La catapecchia di Tamashi

Nelle foreste di Konoha

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  1. Kabu™
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    Catapecchia
    Inuzuka


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    bla bla bla
    Descrizione

    Descrizione

    Bla bla bla




    Cronologia
    Giocate

    Un insolito contratto

    Missione D - La consegna del messaggio. 1, 2, 3, 4, in corso

    Combattere in acque difficili. Arena Vs Maemi Takahashi

    Strani accadimenti nel Paese della Luna: 1, 2, 3.

    Missione

    Scontro

    Conseguenze: 1, 2.

    Allenamento con Goh

    Missione personalizzata



    Edited by Waira - 19/9/2020, 03:25
     
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    I: Briefing

    Eravamo stati richiamati in molti per quella che aveva tutta l'aria di essere una missione di primaria importanza: diversamente dal solito infatti la missione non ci fu consegnata e basta ma fummo invitati a partecipare ad un incontro nel corso del quale ci spiegarono a grandi linee lo scopo della nostra presenza: per quanto assurdo sembrava che dei demoni stessero camminando sulla terra, in mezzo a noi. E proprio a noi sarebbe toccato cercare di trovarli, identificarli e, se possibile, sconfiggerli o sigillarli. Questa ha tutta l'aria di essere una missione abbastanza pericolosa... ho bisogno di una sigaretta. Nella stanza, in realtà neanche molto affollata, contavo nove persone che avrebbero fatto parte della squadra sul campo, e quattro ninja che assegnavano ordini e impartivano nozioni sul come affrontare questi mostri.
    Con mio stupore, nel piccolo gruppo con cui avrei lavorato, il mio sguardo individuò i capelli rossi e raccolti di Tamashi. Ma garda un pò... è da parecchio che non ci vediamo... La spiegazione durò diversi minuti durante i quali si alternarono fasi anche piuttosto imbarazzanti per via della presenza di uno sp jounin di Oto che aveva un debole per la ragazza del nostro gruppo. Dio mio... sembra anche malaticcia... In effetti il colore della giovane kunoichi non faceva ben pensare ma, in quel momento, avevo altro su cui porre la mia attenzione; dopo che la discussione finì cercai di portarmi il più velocemente possibile verso l'uscita, l'unica porta visibile della stanza, dal quale avrei aspettato di veder apparire mio fratello e la sua compagna.
    Mentre che aspettavo, avvolto dall'aria umida e afosa dell'estate. Presi dalla mia tasca tutto l'occorrente per fabbricare una sigaretta che, una volta pronta, feci scorrere rapidamente tra le dita portandola contemporaneamente alle labbra. Sicuro di non perderla portai le mani in tasca alla ricerca del mio preziosissimo accendino. Ahhhh Una nuvola bianca si disperse nell'aria dopo il mio primo tiro di quella che sicuramente non era una delle mie sigarette migliori. Ma quanto ci mette? Appoggiato con le spalle al muro dell'edificio nel quale ci avevano convocati attesi con trepidazione la sua comparsa.
     
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  3. Kabu™
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    Legenda
    «parlato Tamashi»
    pensato Tamashi
    telepatia Volatili



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    Tamashi aveva sentito di tutto: banditi chiamati “oni”, Shinobi chiamati “diavoli”, perfino suocere chiamate “demoni”, ma mai e poi mai si sarebbe aspettato che queste creature esistessero veramente. E ancora mi sembra una cazzata. Pensò Tamashi abbassando lo sguardo per vedere cosa ne pensava Amina. Il setter sbadigliò annoiato per tutto quel ciarlare e si accucciò ai piedi del Chuunin. Beata te che puoi farlo. Le nozioni su questi fantomatici “demoni” si susseguivano rapide, così come le domande, ma per quanto alcuni sembrassero piuttosto preoccupati per la situazione, le movenze e la spensieratezza dello special Jounin di Oro e Kumo, smorzava l'atmosfera tesa e rendeva il tutto solo un favola per bambini, o questa almeno era quello che stava percependo Tamashi. Il gruppo al quale apparteneva l'Inuzuka era abbastanza variegato, fin troppo, tra di essi aveva potuto scorgere un vecchietto, una ragazza palliduccia, Yusuke con il quale aveva imparato la Kushiyose no Jutsu appena qualche settimana fa e ultimo ma non per ultimo anche il suo fratellino Mishu. Ma guarda chi c’è! Pensò stupito, era un sacco che non lo vedeva ed aveva voglia di scambiarci quattro chiacchiere. Terminata la riunione, Tamashi finalmente si era trovato con una missione assegnata superiore alla “D”. Da quando era stato reintegrato nei ranghi del villaggio era stato sempre sotto osservazione e “usato” per svolgere i compiti più infimi, o meglio, i compiti di un Genin. Ma come un bravo soldato aveva ingoiato il boccone ed aveva eseguito gli ordini senza fiatare. Saranno falsi allarmi, ma devono essere a corto di personale per chiamare me. L'Inuzuka si sentiva sollevato per questa “promozione” donata involontariamente e voleva sfruttarla per dimostrare al villaggio di essere un valido elemento su cui contare e non quel ragazzino indisciplinato e combina guai quale era. Terminato il briefing uscì dal palazzo trovando fuori ad aspettarlo suo fratello Mishu mentre si fumava una sigaretta. «Sai, dovresti smetterla di fumare, con questo puzzo potrei trovarti a chilometri di distanza.» Disse ancor prima di entrare nel suo campo visivo. Se i due fratelli avessero avuto lo stesso taglio di capelli, si sarebbe potuta notare la somiglianza molto più facilmente, ma Tamashi amava i capelli lunghi ed i tatuaggi, oltre che ad uno stile più selvaggio con quel mantello di pelo, solo un occhio attento avrebbe potuto capire la loro parentela. L'Inuzuka scostò il fumo con la mano e poi la porse al fratello in segno di saluto. «È un piacere vederti “fratellino”. Come stai?» Enfatizzò il nomignolo perché benché fosse più alto di lui restava comunque il minore dei due. Nel frattempo Amina, dopo aver starnutito un paio di volte per colpa del fumo, si avvicinò scodinzolando verso Mishu aspettando da lui qualche coccola gratuita.


    Condizioni di Tamashi Inuzuka
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    135

    Totale: 135
    perfettocurioso+:
    -:


    Condizioni di Amina
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    60

    Totale: 60
    PerfetteCuriosa+:
    -:


    Borsa legata alla vita
    Armi/accessoriQuantità
    Pillole del soldato5/5
    Palle luce2/2
    Palle Bomba2/2
    Fumogeni5/5





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    II: Briefing

    Sai, dovresti smetterla di fumare, con questo puzzo potrei trovarti a chilometri di distanza. Ancor prima che potessi accorgermi di lui, da dietro l'angolo sentii la voce di mio fratello che come suo solito mi faceva la ramanzina sul mio vizio preferito. Bah... meglio dell'odore di cane bagnato. Sorrisi mentre finalmente la sua figura faceva capolino accanto a me uscendo dalla zona non illuminata dalla debole luce delle torce a muro. È un piacere vederti “fratellino”. Come stai? Nonostante ci sentissimo poco, in linea di massimo per lettera, il rapporto che avevo creato con lui forse era paragonabile a quello che avevo con Kira e quindi vederlo richiamava in me una gioia sincera. Beh... sono qui no? Dissi mentre allontanavo la sigaretta dalle labbra per spegnerla contro il muro che avevo alle mie spalle; alla fine sapevo che l'odore per lui era davvero fastidioso da sopportare. Tu invece? Come te la passi con papà? Ancora non vi parlate? Invece che rimanere alla sua altezza mi piegai sulle gambe per portarmi all'altezza di Amina che subito si era avvicinata per farsi coccolare. Tu non ti lamenti del mio puzzo di fumo? Sono comunque più profumato di lui vero? Rimasi a coccolarla per diversi secondi prima di tornare dritto in piedi per riprendere la discussione con Tamashi.
    Allora... demoni sembra...cosa ne pensi? Sapevo che anche per lui questa storia sarebbe sembrata assurda e priva di alcun senso logico ma ero curioso, volevo comunque confrontarmi per cercare di venire a capo di una situazione spinosa e soprattutto volevo una sua opinione. Incrociai le dita delle mani e le portai dietro la testa per farmi da cuscino mentre mi appoggiavo sulla parete di roccia fresca e levigata. Domani per di più saremo smistati in coppie presumo... Senza guardarlo, odiavo dimostrare di essere sensibile, bofonchiai qualcosa sotto voce. Non mi dispiacerebbe avere te come compagno dopotutto... Anche se ormai era difficile capire chi dei due era quello anziano in realtà Tamashi aveva la rara capacità di farmi rimanere tranquillo anche in situazioni che altrimenti mi avrebbero fatto reagire piuttosto male.
     
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  5. Kabu™
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    Legenda
    «parlato Tamashi»
    pensato Tamashi
    telepatia Volatili



    FNUeMxj
    Tamashi non ricevette proprio la risposta che sperava da Mishu, ma non disse nemmeno di stare male, quindi si accontentò, non voleva essere troppo pedante. Era sempre il fratello minore, ma era cresciuto talmente tanto da potergli mangiare il ramen in testa. La prima domanda che il fratello rivolse all'Inuzuka, oltre alla situazione della sua forma fisica, riguardava il padre. Mishu sapeva bene dei trascorsi tra Tamashi ed il capofamiglia, ma con molta probabilità non sapeva la gravità che avevano raggiunto. Un frattura quasi insabile al momento. «Io sto bene. Pure papà se ti interessa. Finché non accetta Amina, non ho nulla di cui parlare con lui.» Tamashi chiuse bruscamente il discorso, non ne voleva parlare. La frattura era iniziata quando il chuunin aveva deciso di addestrare un cane randagio invece di uno allevato dal clan. Il padre lo prese come un vero e proprio tradimento, ma a Tamashi non importava, aveva trovato in Amina una compagna fedele ed affidabile e non l'avrebbe mai abbandonata, in nessun caso. L'atmosfera stava per diventare pesante, ma per fortuna il fratellino sapeva bene come stemperarla. Si abbassò ad accarezzare la setterina denigrarndo scherzosamente l’odore del maggiore. «Se se, solo perché non la capisci, vuoi veramente che ti dica cosa pensa di te?» Disse Tamashi, alzando un sopracciglio. Ma in realtà il maggiore stava bleffando, Amina, adorava Mishu, quasi al pari del suo padrone indipendentemente o no dalla sua puzza oscena di fumo. Rialzatosi chiese al maggiore cosa ne pensava dei demoni, aggiungendo che non sarebbe stato male essere smistati insieme l'indomani. «Io e te? Non vorrei farti da babysitter tutto il tempo… Ah Ah.» Scherzava, forse era lui ad avere bisogno di qualcuno che badasse a lui, dopo il suo stop autoimposto. «Cazzate. Sarà qualche shinobi dalle abilità ancora sconosciute al mondo. E come sempre all'ignoto vengono date definizioni altisonanti ed esagerate.» Tamashi non credeva ai demoni, gli unici demoni a calcare questa terra erano gli uomini. «Piuttosto parliamo di cose serie. Come sta Kira?» L'aveva vista solo in un paio di occasioni, ma ormai la considerava come la sua sorellina e si preoccupava al pari di Mishu ed Amina.





    Condizioni di Tamashi Inuzuka
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    135

    Totale: 135
    perfettopreoccupato+:
    -:


    Condizioni di Amina
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    60

    Totale: 60
    PerfetteCuriosa+:
    -:


    Borsa legata alla vita
    Armi/accessoriQuantità
    Pillole del soldato5/5
    Palle luce2/2
    Palle Bomba2/2
    Fumogeni5/5





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    K2uHDcH

    III: Briefing

    Scherzammo punzecchiandoci a vicenda; il nostro rapporto era cos^ Nonostante fossimo cresciuti separati e distanti riuscivamo ad interfacciarci in modo diverso rispetto a chiunque altro, almeno per me era così. Io sto bene. Pure papà se ti interessa. Finché non accetta Amina, non ho nulla di cui parlare con lui. Lo avevo saputo, da quando aveva accolto Amina nostro padre lo aveva praticamente esiliato dal clan ma, conoscendo Tamashi, sapevo che non avrebbe mai fatto marcia indietro per accontentarlo. Quell'uomo... dovrebbe cercare di essere più comprensivo... Ascoltai anche le sue teorie riguardanti quanto stesse succedendo e, la sua incredulità, mi diede un minimo di speranza. Piuttosto parliamo di cose serie. Come sta Kira? Ecco, la domanda che più avevo paura di sentire, sempre e comunque; sapevo che Tamashi si era affezionato in modo particolare alla piccola ma le sue precarie condizioni di salute mi preoccupavano. Mah... Dissi prendendo d'istinto il sacchetto del tabacco e iniziando a girare una sigaretta. In realtà le condizioni sono stabili ora... la malattia è ferma grazie ad una nuova terapia che stanno facendo... Mi fermai un secondo mentre le mie dita arrotolavano la piccola cartina di carta di riso attorno al filtro e al tabacco. Il punto è che non sembra esserci modo di guarirla. Misi la sigaretta in bocca e accesi. Sapevo che Tamashi non ne sarebbe stato contento ma quel discorso mi stressava in modo particolare e io conoscevo solo un modo per rilassarmi: fumare.
    Comunque spero che seguendola più da vicino, anche da casa, si riesca a delineare meglio il quadro clinico per evitare ricadute. Non mi spinsi in termini troppo tecnici, non era il momento e soprattutto non volevo rendere l'argomento ancora più difficile. Comunque se vuoi, finito questo lavoretto potremmo pensare di andare a trovarla assieme... Aspirai facendo ardere l'apice della sigaretta e dopo qualche secondo soffiai il fumo verso l'alto, per evitare di impuzzolentire l'aria più del dovuto. Credo sarebbe molto contenta di vedere voi due. Dissi sorridendo mentre con l'indice e il medio della mano sinistra allontanavo la sigaretta dalla bocca e, soprattutto, dai due nasi da tartufo.
     
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  7. Kabu™
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    Legenda
    «parlato Tamashi»
    pensato Tamashi
    telepatia Volatili
    «parlato Shinobi di Kiri»



    FNUeMxj
    Era incredibile, quando potesse mettere a proprio agio una persona cara. Per quanto fossero vissuti separati, nel momento in cui si erano ritrovati sembrava che fossero stati insieme da sempre. Mishu riusciva a mettere a Tamashi in una situazione di tranquillità, cosa che non succedeva praticamente con nessun altra persona. Con Kira era la stessa cosa. L’aveva vista solo un paio di volte, ma ci era andato subito d'accordo, soprattutto sul punzecchiare Mishu. Forse per via che fosse la sua sorellastra, o forse per via della fragilità che emanava, fatto sta che quegli incontri avevano fatto si che Tamashi provasse affetto per quella ragazzina. Provare finalmente ad essere il fratello maggiore, cosa che i loro genitori gli avevano impedito di essere. Sentire che le condizioni di Kira non miglioravano intristí il chuunin della foglia, avrebbe voluto fare qualcosa per lei, ma se nemmeno il fratello riusciva ad aiutarla efficacemente, cosa mai avrebbe potuto fare un Inuzuka capace solo di menare le mani. Amina seduta al fianco di Tamashi, ascoltava interessata e sentendo il nome di Kira scodinzolò energeticamente. Alla proposta di andare a trovarla insieme, una volta finita questa missione, l'Inuzuka tornò con il sorriso e fece di si energeticamente con la testa. «Con molto piacere. Non vedo l'ora di vederla, dopotutto è la mia parente preferita.» Era una mezza verità, perché Mishu era a pari merito con lei, ma l'orgoglio di Tamashi e la voglia di non dargli nessuna soddisfazione, gli fecero dire quella frase. «Terminata questa missione verremo a trovarvi a Kiri. Spero nel frattempo che la malattia si indebolisca.» Una speranza vana, se nemmeno i medici migliori riuscivano a trovare una cura, come poteva quel pensiero essere di aiuto? Una speranza, debole, insignificante, ma abbastanza da dare la forza anche a chi non ce l'ha. «Beh ora è meglio che vada a prepararmi, non voglio trovarmi impreparato durante la missione. Soprattutto se dovessi capitare con te e le tue dannate sigarette. Roba che potrebbero sentirti ad un centinaio di metri. Altro che effetto sorpresa.» Tamashi mosse la mano davanti al naso, come ad indicare il cattivo odore che permeava i suoi vestiti, poi dopo aver dato una pacca sulla spalla a Mishu, lo salutò, questa volta in modo serio, senza scherzi o battute. «Mi raccomando, fa attenzione. Dobbiamo andare tutti insieme a trovare Kira.» Poi si allontanò con Amina che lo seguiva come un ombra. Il sole di Tsuki era caldo l'afa so faceva sentire, tutto era calmo. Proprio quello che succede poco prima di una tempesta.





    Condizioni di Tamashi Inuzuka
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    135
    -20 Evocazione media
    -20 Evocazione media
    -20 Evocazione media
    Totale: 75
    perfettosfinito+:
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    Condizioni di Amina
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    60

    Totale: 60
    PerfetteCuriosa+:
    -:


    Borsa legata alla vita
    Armi/accessoriQuantità
    Pillole del soldato5/5
    Palle luce2/2
    Palle Bomba2/2
    Fumogeni5/5





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  9. Kabu™
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    5/40
    Cronache di un demone
    Legenda
    Narrato
    Parlato Tamashi
    pensato Tamashi
    telepatia Volatili
    pensato Waira
    Parlato Consigliere
    Parlato Tatsuo
    Parlato Jinko Akimichi
    Parlato Tomiko Nara
    Ryusei Yamanaka



    Fiuto dell'Inuzuka
    GpQx


    I membri del Clan Inuzuka risulteranno avere un fiuto incredibilmente sviluppato, che in base al loro livello risulta essere sempre più fine ed efficace. Potranno a qualsiasi livello tracciare con facilità odori come il sangue; per quanto la percezione d'odori neutri e dunque scovare con precisione un eventuale avversario, il raggio varia in base al livello.
    Genin: 10 metri; Chuunin: 30 Metri; Sp Jounin: 60 Metri; ANBU: 100 Metri
    - Una volta Sp Jounin potranno seguire efficacemente le traccie come un vero cane.
    - Una volta ANBU, concentrandosi e rimanendo immobile per un turno l'Inuzuka potrà percepire con la massima precisione qualsiasi odore nel raggio di cinque chilometri.

    Questa cosa non è tollerabile. Come è potuto succedere? Un uomo sulla sessantina con i capelli brizzolati sbatteva i pugni sul tavolo come un bambino che pretendeva una seconda fetta di torta. Il fare capriccioso era molto in contrasto con i suoi abiti eleganti, il kimono color avorio con ricami dorati, che riprendevano l'aureo colore dei suoi anelli sfarzosi. Lo shinobi dall'altra parte della scrivania, sull'attenti, con le mani dietro la schiena non ebbe il tempo di rispondere che l'uomo riprese a lamentarsi. Merda, stiamo parlando di un Senju. Ha quasi ammazzato un Senju, tra l'altro dei più promettenti. Questa cosa non è tollerabile. Possessione demoniaca o no. Un altro pugno colpì il tavolo e una delle matite, sfortunatamente finita sotto i quei colpi venne lanciata verso la parete di sinistra. Lo shinobi rimase impassibile con lo sguardo fermo verso l'uomo, ignorando l'oggetto volante. Il ninja era un uomo sulla quarantina dai capelli rossi come il fuoco ed una barba ben curata, sotto gli occhi vi erano disegnate due zanne scarlatta, simbolo inconfondibile del clan Inuzuka. Si, ha ragione, è una cosa imperdonabile. Riferirò oggi stesso a Tamashi il suo congedo definitivo da shinobi. Serio e freddo, non lasciava trasparire alcuna emozione, come se il soggetto di cui stavano disquisendo non fosse suo figlio, sangue del suo sangue, ma solo uno dei tanti appartenenti al suo clan. No, diamine. Faremo passare un messaggio sbagliato, non dopo aver mandato allo sbaraglio dei chuunin a svolgere un lavoro da Anbu. Abbiamo bisogno di Tamashi, forse incostante e fuori dagli schemi, ma è un valido elemento. Si accarezzò il mento glabro, facendo passare qualche secondo, come se volesse che il suo interlocutore dicesse qualcosa, ma a parlare fu solo il silenzio. Vai pure. Parlerò con l'Hokage. Presto verrai richiamato con tuo figlio. L’uomo sbuffò tornando ad infilare il naso nei rapporti, mentre l'Inuzuka dopo un inchino uscì dalla stanza. Quello che sfuggì al funzionario era l’espressione dello shinobi che da neutra era divenuta furiosa.



    Tamashi lo sapeva, dal suo ritorno dal paese della Luna aveva cercato di rigare il più dritto possibile, aveva eseguito gli ordini, si era allenato ed era stato il più lontano possibile dalle attenzioni, eppure sapeva che quel giorno sarebbe arrivato prima o poi. In quella sala d'attesa neutra e triste, Tamashi muoveva ritmicamente il piede destro, evidente sintomo di agitazione e disagio. Al suo fianco accucciata a terra, Amina stava sonnecchiando, disturbata soltanto dallo sfarfallare di un neon giunto ormai alla fine dei suoi giorni. Solo dieci minuti sono passati? La sua impazienza sembrava far scorrere il tempo più lentamente. Voleva togliersi quel sassolino (ma che in realtà era una montagna) il giorno stesso del suo ritorno a Konoha, ma gli fu impedito. Prima le cure mediche, poi i controlli psicologici ed infine era divenuto una cavia per quegli studiosi di Fuuinjutsu, per capire cosa fosse e come funzionasse l'Hakemono che portava al collo. Così passarono i giorni e le settimane e quel peso di cui voleva liberarsi diventava ogni giorno più insostenibile. Aveva tentato di andare a fare visita a Hiroyuki ma venne cacciato alla stregua di un balordo qualsiasi (cosa che un po’ era). Aveva perso l'occasione scusarsi, per fare ammenda di quello che aveva fatto, anche se in realtà non aveva colpe. Dopotutto era stato posseduto da un demone, una creatura antica, di un mondo sconosciuto e primevo. Sbagliato. La colpa è solo mia. Sono stato un debole. Se fossi stato più forte tutto questo non sarebbe successo. Lo sguardo si posò sulla compagna, così priva di preoccupazioni e pressioni dovute dalla vita militare, sonnecchiava tranquilla come se quel luogo così alieno fosse casa sua. All'improvviso Amina alzò il capo e rivolse la sua attenzione verso una porta, Tamashi agì di riflesso, ed osservò a sua volta l'uscio che si aprì lentamente. Non uscì nessuno, a parte una voce che chiedeva a Tamashi Inuzuka di entrare. Il chuunin eseguì l'ordine entrando in quello che sembrava uno studio dall’arredamento semplice e funzionale. Nessun suppelettile, decorazione o oggetto personale che parlasse, anche involontariamente, della persona che lavorava in quell'ufficio. Alla scrivania, completamente spoglia a parte una fila di fascicoli chiusi ed impilati all'angolo destro, ed uno aperto che mostrava la foto di Tamashi. L'uomo che lo stava leggendo interessato aveva i capelli argentei, tirati all'indietro, portava un discreto numero di anelli ed aveva un espressione seria. Il chuunin si mise in sull'attenti, mostrando un evidente nervosismo. Riposo. Non alzò nemmeno lo sguardo dal fascicolo ed i secondi che passarono sembrarono interminabili per l'esaminato, perché era quello che era in quel momento. Il consigliere alzò lo sguardo e osservò, letteralmente, lo shinobi dalla testa ai piedi, fermando gli occhi all'altezza del viso, o almeno era quello che credeva Tamashi, in realtà il suo focus era leggermente più in basso, al collo, sull'Hakemono. Ho letto il tuo rapporto sulla missione a Tsuki, ed il resoconto della divisione interrogatori. Un’altra pausa interminabile, come se aspettasse che Tamashi dicesse qualcosa di sua iniziativa, cosa che ovviamente non avvenne. Quella è la collana in cui è rinchiuso il demone? Disse indicando il gioiello di zanne. Sissignore. Rispose Tamashi. Vuoi consegnarla a me? Quella domanda spiazzò completamente l'Inuzuka. Ma ha letto veramente il rapporto? Non posso toglierla, come faccio a consegnarla? Tamashi si irrigidí, voleva consegnarla e terminare quella maledizione che lo affliggeva. O no? Qualcosa dentro di lui voleva restare legato al demone? Domande che si era fatto in continuazione durante quel periodo di riposo, ma senza trovare risposte. Vorrei, ma non posso. Qualcosa rende vano ogni tentativo di rimozione. Involontariamente portò la mano verso la collana, accarezzandone una delle zanne, quando se ne accorse, ritraette la mano in modo rapido. Capisco. Chiuse il fascicolo e lo rispose sulla pila insieme agli altri. Immagino tu sappia perché ti trovi qui. Non importa. Te lo dirò senza troppi giri di parole. Non diede nemmeno il tempo a Tamashi di formulare un’ipotesi, che con un gesto stizzito della mano bloccò ogni suo tentativo di aprire bocca. Quella “cosa” è pericolosa. E tu non sei in grado di controllarla. Il chuunin non disse nulla. Dopotutto aveva ragione. Il tentato omicidio di Hiroyuki Senju prima e ora nell'ultima missione, che nessuno ti ha autorizzato a fare. Sbaglio o dovevi riposare? Nonostante sia andato tutto bene e la missione sia stata un successo, il mandante ha scritto: “Lo shinobi, provocato da uno dei mercenari, si è trasformato in un grosso lupo umanoide e lo ha minacciato.” Aveva ripreso il fascicolo leggendo quello che era stato annotato, per poi chiuderlo nuovamente e rivolgere uno sguardo inquisitorio verso di lui. Voglio essere chiaro e non te lo ripeterò più. Siccome quella cosa non si può togliere e tu non puoi controllarla, io vedo solo una soluzione. Separarti da lei. Disse indicando Amina che al fianco del suo padrone, si limitò a piegare i capo di lato, confusa. No, signore, non mi faccia questo. Lei non centra nulla. Disse visibilmente agitato, come se gli avessero detto di toglierli un braccio o una gamba. Non centra nulla? Se non sbaglio, qui c’è scritto che la fusione avviene attraverso un vostro contatto. “Dannato fascicolo”, fu l'unica cosa che riuscì a pensare, senza dire nulla. Ma oggi non sono qui per eseguire nessun ordine, solo per darti un avvertimento. Un ultimo avvertimento. Se dovesse succedere ancora che tu perda ancora il controllo… Anzi no, se solo sento ancora una qualsiasi voce che riguarda un lupo umanoide, non la rivedrai mai più. Sono stato chiaro? Tamashi annuì tremando, avrebbe preferito perdere un braccio piuttosto che perdere Amina. O impari a controllare quella cosa o ci penseremo noi a controllarla. Una minaccia per nulla velata che fece rabbrividire l'Inuzuka. Uscì dall'ufficio scosso e preoccupato, quando Amina si avvicinò a lui per cercare di consolarlo, Tamashi si ritrasse spaventato dal contatto. Non posso perdere il controllo. Non posso perdere Amina. Pensò, senza arrivare a capire che forse tutto quello che temeva stava già per succedere.

     
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  10. Kabu™
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    Cronache di un demone
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    Parlato Jinko Akimichi
    Parlato Tomiko Nara
    Ryusei Yamanaka



    Fiuto dell'Inuzuka
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    I membri del Clan Inuzuka risulteranno avere un fiuto incredibilmente sviluppato, che in base al loro livello risulta essere sempre più fine ed efficace. Potranno a qualsiasi livello tracciare con facilità odori come il sangue; per quanto la percezione d'odori neutri e dunque scovare con precisione un eventuale avversario, il raggio varia in base al livello.
    Genin: 10 metri; Chuunin: 30 Metri; Sp Jounin: 60 Metri; ANBU: 100 Metri
    - Una volta Sp Jounin potranno seguire efficacemente le traccie come un vero cane.
    - Una volta ANBU, concentrandosi e rimanendo immobile per un turno l'Inuzuka potrà percepire con la massima precisione qualsiasi odore nel raggio di cinque chilometri.


    Dall'angolo dell'ufficio del consigliere Tatsuo Inuzuka dissolse la sua tecnica di invisibilità, avvicinandosi alla scrivania del consigliere. Perché non li ha separati? Chiese con disappunto. So che era quello che volevi, da quando quel ribelle ha deciso di testa sua di allenare un randagio alle tecniche Inuzuka. Ma non sappiamo se quella trasformazione funziona solo con quel cane o con ogni cane. Disse con la solita flemma. Prima di attuare un tentativo così drastico, voglio vedere se riesce a cavarsela da solo. Per quello che hai in mente tu, c’è sempre tempo. L'Inuzuka schioccò la lingua, conosceva suo figlio molto meglio di quanto un fascicolo potesse fare. Da un lato sperava che la soluzione del consigliere funzionasse, ma dall'altro non vedeva l'ora che quel randagio fosse allontanato dal clan. Eppure conoscendo il carattere di Tamashi, poteva prospettarsi un terzo scenario: quando un lupo si sente troppo braccato non può fare altro che fuggire.

    Dopo l'incontro con il consigliere Tamashi aveva deciso di fare l'eremita, complice del periodo di riposo che ancora gli spettava, aveva deciso di restare a casa per cercare di limitare il più possibile l'avvento del demone. Casa era un eufemismo, era una baracca di legno, nel bel mezzo della foresta che circondava Konoha, lontano da persone che potessero farsi male. Vivere in quel luogo era una scelta ben da prima di quella maledizione, più stava lontano dagli umani, meglio stava. Eppure da quel giorno qualcosa si era torto in lui. Si sentiva costantemente tra l’incisione e il martello e non poteva nemmeno consolarsi con la compagnia di Amina, che aveva iniziato ad allontanare per paura di perdere il controllo. Il sonno era costantemente disturbato da incubi che Waira inculcava nella sua mente, sogni terribili che mostravano quello che avrebbe fatto una volta preso il controllo di Tamashi: branare ed uccidere chiunque avesse trovato davanti. Le giornate passavano in meditazione, cercando di controllare i propri istinti, allontanare le proprie paure e cercare di avere un maggior controllo su se stesso. Ma nulla di tutto ciò aveva portato a qualcosa di concreto a parte peggiorare il rapporto con il proprio cane in affidamento. Questo allontanamento forzato aveva logorato il loro rapporto e Tamashi che Amina ne stavano uscendo male. Ha senso quello che sto facendo? Potrò mai controllare questo demone? Domande che non avrebbero trovato mai risposta in quella baracca. Non voglio perdere Amina. Se ci dovessero separare ne usciremmo distrutti e incapaci di riprenderci. Il pensiero andò al suo primo cane, morto a causa di un suo errore, il peso di quella colpa non faceva che tormentarlo, il vuoto che aveva lasciato, anche se in parte era stato colmato da Amina, faceva ancora male, come una fretta lama nel petto. Dopo quella perdita si era ritirato da tutto, in primis dalla carriera di shinobi, poi aveva allontanato amici e conoscenti, che a suo dire non potevano capire il suo dolore. Si era ripreso solo grazie ad Amina, come poteva anche solo pensare di perderla? Il freddo ed umidiccio naso della compagna si appoggiò sul braccio di Tamashi, forse aveva percepito i pensieri preoccupati del padrone. L'inuzuka come colto di sorpresa si allontanò di scatto colpendo involontariamente con il gomito il muso del setter che guaí più spaventata che dolorante. Scus.. Stava per scusarsi, per accarezzarla e consolarla, ma qualcosa trattenne la sua mano. Paura. Paura di perdere il controllo, paura di perdere Amina. Poi guardando i suoi occhioni neri, spaventati e confusi, capì. Capì che stava già perdendo la sua compagna, con quel suo atteggiamento.



     
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    Tamashi

    Watashi

    Inuzuka


    Legenda
    «parlato Tamashi»
    pensato Tamashi
    parlato Waira
    telepatia Volatili
    «parlato chuunin»


    Fiuto dell'Inuzuka
    GpQx


    I membri del Clan Inuzuka risulteranno avere un fiuto incredibilmente sviluppato, che in base al loro livello risulta essere sempre più fine ed efficace. Potranno a qualsiasi livello tracciare con facilità odori come il sangue; per quanto la percezione d'odori neutri e dunque scovare con precisione un eventuale avversario, il raggio varia in base al livello.
    Genin: 10 metri; Chuunin: 30 Metri; Sp Jounin: 60 Metri; ANBU: 100 Metri
    - Una volta Sp Jounin potranno seguire efficacemente le tracce come un vero cane.
    - Una volta ANBU, concentrandosi e rimanendo immobile per un turno l'Inuzuka potrà percepire con la massima precisione qualsiasi odore nel raggio di cinque chilometri.




    PSX-20200913-054544
    L
    a figura camminava al fianco della strada in direzione di Konoha. Il giorno stava giungendo al termine e la stagione autunnale stava giungendo al termine, il sentiero battuto della strada principale era costellata da un tappeto di foglie dai colori caldi. Dai lati della strada il calore del terreno, accumulato nell'ancora caldo pomeriggio, veniva rilasciato nell'atmosfera sottoforma di una debole nebbiolina che faticava ad alzarsi oltre il metro. La figura avanzava con passo deciso verso il cancello nord, cercando di non essere d'intralcio ai carri che si affrettavano ad antrare in città prima del crepuscolo. Un piccolo gruppo di chuunin, stava percorrendo la strada nel verso opposto, uscendo dalla capitale del Fuoco, forse per un giro di ronda notturna. Quando questi incrociarono la figura misteriosa, il gruppo si divise in modo evitare uno scontro. Non mancarono sguardi stupiti e commenti detti a mezza voce, dopotutto la figura che avevano appena fatto passare, ammantata in un mantello di pelliccia nero, era talmente alto e grosso da essere il doppio di chiunque il quel gruppetto. Il passo della figura non cambiò ed a dispetto di quello che sarebbe pututo pensare, chinò perfino il capo in segno di saluto e rispetto verso quei chuunin tanto gentili da dividersi per farlo passare. Inspirò a pieni polmoni e le sue narici si riempirono dell'odore delle foglie umide e della nebbia che stava pian piano prendendo terreno. Il cancello era ancora aperto e poteva notare senza difficoltà i due shinobi di guardia scambiarsi sguardi di preoccupazione, uno mettendosi un dito sull'orecchio, con tutta probabilità avverti qualche compagno nascosto nell'ombra o addirittura qualche superiore. Non poteva biasimarli, il suo aspetto non aiutava certo a farsi nuovi amici. Ma mano che la figura arrivava sempre più vicina al cancello nord, i chuunin potevano notare la sua innaturale altezza, il muso allungato che spuntava dal cappuccio di pelliccia, gli arti inferiori che avevano una piega contraria alle giunture umane. Lunghi artigli color giallo pallido scintillivano grazie al bagliore salterino del fuoco delle torce. «Altolà, straniero. Identificati.» Gridò uno dei due shinobi di guardia, il più coraggioso dei due, o forse il più prudente. Ora che era vicino poteva vederli bene entrambi ma non riconosceva nessuno dei due, quanto era passato dall'ultima volta che era entrato a Konoha. Faticava a ricordarselo, eppure il profumo delle grandi foreste, della terra bagnata, delle locande nascoste oltre il cancello era inconfondibile. I ricordi riaffiorano uno ad uno, sembrava che non se ne fosse mai andato. Alzò una delle mani alrtigliate, mostrando il palmo nero e ricoperto di peluria color nella notte, con l'altra strasse dalla borsa due piccoli oggetti e li poggiò per terra, poi fece una cedina di passi indietro in modo che i due guardiani potessero controllarle con calma. Non aveva fretta di entrare, sapeva bene che appena il suo nome fosse arrivato a qualche piano alto, sarebbe entrato in ogni caso. «Ta..Tamashi Inuzuka?» Disse una delle guardie cercando di decifrare il documento spiegazzato e malconcio, ma se quello non fosse bastato, il coprifronte che aveva messo insieme era inconfondibile. «Non assomigli per nulla alla foto qui.» Il fu Tamashi abbasso il cappuccio sulle spalle mostrando il suo viso lupesco, la cicatrice dell'artigliata sull'occhio destro, un debole sorriso dove mostrava la sua dentatura perlacea ed aguzza. La seconda guardia che non aveva ancora proferito parola si avvicinò al primo sussurrando qualcosa, l'Inuzuka riuscì solo a sentire la parola "luna". Così i caduti della luna sono ancora famosi? Pensò per nulla stupito della cosa. I due erano evidentemente in difficoltà, non sapevano cosa fare, allora Tamashi li aiutò sedendosi a terra. «Nessun problema, aspetterò qui con voi qualcuno dei vostri superiori.» Disse mettendosi a gambe incrociate sul ciglio della strada in placida attesa. Il chuunin più chiacchierone ed anche il più coraggioso si avvicinò a Tamashi porgendogli indietro il documento ed il coprifronte, quando le loro dita si sfiorarono, il giovane non trattenne una domanda. «Sei veramente Tamashi?i» Disse curioso e preoccupato. «Un tempo lo sono stato. Ora sono solo Watashi.»







    Condizioni di Tamashi Inuzuka
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    135/135

    Totale: 135
    perfettosereno+:
    -:


    Condizioni di Amina
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    60

    Totale: 60
    Perfettecuriosa+:
    -:


    Borsa legata alla vita
    Armi/accessoriQuantità
    Pillole del soldato3/3
    Palle luce2/2
    Palle Bomba2/2
    Fumogeni5/5


    Note:
    - Hakemono indossata.
    - Gilet Chuunin indossato.
    - Coprifronte indossato.
    - Borsa indossata.
    - Mantello di pelliccia indossato.
    - Custodia con all'interno un Johyo, indossata.
    - Zaino con all'interno una Kusari Fundo, indossato.






    .



    Glustrod Werner von Wallenrod Burbear Supaku ErBraciola e tutti gli altri!

    Ogni parola può sembrare solo una paraculata. Non sono qui per giustificarmi, perché mi sono comportato male. Lo so, ne sono consapevole e me ne dispiaccio, perché non ve lo meritevate. Non sono qui per chiedere il perdono perché esso va meritato.

    Vorrei solo chiedervi scusa dal profondo del cuore. Lo so faccio schifo anche nelle scuse.

    Alla fine sono tornato per il semplice motivo: mi mancavate.
    Spero sia un nuovo inizio. Scusate ancora.
     
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    Continua da QUI.


    Narrato, "Pensato", «Parlato», "Pensato Baku", «Parlato Altri», «Parlato Tamashi».


    adwrOee
    La forma del suo Sharingan mutò, assumendo il motivo circolare e più articolato dello Sharingan Ipnotico.
    «Ehi, Inuzuka!» lo richiamò, prima che Tamashi si allontanasse troppo.
    Cercò i suoi occhi, intessendo trame di Chakra che diedero vita alla più potente fra tutte le illusioni. Tsukuyomi, l’Illusione Suprema. Trasportò entrambi in una realtà che esisteva solo nella sua mente, così articolata e complessa da poter ospitare un mondo intero, le cui regole rispondevano soltanto a ciò che lui desiderava esistesse. Gli unici confini dettati dai limiti della sua immaginazione. Generò intorno a loro la stanza di un palazzo, travolta dalla furia di una battaglia che poteva essere terminata da pochi minuti, oppure da secoli. Parte di una parete esterna era crollata, come sfondata da un Jutsu estremamente potente, o da qualcosa di molto pesante. Lo stesso destino era toccato ad una grande porta-finestra, i cui resti giacevano a terra in frantumi. I frammenti di vetro irregolari rilucevano di una sfumatura rossastra, anche nella penombra notturna. La voragine nella parete dava su ciò che restava di un grande terrazzo di pietra, spazzato da una brezza tagliente. In alto nel cielo, ma visibile anche dall’interno della stanza, una luna rossa faceva capolino tra banchi di nuvole in fiamme, attraversate da continue esplosioni di folgori purpuree. Yusuke, spalle alla frattura nel muro, alzò appena una mano verso Tamashi, che si trovava più all’interno della stanza.
    «Tranquillo. Siamo dentro ad un’illusione, ma non ti accadrà nulla. Qui il tempo scorre più lentamente che all’esterno, quindi non devi preoccuparti di quello che accade fuori». Si fece strada fra i calcinacci, poggiando una mano artigliata contro i mattoni di pietra del muro, là dove si interrompevano bruscamente in corrispondenza della breccia nella parete. «Ho scelto questo luogo perché tu lo trovassi… familiare. Immagino che tu abbia capito dove ci troviamo, ormai».
    Gli fece cenno di seguirlo e, calpestando i frammenti di vetro sparsi a terra, varcò la fenditura nel muro e si inoltrò nel terrazzo. Al centro dello stesso c’era una profonda depressione, segno che qualcosa di molto grosso si era schiantato laggiù, distruggendo le piastrelle d’argilla colorate sulle quali si era abbattuto. A giudicare dalla sua ricostruzione degli eventi di quella notte, doveva essere stata la stessa cosa che aveva sfondato la parete, durante la battaglia. Si appoggiò all’elaborato cornicione semidistrutto, indicando con un dito un punto più in basso, tra le macerie di quella che era stata una grande piazza ai piedi del castello.
    «Io ho combattuto laggiù, dove ci sono i resti di quella fontana. Mentre tu… beh, non c’è bisogno che te lo spieghi».
    Yusuke ricordava bene la belva feroce che balzava di tetto in tetto, distruggendo tutto ciò che si trovava sul suo passaggio, seguita dall’esile figura di Tae, all’epoca sotto il controllo di Nihiru. Baku lo chiamava Waira. Il Demone Chimera. Ripensò alle pietose condizioni in cui, dopo il loro combattimento mortale, Hiroyuki era stato ridotto. Anche con quell’armatura di legno che lo proteggeva, non doveva essere stato facile affrontare una creatura del genere. Sbuffò. Era stato di certo il combattimento più duro che il Senju avesse mai affrontato. Incrociò le braccia al petto, il bacino appoggiato al cornicione, e si prese il tempo per scegliere le parole giuste. Aveva visto qualcosa di sé stesso, negli occhi dell’Inuzuka. La stessa disperazione e desiderio di arrendersi nei quali anche lui, se non stava attento, rischiava di ricadere ogni volta che la sua mente non era concentrata su qualcosa di concreto. Come una missione, o la vendetta contro il Mouryou e tutti i suoi figli. Se lasciato a sé stesso c’era il rischio che il demone prendesse il sopravvento, com’era accaduto a molti di loro, o che facesse una stupidaggine e anche il suo Frammento andasse perduto finché non fosse finito nelle mani di qualche sfortunato. Non sapeva quale dei due potesse essere il futuro peggiore, ma forse poteva ancora fare qualcosa perché nessuno dei due si avverasse mai. Per il bene superiore.
    L’Uchiha prese un lungo respiro. «Senti, non mi importa nulla della sceneggiata che hai fatto ora, al cimitero; ma, finché porti quella collana al collo, non posso permetterti di fare sciocchezze». Sollevò il mento, lasciando che la luce scarlatta della luna illuminasse il suo Sharingan. Tese una mano verso Tamashi, il palmo rivolto verso l’alto. «Se pensi di non riuscire a controllare il tuo demone… dallo a me. Ed io lo distruggerò al posto tuo».


    Erano anni che avevo questo post pronto... Per fortuna non l'ho mai cancellato xD
     
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    Tamashi
    Inuzuka


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    «parlato Tamashi»
    pensato Tamashi
    parlato Waira
    telepatia Volatili
    «parlato Tonyu Inoki»

    Fiuto dell'Inuzuka
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    I membri del Clan Inuzuka risulteranno avere un fiuto incredibilmente sviluppato, che in base al loro livello risulta essere sempre più fine ed efficace. Potranno a qualsiasi livello tracciare con facilità odori come il sangue; per quanto la percezione d'odori neutri e dunque scovare con precisione un eventuale avversario, il raggio varia in base al livello.
    Genin: 10 metri; Chuunin: 30 Metri; Sp Jounin: 60 Metri; ANBU: 100 Metri
    - Una volta Sp Jounin potranno seguire efficacemente le traccie come un vero cane.
    - Una volta ANBU, concentrandosi e rimanendo immobile per un turno l'Inuzuka potrà percepire con la massima precisione qualsiasi odore nel raggio di cinque chilometri.


    FNUeMxj
    S
    e ne stava andando, tornando dalla sua inseparabile compagna, quando Yusuke lo chiamò. A parte Mishu ogni persona in quel luogo gli stava sul cazzo, avrebbe voluto dare più di un pugno sul muso a ognuno di essi. Tamashi non sapeva perché ma si girò. Aveva appena mandato a fanculo tutti, eppure al richiamo del suo capo squadra, il suo corpo si mosse in automatico, incrociò il suo sguardo. Tanto bastò. Occhi color crimesi, un bagliore color del sangue, un'istante. Bastò così poco. Improvvisamente si trovò in una stanza, un tempo sala sfarzosa di una torre regale. Poteva vedere alle spalle dell'Uchiha uno squarcio sul muro di mattoni, distrutto da chissà quale furia. Oltre un terrazzo, il cielo nuvoloso costellata da fulmini purpurei, sotto la piazza di una città decaduta. Poteva vedere il silenzio, l'assenza, la mancanza. Non c'era bisogno che Yusuke gli spiegasse dove si trovava, lo sapeva bene. Aveva vissuto quei momenti come Waira, rinchiuso e pronto ad essere divorato. La prigione era il suo corpo. Tamashi seguì il caposquadra sulla terrazza, anch'essa presentava i segni della lotte, qualcosa si era schiantato su di essa, devastando il motivo che decorava la struttura. L'Uchiha mostro dove aveva combattuto nel paese della Luna o quello che aveva ricreato nella sua illusione. Tamashi faticava a credere di essere in un genjutsu, sembrava tutto così reale e fisico. Poteva sentire l'elettricità statica della tempesta, l'umidità del paese della Luna, l'odore di devastazione che riempiva l'aria. Incredibile. Perfino Waira era in agitazione, poteva sentirlo eccitato da quel luogo tanto familiare. Eppure senza Amina era impossibile per lui uscire. Il villaggio l'ha pensata bene. Eppure è solo una situazione temporanea. Sapeva, anzi sentiva che il demone poteva benissimo prendere il possesso di qualsiasi creatura, con Amina e Tamashi era più facile grazie al loro rapporto di quasi simbiosi. Tempo. Gli bastava aspettare e recuperare le forze. Il tempo non era un problema per Waira. Il tempo non è un problema per un cacciatore. Osservò il panorama che dava la terrazza, la fontana distrutta da Jutsu di Yusuke, la piazza demolita, quando finalmente il caposquadra gli spiegò il motivo per quella gitarella improvvisa e fuori programma. «Tu pensi che non abbia provato a togliermela?» Disse afferrandola con rabbia e convinzione. Quasi istantaneamente la presa si allentò e la mano lasciò la collana. Tamashi sembrava essersi calmato, non era più arrabbiato per quella situazione, per quella farsa del funerale, non era nemmeno arrabbiato con i suoi compagni che chi più chi meno stavano condividendo lo stesso destino. Tamashi fece un passo verso Yusuke e poi un altro. L'Inuzuka superava il caposquadra di più di dieci centimenti, arrivando un palmo dal suo viso, lo guardo nei suoi occhi color sangue. «Non posso togliermi la collana. Ma oggi abbiamo imparato come farlo.» Si prese il capo con una mano e mostro il collo scoperto al caposquadra, la giugulare era in bella vista, pronta per essere squarciata. «Non voglio questa stramaledetta collana. La vuoi? Prenditela.» Non c'era esitazione nelle parole dell'Inuzuka, in quel momento era pronto a morire pur di liberarsi del demone e forse essere ucciso per mano di un suo compagno era la morte migliore che poteva aspirare.





    Condizioni di Tamashi Inuzuka
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    95

    Totale: 95
    ferita lieve al polliceArrabbiato+:
    -:


    Condizioni di Amina
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    60

    Totale: 60
    Perfettecuriosa+:
    -:


    Borsa legata alla vita
    Armi/accessoriQuantità
    Pillole del soldato3/3
    Palle luce2/2
    Palle Bomba2/2
    Fumogeni5/5


    Note:
    - Hakemono indossata.
    - Gilet Chuunin indossato.
    - Coprifronte indossato.
    - Borsa indossata.
    - Mantello di pelliccia indossato.
    - Custodia con all'interno un Johyo, indossata.
    - Zaino con all'interno una Kusari Fundo, indossato.








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12 replies since 29/6/2019, 13:05   383 views
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