, la presi molti anni fà, quando la mia famiglia mori.. Disse il portatore del rinnegan per poi abbassare il suo sguardo, con la sua testa in balia dei ricordi, prima di dire ancora: Non voglio più vedere qualcuno a me caro.. morire sotto i miei occhi.. quindi devo diventare più forte, forte quanto basta se non più, per proteggere le persone alle quali tengo. Furono le parole che seguirono. Alla fine aveva il mio stesso obiettivo anche se lui aveva perso la sua famiglia anziché dei "semplici" amici. Dopo quel momento di malinconia il rosso si fece forza e continuò a parlare: Qui al villaggio, non ho molti legami, direi che non ne ho minimamente, i miei genitori sono morti quando ero ancora piccolo, mia madre per una malattia.. mio padre per.. Disse ancora per abbssare di nuovo lo sgurdo. Non sapevo perché aveva deciso di aprirsi così a me ma tutto sommato ne ero felice. Avevo provato come una simpatia a pelle per il ragazzo e, nonostante gli attimi "infantili", era piacevole stare in sua compagnia; mi ricordava un po' Keito. Stavo per palare quando lui mi anticipò, cercando di cambiar discorso, dicendo: Lasciamo stare.. Dicevo, al villaggio non ho molti amici o legami importanti, l'unica persona che ha davvero catturato la mia attenzione con la quale ho legato molto, si chiama Hanabi ed anche lei abita fuori dal villaggio con la famiglia, qualche settimana fà, mi han impresso il sigillo maledetto, è stato un rischio che ho deciso di correre per lei, per proteggerla, se qualcuno osa farle del male, se dovrà poi vedere con me, e sono pronto a rischiare anche la vita per questo. Questo è il mio credo ninja! Tutto ad un tratto il rosso passò dalla triste notizia dei genitori alla persona alla quale ora teneva, Hanabi, una ragazza, forse una kunoichi di Oto. Tutto questo passò addirittura per la notizia di aver ricevuto l'impressione del segno maledetto. Segno maledetto? Ma che roba é? Forse qualcosa di rischioso come il Sigillo dell'Imperatore da come dice Kaede? Mi chiesi nella mia mente mentre l'allievo, dopo aver parlato a lungo, girava la domanda a me: E lei..? Ha qualcuno di speciale nella sua vita? Ascoltai con attenzione le sue parole iniziando a rispondere: Beh Kaede mi spiace molto per i tuoi genitori. Da come racconti non penso sia una cosa fresca ma, se posso esserti di supporto, ne sarei contento. Per il resto... Persone speciali per me dici eh?... Lasciai un attimo il discorso in sospeso. Non avevo delle persone "speciali" almeno non per come le definiva lui. I miei parenti erano tranquilli sulle montagne degli Asuka e alla fine le persone per me importanti erano i miei amici. Signor Takamoto! Ne vorrei un'altra con doppia porzione di carne! Grazie! Venni interrotto mentre pensavo dalle parole dell'allievo che, non ancora sazio, chiedeva l'ennesima porzione di cibo menttre lo guardavo stupito. Va bene... ma ho anche altri clienti da servire, se continui cosi non potrò vendere ramen a nessun altro. Lo "rimproverò" il proprietario del locale al quale Kaede subito rispose: Non si preoccupi! Basto anche da solo come cliente! Sorrisi alle parole del rosso per dire poi al signor Takamoto: Eheh. In effetti con clienti come lui non penso abbiate problemi di andar sul lastrico... Poi devo dire che il ramen è veramente ottimo. Il padrone del locale fece quasi un lieve inchino a ringraziamento mentre io riprendevo il discorso precedentemente interrotto con il rosso: Beh, non ho persone "speciali" tipo la tua. Ma ho comunque dei grandi amici ai quali non voglio che succeda nulla di male. Yuzin per dire, praticamente un fratello... Così anche come Keito e Murasaki ma... A proposito... Mi parlavi di segno maledetto... Ma che roba é? Dissi con fare curioso al portatore del rinnegan incuriosito per la sua affermazione precedente.

    Stato fisico: Ferita lievissima al pollice destro.
    Stato Psicologico: Tranquillo.
    Chakra: 105
    Note:

    Equipaggiamento:
    Borsa
    ArmiAccessori
    Kunai x10Radiolina
    Shuriken ad astro x20Specchietto
    Carta bomba x5Pillole del Soldato x3
    Palla di Luce x2Kit Grimaldelli
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    Armi
    Shuriken a Tre Punte x30
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    Abbigliamento ninja e armi indossabili:
    Indossato
    SlotOggettoDescrizione
    VoltoOcchialoniSulla fronte
    Collo/voltoCoprinasoIndossato
    Braccio sxCoprifronteIndossato
    Petto/addomeProtezione di CuoioIndossato - buono stato
    BracciaParabraccia AltiIndossati - buono stato
    Avambracci e maniAvambraccio e Guanti RinforzatiIndossati - buono stato
    StinchiParastinchiIndossati - buono stato
    Dietro la vitaFodero - NinjatoInfoderato
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    parlato signor Takamoto
    Parlato Asuka


    "Beh Kaede mi spiace molto per i tuoi genitori. Da come racconti non penso sia una cosa fresca ma, se posso esserti di supporto, ne sarei contento. Per il resto... Persone speciali per me dici eh?..." disse il maestro Asuka, si fermò un secondo durante il quale chiesi al signor Takamoto un'altra porzione di ramen, il quale dopo avermela data, fece finta di rimproverarmi con un tono scherzoso, cosi dopo un sorriso il maestro Asuka disse verso il signor Takamoto :"Eheh. In effetti con clienti come lui non penso abbiate problemi di andar sul lastrico... Poi devo dire che il ramen è veramente ottimo. " dopodichè, tornando alla mia domanda disse:"Beh, non ho persone "speciali" tipo la tua. Ma ho comunque dei grandi amici ai quali non voglio che succeda nulla di male. Yuzin per dire, praticamente un fratello... Così anche come Keito e Murasaki ma... A proposito... Mi parlavi di segno maledetto... Ma che roba é?" con una faccia parecchio curiosa..
    "In poche parole, questo!" Esclamai indicando il mio collo, sul quale tirando leggermente il colletto della mia maglia diventava visibile, tre simboli neri uno vicino all'altro, "In pratica, quando scelgo di attivarlo, questi simboli si espandono su tutto il mio corpo al costo di una piccola quantità di chakra, i quali mi donano maggiore forze agilità e velocità, ma mi rende leggermente più "Cattivo".. in pratica è come se alterasse leggermente le emozioni del possessore, e quando è attivo, rendono l'utilizzatore leggermente più violento ed aggressivo, quando esso ti viene impresso, c'è il rischio di morte, questo se colui al quale viene impresso non è in grado di resistere al forte potere che viene incalanato in se.." nel frattempo, notai il ragazzo seduto accanto a noi mangiare la sua porzione di ramen ma dopo la leggera occhiata, tornai a guardare il maestro, sinceramente mi sembrava un normale ragazzo come tutti gli altri quindi al momento non aveva interesse da parte mia, continuai a mangiare il mio ramen, il quale non era ancora finito visto che invece di mangiare stavo parlando col maestro, dopodichè, riflettei un secondo su un nome che disse.. "KEITO!? KONOHA!? NON SARA CHE..!?", "Scusa la domanda maestro Asuka ma il Keito di cui parli, è un ragazzo biondo con degli occhi chiari..? Il quale ha un particolare Doujutsu chiamato sharingan!?" dissi parecchio agitato sperando fosse il Keito che avevo incontrato durante una mia perlustazione, il quale avevo sfidato e sconfitto in un combattimento non troppo cruento.

    Chakra: 115
    Armi: borsa piccola sulla cintura:
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    20 shuriken
    2 palla di luce
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    E lei..? Ha qualcuno di speciale nella sua vita? domandò quello di Oto.
    Dal suo modo di parlare si sarebbe detto che fosse lui il kohai, e il Ninja della Foglia il senpai.
    Beh, non ho persone "speciali" tipo la tua. Ma ho comunque dei grandi amici ai quali non voglio che succeda nulla di male. Yuzin per dire, praticamente un fratello... Così anche come Keito e Murasaki ma... rispose quello, con leggerezza.
    Kuro si voltò di scatto sentendo il nome Keito, per fortuna quello di Konoha gli dava le spalle e al tempo stesso lo nascondeva agli occhi del otoiano, per cui nessuno dei due si accorse della sua reazione.
    Keito... di Konoha... Non è un nome così comune. È possibile...?
    Pareva una coincidenza troppo fortunata per essere vera, ma come intromettersi nella conversazione, senza destare sospetto? Oltretutto, non ebbe neanche il tempo di reagire, perché il giovane di Ho no Kuni cambiò velocemente argomento.
    A proposito... Mi parlavi di segno maledetto... Ma che roba è? domandò.
    Aveva parlato con tono naturale, come se la sua fosse una semplice curiosità, suscitata dalla conversazione, tuttavia Kuro s'irrigidì. Poteva essere in buona fede, ma tra Shinobi, domande del genere, possono essere considerate già un tentativo di spionaggio.
    In poche parole, questo! disse il suo compaesano, esponendo il marchio che racchiude il Segno Maledetto. Kuro non poté fare a meno di fissarlo, la bocca semi aperta in un espressione di stupita idiozia.
    In pratica, quando scelgo di attivarlo, questi simboli si espandono su tutto il mio corpo al costo di una piccola quantità di chakra, i quali mi donano maggiore forze agilità e velocità, ma mi rende leggermente più "Cattivo".. in pratica è come se alterasse leggermente le emozioni del possessore, e quando è attivo, rendono l'utilizzatore leggermente più violento ed aggressivo, quando esso ti viene impresso, c'è il rischio di morte, questo se colui al quale viene impresso non è in grado di resistere al forte potere che viene incalanato in se.. disse, vuotando completamente il sacco.
    L'espressione dell'Hanashi cambiò, dallo stupore alla collera. I suoi occhi incrociarono per la prima volta quelli di Kaede, e solo allora si accorse del colore e del motivo particolare che avevano, tuttavia la cosa non lo scandalizzò minimamente. Otogakure era la patria di mostri e fenomeni da circo, un paio di occhi particolari non era la cosa più strana che potevi vedere al Villaggio. Ma quello che aveva appena detto...
    In quel momento accaddero due cose contemporaneamente. Kuro decise di agire, e Kaede riprese a parlare, cambiando argomento.
    Il Manipolatore d'Inchiostro si pentì amaramente di non aver portato alcun tipo di arma con sé, quel giorno. Era uscito in maglietta a mezze maniche e pantaloni fino al ginocchio, portando solo il pennello e l'album da disegno. Avrebbe dovuto arrangiarsi. Spezzò le bacchette che impugnava e diede un calcio al bancone, spostando indietro la schiena in modo che lo sgabello compisse una piroetta di 180° su una sola gamba, se sì lanciò accanto al compatriota.
    Scusa la domanda maestro Asuka ma il Keito di cui parli, è un ragazzo biondo con degli occhi chiari..? Il quale ha un particolare Doujutsu chiamato sharingan!? stava dicendo questi.
    Ma il "maestro Asuka" non ebbe il tempo di rispondere, perchè Kuro gli era schizzato affianco, catapultandosi accanto al suo allievo, a cui puntava alla gola l'estremità appuntita della bacchetta spezzata.
    Devi essere un'idiota o un traditore, per rivelare così i segreti del tuo Villaggio a uno straniero. gli sibilò l'Hanashi, fissandolo torvo. Poi si rese conto dell'ultima frase che l'altro aveva appena pronunciato. Biondo... occhi chiari...
    Keito... del Clan Uchiha?? gli urlò in faccia.
    Che legami aveva quel tizio col bastardo della Foglia che aveva ammazzato una loro compagna? Chi cazzo erano in realtà quei due?
    Mentre aspettava qualche risposta cominciò a indurire il corpo, concentrando il Chakra Doton sulla pelle, per far capire loro che non scherzava affatto. In fondo, non aveva di che temere. Si trovavano in pieno Villaggio, qualche Jounin o ANBU sarebbe potuto passare di lì a momenti.
    Domu - Armatura di Terra
    Domu
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Mediante questa tecnica si rende il proprio corpo duro come una roccia. In questo modo ogni danno derivante da tecniche Taijutsu di grado B e inferiore vengono completamente annullati. Qualsiasi arma metallica non potrà scalfire il Ninja. Stessa cosa vale per esplosioni derivanti da carte-bomba e da altri oggetti acquistabili in armeria purché non siano esplosioni derivanti da Ninjutsu. La tecnica può anche essere utilizzata per coprire parzialmente e non totalmente il corpo dell'utilizzatore. In questo caso il suo utilizzo sarà più veloce non necessitando di alcun sigillo ma semplicemente concentrando il Chakra nella zona interessata.
    Consumo: 8 (A Turno)


    Chakra: 115-8=107
    Fisico: Indenne
    Stato: Incazzato.
     
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    Era una giornata tranquilla e si stava scambiando quattro chiacchiere in compagnia mangiando del buon ramen ma, a quanto pare, tutto questo era destinato a finire presto. C'era stato uno scambio tra me e l'allievo riguardante quali fossero le nostre persone speciali da proteggere fino a quando, rimasto incuriosito dal suo nominare il segno maledetto, non resistetti alla tentazione di chiederne di più. Pensavo fosse una qualche tecnica particolare, il cui segreto poteva essere gelosamente custodito, perciò rimasi alquanto basito su come Kaede ne parlò senza porsi il minimo problema. In poche parole, questo! Disse l'allievo dai capelli rossi scoprendo il collo per far vedere tre simboli neri tatuati su di esso. Notai per certi versi una certa somiglianza con il Sigillo dell'Imperatore anche se quello era più un disegno vero e proprio a forma di fiamma. In pratica, quando scelgo di attivarlo, questi simboli si espandono su tutto il mio corpo al costo di una piccola quantità di chakra, i quali mi donano maggiore forze agilità e velocità, ma mi rende leggermente più "Cattivo".. in pratica è come se alterasse leggermente le emozioni del possessore, e quando è attivo, rendono l'utilizzatore leggermente più violento ed aggressivo, quando esso ti viene impresso, c'è il rischio di morte, questo se colui al quale viene impresso non è in grado di resistere al forte potere che viene incalanato in se.. Mi aveva detto tutto praticamente. Di punto in bianco ricevetti penso tutto quello che c'era da sapere sul segno maledetto. Non riuscii a commentare la notizia in modo alcuno restando a bocca semiaperta anche in parte affascinato da un potere simile. Nello stupore generale del momento non notai inizialmente come l'altro ragazzo, seduto soltanto qualche sgabello più in là, si fosse agitato per una rivelazione simile. Scusa la domanda maestro Asuka ma il Keito di cui parli, è un ragazzo biondo con degli occhi chiari..? Il quale ha un particolare Doujutsu chiamato sharingan!? Disse ancora l'allievo aggiungendo maggiore confusione al momento. Il ragazzo alle mie spalle entrò quindi in azione furente di rabbia: con un'evoluzione, durante la quale provocò un bel trambusto battendo contro il bancone del piccolo locale, si portò in un attimo di fianco a Kaede scrutandolo con uno sguardo indemoniato mentre lo minacciava alla gola con una bacchetta che aveva precedentemente spezzato. Nonostante la situazione concitata mantenni la calma decidendo di non intervenire ed osservare cosa succedesse. Devi essere un'idiota o un traditore, per rivelare così i segreti del tuo Villaggio a uno straniero. Disse il nuovo arrivato dal nome ignoto. In effetti non ha tutti i torti devo dire. Pensai tra me e me trovandomi in accordo su quanto detto dal manipolatore d'inchiostro. Kaede aveva esagerato parlando a sproposito anche se in parte era colpa mia che mi ero lasciato trasportare dalla curiosità. Poi, in maniera del tutto inaspettata, il nuovo "aggiunto" alla conversazione cambiò di colpo argomento urlando ancora in faccia al portatore del rinnegan: Keito... del Clan Uchiha?? Furono le sue parole. Conosce Keito?... Anche lui?... Oltretutto da come lo dice non sembra esserne un amico. Ragionai nella mia mente mentre notai come lo shinobi di Oto stesse ricorrendo all'armatura di terra che conoscevo ormai bene. Conscio del fatto che in quello stato non avrei potuto colpirlo con attacchi fisici, e non mi sembrava il caso di scatenare un incontro tra ninja nel bel mezzo di un Villaggio, decisi quindi di non fare gesti affrettati ma alzai lentamente le mani davanti a me dicendo: Wo wo wo... Calma... Direi che non c'è bisogno di ricorrere a mezzi così "pesanti"... Dissi cercando di dare alla mia voce un tono più convincente possibile ma non aggressivo. In effetti hai ragione Kaede ha parlato davvero un po' troppo in effetti e mi scuso io in prima persona al suo posto. Sia come sensei che come colui che ha chiesto qualcosa "di troppo". Dissi ancora cercando di stemperare gli animi e poi concludere: Comunque dai ora puoi anche smetterla. Siamo in un villaggio ninja e non mi pare sia concesso farsi la guerra così. Dissolvi la tua tecnica e vediamo di parlarne tranquillamente e... A proposito... Sicuramente, dato che sei seduto qua al locale da prima di noi, saprai bene chi siamo e da dove veniamo... Che ne dici di ricominciare da capo presentandoti? Dissi mentre un timido sorriso si delineava sul mio volto. Speravo che le mie parole raggiungessero l'obiettivo che mi ero posto. Ora non potevo far altro che attendere la loro reazione.

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    E cosi dissi al maestro ciò che mi chiese, non ebbi nessun problema a parlare del sigillo maledetto, come persona ero molto indifferente a tutto e regole come non parlare di determinate cose mi sembravano alquanto inutili, ok non parlarne con gente a caso ma sinceramente provavo rispetto per il mio maestro e ad una domanda simile non avevo motivi per non rispondere, ma a quanto pare qualcuno non gradì la mia scelta, infatti sentii un gran baccano derivante da un urto contro il bancone e dopo neanche il tempo di muovermi mi ritrovai con una bacchetta spezzata puntata alla gola da parte del ragazzo che pochi secondi prima era seduto li a mangiare del ramen come noi, "Devi essere un'idiota o un traditore, per rivelare così i segreti del tuo Villaggio a uno straniero." disse con la bacchetta puntata verso la mia gola, intanto il maestro rimase alquanto inerme ed immobile, probabilmente per evitare che il ragazzo con qualche movimento brusco potesse ferirmi, rimasi completamente immobile non per la paura ma al contrario, per la totale indifferenza verso la situazione, la morte era l'ultima delle mie preoccupazioni, non la temevo minimamente infatti, il mio viso cambiò completamente espressione, dal ragazzo allegro che ero prima diventai serio e con uno sguardo quasi sadico in viso, non mostrai un minimo segno di preoccupazione o paura infatti se avessi voluto mi sarei potuto liberare in pochissimi secondi, avrei potuto in qualunque momento dirigere un palmo verso il ragazzo per lanciare uno shinra tensei per poterlo scaraventare al di fuori del locale in mezzo secondo, ma volevo evitare di arrecare danni al locale del signor Takamoto il quale è sempre stato buono con me e non meritava problemi, infatti non appena vide la scena disse :"N-no! Per favore lascialo stare! Non ti farò pagare il ramen ordinato ma non fargli del male!" , "Non si preoccupi... per ora nessuno si farà del male..." dissi con un tono alquanto minaccioso come se fossi io stesso a puntare un coltello alla gola del ragazzo, il ragazzo aggiunse: " Keito... del Clan Uchiha??" sentendo quelle parole capii che probabilmente anche lui conosceva un certo Keito ma non sapevo di quale clan facesse parte il Keito che conoscevo io, cosi risposi :" Prima mi aggredisci e poi mi fai domande...? Da quel che so un ottimo modo per far conoscenza è presentarsi e poi fare domande, anche se... il tuo metodo mi aggrada maggiormente..." risposi con un tono alquanto sadico, il ragazzo allegro di pochi minuti prima era sparito, il mio lato serio, indifferente ed aggressivo derivante dai traumi subiti in passato stava emergendo, neanche il maestro Asuka aveva conosciuto questo lato prima d'ora, per poi aggiungere senza dare il tempo di rispondere :"Comunque... non so a quale Keito tu ti stia riferendo, io ne ho incontrato uno proveniente da Konoha con capelli biondi ed occhi chiari, ma non saprei dire a quale clan appartenesse..." il tutto continuava mentre avevo ancora le bacchette alla gola, ma per me era come non averle ero totalmente indifferente alla minaccia di morte sia perchè potevo liberarmi di lui in pochi secondi ma anche perchè come detto prima non temo la morte.
    "Wo wo wo... Calma... Direi che non c'è bisogno di ricorrere a mezzi così "pesanti"..." Disse il maestro Asuka cercando poi di mitigare la situazione, "In effetti hai ragione Kaede ha parlato davvero un po' troppo in effetti e mi scuso io in prima persona al suo posto. Sia come sensei che come colui che ha chiesto qualcosa "di troppo"." a questa frase lanciai una strana occhiata al maestro Asuka, proprio perchè secondo me il suo scusarsi era stupido, o almeno dal mio punto di vista non era tenuto a chiedere scusa ne per se stesso e neanche per me, "Comunque dai ora puoi anche smetterla. Siamo in un villaggio ninja e non mi pare sia concesso farsi la guerra così. Dissolvi la tua tecnica e vediamo di parlarne tranquillamente e... A proposito... Sicuramente, dato che sei seduto qua al locale da prima di noi, saprai bene chi siamo e da dove veniamo... Che ne dici di ricominciare da capo presentandoti? " aggiunse cercando di alleggerire l'aria pesante che si era venuta a creare, "Sarei curioso anche io di sapere il nome del mio assalitore!", ma poi aggiunsi borbottando a bassa voce: "Ah... e pensare che è cosi facile spegnere una vita... ma al contrario quasi impossibile riaccenderne un'altra... eppure sarei proprio curioso di avere un potere simile..." immerso tra i miei pensieri riguardanti la morte e la vittoria che si potrebbe avere su di essa se si sapesse come sopravvivere alla morte stessa.

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    Edited by Markodarko97 - 1/4/2016, 15:57
     
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    Com'era prevedibile appena Kuro ebbe compiuto la propria mossa, si scatenò una gran confusione.
    N-no! Per favore lascialo stare! Non ti farò pagare il ramen ordinato ma non fargli del male! intervenne subito il tipo del chiosco, che dalla sua posizione dietro il bancone aveva potuto vedere il movimento del Chuunin dall'inizio.
    Non si preoccupi... per ora nessuno si farà del male... rispose con calma e un distacco completamente innaturale il rosso di Otogakure.
    Wo wo wo... Calma... Direi che non c'è bisogno di ricorrere a mezzi così "pesanti"... intervenne invece subito il konohano, mostrando i palmi delle mani per far vedere che non aveva intenti aggressivi.
    Prima mi aggredisci e poi mi fai domande...? Da quel che so un ottimo modo per far conoscenza è presentarsi e poi fare domande, anche se... il tuo metodo mi aggrada maggiormente... aggiunse Kaede, degnando finalmente di attenzione il suo assalitore.
    La voglia di affondare quel pezzo di legno appuntito nella gola del giovane montò dentro Kuro ad una velocità che non avrebbe mai immaginato possibile. Era anche lui un tipo freddo e distaccato di solito, ma l'atteggiamento del rosso lo era ad un punto quasi innaturale, come se non pensasse di trovarsi a pochi millimetri dalla propria morte. Forse era questo a fargli rabbia, o il fatto che avesse nominato Keito a mandargli il sangue alla testa in quel modo.
    In effetti hai ragione Kaede ha parlato davvero un po' troppo in effetti e mi scuso io in prima persona al suo posto. Sia come sensei che come colui che ha chiesto qualcosa "di troppo". continuò il Chuunin di Konoha, in tono calmo e ben più ragionevole del suo allievo.
    Kuro si accorse che la mano in cui stringeva la bacchetta, completamente annerita dalla protezione della Domu, tremava debolmente. Per un tipo come lui, poco avvezzo a cader vittima delle proprie emozioni, controllarsi in quel momento era ancora più difficile.
    Per fortuna, col suo tono calmo e razionale, Asuka riuscì a calmarlo quel tanto da impedirgli di far zampillare ovunque il sangue del Namayaka.
    Comunque dai ora puoi anche smetterla. stava dicendo, Siamo in un villaggio ninja e non mi pare sia concesso farsi la guerra così. Dissolvi la tua tecnica e vediamo di parlarne tranquillamente e... disse, cercando di riportare la calma e la ragione.
    Aveva in parte ragione. Non è permesso combattere all'interno del Villaggio, e se la cosa degenerava rischiava quanto meno un richiamo disciplinare. D'altra parte era piuttosto convinto che, una volta spiegata la situazione, quella nota di demerito potesse trasformarsi in una di merito, per aver segnalato il traditore, o che in ogni caso non sarebbe stato lui quello punito, se la situazione fosse venuta a galla. Sopratutto, dopo tutte le tensioni che c'erano state, sia interne che con l'Impero, da quando questi aveva imitato il Segno Maledetto in qualche modo... Una conversazione del genere sarebbe stata sicuramente mal vista anche dal Kokage in persona.
    A proposito... Sicuramente, dato che sei seduto qua al locale da prima di noi, saprai bene chi siamo e da dove veniamo... Che ne dici di ricominciare da capo presentandoti? proseguì il ragazzo con la foglia sul coprifronte.
    Sarei curioso anche io di sapere il nome del mio assalitore! rincarò il rosso, all'estremità della sua bacchetta.
    Minimizzano... cercano di sviare... pensò l'Hanashi, mentre i suoi occhi saettavano tra i due shinobi e l'uomo del chioso di ramen.
    Fin'ora nessuno di loro aveva fatto una mossa che potesse definire minacciosa. Tuttavia Kuro si domandò cosa poteva ottenere, da quella situazione, ora che l'aveva innescata. Qualche Shinobi di alto grado, un Jounin o un'ANBU, poteva intervenire a momenti, per sedare lo scompiglio. In quel caso gli avrebbe potuto raccontare tutto, e il senpai si sarebbe occupato degli opportuni provvedimenti. Anche ammesso che il konohano fosse in buona fede, avrebbe dovuto subire una marea di domande e riempire un mare di scartoffie, prima di potersene tornare al Villaggio. Quando a "testa rossa, occhi viola e bocca larga", c'erano buone possibilità che gli togliessero il coprifronte per una cosa del genere, sempre che non decidessero di sbatterlo in qualche carcere a riflettere sul parlare con troppa leggerezza dei segreti altrui.
    Ha ragione Konoha... si rese conto, riflettendoci su, conosco i loro nomi, so chi sono... Accidenti a me!
    Sono stato uno stupido ad agire d'istinto... avrei fatto meglio a continuare ad ascoltarli, e riferire tutto a qualcuno in un secondo momento..
    pensò.
    Effettivamente, a quel punto, a meno che non volesse davvero sgozzare il Namayaka, la cosa migliore era calmarsi. Oltretutto entrambi sembravano implicati con Keito, e questo per lui era interessante tanto quanto scoprire un traditore del Suono. Se riusciva ad arrivare all'Uchiha, poteva anche lasciar perdere la conversazione di quel giorno.
    Ok, starò al gioco, per ora... si disse. Vediamo quali sono le loro reali intenzioni... e quant'è profonda la tana del Bianconiglio..
    Sembra che tu ti renda un po' meglio conto della gravità della situazione. disse rivolto ad Asuka. Informazioni del genere... aggiunse rivolgendosi a Kaede, possono costarti il coprifronte, o anche la vita. Non trattarle con leggerezza. lo rimproverò, mentre riacquistava il suo autocontrollo.
    Sospirò sonoramente, ritirando la bacchetta dalla gola del rosso, senza tuttavia dissolvere la Domu. Non gli era sfuggita la frase di Kaede, sullo spegnere e il riaccendere la vita, lo aveva anzi molto colpito. Per certi versi quelle parole lo avevano spinto a guardare per un attimo il ragazzo come se in qualche modo fosse simile a lui. Era già la seconda volta, in breve tempo, tuttavia non era ancora riuscito ad inquadrare la natura di quel tipo.
    Le chiedo scusa per la mia reazione. aggiunse poi, rivolto al gestore del chiosco.
    L'uomo annuì, ancora molto teso per la scarica di adrenalina improvvisa. È un bravo ragazzo... Un po' ingenuo magari... disse accennando con la mano a Kaede.
    Un po' idiota, vorrai dire. pensò l'Hanashi acido, ma tenne il commento per sé.
    Il mio nome è Kuro, del nobile Clan Hanashi di Otogakure no Sato. si presentò. Nonostante fosse un Clan antico e nobile, quello degli Hanashi era poco conosciuto, fuori dal Villaggio, per via dello scarso peso politico che aveva attualmente all'interno del Suono. Tuttavia storicamente era uno dei Clan, insieme a Tshuuchi, Fuuma e Kinuta, più rappresentativi di Ta no Kuni, e se Asuka era uno studioso di Storia degli Shinobi come Kuro, era probabile che lo avesse sentito nominare. Anche se in effetti, venendo sia lui che il suo allievo da fuori il Villaggio e non essendo cresciuti in famiglie di Shinobi, era anche possibile che di Storia e Clan ne sapessero ben poco.
    Gradirei che mi chiariste il rapporto che c'è tra voi due, e anche cosa c'entra quel bastardo dell'Uchiha con voi. domandò loro, discostandosi un poco.
    In particolare non riusciva a distrarsi dal Konohano. Un amico di Keito... pensava fissandolo. Sembrava che il destino gli avesse messo a portata di mano la perfetta occasione di vendicarsi...

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    Rimasi molto colpito da quel colpo di scena messo in atto da quel ragazzo che fino a poco prima era stato tranquillo a mangiare il suo ramen. Certo la sua reazione non poteva di certo definirsi insensata visto come il mio nuovo allievo aveva avuto la "bocca larga" da rivelare così senza problemi quello che doveva essere uno dei più grandi segreti tra le tecniche di Otogakure no Sato. N-no! Per favore lascialo stare! Non ti farò pagare il ramen ordinato ma non fargli del male! Intervenne subito dopo il nuovo shinobi il proprietario del locale avendo timore per la vita di Kaede. Quest'ultimo invece mi lasciò inizialmente di sasso per il suo repentino cambio d'umore: da spensierato e genuino divenne di punto in bianco cinico e freddo come il ghiaccio rispondendo: Non si preoccupi... per ora nessuno si farà del male... Quel distacco mi sorprese alquanto ma non mi fece comunque perdere il sangue freddo per intervenire in quella situazione che era divenuta "calda". Prima mi aggredisci e poi mi fai domande...? Da quel che so un ottimo modo per far conoscenza è presentarsi e poi fare domande, anche se... il tuo metodo mi aggrada maggiormente... Continuò poi l'allievo in tono "aggressivo" riferito alla domanda su Keito alla quale decisi inizialmente di non rispondere. Comunque... non so a quale Keito tu ti stia riferendo, io ne ho incontrato uno proveniente da Konoha con capelli biondi ed occhi chiari, ma non saprei dire a quale clan appartenesse... Proseguì ancora in tono pesante il rosso. Non mi trovavo d'accordo naturalmente col suo modo di fare ma in qualunque caso non avrei potuto fare granché se non buttarla sulla diplomazia per rimediare al suo modo di comportarsi così distaccato. Infatti insistetti sul fatto di calmarsi e parlarne dato che, essendo in un villaggio, non potevamo darci guerra così per le strade senza pagarne le conseguenze. Mi aggiunsi comunque a quel punto anche io nella richiesta di identità dello shinobi. Dopo tutto quel trambusto ero curioso anche io di sapere con chi avevo a che fare. Sarei curioso anche io di sapere il nome del mio assalitore! Rincarò la dose ancora il mio allievo che, in quel momento, stavo cominciando ad odiare dato questo suo, probabilmente inconscio, "remare contro". Poi, quando lo shinobi armato di bacchetta, sembrava calmarsi l'allievo aggiunse una frase "particolare" tornando quasi con il suo stato emotivo a quello di poco prima quando, tristemente, parlava della morte dei suoi cari: Ah... e pensare che è cosi facile spegnere una vita... ma al contrario quasi impossibile riaccenderne un'altra... eppure sarei proprio curioso di avere un potere simile... In quel momento non diedi molto peso alle sue parole dato che la mia attenzione era tutte sul misterioso ninja che riprese la parola: Sembra che tu ti renda un po' meglio conto della gravità della situazione. Mi disse con mentre io annuivo con la testa, senza ancora abbassare le mani. Informazioni del genere... possono costarti il coprifronte, o anche la vita. Non trattarle con leggerezza. Disse poi rivolto al mio allievo mentre, sospirando riacquistava il controllo di se stesso togliendo la bacchetta spezzata dal collo del rosso. La protezione di terra ancora ripriva la sua pelle, ma, tutto sommato, era giusto così. Abbassai lentamente le braccia per "rincarare" la dose a Kaede: Già è vero. In effetti hai parlato un po' troppo. colpa pure mia che non sapevo di cosa stavamo parlando... In realtà non avrei dovuto nemmeno chiedertelo. Dissi con un sorriso distensivo. Le chiedo scusa per la mia reazione. Si scusò quindi il nuovo arrivato al signor Takamoto che annuì anche se era ancora teso per l'accaduto e dire: È un bravo ragazzo... Un po' ingenuo magari... Fu dopo quello scambio di battute tra lo shinobi e il proprietario del locale che finalmente il primo si decise a rivelare la sua identità: Il mio nome è Kuro, del nobile Clan Hanashi di Otogakure no Sato. Furono le sue parole di presentazione. Era un clan che effettivamente non avevo mai sentito nominare. In effetti ero ancora abbastanza ignorante dei vari clan dei grandi Paesi Ninja. Bene, son contento finalmente di fare la tua conoscenza Kuro. Io come già sai sono Goh del clan Asuka e vengo dalla Foglia. Dissi in tono cordiale mentre riprendevo posizione sullo sgabello del locale, utilizzato fino a poco prima per consumare il pasto. Gradirei che mi chiariste il rapporto che c'è tra voi due, e anche cosa c'entra quel bastardo dell'Uchiha con voi. Disse poi ancora rigido Kuro. Ascoltate le sue parole decisi ri rispondere, ma inizialmente soltanto alla prima parte della sua richiesta anche perché non mi andava per nulla a genio il come si stesse riferendo a quello che era, ormai di per certo, il mio amico. Beh, come Kaede potrà confermare, il rapporto che c'è tra noi è quello tra maestro e allievo... Come puoi pure ben vedere da questa. Dissi mentre, con movimenti non troppo rapidi per non destar sospetti, estraevo dal gilet verde della Foglia, per porlo al ninja di Oto, il rotolo che mi era stato recapitato con la richiesta di intervento in qualità di sensei per istruire il Namayaka nella tecnica del richiamo.

    Stato fisico: Ferita lievissima al pollice destro.
    Stato Psicologico: Tranquillo.
    Chakra: 105
    Note:

    Equipaggiamento:
    Borsa
    ArmiAccessori
    Kunai x10Radiolina
    Shuriken ad astro x20Specchietto
    Carta bomba x5Pillole del Soldato x3
    Palla di Luce x2Kit Grimaldelli
    Gilet
    ArmiAccessori
    Fumogeni x5Torcia elettrica
    //Binocolo
    Taschino da Braccio
    Armi
    Shuriken a Tre Punte x30
    Tasca Supplementare
    Armi
    Palla di Luce x2


    Abbigliamento ninja e armi indossabili:
    Indossato
    SlotOggettoDescrizione
    VoltoOcchialoniSulla fronte
    Collo/voltoCoprinasoIndossato
    Braccio sxCoprifronteIndossato
    Petto/addomeProtezione di CuoioIndossato - buono stato
    BracciaParabraccia AltiIndossati - buono stato
    Avambracci e maniAvambraccio e Guanti RinforzatiIndossati - buono stato
    StinchiParastinchiIndossati - buono stato
    Dietro la vitaFodero - NinjatoInfoderato
    AvambracciFori D'AriaIndossati - operativi


    Edited by Werner von Wallenrod - 6/4/2016, 23:35
     
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65 replies since 29/2/2016, 01:42   2160 views
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