Supaku Handoru vs Arima Togetsu

Le porte si aprirono, una figura uscì fuori da esse lentamente, molto lentamente. Kohaku si paralizzò fissando sconcertato la persona che si avvicinava, Quella maschera Era davvero lui? Era un triste scherzo del destino quello che gli era stato messo davanti? Sfortunatamente per lui Arima aveva addosso la maschera quindi non poteva sapere con certezza se quello davanti a lui era davvero l'eremita o un tizio camuffato. Non gli importava.
Su.. Ehm.. Kohaku, sei tu? Quella voce avrebbe potuto riconoscerla tra mille. Se qualcuno aveva avuto intenzione di giocargli un brutto scherzo ci era riuscito proprio bene, la voce era identica.
Sollevò la mano destra, allentò le bende del coprinaso, liberando la parte inferiore del volto e lasciandole allentate intorno al corpo a mo' di sciarpa. Sorrise, un sorriso leggero senza mostrare i denti. Voleva mostrare il suo viso, e le bende gli avrebbero impedito di farlo, doveva farsi riconoscere ovviamente.
Arima...sì, sono io. Mi dispiace di tutto questo, mi dispiace che ti abbiano dovuto portare, non potevo muovermi da qui. disse allargando le mani a mostrare l'arena, a mostrar le tre persone sedute sugli spalti a fissare il loro apparentemente combattimento che tardava ad iniziare. Da quando ci siamo lasciati sono cambiate molte cose... Sollevò una mano a sciogliere le bende sull'occhio e sulla fronte, non aprì l'occhio sinistro, voleva soltanto che Arima lo rivedesse con la faccia pulita. Beh, in realtà quella non era la sua vera faccia ma lui sapeva, non c'era bisogno di dire molto altro.
Dopo Sunagakure e la Guerra ci siamo separati e...ammetto pensavo fossi morto, non ho più sentito tue notizie per un bel po', è passato quasi un anno...che fine avevi fatto? Shinsuke che fine ha fatto? Doveva essere insieme a te a quanto mi dissero...
Sospirò, sentiva una irrequietudine dentro di sé, una parte di lui avrebbe voluto che il compagno dicesse qualcosa.
Togliti la maschera, è passato così tanto tempo, mostrami che non sei un impostore, che si spaccia per il fantasma di un mio amico. Si avvicinò amichevolmente, le braccia allargate ma la rabbia che infuriava dentro di lui. Le sue parole erano calme ma il suo spirito era ben altro che calmo. Bastava solo una cosa, solo che il compagno rivelasse che era davvero lui, solo quello e allora avrebbe avuto la certezza di avere davanti il vero Togetsu e a quel punto....A quel punto avrebbe fatto piovere su quel bastardo l'inferno per averlo abbandonato senza neanche una parola di scusa per tutto quel tempo. Dove eri quando sono stato mandato a morire contro quel bombarolo di merda? Dove eri quando Hayato è scomparso? Dove eri quando mi hanno catturato in questa prigione e usato come cane da riporto? Dove eri quando avevo bisogno di te??? Voleva urlare ma si stava trattenendo. Prima c'era bisogno di una conferma.

La maschera venne tolta, il volto rivelato. Era davvero la sua faccia. Più emaciata, più consumata e affaticata e con un occhio chiuso, il destro, ma era lui. La faccia di Arima Togetsu finalmente lo fissava ma questo non bastava, in un mondo come quello non ci si poteva fidare nemmeno della propria ombra e se Arima era quello che diceva di esser anche lui avrebbe trovato un modo per accertarsi che quello davanti a lui era il vero Supaku. Non poteva parlare della propria identità, non davanti ai tre spettatori che ormai erano una parte costante della sua vita in quel posto, avrebbe dovuto trovare un altro modo. Pensava che già il riferimento a Shinsuke avrebbe permesso al compagno di iniziare a formare gli indizi sufficienti a suggerirgli la verità, non bastava. Proprio mentre lui stesso cercava qualcosa da dire, qualcosa di adatto che avrebbe confermato la vera identità di entrambi, Arima gli pose quella domanda, la domanda tratta da sul messaggio criptato che mesi prima aveva rilasciato per le arterie di informazione del Mercato, sperando che quello giungesse al compagno.
Sorrise di nuovo, era davvero lui quindi, la persona che aveva davanti era davvero Arima.
Dentro di lui si agitavano diverse emozioni: rabbia, conforto, felicità, frenesia. Fece un altro passo in avanti, le braccia sempre allargate sui fianchi, aperte in segno di pace mentre dentro di lui infuriava sempre di più l'inferno dovuto al sentimento di abbandono.
Ti direi che ho proprio un ottimo rospo rosso di palude adatto per quello scambio. disse sorridendo. Ormai era chiaro, non c'erano più dubbi, quello che aveva davanti era il vero Arima. Il pugno destro fasciato si chiuse in uno scatto. Parlando si era portato a meno di due metri dal compagno, la mano scattò con violenza mentre scagliava un diretto sul naso del compagno.
DOVE CAZZO ERI FINITO??? Urlò senza neanche guardare la fine del proprio colpo. Avevamo giurato di proteggerci le spalle e tu mi hai abbandonato! Ho passato un periodo di inferno, ho dovuto sopravvivere da solo e tu sei sparito nel nulla! Fece per portare indietro il pugno per scagliarne un altro ma si immobilizzò. La mano era conficcata saldamente nel viso del compagno che ora si stava cominciando a liquefare in una sostanza fangosa.
Un clone di fango?? A quella vista tutta la sua rabbia si dissolse, spazzata via dall'imprevisto inatteso. Rovesciò la testa all'indietro e rise, una risata breve, profonda.
Esci fuori Togetsu, non ti salverai dal pugno sul naso che ti meriti per avermi abbandonato! Urlò intorno a sé mentre cercava di liberarsi con uno strattone la mano.

Era intento ad agitare la mano dentro la faccia deformata del clone di fango. La rabbia che sfigurava il suo volto, sapeva bene che non poteva appoggiare altri arti sul clone o sarebbero stati inglobati anch'essi e quindi non era per nulla facile aiutarsi per uscirne.
Dove sei Arima? Giocare a nascondino non ti si addice anche se forse lo hai fatto più per accortezza che per altro...o forse sapevi che volevo tirarti un pugno? Conoscendomi come mi conosce lui dovrà averlo intuito. Sorrise di nuovo mentre estraeva trionfante la mano dal fango, era bello tornare ad avere a che fare con l'eremita, una persona che lo conosceva così bene da sapere come ragionava. Ultimamente era fin troppo abituato ad avere a che fare con persone che non sapevano neanche chi fosse, gli era mancato quel senso di intimità.
Non fece in tempo a gioire della sua liberazione che subito sentì qualcosa afferrarlo per i piedi e trascinarlo verso il basso.
Ma porc... Un attimo dopo si ritrovava immerso nel suolo fino al collo, la testa che usciva. Cercò di divincolarsi ma ormai gli era bastato. Inspirò subito proprio mentre Arima usciva dal terreno poco più avanti inziando a sua volta ad inveire contro di lui che già scompariva nell'aria per riapparire sul terreno poco accanto al buco un pezzo alla volta. Nonostante tutto non si era perso neanche una singola parola del compagno e, con la rabbia furente che lo sovrastava, era pronto a rispondergli per le rime.

Non ti ho cercato?? Non ti ho cercato?? Ho passato i mesi dopo la nostra fuga da Suna a cercarti! Ho persino abbandonato la Guerra con l'impero per cercarti, non c'era nessuna traccia, nessuna! Alla fine mi sono rassegnato che eri morto, sai cosa vuol dire? Credere di aver perso l'unica persona di cui ci si può fidare...qui??
Disse agitando la mano che stava ancora finendo di formarsi alle sue spalle, verso gli spalti là dove stavano immobili le figure incappucciate ad osservarlo silenziose.
Hei!
Non è il momento, Hinode! Sto cercando di dimostrare un punto qui! Disse voltandosi di scatto. Il sorriso della ragazza però diceva che non se la era veramente presa, voleva solo prendersi gioco di lui, come al solito. Insipirò a fondo, esasperato, e si voltò per guardare il compagno. Qualcun altro però non aveva intenzione di lasciargliela passare liscia.
Però è vero che cerchi il potere, non mentire coglione
È forse possibile non essere contraddetto per un minuto?? Tornò a voltarsi furente fissando la maschera inespressiva che raffigurava un orso di Kamai. Il silenzio fu la sua unica risposta. Grazie!
Si girò di nuovo verso Arima, in un nanosecondo aveva già attinto nel suo corpo il Chakra necessario ad alleggerire il suo corpo a sufficienza. Dove eravamo rimasti? Ah sì! Urlò al compagno prima di eseguire in un baleno una breve serie di sigilli, schiantare a terra la mano al suolo, dissestrarlo con una scossa simismica non indifferente verso il compagno. Subito dopo scattò in avanti, il corpo così leggero che quasi faticava a tenere i piedi sul terreno si dette la spinta necessaria e poi saltò in avanti, volando letteralmente sopra il terreno distrutto, colmando la distanza fra lui e il compagno e cercando di colpirlo con un pugno sulla maschera.

Kohaku sorrise di nuovo alla vista della maschera del compagno che volava via lontano da loro. Vide finalmente il vero volto di Arima uscire allo scoperto, adesso non restava che dargli quel benedetto pugno sul naso che tanto si meritava ma il suo attacco fu fermato dalla comparsa di più di un kage Bunshin di Arima intorno a lui. Mi ero dimenticato che è uno dei suoi Jutsu tipici, dannazione. Preso alla sprovvista non riuscì a fermare uno dei cloni dall'afferrarlo per un braccio mentre un altro Arima indietreggiava, inspirando aria per poi soffiare contro di lui la ormai classica Dai Endan, altro marchio contraddistintivo dell'eremita.
Tutto avenne in pochi secondi.
Impossibilitato nei sigilli perché immobilizzato dal clone del compagno, fece la prima cosa che gli venne in mente. Cercò di lottare e contemporaneamente si sollevò in aria grazie alla capacità che l'alleggerimento gli aveva dato, provando ad anteporre il clone di Arima alla palla di fuoco, inutile dire che non sortì molto effetto. Le fiamme lo avvolsero in una esplosione fragorosa a mezz'aria mentre roteava a circa sei metri d'altezza la manica del braccio sinistro bruciacchiata e la mano stessa presa in pieno dall'ustione.
Ah, dannato mi ha preso... pensò mentre si batteva le mani sulle poche fiammelle rimaste sui suoi vestiti. Il combattimento si acquietò un attimo prima che il fumo della Dai Endan si dissolvesse nell'aria. Solo allora riuscì a vedere che il compagno aveva posto un altro clone seduto nell'arena, intento a meditare. La sennin! Ottimo. Pensò Kohaku mentre rivolgeva di nuovo lo sguardo sul compagno. Era tempo di dare una marcia in più a quello scontro.
Vuoi fare sul serio eh? Urlò al compagno da basso. Facciamo sul serio!
I sigilli furono eseguiti in pochi secondi. Il bello di combattere contro Arima era sempre stato che non aveva bisogno di trattenersi dal mostrare tutte le sue capacità e tecniche più nascoste, se c'era qualcuno di cui potersi fidare ciecamente era sempre stato lui, questo significava che poteva usare qualsiasi tecnica senza remore. Nonostante la mano gli facesse male per via dell'usione era più che contento di poter finalmente usare le sue tecniche segrete, per così dire.
Sputò acqua in forma di sciroppo sotto di lui, mirando a travolgere il compagno e intrappolarlo in quel liquido vischioso, ma le sue mani non si erano fermate e subito dopo aveva iniziato un'altra sequenza di sigilli mentre si scendeva in picchiata contro Arima e sollevava la mano destra fasciata.
Dal suo braccio uscirono dieci rami lignei appuntiti e nodosi, che si contorsero e agitarono pronti a graffiare e immobilizzare l'eremita provando a prenderlo da più punti. Due procedettero dritti, tre a destra, altri tre a sinistra e infine gli ultimi due salirono verso l'altro provando a chiudergli le vie di fuga da dietro.

I rami del Mokuton no Jutsu miravano non solo a ferire superficialmente il compagno, ma anche ad immobilizzarlo mentre subito dopo Kohaku proseguiva la sua picchiata a mezz'aria, atterrava al suolo, liberando la mano destra dai rami attaccati ad essa e scattava in avanti provando nuovamente a colpire con un diretto portato dal pugno destro, il volto dell'amico.

Il suo pugno cozzò contro una superficie dura fatta di legno e ferro battuto. Il ventaglio di Isao era improvvisamente stato posto tra loro, un movimento fulmineo che aveva permesso ad Arima di salvarsi ancora una volta dal suo assalto. Mi sa che per ora dovrò smettere di cercare di colpirlo in questo modo, tra l'altro con questo corpo sono troppo leggero per fare un qualunque danno decente...dannazione!
Nell'istante che realizzava la situazione, l'eremita lo aveva spinto indietro con il grosso ventaglio di legno, in un movimento che, facilitato dalla leggerezza innaturale del corpo di Kohaku, lo scagliò lontano diversi metri.
Il mukenin non ostacolò la spinta all'indietro, sapeva che tra poco gli effetti dell'alleggerimento sarebbero scaduti, ma aveva ancora sufficiente controllo sulla situazione per manovrarsi a mezz'aria quindi diresse il suo corpo all'indietro alla massima velocità prima di posarsi a terra a circa sette metri di distanza dal compagno.
Non fece in tempo a posare però i piedi per terra che il suo unico occhio libero non aveva potuto evitare di carpire i sigilli compiuti da Arima subito dopo aver rinfoderato il ventaglio.
Non è un ninjutsu elementa... Non fece in tempo a concludere la frase nella sua testa che ogni cosa intorno a lui divenne buio. Dannazione, non ancora! pensò mentre si guardava intorno, cercando di capire se era di nuovo diventato cieco grazie allo stesso Jutsu che il bombarolo aveva usato contro di lui o per altri motivi. Si girò intorno, non riusciva a capire, poi sentì, il lieve movimento intorno alle sue gambe, come il frusciare di serpenti viscidi e squamosi che cercavano di aggrovigliarglisi intorno. Arima non era un amante dei rospi? E' passato al nemico naturale delle sue evocazioni? pensò quasi divertito, fortunatamente ricordò quasi subito di aver subito in passato una tecnica del genere. Cercò di muoversi ma strane creature striscianti sembravano volere la sua pelle ed arrampircarsi sul suo corpo, cercò di trattenere il senso di disgusto. Compose rapidamente il sigillo del kai, emettendo il Chakra nel suo corpo nella speranza di averci visto giusto.

Tutto intorno a lui si schiarì mentre l'oscurità veniva dissipata rapidamente. Kohaku prese un respiro di sollievo, era stato per un attimo incerto sulla situazione. Tornò a portare l'attenzione sul compagno dell'arena per vederlo ultimare la serie di sigilli, con una rapidità tipica degli esperti in quell'arte che erano entrambi. Non riuscì a comprendere l'elemento perché Arima aveva praticamente finito quando lui si era girato per guardarlo ma le fiamme che uscirono dalla bocca del compagno erano un indizio sufficiente. Per fortuna che Hinode mi ha insegnato a padroneggiare il Suiton, almeno questo mi aiuta contro il mio nemico naturale. i sigilli composti furono altrettanto rapidi prima di sollevare la mano destra ed emettere dal palmo della stessa un getto d'acqua sufficiente a fermare l'enorme palla di fuoco e dissolverla in una nuvola di vapore acqueo.
I due jutsu si annullarono a vicenda ma Kohaku si era già mosso, approfittando della lieve copertura aveva già eseguito un'altra serie di sigilli per poi appoggiare di nuovo le mani a terra. Subito dal terreno intorno al compagno uscirono delle lastre di roccia che puntavano a circondarlo, Kohaku però non rimase fermo ad ammirare lo spettacolo, invece si sollevò immediatamente in aria, grazie alla sua capacità di volare che, purtroppo, era quasi agli sgoccioli, e mentre prendeva posizione sopra la testa del compagno aveva già ultimato un'altra serie di sigilli per poi accumulare una grande quantità d'acqua nello stomaco e gettarla fuori contro il compagno che, sperava, se la stava vedendo intanto contro le pareti di roccia che cercavano di schiacciarlo.
Ci stiamo solo scaldando, Arima, lo so che il bello deve ancora venire pensava Kohaku. Il suo unico occhio per un attimo balenò verso il kage bunshin del compagno intento a lavorare il Chakra naturale, sapeva che la Sennin era soltanto uno degli assi nella manica di Arima, un altro, molto più potente e che aveva soltanto fatto intravedere era il ventaglio che portava sulla schiena, chissà se aveva qualche nuovo asso nella manica che non conosceva, ancora non sapeva tutta la storia del compagno ma appena quello scontro sarebbe finito si sarebbe fatto raccontare ogni cosa.


Hinode grattò via dalla ringhiera di ferro un pezzo di ruggine. I due shinobi sotto di lei stavano combattendo ad un ritmo sempre più elevato. Jirama dietro di lei stava ribollendo di rabbia poteva quasi sentirlo rodersi il fegato. Aveva forse sperato che il biondo evitasse di combattere questo Arima Togetsu e si mettessero seduti forse a parlare dei bei vecchi tempi? Beh a quanto pare lo avevano deluso. Sorrise soddisfatta di come le cose avevano preso inaspettatamente quella piega, la piega giusta, osservò Ko atterrare al suolo e schizzare con rapidità verso il castano cercando di colpirlo con un pugno al viso. non fare il cretino, biondo, rispetta l'avversario
Come previso, Togetsu fermò il colpo con il ventaglio che portava sulla schiena per poi scagliare lontano l'avversario mentre cominciava una serie di sigilli. Hinode scosse la testa, conosceva quei sigilli, era un buon genjutsu. Nel farlo però il suo sguardo cadde su una figura seduta a bordo del campo di battaglia, a gambe incrociate, intenta a...meditare? No, non stava meditando. La ragazza si drizzò in posizione eretta, era davvero quello che pensava? Quel Togetsu era un...eremita? Erano rari da trovare nelle terre di nessuno, di solito gli eremiti erano sempre molto "bonari" forse era il legame con quei rospetti allegri, forse la loro crescita in quel mondo che sembrava uscito da una fiaba psichedelica, non sapeva perché ma non se ne trovavano molti in grado di accumulare energia naturale. Erano...speciali, molto speciali.
Si voltò verso Jirama agitando una mano. Vai a chiamare la Mano, penso che abbiamo qualcosa che potrebbe interessargli...

Kohaku rimase sorpreso di vedere il compagno schizzare fuori dalla sua trappola Doton con un balzo così impressionantemente lungo.
Come diamine ha fatto?
Arima atterrò sul terreno dell'arena a quattro zampe prima di sollevarsi di nuovo in posizione eretta ed eseguire rapidamente dei sigilli per contrastare la mizurappa. Vide le fiamme nere per la seconda volta nella sua vita. In parte era contento, era sempre stato curioso di vedere come quel Jutsu funzionasse provandolo direttamente. In parte era soddisfatto di esser riuscito a sbottonare il compagno fino a rivelargli la sua arma segreta, il Fuoco Fatuo. Le fiamme nere e blu si scontrarono contro il suo getto acquatico, i due jutsu per qualche secondo lottarono l'uno contro l'altro, poi qualcosa cambiò e improvvisamente il Jutsu Katon di Arima prese il sopravvento contro ogni pronostico.
Il moro sbarrò gli occhi alla vista delle fiamme che improvvisamente dilagavano verso di lui, vaporizzando la mizurappa in poco più di un istante. Poggiò i piedi a terra, l'Alleggerimento Superiore aveva esaurito i suoi effetti e nel mentre che i Jutsu stavano lottando era tornato sul pavimento dell'arena. Avvenne tutto in una manciata di secondi. La mizurappa si estinse e lui subito appoggiò le mani a terra, evocando le dita della mano del golem. Decise di immettere una buona dose aumentata di Chakra doton perchè quel Jutsu, lo doveva ammettere, lo spaventava. La mano uscì dal suolo proprio davanti a lui le dita erano ancora a metà strada per chiudersi quando il Jutsu di Arima si schiantò sulle nocche e sul dorso di roccia, Kohaku vide delle crepe apparire davanti a lui mentre piccoli granelli di polvere scivolavano al suolo. Subito dopo una fortissima vampa di calore gli attraversò la schiena e poi le dita si chiusero e finalmente fu al coperto. L'assalto imperversò per qualche altro secondo, poi tutto tacque.
Kohaku aprì subito il pugno, tornando con gli occhi su Arima dall'altra parte dell'arena. Stavano a circa dieci metri l'uno dall'altro adesso. Solo in quel momento realizzò che qualcosa nel compagno era cambiato.

Quegli occhi, la Sennin è stata attivata quindi... Sorrise.
Finalmente hai deciso di giocare sul serio...Avevo sempre desiderato affrontarti in Modalità Sennin. prese un profondo respiro. allargando le braccia.
Come hai visto sono cambiato in questi tempi, ho appreso molte cose mentre non c'eri...Il suiton è una aggiunta carina, non trovi? L'ho imparato proprio per proteggermi contro i maledetti utilizzatori del Katon, anche se penso che contro di te sia irrilevante ahah
Si passò una mano tra i capelli liberi che gli cadevano a ciuffi sulla fronte. Per gli spiriti quanto desiderava tornare ad avere la sua vecchia chioma bianca. Non adesso però, non adesso. Infilò una mano nel borsa posta sopra le natiche mentre riprendeva a parlare. Il chakra fuuton si ammassò intorno a cinque shuriken, aveva solo bisogno di qualche altro secondo.
Adesso però proverò a mostrarti qualche altra carta...le sorprese non sono finite...
Sorrise di nuovo guardando nell'unico occhio il compagno e aprendo l'occhio sinistro.

La strategia era banalmente semplice. Nel momento in cui gli Shuriken erano pronti, liberò lo Sharingan, cercando gli occhi del compagno per farlo cadere nella sua illusione e contemporaneamente muovendo gli shuriken rotanti fuori dalla sua borsa mandandoli contro Arima da cinque direzioni differenti. Nessuno puntava a organi vitali del compagno, ma tutti erano in cerca del suo sangue. Due arrivarono da destra, due da sinistra, il quinto dall'alto.

I due ancora combattevano quando la porta sopra gli spalti si aprì rumorosamente in uno stridere di acciaio arrugginito e un uomo sulla sessantina uscì fuori da essa seguito dall'ammatato Jirama. Perchè mi hai disturbato durante la mia seduta di rilassamento post operatorio? oggi ho ucciso già due pazienti non vorrei fare la tripletta...beh non era colpa mia se non erano compatibili...io li avevo avvertiti eheheh
Hinode non rispose ma indicò silenziosamente il Togetsu pieno del Chakra naturale fino a scoppiare.
La Mano Blu si trattenne un attimo, fissando l'arena con uno sguardo distratto per poi tornare su Hinode. Si tutto molto bello ma non mi... Subito la sua testa tornò di scatto all'arena. E'...E'... Si tolse gli occhiali per pulirli meglio sul camice imbrattato di sangue. E' davvero! Ah...ahahah! Questo cambia tutto...
Un attimo, uno sbattere di ciglia dopo quelli ch sembrarono secondi di eternità passato immobile a fissare con sguardo perso nel vuoto l'arena. Tempo due secondi ed era già fuori dall'arena in uno svolazzo del camice bianco. Cambia tutto! Tutto!

Kohaku sorrise alle parole del compagno. Bravo Arima, fammi vedere di che pasta sei fatto...Non ti scoraggiare al primo ostacolo.. pensò mentre vedeva il compagno rialzarsi dalle ferite dei suoi Shuriken e improvvisamente lanciarglisi addosso.
Kohaku vide tutto in anticipo con lo Sharingan, ma rimase comunque sorpreso dalla velocità a cui il compagno stava arrivando addosso. Era però piuttosto sicuro di poter tenergli testa senza dover usare troppo Chakra. Aveva infatti deciso di rinunciare all'Ultraalleggerimento perché la sua forza veniva troppo destabilizzata da quella tecnica e non poteva rispondere a tono al suo compagno. Attinse così a una discreta quantità di Chakra Doton, accumulandolo e rilasciandolo nel suo corpo mentre le gambe si allargavano e le mani si sollevavano, pronto ad affrontare il compagno in arrivo.

Arima lo caricò con un balzo possente e un attimo dopo correva verso di lui le mani sollevate. Ah deciso di entrare nel corpo a corpo? Nessuno di noi è mai stato capace in quello..ahah, sarà come vedere due bambini picchiarsi... Il pugno venne previsto dal suo occhio cremisi e il moro lo scansò spostandosi di lato, lasciandoselo scivolare al fianco della guancia con soddisfazione. Dovrai fare di meglio per prender...
La testa scattò di lato, colpita violentemente da una forza invisibile. Kohaku sbarrò gli occhi stupefatto. Come era possibile? Lo aveva schivato! Indietreggiò di un paio di passi per contenere la forza del contraccolpo. Arima lo incalzò di nuovo saltando verso l'alto e scese in picchiata verso di lui con il palmo sollevato. Il colpo di palmo calò su di lui con una violenza inaudita mentre faceva in tempo a sollevare le mani in un singolo sigillo e ad avvolgere il corpo con altro Chakra Doton. Il palmo della mano del compagno lo prese in pieno petto, proprio sopra le mani congiunte nel sigillo del serpente e lo portò in basso con una potenza tale che Kohaku perse il respiro dai polmoni mentre lo schiantava al suolo in un fragore che frantumò la roccia intorno a loro in un cerchio perfetto. Polvere si alzò nell'aria mentre Kohaku cercava di nuovo di prendere il respiro sufficiente, la Domu non aveva attutito per nulla il colpo, sapeva che avrebbe pagato per quel dolore al petto. Non si scoraggiò comunque e cercò di afferrare il palmo della mano di Arima saldamente mentre insipirava aria nel polmoni per poi rilasciarla sotto forma di una palla di vento fumoso dritta verso il compagno.



Mentre i due combattevano Hinode si era finalmente rilassata per godersi lo spettacolo, seduta sui sedili di pietra, le braccia appoggiate sui palmi alle sue spalle la puntellavano mentre lo scontro tra i due assumeva toni sempre più accesi.
Quel fuoco nero...avevo sentito parlare di un ninja che aveva una simile tecnica, era apparso nella guerra di Sunagakure... Cercò di ricordarsi ogni informazione raccolta in quel periodo, del resto lei era la principale fonte di informazioni del Covo, la prima spia, e ogni informazione per quanto velleitaria, veniva sempre raccolta con premura.
Kohaku ha usato lo Sharingan...eh ora le cose si metteranno male...non per forza però...la modalità eremitica del ragazzo mascherato potrebbe essere di un peso sufficiente da sconvolgere gli equilibri in campo...accidenti...
Improvvisamente la porta sugli spalti si aprì di nuovo con uno sbattere violento di acciaio contro il cemento. La Mano uscì dall'oscurità, le braccia piene di fogli e libri, pergamene arrotolate e lunghe, seguito da due servitori che portavano quello che a prima vista sembrava un baracchino su due ruote, di quelli che usano i venditori ambulanti per preparare da mangiare sulla strada. In realtà questo era pieno di fiale, provette, tubi di vetro e qualche altro apparecchio strano che lei non riusciva ad individuare.
Lo scienziato agitò freneticamente una mano indicando di piazzare il baracchino su uno spiazzo tra le scalinate per poi tirare fuori dal fianco di esso un altro tavolino di legno di cui aprì con uno scatto metallico i quattro piedi per poi poggiarlo davanti a lui e rovesciarci i suoi documenti. Alcuni libri rimbalzarono, cadendo di lato e finendo in mezzo ai sedili vuoti. Pergamene rotolarono di alto mentre la Mano le lasciava correre lontano, non gli importava, aveva appena aperto un grosso rotolo bianco e con l'ausilio di un pennello aveva cominciato a scrivere freneticamente.
Allora, questo va qui...sisisi, perfetto, quindi forse ci sono, sì! Esatto!...La variabile di Hornstein, come avevo fatto a dimenticarmene? la Mano farneticò per qualche minuto prima di alzarsi di scatto e urlare a Kamai. Tu! Mi serve una provetta di sangue dell'eremita! Vai! Là su quella pietra è stato trafitto dagli shuriken, ahah! Perfetto, recuperala! Subito, vaivaivai!
Il ninja vestito di nero obbedì e un attimo dopo la Mano saliva sul suo baracchino cominciando a rimestare la provetta con il sangue dell'uomo. Potrebbe funzionare meglio se fosse di Konoha, quei ninja hanno una fortissima volontà e...ma certo che è di Konoha deficiente! Quell'arte è solo di quel paese...vediamovediamo... Infiò la provetta in un marchingengno che subito cominciò a ruotare vorticosamente per poi fermarsi dopo qualche minuto e rilasciare in altre quattro provette sotto di esso quattro colori distinti. Uno di questi era dorato come se fosse stato oro fuso. La Mano lo afferrò sollevandolo verso la luce. Ah, perfetto! perfetto..ora non mi resta che... Scivolò di nuovo verso le sue carte, la provetta sempre in mano, sollevata in alto mentre con l'altra spazzava via i libri inutili e cercava qualcosa. Avete visto per cas...AH-AH! Disse indicando un libro caduto di faccia su uno dei gradoni di cemento. Balzò giù come un felino che si lanciava su un topo. Afferrò il libro con un gesto di stizza aprì una pagina dopo l'altra fino ad arrivare a...Hinode sbattè le ciglia. Erano forse un centinaio di pagine incollate l'una nell'altra quelle? Era un libro finto! l'uomo aprì a forza l'ultima pagina ed estrasse un'altra fiala, stavolta piena di un liquido rosso che sembrava ribollire in continuazione. L'uomo sollevò leggermente la fiala staccandole il tappo e rovesciando una goccia di quel liquido in quello dorato, poi attese.
Il liquido rosso ribollì dentro quello dorato, la goccia che sembrava prendere il sopravvento, poi lentamente si acquietò mentre tutto assumeva un colore arancione chiaro. Si....può....fare! Urlò la mano mentre sollevava in alto le due fialette con uno sguardo spiritato.
Portate via tutto voi...tutto! E non fate uscire quel ninja da qua...è tempo di aprire una nuova ala del laboratorio al quarto piano... Hinode rabbrividì alla vista del sorriso fatto da denti gialli e macchiati di nero che la Mano Blu stava sfoggiando.