Ishui Baitei VS Haruakira Uchiha

▪ Il Baitei stava attendendo il momento propizio appollaiato sul rami di un albero. Grazie all'occhio cibernetico, posizionato sull'occhio destro, il giovane osservava le alte mura del monastero fortificato in cui doveva fare breccia. Sotto di lui una qualche dozzina di assaltatori e banditi, che indossavano un'armatura leggera, attendevano il suo via. Il compito dello squadrone che era stato affidato al Mukenin di Oto era quello di tenere occupata una parte dell'esercito e poi penetrare all'interno delle mura, da un fianco, per dare man forte all'assalto principale. "Pare che non si siano risparmiati per la difesa..." Aveva pensato il Medico mentre utilizzava al massimo lo zoom di quel piccolo prodigio della scienza per osservare gli arcieri pronti a colpire qualsiasi forma di vita. Vestito con la sua solita tunica marrone abbastanza larga il giovane del Suono stava indossando anche tutte le sue armi. Alla collezione di oggetti in possesso di Ishui si era aggiunta anche una bellissima coppia di Guanti chiodati in acciaio e cuoio. Questo particolare indumento gli era stato donato dai suoi mandanti per aiutarlo nella sua missione. Uno dei tizietti incappucciati aveva spiegargli la modalità di utilizzo dell'oggetto all'ex-Special Jounin che aveva ascoltato guardando i due guanti con occhi sognanti.
Lo spiazzo non alberato che sparava la foresta dalle mura era occupato, come precauzione ulteriore, anche da una decina di guerrieri armati di lunghe naginate. "La maggior parte di loro portano armi lunghe... Sarà divertente..." Aveva pensato mentre chiudeva l'occhio su cui era montata la lente per guardare sotto di lui. "Forse avrei dovuto mordere qualcuno di loro..." Si era detto dubbioso prima di scuotere la testa. "Nah... Non posso svendere così i miei servigi." Aveva sentenziato infine confermando la sua linea di condotta. Il Bruno aveva, infatti, pensato sin da quando aveva conosciuto i suoi uomini di provare a mordere qualcuno di loro per imprimere su di loro il suo segno maledetto. Questa ipotesi, però, era stata scartata anche perché quel processo non era per nulla sicuro e non si poteva permettere di perdere neanche uno dei "suoi" uomini.
Nuovamente il giovane aveva guardato dinanzi a se calcolando che tra un po' sarebbe giunto il momento di entrare in azione. «Preparatevi...» Aveva detto con voce ferma alla sua piccola platea. Il suono della cavalleria sarebbe giunto di li a breve scandendo il momento in cui dovevano muoversi. «Che nessuno si muova senza un mio ordine.» Aveva detto con voce ferma mentre con un balzo scendeva dall'albero. Non appena aveva sentito nuovamente la solida presenza della terra sotto i suoi piedi il Baitei aveva riposto il suo Occhio Cibernetico all'interno di una delle tasche del gilet.
L'urlo beduino della cavalleria era risuonata nella notte serena dando il via alla battaglia. "1... 2... 3..." Aveva contato prima di gridare il suo ordine: «ORA! AL VALHALLA!» Aveva detto mentre cominciava a correre aprendo la strada alla sua compagnia. La loro presenza non era passata inosservata agli arcieri sulle mura che avevano cominciato a scagliare una selva di frecce. "Vediamo di divertirci..." Aveva pensato mentre componeva il sigillo, nello specifico quello del serpente. Con una capovolta, utile anche per evitare una delle frecce scagliate con perizia verso di lui, il Manipolatore del Doton aveva poggiato le mani al suolo dando il via alla sua tecnica. L'Otoshibuta era una delle sue tecniche preferite grazie alla sua spettacolarità ed alla sua forza distruttiva. Dandosi lo slancio con le mani il giovane aveva quindi accorciato ancora di più le distanza dal suo obbiettivo prima di lanciare uno sguardo agli uomini che lo seguivano. Intanto diretto sulle mura, a circa cinquanta metri d'altezza, si stava aperto un varco da cui stava per spuntare un enorme monolito composto interamente di solida roccia.

Qualcuno di quegli stessi uomini erano caduti colpiti dalle letali frecce scagliate dagli avversari. "Merda..." Aveva pensato tornando a guardare gli uomini armati che gli si avvicinavano correndo. Sfruttando la sua abilità nella composizione dei sigilli Ishui aveva cominciato la composizione dei sigilli per utilizzare l'Uitenpen. Il Jutsu di natura elementale Doton rappresentava la massima espressione della forza generatrice della terra. La tecnica, infatti, consisteva nel dare un singolo impulso al suolo: muta; rendendola capace di assecondare i suoi impulsi potendo modificare la sua forma liberamente. Grazie alla nuova copertura creata dalle porzioni di terra che si stavano alzando il Bruno sperava di poter permettere ai suoi uomini di non risentire delle frecce e di poter combattere, grazie al loro armamento leggero, nei spazzi stretti.
Dal cielo sopra gli arcieri, intenti ancora a scagliare frecce come se non ci fosse un domani aveva cominciato a piovere il monolite di roccia che, sfruttando la concentrazione degli arcieri su ciò che avveniva sotto di loro, era riuscito ad investire la maggior parte, se non tutti, i contendenti appostati sulle mura. I guerrieri dal lato giusto alla base delle mura avevano cominciato a correre molto più veloci per provare ad evitare i frammenti ed i detriti che accompagnavano la caduta del disco.

Con un balzo, infine, il Baitei era entrato all'interno della nuova area rocciosa che aveva creato seguito dai suoi uomini. Con un rapido gesto delle mani il ragazzo si erano portate nei pressi del suo taschino da braccio per estrarre due affilatissimi bisturi. Impugnandoli uno per mano, con la lama di cinque centimetri che usciva dalla parte inferiore del palmo, il ragazzo di Oto aveva cominciato a correre tra gli stretti passaggi di roccia per cercare gli avversari inglobati nell'ampio raggio della sua tecnica. Nel fare questo aveva provato a tendere il più possibile il suo senso dell'udito in modo da provare a rintracciare un qualsiasi rumore. «Attenti a questa stregoneria!» Aveva pronunciato il vocione rude e cavernoso di un uomo. Con un rapido cambio di direzione il Manipolatore del Doton aveva raggiunto la direzione in cui si doveva trovare l'uomo per trafiggerlo.
Apparendo alle spalle dell'uomo, come una pantera il Ninja si era abbassato mentre l'uomo, armato di una lunga spada, aveva qualche difficoltà a preparare il suo colpo. Incrociando le braccia il Bruno aveva per prima cosa reciso i legamenti sul retro delle ginocchia dell'uomo che aveva gridato di dolore mentre cadeva non più sorretto dalle sue stesse gambe. Nel mentre lo stesso aveva gridato, con tutte le sue forze: «Scappate! E' una trap...» La sua frase, però, non era potuta continuare perché le due armi erano state lanciate con forza in modo da perforare entrambe il cranio dell'omaccione. «Scusa ma questi mi servono...» Aveva bisbigliato il giovane Mukenin mentre estraeva di nuovo le piccole lame e scattava alla ricerca di un altro uomo da abbattere.

Voltando l'angolo l'ex-Special Jounin aveva notato in lontananza un altro dei suoi avversari. Un uomo in armatura che portava con se una lunga naginata. Sfruttando il suo controllo del Chakra il Ninja aveva calciato un paio di pilastri per portarsi ad una posizione sopraelevata di almeno un metro e mezzo. Da li aveva fatto cadere una delle sue armi "casualmente" prima di colpirla con un potentissimo calcio di punta. L'arma così lanciata era stata sparata ad incredibile velocità contro l'avversario puntando verso il vistosamente fastidioso pomo d'Adamo. Grazie alla sua conoscenza del corpo umano il Medico aveva mirato in modo che l'arma potesse trapassare la trachea. Scendendo con una capriola il giovane si era avvicinato nuovamente alla sua nuova vittima mentre stava per estrarre dal suo corpo l'arma. Da un lato aveva sentito dei passi ed una voce agitata che si chiedeva: «Cazzo!» Senza aspettare si era voltato di lato pronto alla fuga quando il Bruno aveva scagliato l'altro bisturi nella sua mano.
L'arma di vita era partita mentre il soldato molto più giovane dei suoi due colleghi si stava voltando di lato per tornare da dov'era venuto. Grazie a quel movimento il ragazzo dai capelli corvini aveva esposto il fianco, non protetto dalla pettorina metallica, per lasciarsi infilzare dal Bisturi del Baitei. Ishui a quel punto aveva estratto l'arma dalla sua prima vittima prima di andare a raccattare anche l'altra dal fianco del suo avversario che ora ansimava accasciato al suolo con un polmone bucato. "Dopo dovrò sterilizzare queste armi..." Aveva pensato mentre puliva rapidamente le due lame sugli abiti della sua ultima vittima. «Potresti indicarmi dove si trova il vostro amico regolare?» Aveva chiesto il Bruno al giovane uomo prima di accorgersi che quest'ultimo aveva perso i sensi. «Non ci si può proprio fidare più di nessuno al giorno d'oggi.» Aveva sentenziato prima di saltare, sfruttando il controllo del Chakra per appoggiarsi e darsi la spinta sulle rocce da lui create, per andare a porsi in cima alla sua giungla di rocce. In questo modo il Mukenin sperava di attirare l'attenzione del suo avversario o di poterlo avvistare da una più ampia distanza.

▪ Il Baitei si era posato sul suolo dando vita al suo difensore quando una sensazione di estremo affaticamento l'aveva colpito facendolo accasciare a terra addormentato. La luna, nel cielo, sembrava sorridere sodisfatta del fatto qualcuno stesse usando il suo velo per dormire. Accasciandosi al suolo il Manipolatore del Doton non aveva potuto vedere il suo avversario giocolare con se stesso lanciandosi lontano dalla sua offensiva.
Il giovane di Oto si trovava seduto su un trono dalla struttura in legno dipinta in oro e foderata di morbidissimo velluto rosso. Accanto a lui si trovavano altre quattro sedute, due per lato, identiche alla sua. Al centro del gruppetto "regale" si trovava Ishui affiancato da Arima, alla sua destra, e Kohaku, alla sinistra. I tre indossavano degli abiti da civile che il Bruno poteva definire solamente come P E R F E T T I. L'ex-Ninja di Konoha vestiva un paio di pantaloni di pelle neri tanto attillati da strizzagli le palle che ora dovevano aver preso l'aspetto di due grosse olive. Il suo look era completato da una t-shirt candida con una scollatura a V che gli arrivava quasi all'ombelico mostrando il petto villoso. Dall'altro lato, Kohaku, vestiva con una camicia candida su cui aveva indossato un papillon ed un gilet con una fantasia a quadri che faceva molto "abitante del ridente paese abitato da un mostro in un lago". Il perfetto topo da biblioteca sembrava completamente disinteressato alla situazione mantenendo un'aria austera. Al centro, tra i due suoi colleghi, vi era, bello come il sole di mezzanotte che si poteva ammirare nel Paese della Neve, Ishui Baitei. Sguardo da duro, capelli perfetti e sorriso smagliante con cui fulminava le ragazze disposte in semicerchio dinanzi a lui. Questo aveva una camicia beige su cui era stata indossata una giacca in pelle da vero ragazzo di strada. iLe gambe coperte da un jeans blue scuro. Le ultime due sedie erano occupate da una donna, vestita da vera dama di alta classe, e da un uomo in abito elegante. Sulle scale, infondo alla stanza bianca ed azzurra, si trovava una donna bionda con un microfono tra le mani.
Ishui non aveva avuto il tempo di ambientarsi, e di osservare ad una ad una le sue pretendenti, quando un colpo all'addome l'aveva risvegliato dal suo sonno incantato. Riaprendo gli occhi il Manipolatore si era ritrovato sovrastato dal suo costrutto di roccia che preoccupato da quello che pareva un suo improvviso svenimento aveva cominciato a tocchicciare con "dolcezza". "Cazzo!" Aveva pensato il manipolatore stringendosi l'addome tra le mani prima di comporre la serie di sigilli necessaria per l'utilizzo della Shōsen Jutsu. Con quest'utilizzo del Jutsu il giovane era riuscito a curare il colpo appena subito dalla sua creazione annullandolo in pochi secondi.

Mentre si apprestava ad un secondo utilizzo del Shōsen Jutsu per curarsi dai vari spilli che l'avevano colpito Ishui aveva chiesto alla sua creazione: «Allora, l'ho colpito?» Il Golem di Roccia, però, aveva scosso la testa in segno di negazione al che l'ex-Special Jounin, intendo a passare la mano nel suo secondo utilizzo del Shōsen Jutsu aveva continuato: «Ed ora dov'è?» A quella seconda domanda l'Iwa Gōremu aveva risposto indicando la zona immediatamente dietro il coperchio di roccia. «Maledetto... Sei più sfuggente delle anguille che mia nonna cucina per il solstizio d'inverno.» Aveva detto a voce alta mentre ristorato dalla tecnica del Palmo Mistico si metteva nuovamente in azione sfruttando le poche energie che gli erano rimaste.
"Erano secoli che volevo farlo!!!" Aveva pensato carico d'emozione mentre sfruttando il Controllo del Chakra si incamminava rapido verso il coperchio che aveva appena fatto precipitare. Un tocco gentile su quella superficie ben levigata era bastata per attivare sulla roccia color Giada la Chōkeijūgan no Jutsu che ne avrebbe azzerato totalmente il peso. "Vediamo se riesci a riportarmelo..." Aveva aggiunto mentre estremamente a corto di energie cambiava totalmente il suo peso attivando sul suo stesso corpo la Kajūgan no Jutsu per aumentare la sua forza bruta.

Innalzando l'enorme Otoshibuta sul suo capo, tenendolo con entrambe le mani, il Manipolatore del Doton aveva inarcato la schiena per un attimo prima di lanciare il disco in avanti verso l'Uchiha che stava impugnando un Kunai come se si trattasse di una pesantissima Zanbatou. "Scusa ma DEVO passare..." Aveva pensato il Bruno lanciando il suo macigno quasi come se si trattasse di un frisbee in direzione di Haruakira. L'effetto della Chōkeijūgan no Jutsu doveva andare ad interrompersi subito dopo il lancio riportando il monolite al suo titanico peso in modo da riuscire a schiacciare con maggior efficacia l'avversario e tutto ciò che si trovava dinanzi a lui. Intanto, l'abbondante Iwa Gōremu con il suo passo un po' goffo si era affiancato al suo creatore pronto a proteggerlo per portare a compimento il suo scopo. «Fammi salire sulle tue spalle, va...» Aveva detto il Baitei convinto di poter cedere a momenti mentre disattivava la Kajūgan no Jutsu sul suo corpo.