Supaku Handoru vs. Kyoshiro Tsuuya

Sospirò, l'arena intorno a lui era gremita e questo lo preoccupava non poco. Resistette all'impulso di grattarsi il viso coperto da quella patina sottile che era la maschera facciale. Il volto che gli avevano dato oggi era quello di un giovane uomo con una barbetta nera leggera, che ben si confaceva alla barba incolta che Kohaku si era fatto crescer negli ultimi tempi, i soliti capelli neri piovevano ai lati della sua testa, per fortuna l'uomo di cui aveva preso in prestito il volto aveva lo stesso colore di capelli di Kohaku.
Le sue solite bende erano ben posizionate sopra l'occhio sinistro e sulla sua fronte poteva sfoggiare il coprifronte del Villaggio del Suono. Hagoromo gli aveva detto "Vai e datti un'occhiata intorno", lui aveva preso un profondo respiro e si era fatto coraggio, non che gli cambiasse qualcosa, ma odiava l'idea di combattere sotto gli occhi di tutti, sopratutto quella...gentaglia.
Sospirò di nuovo, era forse il suo momento? No ancora non lo avevano chiamato, meglio così. Sentiva un leggero batticuore dovuto dall'adrenalina che cominciava a pompare silenziosamente e ritrmicamente nel suo petto per via della tensione della prova imminente. Improvvisamente si sentiva di nuovo all'esame Chuunin, l'unico altro momento nella sua vita in cui si era cimentato in qualcosa del genere. Diciamo che ormai non siamo più un Genin alle prime armi....chissà contro quali ninja capaci toccherà misurarmi contro.... La cosa non gli piaceva affatto, sospirò di nuovo.

Era arrivato giorni prima, il viaggio non era stato lungo, il Covo aveva i suoi buoni contrabbandieri e grazie a quelli era partito dalla costa delle terre di nessuno per arrivare sulle coste della repubblica dei samurai in piena notte. Una cosa abbastanza lunga ma a quanto pareva sia Makui che Hagoromo tenevano molto affinché lui partecipasse a quel torneo. Abbiamo bisogno di vedere in che condizioni sono gli altri Villaggi, e se ci sono membri di altre organizzazioni in sordina...tu tieni gli occhi aperti....ah, giusto l'occhio aperto...eheh-eh Aveva detto lo scienziato con uno sguardo così penetrante, attraverso quei due fondi di bottiglia che si trovava sul naso, da sembrare quasi un inquietante gufo che ti scrutasse l'anima.
Così era arrivato in piena notte sulle coste, completo del coprifronte e della divisa di Otogakure no Sato, la terra dei Samurai era ostica nel suo freddo tipico. Aveva rabbrividito mentre si era stretto ancora di più nel suo cappotto nero a doppio strato, proprio per l'occasione ne aveva preso uno più pesante. Si era quindi incamminato in mezzo alla neve alta cinque centimetri, borbottando mentre nuvolette di calore si sollevavano dal suo cappuccio. Nonostante i rigori della temperatura, doveva ammettere che quello fosse il posto migliore dove tenere questo tipo di eventi, un luogo neutrale a cui tutti i Villaggi potevano partecipare, senza pericoli che gli equilibri di potere pendessero troppo da una parte o dall'altra. Si era iscritto in sordina, con un nome discutibile ma a quanto pare quel volto apparteneva a quella persona ed era meglio non fare troppo lo spiritoso o i ninja di Oto avrebbero potuto smascherarlo troppo facilmente. Questo ninja particolare di Oto era stato dato per disperso qualche mese prima, ovviamente era incappato in un membro del Covo e non era sopravvissuto per raccontarlo, ma alla sua organizzazione era tornato comodo fingere che ancora fosse vivo, così avevano mandato uno dei suoi ad impersonarlo per un altro po' prima di farlo sparire in un'altra missione per un mese buono, adesso era tornato solo per partecipare al Torneo e questo poteva spiegare l'occhio bendato.
Shun Kaminari disse senza prestarci troppa attenzione, anche se ormai quel nome se lo era impresso così in profondità nella testa da poterlo scrivere in kanji su un foglio ad occhi chiusi. Era sempre difficile prendere un nome nuovo in carica, sopratutto per quelle situazioni abbastanza imbarazzanti in cui sentivi chiamare il tuo vero nome e finivi per girare la testa. Con molto allenamento, anche grazie ad Hinode, era riuscito a rendere un'abitudine non reagire di istinto ai primi nomi pronunciati, adesso era capace di girarsi al primo "Shun" che avesse sentito, con la naturalezza quasi simile a chi con quel nome c'era cresciuto.
Fu così che quando sentì "Shun Kaminari vs Kyoshiro Tsuuya" scattò subito in piedi come una molla. Molte persone intorno a lui si volsero, sorpresi di vederlo così reattivo al suo nome. Tirò su con il naso, forse aveva esagerato, sì, probabilmente stava passando per l'esuberante giovincello pronto a lanciarsi nell'arena. Sospirò di nuovo, ultimamente non riusciva a tenere molto sotto controllo le proprie emozioni. Si slacciò il cappotto nero togliendosi il cappuccio e lasciando ogni cosa si incamminò a grandi falcate verso l'ingresso dell'arena.
Scese gli spalti un gradino dopo l'altro misurando con precisione ogni passo mentre il suo unico occhio, ormai quasi dimentico degli spettatori intorno a lui, studiava l'arena sotto di lui. Un posto pulito da qualsiasi ostacolo, un posto il cui pavimento di pietre e lastroni era privo di qualsiasi altro ostacolo, solo un pavimento liscio e perfetto.
Si lanciò oltre il bordo del parapetto, atterrando nell'arena qualche metro sotto di lui con un gesto atletico, flesse le gambe in un movimento preciso attutendo la velocità della caduta. Sentì subito che qualcosa non andava a contatto con quel pavimento, forse era una impressione ma qualcosa gli diceva che quei lastroni di pietra non sarebbero stati molto adatti ai suoi Jutsu Doton, il che gli fece scorrere un brivido lungo la schiena, oltretutto non c'erano fonti d'acqua da sfruttare, un altro ostacolo ancora.
Due su cinque se ne sono andati...me ne rimangono tre...dannazione, vabbeh posso farmeli bastare....l'importante è che non mi tolgano il Fuuton, il resto degli elementi può andarsene a fan...
Si grattò la testa, i lunghi capelli neri che si muovevano sotto la sua mano fasciata da bene bianche. Eh, non sarebbe stato uno scontro facile, anche se non era detta l'ultima parola, forse era solo una sua impressione sul Doton, avrebbe dovuto provare e vedere sulla sua pelle se era davvero così.
Si avvicinò al centro dell'arena, vide l'arbitro pronto, una donna giovane, apparentemente di bell'aspetto, aveva dei bei fianchi e un bel sorriso, tutte cose che per lui erano importanti, ma non si fece distrarre dalla stessa. Senza indugio prese un profondo respiro e parlò ad alta voce.
Shun Kaminari presente, iniziamo questo scontro su, su! disse posizionandosi subito pronto per il combattimento, sperava che il suo avversario non si perdesse in presentazioni stupide, non c'era tempo per cincischiare.

Di solito poter notare il proprio avversario era un elemento di pregio che Kohaku si concedeva sempre per cercare di estrapolarne qualche informazione. Stavolta sembrava essersi distratto almeno a sufficienza da non averlo notato se non quando, dopo aver parlato per incitare l'inizio dello scontro, questo non aveva parlato di nuovo con un quasi timido Si...beh anch'io sono pronto....
A quel punto il sopracciglio libero del bendato si era alzato, avendo finalmente preso nota della prestanza fisica dello shinobi avversario, muscoli tesi e gonfi sotto le vesti, capelli neri tirati indietro. Di certo faceva la sua bella figura in quell'arena, sopratutto davanti a lui che sembrava un bambino davanti ad un adulto per la differenza di altezza tra di loro di quasi venti centimetri. Quello era un indicatore non da poco di come le cose sarebbero volte se quella specie di gigante gli fosse arrivato addosso. Oltretutto quel ninja gli ricordava, per via di quell'altezza importante, un altro shinobi che aveva incontrato in passato, un tipo strano a cui piaceva far uscire le ossa dal proprio corpo e che era un vero portento nel combattimento ravvicinato. Il corpo a corpo era sempre stato il suo anello debole, anche recentemente quando si era scontrato contro Okami, quello Sp.Jounin gli aveva dato più filo da torcere di molti altri ninja più forti di lui e anche lui era un vero prodigio nel corpo a corpo.
Sorrise leggermente quando finalmente l'esaminatrice si mosse fuori dai piedi per permettere ad entrambi di iniziare quello scontro. Balzò quasi per riflesso all'indietro, per mettere subito tra lui e l'avversario qualche metro in più dei pochi che erano presenti, mentre balzava aveva sentito improvvisamente una specie di forza, come se qualcuno lo avesse spintonato all'indietro, non era eccessiva ma era palpabile. Si allarmò subito.
Forse un Jutsu? Sì era probabile, oppure il Chakra particolare del suo avversario era un'altra valida alternativa, per un attimo si interrogò se a quello sarebbe seguito qualcos'altro, nell'allarme generale la prima cosa che gli venne in mente fu di ricorrere ad una delle sue tecniche ormai abitudinarie in queste situazioni: la Chōkeijūgan, essere più veloce gli consentiva sempre di reagire a qualsiasi pericolo più rapidamente possibile. Il suo unico occhio balzò intorno a lui ma non vide nulla, la sua mano destra era già dentro la borsa ad afferrare un kunai. Il suo corpo gridava pericolo, la sua mente continuava a pensare che qualcos'altro stava per accadere, non si era fermato dall'indietreggiare di un altro paio di mentri con un ulteriore balzo, aspettandosi persino un attacco da quel terreno di lastroni di marmo.
Kyoshiro! Che cosa mi hai fatto?? Non distrarti, concentrati! O la va, o la spacca...Un lavoro rapido ed efficace, così non dobbiamo mostrare troppe cose davanti a questi...guardoni... Pensò mentre il corpo era così leggero che ogni passo sembrava quasi lanciarlo per aria, spostò lo sguardo intorno ma sembrava che nulla sarebbe arrivato dopo quella spinta invisibile.

In quel momento il suo avversario scattò in avanti ad una velocità impressionante, tale da fargli quasi balzare il cuore in gola da quanto poco ci avesse messo per arrivare davanti a lui. Wow! Quanto cazzo è veloce??
Per fortuna i suoi riflessi non erano da poco e il corpo ultra-alleggerito era fin troppo pronto a reagire. Scartò a destra evitando il colpo di braccio, peculiare mossa di arte marziale, era mirata a colpirlo tra il collo e il petto con l'incavo del gomito. Sentì l'improvviso spostamento d'aria tra di loro mentre il braccio passava oltre muovendogli le vesti viola caratteristiche di Oto, contemporaneamente aveva già estratto dalla borsa il kunai che subito era stato avvolto dalla sua ultima creazione, l'Affilamento, ricorse persino al potere dell'anello per essere sicuro che il colpo fosse il più letale possibie. Il kunai si avvolse del Chakra Fuuton, allungandolo di parecchi centimetri mentre menava il fendente laterale, putando a colpire sul fianco l'avversario che gli stava passando accanto.

La velocità di quello shinobi era impressionante, doveva riconoscerglielo, il modo in cui si muoveva altrettanto pericoloso. Vide lo shinobi di Kiri scartare di lato, sul fianco soltanto una ferita leggera mentre il suo kunai passava oltre, lasciando nell'aria un filo di sangue che spruzzò sul pavimento di pietra in un arco sottile.
Kyoshiro con quel semplice movimento fulmineo ad una distanza del genere, gli aveva appena confermato che il gioco a cui stavano giocando sarebbe stato molto più letale per lui se si fosse distratto un attimo. Il bendato sorrise imprecettibilmente, quello scontro prometteva di fare scintille come aveva ben sperato. Subito sollevò la mano sinistra verso il volto, ben conscio che non avrebbe potuto scansare un altro attacco allo stesso modo in quelle condizioni contro un avversario del genere. Se infatti prima Kyoshiro aveva caricato in linea retta e la schivata era stata relativamente più facile da seguire per lui, adesso che si trovavano così vicini era impossibile scansare qualcosa senza un...aiuto.
Speravo di tenermi questa carta per dopo, ma a quanto pare sono costretto...non posso rischiare... Aveva pensato mentre sentiva una presa ferrea sul polso che gli aveva fatto perdere subito il kunai di mano, un gesto rapido e preciso, degno di un esperto nel campo del corpo a corpo. I suoi sospetti vennero confermati ancora di più da una mossa così capace e tecnica.
La mano sinistra con il pollice tra le bende, le sollevò rapidamente sul sopracciglio per liberare l'occhio sinistro in un baluginio rosso. Il kunai cadde a terra producendo un fragore sulla pietra.

Il corpo del Kiriano avvampo' di una fiamma blu mentre il pugno che stava per essere tirato apparve più chiaro che mai davanti al suo occhio. Kohaku si chinò fulmineo verso il basso, quel tanto che bastava per lasciare andare a vuoto il colpo diretto alla spalla e farlo fischiare accanto al suo viso. Sentì spostamento d'aria sollevare ciuffi di capelli dal suo volto, ci era andato pericolosamente vicino. Nello stesso momento la mano destra, libera, si era sollevata per provare a toccare il braccio proteso di Kyoshiro cercando di passare sul corpo del suo avversario il quantitativo di Chakra necessario per appesantire il suo corpo e quindi rallentarlo.
Infine subito dopo averlo provato a colpire con l'Aggravamento roccioso, la mano sinistra aveva estratto il kunai dal meccanismo nascosto della manica per provare a pugnalarlo di nuovo, stavolta alla spalla destra, il Chakra Fuuton che avvampava sulla lama grazie all'affilamento.
Nel mentre che l'occhio sinistro aveva cominciato a richiedere il suo costoso tributo di Chakra, il bendato non mancò di percepire la tipica sensazione di frescura provenire dalla spalla sinistra, là dove era stato impresso il Fuuinjutsu del Vento che, appena percepite le sue riserve di Chakra essere scese, aveva cominciato pazientemente il suo lavoro di recupero, accumulando l'aria presente intorno a lui in puro Chakra Fuuton. Kohaku infatti aveva deciso di sfruttare proprio parte di quel Chakra per creare l'Affilamento.