Missione Akihiko Hyuuga & Sora Darima

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    Missione Akihiko Hyuuga & Sora Darima
    Missione a Servizio di:Konohagakure No Sato
    Livello:C
    Esecutori della Missione:Akihiko Hyuuga & Sora Darima
    Luogo d'Incontro:Cancello Ovest di Konohagakure no Sato
    Appuntamento Ore:10.00
    L'isola Nami è l'unica isola, seppur piccolissima che rientra nel cerchio del paese del fuoco. Il tuo compito è quello di portarti fino a la e stilare un rapporto sulle condizioni degli abitanti e sull'operato dei pochi Shinobi presenti sull'isola. E' necessario ricevere dei rapporti periodici su di loro visto che sono così distaccati dal centro del paese. Se trovi eventuali scaramucce puoi anche prendere iniziativa e spegnere il fuoco sul nascere.
    Buona Gita


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    Uscito dalla residenza dell'Hokage, decisi di vedere subito il contenuto del rotolo che conteneva la mia missione.Srotolata la pergamena, iniziai a leggerne il contenuto.
    Mi aspettavo qualcosa di più coinvolgente
    In pratica avrei dovuto portare un rapporto su un'isola di cui non avevo mai sentito parlare.Non il massimo per uno come me, ma non potevo fare altro che attenermi.L'appuntamento era per l'indomani mattina al cancello ovest di Konoha.Tornato a casa, mi addormentai presto per essere riposato il giorno dopo.
    Erano le 8:45 e la sveglia iniziò a suonare imperterrita finché con un calcio non la spedii fuori dalla finestra.Era una di quelle giornate in cui avrei preferito rimanere a letto fino alle 14:00 e invece mi toccava andare a fare un sopralluogo in un isoletta.Dopo essermi fatto una doccia veloce mi diressi, con un asciugamano che mi copriva dalla vita fin alle ginocchia, verso il mio guardaroba
    Vediamo un po...
    Dopo essermi cambiato e aver fatto colazione, si erano già fatte le 9:45.Avevo tutto pronto, il mio arco sulle spalle, la mia katana sul fianco sinistro e la borsa con gli attrezzi legata alla vita.Tutto era al suo posto, potevo quindi partire per il cancello ovest.
    Direi che posso prendermela con calma, non dovrei metterci molto ad arrivare al cancello
    Uscito di casa notai Ponypon che trotterellava intorno al terreno che circondava la nostra residenza.Decisi di andarmene in fretta senza farmi vedere, altrimenti mi avrebbe seguito sicuramente.Uscii dal distretto del clan Hyuga per poi arrivare nella via principale di Konoha.Le vie stavano incominciando a riempirsi di gente.Una volta attraversata la via, potevo vedere in lontananza il cancello ovest.Non si vedeva nessuno in circolazione, probabilmente il mio compagno non era ancora arrivato, o forse si era perso durante il tragitto per arrivare al cancello.Decisi comunque di aspettarlo, non che avessi molta scelta.Mi poggiai sul tronco di un albero li vicino, quando sentii un lieve dolore al polpaccio.Abbassai lo sguardo.Era Ponypon che mi mordeva la gamba


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    A passo fermo e sicuro, giara in spalla, mi ero portato verso la camera del Kazekage. Era, per me, una delle prima volte in cui ero stato richiesto dal Ninja più eminente nel territorio di Sunagakure no Sato. Mille e più emozioni si erano affollate nella mia mente e nel mio cuore. Cosa poteva volere il Kage da me? Ma non riuscivo a pensare lucidamente, nel deserto della mia mente infuriava una tempesta chiamata Shukaku. Una Tempesta che però cercavo di confinare ai margini del mio deserto. Sembrava come guardare un tornado di sabbia che si avvicinava, lentamente ma inesorabilmente all'orizzonte. Potevo fare due cose, scappare per ritardare l'impatto oppure nascondermi e sperare di non essere travolto. Stavolta non avevo ricevuto neanche la missiva dalla ragazza alla reception, molto probabilmente il Capo del villaggio voleva consegnarmi la missiva di persona. Era questo il preludio per una missione più impegnativa? Senza darmi una risposta, con un sospiro, avevo allungato la mano verso il legno liscio ma evidentemente antico che rappresentava la porta della camera del Kazekage. Il rintocco sordo era risuonato nel corridoio prima che dall'interno della camera si levava una voce.
    Avanti... Senza attendere un ulteriore invito mi ero presentato al cospetto dell'anziano Kage. Tanto anziano quanto rispettabile. Tu dovresti essere Sora Darima... Shinzo mi ha parlato molto di te. Non riuscivo a pensare a cosa il mio padrino poteva dire ad un personaggio così eminente su di me, ma poi una voce nella mia mente, appena accennata, mi aveva riportato alla realtà. Ebbene, ti ho richiamato qui per consegnarti di persona la tua missiva. Con mano antica ma ferma mi aveva passato un piccolo rotolo che portava sia il sigillo in cera di Konoha, già rotto, sia quello di Suna ancora fresco ed intatto. Come avrai capito la tua missione si svolgerà nelle lontane terre del Paese del Fuoco. Dovrai dare supporto e collaborazione ad uno Shinobi della foglia nella sua missione. Non indugiare, Sora Darima, ora va, il tempo stringe.
    Arrivederci, Kazekage-sama.
    Un profondo inchino reso leggermente goffo dalla giara prima di uscire dalla camera richiudendo la porta alle mie spalle. Con passo svelto mi ero portato verso uno dei principali affitta cammelli della città, avevo ascoltato da Teddy il suo viaggio da Konoha a Suna e qualcosa, su per giù sulle distanze l'avevo compreso. Non ero uno sprovveduto per quanto riguardava i viaggi nel deserto ma da solo non mi ero mai spinto così lontano. Mentre mi avviavo mentalmente elencavo gli oggetti che potevano essermi utili per il viaggio tutti stipati in un borsone che avevo con me. Acqua, cibo, una tenda e vestiti puliti. Il viaggio doveva durare sui tre giorni, due e mezzo se si era proprio fortunati. Le razioni che avevo con me dovevano bastare per circa due giorni di cammino nel deserto. Si sapeva, le lande sabbiose erano volubili ed insidiose. Si poteva viaggiare giorni senza incontrare un oasi oppure incontrarne una oltre ogni duna. Così, in sella ad un cammello color caramello mi ero avviato verso Konoha. Avevo studiato una delle mappe che si trovavano su di un libro di geografia ed avevo preso informazioni su Nami e su Konoha. Logicamente le informazioni da loro volutamente fatte trapelare. Tutto sommato, il viaggio era stato tranquillo e rapido. Avevo l'opportunità di poter pernottare nel Villaggio di Konoha. Affittare una camera in una locanda, per la precisione la "Fonte di Vino" consigliatami da Teddy, era stata una pura formalità. Ciò che mi interessava, più della camera era il bagno caldo che poteva offrirmi nella piccola vasca termale. Quello poteva essere uno dei pochi piaceri che oramai potevo coltivare e sostituire pienamente al sonno per quanto riguardava il ricambio energetico. Dopo la solita notte insonne, lottando contro uno Shukaku quanto mai così presente e pressante, la prima lenza di sole penetrata dalla finestra aveva colpito i miei occhi aperti. Mi ero disteso sul letto solo per dar un aria vissuta alla camera e per non attirare sospetti. Anche in tempi di pace, infondo, molte persone non dimenticavano il passato e lo rivangavano. Circa alle nove e mezza ero uscito dalla mia locanda. Avevo lasciato il cammello nella stalla del piccolo alberghetto promettendo di tornare a riprendere la bestia. A passo svelto ma costante mi ero diretto al luogo d'incontro. Avevo letto il nome dello Shinobi che dovevo incontrare, Akihiko Hyuga, un nome che non mi diceva nulla ma la missiva, seppur blanda, era la mia prima di livello C. Non potevo delude il Kazekage che aveva puntato su di me offrendomi la possibilità di estendere i miei orizzonti e di affrontare una missione di livello leggermente più alto del solito. Con passo, stavolta lento per poter avvistare il mio compagno mi avventuro nella piazza girando su me stesso lentamente. Se Akihiko era in zona vedendo il mio coprifronte alle spalle poteva riuscire ad associarmi al suo compagno di missione.
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    Il piccolo cavallino mi aveva seguito senza che io me ne accorgessi.Per farmi notare la sua presenza mi morsicò la gamba.Era il suo modo per salutare.Comunque Ponypon non poteva rimanere qui, stavo per conoscere il mio nuovo compagno ed ero in procinto di iniziare la mia nuova missione, così, con una lieve pacca sulla schiena e un severo "Torna a casa" gli feci capire che non avevo tempo per giocare con lui.Nonostante fosse un cavallino, era parecchio perspicace e aveva capito che doveva tornare a casa, e stranamente si avviò verso il quartiere residenziale degli Hyuga, trotterellando felice e spensierato
    Ora pensiamo alla missione
    Mi guardai attorno.La zona del cancello ovest iniziava a riempirsi di carri pieni zeppi di varia roba da vendere che andavano dai medicinali e alimentari fino alle armi.Tutti questi carri erano scortati da un numero di ninja che variava a seconda dell'importanza del carico.Comunque, una volta che i carri erano passati, il silenzio era piombato nuovamente.In effetti questo non era un posto molto trafficato, tranne che dai mercanti che venivano per poter vendere le loro merci e tornare a casa con un bel malloppo.Ormai dovevano essersi fatte 10:00, la piazza era tornata vuota.Il mio compagno sarebbe dovuto arrivare da un momento Non sapevo molto di lui a parte il nome, un certo Sora Darima. Un nome che poteva essere sia maschile che femminile e io speravo di più nella seconda ipotesi.Sarebbe stata la mia prima missione in compagnia di una giovane fanciulla da difendere in caso di pericolo.Iniziai a fantasticare sulle mie gesta.La mia compagna circondata da 100 ninja che vogliono eliminarla e io, il grande Akihiko Hyuga, che combatto fino allo stremo delle forze per difenderla.Dovetti però smettere di fantasticare poiché notai una persona in lontananza
    Che sia il mio compagno?
    Mi avvicinai per accertarmi che lui fosse il mio compagno.Più mi avvicinavo e più la figura si faceva nitida.Era un ragazzo, con i capelli simili ai miei ma di un colore castano chiaro e una grossa giara sulla schiena.Ma era un ragazzo, e questo era un vero peccato.Però quella grande giara aveva catturato la mia attenzione.
    Chissà cosa c'è la dentro....Roba da bere immagino, anche se portarsi una giara così grande mi pare una cosa un po eccessiva
    Ormai c'erano pochi passi di distanza tra me e il ragazzo misterioso, così decisi di presentarmi e di chiedere se fosse lui il mio compagno di missione
    Ciao, per caso tu sei Sora Darima?
    Appena finito di formulare la frase, cercai di vedere il coprifronte del ragazzo, ma non riuscivo a vederlo.Sulla fronte non ce l'aveva, nemmeno legato a un braccio o sulla vita, così abbassai lo sguardo per vedere se ce l'avesse legato a una gamba.Fu allora che lo vidi.Dietro il ragazzo c'era Ponypon, ed era dietro la sua gamba destra.Sapevo già cosa stava per fare.Voleva salutarlo, salutarlo alla sua maniera.La bocca spalancata di Ponypon si avvicinava sempre di più alla gamba del ragazzo, stava per morsicarlo.


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    Edited by Cloud 95 - 7/4/2013, 17:37
     
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    Ero arrivato nella piazza antistante alla porta Ovest da circa un paio di minuti quando un ragazzo mi si stava avvicinando. Il giovane dai capelli biondi portava un fodero sul fianco sinistro ed un arco sulle spalle. Come confermato dal coprifronte, legato al braccio destro all'altezza del bicipite, quello era uno shinobi. Forse il mio compagno ma non potevo esserne così sicuro. Mentre ispezionavo il viso del ragazzo questo aveva cominciato a parlarmi. Una semplice domanda, pronunciata dalle sottili labbra del ragazzo, aveva identificato quello strano ragazzo, della mia età come Akihiko. Uno sguardo agli occhi del giovane, più alto di me di quasi tutta la testa, e le sue pupille mi avevano lasciato di stucco. Erano degli occhi bianchi, occhi vuoti, vitrei. Occhi del genere, seppur molto diversi, li avevo notati solamente in coloro che erano stati maledetti dai Dei della Sabbia perdendo la loro vista. Possibile che il mio compagno di missione era cieco? Quella caratteristica mi aveva quasi distratto dalla domanda del ragazzo, che di sicuro non doveva amare essere fissato negli occhi vitrei ed apparentemente senza vita.
    Si, sono io... Quindi posso supporre che tu sei Akihiko Hyuga.
    La mia risposta era stata pronunciata con voce serena, nel tono più professionale che potevo modulare con la mia voce. Mi sentivo un pò a disagio a guardare quel ragazzo. Seppur avevo vari interrogativi che mi frullavano nella testa. Come poteva avermi notato se non riusciva a vedere? Inoltre, come poteva sapere che proprio io ero il suo compagno tra tutta la gente che si trovava in quella zona della città? Sapevo che, di solito, coloro che non possedevano uno dei cinque sensi avevano sviluppato al meglio gli altri restanti. Mi risulta, comunque, difficile immaginare una cosa del genere. Però questi quesiti erano stati spazzati via da una strana sensazione. La stretta di un'arcata dentale si era fatta strada sulla mia coscia. Un rapido movimento in senso oscillatorio per far staccare quella bestia che mi aveva attaccato. Un piccolo cavallino dal caratteristico colore beige o marroncino chiaro tipico della sabbia del deserto nei momenti più caldi della giornata. Il morso non mi faceva male ma la presa mi aveva stupito. Ed aveva risvegliato prepotentemente anche il Monocoda che dormiva dentro di me. Il demone, infatti, aveva cominciato ad agitarsi mentre con prepotenza richiedeva la morte di quella bestia.
    Ammazza quella merdina...
    Avevo dovuto utilizzare tutta la mia forza mentale per riuscire a tenere a bada lo Shukaku che ancor più forte reclamava il suo diritto di uccidere. Dovevo, comunque, resistere. Questa era una sorta di prova per me. La mia prima missione estera affidatami dal Kazekage per capire come potevo comportarmi in quella situazione. Dovevo frenarmi il più possibile e non farmi circuire dal demone dentro di me. Dovevo seppellire il Monocoda nel deserto della mia mente, cosa che però richiedeva un enorme sforzo. Dannata bestia equestre. Preso dalla foga e dalla collera che dallo Shukaku si diffondeva con violente ondate mi ero preparato ad attaccare quel cavallino. Così, con un rapido movimento della gamba avevo cercato di menare un calcio alla bestia per scacciarla mentre inveivo con tono adirato.
    Sparisci mostriciattolo!

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    Come un ombra seguivo, diviso da vari chilometri di distanza, il mio Target. Stavolta però non si trattava n di un mukenin ne di qualsiasi altro problema rilevante per il villaggio. O almeno di nessun problema a breve termine. Poche volte mi capitava una missione del genere. Non per la stranezza della richiesta, ero uno degli ANBU della squadra Sensitiva questo era il mio campo, ma per la concomitanza degli ordini. Il Kazekage mi aveva richiesto un rapporto dopo avermi mostrato il piccolo manipolatore della sabbia, solo un Genin, diretto a Konohagakure no Sato. Fin li tutto normale, ma la richiesta di un altro pezzo grosso, Shinzo Darima, mi aveva stupito. Anche lui, di solito così distaccato, si era interessato al ragazzino pretendendo un rapporto dettagliato sui suoi movimenti. Darima, una delle figure più controverse del villaggio, non mi era mai piaciuto. Oramai, avevo un'idea ben precisa su di lui. Shinzo Darima non mentiva mai, ma la verità che racconta non è mai quella che tu credi di ascoltare. Infatti, riuscivo a capire quando qualcuno mentiva ma quell'uomo non mostrava mai i segni. Mentre seguivo il ragazzino rimuginavo sulle due richieste così simili. Il rotolo consegnatomi dal Kazekage era ancora chiuso dal sigillo di ceralacca. Qualcosa mi diceva che dovevo aprirlo, ultimamente aprivo di rado i rotoli delle missioni già spiegatemi chiaramente. Visto che di solito potevano darmi poche informazioni extra oltre quelle consegnatemi dal Kage. Stavolta, però, mentre fissavo il punto dove la presenza del Genin si era fermata sentivo che aprirlo era importante. Ed infatti, una parola mi era balzata subito agli occhi mentre srotolavo svogliatamente la pergamena. Il nome del castano, Sora Darima, chi poteva essere quel ragazzo? Un collegamento con il consigliere poteva essere semplice, entrambi manipolatori della sabbia. Una cosa, però, non quadrava. Shinzo non aveva figli o nipoti a quanto ricordavo. Chi poteva essere quell'ometto? Possibile che il Kazekage voleva tenermi nascosta l'identità del ragazzino fino alla mia partenza? Ma poi, perché?
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    Edited by Lord ‚-‚ - 7/4/2013, 23:22
     
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    Ormai era troppo tardi.La bocca di Ponypon era affondata nella gamba del ragazzo senza che io potessi fare nulla per fermarlo.Il ragazzo, che poco prima di essere morso mi aveva confermato di essere Sora, con un movimento oscillatorio della gamba staccò il povero cavallino dalla sua gamba.Fortunatamente non sembrava che Sora si fosse fatto male, anche se sembrava alquanto confuso
    Spero non si sia arrabbiato per così poco
    Ponypon stava li a pochi passi da Sora con un sorrisino beota stampato in faccia, come se stesse aspettando qualcosa, magari delle coccole dal mio compagno.La reazione del ragazzo fu comunque quasi imminente, sferrando un calcio al povero animaletto
    Sparisci mostriciattolo!
    Disse Sora, con tono alquanto arrabbiato.Quel morso doveva averlo fatto proprio incazzare.Ma conoscevo Ponypon.Quante volte avevo provato a prenderlo a pedate, o a legnate, ma era tutto inutile.Era un maestro della schivata, e ogni colpo era sempre andato a vuoto.Lo stesso valeva per il calcio di Sora, che Ponypon schivò facendo un semplice balzo all'indietro. Prima che la situazione si aggravasse decisi di intervenire.Tirai fuori dalla mia borsa una caramella.L'unico modo per far si che il piccolo equino ti obbedisca è prenderlo per la gola.
    Mangia questa e tornatene a casa
    Mangiata la caramella, Ponypon si avviò verso casa trotterellando felice.Ora che non cerano più distrazioni, potevo concentrarmi sulla missione, e questa volta potevo farlo senza interruzioni.Non sapevo nulla sulla nostra destinazione, a parte che fosse un isola, quindi dovremmo dirigerci verso il porto più vicino e prendere un imbarcazione diretta verso l'isola.Conoscevo un porto, un po distante da Konoha, ma era il più vicino alla nostra posizione, a un giorno e mezzo di viaggio.
    Sora, il porto più vicino è a un giorno e mezzo di distanza e fortunatamente ricordo la strada per arrivarci
    Era ora di utilizzare la mia abilità nel disegno per ricreare il tragitto da seguire.Presi il mio taccuino e iniziai a disegnare il percorso per arrivare al porto, dopodiché strappai il foglio dal taccuino e lo porsi a Sora
    Ecco tieni, questo è in caso ti perdessi.Sai, perdersi è sempre troppo facile.La x sulla mappa indica la destinazione finale, che sarebbe il porto.Bene direi che possiamo partire se è tutto pronto





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    Edited by Cloud 95 - 8/4/2013, 20:05
     
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    La demoniaca bestiolina dall'espressione beota aveva scansato il mio colpo. Mi stavo già preparando per un nuovo affondo quando Akihiko aveva lanciato una caramella al cavallino. Ero rimasto stupito e basito dall'abilità del ragazzo cieco, comprendere con tale precisione e tale tempestività il luogo in cui il piccolo pony si era fermato per far centro nella sua bocca. Quale senso, oltre alla vista, poteva dare queste capacità? C'erano due modi per scoprirlo, chiedere oppure scoprirlo con il tempo. Le parole che poi aveva rivolto all'animaletto mi avevano convinto che quella creatura demoniaca era del biondo di Konoha. Probabile che poteva riconoscere ciò che aveva difronte dall'odore? Dopo la scomparsa dell'animale beige non ci restava che cominciare il viaggio. Conoscevo la conformazione fisica del paese in cui mi stavo per inoltrare. Non bisognava mai uscire in missione impreparato. Inoltre, con tutto il tempo extra che possedevo a causa della mia piccola insonnia non potevo far altro che studiare e prepararmi. Avevo preparato sulla mappa presente nel libro di geografia una via che portava dalla cittadina di Konoha fino ad un piccolo porto costiero. Non faceva parte di alcun villaggio maggiore ma ad un piccolo centro cittadino. Anche Akihiko conosceva un porto che poteva fare al caso nostro, e forse, era lo stesso che avevo individuato io stesso. Mentre stavo per rispondere a questa sua ultima affermazione lo Hyuga aveva estratto dalla sua borsa un taccuino con matita annessa cominciando a disegnare. Oramai era quasi certo, il ragazzo dagli occhi bianchi ci vedeva. Anche la mia ipotesi sul suo olfatto super sviluppato era crollata. Non mi potevo capacitare della stranezza di quegli occhi. Le iridi vacue e all'apparenza senza vita concentrate sul taccuino richiamavano la mia attenzione come una tigre che danzava su due zampe. Dopo poco tempo il biondino aveva strappato con un solo gesto il foglio di carta. Uno sguardo interdetto al pezzo di carta mi aveva fatto notare una sorta di cartina molto artistica ma poco dettagliata per quanto riguardava le informazioni.
    Ahuahuahuahua!
    La risata del monocoda, ancestrale e folle, era arrivata al primo sguardo a quel pezzo di carta iscritto. Subito era cominciata la descrizione della carta geografica. Oramai era ufficiale, la sua vista non era bacata seppur il suo senso artistico lasciava a desiderare. Non riuscivo a comprendere molto da quell'accozzaglia di simboli e linee ma il mio coetaneo aveva cominciato a spiegare ciò che aveva disegnato. Alberelli, triangolini per le montagne ed una X per il porto. Neanche un indicazione riguardante i punti cardinali, solo tante strade messe quasi a caso. Senza un'altra occhiata al pezzo di carta lo avevo piegato in due parti prima di infilarlo nella mia borsa. Mentre facevo ciò, però, avevo cominciato a parlare.
    Non preoccuparti, ho studiato la mappa del Paese del Fuoco e dovrei sapermi orientare. Non volevo essere d'intralcio allo svolgimento della missione così avevo messo subito in chiaro questo piccolo appunto prima di continuare. Ora, se per te va bene, possiamo anche partire alla volta del porto. Solo che dobbiamo affittare dei cavalli per velocizzare il viaggio. Per caso conosci un posto dove prenderne due resistenti e veloci?
    Avevo terminato di parlare indagando gli occhi del ragazzo, racchiudevano qualche segreto. Ne potevo essere quasi certo. Ma la cosa che più mi faceva pensare era Quale segreto potevano contenere le bianche pupille.
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    Ero soddisfatto della mia opera d'arte.Non solo era fatta bene ma era anche comprensibile.Nonostante questo Sora decise di non utilizzarla in quanto aveva gia studiato la cartina del paese del fuoco.Lui si che si era preparato per la missione, a differenza mia.Era una delle mie caratteristiche il fatto di non prepararmi mai nulla, a parte l'equipaggiamento.Mi venne in mente quando avevo attraversato il deserto senza un goccio d'acqua.Pura pazzia.La voce di Sora mi fece riconcentrare sull'attuale missione.Il ragazzo aveva suggerito di prendere dei cavalli per risparmiare tempo per il viaggio.Era un ottima idea.
    Vediamo un po, devo trovare una scuderia
    Pensai un attimo alle poche scuderie che si trovavano a Konoha e di tutte scelsi la più vicina, a pochi isolati dal cancello ovest.Intanto notai che dei nuvoloni belli grigi carichi di acqua si stavano avvicinando sempre più minacciosi verso Konoha.Dovevo muovermi se non volevo farmi un'altra bella doccia
    Sora, anidiamo a prendere i cavalli, ti faccio strada
    Decisi di arrivare a destinazione passando per i tetti delle case così avrei evitato l'ingorgo di persone che si formava sempre verso quest'ora, ora di punta.La via principale era impercorribile tanta era la gente.Riuscii comunque ad arrivare alla scuderia in poco tempo e senza intoppi.Era la prima volta che parlavo al proprietario della scuderia visto che non mi era mai capitato di prendere dei cavalli.L'uomo, basso e tozzo, vedendomi mi rivolse subito la parola, probabilmente aveva capito che ero un potenziale cliente
    Per caso ti serve un cavallo?
    Si, me ne servono due per la precisione, uno per me e uno per il mio compagno
    Dissi indicando il mio compagno
    Ottimo, qua abbiamo i migliori cavalli di tutta Konoha
    Non ero un gran frequentatore di scuderie, ma sicuramente questo era quello che dicevano tutti quindi non mi entusiasmai molto, anzi, mi stavo gia preparando al peggio.Il proprietario mi fece cenno di seguirlo.Lo seguii fino a quella che doveva essere una stalla.Appena entrati si poteva sentire un odore pungente, che mi veniva difficile descrivere.Odore di muffa e di vecchio e di escrementi di cavallo creavano un aroma nauseabondo. Di certo questo non era l'odore che i cavalli migliori di Konoha avrebbero dovuto avere.Inoltre sembrava che ci stesse per crollare il soffitto da un momento all'altro, tanto era vecchio.
    Devono essere passati secoli dall'ultima vota che questa stalla è stata pulita
    Pensai tra me e me, finché il proprietario della scuderia non si fermò di colpo e iniziò a parlare
    Ecco, questo è tutto quello che posso offrirti
    Davanti a me c'erano un sacco di cavalli, se potevano definirsi tali.L'unica cosa che vedevo erano un mucchio di ronzini pelle e ossa e parecchio deperiti.Per come sono essi, non sarebbero riusciti neanche ad uscire dalla stalla senza prima schiattare a terra.Solo uno sembrava essere in grado di uscire almeno dal villaggio, quindi decisi di prenderlo.Un bel cavallo bianco con macchie marroni.Aveva la tapezzatura uguale a quella di una comune mucca, solo che aveva le macchie marroni
    Ok, questo cavallo mi interessa.Però non è che ci sia altro che possa mostrarci?
    Dissi, indicando la "mucca".Sul viso dell'uomo comparve un ghigno di quelli malvagi.Avevo trovato il mio cavallo, ma avrei preferito di meglio.Non mi sentirei sicuro a viaggiare con un cavallo così, visto dove veniva allevato. All'apparenza sembrava messo meglio degli altri, ma l'apparenza inganna
    Ci sarebbe qualcos'altro, ma sappi che costa di più
    Accettai la proposta.Qualsiasi cosa sarebbe stata meglio di quegli equini.Così il proprietario fece uscire il mio cavallo dal suo box e ne prese le redini, dopodiché uscì nuovamente dalla stalla.Io ovviamente lo stavo seguendo, come lo stava facendo probabilmente Sora.Molto probabilmente quei cavalli non andavano a genio nemmeno a lui.Questa volta il commerciante mi aveva portato in un terreno recintato, che stava dietro alla scuderia, e che dall'esterno non era visibile.Qui tanti bei purosangue trotterellavano e mangiavano tranquilli.Sembravano in buon salute ed erano belli grassi, tanto che alcuni mi sembravano pure obesi.Si, questi cavallini facevano al caso mio.Notai inoltre che c'erano anche parecchi pony, di poco più grandi di Ponypon. Anche questi sembravano un po sovrappeso, ci mancava poco che invece di trotterellare rotolassero
    Ok io ho deciso, prendo il cavallo-mucca
    Il proprietario che inizialmente sembrò non comprendermi, annuì, e tornò nella stalla per preparare il mio cavallo.Mi avvicinai a Sora
    Io ti aspetto fuori, prenditi il tempo che ti serve per scegliere.Comunque io ti consiglierei il pony marroncino
    Detto questo, tornai dentro la mansione.Il mio cavallo era pronto, così io e il vecchio signore tornammo all'entrata della scuderia,in quanto era arrivato il momento più difficile, quello del pagamento.Umilmente chiesi quanto sarebbe costato l equino.Sulla faccia dell'uomo comparve un altro ghigno, più malvagio del primo.Ormai era sicuro, voleva impollarmi, e probabilmente ci sarebbe riuscito
    Sono 500 ryo .Lo puoi tenere per una settimana dopodiché me lo devi rendere
    Questo si che era un furto bello e buono.Sapevo che alla fine sarei rimasto imbrogliato, ma che potevo farci?La priorità ora era andare al porto.Così pagai il vecchio uomo che tornò dentro per occuparsi di Sora.
    Chissà se alla fine Sora avrà scelto il pony.....

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    Finalmente eravamo in movimento. Prima destinazione una delle scuderie presenti a Konoha. Con passo rapido, quasi trotterellando per stargli dietro con la giara sulle spalle, mi ero arrampicato sui tetti della foglia sfruttando il controllo del chakra. Oramai le strade si stavano lentamente affollando, era l'ora di punta per le massaie che uscivano dopo le faccende del mattino per fare la spesa della giornata. Camminare sui tetti era forse il modo migliore e più veloce per arrivare in un punto del villaggio. Spostandoci sempre verso Ovest eravamo riusciti ad arrivare a destinazione in poco tempo. La scuderia scelta era di discrete dimensioni ed aveva tutti i cavalli nell'edificio della stalla. Non vedevo alcun cavallo all'esterno dell'edificio, segno che il commerciante si sentiva molto sicuro di se e della sua merce. Un ometto basso e tozzo si era avvicinato al ragazzo dalle bianche pupille riconoscendolo come potenziale cliente. Dal modo in cui seguivo il Konohiano lo scaltro ometto dai capelli corvini ed untuosi l'uomo aveva, forse, compreso che ero un forestiero. Un forestiero che probabilmente già possedeva il proprio cavallo. Akihiko, però aveva messo tutto in chiaro chiedendo due cavalli. Le parole dell'uomo parvero pura vanteria una volta che ero entrato nell'edificio adibito a stalla. Certo, non potevo pretendere cavalli che profumavano di campo fiorito ma quell'odore mi dava quasi il voltastomaco unito ai vari cavalli emaciati e smorti presenti in quell'edificio. Dopo un blando controllo il biondo Hyuga aveva deciso di puntare su di un cavallo bianco pezzato di marrone. Gli altri cavalli erano tutti, all'apparenza, troppo fragili e nessuno di questi mi convinceva. La mia sensazione era stata compresa dal mio compagno che subito aveva chiesto di altri cavalli. Avevo una mezza idea di tornare a riprendermi il cammello color caramello che avevo lasciato al cancello Est di Konoha. Non sapevo se i cammelli erano altrettanto efficienti nei paesaggi boschivi quanto lo erano nel deserto ma non mi andava di provare. L'uomo però aveva ammesso di possedere altri cavalli e, si sperava, migliori. Con il pezzato tenuto per le redini dal biondo il proprietario della scuderia ci aveva condotti nel retro dell'edificio dove si apriva in un cortile interno recintato. Stavolta gli animali nel recinto potevano essere chiamati a tutti gli effetti Cavalli. Forse erano meno di quelli emaciati ma non avevo contato ne i primi ne i secondi. Con occhio critico mi ero soffermato sui puledri fino a notare un baio dal collo arcuato marrone scuro. Questo cavallo non si era fermato un attimo dal girare intorno al recinto e la sua folta criniera corvina mossa dall'aria mi aveva convinto. Mentre guardavo il baio Akihiko aveva parlato facendo valere la sua scelta precedente e lasciandomi solo. Prima di andare mi aveva consigliato un piccolo cavallino marrone chiaro, dello stesso colore dei miei capelli. Un consiglio che avevo scacciato dalla mia mente come si scaccia una mosca molesta in estate. Una volta che il biondo era uscito con il commerciante mi ero fermato a guardare i cavalli in attesa. Dall'edificio principale era uscito un garzone dall'aspetto gioviale e che stringeva tra le mani un secchio ricolmo di biada. Uno sguardo fugace a me ed a tutta la mia persona prima di tornare al suo lavoro.
    Ragazzo, puoi aiutarmi? Avevo richiamato la sua attenzione mentre con la mano destra avevo indicato il cavallo che si era fermato per abbeverarsi. Vorrei affittare quel cavallo. Imbrigliamelo e preparalo per un lungo viaggio.
    Il giovane aveva composto un breve ed impacciato inchino. Il mio tono di voce era stato gelido e pretenzioso, un tono degno di uno dei discendenti dei Darima. Lo stalliere, però, non poteva conoscere le mie nobili origini, in verità acquisite, ma le aveva, evidentemente, intuite. Con rapidi gesti il ragazzo aveva imbrigliato il Morello scegliendo i finimenti migliori che la stalla poteva concedergli. Una volta che il tutto era stato eseguito alla perfezione briglie alla mano mi ero diretto verso Akihiko che oramai aveva già pagato per la sua bestia. Quando mi ero avvicinato al mio compagno ed al commerciante questo si era voltato verso di me prima di cominciare a parlare dei prezzi. Aveva appena smesso di contare i soldi di Akihiko ed ora come un falco aveva avvistato un nuovo guadagno.
    Per Red fanno 750 Ryo... Aveva detto il panciuto uomo strofinandosi le mani. E' uno dei cavalli migliori che possiedo.
    Sapevo che non tutto poteva essere vero ma non mi andava di discutere così avevo sborsato fino all'ultimo Ryo richiestomi. Mentre l'uomo si dedicava ai suoi introiti mi ero voltato verso il biondo mentre gettavo il mio borsone da viaggio sul retro della sella del morello.
    Per me possiamo pure andare. Leggermente impacciato dalla giara ero montato sul cavallo. Andiamo, Akihiko.
    Senza aspettare risposta dallo shinobi di Konoha mi ero avviato dando due colpi di tallone al cavallo che avanzava lentamente tra la folla che riempiva le strade. Nessuno voleva essere schiacciato dagli zoccoli di un cavallo così la folla si apriva al passaggio degli equini richiudendosi subito dopo. Oramai erano le undici o poco meno. Era il momento per partire non potevo aspettare ancora. Prima di uscire dal villaggio, come da prassi bisognava dare i propri nominativi alle guardie ninja poste alle porte. Un operazione utile per controllare i flussi ed evitare fughe in maniera plateali. Con un pò di difficoltà finalmente eravamo arrivati alla stazione dove dovevamo consegnare i nostri nominativi. Alla porta vi erano due Shinobi di cui uno con capelli rossi e l'altro biondo o arancio. I due giovani guardiani potevano avere al massimo tre o quattro anni più di me e con voce gentile ma autoritaria avevano parlato.
    Identificatevi... Il rosso aveva preso la parola mentre il suo compare era pronto a vergare i nostri nomi su di un registro. Voglio conoscere Nome, Cognome e ragione della visita.
    Io sono Sora Darima... Avevo detto prendendo il controllo della situazione. E questo ragazzo alle mie spalle è Akihiko Hyuga. Avevo detto mentre indicavo lo shinobi dagli occhi vacui. Siamo in partenza per svolgere una perlustrazione nell'isola di Nami per conto dell'Hokage.
    Ahah... Il rosso aveva ridacchiato alle mie parole mentre lanciava occhiate al suo compagno. Brutta storia, ci siamo passati tutti... Andate e fate attenzione.
    Aveva terminato di parlare scoppiando a ridere. Che gente strana che si poteva trovare a Konoha avevo pensato mentre mi immettevo sulla via principale che partiva dal villaggio.
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    Dovetti aspettare poco l'arrivo del mio compagno.Rimasi comunque sbigottito alla vista di Sora che guidava con le briglie un purosangue di colore marrone scuro.Come poteva non aver considerato il mio consiglio e aver preferito un purosangue ad un simpatico pony obeso?Non sapevo trovare una risposta.Dopo che Sorà era salito sul cavallo, eravamo pronti per partire alla volta del cancello ovest e successivamente verso il porto.Al nostro passaggio per la via principale, la folla si apriva per creare un passaggio.Dovevano avermi riconosciuto, dopotutto a Konoha ero abbastanza famoso.Per ringraziare la gente, iniziai a mandare baci a casaccio verso la folla.Amavo i miei fans, dopotutto loro amavano me, era un sentimento contraccambiato.Arrivammo quindi al cancello ovest in poco tempo.Ora dovevamo solo rispondere all'interrogazione delle guardie poste a controllare le entrate e le uscite a Konoha.
    Voglio conoscere Nome, Cognome e ragione della visita.
    Lasciai fare a Sora, che diede tutte le informazioni necessarie anche per mio conto.Ora potevamo passare tranquillamente.Il viaggio era appena iniziato.Cercai di ricordarmi la strada per il porto.Per arrivarci avremmo dovuto attraversare una foresta, percorribile attraverso una strada sterrata.Avanzammo quindi seguendo il percorso prestabilito senza fermarci per un oretta più o meno, dopodiché, annoiato, decisi di movimentare un po la cosa.
    Forza Sora, mostrami che sa fare quel tuo purosangue
    Dissi con aria di sfida, dopodiché incitai a colpi di redini il cavallo in modo che corresse alla massima velocità.Stavo sfrecciando percorrendo a gran velocità quel breve sentiero che ci avrebbe portato al porto.Ma dopo pochi metri il cavallo iniziò a rallentare drasticamente.Non era un purosangue, e questo si vedeva, non che potessi aspettarmi molto visto le condizioni in cui viveva.
    Accarezzai il puledro, poi, decisi di farlo riposare un po.Mi guardai attorno.Alberi, dappertutto, quindi avevo una buona scelta su dove legare l'animale per evitare che si allontanasse.Lo legai in un post dove cera parecchia erba in modo che potesse mangiare per recuparare le forze.Sicuramente quest'erba gli sarebbe piaciuta di più di quella sporca biada che gli veniva data alla scuderia.
    Era ora di pranzo ormai, così mi rivolsi a Sora per dirgli di fermarci per un po
    Ehi Sora, è ora di pranzo, stanziamoci qui per un po e lasciamo riposare i cavalli
    La pancia iniziò a brontolarmi, ma come al solito la mia preparazione per missione era limitato al solo equipaggiamento.Non avevo portato niente da mangiare e, spinto dall'orgoglio, per evitare che Sora mi offrisse del cibo decisi di addormentarmi per un po con la scusa della stanchezza
    Sora, io non ho molta fame, tu mangia pure, io nel mentre mi riposo un attimo
    Detto questo, mi misi ai piedi di un albero, fissai i suoi rami,dopodiché chiusi gli occhi mentre i morsi della fame mi attanagliavano

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    Finalmente ero fuoruscito dal villaggio di Konoha. Il viaggio era cominciato sotto un cielo nuvoloso e che prometteva pioggia da un momento all'altro. Avevo lasciato la guida della spedizione al ragazzo di Konoha. Lui, a quanto aveva detto, conosceva il percorso in maniera sufficiente. Io, comunque, non mi fidavo ancora di quello strano ragazzo e dentro di me seguivo la mappa mentale che mi ero costruito. Il viaggio era noioso e monotono nella repetitività del suo paesaggio. Una monotonia, però, fondamentalmente diversa da quella che si poteva incontrare viaggiando nei deserti sabbiosi del Paese del Vento. Se nel deserto si poteva godere di una sensazione di costanza e d'eternità nelle foreste del Paese del Fuoco si poteva avvertire una sensazione di continua crescita. Mentre ero assorto nei miei pensieri la voce del biondo di Konoha mi aveva scosso. Voleva aumentare la nostra andatura mentre io cercavo di tenere il mio morello, Red, ad un'andatura costante senza sbalzi di velocità. Il purosangue voleva galoppare mentre io lo tenevo in un serrato trotto. Seppur lanciando uno sguardo poco convito al cielo, che si rannuvolava sempre di più, prima di spingere Red dietro il cavallo pezzato. Lo scatto, però, era durato molto poco per il cavallo del mio compagno. Infatti, dopo pochi metri il suo equino aveva cominciato a perdere drasticamente energie e velocità. Questo improvviso stop del cavallo per cominciare a camminare lentamente mi aveva costretto a tirare improvvisamente le briglie del puledro per farlo arrestare. Stavo per travolgere l'animale pezzato ed il suo cavaliere ma ora mi trovavo fermo ad un paio di passi da loro. Me l'ero vista brutta sia io e sia l'ignaro Konohiano. Ancora mi chiedevo, quando avevo ripreso il cammino al piccolo trotto, il perché della sua scelta. Tra tutti i purosangue Akihiko aveva scelto un cavallo emaciato che di sicuro non era in grado di reggere ritmi errati. Che tipo insolito quell'Akihiko Hyuga. Su per giù doveva avere la mia stessa altezza anche se svettava su di me per quasi tutta la testa. Non ero eccezionalmente alto, caratteristica insolita nel mondo ninja, ma non potevo, o volevo, lamentarmi. Ero compatto, non basso. Dopo pochi passi in cui il mio compagno rinfrancava il cavallo con dei buffetti, o delle carezze, questo si era stoppato. Stavolta, complice l'andatura contenuta, avevo avuto tutto il tempo per fermarmi in tutta sicurezza. Akihiko, intanto, era già smontato da cavallo prima di legarlo ad un albero nei pressi di un punto molto erboso, perfetto per allettare i cavalli e farli riposare. Dall'alto del morello, intanto, gettavo sguardi tutto intorno al posto prescelto dal biondino. Non vi era alcun ruscello o fiumiciattolo che poteva fornire da bere ma avevo la mia scorta. I viaggi nel deserto mi avevano convinto che portare con se perennemente acqua e viveri era la scelta migliore da fare. Mentre mi guardavo intorno il mio compagno aveva annunciato ciò che oramai era chiaro. Così, mentre smontavo a mia volta tenendo il purosangue per le briglie Akihiko aveva asserito di non desiderare cibo ma solo di riposare. Poteva, forse, aver fatto una colazione abbondante e non aver bisogno ancora di cibo ma allora perché chiedere di fermarci? Possibile che il suo interesse andava solo nei confronti di quello strano cavallo? Non potevo sapere cosa passava per la mente di quello strano ragazzino che aveva interpretato lo spostamento della folla a Konoha come un omaggio alla sua persona inondando la folla di baci. Questa, di sicuro, è un'altra delle prove che il Kazekage mi aveva imposto da superare. No, come poteva, il Kage di Suna, conoscere il mio compagno di missione? Era un caso, doveva essere un caso.
    Forse... Una voce mielata si era fatta spazio nella mia mente. Forse quel marmocchio del Kazekaghe vuole che noi lo uccidiamo... La voce si era fatta pericolosamente vicina nella mia mente calda come un mezzogiorno nel deserto ed arida come la gola di un disperso nelle distese sabbiose. Ahuahuahuahua!
    Con un movimento dellatesta avevo cercato di allontanare la presenza mentre per ignorarla avevo cominciato a parlare con Akihiko. Non sapevo quanto tempo era passato dalle sue ultime parole, due minuti o poco meno, visto che nulla intorno a me era cambiato e Red era ancora tranquillo. Con passo via via più sicuro, scacciare il demone spesso era più difficile del previsto.
    Ok.. Avevo detto mentre legavo il morello con una fune ad un robusto ramo. La corda lasciava circa cinque o sei passi al cavallo cisì da permettergli di brucare in tutta libertà il terreno intorno a lui. Fermiamoci a pranzare... Io ho portato con me delle gallette e della carne secca. Avevo detto mentre aprivo la mia sacca e cominciavo a rovistare con delicatezza nello scompartimento laterale. Se vuoi serviti pure.
    Avevo cacciato dalla borsa due pacchetti, uno di carta e l'altro di plastica semitrasparente, accuratamente sigillati. Nel primo, di carta dal colore giallo, si trovavano una quindicina di strisce di carne secca lunghe circa una decina di centimetri o poco più. Nel secondo pacchetto, quello di plastica, vi erano stipate delle gallette. Molte di più della carne seppur più piccole. Al porto dovevamo fare rifornimento, speravo di trovare del formaggio o qualche altro prodotto fresco ma con una lunga deperibilità. A circa cinque passi da Akihiko mi ero seduto, poggiato al tronco di un ericacea, ed avevo cominciato a sgranocchiare un paio di gallette mentre tenevo nella mano la striscia leggermente unta di carne secca. I due sacchetti di cibo erano posti circa a metà tra me ed il mio compagno sulla mia borsa da viaggio. In questo modo se il biondo voleva mangiare qualcosa poteva prenderle senza fare complimenti. Dopo aver mangiato mi ero messo in attesa della decisione di Akihiko per ripartire mentre stringevo tra le mani uno dei libri che mi portavo sempre dietro. In questo caso "Henry Fotter - E la piuma del filosofica" il primo di un ciclo di sette libri su di un giovane Ninja specializzato in arti magiche che seguiva una scuola molto particolare. Lui poteva essere l'unico a sconfiggere il famigerato Tenebrello, il cattivo della serie morto nel tentativo di uccidere il Fotter. Immerso nella lettura fingevo distrazione mentre rizzavo le orecchie per qualsiasi cambiamento.
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    Nonostante il tentativo non riuscivo a dormire, ero abbastanza riposato dalla notte prima.La fame poi non aiutava di certo.Mi alzai e iniziai a stiracchiarmi.Notai Sora poco distante da me che stava preparando tutto per il pranzo.Pose il tutto tra me e lui e mi disse che volendo potevo servirmi delle sue provviste.Questo si che era un gesto di altruismo, quasi mi venivano le lacrime agli occhi per così tanta gentilezza.Lo osservai mentre disponeva il cibo.Gallette e carne secca, tipici viveri da portare in missione, leggeri ma sostanziosi allo stesso tempo.Il mio compagno iniziò ad addentare qualche galletta accompagnate dalla carne.Io invece non sapevo se approfittare della situazione e mangiare oppure riprovare ad addormentarmi.La mia pancia era più propensa alla prima opzione.Così inizia a mangiare carne secca a volontà, lasciando le gallette al mio partner.Non volevo comunque approfittare troppo della sua gentilezza, così mi fermai alla terza striscia di carne.Mentre io mi massaggiavo lo stomaco, contento del pasto anche se non pienamente soddisfatto, Sora si apprestò a prendere uno strano libro, mai visto prima.Io e i libri non avevamo mai avuto una buona relazione, io odiavo loro e loro odiavano me.Visto che non avevo intenzione di rimanere per troppo tempo nella foresta, decisi che era ora di far ripartire i cavalli
    Forza Sora, direi che è ora di ripartire.Prima partiamo e prima arriveremo al porto
    Slegai il mio cavallo, che intanto si era rimpinzato di erba, e ci salii sopra.Aspettai che il mio compagno fosse pronto, dopodiché con un colpo di redini feci partire la mucca.Continuando di questo passo, in un giorno saremmo dovuti arrivare al porto, salvo imprevisti che ci avrebbero fatto rallentare.A proposito di imprevisti, fu allora che iniziò a piovere.Mi coprii subito i capelli mettendomi il cappuccio visto che i capelli bagnati mi irritavano. Inizialmente fu una pioggia lieve, ma più il tempo passava, più questa diventava violenta.Dopo poco, il terreno iniziò a diventare fangoso, rendendo il tragitto più difficoltoso.Diminuimmi la velocità di andatura, far camminare i cavalli in mezzo al fango era difficoltoso.Fortuna volle che questo acquazzone durò relativamente poco.Si sentivano dei tuoni in lontananza, ma niente di più visto che ormai la pioggia aveva cessato di scendere.Il viaggio si alternò per parecchie ore a tra camminata e parecchie mie soste per andare a fare pipì, finchè un piccolo fiumiciattolo non ostacolò il nostro cammino.Ne approfittai per sgranchirmi le gambe e far bere i cavalli.Inoltre ormai si era fatto tardi, stava per calare la notte, quindi la decisione più saggia era quella di accamparci vicino al fiume per la notte
    Sora direi di fermarci qui per la notte
    La prima cosa da fare era fare un bel fuoco prima che il buio fosse calato.Così, dopo aver legato il mio puledro ad un albero vicino al fiume, mi addentrai per la foresta in cerca di legname.Tornai da Sora con poca legna, tutta bagnata a causa del precedente acquazzone.
    Dopo aver posizionato la legna a terra, inizia a sfregare con un rametto sulla legna, in modo da farla bruciare utilizzando la forza d'attrito.Rimasi sfregando per circa mezz'ora, dopodiché mi stancai e decisi di cambiare metodo.Decisi di utilizzare una tecnica katon,una tecnica non troppo potente, la tecnica di cooperazione Garuda.Dopo aver composto una breve serie di sigilli, dalla mia bocca lanciai un getto di fuoco che investì la legna, bruciandola.
    Renkeijutsu: Karura - Tecnica di cooperazione: Garuda
    Cooperazione
    Villaggio: Tutti
    Tipo: Ninjutsu
    Livello: D
    L'utilizzo di questa tecnica Katon è prettamente ristretto al gruppo, altrimenti produrrà una debole vampata lunga 3 metri incapace di arrecare danni eccetto lievissime ustioni. Dopo quindi aver ottenuto un gruppo di almeno 3 persone o cloni capaci di utilizzare questa tecnica, tutti e tre dovranno usarla in contemporanea unendo i getti di fuoco fuoriusciti dalla loro bocca. Questi si fonderanno e formeranno un grosso drago largo quattro metri e lungo dieci che proseguirà in linea retta per altri venti metri causando ustioni medie a chiunque venga investito. Può superare difese di livello C, eccetto Suiton, ma una tecnica di livello B è sufficiente ad arrestarla.
    Consumo: 2 (Per Utilizzatore)

    Fare il fuoco con quella legna sarebbe stata una cosa per pochi, ma dopo vari tentativi potevo vantarmi di esser riuscito nell'impresa.Avevo fatto giusto in tempo, visto che ormai era calata la notte, riducendo la visibilità quasi a zero.La foresta di notte aveva tutto un altro aspetto.In mezzo al buio pesto, eri vulnerabile agli attacchi degli animali selvatici.Fortunatamente ero riuscito a creare una fonte di luce,seppur limitata che avrebbe spaventato gli ospiti indesiderati.Ora era tutto pronto per la cena.
    L'offerta che mi hai fatto a pranzo è ancora valida?
    Dissi, rivolto a Sora. Non mi piaceva essere in debito con gli altri, ma sapevo che durante la missione mi sarei sdebitato in qualche modo.E poi una galletta di riso e una striscia di carne secca erano sempre gradite


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    Mi ero appena immerso nella mia lettura quando Akihiko aveva proposto di andare via. Alla fine, il dannato, aveva ingurgitato una parte sostanziale delle mie scorte di carne secca senza toccare le gallette. Un altro paio di soste del genere ed ero corstretto ad anticipare i miei rifornimenti. Comunque mi ero visto d'accordo con la richiesta del biondo di Konoha che già slegava il suo cavallo. Un rapido gesto collaudato delle mani per richiudere i due pacchetti al meglio prima di stiparli nella borsa da viaggio. Oramai Akihiko era già in sella al sui destriero, che pareva leggermente rinfrancato, quando io mi ero portato a slegare Red per poi montargli ingroppa. Il Morello aveva dato segni di impazienza prima di partire sempre seguendo il cavallo pezzato. Durante il viaggio l cielo però si era riservato un simpatico scherzetto. Inizialmente, la burla del meteo, si era presentata come una sorta di pioggerellina fine tutto sommato piacevole che però, nel giro di una decina di minuti si era trasformata in una sorta di diluvio universale. Finalmente il cielo aveva espresso ciò che riservava dentro di se da tutta la mattinata. Non ero abituato alla pioggia, se ne vedeva veramente poca a Suna o a Satetsu. Seppur impreparato, però, avevo cercato di schermare il mio viso dai goccioloni calando il cappuccio della maglia fino all'altezza degli occhi. Ciocche zuppe di capelli mi circondavano, però, il viso e il capo facendo incollare il cappuccio oramai più zuppo della mia chioma. Anche per i cavalli la situazione non era idilliaca. Nel tennero, oramai, fangoso ogni passo risuonava con un rumore squillante e mellifluo. Il vero e proprio acquazzone durò relativamente poco lasciando me, ed anche Akihiko e i cavalli, fradici. In lontananza rimbombavano i tuoni ma oramai, il nuvolone si stava lentamente spostando lasciando il posto ad un cielo plumbeo ma relativamente sgombro. Se le condizioni metereologiche continuavano ad impedirci un'avanzata rapida potevamo subire anche un sensibile spostamento della tabella di marcia. Il resto del viaggio era stato intervallato da continue soste. Akihiko, come per osmosi dopo la pioggia, si era riempito la vescica e le sue visite per svuotarla. Avevo dato l'opportunità al mio compagno di condurre il viaggio ma le sue continue soste ci rallentavano, dovevo prendere il controllo della spedizione. Dovevo aspettare solamente un fiume al cui istmo si trovava il piccolo porto che mi ero prefissato di raggiungere per partire. Non sapevo se stavo seguendo la mia mappa mentale al meglio o se il porto di cui avevo letto era lo stesso conosciuto da Akihiko. Oramai il cielo si stava scurendo non per le nuvole ma per il calare della notte e finalmente, a qualche isolato da dove mi trovavo, avevo notato il fiume che volevo incontrare. Il biondino di Konoha era smontato da cavallo prima di accompagnare il suo destriero verso il fiume per farlo abbeverare. Con un fluido movimento avevo seguito l'esempio del mio compagno mentre questo affermava di volersi accampare accanto al fiume. Con un gesto del capo avevo annuito alla sua proposta mentre Red si abbeverava. Il fiume era leggermente ingrossato ed aveva un letto pietroso, dovevamo accamparci molto vicino alle sponde per non dormire nel fango. Il terreno, infatti, subiva ancora gli effetti della pioggia battente che l'aveva colpito da neanche mezza giornata. Quando avevo terminato di legare il mio destriero ad un albero al lato opposto a quello dov'era impastoiato il pezzato. Da solo, sulle rive del fiume, avevo cominciato a costruire la mia tenda. Con il fondo poteva ripararmi dal terreno e con il tetto da un'improvvisa pioggia notturna. Non credevo che Akihiko aveva portato con se una tenda per passare la notte ma non potevo aiutarlo, di notte mi infastidiva stare in compagnia di altre persone. Anche se, a me non serviva una tenda per riposare. Quando la tenda era stata costruita e sistemata in una zona non troppo fangosa e che non si trovava troppo vicino alla costa il mio compagno era ritornato. Tra le sue braccia portava dei pezzi di legna ancora bagnati. I primi tentativi di far scoccare la scintilla tra la legna erano stati totalmente inutili. Alla fine, dopo vari tentativi, Akihiko aveva deciso di rinunciare alla modalità "Bravo Boy Scout" per passare alla modalità "Ninja". Dopo una breve serie di sigilli il Konohiano aveva espulso dalla sua bocca una fiammata che aveva investito i legnetti dando fuoco al tutto. Finalmente avevamo un fuoco e la notte aveva ammantato tutto ciò che distava troppo dal fuoco di una cupa oscurità. Tra le fronde e le nuvole riuscivo a scorgere veramente poco del cielo notturno, il mio preferito, e quasi rimpiangevo le traversate nel deserto. Li la luna, di notte, troneggiava nel cielo stellato con il suo pallido splendore. Ma i miei nostalgici pensieri erano stati bloccati dall'intervento di Akihiko che mi chiedeva da mangiare. Forse era una mia fissa essere pronto a tutto quando andavo in missione ma mi stupivo di quanti Shinobi non portavano con se un briciolo di cibo nelle loro missioni. Dovevo sperare che al porto o nella cittadina di Nami, al massimo, si trovava un buon commerciante di carne. Così, mentre mi mettevo comodo su un sasso, la giara si trovava ad un paio di passi da me poggiata ad un albero, avevo cominciato a parlare con il borsone ai miei piedi.
    Certo. Avevo detto mentre estraevo il cibo dalla borsa. Per quanto riguarda il proseguimento del viaggio da domani seguiamo questo fiume. Alla fine di questo corso d'acqua si trova un porto da cui possiamo partire. Dobbiamo andar via di buon ora domani. Meglio andare a letto subito dopo cenato.
    La misera cena consisteva, ancora in gallette e carne secca. Avevo mangiato lentamente mentre dinanzi al fuoco riscaldavo i miei abiti ancora umidi. Dopo un paio di gallette ed una striscia di carne secca mi ero alzato per poter andare a riposare. Le mie notti in compagnia erano sempre le solite, immobile ad occhi chiusi concentrato unicamente a mantenere più ritmico possibile il mio respiro. Non mi ero interessato ad Akihiko e alla sua nottata ma tenevo le orecchie tese per poter scorgere una possibile imboscata. I banditi esistevano tanto nel deserto di Suna quanto nelle foreste di Konoha. Un'altro motivo per cui tendevo i miei sensi era il cercare di captare un possibile accenno di pioggia. Le prime luci, che dalla tenda erano filtrate fino al mio volto, erano state il segnale d'avvio per mettermi in moto. Il cielo era tornato nuovamente sereno e quasi sgombro di nubi. Il fuoco che la notte prima ardeva a pochi metri dalla tenda ora si era spento del tutto e le ceneri ed i carboni, circondate da un circolo di rocce per contenerne l'espansione, erano completamente combusti. Con un paio di colpetti avevo svegliato il mio compagno prima di cominciare a smontare la mia tenda.
    Akihiko, svegliati. Un altro paio di colpetti prima di continuare. Ti concedo dieci minuti poi ti lascio qui.
    Poche parole prima di mettermi al lavoro per ripartire. Il resto del viaggio doveva essere più semplice e rapido, volevo arrivare per l'orario di pranzo al porto e da li, poi, partire al più presto possibile. Come promesso, dopo dieci minuti ero pronto per partire e con Red tenuto per le briglie mi ero preparato ad andare via. Un altro minuto solamente prima di andare via in sella al Morello. Il viaggio seguendo il fiume era stato più semplice del previsto senza alcuna deviazione. Akihiko mi seguiva sul suo cavallo pezzato che riusciva a tenere il passo del puledro. Dopo tutta la mattinata, ed anche il primo pomeriggio fino alle due, finalmente difronte a me, su una piccola altura si era aperto l'istmo del fiume con il porto commerciale. Eravamo quasi arrivati a destinazione.
    NarratoParlatoShukakuAltro
    ChakraFisicoMentale
    70Morso alla caviglia dolore nulloAttento
    ~Equip
    SlotOggettoNote
    FasciaGiara MiyaguniAlle Spalle [10/10 m³]
    ~Borsa
    ArmiAccessori
    Cartabomba Fasulla [5/5]
    Palla Bomba [5/5]
    ~Note
    Totale Sabbia ≈ 10 m³
    Sabbia Utilizzata ≈ 0 m³
    Sabbia Estratta ≈ 0 m³
    Coprifronte sulla Fascia che supporta la Giara ≈ Alle spalle

     
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    What do you do when there is an evil you cannot defeat by just means? Do you stain your hands with evil to destroy evil? Or do you remain steadfastly just and righteous even if it means surrending to evil?

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    La proposta era valida anche per la cena, quindi non mi feci scrupoli e iniziai a mangiare a sbafo i viveri di Sora. A differenza di quello che avevo fatto a pranzo però, decisi di mandare giù anche qualche galletta di riso insieme alla carne secca, per quanto mi facessero schifo.Mentre mangiavo, la mia attenzione si focalizzò sulla giara di Sora, poggiata su un albero poco distante.Non avevo ancora scoperto cosa conteneva, quindi avrei dovuto rimediare il prima possibile.Con la scusa di dover andare in bagno mi allontanai un attimo dal fuoco per avvicinarmi fortuitamente alla posizione del contenitore misterioso.Ormai ero a pochi centimetri da quella grossa giara.Dopo aver controllato che Sora non stesse guardando, allungai la mano per togliere il tappo e guardare il contenuto dell'oggetto, ma quando ormai la mia mano stava per violare il segreto che stava dietro la giara misteriosa, decisi di fermarmi.Non sarebbe stato giusto nei confronti del mio compagno, questa era violazione della privacy bella e buona.Mentre mi allontanavo però notai un curioso particolare.La fascia che legava la giara alla schiena del mio compagno era il suo coprifronte, con sopra il simbolo di Suna
    Suna.... Ah si, il mio fan Maky Uryuu
    Il nome di quel villaggio fece riaffiorare in me i ricordi della mia prima missione a Suna. L'attraversata del deserto senza un goccio d'acqua, la fastidiosa sabbia tra le dita dei piedi mentre percorrevo a piedi le enormi dune e le numerose ustioni che mi ero ritrovato nel corpo per non essermi coperto abbastanza e aver viaggiato sempre di giorno invece che viaggiare quando ormai il sole era calato.Smisi di fantasticare e tornai davanti al fuoco per addentare controvoglia un paio di gallette. Finii in pochi minuti di mangiare, ma terminai comunque dopo il mio compagno, molto più svelto di me nel cibarsi.La mia cena alla fine era stata di due gallette mangiate a forza e tre strisce di carne secca.Mentre mi massaggiavo il pancino di cui avevo placato la fame, notai che Sora era andato a dormire in una tenda che probabilmente aveva costruito in mia assenza mentre prendevo la legna per il fuoco.Fortunatamente non stava piovendo quindi potevo anche dormire ai piedi dell'albero più vicino.Così, dopo aver preso la mia borsa, la poggiai sulla base dell'albero per utilizzarla come cuscino, dopodiché mi addormentai profondamente.Il mio riposino comunque venne interrotto da dei colpetti e dalla voce di Sora. Era appena sorto il sole e gia dovevamo partire.Giusto il tempo di prepararmi e di controllare che avessi tutto che gia stavamo partendo.Da quanto mi aveva detto il mio partner la notte prima, seguendo il fiume saremmo arrivati al porto.Non ricordavo questo particolare, ma decisi comunque di fidarmi.Dopotutto lui aveva studiato la cartina del paese del fuoco, molto più affidabile di quello che mi ricordavo io di questo posto.Il viaggio durò abbastanza a lungo.Per passare il tempo, ogni tanto azzardavo qualche nota di qualche canzoncina per rallegrare il cammino, oppure scarabocchiavo sul mio taccuino.Fatto sta che, una volta arrivata l'ora di pranzo, arrivammo al porto.Finalmente avevamo attraversato la foresta.Stavo iniziando ad odiarla.La prima cosa che ora dovevamo fare era trovare un imbarcazione per arrivare a Nami. A quello ci avrei pensato io, dopotutto avevo occhio per queste cose.Nonostante fosse un porto di piccole dimensioni, era abbastanza affollato di pescatori prevalentemente.La puzza di pesce si sentiva anche in lontananza.
    Mi dovevo comunque concentrare nel trovare un imbarcazione per me e il mio compagno, così chiesi informazioni a un pescatore che stava trasportando un carico di quelle che sembravano essere delle seppie.
    Scusi, per caso sa dove posso affittare un imbarcazione?
    Il signore di tarda età, che in testa sembrava avere uno di quei pesci che stava caricando nella zattera, iniziò a sputacchiare in acqua, prima di indicarci una vecchia bagnarola arrugginita.Feci segno a Sora di andare a vedere quell'imbarcazione. Era parecchio vecchia, logorata dagli anni; sembrava stesse per affondare da un momento all'altro. Dalla cabina uscì una vecchia signora che ci rivolse subito la parola, avvicinandosi pericolosamente con in mano una bottiglia
    Vi serve qualcosa?Altrimenti smammate
    La puzza di alcool si poteva sentire nonostante la distanza tra noi e l'anziana signora.Come capo del gruppo, decisi di prendere parola
    Ci servirebbe un imbarcazione per Nami
    La donna ci guardò un attimo, per poi iniziare a parlare
    Se volevate questa nave, spiacenti ma qua ci vivo.Se volete posso mostrarvi altre mie navi che potete affittare per una cifra ragionevole
    Annuii, così la signora ci fece cenno di seguirla

    Stato Mentale:In guardia
    Stato Fisico: Illeso
    Chakra: 113


    Equipaggiamento:

    Borsa:
    -Matita e Taccuino
    -Shuriken 15/15
    -Kunai 10/10
    -Fumogeni 5/5

    -Katana verticale/Fodero
    -Arco/Frecce 30/30/Faretra

    Abbigliamento Ninja:

    -Polsini
    -Scarpe con lama
    -Gomitiere


    Edited by Cloud 95 - 14/4/2013, 23:21
     
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    Il porto era di piccole dimensioni posizionato sulla foce del fiume. Accanto alle banchine si trovavano piccoli ponti in legno che potevano far ormeggiare al massimo una barca di medie dimensioni o due piccole. Attorno al porto si era formata anche una piccola cittadina. Poche case, prevalentemente di pescatori, si potevano notare, ad arco, su entrambi i lembi di terra che formavano la foce del fiume. In sintesi un piccolo villaggio con al massimo una ventina di abitanti. Un'odore permeante di pesce riempiva l'aria qualificando, forse più delle reti distese al sole, il villaggio come un porto soprattutto di pesca. Sul porto, però, si trovavano anche varie imbarcazioni commerciali. Infondo, quello era uno dei porti più diretti per le merci che dalle isole arrivavano nel paese del Fuoco. Per passare da un lato all'altro del fiume erano presenti vari pontili per passare da una parte all'altra della riva. Seguendo Akihiko, che si era fiondato verso un uomo, su di un pontile, intento nelle sue faccende lavorative. Il signore di mezz'età sembrava scorbutico e poco collaborativo. Infatti, dopo aver cominciato a sputacchiare nell'acqua prima di indicarci una vecchia bagnarola ormeggiata oramai, evidentemente, da tempo. Non credevo che quell'imbarcazione poteva trasportare qualcosa fino a Nami. Anzi, mi stupivo che ancora riusciva a galleggiare. Dalla nave era uscita un'anziana donna con una bottiglia di vino tra le mani. A quanto pareva, la signora aveva capito che stavamo, in qualche modo, cercando lei e con passo leggermente malfermo, causato forse dalla vecchiaia o dall'alcol. Il mio compagno, dopo aver ascoltato la donna aveva preso la parola. Non sapevo come quella donna poteva esserci utile. Ma dopo un attimo di attesa era arrivata la risposta della donna. A quanto avevo compreso la donna era una sorta di armatrice di navi. Non mi fidavo di quella persona che emanava un olezzo d'alcol stantio che si mescolava al tanfo di pesce. Non volevo far contrattare al giovane di Konoha. Avevo visto com'era capace di farsi raggirare e quanti pacchi poteva farsi rifilare. Non mi interessava che a prendere parola per primo era stato lui e quindi da prassi doveva terminare lui le contrattazioni. Dovevo continuare io per il bene della missione. Già me lo immaginavo ad affittare una barca a remi dalla chiglia bucata solo perché era colorata di Fucsia o di qualsiasi altro colore che gli poteva piacere.
    Ebbene... Una pausa mentre mi guardavo intorno e lanciavo uno sguardo ammonitore ad Akihiko. Dove si trovano queste fantomatiche barche migliori?
    La donna mi aveva lanciato, per la prima volta, uno sguardo significativo seguito da un sorriso. Qualcosa la divertiva e per un momento era sembrata persa nei suoi pensieri. Come qualcuno che richiama bizzarre esperienze passate. Mentre ancora aveva quest'espressione sul viso aveva cominciato a parlare sostenendo il mio sguardo in maniera ferma e decisa. Forse poteva essere un pò brilla ma reggeva bene l'alcol.
    Frena il carro ragazzino... Posate i cavalli e vi accompagno io. Mentre si avviava verso l'altro lato del porto aveva cominciato a borbottare qualcosa. Di cui, però, avevo sentito, chiaramente solo una frase. Tutti uguali questi uomini del Nord, anche i ragazzini...
    Uno sguardo interrogativo si era dipinto sul mio volto mentre smontavo da cavallo e trotterellavo, tenendo l'equino per le briglie, al seguito della donna. L'armatrice aveva un passo svelto ed io avevo avuto una buona idea a lasciare la Giara legata alla groppa della bestia. Rapidamente la signora dai capelli grigi, un tempo forse di un nero cupo, mi aveva portato sull'altra sponda del fiume dove si trovavano un paio di navi mercantili di medie dimensioni.
    Ed ecco a voi la "Frangischiuma"... Aveva detto mentre indicava la nave più vicina. E la "Fortunella"... Dopo aver detto ciò aveva indicato la seconda nave, molto simile alla prima. Intorno all'ultima imbarcazione mostrataci si affaccendavano alcuni marinai che stavano allestendo il carico. Come vi ho detto, posso affittarvi un paio di posti su una delle mie navi. La Fortunella è quasi in procinto di partire, solo gli ultimi ritocchi, e poi si parte. Dai vostri coprifronte vedo che siete dei Ninja, trasportare Ninja può dare qualche problema ma al diavolo. Se volete partire con la mia nave dovrete darmi quattrocento Ryo per la partenza ed il ritorno. Logicamente il prezzo è calcolato equini esclusi. Anche perché non li caricherei mai a bordo.
    La nave, in sintesi, mi sembrava abbastanza sicura da poter compiere il tratto di mare fino a Nami. Certo non mi fidavo della donna o un gran che di Akihiko, che ritenevo un irresponsabile, ma da quel che potevo vedere non vi erano crepe o qualche altro imprevisto che al biondino di Konoha piaceva stuzzicare. Tutti così avventati sti mocciosi di Konoha? Non potevo permettere al biondino di rovinare ogni cosa, così, senza pensarci su troppo avevo cominciato a parlare.
    Ok... Una pausa mentre lanciavo uno sguardo ad Akihiko. Accettiamo il passaggio. Però, ti darò solamente duecento Ryo, altrettanti quando sbarchiamo a Nami. Affare fatto?
    Degno dei suoi antenati... Aveva detto la donna prima di scoppiare a ridere. Non credevo di poter rivedere uno di quelli qui.
    La donna stava ridendo da sola per qualcosa che evidentemente ne io ne il mio compagno potevamo comprendere.
    Akihiko, vieni... Con un gesto avevo invitato il biondino a seguirmi. Ho visto una stalla poco lontano da qui. Lasciamo i cavalli li e poi andiamo sulla barca.
    Così dicendo mi ero avviato verso la stalla nei pressi del ponte che avevamo attraversato poco prima con la donna anziana.
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