Missione Supaku Handoru

Livello B

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    Missione Supaku Handoru
    Missione a Servizio di:Mercato Nero
    Livello:B
    Esecutore della Missione:Kohaku Kyofu
    A Butai è recentemente morto il Capovillaggio. I due contendenti alla carica sono Jirobo Suratami e Hanzo Nikaragua. Il primo è un ex generale dalla forte volontà che ha intenzione di rinnovare il villaggio rimettendolo in riga. Il secondo è un giovane rampollo di alto lignaggio che preferisce saltare da taverna in taverna piuttosto che dedicarsi attivamente alla politica. Inutile dire che preferiremmo il secondo al comando, se Jirobo dovesse salire alla carica i nostri canali di contrabbando sarebbero seriamente compromessi e non abbiamo intenzione che questo accada, ma non possiamo neanche dimostrare apertamente un atto di forza o il giovane Hanzo non sarà mai eletto. Il tuo compito è di recarti a Butai, studiare la situazione ed eliminare Jirobo senza lasciare alcuna traccia che lo passa far risalire ad un omicidio da parte di uno Shinobi e quindi risalente ad un assassinio del Mercato Nero.
    Nella missiva ti saranno allegati i dati principali dei due uomini, qualora ne avessi bisogno. Non sperare nell'aiuto di Hanzo, è completamente all'oscuro di tutto ciò, però il suo secondo Kakuo è dalla nostra parte, quindi se avrai bisogno di informazioni puoi rivolgerti a lui. La segretezza e la discrezione sono la massima priorità.
     
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    narrato, parlati, pensati e cloni saranno nel colore corrispettivo del personaggio.
    Supaku/Kohaku, Telepatia Volatili, Altro 1, Altro 2, Altro 3, Altro 4, Altro 5


    Si muoveva rapido nella foresta. La missione che gli era stata assegnata stavolta non era nelle sue mani, riposava nella borsa con le provviste del caso che aveva sulla schiena. Era leggermente irritato, cosa insolita per uno come lui. Tempo addietro, molto tempo addietro, aveva giurato di non farsi condurre dai sentimenti, ma la vita, puntuale come al solito e ironica oltre ogni dire, gli aveva provato torto ancora una volta. I sentimenti non si potevano sopprimere, né tanto meno uccidere, erano parte del suo essere umano, erano ciò che lo rendevano vivo. Senza di loro era un automa, un mero automa senza una destinazione, senza uno scopo se non il solito lavoro quotidiano. Li aveva soppressi per troppo tempo, per la paura di affrontare il dolore che era stata la tragedia della sua infanzia, ma nonostante tutti i suoi sforzi, quelli riuscivano sempre a spuntare fuori. Il ninja da ragazzino era diventato un adolescente, dove la sensei gli aveva insegnato a guardarli con una luce nuova, e allora era diventato capace di conviverci. Da giovane uomo quale era ora, era sempre difficile per lui certe volte controllare i sentimenti, gli riusciva complicato, come un cane che gira intorno ad un riccio non sapendo da che parte morderlo per sollevarlo, senza farsi male. Come il cane finiva per guardarli da lontano, imparando a sapere che era lì e che non poteva farci nulla a proposito se non accettare l'esistenza del riccio, senza far vedere eccessivamente il disagio. Però in quel momento, non riusciva proprio a tenersi. Pestò il piede sul tronco con violenza, saltando verso l'albero successivo. Era frustrato, sperava di rivedere Hinode, ma invece il Mercato Nero si era messo tra loro, richiamandola in missione mentre lui era finito sballottato verso la meta successiva. Ultimamente si sentiva abbastanza oppresso dai desideri del mercato nero, peccato però che una parte di lui anelava alle missioni. Aveva bisogno di andare in missione, di fare quello che era bravo a fare: uccidere, celarsi nelle ombre come un vero ninja, rubare e capire informazioni negli angoli bui delle Terre di Nessuno.
    Saltò sul ramo successivo. Avrebbe avuto voglia di tagliare a pezzi ogni albero da lì fino al confine con le terre dei regolari, ma si trattenne. La cosa peggiore di tutto ciò, era che non poteva neanche sfogarsi in missione su qualche malcapitato. Non era una missione dove avrebbe dovuto scontrarsi a viso aperto o di assalto a qualche carovana, no, era una missione di assassinio dove non avrebbe dovuto lasciare traccia alcuna del passaggio di un ninja. La cosa lo frustrava leggermente, non avrebbe potuto lasciarsi andare ad un po' di sana rabbia, perché sarebbe stato necessario essere nel pieno controllo della situazione per non essere scoperto o lasciarsi dietro qualche traccia. Questo avrebbe significato calcolare ogni mossa, muoversi silenzioso nelle ombre e non essere visto da nessuno. Aveva già cominciato a pensare a come fare, sospettava che lasciarsi dietro qualche cadavere sarebbe stata una buona idea, era molto più logico se fosse riuscito a farlo sembrare un incidente. La missiva non lo richiedeva, ma pensava che sarebbe stato meglio se fosse riuscito in tal senso, proprio per fugare ogni dubbio, ma prima una cosa alla volta.
    Innanzitutto doveva arrivare a Butai, quello sarebbe stato un problema di relativa difficoltà da risolvere. Questo perché era a conoscenza di alcuni pescherecci che attraccavano sulle coste delle Terre di Nessuno che, in cambio di un buon compenso, avrebbero volentieri guardato da un'altra parte lasciando salire qualche clandestino. Il ninja quindi si diresse verso le coste delle terre di nessuno, là dove sapeva che un piccolo villaggio era il luogo di partenza per simile tratte. Era ovviamente molto più comodo quel sistema, piuttosto che cercare di infiltrarsi nelle terre di nessuno, passando il confine tra Kusa o Ame o Taki stessa, confini che lui aveva varcato più volte, ma che richiedevano molta più accuratezza e attenzione di quanta ne avesse in quel momento. Imbarcarsi in una nave e fingersi marinaio all'occorrenza gli avrebbe non solo permesso di evitare più facilmente eventuali controlli, ma lo avrebbe portato direttamente nelle terre del Riso, là dove aveva bisogno di essere. Poi rimaneva la missione in sé. Mentre viaggiava verso la costa, cominciò a vagliare tutti i suoi metodi per poter passare inosservato e infiltrarsi nella magione dove risiedeva il bersaglio e poter quindi liberare il Mercato Nero della presenza di Jirobo Sarutami. Il che era anche un peccato, da un certo punto di vista. Il bendato si rendeva conto come l'eliminazione di Jirobo avrebbe portato grossi introiti e opportunità alle terre di nessuno, ma da un altro punto di vista era soltanto uno ostacolo in meno per la criminalità organizzata, il che avrebbe dovuto turbarlo. Non necessariamente, però era terribile pensare a quello che stava facendo. Un tempo, così come ora, non si sarebbe interessato eccessivamente della vita delle persone oltre le terre di nessuno. Lui era venuto fin lì per uno scopo, ottenere il potere necessario e braccare i suoi bersagli, una volta pronto ad affrontarli. Le missioni che aveva ricevuto fino a quel momento, per fortuna o sfortuna, erano tutte con bersagli che appartenevano alle terre di nessuno stesse. Ladri, traditori, assassini, uomini con cui non aveva nessun problema, la cui morte pesava sulle sue spalle più leggera di una piuma. Nonostante tutto, non era propriamente così, aveva ucciso anche giovani ninja regolari che non c'entravano nulla, come nella sua ultima missione. Non aveva riflettuto molto durante la missione stessa, ma poi era dovuto venire a patti con quello che aveva fatto. Aveva ucciso un ninja regolare, una persona la cui unica colpa era stata quella di averlo avuto contro nel momento sbagliato della propria vita. Quella morte aveva un suo peso e l'avrebbe portata con sé per sempre, nonostante qualsiasi cosa avesse potuto dire a se stesso, quello era un dato di fatto con cui non poteva venire a compromessi e che non avrebbe potuto nascondere. Odiava dover pensare a quelle cose, incrinavano la convinzione che aveva di sé come ninja privo di sentimenti e di emozioni. Invece si ritrovò lì, a vagare per la foresta in direzione della costa con un grosso peso sullo stomaco e la sensazione che aveva fatto qualcosa di irreparabile, come era infatti avvenuto.
    Se non lo avessi fatto, lui avrebbe comunque portato i nomi dei traditori infiltrati al villaggio, non si sarebbe certamente fatto scrupoli a non farlo e io avrei fallito la mia missione, ergo sarei morto...Questa è la vita che mi sono scelto, il Mercato Nero non accetta fallimenti e la mia esistenza non sarebbe più stata così piacevole...Ho fatto la mia scelta nel momento in cui sono scappato dal villaggio, lo sapevo che sarei dovuto incappare in questi omicidi e che avrei dovuto portarmi dietro la morte di molte persone innocenti...
    L'ombra della foresta lo fece scuro in volto mentre i suoi occhi si perdevano tra le foglie intorno a lui e la tristezza un po' lo scuoteva. Kumoi....Uboshi....Kohaku...e adesso Mibuzu...questi sono i nomi dei ninja regolari che ho ucciso fino ad ora...queste sono le vite che mi sto portando sulle spalle. pensò mentre saltava sul ramo successivo. Il bendato si fece ancora più cupo e la rabbia per la missione affidatagli a tradimento si tramutò rapidamente in tristezza e depressione. Il resto del viaggio lo passò rimuginando sulle persone che aveva ucciso, non riuscendo a capire se accettare la cosa come un dato di fatto, cosa che non sembrava riuscirgli, o se disperarsi per essa, altra cosa che non gli riusciva del tutto.
    Non si posso fare nulla, ho scelto questa via, era il mio destino, vendicare la mia famiglia. Ho dovuto uccidere delle persone per farlo, persone che non c'entravano nulla, ma l'ho fatto per portare la pace negli spiriti dei miei parenti...o l'ho fatto solo per me? No, dovevo farlo...Dovevo farlo...dovevo farlo... Si ripeté quella frase per tutto il percorso fino a quando non arrivò la notte. Dormì, si cibò del solito pasto, carne secca, gallette e acqua, e il giorno dopo riprese la corsa verso la costa.
    Era già notte fonda quando arrivò e del villaggio si poteva vedere molto poco. Il ninja sapeva che ormai era tardi e decise quindi di sostare in una locanda per la notte. Mentre era seduto a mangiare il suo pasto e a gustarsi le chiacchierate della gente del posto, decise di aguzzare l'orecchio per sapere se qualcuno avrebbe detto qualcosa su un possibile "sbarco" di pescatori. Alcuni parlavano del mare, di quanti pochi pesci c'erano quell'anno, di come gli affari andassero male e così via. Il bendato non era molto interessato e alla fine del pasto ancora non aveva informazioni. Così decise di ricorrere al locandiere. Una banconota infilata sotto la scodella e una richiesta accorta gli permisero di sapere che c'era tre "pescherecci" che cercavano marinai, ognuno aveva una direzione diversa. Una andava nella terra dei Fulmini, l'altra nel paese del Riso e la terza nel Paese della Neve. Lui aveva bisogno di salire sul secondo.
    Sai per caso dove posso trovare il capitano del peschereccio che si recherà nel paese del Riso?
    Uhmmm, ero sicuro di ricordarmelo ma ora mi sfugge... disse il locandiere sornione mentre allungava la mano e Kohaku, sospirando, gli passava un'altra banconota per fargli tornare la memoria. L'uomo si illuminò subito una volta che toccò il caro e vecchio denaro.
    Sì, ecco ora ricordo benissimo... Ma dai...
    Il capitano della nave è proprio in questa locanda, lo puoi trovare laggiù... disse indicandogli con un dito un tavolo di cinque uomini in un angolo della stanza. Kohaku annuì al locandiere e lo congedò, mentre si alzava dal tavolino dove era seduto e si avvicinava al tavolo del capitano. Gli scocciava aver perso quei soldi per far parlare l'uomo, quando se fosse stato un poco più accorto, avrebbe potuto sentire gli uomini a quel tavolo parlare, ma prima non ci era riuscito. Purtroppo per me non ho un superudito e loro stanno dalla parte opposta della stanza rispetto a me...ci sta benissimo che non sia riuscito a sentirli parlare... In ogni caso era fatta.
    I cinque uomini si girarono all'unisono quando lo videro avvicinarsi al tavolo. Il silenzio calò tra di loro e Kohaku prese forza prima di parlare. Mi hanno detto che uno di voi è un capitano di una nave che fa rotta per il Paese del Riso...mi chiedevo se ha bisogno di un paio di braccia in più...
    I cinque uomini lo fissarono per qualche secondo, poi il più vecchio di loro, un uomo con capelli bianchi legati in una coda e una barba mal tagliata e macchiata di tabacco e unto, gli fece cenno di sedersi con la pipa che aveva in mano. Kohaku prese una sedia e si avvicinò al tavolo.
    Come ti chiami, figliolo?
    Mibuzu
    Stai cercando un passaggio? Di braccia non ho bisogno...è inutile che ci provi, non sei un marinaio, lo vedo da come sei vestito disse l'uomo additandolo con il beccuccio della pipa. Ma un passaggio lo do senza problemi...al giusto prezzo ovviamente
    Kohaku annuì, era inevitabile fingere, era anche troppo stanco per ribattere e aveva bisogno del passaggio. Quanto?
    Il capitano disse la somma e per poco Kohaku non cadde dalla sedia. Era una somma ingente, anzi molto più che ingente, era quasi da ladri. Il bendato osservò l'uomo dai capelli bianchi, cercando di capire se si aspettava che lui avesse trattato sul prezzo. Ci provò con un misero tentativo a cui l'uomo rispose ribattendo deciso la stessa somma. A quel punto cedette, era troppo provato dal viaggio e aveva solo bisogno di dormire. E sia per quella somma...quanto partiamo?
    Il capitano gli disse che sarebbero partiti dopo un paio di giorni la mattina presto e gli diede anche l'ora a cui presentarsi. Kohaku annuì e si congedò dall'uomo. Nella sua testa sognava soltanto il letto e corse subito nella sua stanza per coricarsi.

    Due giorni dopo era imbarcato sul peschereccio che lo avrebbe portato nel Paese del Riso. La nave era in condizioni non ottimali ma neanche così pessime, si sarebbe aspettato di peggio. Come un peschereccio normale, il tanfo di pesce permeava ogni asse di legno e lui ringraziò il suo corpinaso in bende per proteggergli le vie respiratorie da quel forte odore. Ogni tanto usciva sul ponte per fare qualche giratina, ma principalmente passava il tempo sottocoperta a studiare un piano di azione per quando sarebbe arrivato a Butai. Nella nave c'erano altri quattro "passeggeri" come lui, mercenari duri dal volto segnato da cicatrici e esperienze che solo le Terre di Nessuno ti regalavano. Uno di loro era muto, incapace di parlare se non a grugniti e gesti e portava al fianco due piccole asce da battaglia affilate. Kohaku sospettava che fossero mercenari stanchi della vita nelle terre di nessuno e in cerca di lavoro nelle terre dei regolari, oppure semplicemente mercenari con già una missione a carico che stavano andando nel paese del Riso per compierla. Non diede loro però eccessiva considerazione, in un paio di giorni sarebbero attraccati e lui aveva poco tempo per capire come muoversi. Si era informato con i pescatori se conoscevano qualcosa di Butai, scoprì che uno di loro ci viveva e gli raccontò la dinamica delle lotte politiche che si stavano muovendo nella città. Gli spiegò cosa Jirobo aveva intenzione di fare, ovvero mettere rigidi controlli sulle merci e aumentare le ronde cittadine e i controlli su eventuali locali di malaffare, e capì subito per quale motivo il mercato nero non lo approvasse. In ogni caso non era quello che gli interessava di più, il marinaio gli disse che Jirobo viveva in una grossa villa circondata da una cinta muraria con un grande giardino. Nella villa si vedevano sempre girare uomini armati, la sua scorta personale, chissà perché il vecchio generale aveva subodorato che a qualcuno non potesse piacere la sua idea di rivoluzionare la città. Questo complicava le cose e a peggiorarle fu il fatto che il marinaio non aveva saputo dirgli altro oltre quelle poche informazioni. Il bendato lo ringraziò comunque e lo pagò per il proprio disturbo.
    A quel punto aveva comunque una buona base di informazioni per procedere ed abbozzare un piano, piano che avrebbe perfezionato una volta arrivato sul posto con ulteriori controlli su eventuali ronde e posizione della camera da letto di Jirobo. Il bendato rimpianse il non possedere un jutsu capace di renderlo invisibile come aveva visto fare ad Akumo, il ninja di Kusa o ad un altro ninja che aveva incontrato con Oni Baku, anch'egli capace di diventare invisibile. Sarebbe stato un jutsu estremamente comodo in quella situazione si ripromise, se avesse avuto tempo, di provare a cercare tra pochi rotoli usurati che la biblioteca del Sole Rosso aveva, qualcosa in merito. In ogni caso, se non voleva farsi scoprire come un ninja, avrebbe dovuto muoversi silenziosamente e aggirare i controlli tramite l'unico mezzo a sua disposizione, ovvero la Chakra no Kyshin, tramite quella avrebbe avuto occhi e orecchie più avanti di quanto non fosse stato necessario, si sarebbe potuto infiltrare in casa evitando eventuali presenze, ma una volta arrivato sul posto, avrebbe dovuto cercare di uccidere Jirobo facendolo sembrare un incidente e quello sarebbe stato più complicato. Non sarebbe bastato un kunai tra le costole, né un laccio intorno al collo, entrambi avrebbero lasciato un segno troppo chiaro della presenza di una mano esterna nella morte del generale. Quindi come avrebbe dovuto agire? Con il veleno? Era molto rischioso. Non tanto perché avrebbe dovuto procurarselo, ma tanto perché avrebbe dovuto avere la certezza assoluta che a berlo sarebbe stato il generale. Quella sarebbe stata la seconda grande difficoltà di quella missione. Si sistemò nella cuccetta, mettendosi comodo poi uscì per mangiare qualcosa, non appena sarebbe arrivato a destinazione avrebbe potuto aggiungere ulteriori dettagli alle sue informazioni, dettagli che sarebbero stati vitali per la buona riuscita della stessa. Prima di tutto avrebbe dovuto parlare con il secondo di Hanzo Nikaragua, di sicuro avrebbe avuto informazioni preziose da dargli e magari gli avrebbe persino fornito il veleno.

    Arrivò sulla costa pochi giorni dopo. Durante il viaggio era riuscito a dormire il più possibile, in modo da riprendere le forze che aveva perso durante la corsa da Iwa alla costa. Era anche riuscito a mangiare qualcosa di decente nel viaggio, i pescatori si nutrivano di una brodaglia di carne secca e verdure bollite passate, non il massimo, ma sempre meglio di gallette e acqua come era abituato a fare. Scese dalla nave, con più energie di quante ne avesse avute quando vi era salito e il borsellino decisamente più leggero, colpa del pedaggio esoso che aveva dovuto pagare. Il mukenin di Suna si sentiva rinvigorito da quelle giornate passate a riposarsi, sebbene non nel luogo migliore, ed era pronto a ripartire alla volta di Butai. Se la geografia che aveva studiato all'accademia non lo tradiva, avrebbe dovuto metterci poco più di mezza giornata, sufficiente per arrivare, prendere posto in una locanda e recarsi da Kakuo per raccogliere informazioni sul bersaglio. Se tutto va bene, in un paio di giorni dovrei aver finito e potrò tornare ad Iwa a riscuotere qualche soldo...speriamo che per allora Hinode sia tornata. Si incamminò quindi alla volta di Butai.

    La città del paese del Riso era una boccata d'aria fresca rispetto alle città a cui ormai era abituato Kohaku. Non c'erano strade sporche di sterco e altri liquidi inenarrabili, non c'erano barboni agli angoli delle strade che mendicavano per qualche spicciolo, né ombre nei vicoli che lasciavano solo intravedere il baluginare dell'acciaio. Le strade erano pulite, affollate solo di persone che camminavano per i propri affari, carretti e cavalli che si muovevano in ordine nelle strade. Il ninja passò alle porte del villaggio senza troppi problemi, era comunque un villaggio di grandi dimensioni ma di periferia e, scoprire il volto, completamente cambiato, sia grazie al vecchio Jutsu che grazie al taglio di capelli "drastico" e all'aggiunta di nuove cicatrici che prima non avevano neanche fatto la loro comparsa, gli conferì una sufficiente copertura. Si spacciò per un mercenario, accodandosi ai quattro che erano saliti con lui sul peschereccio e che, fortunatamente, erano proprio diretti a Butai. Entrato in città, si coprì di nuovo il volto con le bende e il cappuccio nero e cominciò ad incamminarsi verso la prima locanda decente che riuscì a trovare. Una volta lì chiese indicazioni al locandiere per la tenuta della villa di Hanzo Nikaragua e vi si recò a passo svelto. Era incredibile come potesse muoversi liberamente per le strade di quella città, non si sentiva più oppresso dalla paura di essere accoltellato in un vicolo o di essere notato da qualche banda di teppisti in cerca di una preda facile. Ricordò quando era andato a Maguma e come non fosse riuscito a camminare senza sentire le mani dei ladri sui propri averi. Gli avevano persino aperto il sacco sul fondo pur di fargli cadere tutto quello che aveva per strada. Oh certo, anche lì c'erano piccoli ladrucoli di strada e ogni tanto qualche barbone agli angoli che chiedeva l'elemosina ma era tutta un'altra storia. Erano ormai le sette di sera quando arrivò alla casa del suo informatore. La luce del sole era ormai vicina al tramonto e il ninja era scivolato tra i vicoli silenzioso come l'ombra che era.
    La magione di Nikaragua era imponente. Un enorme palazzo circondato da una cinta di mura spesse e rafforzate sulla cima da punte di ferro battuto che scoraggiavano eventuali intrusi. Il mukenin si presentò alle guardie all'ingresso dicendo che recava un messaggio per Kakuo.
    Ditegli che sono stato mandato ad un nostro amico comune per una faccenda di....concorrenza. disse ad una delle due mentre, ancora abituato a vivere nelle strade di Iwa, si guardava intorno ogni tanto con qualche occhiata circospetta. Il bendato era ormai fin troppo abituato a sapere che c'era sempre qualcuno a guardarlo nascosto da qualche parte, anche stavolta si guardò intorno in cerca di possibili occhi, e non ne trovò nessuno.
    I due lo fecero aspettare fuori per qualche secondo, poi gli permisero l'accesso. Ad accorglierlo fu un paggetto, o almeno quello sembrava, il ragazzino con corti capelli biondi un piccolo pugnale legato al fianco e abiti leggermente rifiniti. Il ninja fu condotto, senza una parola, dal giovane paggio attraverso il lussuoso giardino, ma non lo fece passare dall'ingresso principale, bensì si fece seguire in una piccola porta nel retro del palazzo. Passarono dalle cucine, poi per corridoi stretti dove scivolava silenziosa la servitù per poi arrivare, attraverso un passaggio segreto.
    Sbucarono in una lussuosa stanza. Il pavimento era coperto da tappeti raffinati ricamati di rosso e oro, sulle pareti erano presenti quadri con grosse cornici dorate e soprammobili riccamente intarsiati di oro e argento in motivi ondeggianti che ricordavano molto le onde del mare. La centro della stanza vi erano tre divanetti orientati verso un caminetto di pietra serena con alari lucidati tanto da brillare. Sulla destra una scrivania di imponenti dimensioni e sulla sinistra un tavolino di alcolici con bottiglie di pregiata fattura provenienti da mezzo mondo. Kohaku non se ne intendeva, ma a giudicare dalla patina di anzianità che alcune sembravano emanare, come il vetro offuscato e un velo di polvere, forse anche voluta su di alcuni, sembravano piuttosto vecchie e antiche.
    L'uomo seduto su un divanetto non si alzò, piuttosto il valletto portò Kohaku direttamente davanti a lui così che il mukenin potesse vederlo più direttamente. Kakuo era un uomo tarchiato, una piccola pancia cominciava a spuntare da sotto la camicia di lino, mentre le gote rosse e innervate di sangue stavano su un viso che nulla aveva di pacioccoso. Il naso aquilino, gli occhi porcini sotto sopracciglia sempre corrugate, pochi capelli radi tagliati cortissimi che quasi sembrava calvo. Le mani erano inanellate, un bracciale di oro e smeraldi spuntava da sotto la manica destra. Kakuo lo squadrò da capo a piedi mentre sorseggiava un bicchiere di vino. Kohaku non parlò, era stanco di presentarsi, se quell'uomo era un quarto intelligente come pensava, non aveva bisogno di ripresentarsi.
    Con un gesto della mano, il valletto venne congedato. Il ragazzino non esitò e sparì rapidamente così come era venuto. Kakuo non fece cenno a Kohaku di sedersi da nessuna parte, forse non gradiva la presenza del ninja o forse non voleva proprio che si sedesse sui suoi ricchi divani.
    Sarò breve con te.. disse versandosi un altro generoso bicchiere di vino.
    Per prima cosa ho bisogno di vedere la missiva del nostro..."comune amico" Il mukenin tirò fuori il rotolo della missione senza esitare, in fondo ad esso era presente il sigillo del Mercato Nero, che attestava inconfondibilmente la sua originalità. Bene, ora come dicevo sarò breve. Qualsiasi domanda tu abbia bisogno di fare verrà risposta in questo rotolo disse tirando fuori da una tasca dei pantaloni un piccolo rotolo verde scuro. Se hai bisogno di qualcosa in particolare parla ora, non ho intenzione di protrarre la tua presenza qui più del dovuto, e non sarai più benvenuto qui...capisci che dobbiamo mantenere una certa....immagine...quindi questa è la tua unica chance...pensa bene e poi chiedi.
    Kohaku non aveva bisogno di altro, aprì il piccolo rotolo, dette una scorsa rapida a ciò che vi era scritto, alcune cose già le sapeva, altre erano molto importanti come i turni di guardia e il tipo di sicurezza che stava intorno alla stanza da letto di Jirobo, così come la locazione della stessa e la planimetria della casa. Ho bisogno di un potente veleno...Non so se lo userò ma preferirei avere tutte le strade aperte. Kakuo annuì, senza muoversi dal divano, allungò una mano sul bracciale di smeraldi che portava al polso. Con un gesto secco lo sfilò e lo porse al mukenin. Questo bracciale mi è stato fatto su richiesta da un maestro artigiano...non è di vero oro ma è fatto per sembrare tale...le pietre non sono vere pietre ma bensì concentrati capaci di dissolversi nell'acqua in un potente veleno letale inodore e insapore...è un oggetto molto prezioso, che mi renderebbe capace di eliminare da solo chiunque io voglia, ma come abbiamo specificato, non vogliamo esser in alcun modo associati, per questo abbiamo assoldato te...Il veleno agisce come un paralizzante muscolare, quindi gli impedirà di respirare per minuti, portandolo alla morte per soffocamento se fai le cose per bene e nessuno lo vede morire, potrà sembrare che sia morto nel sonno o semplicemente di un attacco di cuore...Non è facilmente rintracciabile nel sangue, e ho sborsato fior di quattrini per averlo.. Con un gesto secco staccò dal bracciale due smeraldi e li porse a Kohaku. Hai solo due chance, vedi di usarle bene... Il mukenin annuì infilando gli smeraldi in una tasca del cappotto. Dopo qualche secondo di silenzio, Kakuo suonò un piccolo campanello e il giovane ricomparve, pronto per riportarlo fuori dalla magione attraverso tutta quella serie di passaggi segreti. Poco dopo era fuori dalla magione. Non si fermò a riflettere, era tempo di tornare alla taverna e studiare un piano di azione leggendo più attentamente il rotolo che gli era stato consegnato.

    Il palazzo di Jirobo Suratami era imponente quasi quanto quello di Hanzo ma lo stile era palpabilmente differente. Hanzo aveva cinta murarie di pregevole fattura, giardini curati fino allo sfinimento, con cespugli tagliati a forma di animali e fontane ornamentali di ottima qualità. Jirobo invece aveva mura semplici con un giardino curato ma senza animali ritagliati nei cespugli e con una unica fontana centrale. La sua magione non svettava in altezza come quella di Hanzo, era piuttosto con un piano solo, espandendosi in larghezza come le vecchie case. Un semplice giardino zen stava al centro dell'abitazione, mentre le stanze giravano tutte intorno ad esso per poi espandersi in quattro rami laterali. Un pò come fossero state due H la prima collegata per i piedi alla testa dell'altra. Le stanze del suo bersaglio stavano nell'anello interno, difficile arrivarci senza non dover passare prima attraverso uno dei rami laterali. Kohaku aveva studiato l'abitazione per due giorni, grazie alla informazioni di Kakuo aveva già saputo molte cose in anticipo, ma non si era fidato completamente degli appunti di un estraneo, aveva bisogno di vedere le cose anche con i propri occhi. Aveva quindi preso posizione la sera e la mattina sul tetto di un edificio limitrofo, per assicurarsi di capire quale fosse il momento migliore oltre che confermare i tempi di ronda che gli erano stati dati, l'occhio cibernetico gli fu di enorme aiuto, sopratutto grazie allo zoom che gli aveva permesso di vedere più in dettaglio le così più lontane. Come aveva detto il rotolo le ronde erano precise, composte da due soldati armati di katana e vestiti con qualche rinforzo di cuoio e poco più, non essendo così necessario un armamentario troppo pensante. Questo era un vantaggio ma neanche così significativo per lui che sperava di entrare e uscire senza lasciarsi che un solo cadavere alle spalle, ovvero quello di Jirobo. Quindi che le guardie fossero più o meno equipaggiate cambiava molto poco nella sua testa, visto che non avrebbe dovuto affrontarle. La sera del terzo giorno era pronto ad entrare in azione, il bendato stava nel suo solito appostamento e ormai aveva capito abbastanza come funzionavano le cose. Questo significava che era tempo di infiltrarsi. Aveva nella tasca del cappotto nero i due finti smeraldi e non sapeva ancora come usarli. Da quello che aveva visto e letto, conosceva la routine quotidiana di Jirobo e sapeva che accanto al letto teneva una brocca d'acqua, però non era certo della riuscita del colpo, nel caso in cui lui non avesse deciso di dissetarsi durante la notte. Questo significava che avrebbe dovuto sperare in qualcosa di più decisivo, sarebbe stato perfetto avvelenargli la colazione, ma quello significava infiltrarsi all'interno delle cucine o avvelenare il pasto nel momento in cui era stato preparato, cosa molto difficile da fare senza sostituirsi ad un cameriere e lui non voleva uccidere nessuno ove non fosse stato necessario. Ancora seduto rifletteva, in attesa che calasse la notte fonda e Jirobo andasse a coricarsi. Rifletteva sulle varie possibilità, sperando che qualcosa gli venisse in mente prima che il momento giungesse. Rimuginava sulle varie possibilità, cercando di capire in che modo avrebbe potuto avvelenare qualcos'altro nel tentativo di massimizzare le possibilità di riuscita. Quando la luna cominciò a levarsi nella notte, mostrandosi in una falce decrescente che gli avrebbe permesso di orientarsi al buio più facilmente ma non così tanto da essere visto, grazie ad una maggiore oscurità rispetto ad una luna piena. Non il momento ideale, avrebbe preferito che la luna fosse proprio assente, questo avrebbe dato una oscurità totale dentro la quale celarsi, ma il tempo non era suo amico, e il rotolo di Kakuo gli diceva che una volta ogni due settimane le guardie cambiavano i tempi di ronda, quindi avrebbe dovuto ristudiarsi ogni singolo movimento e non aveva molta voglia di attendere due settimane per avere una tempo maggiormente propizio. Così era passabile, si disse. Controllò di nuovo la luna e calcolò che ore potevano essere approssimativamente. Attese fino a quando non era sicuro che la notte era proprio fonda, calcolò che, all'incirca, dovevano essere da poco passate le tre di notte.
    Era tempo di muoversi. Scivolò giù dal tetto su cui era appostato, arrivando in strada. Camminò rapido per i vicoli deserti. Era incredibile come le città di notte potevano esser completamente differenti. Nelle terre di nessuno quasi nessuna città dormiva mai, c'era sempre qualcuno a giro per i vicoli, in cerca di prede o con obiettivi in mente. Qui era il deserto. Arrivò rasente al muro di cinta. Guardò a destra e a sinistra, poi compose i sigilli per la Kyshin.
    Chakra No Kyshin - Risonanza del Chakra
    chakra_emiss_zpsc0a1f7fa
    Sviluppatore: Supaku Handoru
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tramite questo Jutsu l'utilizzatore farà fluire il Chakra dal proprio corpo emettendo, costantemente, delle lievi onde di Chakra, impercettibili se non per chi è capace di vedere i flussi o di percepirle altrimenti. Queste onde si propagheranno nell'aria, risuonando con qualsiasi altro soggetto o evocazione che sia in possesso o sia composta di Chakra, permettendo al Ninja di percepirne dimensioni e posizione esatta. Le onde di Chakra copriranno un'area dal raggio di cinquanta metri e saranno molto precise, permettendo di distinguere chiaramente un'entità di Chakra dall'altra senza alcuna difficoltà anche se non si potrà capire a chi esso appartiene. Sarà solo possibile distinguere il numero delle fonti di Chakra, quindi non si potrà distinguere un clone fisico dall'originale.
    Consumo: 8 (A Turno)

    In un attimo, magicamente nella sua testa apparvero numerose fiammelle di Chakra, le presenze che riusciva a percepire intorno a sé. Perfetto, muoviamoci. Sentì due presenze muoversi a dieci metri da lui, camminavano lentamente. Due guardie molto probabilmente. Aveva studiato perfettamente la pianta della casa e sapeva in che modo si stavano muovendo, attese che si allontanassero di un altro paio di metri, segno che aveano svoltato nel cerchio interno e con un rapido movimento di gambe e il controllo del Chakra fece due balzi sul muro di cinta, scavalcandolo come un furetto.
    Atterrò sul manto erboso con il minimo movimento e scivolò subito dietro un nutrito gruppo di cespugli. Da lì si guardò intorno, assicurandosi che nessuno lo avesse visto. Le presenze nella sua testa gli dicevano che nessuno era così vicino delle guardie e la sua conoscenza della ronda gli aveva detto che erano troppo lontane o fuori portata visiva. Perfetto. Attese qualche secondo, quelli necessari per concentrarsi maggiormente sulla Chakra no Kyshin e capire in che direzione si stessero muovendo tutte le guardie che riusciva a percepire, mentre prima si era concentrato solo sulle due più vicine. Quando fu pronto si mosse. Scivolò fuori, camminando basso, i piedi che si muovevano lenti sui fili d'erba tagliati di fresco e bagnati da un filo di rugiada.
    Bikou Ninjutsu - Tecnica dell'Inseguimento Silenzioso
    silence_zpse2bd086c
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Supplementaria
    Grazie a questa tecnica è possibile concentrarsi maggiormente sul celare la propria presenza ed in particolare ridurre notevolmente la probabilità d'essere individuati durante un inseguimento. Grazie a questa tecnica è possibile usufruire al meglio degli oggetti circostanti per nascondere la propria presenza al nemico.
    Consumo: N/A

    Arrivò sul pavimento di legno che circondava le camere della casa. Qui comincia la parte difficile, devo riuscire a muovermi seguendo il ritmo delle ronde in modo tale da rimanere sempre nel loro punto cieco. Si tese leggermente, era il momento più importante di quella missione, forse la parte peggiore per lui che non possedeva alcun jutsu per celarsi alla vista se non il Genjutsu dei petali che però, non poteva certo utilizzare in quel frangente. Si mosse lentamente, saggiando le assi di legno con precisione e attenzione, certo che dove avesse messo i piedi, non avrebbe fatto alcun rumore. La presenza delle guardie intorno a lui si muoveva con precisione e lui con esse, seguendo il ritmo, incastrandosi in un movimento che non gli avrebbe permesso di fermarsi o avrebbe rischiato di essere visto dalle guardie che lo seguivano. Si mosse rapido, scivolando un passo dopo l'altro, svoltando nel cerchio interno. La stanza di Jirobo si trovava al primo piano, quindi avrebbe dovuto salire le scale, ma sarebbe dovuto arrivarci, senza incrociare la ronda, che spesso di fermava davanti ad esse aspettando un'altra coppia di guardie con cui darsi il cambio. Kohaku doveva riconoscerlo a Jirobo, aveva escogitato una ronda perfettamente collaudata che lasciava poco spazio all'infiltrazione. Girò l'angolo e rimase pietrificato. Le due guardie si erano fermate, poteva sentire, erano dietro l'altro angolo, perché si erano fermate? Non era quello il posto adatto, non erano neanche vicine alle scale. Sentiva la presenza delle guardie che si avvicinavano alle sue spalle, se quelle davanti a lui non si fossero mosse in tempo, lui si sarebbe trovato in uno spazio ancora più stretto nel quale muoversi. Muovetevi figli di puttana. pensò nella sua testa, preso dal panico. Le guardie invece non si muovevano, grazie alla Kyshin poteva percepire una delle due che ogni tanto oscillava sul posto, come se fosse su un piede solo, adesso la sentì incespicare e cadere proprio di fianco. Oh fanculo... Le guardie alle sue spalle erano ad un passo dallo svoltare l'angolo che le avrebbe permesso di vederlo chiaramente, lì ammantato dal cappotto nero, rasente alla parete. Compose il sigillo della Henge, sperando che non facesse troppo rumore.
    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
    hengeD_zps86cc694a
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su. Eventuali armi possedute dal soggetto saranno utilizzabili solo se non camuffate tramite questa tecnica. Questa è considerata la tecnica di livello E più difficile da apprendere, difatti solo un Genin molto abile sarà capace di replicare alla perfezione l'aspetto di qualcuno mentre inizialmente sarà possibile ad un occhio attento notare diverse imperfezioni.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1 (A Turno)

    Facendo appello alla sua immaginazione, si trasformò sul posto in un gatto nero come la pece con degli occhi verdi scuri. Cercò di crearsi il più piccolo possibile, per renderlo realistico e riuscì a trasformarsi in un gatto un poco più grosso della media, sufficiente per essere credibile. Le due guardie dietro di lui comparvero e lo videro. Kohaku non sapendo cosa fare, soffiò come un gatto e corse via verso il prato, andando a nascondersi dietro un cespuglio. Le guardie lo osservarono rimanendo ferme per qualche minuto e poi una di loro rise e ricominciarono a muoversi. Kohaku decise di non annullare le Henge, non poteva sapere quando gli sarebbe tornata di nuovo utile e preferiva muoversi in quel modo. Aspettò che le guardie si muovessero svoltando l'angolo e le seguì. La ronda si era così compromessa leggermente, perché due gruppi di guardie si erano avvicinate fin troppo, quasi a trovarsi ad un angolo di distanza l'una dall'altra, questo significava che aveva uno spazio più ampio di movimento tra la ronda che stava seguendo e quella successiva, forse non tutto il male veniva per nuocere. Si mosse zampettendo con le sue nuove zampe felpate e nere, anche se erano soltanto una illusione, fece ben attenzione a muoversi silenziosamente, come prima, evitando assi che potessero cigolare e muovendosi rasente al muro.
    Bikou Ninjutsu - Tecnica dell'Inseguimento Silenzioso
    silence_zpse2bd086c
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Supplementaria
    Grazie a questa tecnica è possibile concentrarsi maggiormente sul celare la propria presenza ed in particolare ridurre notevolmente la probabilità d'essere individuati durante un inseguimento. Grazie a questa tecnica è possibile usufruire al meglio degli oggetti circostanti per nascondere la propria presenza al nemico.
    Consumo: N/A

    Per dare ancora più credibilità all'aspetto che aveva preso, ogni tanto muoveva la coda, facendola strusciare leggermente contro la parete di legno al suo fianco. Seguì la ronda davanti a lui con attenzione stavolta, non sapeva cosa potesse significare l'interruzione della ronda che aveva seguito prima ma percependole ora poteva benissimo vedere come quelle due fossero così vicine una all'altra. Alla fine arrivarono davanti alle scale. Le due ronde si raggiunsero quasi subito, si scambiarono un paio di parole e poi ripresero due direzioni differenti. Kohaku attese in silenzio dietro un angolo, la coda che si muoveva nervosamente gli occhi verdi che scrutavano i due gruppi di guardie dal basso. Una volta che le scale si erano liberate, scivolò lesto sopra di esse, muovendosi con attenzione, ma cercando di non fare rumore come al solito.
    Bikou Ninjutsu - Tecnica dell'Inseguimento Silenzioso
    silence_zpse2bd086c
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Supplementaria
    Grazie a questa tecnica è possibile concentrarsi maggiormente sul celare la propria presenza ed in particolare ridurre notevolmente la probabilità d'essere individuati durante un inseguimento. Grazie a questa tecnica è possibile usufruire al meglio degli oggetti circostanti per nascondere la propria presenza al nemico.
    Consumo: N/A

    Arrivò al primo piano e tirò un lieve respiro di sollievo, sembrava che il grosso fosse risolto. Su quel piano c'erano solo due ronde di guardia, cosa più facile da anticipare, si immise nel corridoio nel momento stesso in cui sapeva che entrambe le ronde erano abbastanza lontane per non vederlo e proseguì rapido diritto verso la porta della camera di Jirobo. Arrivò ad essa e la apri con una zampa, facendo scorrere il pannello di legno il più silenziosamente possibile. Si infilò dentro rapido e poi richiuse la porta con un'altra zampata. A quel punto si guardò intorno. Il buio della stanza era palpabile, ma grazie al caldo estivo una finestra era stata lasciata aperta per lasciare passare un po' d'aria e così anche quella poca luce da rendere sufficiente per lui almeno orientarsi. Jirobo riposava sul letto, russando rumorosamente, la pancia poco prominente, di sicuro più piccola di quella di Kakuo, si sollevava da sotto le lenzuola ritmicamente. Kohaku annullò la Henge in un piccolo sbuffo di fumo, rimanendo nell'ombra nel caso il rumore, anche se così leggero, avesse svegliato il bersaglio. Attese qualche secondo, ma il russare gli confermò che non era stato disturbato nel suo sonno. Si avvicinò quindi al tavolino su cui stava la brocca d'acqua e lasciò cadere una delle gemme dategli da Kakuo. A quel punto non restava che fare due cose, o andarsene di lì e sperare che Jirobo bevesse l'acqua, ma non era una certezza, oppure attendere la colazione e cercare di avvelenare anche quella. S fermò qualche secondo, riflettendo sul da farsi. Si guardò intorno studiando la stanza, era semplice, sebbene si vedesse che era quella di un uomo ricco e benestante. Si grattò la tempia bendata mentre rimuginava sul da farsi. Aveva visto fuori dalla porta di Jirobo un tavolino, sapeva che la colazione veniva poggiata su quel tavolino mentre il maggiordomo entrava nella stanza per aprire porte e finestre e lasciare entrare la luce del sole, per poi tornare a prendere la colazione sul vassoio e portarla Jirobo. Quella poteva essere una apertura. Non aveva ancora disattivato la Kyshin, voleva esser sicuro di sapere dove le persone fossero in ogni momento ed era troppo importante per stare attenti alla stanchezza che il tributo di Chakra gli stava costando. Non voleva però correre nessun rischio, voleva accertarsi al cento per cento che Jirobo venisse avvelenato e non lasciare le cose al caso, avrebbe dovuto rischiare qualcosa di più, ma come si diceva "chi non risica non rosica".
    Aspettò che la guardia passasse per aprire la porta leggermente, il necessario per afferrare il tavolino e spostarlo più in là lungo il corridoio. Un attimo dopo si metteva al suo posto ed usava la Henge.
    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
    hengeD_zps86cc694a
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su. Eventuali armi possedute dal soggetto saranno utilizzabili solo se non camuffate tramite questa tecnica. Questa è considerata la tecnica di livello E più difficile da apprendere, difatti solo un Genin molto abile sarà capace di replicare alla perfezione l'aspetto di qualcuno mentre inizialmente sarà possibile ad un occhio attento notare diverse imperfezioni.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1 (A Turno)

    Si trasformò in una copia esatta del tavolino con una unica eccezione. Lasciò libera la mano sinistra nel quale teneva stretta la gemma di veleno, cambiandole di colore e consistenza, riducendola ad una piccola mano stilizzata dello stesso colore del tavolo che lasciò attaccata sotto al tavolo. In più lasciò libero un occhio e un orecchio. Il primo sotto al tavolino, il secondo lateralmente, vicino alla parete, in modo da avere una buona visibile senza esser necessariamente visto. L'occhio una volta chiuso si sarebbe mimetizzato perfettamente con lo sfondo del tavolo in quando aveva deciso di colorarne la palpebra dello stesso colore del tavolo. A quel punto, disattivò la Kyshin perché i tempi di attesa sarebbero stati molto più lunghi e si mise ad attendere pazientemente che facesse giorno.
    Fu terribile. L'immobilità dovuta alla Henge, lo aveva lasciato intorpidito in ogni parte tranne l'unico braccio che poteva muovere e si sentiva impazzire mentre passavano le ore. Si era addestrato in gioventù nella meditazione ma poi l'aveva lasciata perdere e ora la rimpianse come non mai, perché gli sarebbe servita molto in quei momenti di sofferenza. Così cercò di riprenderla, di passare il tempo immerso nella meditazione, gli occhi chiusi e il corpo rilassato mentre le ore scorrevano sopra di lui in silenzio. Ma dopo neanche un paio di ore, quando ormai l'alba stava per arrivare, sentì un rumore di un peso che cadeva nella stanza. Si allarmò subito sentendo un lieve scalpiccio. Senza pensarci si guardò intorno per quello che poteva, ricordava che la guardia era appena passata quindi non sarebbe tornata tanto presto. Disattivò la Henge in uno sbuffo e aprì la porta il più silenziosamente possibile. Trovò Jirobo disteso sul pavimento in preda agli spasmi del veleno. Il bicchiere era caduto per terra e, per fortuna, il tappeto aveva attutito il rumore e non si era rotto. Il mukenin prese la palla al balzo, si chiuse la porta alle spalle si avvicinò all'uomo che boccheggiava tenendosi il petto con entrambe le mani e lo spinse a terra, immobilizzandolo e tappandogli la bocca. Passarono pochi minuti e il corpo di Jirobo perse ogni segno vitale, da teso che era divenne freddo e rigido. A quel punto il mukenin si sollevò, prese di peso l'uomo e lo riadagiò sul letto coprendolo come se stesse ancora dormendo. Chiuse entrambi gli occhi dell'uomo con una mano e riposizionò il bicchiere al suo posto sul comodino. La missione sembrava essere stata portato a compimento, l'uomo era morto. Ma ancora non era finita. Doveva uscire di lì senza farsi scoprire. Fu allora che riattivò subito la Kyshin pronto a riprendere consapevolezza delle guardie intorno a lui.
    Chakra no Kyshin - Risonanza del Chakra
    chakra_emiss_zpsc0a1f7fa
    Sviluppatore: Supaku Handoru
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Tramite questo Jutsu l'utilizzatore farà fluire il Chakra dal proprio corpo emettendo, costantemente, delle lievi onde di Chakra, impercettibili se non per chi è capace di vedere i flussi o di percepirle altrimenti. Queste onde si propagheranno nell'aria, risuonando con qualsiasi altro soggetto o evocazione che sia in possesso o sia composta di Chakra, permettendo al Ninja di percepirne dimensioni e posizione esatta. Le onde di Chakra copriranno un'area dal raggio di cinquanta metri e saranno molto precise, permettendo di distinguere chiaramente un'entità di Chakra dall'altra senza alcuna difficoltà anche se non si potrà capire a chi esso appartiene. Sarà solo possibile distinguere il numero delle fonti di Chakra, quindi non si potrà distinguere un clone fisico dall'originale.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Le guardie tornarono subito ad avvampare nella sua testa come piccole fiammelle di Chakra. Il mukenin si mosse rapido, aprendo la porta non appena la guardia fu passa, riposizionando il tavolino dove lo aveva precedentemente spostato e riassumendo la comoda forma di gatto nero.
    Henge No Jutsu; Tecnica della Trasformazione
    hengeD_zps86cc694a
    Villaggio: Tutti
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa tecnica il Ninja potrà assumere l'aspetto d'una qualsiasi persona o oggetto, ma il peso e le dimensioni reali dell'utilizzatore rimarranno invariate e non potrà trasformarsi in nulla di più piccolo d'un cucciolo di cane ne tantomeno nulla di più grande d'un orso.
    Siccome la tecnica non cambia anche il peso dell'utilizzatore, bisogna fare attenzione. Ad esempio sarà si possibile tramutarsi in uno Shuriken Gigante, ma di certo lanciarne più di uno nello stesso turno sarà impossibile per via dell'immenso sforzo richiesto per lanciare un soggetto che pesa dai 50 kg in su. Eventuali armi possedute dal soggetto saranno utilizzabili solo se non camuffate tramite questa tecnica. Questa è considerata la tecnica di livello E più difficile da apprendere, difatti solo un Genin molto abile sarà capace di replicare alla perfezione l'aspetto di qualcuno mentre inizialmente sarà possibile ad un occhio attento notare diverse imperfezioni.
    La tecnica si dissolve dopo aver subito un danno lieve.
    Consumo: 1 (A Turno)

    Si mosse rapido zampettando giù per le scale, attese che la ronda passasse in silenzio nell'ombra del pianerottolo e poi passò sfrecciando giù per il corridoio. Fece attenzione a come si muoveva, ma stavolta che era coperto dall'illusione della Henge era più facile muoversi, sapendo anche dove si trovassero le guardie, non importava fare un poco di rumore come un'asse che cigolava, perché in ogni caso di lì a poco sarebbe stato fuori da quella casa. Scivolò per un corridoio, attese qualche secondo poi sfrecciò sul giardino, andando a nascondersi dietro un cespuglio, attese che le guardie passassero di nuovo e si arrampicò sul muro per poi lasciarsi cadere un strada. A quel punto, dopo essersi assicurato che nessuno lo avesse visto, dissolse la Henge e disattivò la Kyshin. Soddisfatto si calò di nuovo il cappuccio sul volto e si incamminò verso la locanda. Era sfinito da quella serata, di chakra non ne aveva impiegato molto, ma la tensione e la paura di essere scoperto lo avevano provato. Adesso ciò di cui aveva bisogno era solo riposare nella sua stanza, attendere il giorno dopo per la notizia della morte ufficiale di Jirobo e poi dirigersi a passo spedito verso le terre di nessuno.

    Il giorno dopo si era già sparsa per l'intero villaggio la notizia che Jirobo Suratami, l'uomo che si era offerto di salvare la città dalla corruzione e dalla inefficienza era morto nel sonno. Alcuni dicevano che era morto di un colpo al cuore, altri che il colpo al cuore lo aveva causato una giovane donna che ogni tanto si vedeva infilarsi nelle stanze dell'uomo per fare dio solo sa cosa. Kohaku non pensò neanche di andare da Kakuo, decise di buttare via la pillola di veleno che gli era rimasta e di andarsene da lì, molto probabilmente per grasso scaltro non lo avrebbe neanche fatto entrare per evitare che le malelingue potessero associarli. In ogni caso non gli importava, la missione era stata portata a compimento e a pagarlo ci avrebbe pensato il Mercato Nero. Fatte le valige partì alla volta della costa, pronto per rimbarcarsi per le terre di nessuno e stavolta ansioso e speranzoso di rivedere Hinode una volta tornato.



    ChakraFisicoMentale
    170-8(*4)-1(*2)-1(*10)-8(*4)-1(*3)=91--Sereno, stanco
    Doppia Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai x10Torcia Elettrica
    Shuriken x20Occhio Cibernetico
    Shuriken x20Filo metallico 10m
    Palla di Luce x2Filo Metallico 30m
    Palla di Luce x2Pergamene Minori x2
    Cartebomba x5Pillola del Soldato x3
    Equipaggiamento
    SlotOggettoLocazione
    Mecc. KunaiKunaiAvambraccio sx
    Fodero Min.WakizashiSchiena alla vita
    Rotolo Min.OmoikaruiCoscia sx
    Abbigliamento
    OggettoCondizioniLocazione
    ParabracciaIntattiAvambracci
    Coprinaso bendeIntattoIndossato
    BendeIntattebraccio e pettorale dx
    BendeIntattetesta, polso sx, caviglie
    Guanti RinforzatiIntattiMani
    Anello KitaIntattoDito Medio Sinistro
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Shuri a 3 Punte x20Radiolina
    Bomba Carta x2Cimice x3
    Doppia Tasca da Coscia
    Armi da LancioCoscia dx
    Kunai x7Palla Gelo x5
    Note Fascia nera legata sulla fronte.
    - 1 Kunai legato a 10m di filo metallico.
    - 4 Kunai legati a 4 palle di luce.
    - 3 Kunai legati a 3 cartebomba.
    - 3 Kunai legati a 3 Palle Gelo
    - 3 Shuriken legati a 10m di filo metallico ciascuno.



    Edited by Supaku - 8/8/2015, 15:54
     
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    Correzione:

    - Avresti potuto mettere un paio di controlli in più al tuo sbarco con i vari modi che la nave aveva di nascondere gli ospiti speciali, alla fine è sempre una nave che ritorna dal largo.
    - La stanza di Jirobo non può trovarsi al primo piano visto che da tua descrizione la struttura si sviluppa su un solo piano.
    - Utilizzare la Henge in quel momento non è proprio la scelta più ideale visto che il rumore e lo sbuffo di fumo che si crea con la tecnica avrebbe rischiato di farti scoprire con le guardie così vicine da entrambi i lati. Avresti fatto meglio ad attivarla sin dal principio sinceramente, e non a metà infiltrazione tra due ronde.
    - Non ho ben capito come mai il secondo gruppo di guardie non aspetta il successivo prima di muoversi come avevi detto dovesse essere da programma, cosa che tra l'altro avrebbe riportato ordine nelle distanze tra le ronde.

    Gli errori di battitura sono molto più contenuti rispetto le altre volte e nemmeno un errore nel conteggio del chakra. La missione è stata ben svolta, anche se in alcune parti mi perdevo un attimo nella lettura, dovendo rileggere un paio di volte con alti e bassi nella capacità di mantenere la concentrazione del lettore. C'è stato un paio di volte che ho percepito una buona dose di fortuna che assisteva Kohaku/Supaku, il che non è propriamente un male ma preferirei vederle contenute come cose, anche se rimane un mio personale punto di vista. Per il resto non ho nulla da dire se non che puoi aggiungerti il +1 e una ricompensa di 400 ryo. Per problemi o dubbi sai dove trovarmi.
     
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