|
|
Narrato, «Parlato», "Pensato", "Telepatia", «Parlato Copie», «Parlato Evocazioni», «Parlato Shiki», «Parlato Saburo», «Parlato Tee», «Parlato Altri».
Akira Watanabe, l'uomo con la più alta carica nel Villaggio della Nebbia, attendeva con impazienza seduto alla sua enorme scrivania. Erano appena le otto del mattino e come sempre a Kirigakure no Sato il gelo e l'umidità divoravano le ossa, ma comunque Kisuke era già nel pieno delle attività: pronto e operativo. Convocato di buon mattino da un uomo delle Forze Speciali con rito d'urgenza, il Jounin della Nebbia si preparò in fretta e furia e raggiunse di corsa il palazzo del Mizukage. Lì, non appena arrivò, all'ufficio del Mizukage gli fu data priorità rispetto ai presenti e fu fatto entrare immediatamente quando l'ufficio si liberò. «Buongiorno» saluto Kisuke, entrando e richiudendosi la porta alle spalle. «Ti stavo aspettando. Ho saputo che Galatea è di nuovo in dolce attesa, e aspettate un altro figlio» esordì il Mizukage, accogliendo l'ingresso del Jounin. «I miei migliori auguri» concluse, con un sorriso stiracchiato, stanco. Indubbiamente la vita da Kage si faceva sentire, rilevò Kisuke. «Vi ringrazio, ma dubito fortemente che mi abbiate fatto convocare qui per questo, e quest'esordio mi preoccupa non poco» confessò Kisuke, senza remore. Dopo aver mosso qualche passo, ormai si trovava proprio davanti al Mizukage, all'altra parte della scrivania, le mani congiunte dietro la schiena. «Non sto cercando d'indorare la pillola, se è questo ciò che pensi: io non ne ho bisogno, sono il Mizukage, e so benissimo che con te non servirebbe a nulla.» «Allora grazie per gli auguri» replicò Kisuke, decisamente poco convinto. «Passiamo a questioni di lavoro» disse, allungando sulla superficie della scrivania un plico dall'evidente importanza. La busta era più grossa del solito, più gonfia, il che sul momento fece impensierire Kisuke. "Che cosa diavolo c'è lì dentro, per essere così?" si chiese, ma il Jounin aveva fiutato le rogne prima ancora di rompere il sigillo in ceralacca con il classico marchio di Kirigakure no Sato. «È una missione della massima rilevanza, Momochi Kisuke-san» anticipò il Mizukage, invitando poi Kisuke ad aprire la busta mediante un cenno della mano. Al che il Jounin eseguì, e tra le varie carte che trovò all'interno, con le dita scremò in cerca della missiva. Il Kage rimase in silenzio fino a che Kisuke non trovò il foglio in questione (dopo qualche secondo). Dopodiché iniziò a leggere, l'occhio sinistro che scorreva sempre più velocemente, finché il silenziò fu interrotto da un: «Oh... merda...» «Linguaggio, prego» lo ammonì il Kage. «Sì, ma...» «Hai lavorato e gestito il nostro carcere per diverso tempo, e poi hai...» il Mizukage si soffermò per un attimo, si trattenne, quindi proseguì. «Be'... ci siamo capiti. Non vedo perché di un caso come questo non ti debba occupare proprio tu. Il tuo timore, Kisuke, è del tutto irrazionale.» «Il timore non è mai irrazionale, Mizukage-sama» replicò Kisuke, non frenandosi dallo smentire l'uomo. "Per non parlare dei turbamenti psichici. È una delle cose si insegnano e si dovrebbe sempre insegnare ai piccoli ninja. È un bene provare paura: se provi paura significa che c'è qualcosa da temere, dunque sii vigile. Non bisogna sconfiggere la paura, basta non farsene travolgere: vale la pena trarne insegnamento" pensò Kisuke, in un lungo elucubrare tra sé e sé, ricordandosi di come negli anni della sua giovinezza volesse sempre e costantemente mostrarsi impavido, mettendo a a repentaglio la propria incolumità. «Cercherò, in ogni caso, di fare del mio meglio. Nella speranza di non diventare anche io un ulteriore accollo come questo...» «Shiki Kaguya» lo aiuto il Mizukage, rivelandogli di proposito il nome del prigioniero. «Lo conosci?» Kisuke impallidì, quindi annuì: un movimento della testa che sembrò quasi meccanico. In quel momento capì il motivo per cui il nome non era menzionato nella missiva, bensì inserito in un allegato secondario, e il motivo per cui il Mizukage gliel'aveva rivelato di persona. «Allora direi che viene abbastanza difficile biasimarlo, no? Men che meno considerarlo una seccatura. Sei d'accordo?» chiese il Mizukage, ma era una domanda che si aspettava solo una risposta e Kisuke non poté far altro che annuire in silenzio. «Bene, allora direi che quel che c'è da sapere lo sai. Nel fascicolo c'è tutto il materiale in nostro possesso che potrà aiutarti per la missione. Ci sono carte, documenti, foto, mappe. Se sappiamo la posizione di uno spillo all'interno di quel carcere, in quei fogli è riportato.» «Ottimo, cercherò di farne buon uso» rispose Kisuke, nella maniera più neutra possibile. Dopodiché, senza mezzi termini e troppe manfrine, fu congedato dal Mizukage e inviato direttamente sul campo. "Certo che i Kaguya ultimamente mi perseguitano eh. Devo sempre andare a recuperarli, vivi o morti che siano. Anche se tutto ciò denota un particolare interesse del Mercato Nero per i membri di questo famigerato Clan" pensò Kisuke Momochi abbandonando l'ufficio del Mizukage, per poi lasciare il palazzo e muoversi a Kiri. Doveva partire immediatamente, ma per fortuna non aveva nessuna questione in sospeso e quindi poteva avviarsi privo di grattacapi, se non quella di lasciare a casa Galatea in attesa del loro prossimo figlio. "Non mi piace, ma purtroppo sapevamo sarebbe successo. Sapevamo che la nostra vita sarebbe stata questa sin dall'inizio, ma abbiamo iniziato ad assaggiarne il vero sapore quando era in arrivo Kaito..." pensò il Jounin mentre si recava rapido alla propria casa. Lì, nel silenzio più assoluto dell'ora mattutina, Kisuke si equipaggio con armi e quant'altro che già non aveva con sé e che sapeva gli sarebbe servito per la missione e poi prese il giusto di scorte tra acqua e cibo per il suo viaggio (si sarebbe senz'ombra di dubbio dovuto rifornire di viveri generici strada facendo), quindi infine scrisse un biglietto a Galatea in cui spiegava la situazione. "Anche se non ne sarà particolarmente contenta, so che lei capirà. Fortunatamente il giorno del parto è ancora molto lontano, spero solo che non serva sul serio la mia presenza qui da lei quando invece sarò a salvare il culo a Shiki nelle Terre di Nessuno. Devo cercare, a questo punto, di rendere questa missione il più breve possibile" pensò Kisuke, e annuì convinto delle proprie parole, lasciando il messaggio per Galatea nel solito posto. Dopodiché si avviò fuori dalla propria dimora, dirigendosi a velocità sostenuta verso la porta ovest del Villaggio della Nebbia. Infatti, il kiriano doveva arrivare al porto principale del Paese, cioè quello più vicino al Villaggio, per imbarcarsi su una nave ed arrivare nel continente. Così, impuntato a voler rendere quella missione quanto più breve possibile sotto ogni aspetto possibile, il kiriano superò senza impicci i cancelli ovest della Nebbia e tempo zero con un balzo si portò a ridosso degli alberi, balzando di ramo in ramo con lo scopo d'arrivare al porto. Kisuke giunse in mezzo alla confusione portuale, tra mercanti, viandanti, shinobi e via discorrendo, che mancava un quarto d'ora alle nove del mattino, e per quell'ora le prossime coincidenze tra navi e traghetti erano discretamente limitate. Eppure Kisuke trovò comunque una soluzione efficace per sé: una nave che sarebbe partita entro le nove, diretta nel Paese del Gelo. Essendo il viaggio discretamente lungo e diretto nell'ultima tratta verso le terre anguste del Paese del Gelo, Kisuke si assicurò di acquistare un posto in cabina singola, dove poi una volta salpati si rintanò per studiare tutte le carte in proprio possesso, piuttosto che stare a poltrire e riposare in vista del viaggio subito dopo lo sbarco. D'altra parte non era stanco, anzi non lo era per nulla, quindi procedette. Più per formalità che altro, passò per prima tramite la traccia principale della missiva, ma non vi erano particolari dettagli degni di nota. "In ogni caso, però, se questa prigione è a prova di ninja, allora per riuscire nell'evasione il più delle cose deve essere fatto alla cosiddetta antica. Vediamo un po' questi allegati" pensò Kisuke, procedendo con le seguenti scartoffie. Diede una rapida letta al dossier su Shiki Kaguya, ma essendo un soggetto estremamente particolare tra i fedeli servitori della Nebbia (agente delle Forze Speciali, infiltrato speciale e via dicendo), il contenuto del dossier era stato curato in modo che fosse presente soltanto una ridotta serie di informazioni essenziali più una foto identificativa, quindi Kisuke deviò rapidamente sulle carte riguardanti il carcere. Era chiamato la Prigione del Caos ed era situato a circa quindici chilometri a sud-est di Reihou, e fortunatamente le coordinate sulla mappa ne identificavano l'esatta posizione per raggiungerlo. L'elemento positivo era la sua posizione isolata, lontano sia da Reihou ma soprattutto molto ben più lontano dall'ex Iwagakure no Sato. Documenti, foto e planimetrie mostravano come fosse una struttura dalle importanti dimensioni, distribuita su più livelli, nel perfetto stile costruttivo e architettonico della vecchia Iwa, sorvegliata non solo dal personale che ci lavorava ma anche dalla natura, poiché si ergeva tra le rocce. Le foto mostravano come fosse una struttura di costruzione datata, eppure in perfetto stato. Si vedeva chiaramente come non fosse la classica palazzina diroccata per la quale sarebbe bastata una banale ondata per mandarla in macerie. Almeno questa era la sua impressione a vedere dalle foto, ma pensava che la realtà non differisse più di tanto dalle sue rappresentazioni, considerando a quale scopo fosse adibita la struttura. Ne avrebbe in ogni caso appurato personalmente ogni cosa non appena vi sarebbe arrivato. "Quando ci arriverò, però... per adesso siamo ancora molto lontani. E arrivarci non sarà una passeggiata, come al solito. Tra l'altro, ultimamente le mie incursioni nelle Terre di Nessuno sono sempre più frequenti, e non posso sfruttare troppo a mio piacimento quel passaggio sicuro. Sarà meglio tenerselo per quando mi viene ordinato, o per quando non potrò proprio farne a meno, ma stavolta devo raggiungere il Paese della Terra in qualche altro modo. Considerata la posizione del carcere, se ci riuscissi potrei anche cercare di arrivare via mare. Trovassi qualcuno disposto a navigare intorno alle coste nordiche, oppure riuscissi a prendere una barca o qualcosa, potrei infiltrarmi nelle Terre di Nessuno dalle coste e andare direttamente verso l'entroterra, verso la prigione" si disse Kisuke mentalmente, ragionando con convinzione, sebbene prendendo coscienza che tutto sommato anche volendo far le cose bene e veloci, quella missione avrebbe richiesto giorni solo considerando i viaggi d'andata e ritorno. Escludendo dalla sua mente questo genere di pensieri, Kisuke tornò ad immergersi sulle carte, studiando le foto e le planimetrie del carcere, mentre la nave cavalcando le onde viaggiava inesorabilmente verso la destinazione: il porto a sud di Shimo.
Il cielo era tinto di un blu scuro, mentre una spolverata di stelle svettava sulla terra e una falce di luna cercava di evadere alla cattura di quelle poche nubi vaganti. Erano da poco passate le cinque del mattino, e Kisuke aveva raggiunto una zona peschiera situata nell'insenatura a nord del Paese del Riso, nella costa curva che lungo la sua linea andava oltre superando il confine con il Paese della Cascata. Dopo essere sbarcato nel Paese del Gelo nel giro di trentasei ore circa di viaggio, infatti, Kisuke si mosse immediatamente per andare verso ovest, verso il Paese delle Sorgenti Termali e poi verso il Paese del Riso. Avendo fatto il viaggio in nave, il kiriano aveva avuto tempo a sufficienza per non stancarsi, quindi non aveva affatto bisogno di cercare un alloggio subito e voleva evitare di trascorrere poi la sera in una zona gelida (in tutti i sensi) come quella. Incredibile come macinando chilometri e superando confini, il clima e l'aria che si respirava potesse cambiare drasticamente. Certo, non d'improvviso appena messo piede oltre il confine, ma comunque si riusciva a sentire in breve una sensibile differenza e per fortuna Kisuke si ritrovava a vagare nel clima umido e le temperature miti del Paese, attraverso le sterminate piantagioni di riso. In quell'agglomerato di capanne e casupole che costituivano un villaggio di pescatori, con l'aria di mare che frizzava nelle narici ed il verso stridulo dei gabbiani, Kisuke adocchiò un uomo seduto su una panca in legno intento a lavorare sull'attrezzatura da pesca. «Ehi, tu! Buon uomo!» chiamò Kisuke, avvicinandosi. «Permetti una parola!» «Non ho niente, non ho soldi e non ho oggetti di valore...» mormorò l'uomo, sollevando l'attenzione dalle proprie reti. «Calmo, non sono qui per derubarti. Hai un'imbarcazione, per caso? O sai indicarmi qualcuno che ce l'abbia?» «Ho il mio peschereccio...» «Quindi saprai anche guidarlo, presumo» disse Kisuke. L'uomo annuì, con malcelata preoccupazione. «Bene, per tua fortuna mi interessa solo che tu mi presti il tuo peschereccio. Ne ho bisogno» disse Kisuke, picchiettando con l'indice sul coprifronte. «Tranquillo, ti pagherò bene, rinunciare alla tua imbarcazione e alla tua pesca per un po' non sarà un problema.» «Hmmm» l'uomo, nell'indecisione, soppesò per un attimo le sue prossime parole. «Ho più di un'imbarcazione, non rimarrei a piedi. Potrei darti la vongoliera, ma quanto saresti disposto a pagare?» «Tutto quello che ho al momento con me, meno qualche spicciolo» replicò subito Kisuke, il quale poi infilò la mano nella borsa e ne tirò fuori una sacchetta in pelle. Slegò il filo, infilò la mano per pescarne qualche moneta d'argento e diede tutto il resto al pescatore. «Tutto tuo, conta pure quant'è e vedi se ti sta bene.» L'uomo però non contò, diede solo un'occhiata e soppesò la sacchetta, quindi annuì. Probabilmente sapeva che era meglio non tirare la corda, e accontentarsi sarebbe stato più saggio, quindi conservò il denaro e fece cenno a Kisuke di seguirlo. Lo guidò fino ad un molo sulla costa, e lì gli indicò quale fosse la sua vongoliera. Non era nulla di speciale, dimensioni nella norma, status mediocre, ma per affrontare un viaggio in completa solitudine era più che sufficiente, anche per l'anonimato. Inoltre, vide che aveva una scritta Stella Verde in kanji lungo la fiancata, probabilmente era il nome della nave. Kisuke si fece precedere dal proprietario, quindi saltò a bordo. Si fece dare tutte le informazioni e le istruzioni del caso, quindi in fretta se ne liberò e fu libero di mettere in moto per staccarsi dall'ormeggio e allontanarsi per navigare in mare aperto.
Furono quasi due giorni di navigazione ininterrotta, paradossalmente tranquilla e snervante al tempo stesso. Kisuke aveva circumnavigato le coste del continente, rimanendo sempre ad una distanza non troppo eccessiva dalla terra ferma. In questo modo evitò di incrociare navi ben più grandi della sua, magari ricolme di pirati o peggio ancora Mukenin, con cui poi avrebbe dovuto fare i conti, finendo per perdere del tempo nella migliore delle ipotesi. Ad ogni buon modo, il kiriano a bordo della Stella Verde non ebbe il problema di dover aver a che fare con inconvenienti di sorta o avversità atmosferiche, quindi giunse a destinazione nel nord delle Terre di Nessuno. Lì si riavvicinò alle coste, o meglio alle alte scogliere, e ormeggiò la Stella Verde all'interno di una grotta marina. Non poteva sapere con certezza se fosse un luogo sicuro o meno, più che altro lo sperava, per poter ritrovare la barca al proprio rientro e assicurarsi un mezzo di fuga. Dopodiché sfruttando il controllo del Chakra si arrampicò lungo la volta della grotta, la percorse fino all'uscita e poi proseguì verso l'alto, scalando la costiera fino a raggiungere la sommità. Da lì poi non avrebbe dovuto far altro che proseguire verso l'entroterra, e immergersi nelle Terre di Nessuno fino a raggiungere la Prigione del Caos.
Il sole sembrava picchiare più del solito, quella mattina, mentre la lente del telescopio di Kisuke scrutava lungo un solo ed unico obiettivo: la Prigione del Caos. Era esattamente come l'aveva vista nelle foto, per cui dovette ricredersi nel merito della loro qualità, ma dal vivo gli era ben più possibile analizzare al meglio il suo attuale territorio operativo. Si era appostato a oltre un chilometro di distanza dal perimetro della prigione, stendendosi di pancia sulla sommità di una ristretta altura rocciosa, ad un'abbondante trentina di metri d'altezza, e da lì gli era perfettamente possibile vedere nella sua interezza tutta la parte frontale e semi-parietale della prigione. Kisuke non voleva sfruttare sin da subito il potere del Byakugan, per cui considerando che le spalle della struttura erano chiuse naturalmente si era deciso ad analizzare il più possibile con il telescopio e solo poi completare la sua analisi con il proprio Doujutsu. "La copertura naturale impedisce la fuga in quella direzione. O quanto meno ne rende molto difficoltosa la fuga, dovrò verificare poi meglio con il Byakugan. Però, considerando proprio la costruzione per come è stata eseguita nella roccia, dubito proprio che qualcuno possa provare. Invece, la parte di struttura che non è costruita con la parete sulla roccia di montagna, ha praticamente uno spiazzo che si allunga per circa trecento metri dalla struttura, fino ai confini chiusi del terreno" valutò Kisuke, aiutandosi con quanto aveva studiato sulle carte in proprio possesso. In qualunque modo, o il passaggio era impossibile, oppure si finiva per essere bersagli facili un enorme spiazzo completamente libero. I confini erano chiusi con delle alte muraglie di circa quindici metri, ricoperte in sommità con dei rotoli di filo spinato. L'unica possibile entrata era un enorme cancello a due battenti, presidiato da una guardiola all'interno e due torrette di guardia situate all'interno dello spiazzo, poste in due punti strategici, equidistanti, in modo da poter proteggere sia l'ingresso e sia l'eventuale uscita. «Lì dentro non c'è verso di entrare in alcun modo propriamente sicuro...» mormorò Kisuke, riponendo un attimo il suo telescopio. Sperava di poter riuscire nell'eseguire la missione con un approccio fantasma, ma la sicurezza della prigione gli impediva qualcosa del genere a priori. Per cui, dopo aver ripreso ad utilizzare il telescopio e dopo averci passato diverso tempo a spiare la struttura e tutto ciò che era possibile vedere e dedurre, Kisuke cambiò il suo strumento di lungavisione. Richiuse su se stesso il telescopio e lo riporse al suo posto nell'apposito scomparto all'interno della borsa, quindi incanalò una notevole quantità di Chakra in prossimità del suo occhio destro e rilasciò i vincoli del copriocchio sul Byakugan, attivando il Doujutsu. "Byakugan!"
Byakugan [Occhio destro] Livello: B Tipo: Doujutsu Il Byakugan quando attivo concede al suo utilizzatore una vista a 359° gradi per un raggio di cinquanta metri e permette di vedere perfettamente non solo oltre ogni cosa, bensì anche il Chakra e i suoi flussi, nonché il sistema circolatorio del Chakra e i suoi 361 punti di fuga. Riesce a vedere anche lievi concentrazioni di Chakra nel corpo delle persone, potendo quindi arrivare a prevedere l'utilizzo di una Tecnica ma non l'elemento o cosa la Tecnica farà, anche se dovrà essere concentrato sul sistema del Chakra del bersaglio. Osservando il flusso del Chakra è anche possibile accorgersi se una persona è sotto l'influsso di un Genjutsu dal moto disturbato del Chakra, ma non è ovviamente possibile utilizzare questa abilità su se stessi. Il Byakugan permette, inoltre, all'utilizzatore di concentrarsi e vedere esclusivamente in linea retta aumentando così il raggio visibile all'utilizzatore frontalmente, ma annullerà di conseguenza la possibilità di vedere a 359°. [Lunghezza massima per livello: Genin 1 Km; Chuunin 4 Km; Sp 10 Km; ANBU 12 Km; Jounin: 15 Km]Consumo: 10 (A Turno)
Il Chakra prese a pompare frenetico, le vene intorno all'occhio destro gli si gonfiarono in un reticolo nervoso, mentre il suo sguardo volava via a centinaia e centinaia di metri di distanza, dipingendo la sua visuale a tinte chiaroscure. Con quell'occhio, adesso, non gli sarebbe più sfuggito nulla. Senza che niente e nessuno potesse impedirglielo, il kiriano osservò l'interno della prigione in ogni sua sfaccettatura. Quasi senza accorgersene, finì per passare diverso tempo ad osservare la monotonia della struttura, dai prigionieri ai loro carcerieri. Quella dei prigionieri era sul serio una monotonia assurda, all'interno delle loro piccole celle avevano ben poche possibilità di fare qualcosa di diverso che stare a fare un po' di movimento, stare seduti a giocherellare con le loro catene, disegnare qualcosa sul pavimento a suon di incisioni e via dicendo. La routine lavorativa, invece, non era poi così semplice da analizzare nel loro schema. Kisuke vide come non tutti fossero Mukenin, alcuni erano semplici addetti alle cucine, alle pulizie (per quel che in realtà veniva davvero pulito in quel reame per i topi, oppure medici per le infermerie. Una cosa che aveva accertato quasi subito era il numero di guardie presenti in ogni piano. Erano quattro: due in ronda continua e due nel gabbiotto. Continuavano a girovagare lungo il loro corridoio quadrangolare. Dal primo piano in poi, la struttura si sollevava con un grosso baratro centrale, e un corridoio quadrangolare tutt'intorno da cui si aprivano le celle. Fu nel terzo piano dei cinque che tra tutti i prigionieri il kiriano individuò il suo uomo, l'uomo da salvare. "Ecco Shiki. Poveraccio..." pensò Kisuke, una volta che ebbe individuato il suo compaesano. Si vedeva chiaramente che se la passava proprio male. "Mi metterò in contatto con lui" si disse Kisuke, portando il Byakugan ad uno stato di quiete e procedendo a stabilire un collegamento mentale tra se ed il Kaguya tramite la Tecnica della Trasmissione Spirituale.
Shindenshin No Jutsu - Tecnica della Trasmissione SpiritualeVillaggio: Tutti Livello: B Tipo: Ninjutsu Grazie a questa tecnica lo Specializzato in Interrogatorio è capace di comunicare telepaticamente con altri individui. Il Jutsu ha un raggio massimo di sette chilometri e non è una tecnica di percezione, pertanto non è possibile percepire con esattezza la posizione dei soggetti con i quali si entra in contatto. L'utilizzatore può comunicare con una singola persona o con più individui alla volta a sua discrezione, anche se il consumo aumenterà di conseguenza. Per comunicare con uno o più individui conosciuti dall'utilizzatore basterà concentrarsi su quegli specifici soggetti per stabilire il contatto, ma è anche possibile lanciare il Jutsu in modo tale che coinvolga qualsiasi persona nel raggio della tecnica, o escludendo di proposito specifici soggetti di cui l'utilizzatore sia già a conoscenza. Durante una conversazione telepatica multipla, tutti i soggetti coinvolti possono sentire le rispettive voci e comunicare tra di loro grazie al Chakra dell'utilizzatore. Per il Ninja è anche possibile fare da tramite per singoli individui, poggiando una mano sulla testa di un compagno e trasferendo così le capacità telepatiche ad esso finché la tecnica rimane attiva. Il consumo resta invariato per una comunicazione che coinvolga massimo dieci elementi, dopodiché aumenterà di 8 punti Chakra allo sforamento di ciascuna delle successive decine. Comunicando con più di dieci persone alla volta diventa impossibile utilizzare qualsiasi altro Jutsu mentre la tecnica è attiva. Consumo: 8 (A Turno) (+8 ogni dieci individui a partire dall'undicesimo)
Non appena il Chakra di Kisuke gli consentì di inviare i propri pensieri attraverso il canale me tale all'uomo che aveva visto pocanzi con il proprio Byakugan e viceversa. "Mi senti? Abbiamo salutato insieme Cuore Nero per l'ultima volta" comunicò Kisuke. Dubitava di sbagliarsi, ma in assenza di un preciso messaggio in codice di riconoscimento, sempre meglio utilizzare un messaggio che per qualunque altra persona sarebbe stato soltanto una frase senza senso. "Co... cosa?" rispose il Kaguya dopo un po'. "La Brigata Nera, ricordi?" "Shisui?" "In carne ed ossa. Sono qui per tirarti fuori da quella merda" gli spiegò subito Kisuke, per quanto probabilmente nel pensieri del Kaguya fosse già la concretizzazione di una speranza tanto ricercata. "Da solo?" "Sì..." "Sei pazzo, è un azzardo assurdo. Io non ti posso nemmeno dare man forte. Ho già provato la fuga una volta, quando ancora credevo di farcela, e sentivo di averne le forze, ma ora hanno fatto qualcosa per inibirmi le capacità e mi hanno tolto tutto. Sono alla loro mercé e l'unica cosa che posso permettermi di fare, è sperare che non arrivi il giorno in cui decidano di farmi fare una fine diversa da questa." "Il Mizukage ti vuole fuori da lì, ha mandato me e ti avrà fuori da lì cascasse il mondo. Sai meglio di me come un solo uomo nell'ombra, può essere ben più efficace di un intero esercito." "A volte anche un solo uomo, come dici, può fallire..." "Com'è successo?" chiese il Jounin, avendo capito subito quale fosse l'allusione del Kaguya. "Sono caduto vittima di una trappola orchestrata da Saburo, uno dei tre fratelli al servizio di Cuore Nero. Rimase in vita, quel giorno, e giurò vendetta sul sangue dei fratelli..." "E quindi eccoti lì" completò brevemente Kisuke, evitando al Kaguya di proseguire coi dettagli in quella triste storia. In quel momento, per un attimo, la mente di Kisuke volò indietro di anni, a rivedere le immagini nell'album dei ricordi che ritraevano i Gemelli della Morte. Erano tre uomini perfettamente identici: stessa corporatura, stessa altezza, stessa stazza, stesso abbigliamento. Indossavano maglie avana a maniche lunghe strette ai polsi da bende nere che avvolgevano anche i palmi delle mani, pantaloni ampi dello stesso colore infilati in scaldamuscoli all'altezza delle caviglie, e un kimono nero stretto in vita. Avevano inoltre la testa completamente avvolta in un bendaggio nero, fissato sul lato sinistro della faccia con un piccolo nodo da cui pendevano due brevi nastri; volto e nuca erano completamente coperti e solo gli occhi rimanevano liberi e visibili. Occhi in quel momento impassibili e privi di ogni emozione. Un solo particolare li distingueva tra loro: un piccolo tatuaggio sotto l'occhio destro, con il quale, a numeri romani, i tre rappresentavano graficamente il significato del proprio nome. Una singola stanghetta verticale per Ichiro, due ravvicinate per Jiro, un terzetto per Saburo, rispettivamente il primo, il secondo e il terzo figlio. "Poche parole per quelli lì, ma coi fatti Saburo ci ha dato dentro eh..." "Già, se non fosse che a Saburo è stato severamente vietato, adesso si divertirebbe a farmi d'aguzzino ogni santo giorno. Passa in continuazione davanti alla mia cella, e mi guarda con quei suoi occhi maledetti..." "Ma come...?" "Saburo lavora qui alla prigione" rivelò il Kaguya. "Ah, bene... allora sei fortunato che sia un eunuco, perché se non gli fosse stato imposto di non toccarti, chissà cosa si divertirebbe a fare" non riuscì a trattenersi dal dire Kisuke, sebbene quanto meno evitò di dirlo con un tono tendente all'ilare. "Stronzate a parte, mi metto subito all'opera: cercherò di tirarti fuori da lì il prima possibile. Hai qualcos'altro da dirmi, per caso?" "No, nulla..." "Allora mi farò risentire io. Passo e chiudo" concluse Kisuke, e con tali parole chiuse la conversazione ed annullò il Jutsu per la comunicazione telepatica e si rigettò nuovamente sulla prigione con il suo Byakugan, in cerca di un solo ed unico bersaglio.
Byakugan [Occhio destro] Livello: B Tipo: Doujutsu Il Byakugan quando attivo concede al suo utilizzatore una vista a 359° gradi per un raggio di cinquanta metri e permette di vedere perfettamente non solo oltre ogni cosa, bensì anche il Chakra e i suoi flussi, nonché il sistema circolatorio del Chakra e i suoi 361 punti di fuga. Riesce a vedere anche lievi concentrazioni di Chakra nel corpo delle persone, potendo quindi arrivare a prevedere l'utilizzo di una Tecnica ma non l'elemento o cosa la Tecnica farà, anche se dovrà essere concentrato sul sistema del Chakra del bersaglio. Osservando il flusso del Chakra è anche possibile accorgersi se una persona è sotto l'influsso di un Genjutsu dal moto disturbato del Chakra, ma non è ovviamente possibile utilizzare questa abilità su se stessi. Il Byakugan permette, inoltre, all'utilizzatore di concentrarsi e vedere esclusivamente in linea retta aumentando così il raggio visibile all'utilizzatore frontalmente, ma annullerà di conseguenza la possibilità di vedere a 359°. [Lunghezza massima per livello: Genin 1 Km; Chuunin 4 Km; Sp 10 Km; ANBU 12 Km; Jounin: 15 Km]Consumo: 10 (A Turno)
Ora che il kiriano sapeva che Saburo lavorava alla prigione, tra tutte le guardie cercò di individuare proprio lui. Considerando che provare un qualsiasi altro tipo di approccio che non fosse un diventare parte della prigione (e non voleva rischiare di venire a farne parte come prigioniero) aveva buone probabilità di essere fallimentare più che altro, doveva riuscire a diventare un carceriere. Perché, dunque, non proprio Saburo? Un tizio anche fin troppo anonimo, solitario, taciturno e con un profondo odio per Shiki tanto che proprio Saburo aveva fatto in modo di farlo imprigionare. Se Kisuke fosse riuscito ad identificare Saburo ed isolarlo, l'avrebbe usato come chiave fondamentale d'accesso e fuga. Dovette cercare a lungo in largo, in ogni angolo della struttura, ma finalmente riuscì a trovare il più piccolo dei tre Gemelli della Morte. "Eccoti lì, caro Saburo. Ho sbagliato a lasciarti in vita in passato, sono errori di magnanimità che ormai non commetto più, ma presto rimedierò anche al mio errore di una volta" pensò Kisuke tra sé e sé, glaciale, pedinando il Mukenin mediante il Doujutsu del Clan Hyuuga. Stava nello stesso piano in cui era incarcerato Shiki, era di ronda, e assai di rado se ne andava. Solo quando doveva andare in bagno, mangiare o veniva richiamato nella zona degli, se possibile, uffici (una serie di stanze piuttosto spartane in cui vi erano una sedie di scrivanie, sedie, scaffali e mobili palesemente adibito alla burocrazia). Kisuke attese fino a quando, verso le diciotto, non vide l'ex Mukenin della Sabbia rinunciare alla propria routine, prendere le proprie cose ed, infine, abbandonare la struttura ricevendo il cambio da un'altra guardia. "Bene, vediamo un po'..." si disse Kisuke spiandolo. Notò come l'uscita presa da Saburo altro non fu che l'unica visibile. Non c'era dunque altri passaggi segreti o più sicuri per l'uscita di lavoratori e carcerieri. Dopodiché Kisuke lo seguì con lo sguardo, voleva vedere dove andava (nella prigione non c'era nessun posto in cui i lavoratori potessero effettivamente passare la notte) e valutare quando e dove fosse preferibile assaltare il Mukenin. Fu proprio con questo pedinamento visivo che il Jounin della Nebbia arrivò a scoprire come la destinazione di Saburo fosse un piccolo covo tra le montagne. Non era nulla di eccezionale, era un rifugio costruito chissà quanti anni prima tra le montagne e nascosto lì. Vi era solo la possibilità di dormire, mangiare e andare al bagno. Ciò che notò fu come, però, Saburo non fosse solo: aveva dei coinquilini, tutti Mukenin, molto probabilmente anche loro guardie della prigione. Kisuke non ne poteva avere la certezza, ma considerando che Saburo era andato proprio lì, in quel rifugio nascosto, e situato a pochi chilometri dalla prigione, molto probabilmente quello doveva essere proprio un posto di proprietà legato alla Prigione del Caos. Tuttavia, era ininfluente per Kisuke, poiché non vi si sarebbe mai avvicinato, bensì avrebbe colpito Saburo durante il tragitto, esattamente la prossima volta. "Il suo prossimo rientro a casa gli sarà definitivo."
Dopo aver trascorso la notte in un piccolo accampamento di fortuna, completamente solo, in mezzo alle montagne del Paese, Kisuke si riportò in cima al proprio punto d'osservazione. Lì si armò di binocolo e stette a spiare la prigione. Nel frattempo, con il passare del tempo, Kisuke decise di interrompere per un po' la sua intensa fase d'osservazione e approfittare del tempo in eccesso per portarsi avanti riguardo al proseguo della missione. A tal proposito, il fatto che fosse salito lì in alto, andava a suo favore: essere per conto proprio e in un certo senso isolato, lontano da occhi indiscreti. "Devo prepararmi e tenermi pronta ogni cosa possibile e immaginabile che mi possa aiutare, finché sono lontano dal covo di serpi e non ancora in ballo" disse Kisuke a sé stesso, appoggiando a terra il telescopio, e doveva farlo prima di essere nel cosiddetto vivo della missione. Per prima cosa, consapevole del fatto che quella stessa missione lo avrebbe posto in una condizione critica, obbligandolo molto probabilmente a spremere con cattiveria le proprie riserve di Chakra come neanche fossero limoni, Kisuke decise di ricorrere alla sua personale Kuchiyose legata ai batteri, quindi passò a comporre la classica serie di Sigilli legata alla Kuchiyose no Jutsu e congiunse i palmi l'uno con l'altro, invece che picchiare il palmo normalmente segnato dal sangue a terra.
Kuchiyose No Jutsu - Tecnica del RichiamoVillaggio: Tutti Livello: C Tipo: Ninjutsu Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora. Per riuscire ad evocare taglie grandi è necessario essere almeno Sp.Jounin; per le Leggendarie bisogna essere di grado ANBUConsumo: 20/2= 10 Kuchiyose • Seibutsu Kougeki - Evocazione • Attacco Batteriologico [Taglia Media] Per evocare queste creature non è necessario alcun Contratto di sangue, ma può essere controllata solo da un possessore della Manipolazione Acquatica. Questi microorganismi acquatici si presentano in massa e possono rimanere in vita soltanto all'interno dell'utilizzatore o di acqua, naturale o creata tramite Jutsu. E' possibile evocarli sia all'interno del proprio corpo che in fonti d'acqua esterne: per evocarli dentro di sé è sufficiente compiere i Sigilli per la Kuchiyose e battere le mani tra loro, oppure toccare con il palmo la superficie d'acqua che si vuole sfruttare. L'evocatore, rendendo queste creature parte di sé, può beneficiarne nel caso un nemico entri in contatto con il proprio corpo liquefatto, con qualsiasi Jutsu Suiton o dell'Innata. Se le creature vivono all'interno dell'utilizzatore, ciò non comporta alcun cambiamento esterno ma occorre pagare due punti Chakra in più nel caso si voglia eventualmente combinare un Jutsu Suiton con i batteri. Questi, nell'acqua, si manifestano come una schiuma bianca, ricoprendo un raggio massimo di dieci metri. Sono innocui solo per l'evocatore, poiché come un virus nocivo trasmettono a qualunque altro soggetto che vi entri in contatto un'infezione che lo priverà di quattro punti Chakra. Nel caso di fonti d'acqua presenti per più Turni, l'effetto dura ad ogni Turno fintanto che la vittima rimane immersa totalmente o parzialmente all'interno dell'acqua contaminata dagli organismi, i quali sfrutteranno parte di esso per alimentarsi, mentre l'utilizzatore se immerso nella stessa fonte riceve due punti del Chakra assorbito. Se si utilizza un Jutsu Suiton che parte dal corpo dell'utilizzatore e colpisce il nemico in forma liquida (non hanno effetto Jutsu come la Kirigakure no Jutsu o la Tecnica del Forte Braccio Acquatico) o si viene colpiti a corpo ormai liquefatto, i batteri restituiranno fino a quattro punti Chakra. Per distruggere la maggior parte dei parassiti e portare così l'evocazione ad essere inutilizzabile per il resto della Quest occorrono due Jutsu di livello B o uno di livello A. L'attacco va indirizzato verso la fonte d'acqua in cui sono evocati gli originali o eventualmente colpire l'utilizzatore nella sua forma liquida.
Non appena i palmi delle mani si toccarono l'uno con l'altro, e il Chakra faceva da collante in tutto ciò, la Tecnica poteva considerarsi ultimata. Per certi versi, adesso, dentro di sé il kiriano poteva sentire quel brulicare della vita che erano i batteri. "Anche se questo genere di batteri, anche quando circolano per il mio corpo, sinceramente non riesco mai a capire se si possono considerare vita" disse il Jounin a se stesso. Poi, dopo aver riempito il proprio corpo di quel miasma biancastro, era il momento di procedere con la seconda cosa che egli aveva messo in programma: avere a portata di mano una difesa immediata e forte. Al che, come il Momochi normalmente era solito fare, eseguì i Sigilli Magici relativi alla Suijinheki alla quale senza mai fermarsi concatenò a seguire quella relativa al suo personale Hijutsu: il Barile Fantasma, inserendoci nel mezzo una iniezione di Chakra extra mediante la Forza Acquatica.
Suiton: Suijinheki - Muro d'AcquaVillaggio: Tutti Livello: B Tipo: Ninjutsu Grazie a questa tecnica Suiton è possibile proteggersi sia da Ninjutsu che da Taijutsu di livello B. La tecnica consente di creare un muro d'acqua lungo 12 metri e alto 5. Il muro potrà essere creato orizzontalmente davanti all'utilizzatore oppure attorno a lui potendolo coprire a 360°. Al tempo stesso sarà possibile far assumere al muro una forma semicircolare ma, in ogni caso, le dimensioni del muro rimarranno sempre uguali. Quindi se si crea a 360° il muro avrà una circonferenza di 12metri (quindi potrà essere creato, al massimo, a due metri scarsi di distanza dal ninja). Consumo: 8 Chikara no Mizu - Forza AcquaticaSviluppatore: Kisuke Momochi Livello: C Tipo: Ninjutsu Questo Jutsu simboleggia lo stadio ultimo dell'affinità sviluppata dal Ninja nell'elemento del Suiton e nei suoi Jutsu. Infatti, il Ninja in seguito a rigorosi e costanti allenamenti, è riuscito a sviluppare un metodo che gli permettesse d'affinare maggiormente la sua abilità nell'uso di qualsiasi Jutsu dell'elemento precedentemente citato. Tant'è che ad ogni utilizzo combinato semplicemente ad un maggior ed accurato esercizio di Chakra, e senza il bisogno d'eseguire Sigilli, tutti i Jutsu fino al livello B risulteranno potenziati di un grado rispetto al normale. Consumo: 4 Taru Yuurei no Jutsu - Tecnica del Barile FantasmaSviluppatore: Kisuke Momochi Livello: B Tipo: Ninjutsu Questo Jutsu rende possibile alterare la naturale esecuzione dei Ninjutsu, in modo da renderli più imprevedibili. Infatti, dopo aver proceduto ad utilizzare normalmente un qualsiasi Ninjutsu, permette invece di fermarne la partenza e di tenerlo in sospeso all'interno del proprio corpo, come in un una sorta di limbo immaginario, per poterlo espellere successivamente in qualsiasi momento durante la Quest in corso, senza alcuna necessità d'eseguire Sigilli o rispettare altre condizioni. Attraverso questo procedimento è possibile utilizzare anche altri Jutsu mentre un Ninjutsu rimane in attesa di essere rilasciato, ma si potrà tenere in sospeso un solo Ninjutsu per volta e al massimo di livello A. Non è possibile sfruttare questo Jutsu per spararne due contemporaneamente.Consumo: 6
Per completare l'operazione, a maggior ragione perché aveva rinforzato il muro attraverso il proprio potenziamento della Forza Acquatica, Kisuke dovette investire un'ingente quantità di Chakra, ma ciò gli consentì di non dover sputare al momento quello che altrimenti si sarebbe sin da subito mostrato come una vera e propria fortezza d'acqua. Dopodiché, quando ebbe terminato il tutto, Kisuke riprese in mano il proprio telescopio e si buttò nuovamente sulla prigione. Passò diverse ore così, dalla mattina in cui aveva cominciato. Nel mentre bevette sorsate d'acqua dalla sua borraccia, masticò pezzetti di cibo per combattere la fame, ma poi raggiunta la sera poté vedere nuovamente Saburo abbandonare i cancelli della Prigione del Caos. Al che Kisuke conservò immediatamente il proprio telescopio e abbandonò rapido la posizione, sfrecciando verso la strada che presumeva Saburo avesse seguito. Sempre nella speranza che non decidesse oggi di fare una strada alternativa, diversa da quella del giorno precedente. Nel dubbio, Kisuke ricorse ugualmente al proprio Byakugan e lo puntò in cerca di Saburo. In caso quest'ultimo decidesse malauguratamente di cambiare strada, avrebbe potuto anticiparlo e porsi sul suo cammino.
Byakugan [Occhio destro] Livello: B Tipo: Doujutsu Il Byakugan quando attivo concede al suo utilizzatore una vista a 359° gradi per un raggio di cinquanta metri e permette di vedere perfettamente non solo oltre ogni cosa, bensì anche il Chakra e i suoi flussi, nonché il sistema circolatorio del Chakra e i suoi 361 punti di fuga. Riesce a vedere anche lievi concentrazioni di Chakra nel corpo delle persone, potendo quindi arrivare a prevedere l'utilizzo di una Tecnica ma non l'elemento o cosa la Tecnica farà, anche se dovrà essere concentrato sul sistema del Chakra del bersaglio. Osservando il flusso del Chakra è anche possibile accorgersi se una persona è sotto l'influsso di un Genjutsu dal moto disturbato del Chakra, ma non è ovviamente possibile utilizzare questa abilità su se stessi. Il Byakugan permette, inoltre, all'utilizzatore di concentrarsi e vedere esclusivamente in linea retta aumentando così il raggio visibile all'utilizzatore frontalmente, ma annullerà di conseguenza la possibilità di vedere a 359°. [Lunghezza massima per livello: Genin 1 Km; Chuunin 4 Km; Sp 10 Km; ANBU 12 Km; Jounin: 15 Km]Consumo: 10 (A Turno)
Con sommo sollievo del Jounin, il Mukenin della Sabbia seguì lo stesso percorso. A vederlo era tranquillo, sicuro, impassibile, ma con uno dei Gemelli della Morte era effettivamente difficile riuscire a decifrare qualcosa. Però, quella sera, all'imbrunire Saburo avrebbe avuto qualcosa di cui sicuramente impensierirsi: il suo rientro a casa non sarebbe stato come quello di tutti i giorni. Piuttosto che andare ad infrattarsi o nascondersi dietro qualche roccia, sebbene con particolare accortezza, Kisuke preferì rendersi ancor più impercettibile e posizionarsi direttamente sul cammino di Saburo, in modo da coglierlo ancor più di sorpresa. Di conseguenza, cominciò ad accumulare e concentrare del Chakra di natura Suiton per poi manipolarlo per controllare le particelle di vapore acqueo e sfruttarle per divenire invisibile e difficilmente percettibile.
Bikou Ninjutsu - Tecnica dell'Inseguimento SilenziosoVillaggio: Tutti Livello: E Tipo: Supplementaria Grazie a questa tecnica è possibile concentrarsi maggiormente sul celare la propria presenza ed in particolare ridurre notevolmente la probabilità d'essere individuati durante un inseguimento. Grazie a questa tecnica è possibile usufruire al meglio degli oggetti circostanti per nascondere la propria presenza al nemico. Consumo: N/A Mujin Meisai - Manto senza PolvereVillaggio: Tutti Livello: B Tipo: Ninjutsu Tramite questa tecnica Suiton, che non necessita di Sigilli, l'utilizzatore infonderà di Chakra le particelle di vapore acqueo intorno al proprio corpo in modo da deflettere la luce solare e rendersi invisibile all'occhio nudo. Questa Tecnica permetterà all'utilizzatore non solo di diventare perfettamente invisibile e di non produrre alcuna ombra, bensì di rendersi impercettibile a Jutsu percettivi e di natura sensoriale. Oltre a questo, le particelle di vapore intrise di Chakra schermeranno l'odore dell'utilizzatore. Tutto ciò ha effetto solo contro Jutsu di livello B o inferiore, ma sarà comunque possibile essere individuati per mezzo di Doujutsu capaci di vedere il Chakra. In più, se si possiede la capacità di Schermatizzazione, sarà possibile utilizzarla in combinazione con questa Tecnica per schermare completamente il proprio Chakra, ed essere così invisibili anche ai Doujutsu. Durante la Tecnica non è possibile utilizzare alcun Jutsu ad eccezione di quelli A Turno attivati in precedenza, né sferrare alcun attacco in corpo a corpo poiché un eventuale scontro violento comporterà la dissoluzione delle particelle di vapore acqueo e la conseguente cessazione del Jutsu. Sarà possibile eseguire attacchi a distanza tramite shuriken o quant'altro, ma questi diventeranno visibili non appena lasceranno il corpo dell'utilizzatore. Consumo: 8 (A Turno)
Una volta completato il Manto senza Polvere, Kisuke era divenuto completamente invisibile. Di conseguenza poté permettersi di piazzarsi sul cammino di Saburo e attendere silente che il Mukenin gli passasse vicino. Poi, quando il kiriano se lo trovò a tiro, attese che lo superasse e lo acciuffò alle spalle, puntandogli l'Ottava alla schiena e chiudendogli un braccio intorno al collo. Il Manto senza Polvere aveva smesso di essere attivo, e Kisuke era tornato visibile, ma per Saburo l'identità del suo aggressore rimaneva un mistero. «E tu chi cazz...?» «Un amico, che non esiterebbe a piantarti questa lama nella spina dorsale al minimo passo falso» replicò semplicemente, e Kisuke non gli diede altro tempo per sprecare fiato. Quello scontro doveva essere rapido e veloce: Saburo doveva essere annientato in fretta e senza creare troppo scalpore, quindi con il braccio intorno al corpo di Saburo strinse sempre più la presa, chiudendo la gola dell'uomo nell'incavo del suo braccio fino a fargli perdere i sensi per la mancanza d'ossigeno al cervello. Solo poi, quando ormai Saburo era divenuto inoffensivo, Kisuke lo legò e lo privò di tutte le armi, slacciando le borse, tasche e fodero. Dopodiché Kisuke spogliò Saburo a pezzi, pian piano, facendo attenzione che fosse sempre parzialmente legato nel qual caso riprendesse i sensi. Poi, quando ebbe terminato ed il Mukenin era rimasto solo con la biancheria addosso, Kisuke lo legò come un salame al tronco di un albero mediante il filo metallico. Non avrebbe potuto muovere nulla, e le mani erano ben distanti l'una dall'altra. "Si meriterebbe di vedersele frantumate, o amputate quelle dita del cazzo, ma non lo voglio svegliare, sembra essere partito proprio" si disse il Jounin, il quale poi legò un bavaglio alla bocca di Saburo, in modo che fosse impossibilitato a parlare, gridare o qualsiasi altra cosa, e le eventuali urla disumane che sarebbero inevitabilmente arrivate più tardi, sarebbero state attutite dal bavaglio stesso. Il Jounin della Nebbia proseguì la sua operazione sul Mukenin poggiando la propria mano destra sulla sua fronte, e mediante quel contatto fisico sfruttare le proprie conoscenze per strisciare infidamente nei meandri della mente altrui.
Yomitori Kokoro - Lettura MentaleVillaggio: Tutti Livello: B Tipo: Supplementare Immobilizzando la vittima sarà possibile appoggiarvi sulla testa la propria mano, e con il Chakra iniziare ad estrarre informazioni dalla mente dell'avversario. È un processo complesso, che risulta essere relativamente semplice su Shinobi con un'esperienza inferiore alla propria, di media difficoltà su un pari grado ed estremamente complicato su uno Shinobi di livello superiore al proprio. È possibile effettuarla anche su un cadavere e vedere i suoi ultimi sette giorni di vita. Gli Specializzati in Interrogatorio sono considerabili di un grado superiore nell'uso di questo Jutsu, se lo subiscono.Consumo: N/A
Kisuke si prese giusto il tempo per leggere attentamente nei ricordi di Saburo tutto ciò che riguardava il suo nascondiglio, qualora vi fosse qualche segreto, parola d'ordine, rapporti con gli altri coinquilini e via discorrendo, in modo che potesse in tutta sicurezza ricoprire al meglio la parte del Mukenin per quelle poche ore, che oltretutto avrebbe passato a dormire. "Ma la sicurezza non è mai troppa" pensò poi più tardi Kisuke, staccando la mano dalla fronte di Saburo e interrompendo la Lettura Mentale. Aveva tutto quel che gli serviva per il momento, quindi poteva tranquillamente inviare il proprio clone. Il Jounin della Nebbia impostò un segno con la mano destra, e rilasciò in una piccola esplosione il proprio Chakra concentrato.
Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'OmbraVillaggio: Tutti Livello: B Tipo: Ninjutsu Tale tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu, infatti consiste nella creazione di copie dotate di consistenza fisica e in grado di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più chakra. Il vero punto di forza però è che i cloni, non appena vengono annullati, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze riscontrate durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu. - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita. Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.Consumo: 8 (A Clone)
Di fianco a Kisuke scoppiò una piccola nuvoletta di fumo bianco, e da essa si rivelò il clone identico in tutto e per tutto all'originale, e dunque in possesso anche di tutte le sue conoscenze. «Vai» gli disse semplicemente Kisuke. Il clone annuì, dunque si allontanò rapidamente per intraprendere il proprio, seppur breve, viaggio, lasciando il suo originale ed il Mukenin nuovamente soli soletti.
Il clone prese a correre, muovendosi rapidamente in direzione del rifugio verso cui era inizialmente diretto Saburo. Il suo originale aveva già pensato quale potesse essere la soluzione migliore per giustificare il leggero ritardo nel rientro, rispetto al solito in cui rientrava Saburo. Il Mukenin era fin troppo abituale e metodico. In tal senso, però, Kisuke poteva unire l'utile al dilettevole, poiché doveva giustificare il fatto che l'indomani alla prigione un suo occhio sarebbe stato bendato, quindi il ritardo di Saburo al rientro poteva essere tranquillamente dovuto ad un'imboscata, un combattimento, in cui era finito per risultare ferito all'occhio, che portava bendato. Fortunatamente, Saburo di solito veniva lasciato solo, in pace, nel suo mondo ed il nascondiglio era diviso in stanze singole, non in camerate comuni, per cui il clone di Kisuke aveva dalla sua anche la sicurezza di potersi andare a chiudere nella sua stanza e stare lì per conto suo, lasciando che eventualmente gli altri coinquilini vedessero l'occhio bendato ma niente di più, cosicché eventualmente ci fosse poco da sospettare e i conti tornassero tra nascondiglio e Prigione del Caos. Quando giunse in prossimità del nascondiglio, in una dozzina di minuti percorsi ad una buona velocità sostenuta, il clone del kiriano ricorse al Byakugan, rilasciando i vincoli che lo mantenevano sopito.
Byakugan [Occhio destro]
Livello: B Tipo: Doujutsu Il Byakugan quando attivo concede al suo utilizzatore una vista a 359° gradi per un raggio di cinquanta metri e permette di vedere perfettamente non solo oltre ogni cosa, bensì anche il Chakra e i suoi flussi, nonché il sistema circolatorio del Chakra e i suoi 361 punti di fuga. Riesce a vedere anche lievi concentrazioni di Chakra nel corpo delle persone, potendo quindi arrivare a prevedere l'utilizzo di una Tecnica ma non l'elemento o cosa la Tecnica farà, anche se dovrà essere concentrato sul sistema del Chakra del bersaglio. Osservando il flusso del Chakra è anche possibile accorgersi se una persona è sotto l'influsso di un Genjutsu dal moto disturbato del Chakra, ma non è ovviamente possibile utilizzare questa abilità su se stessi. Il Byakugan permette, inoltre, all'utilizzatore di concentrarsi e vedere esclusivamente in linea retta aumentando così il raggio visibile all'utilizzatore frontalmente, ma annullerà di conseguenza la possibilità di vedere a 359°. [Lunghezza massima per livello: Genin 1 Km; Chuunin 4 Km; Sp 10 Km; ANBU 12 Km; Jounin: 15 Km] Consumo: 10 (A Turno)
Il Chakra prese a scorrere con frenesia, gonfiando in un reticolo nervoso le vene intorno all'occhio destro del kiriano. Il potere della vista senza limiti del famoso Doujutsu del Clan Hyuuga, al clone di Kisuke serviva per verificare come fosse la situazione all'interno. Se fosse come al solito, quanti individui ci fossero all'interno e chi. Poi, una volta verificato il tutto ed ottenute le informazioni necessarie, il clone si avvicinò ancora di più al nascondiglio - molto di più - e allora rilasciò il Byakugan, quindi congiunse le mani per eseguire una breve serie di Sigilli.
Magen: Kokoni Arazu no Jutsu - Tecnica della Falsa Postazione
Villaggio: Tutti Livello: C Tipo: Genjutsu Questo Jutsu è un classico fra le Arti Illusorie: permette difatti all'utilizzatore di cambiare agli occhi dell'avversario l'aspetto d'una persona o d'un oggetto. L'oggetto che si andrà a trasformare manterrà la stessa dimensione e forma agli occhi dell'avversario e ne cambierà solo l'aspetto. Ad esempio, se la tecnica viene utilizzata su una persona la si potrà far apparire con un aspetto differente ma non potrà essere trasformata in un animale. Per far sì che la tecnica si attivi è necessario comporre una breve serie di Sigilli, senza l'obbligo che l'avversario ne veda qualcuno, ma quest'ultimo dovrà trovarsi ad un massimo di cinquanta metri dall'utilizzatore. E' possibile inoltre cambiare l'aspetto di una persona o un oggetto agli occhi di più persone senza che queste vedano i sigilli, attivando la tecnica e restando immobili per un turno senza poter utilizzare nel frattempo altri Jutsu. La tecnica dura finché non viene dissolta con il Kai o mediante una ferita d'entità media. E' possibile usare più volte la tecnica per alterare l'aspetto di più oggetti, ma non sarà possibile utilizzarla per modificare l'aspetto di Jutsu di natura elementale. Consumo: 4
Quando le dita di entrambe le mani smisero di impostare posizioni, il Chakra del kiriano fu concentrato e diretto ad un solo scopo. Gli era necessaria molta concentrazione, per riuscire a modificare leggermente la mente di tutti e cinque gli individui all'interno del nascondiglio. Mediante il Genjutsu, avrebbe modificato nelle loro menti la visione che avrebbero avuto di Kisuke, tanto che avrebbero visto niente meno che il loro compagno Saburo in tutto e per tutto, ma con l'occhio destro bendato dalle fasciature bianche, al di sotto della classica fasciatura nera su tutta la testa. Ciò richiese al clone del Momochi un po' di tempo, assoluta concentrazione ed immobilità, ma quando poi ebbe completato l'operazione poté tranquillamente avviarsi per entrare nel covo ed andare a riposare nella sua stanza, indiscreto e indisturbato.
Nel frattempo, una volta inviato il clone a prendere il post di Saburo nel nascondiglio, Kisuke riversò di nuovo la sua attenzione verso Saburo. Aveva sì estirpato con la forza tutta una serie di ricordi importanti, ma quella era solo la prima parte, quella che gli serviva subito per poter mandare il proprio clone a fare da fantoccio. Rimaneva, però, tutta la stragrande maggioranza di informazioni per poter poi elaborare il proprio piano sulla prigione. Per poter essere un perfetto infiltrato, doveva vedere com'era la vita di Saburo lì dentro, per cui riattaccò nuovamente la mano sulla testa di Saburo e riprese la Lettura Mentale.
Yomitori Kokoro - Lettura MentaleVillaggio: Tutti Livello: B Tipo: Supplementare Immobilizzando la vittima sarà possibile appoggiarvi sulla testa la propria mano, e con il Chakra iniziare ad estrarre informazioni dalla mente dell'avversario. È un processo complesso, che risulta essere relativamente semplice su Shinobi con un'esperienza inferiore alla propria, di media difficoltà su un pari grado ed estremamente complicato su uno Shinobi di livello superiore al proprio. È possibile effettuarla anche su un cadavere e vedere i suoi ultimi sette giorni di vita. Gli Specializzati in Interrogatorio sono considerabili di un grado superiore nell'uso di questo Jutsu, se lo subiscono.Consumo: N/A
Kisuke aveva bisogno di scoprire tutto. Ogni cosa possibile. D'altra parte di tempo ne aveva a propria disposizione, da qui all'indomani mattina, quindi cercò di assimilare dalla mente di Saburo ogni minimo dettaglio: i segreti della prigione, come mai fosse a prova di ninja e come facevano ad impedire le evasioni; lo schema delle guardie, le ronde, i loro turni; come identificarsi ed accedere; la mansione di Saburo; il comportamento di Saburo durante il lavoro, con gli altri come lui e con i prigionieri, e soprattutto con Shiki; com'era la routine nella Prigione del Caos, quale gerarchia c'era, quali soggetti erano da tenere in considerazione piuttosto che altri, e come comportarsi con ognuno di loro; come si comportavano gli altri nei confronti di Saburo. Kisuke indagò a fondo, molto a fondo, nell'animo di Saburo, per diverse ore, e ne estrapolò ogni informazione possibile ed immaginabile. Controllando sul proprio orologio, Kisuke si accorse di come si fossero fatte quasi le quattro del mattino a furia di indagare. "Il tempo vola quando ci si diverte eh" pensò tra sé, togliendo la mano dalla testa di Saburo ed interrompendo la Lettura Mentale, per poi mettersi in collegamento con Shiki alla prigione mediante la Shindenshin No Jutsu.
Shindenshin No Jutsu - Tecnica della Trasmissione SpiritualeVillaggio: Tutti Livello: B Tipo: Ninjutsu Grazie a questa tecnica lo Specializzato in Interrogatorio è capace di comunicare telepaticamente con altri individui. Il Jutsu ha un raggio massimo di sette chilometri e non è una tecnica di percezione, pertanto non è possibile percepire con esattezza la posizione dei soggetti con i quali si entra in contatto. L'utilizzatore può comunicare con una singola persona o con più individui alla volta a sua discrezione, anche se il consumo aumenterà di conseguenza. Per comunicare con uno o più individui conosciuti dall'utilizzatore basterà concentrarsi su quegli specifici soggetti per stabilire il contatto, ma è anche possibile lanciare il Jutsu in modo tale che coinvolga qualsiasi persona nel raggio della tecnica, o escludendo di proposito specifici soggetti di cui l'utilizzatore sia già a conoscenza. Durante una conversazione telepatica multipla, tutti i soggetti coinvolti possono sentire le rispettive voci e comunicare tra di loro grazie al Chakra dell'utilizzatore. Per il Ninja è anche possibile fare da tramite per singoli individui, poggiando una mano sulla testa di un compagno e trasferendo così le capacità telepatiche ad esso finché la tecnica rimane attiva. Il consumo resta invariato per una comunicazione che coinvolga massimo dieci elementi, dopodiché aumenterà di 8 punti Chakra allo sforamento di ciascuna delle successive decine. Comunicando con più di dieci persone alla volta diventa impossibile utilizzare qualsiasi altro Jutsu mentre la tecnica è attiva. Consumo: 8 (A Turno) (+8 ogni dieci individui a partire dall'undicesimo)
"Pronto, pronto, pronto. Svegliati, Kaguya dormiglione. SVEGLIATI! Shiki, sono Shisui" lo chiamò subito Kisuke. Preferiva chiamarsi così, con il Kaguya, sfruttando il proprio nome in codice, piuttosto che con il suo vero nome. "Quando vi daranno da mangiare, non devi mangiare. Hai capito?" "Che...?" "Vi hanno dato da mangiare o no?" "No... ma che ore sono?" "Sono le quattro del mattino. Comunque bene, tu non devi mangiare!" gli ordinò Kisuke, il quale passò poi subito dopo alle spiegazioni. "Ho appena catturato Saburo e ho scoperto come fanno per impedirvi di fuggire. Quello che vi hanno impiantato addosso, è un particolare dispositivo che vi preclude il completo utilizzo del Chakra. Può essere strappato dal corpo brutalmente, ma questo comporta delle ferite, oppure può essere disattivato con una forte e decisa esplosione con la concentrazione del Chakra. Ed è qui che viene il bello: nei pasti che vi consegnano ogni giorno viene versata una strana sostanza che non conosco assolutamente, diciamo del particolare veleno che non è letale per l'organismo, ma impedisce il corretto mescolamento delle energie per impastare a dovere il Chakra. Di conseguenza, vi hanno imposto una doppia sicurezza complementare l'una con l'altra, che vi rende praticamente un suicidio la fuga" spiegò Kisuke. "Quindi...?" "Quindi devi smettere di mangiare la loro roba, ma in compenso puoi bere. Non mettono quella sostanza nell'acqua, non so se perché magari viene annullata. Cerca di far sparire il cibo che ti consegnano, resta a digiuno per un po', e poi ti darò io qualcosa con cui sfamarti. Domani mattina mi infiltrerò nella prigione: quel Saburo che arriverà a fare il suo solito lavoro, sarò io. Ho del cibo in pillole con me, quindi mangi di quelle per qualche giorno e dovresti essere in grado di recuperare le forze, mentre svanisce l'effetto di quella sostanza nel tuo corpo." "Pensi possa essere sufficiente?" "Sì, da quello che ho scoperto sì: qualche giorno è sufficiente per farti riprendere. Esattamente il tempo che mi servirà per allestire la tua fuga, così in quel momento tu potrai, se non darmi manforte, almeno non essermi di peso." "Tagliente come al solito, eh..." disse il Kaguya, e stavolta Kisuke ebbe l'impressione di intuire una vena ironica. "Non è mai stato il mio forte andare per il sottile" replicò Kisuke. "Ad ogni modo, ti lascio tornare a dormire, io qui ho ancora un lavoro da finire e poi potrò riposare anche io. Passo e chiudo" concluse, e chiuse la comunicazione. Effettivamente, considerato che ora aveva solo da sistemare Saburo, visto che il suo turno come carceriere cominciava alle otto di mattina, avrebbe avuto tre ore buone per potersi riposare, quindi con quest'idea nella testa procedette immediatamente a liberarsi di ogni impegno. Il Jounin della Nebbia brandì l'Ottava, nuova di zecca nella sua nuova forma riforgiata, e con essa avrebbe iniziato a riprendere un bel po' di Chakra di tutto quello che aveva utilizzato. Come? Tagliuzzando pian piano il corpo del Mukenin. La lama iniziò ad entrare in azione, tagliando la carne in più punti, rapidamente, e sin dai primi due tagli Saburo riprese subito conoscenza. Kisuke lo vide subito tentare di dimenarsi, gli occhi spalancati dal dolore e dalla paura, le urla trattenute da un bavaglio quasi soffocante, mentre la lama dell'Ottava si illuminava di un bagliore pallido.
Rilascio x40 Livello: C Tipo: Ninjutsu Il rilascio dell'Ottava avviene non appena entra in contatto diretto con il nemico, anche provocandogli solamente un lievissimo graffio, mostrandosi con un leggero bagliore pallido sulla lama. Infatti, la capacità dell'Ottava sta nel rubare quattro punti Chakra per poi donarli al suo possessore. La capacità non funziona solamente sulla vittima, ma anche contro qualsiasi clone d'entità fisica capace d'eseguire una qualsiasi forma di Jutsu, rubando così il Chakra anche all'originale nonostante venga eventualmente colpito un semplice clone. Consumo: N/A
La lama si sarebbe illuminata ancora, quella notte, poiché Kisuke continuò a rubare il Chakra da Saburo a suon di tagli fino a sentirsi sazio, il filo dell'Ottava che apriva linee decise sulla carne. Furono necessari una moltitudine di tagli, perché Kisuke ripristinasse al meglio le proprie riserve di Chakra, prosciugando quelle di Saburo, mentre il corpo del Mukenin sanguinava in più parti. Per sua fortuna non era nulla di mortale, né le perdite di sangue così copiose, poiché Kisuke aveva evitato appositamente d'infierire con ferite gravi, sia per non farlo morire subito e sia per evitare che il sangue gli schizzasse addosso, non poteva permetterselo. Tuttavia, quando ormai aveva concluso, colpì con l'estremità del manico dell'Ottava la tempia di Saburo. Forse per la tensione o chissà cos'altro, ed in barba alla perdita di così tanto Chakra costui non perse subito i sensi e Kisuke si vide costretto ad assestarne un altro ben più calibrato. Saburo perse i sensi, stavolta. Al che Kisuke lo slegò dall'albero e lo adagiò a terra, a pancia in sotto. "È arrivato il momento di andare all'inferno, bastardo, ormai non sei più utile a nessuno su questa terra" pensò Kisuke, il quale avrebbe poi proceduto sempre con l'Ottava ad assassinare il Mukenin. L'avrebbe, però, fatto in un modo particolare, con cura e perizia. Sarebbe stato sufficiente tagliargli la gola quando ancora era legato all'albero, ma non tutti sapevano che tagliando la gola a qualcuno si poteva fare un gran baccano. Se si recideva la trachea, ne potevano uscire dei suoni spaventosi, e in caso contrario, la vittima poteva urlare finché non moriva. E poi c'era la perdita di sangue, talmente tanto sangue, che sgorgava come l'acqua da un tubo rotto, sporcando mani, vestiti e non solo. Se invece si voleva uccidere qualcuno in fretta, come si spegne la luce con un interruttore, e se si era dotati di una certa forza fisica e l'avversario era già immobilizzato, la base del cranio, dove la spina dorsale si collega al cervelletto, era senz'altro il punto perfetto dove colpire, per ottenere un risultato rapido, silenzioso e relativamente pulito. E così fece Kisuke, visto e considerato che non voleva fare rumore né lasciare tracce di sangue come se fosse stato sgozzato un maiale. Ottava alla mano, impugnò la piccola arma con entrambe le mani e affondò la lama alla base del cranio di Saburo, nel punto in cui appunto il midollo spinale incontra il cervelletto. Il suo lavoro fu a dir poco impeccabile, la lama dell'Ottava si illuminò un'ultima volta, quindi il corpo si afflosciò immediatamente, ammorbidendosi solo come un corpo senza vita poteva fare. Una volta sistemato per sempre Saburo, Kisuke si spogliò e si vestì con le sue cose, in modo da impersonarlo. "Che schifo" pensò il Jounin, nel mentre. Poi, una volta vestitosi, prese la sua scimitarra, la sua doppia borsa e la tasca da coscia. Tra vedere e non vedere, decise di buttare via le armi di Saburo e sostituirle con le proprie, considerato che ne conosceva provenienza, qualità ed efficienza. Certo, aveva meno posto per portarsele tutte, ma poco male: avrebbe selezionato quelle più utili e le altre le avrebbe lasciate al buon vecchio Saburo. Inoltre, per completare la sua trasformazione, guardandosi al suo specchietto si disegnò sotto l'occhio destro il numero caratteristico di Saburo. "Un ulteriore dettaglio, in caso serva, è sempre meglio di nulla" pensò Kisuke, andando poi a bendare con delle fasciature bianche l'occhio destro, coprendo così copriocchio e tatuaggio. Fortunatamente Saburo, così come i suoi ormai due defunti fratelli, era uno che si ricopriva di nero da capo a piedi e rimanevano visibili solo gli occhi, per cui nascondersi dietro la sua identità sarebbe stato più facile rispetto a quella di qualcun altro. "Che mi avrebbe costretto ad utilizzare un qualche Jutsu per cambiare aspetto. Anche se dovrò fasciarmi l'occhio destro con delle bende, e dovrò giustificarlo, ma poco male. Con Saburo può andare, tanto la gente non pretende mai troppe parole da lui e così posso giustificare eventualmente il leggero ritardo avuto dal clone nel rientro a casa. Anche se spero che nessuno gli abbia chiesto qualcosa..." pensò l'esponente del Clan Momochi. Ad ogni buon modo, ora che aveva preso il ruolo di Saburo, le sue cose in eccesso che fine avrebbero fatto? "Ne sarà custode Saburo" pensò Kisuke. Infatti, Saburo avrebbe indossato le sue cose, prima di finire all'interno del rotolo per cadaveri (così Kisuke avrebbe potuto trasportare in sicurezza tutto l'equipaggiamento e i propri vestiti) mentre lui avrebbe fatto proprio tutto ciò che in apparenza lo avrebbe reso il classico Saburo. Kisuke sigillò la Taglia Teste nel rotolo multiplo, subito dopo l'Ottava, quindi lo consegnò al cadavere, così come la tripla borsa, la tasca doppia, le varie protezioni, le armi da lancio ed accessori in eccesso e via dicendo. Poi, prelevò il suo rotolo per cadaveri, e in un attimo vi sigillò all'interno il corpo ancora caldo di Saburo. A quel punto conservò nuovamente il rotolo al suo posto, in borsa, quindi era libero di poter riposare per qualche ora, in vista di iniziare il suo turno da carceriere nei panni di quella mummia nera di Saburo.
Giorno I nella Prigione del Caos
Trascorse qualche ora in una forma di dormiveglia, gli occhi chiusi, la mente a riposo, nascosto nella natura come uno dei peggiori animali, ma ciò gli fu comunque utile a riprendere un po' di forma fisica per affrontare nel migliore dei modi l'avanzare della missione, che stava per entrare nel vivo. Non che si fosse stancato eccessivamente, ma comunque l'aveva fatto, ed era rimasto sveglio per tante ore, quindi era sempre meglio avere qualcosa in più che in meno. Ormai l'orologio segnava le circa le sette e un quarto, e Kisuke aveva già ricevuto i ricordi del proprio clone, il quale aveva abbandonato il rifugio e si era dissolto nel nulla dopo essersi allontanato un po'. "Ora tocca a me, e sarò completamente solo in un covo di serpi" pensò Kisuke, concedendosi un leggero sbadiglio. Dopodiché, prese il plico di informazioni che la Nebbia gli aveva concesso per svolgere al meglio la sua missione, compresa la missiva, e con l'accendino incendiò un paio dei fogli in proprio possesso, quindi non appena vide le fiamme attecchire per bene, prese a bruciare tutti i restanti fogli. Fece tutto piano, in modo che non si creasse una fiamma troppo grande e una colonna di fumo vistosa, che avrebbe potuto attirare eventualmente attenzioni indesiderate. "E una cosa è fatta, ma ne manca ancora un'altra" si disse, e infatti prima di avviarsi verso la Prigione del Caos, Kisuke scostò le bende, prese il manico della Raijin a forma di vajra e lo portò verso l'alto, sollevando il capo nella sua direzione, facendo in modo che manico, bocca ed esofago fossero perfettamente allineati in una linea verticale, quindi con il Chakra modificò temporaneamente la funzione del proprio organismo per poter letteralmente ingoiare la Raijin.
I Kakurega no Jutsu - Nascondiglio dello StomacoVillaggio: Tutti Livello: E Tipo: Ninjutsu Grazie a questa Tecnica che non necessita di Sigilli, sarà possibile controllare i muscoli intorno al proprio stomaco, dilatandolo, per inserirvi o estrarvi un'oggetto delle dimensioni massime di un rotolo o un'arma di dimensioni e forma simili ad un kunai, allo scopo di conservarlo o nasconderlo. Essa è molto utile per le missioni di spionaggio, in modo da conservare all'interno del proprio corpo, rotoli contenenti informazioni segrete che non devono cadere nelle mani sbagliate. L'oggetto può essere conservato nello stomaco per un massimo di ventiquattro ore, poi sarà necessario sputarlo. Si potrà estrarre l'oggetto in qualunque momento pagando di nuovo il costo della Tecnica. Si potrà conservare massimo un oggetto per volta all'interno dello stomaco. Consumo: 1
Controllando i muscoli del proprio apparato digerente, Kisuke mandò giù fino alla stomaco il manico dell'arma. Era una sensazione poco piacevole, e non gli piaceva mai avere oggetti non commestibili all'interno del proprio corpo, ma stavolta era quasi costretto: era necessario poter avere un'arma come quella nascosta agli occhi di tutti, ma allo stesso tempo quasi pronta all'uso, qualora servisse. "Ora che è tutto pronto posso andare" disse il Jounin a se stesso, sistemando nuovamente le bende e mettendosi in cammino. Era in perfetto orario e sarebbe arrivato solo con qualche minuto d'anticipo ai cancelli del carcere esattamente come faceva Saburo ogni mattina, prendendosi il tempo ormai ridotto all'osso per i controlli ed essere in postazione esattamente alle otto. Il kiriano durante tutto il cammino in direzione della Prigione del Caos dovette combattere con se stesso e vincere una battaglia mentale per indursi ad uno stato di calma e freddezza. Il picco maggiore di brividi e te siine lungo la schiena lo ebbe quando davanti agli occhi si trovò gli enormi cancelli della prigione, ma ebbe comunque sufficiente autocontrollo per mantenere la giusta freddezza di procedere correttamente alle procedure di accesso e identificazione. Kisuke si era accorto che gli uomini di vedetta sulle torrette l'avevano già avvistato quando era in avvicinamento, e avevano trasferito l'informazione agli uomini di guardia a terra, i quali si fecero trovare pronti in attesa di Kisuke. Aprirono la finestrella interna di un battente, e da dietro la grata in metallo fece capolino il volto di un uomo. Kisuke senza dire nulla, con totale noncuranza, allungò la mano e disse: «Cane di Pecora». Kisuke parlò con la classica voce vuota di Saburo, poiché prima di avvicinarsi alla prigione aveva attivato la Utsusemi no Jutsu in gran segreto e totale sicurezza.
Utsusemi no Jutsu - Tecnica della Manipolazione della VoceVillaggio: Tutti Livello: E Tipo: Ninjutsu Tramite l'ausilio del Chakra, convogliato nelle corde vocali, sarà possibile per qualunque Ninja modificare la propria voce, facendola assomigliare ad un'altra già udita o semplicemente rendendola irriconoscibile. La Tecnica ha inoltre il vantaggio di poter essere usata come un vero e proprio ventriloquismo, facendo sembrare che la propria voce provenga da un punto qualsiasi a scelta dell'utilizzatore in un raggio di venti metri. Consumo: 1 (A Turno)
Quella altro non era che la parola d'ordine per l'accesso alla prigione del secondo mercoledì del mese, solo di quel mese. Cambiavano di giorno in giorno, di settimana in settimana, di mese in mese, da persona a persona e dall'entrata all'uscita. Poi, l'uomo dall'altra parte del cancello prese la mano di Kisuke e ne punse l'indice con la punta di uno spiedo, verificando che non vi fossero in gioco camuffamenti di alcun genere. Era ormai la solita routine, quindi fecero passare il buon vecchio, freddo e taciturno Saburo. Kisuke si vide aprire la porta più piccola interna al battente del cancello, quindi fu fatto entrare e procedette lungo il vialetto centrale, diretto verso l'ingresso della struttura. Lungo il suo cammino fu chiamato dall'uomo seduto all'interno della guardiola, poco oltre la metà del vialetto verso l'ingresso. «Saburo...?» chiese l'uomo seduto dentro alla guardiola all'ingresso. Kisuke tacque, come avrebbe probabilmente fatto il vero Saburo, e continuò a camminare. Giunto alla guardiola si fermò, e parlò unicamente con gli occhi, anzi con l'occhio, facendogli assumere un'espressione interrogativa. «Sei tu? Che ti è successo?» «Ho avuto una discussione.» «Tu?» chiese l'altro incredulo, e quasi rise. «E quello?» Kisuke lo guardò storto. «Una roba da nulla. Va tutto bene, l'occhio è già in via di guarigione.» «Ma puoi lavorare?» «Posso fare tutto tranquillamente» rispose Kisuke seccò, e liquidò completamente il discorso per poi passare oltre la guardiola, e dirigersi all'interno della struttura per iniziare il proprio lavoro. Quando fu dentro, Kisuke si rese conto di come vedere le cose dal di fuori con il Byakugan non potesse mai essere equivalente al vederle con i propri occhi, dal vivo, sentendo rumori, odori e addirittura sapori sgradevoli sulla lingua, e come se non bastasse percependo sulla propria pelle quale fosse il clima all'interno del carcere. "Vero che noi non siamo le Terre di Nessuno, ma i nostri prigionieri dovrebbero soltanto essere grati per come vengono tenuti e trattati. Dignitosamente, come umani, e non quasi come delle bestie da macello" pensò tra sé e sé, mentre si muoveva, saliva le scale, verso la propria postazione. Il suo posto era il terzo piano, nello stesso braccio in cui era imprigionato Shiki, a fare la ronda e tenere d'occhio i prigionieri. "Ora devo solo fare il mio lavoro e trovare il momento adatto per dare il cibo in pillole a Shiki" pensò il kiriano. Impersonando Saburo, aveva la fortuna di dover solo lavorare, non doveva parlare o fare altro, tanto che Kisuke aveva già pure disattivato la Tecnica della Manipolazione della Voce. D'altra parte, qualora gli servisse poteva sempre ficcare una mano in tasca, eseguire il singolo Sigillo necessario e usufruirne nuovamente. Kisuke aveva la fortuna che Saburo, durante i suoi giri di ronda, mentre faceva suonare la sua spada lungo le sbarre, si fermava spesso e volentieri davanti a Shiki, a schiumare di rabbia, con la voglia evidente di far patire le pene dell'inferno a quel verme. Kisuke pensava di approfittare proprio di quel momento per passare il cibo in pillole, ma era necessario eludere le telecamere di sorveglianza. Tra le carte studiate, ciò che aveva visto con il Byakugan ed i ricordi di Saburo, sapeva dov'erano. Nel suo caso specifico, sarebbe bastato dare le spalle alle telecamere, stando semplicemente rivolto alla cella, ma avrebbe dovuto occuparsi prima di far arrivare le pillole nella sua mano. Non poteva di certo farsi beccare a farlo mentre dava le spalle alle telecamere e stava rivolto alla cella. Per cui Kisuke se la prese con calma, continuò nel suo lavoro, nella sua ronda, nel suo assaggiare il terrore dei prigionieri al rintocco del metallo e fece in modo di far arrivare la pillola di cibo dalle tasche alla mano in molteplici passaggi, ma inosservato. Allora e solo allora, quando aveva ormai il controllo totale sulla pillola, Kisuke andò a riversare il proprio odio davanti alla cella di Shiki, in silenzio, la spada impugnata nella mano destra ed appoggiata alle sbarre. Kisuke si era sforzato di fremere leggermente, di tendere il corpo in un fascio di nervi, di lasciar esplodere una certa rabbia (seppur indotta) esattamente come faceva Saburo. Nel mentre, però, in gran segreto, mentre impugnava l'arma, con il pollice della stessa mano, Kisuke scagliò la piccola sfera marrone su Shiki. "Fanne buon uso, Kaguya. Saranno giorni duri, ma questi sono gli ultimi che passerai qui dentro in questa merda di prigione. Te lo assicuro" brontolò Kisuke mentalmente.
Giorno II nella Prigione del Caos
I Kakurega no Jutsu - Nascondiglio dello StomacoVillaggio: Tutti Livello: E Tipo: Ninjutsu Grazie a questa Tecnica che non necessita di Sigilli, sarà possibile controllare i muscoli intorno al proprio stomaco, dilatandolo, per inserirvi o estrarvi un'oggetto delle dimensioni massime di un rotolo o un'arma di dimensioni e forma simili ad un kunai, allo scopo di conservarlo o nasconderlo. Essa è molto utile per le missioni di spionaggio, in modo da conservare all'interno del proprio corpo, rotoli contenenti informazioni segrete che non devono cadere nelle mani sbagliate. L'oggetto può essere conservato nello stomaco per un massimo di ventiquattro ore, poi sarà necessario sputarlo. Si potrà estrarre l'oggetto in qualunque momento pagando di nuovo il costo della Tecnica. Si potrà conservare massimo un oggetto per volta all'interno dello stomaco. Consumo: 1
Il secondo giorno nella Prigione del Caos per Kisuke Momochi fu un turno piuttosto tranquillo e monotono, più o meno come la giornata prima. Si presentò al mattino, dopo aver già ingurgitato il manico della Raijin mediante il Nascondiglio dello Stomaco, e procedette con la classica routine di identificazione ed accesso per poi giungere nel suo braccio. Come il giorno prima non si espose eccessivamente, rimase il solito Saburo anonimo e passivo, la cui sola attenzione più rilevante era riservata a Shiki Kaguya, quindi così approfittò per continuare a passargli del cibo in pillole durante l'arco della giornata. Quelle piccole sfere marroni materiale commestibile erano concentrate di sostanze nutrienti, calorie e integratori al punto di poter sostituire egregiamente un buon pasto. Non erano propriamente salutari al cento per cento, Kisuke lo sapeva, ma in casi estremi ci si doveva adattare, tanto che ne aveva fatto largo uso durante la sua militanza all'interno delle Forze Speciali della Nebbia. Da allora si era abituato a portarsi dietro una sacchetta con una decina di quelle, caso mai gli fossero servite, e stavolta sarebbe dovuto essere Shiki ad adattarsi. Già dal giorno prima, Kisuke vedeva un leggero cambiamento nell'aspetto del Kaguya. "Molto probabilmente il cambio di alimentazione gli starà già facendo un effetto positivo" si disse il kiriano, felice di vedere le cose procedere nel verso giusto. Se Shiki avesse perso la spossatezza dovuta alla sostanza nel cibo, anche se non fosse riuscito a liberarlo da quel dispositivo sull'addome per fargli riutilizzare il Chakra, quanto meno non sarebbe stato un peso eccessivo durante la fuga. Proprio a tal proposito, con il solo obiettivo finale di un'evasione decente, Tra una ronda e l'altra Kisuke approfittò per studiare dall'interno tutto il possibile (vederle dal vivo non era mai la stessa cosa rispetto a vederle da lontano con il Byakugan). Ogni cosa poteva essere utile. Per allontanarsi dal proprio braccio e vedere qualche cosa altrove con i propri occhi, sfruttava la scusa di dover pisciare. Essendo Saburo un eunuco, il rito della pisciata gli prendeva sempre un discreto tempo, tra la pulizia della cannuccia e tutto quanto, e sotto questo aspetto gli altri della prigione erano sempre stati incredibilmente comprensivi. Però, lo sarebbero stati meno quando sarebbe scattata un'evasione. Nella Prigione del Caos (nome quasi paradossale) non si registrava un'evasione con successo da anni ed anni. Alcuni ci provavano, inutilmente. Per via del loro status fisico finivano per essere riacciuffati immediatamente, oppure se le cose per loro andavano peggio, finivano per saltare in aria sul campo minato dello spazio aperto o sbranati dai cani da inseguimento. Erano in ogni caso rare le evasioni, l'ultima era appunto stata quella di Shiki, ma il clima dei carcerieri era piuttosto sereno sotto quel punto di vista. Kisuke sapeva tutte queste cose tramite la mente di Saburo, ed ora che osserva il tutto da sé, poteva perfettamente rendersene conto. "Sfrutterò questa loro debolezza a mio vantaggio" pensò Kisuke, ma prima avrebbe dovuto azzoppare la prigione, affinché potesse sfruttare efficacemente quella debolezza. Secondo il piano di Kisuke, la scelta più semplice e saggia era andarsene ed evadere dalla prigione semplicemente uscendo dalla porta principale. Talmente assurdo da poter essere efficace, ma essendo il carcere dotato di sistemi di sicurezza come telecamere, allarmi, fari capaci di illuminare a giorno, chiusure automatizzate e rinforzate, prima di poterci riuscire, avrebbe dovuto prendersi una buona copertura di sicurezza. Chi controllerà i controllori? Loro non venivano controllati da nessuno, erano gli occhi universali della prigione. Anzi, il loro centro operativo era la mente ed il cuore della prigione. Tutto veniva da lì, ma erano loro stessi a proteggersi e controllarsi. Se Kisuke fosse riuscito a mettere fuori gioco loro, e disattivare con la forza tutto ciò che partiva dal loro cuore o prendere il controllo, avrebbe potuto sfruttare il caos e la confusione per uscire con la forza dalla porta principale. "Pazienza, devo portare pazienza" si disse Kisuke, per il momento doveva pensare solo ed unicamente a ristabilire il suo protetto.
Giorno III nella Prigione del Caos
I Kakurega no Jutsu - Nascondiglio dello StomacoVillaggio: Tutti Livello: E Tipo: Ninjutsu Grazie a questa Tecnica che non necessita di Sigilli, sarà possibile controllare i muscoli intorno al proprio stomaco, dilatandolo, per inserirvi o estrarvi un'oggetto delle dimensioni massime di un rotolo o un'arma di dimensioni e forma simili ad un kunai, allo scopo di conservarlo o nasconderlo. Essa è molto utile per le missioni di spionaggio, in modo da conservare all'interno del proprio corpo, rotoli contenenti informazioni segrete che non devono cadere nelle mani sbagliate. L'oggetto può essere conservato nello stomaco per un massimo di ventiquattro ore, poi sarà necessario sputarlo. Si potrà estrarre l'oggetto in qualunque momento pagando di nuovo il costo della Tecnica. Si potrà conservare massimo un oggetto per volta all'interno dello stomaco. Consumo: 1
Era giunto il giorno della verità. Ormai il cibo in pillole di Kisuke era terminato, così come qualsiasi altro suo compito come infiltrato alla Prigione del Caos. Aveva tastato a sufficienza il terreno. Affrontato l'unico preparativo al mattino, ingerendo il manico della Raijin dopo averlo risputato una volta trascorse le ventiquattro ore, Kisuke si avviò per accedere al carcere. Lo attesero le solite, noiose procedure, e Kisuke si ritrovò sul posto di lavoro. Nuovo giro, nuova corsa. Apparentemente si prospettava l'ennesima giornata scandita dalla routine monotona di sempre, ma tra tutti i presenti solo Kisuke sapeva che così non sarebbe stato. Nemmeno Shiki. Nell'apparente visione della classica giornata lavorativa tipica nella prigione del caos, gli ingranaggi iniziarono a muoversi, solo che nessuno ne se ti il rumore. Non immaginarono che all'ennesima visita di Saburo di fronte alla cella di Shiki, il Mukenin potesse eccedere in uno scatto d'ira, pestando con violenza il piatto della propria spada a ridosso delle sbarre. Attirò parecchie attenzioni, ma a Kisuke non gli interessava di cosa si stessero chiedendo gli altri prigionieri, voleva che Shiki notasse il segnale e che le altre guardie avessero una motivazione per giustificare l'immediato spostamento di Saburo dalla sua posizione.
|
|