Ishui Baitei vs. Seishin Utsukushi

✥ Il primo scontro era appena terminato lasciando Ishui leggermente bruciacchiato ai lati ma vincitore. Il potere dell'Afro che coronava il suo capo era riuscito a portarlo alla vittoria mettendolo un gradino più vicino al tanto atteso scontro per il primo posto. Scontro a cui il Covo, ovviamente, puntava ad inserire due dei suoi sottoposti per potersi accaparrare gran parte del bottino messo in palio all'interno del Torneo delle Cinque Grandi Nazioni. Il Bruno non sapeva se il suo compagno, l'Handoru sotto le sembianze di Gajin Koura, era a conoscenza di questo piano ordito dalle potenti sfere del Mercato Nero. Tuttavia era fermamente certo che in ogni caso Supaku avrebbe fatto di tutto per raggiungere la vetta.
Il Baitei comunque, sotto le sembianze di Disuko Stuh, era stato in grado di superare un degno avversario, Goh Asuka. Il Ninja di Konoha, dalla taglia notevole, che gli aveva mostrato un nuovo modo di "flexare" puntando su giochi di luce prodotti dal Chakra che l'avevano ammantato illuminandolo a festa. Il Mukenin di Oto, ad ogni modo era riuscito a portarsi a casa la vittoria e senza festeggiare più del dovuto si era rintanato all'interno dello spogliatoio a lui assegnato per far curare le sue ferite e per rimettersi in sesto. «Sono un po' troppo cotto sui lati... Nonostante io sia ancora delizioso.» Aveva detto in tono sexy e lascivo alla Kunoichi in possesso dell'Abilità Medica che lo stava curando mediante l'utilizzo della Shōsen Jutsu, una delle tecniche in cui lo stesso Portatore del Reibi eccelleva. La tecnica era capace di rimarginare in pieno, in un tempo relativamente breve, gran parte delle ferite subite. "In questo modo posso risparmiare un bel po' di energie e mantenermi in forze per il prossimo duello." Aveva pensato l'Ex-Special Jounin sperando in un domani più semplice.

"Ricorda sempre per cosa lo fai!" Si era ripetuto più volte mentre inspirando ed espirando provava a calmarsi mentre il vapore della sala da bagno riempiva l'aria rendendola quasi palpabile. In quell'aria candida il Manipolatore della Terra poteva quasi vederla: la pergamena necessaria per l'apprendimento di un Jutsu Doton di livello estremamente alto che desiderava da tempo. Un Jutsu di cui non conosceva ne la natura, offensiva o difensiva, ne il funzionamento ma di cui sapeva di avere estremo bisogno. "Ne posso quasi sentire il dolce profumo..." Aveva pensato mentre si guardava allo specchio tenendo le mani poggiate sul lavandino che nella sua mente aveva preso la consistenza di una vecchia pergamena ingiallita che custodiva un fondamentale segreto.
Alla fine di quella breve sessione di rilassamento pre-show il nuovo solista dei Reacuti, titolo che si era meritato ampiamente grazie alle sue doti sonore, aveva cominciato ad indossare i suoi abiti che erano stati rammendati e sistemati al meglio delle sue capacità. Per fortuna i vestiti non aveva perso troppi strass dalle sue discrete fiamme poste sulla giacca e sul pantalone. Proprio in questi momenti gli risuonavano nella mente le parole che gli aveva detto la sua prima compagna di missione, Kiarah Satetsagni, "Non siamo stilisti ma facciamo la moda". Quell'insegnamento tanto inutile quanto profondo in questa situazione l'avrebbe spinto a crescere nella sua interpretazione e nel suo lavoro come infiltrato speciale. "La prossima volta anche io dovrei scegliere di interpretare un cadavere più semplice alla "Pewpew voglio combattere"." Si era detto continuando a vestirsi mentre indossava la sua Doppia Borsa legandola alla cintura e la sua divisa alternativa a protezione del torso.
Stiracchiandosi per qualche secondo Ishui aveva valutato la comodità del suo abbigliamento Ninja per assicurarsi che non gli avrebbe impedito di eseguire i movimenti anche più complessi. Dopo questo rapido controllo fatto di veloci movimenti con le gambe, come calci tirati più in alto possibile e una prova per valutare la forbice d'apertura delle gambe senza danni, il Bruno aveva terminato di indossare il suo equipaggiamento Ninja. Per prima cosa le mani erano state ricoperte dalle placche metalliche dei Ganseki decorate con simboli e strani caratteri. All'anulare sinistro, come al solito, aveva indossato l'Anello Kita che non aveva mai tolto da quando ne era entrato in possesso. Indossando le varie tasche e taschine in suo possesso aveva controllato anche l'effettiva presenza ed affidabilità di ogni suo avere che andavano dal Rotolo che conteneva un singolo cadavere fino agli affilatissimi Bisturi necessari per molte delle sue operazioni da Ninja Medico. Per ultimo l'ex-Special Jounin aveva indossato il fodero, legato sulla schiena mediante una cordicella, che conteneva una Lama Vibrante. Quell'arma era solamente un orpello per darsi un aria data la sua poca familiarità con quell'arma. Il Mukenin di Oto non aveva una grandissima passione per quel tipo di armi così comuni tra i suoi colleghi, sia Regolari sia Mukenin, da disgustarlo.
Qualche attimo prima di venir chiamato da uno degli attendenti del Torneo il Bruno aveva deciso di sfruttare la Bakuhatsu Mippū componendo il sigillo della Capra prima di andare a cercare all'interno della tasca destra della sua Divisa Alternativa una piccola Stella Ninja. Con un singolo tocco su quell'arma grigia e perfettamente bilanciata il Manipolatore del Doton aveva impresso un semplice Kanji vergato con una calligrafia poco curata. Il carattere "Esplosione" si stagliava in nero sullo Shuriken che era stato poi posto all'interno della tasca sinistra del suo corpetto grigio.
Per ultimo, per rispettare le tradizioni, aveva indossato il coprifronte al suo posto, cioè esattamente sulla fronte, in modo da circondare la sua chioma Afro color Arancione.

Facendo il suo ingresso all'interno dell'Arena Ishui aveva potuto notare nuovamente quanto gli organizzatori si erano dedicati alla scelta delle Arene e alla loro realizzazione. Stavolta, con grande sollievo del Mukenin del Suono, il tetto non era presente all'interno dell'enorme area in cui lo scontro doveva svolgersi. Questa era formata da un lungo ponte in roccia largo circa trentacinque metri e con un basso parapetto di circa mezzo metro che dava su una vallata ricca di corsi d'acqua. Il ponte si estendeva per una lunghezza di quasi cento metri ed era inframezzato, circa ogni dieci metri, da due pilastri circolari posti ai due lati della costruzione ognuno alto circa cinque metri. Alle due estremità della struttura in muratura erano posti due alti torana decorati in maniera un po' grezza mediante incisioni geometriche sulla viva roccia.
Sfruttando l'anello posto sul suo anulare Sinistro il Baitei aveva deciso di andare ad attivare sul suo corpo, come aveva già fatto durante il suo primo incontro, la Chōkeijūgan no Jutsu in modo da poter librarsi in aria e contemporaniamente rinunciare al proprio peso. Quello era il sogno di ogni Kunoichi che, però, era precluso ai più perché sigillato gelosamente all'interno delle vecchie conoscenze della Iwakagure no Sato "perbene". Le tecniche segrete del Paese della Roccia come questa erano ciò che i grandi Manipolatori del Doton si erano tramandati, per generazioni e generazioni, permettendo a Ninja degni, come Ishui, di entrarne in possesso.

Leggero come un palloncino ad elio di "Yaho Neko" il Genio della Terra, che sapeva di poter volar via ad ogni minimo soffio di vento se non avesse opposto un'adeguata resistenza, aveva cominciato ad avanzare sapendo di poter contare sulla sua arma segreta: l'Afro Pawa che gli scorreva nelle vene anche se in maniera leggermente abusiva. Al centro del ponte, celato dalle ombre gettate da uno dei pilastri posti al lato della costruzione, si trovava l'Arbitro, Ebimaru, che il Mukenin era riuscito a scorgere solo con la coda dell'occhio mentre si avvicinava fino a fermarsi in attesa di cominciare alla distanza di circa venti metri dal centro della struttura.
Prima di poter iniziare, però, doveva svolgere un ultimo compito. Visto che durante il precedente scontro la sua preghiera alla Donna Barbuta aveva funzionato l'ex-Special Jounin aveva deciso di riprovarci ancora una volta: "Oh villosa Santità..." Aveva detto visualizzando il santino esposto nella sua camera del Covo che ritraeva una donna completamente rossa e dalla lunghissima chioma bionda che le copriva il corpo nudo. Il volto enigmatico e conturbante della donna era coperto da una maschera che la rendeva una bellezza anonima a cavallo di un enorme mortadella. Questa era il suo "Vahana", o per i profani "Veicolo", mentre le sue mani e le sue gambe erano portate verso l'esterno in un gesto d'accoglienza quasi materna. Le dita delle mani erano impegnate in una complicata "Mudra" che volen andare a spiegare i misteri del mondo intero. "Tu che sei la più PAZZESKA tra le PAZZESKE liberami e scampami dalla piaga degli Utilizzatori del Raiton e proteggi il mio bel volto da ricercato..." Aveva pensato mentre guardanva in alto verso il tutto, il dominio della sua Dea. Il Bruno aveva quindi terminato la preghiera come più si confaceva al suo culto con un semplice: "Ti ADOROH."