narrato,
parlati,
pensati e
cloni saranno nel colore corrispettivo del personaggio.
Supaku,
Telepatia Volatili,
Yogan,
Altro 2,
Altro 3,
Altro 4,
Altro 5,
Altro 6 Hiraishin no Burēdo - Sigillo del Teletrasporto delle ArmiSviluppatore: Supaku Handoru
Livello: C
Tipo: Ninjutsu
Questa tecnica è un derivato della Hiraishin no Jutsu, che non necessita di Sigilli, tramite la quale si potrà apporre un Sigillo magico caratteristico, di dimensioni variabili a seconda della superficie su cui viene apposto, su un pacco di Armi da Lancio Piccole o Minori o una singola Arma Media o superiore ad utilizzo. Il Sigillo così apposto durerà fino alla fine dell'incontro. Una volta apposto il marchio sarà possibile pagare di nuovo il consumo della tecnica per teletrasportare un qualsiasi numero di Armi marchiate per volta, fino ad un massimo di tre metri di distanza dal corpo dell'utilizzatore o sulla persona dello stesso, tipo all'interno del proprio equipaggiamento o in mano, oppure verso un qualsiasi oggetto o persona marchiata a sua volta con l'Hiraishin no Jutsu. Oggetti con il marchio dell'Hiraishin no Jutsu potranno essere teletrasportati con questa tecnica, senza che sia necessario apporvi il Sigillo sopra, fintanto che mantengano il Sigillo dell'Hiraishin.
Necessaria la Hiraishin No Jutsu - Tecnica del Teletrasporto in Scheda.Consumo: 3 (+1 per l'impressione del Sigillo)
Hiraishin No Jutsu - Tecnica del TeletrasportoVillaggio: Tutti
Livello: S
Tipo: Ninjutsu
Questa tecnica, che non necessita di Sigilli, inizia permettendo all'utilizzatore di creare dei Sigilli magici ed applicarli su qualsiasi cosa. Una volta applicati sul soggetto scelto sarà possibile usare il Jutsu teletrasportandosi in un punto a scelta nel metro quadro dov'è posto il Sigillo. Se applicato su un Ninja il sigillo rimarrà al massimo impresso per due turni incluso quello d'utilizzo. Se impresso su un oggetto invece, il Sigillo vi rimarrà fino alla fine della Quest. Ovviamente una volta usato il teletrasporto, il Sigillo svanirà automaticamente. E' possibile usare il Justu per trasportare altri soggetti insieme all'utilizzatore, semplicemente toccandoli.
Necessaria la Specializzazione in Ninjutsu.Consumo: N/A per l'impressione del Sigillo
Hiraishin no Ninshiki - Marchio dell'HiraishinSviluppatore: Supaku Handoru
Livello: S
Tipo: Supplementaria
Tale Tecnica si concretizza in una vera e propria capacità di padroneggiare la Tecnica Hiraishin no Jutsu ad un livello successivo, dovuto alla pratica consumata del ninja e si manifesta in benefici particolari nell'apposizione del marchio dell'Hiraishin con Armi Forgiate di Chakra Base od altri ninja. Questa capacità permette al ninja di utilizzare e ritenere più a lungo il proprio Chakra all'interno di un'Arma Forgiata di Chakra Base, nello specifico il ninja non dovrà pagare il costo della impressione del marchio dell'Hiriashin no Jutsu su Armi Forgiate di Chakra base e lo stesso non si dissolverà dopo avervi utilizzato la Tecnica dell'Hiraishin. Questa capacità ha una funzione addizionale che permette di sfruttare gli stessi benefici anche su un altro ninja capace di manipolare il Chakra, ma non un Clone né una qualsiasi copia fisica dell'utilizzatore, di solito l'utilità è quella di marchiare un alleato in battaglia poiché questo deve essere consapevole del marchio e di fatto continuare ad alimentarne la presenza con una infinitesimale quantità di Chakra proprio, su avversari o bersaglio ignari, il marchio scadrà nel normale temine ed effetti. In ogni caso il marchio si dissolverà sempre alla fine di ogni ruolata.
Necessaria la Tecnica Hiraishin no Jutsu ed un'Arma Forgiata di Chakra Base.Consumo: N/A
Padronanza della TecnicaL'utilizzatore ha passato anni della propria vita a praticare le proprie tecniche Preferite, incamerandone il potere, rendendole parte di lui al punto che ormai richiamare il Chakra per essa è diventato naturale come respirare. Le tecniche scelte da quel momento in avanti potranno essere eseguite con un singolo Sigillo, anche ad una mano se necessario, invece che con il numero di Sigilli necessari per perfezionare la tecnica. Inoltre le tecniche Preferite di livello C e B, sono il frutto di anni di pratica del ninja che gli hanno permesso all'utilizzatore di massimizzarne gli effetti al minor dispendio possibile, permettendogli di fare cose che nessun altro sarebbe capace, assegnando alla tecnica le seguenti due caratteristiche: aumento dei danni di mezzo grado e considere la tecnica di mezzo grado superiore (quindi una B sarà considerata B+ e così via).
Tecnice Prescelte: [Fuuton: Daitoppa; Fuuton: Shāpu Shinkū; Fuuton: Fūhakujun]Kuchiyose no Jutsu - Tecnica del RichiamoVillaggio: Tutti
Livello: C
Tipo: Ninjutsu
Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
Per riuscire ad evocare taglie Grandi è necessario il grado Sp.Jounin, per le Leggendarie quello ANBU.Consumo: 30
Grande AquilaCon una lunghezza di sei metri ed un'apertura alare di circa sedici metri, quest'Evocazione può comunicare verbalmente con qualsiasi essere umano, ma a differenza delle precedenti evocazioni non avrà la facoltà di comunicare telepaticamente con il proprio evocatore. È dotato di un possente fisico che lo rende molto utile in fase offensiva, fase in cui grazie ai suoi affilatissimi artigli può creare tagli molto profondi di grave entità. Inoltre, avvalendosi del becco acuminato, è in grado di abbattere facilmente difese di livello A. La Grande Aquila possiede un carattere fiero e non ama essere sottomesso a nessuno che non sia il suo evocatore; proprio a causa di ciò, tende a farsi cavalcare unicamente da chi lo ha evocato, impedendo a qualunque altra persona di salirgli in groppa. Una grande forza non sempre si accompagna ad un'egual resistenza, difatti questo volatile è capace di resistere soltanto a due Jutsu di livello B oppure uno di livello A prima di essere abbattuto. La sua velocità è alta, e tale rimane con una persona in groppa.
Il vento fischiava forte quel giorno. Supaku assestò meglio il cappuccio nero sulla testa mentre osservava dall'alto il sentiero che si dipanava nel canyon scavato scavato tra le pianure dell'ex Paese della Terra. Era nato in quella regione ma era cresciuto tra le sabbie di Suna, a volte se lo dimenticava. Quanti anni erano passati da allora? Sollevò una mano bendata cercando di ricordare, l'indice ed il medio si sollevarono mentre lui li osservava con l'unico occhio libero che si sgranava leggermente. Così tanto? Non era possibile. Due decine? Per le forze del Vento se si sentiva vecchio.
Fece scrocchiare le vertebre del collo, nonostate l'età i muscoli sembravano ancora in ottima forma. Una folata di vento sollevò il mantello nero dalle sue spalle, facendolo sbattere con violenza oltre il suo fianco e rivelando le vesti sotto di esso. Il suo Kimono, ormai canonico, nero con gli orli di un solido ricamo verde scuro sfoggiava sotto di esso. Pantaloni dello stesso colore con le caviglie fasciate di bianco sopra un paio di sandali chiusi anch'essi neri. Alla cintura, sistemato dietro la schiena appena sopra i glutei, c'erano le sue borse tattiche, alla coscia destra una doppia tasca mentre alla sinistra un porta rotolo in cui era saldamente ancorato un rotolo minore. Un equipaggiamento semplice, che mostrava poco ma erano passagli anni in cui andava in missione in piena divisa tattica, le due lame ancorate sulla schiena, le bende a fasciargli il viso, il gilet alternativo e i guanti rinforzati e protezione.
Aveva abbandonato con il passare del tempo tutte queste protezioni per un equipaggiamento più leggero, meno sfarzoso, convinto che ciò proiettasse forza. Un ninja non attraversava le Terre di Nessuno con così poco equipaggiamento se non sapeva il fatto suo, si era detto, un vero avversario avrebbe visto in ciò una dimostrazione di fiducia in sé stesso, di forza. Ed avrebbe avuto paura.
Raramente ciò si era dimostrato vero. Nessuno faceva troppo caso a come era vestito l'avversario, era più importate prestare l'attenzione a cosa facevano le sue mani, i suoi piedi, al rumore dei sandali sulla terra, al sibilare delle lame che uscivano dai foderi, al crepitio del Katon nell'aria. Il fashion ninja era l'ultima cosa che notavi, spesso quando rimiravi il cadavere dell'ormai sconfitto avversario dall'alto.
Un vero peccato.
Il grosso volatile da lui evocato era tornato in aria sopra la sua testa, a differenza delle altre evocazioni di quel contratto, non c'era collegamento mentale tra lui e l'animale, questo significava che avrebbe dovuto affidarsi soltanto ai suoi sensi per individuare la sua preda. Sfregò indice e pollice tra di loro, come a cercare di far andare via la sensazione di lieve pizzichio datogli dalla puntura del kunai al centro del polpastrello che gli era servita per evocare l'Aquila. Erano anni che non la evocava ma la velocità di quell'animale era ineguagliata e lui di quello aveva avuto bisogno in quel momento: velocità. Solo gli spiriti del vento sapevano quanto era importante fermare il bersaglio che gli era stato assegnato, in quelle Terre fallire una missione di questo tipo significava la morte ed al momento non aveva intenzione di morire. Non ancora almeno.
La figura attirò la sua attenzione lungo il sentiero scavato nella roccia. Un piccolo puntino nero che si muoveva deciso, ogni tanto balzando in avanti, un classico movimento da ninja sulle rocce. Era in piena corsa, una corsa molto probabilmente contro il tempo. Un tempo che il suo bersaglio ormai aveva finito.
Balzò in avanti, scivolando tra le rocce per poi schizzare verso l'alto con una capriola ed atterrare su un lastrone e darsi di nuovo lo slancio in avanti. Il mantello sbatacchiò intorno a lui mentre il cappuccio si abbassava dalla nuca rivelando la chioma di capelli bianchi stretti in un codino da samurai sopra la nuca. Atterrò nel bel mezzo del sentiero, frapponendo così il suo corpo davanti al ninja in fuga, un chiaro segnale di quello che sarebbe successo.
Il puntino sembrò rallentare leggermente, per poi fermarsi di botto. Ormai era a circa duecento metri da lui e poteva vederlo abbastanza bene. Un giovane uomo sulla ventina, capelli neri cadenti sul viso, coprifronte rigato di Konoha legato in fronte. L'uomo lo osservò per un po' poi riprese a camminare lungo il sentiero, stavolta ad un passo più contenuto, stava risparmiando le energie.
Quando arrivò a circa venti metri da lui si fermò e Supaku aprì la bocca per dare inizio a quello che sarebbe stato uno scambio futile di convenevoli prima di aprire davvero le danze. O almeno così sperava.
L'uomo che si parava davanti a lui aveva una corta barba nera, leggermente appuntita sul mento, occhi neri incavati e capelli lunghi che scivolavano oltre il coprifronte quasi fin sopra gli occhi. Portava una divisa militare delle forze di Konoha, un gilet strappato in più punti, rovinato dall'uso o dalle battaglie. Era alto, su circa in metro e novanta, i capelli erano portati in avanti a nascondere una calvizie incipiente e sotto il gilet all'altezza della vita c'era un rigonfiamento, caratteristico di una pancia tesa e forse dovuta all'abitudine di bere un po' troppo. Se non lo avesse visto con l'abbigliamento tipico dello shinobi non avrebbe mai detto che fosse tale. Forse era per quello che era sopravvissuto così a lungo, il fisico, la postura, l'abbigliamento, tutto spingeva una persona che lo avesse guardato la prima volta a sottovalutarlo. Una benda sulla mano sinistra, un guanto rinforzato sulla destra, un cerotto all'altezza del naso rivelava una nuova cicatrice fresca fresca. Quello aveva davanti era un uomo che aveva combattuto sia fisicamente che mentalmente in quelle terre ed era sopravvissuto. Non aveva vinto, era sopravvissuto, c'era una sensibile differenza. Supaku annuì in silenzio, mentre sollevava la mano verso il fermaglio del mantello all'altezza del collo. Uno scatto deciso e quello volò via dalle sue spalle, sollevandosi nel cielo come un uccello che aveva spiccato il volo, roteando per qualche metro prima di infilarsi tra le rocce del canyon.
Non sono in vena di convenevoli, traditore.Neanche io, regolare. Devo però farti i complimenti, ho visto il tuo operato, sai come combattere. disse l'albino incrociando le braccia sul petto che si intravedeva da sotto il kimono.
Pensi di farmi paura con questo teatrino? Ho ucciso shinobi più pericolosi di te.Non rispose a quella provocazione, rimase in silenzio con un piccolo sorriso stampato in faccia.
L'uomo spostò il peso da un piede all'altro. Si guardò intorno, l'aria più che preoccupata sembrava affranta, stanca.
Hai visto cosa ho fatto?Ho visto, ho ammirato, ho...compreso.Allora sai già che non ne vale la pena...Posso percepirlo dalla tua postura, dal tuo chakra che permana da te, sei pericoloso. Ma... sollevò un dito davanti al viso, l'aria affranta che sembrava di poco sollevarglisi dalle spalle.
Come tutti i predatori ti stai chiedendo quale sarà l'esito di questa lotta.Supaku annuì, il sorriso che spariva dalle sue labbra così rapidamente come era apparso.
Sai perché le tigri di montagna raramente si uccidono a vicenda mentre competono per una femmina?Evoluzione.Esattamente, il novanta per cento degli scontri è deciso nei primi secondi, quando si studiano a vicenda, cercando di misurarsi, comprendere quale dei due sarà vincitore, in questo modo raramente si arriva davvero al sangue, uno dei due si ritira ancora nel pieno delle forze per tentare di irretire una nuova compagna, l'altro ottiene la preda e nessuno si fa realmente male.È una questione di sopravvivenza, anche se il più grosso vincesse molto probabilmente uscirebbe dallo scontro gravemente ferito, facile preda per altri maschi. Nessuno vuole morire, nessuno vuole sopravvivere per poi morire ucciso da uno stronzo opportunista.Concluse quelle parole il ninja della Foglia spostò il dito sollevato da sè ad un punto imprecisato sugli scaglioni di roccia alle sue spalle.
Supaku sollevò la testa verso il punto indicato solo per scorgere tre figure sollevarsi da esse.
Mi stanno seguendo almeno quattro giorni. Aspettano il momento opportuno per raccogliere la mia taglia...e la tua nel caso in cui tu vincessi.L'albino fece schioccare la lingua sul palato per il disappunto, questa non ci voleva.
Sciacalli.Della peggior specie.Una risata proruppe dalle sue labbra. Scosse la testa ammantata di bianco, battendosi il palmo della mano sull'occhio coperto dalla benda di cuoio.
Cazzo ahahah...Mi aspettavo un ninja furbo ma questo...questo è tutto un altro livello, ragazzo. Sei bravo.Cammino in queste lande da cinque anni, sono riuscito ad infiltrarmi tra di voi, sono sopravvissuto ad uno scontro tre contro uno, ho ucciso il vostro lacché, quello mandato prima di te...Direi che bastano come prove della mia capacità. disse l'altro facendo spallucce.
Supaku annuì in segno di rispetto. L'occhio dorato si sollevò di nuovo verso le tre figure acquattate sulle rocce. Valutò la situazione. Tre variabili erano state appena introdotte nell'equazione già di per sè molto sbilanciata. Ripensò a tutto quello che aveva raccolto in quei giorni sul ninja davanti a lui.
E così eccoci qui, tempo di dare una occhiata a questi cadaveri Disse l'albino nel bel mezzo di una foresta a circa sei kilometri dalla ex Iwagakure. Nella sua testa rimbombava ancora la voce di Hagoromo che non aveva fatto altro che blaterargli ordini come un cane rabbioso. Si chiese per quanto a lungo avrebbe continuato a permettergli di parlargli così. Non molto probabilmente. Negli ultimi tempi sentiva sempre le mani prudergli quando era in presenza dello scienziato. Un istinto primordiale gli stava chiedendo di ucciderlo, di farla finita, di far scattare la tagliola. No, tagliola era un esempio sbagliato, perché Hagoromo non avrebbe potuto difendersi, ma la sua morte avrebbe provocato una esplosiva reazione a catena, imprevedibile e letale. Più simile ad un innesco di una cartabomba a filo, toccavi il filo, ti sembrava che nulla fosse successo e poi "BOM" l'inferno in terra.
Scosse la testa, era tempo di concentrarsi quello che aveva davanti. Camminò lungo il sentiero che di lì a poco avrebbe portato ad una piccola radura nascosta in una folta foresta, se le indicazioni erano giuste di lì a poco...ecco!
Il sentiero si aprì nella radura, uno spiazzo erboso quasi magico se non fosse per il fatto che quasi al centro della stessa si ergeva una piccola struttura di roccia sagomata a forma di mulinello di pietra che scivolava verso le profondità del suolo. Un'opera che senza ombra di dubbio un esperto ninja nell'arte della Terra era riuscito a realizzare, non di certo il lavoro dell'uomo era in grado di realizzare ciò.
La struttura scivolava verso le profondità rivelando dei gradini scavati nella pietra stessa per arrivare a quell che altro non poteva definirsi se non come una botola di roccia scolpita a forma di faccia umana con la bocca spalancata. Due figure incappucciate sostavano intorno all'ingresso di quello che un tempo era stato il covo dell'organizzazione che Hagoromo aveva chiamato con il nome di Terra Vuota. Una di esse la riconobbe subito per via della grossa gobba sulla schiena, e numerose protuberanze che affioravano dal mantello.
Come va la vita Jirama?L'uomo incappucciato non rispose, limitandosi a sollevare uno dei suoi numerosi bracci ed indicare l'ingresso a forma di bocca umana che ora era innaturalmente dilatato, abbastanza per far passare un essere umano.
Uhmpf, sembra abbastanza claustrofobico laggiù, nessuno ha una torcia, una pila o magari un lumino da prestarmi?Cosa hai, paura del buio? muoviti cazzone, il Seguigio ti sta aspettando ai piani di sotto, siamo in codice rosso. Dalla voce riconobbe una delle nuove reclute, come si chiamava? Kallius? Si probabilmente sì, era un nome inventato, ovviamente, alcuni ninja si affiliavano dando false informazioni, nell'illusione di non essere riconosciuti o schedati ma Hagoromo faceva i compiti a casa e nessuno gli sfuggiva, era sicuro per Kallius ci fosse un bel fascicolo nell'ufficio dello scienziato con nome, cognome, data di nascita e persino quanti peli avesse sul culo. Si voltò di scatto per rispondere per le rime al nuovo arrivato, seduto su una delle escrescenze di roccia che dovevano simulare le onde del vortice di terra, ma venne subito zittito da una seconda raffica.
C'è un pulsante sulla destra, una luce abbastanza fioca ma funziona, muoviti non mi piace stare vicino ai morti troppo a lungo, stiamo sforando in un territorio non nostro, non voglio stare qui un minuto di più.Annuì in silenzio mentre un sorriso affiorava sulle sue labbra. Scivolò nella bocca spalancata un po' esitante, come se da un momento all'altro quella faccia di roccia decidesse di animarsi di nuovo per serrarsi a metà strada nella sua discesa e tranciarlo a metà. Quella si che sarebbe stata una fine ignobile per un ninja del suo calibro. "Non vorrai mica fare la fine di Supaku Handoru? Chi? il Demone del Vento si faceva chiamare, il Ryudan, l'uomo che ha fatto fuori la Kuroichi...No mai sentito. Dai, quello che è morto tranciato a metà da una porta magica...Ahhh sì, il coglione! Ahaha mi fa sempre ridere quando ci ripenso, grande e potente ninja 0, porta 1."
Scosse la testa, cercando di non dare troppo peso alla cosa e scivolò sui gradini di pietra scura mentre con la mano cercava a tentoni sulla parete l'interruttore.
Porca troia quanto cazzo è buio quaggiù! Sibilò cercando di non farsi sentire da Kallius e Jirama.
alla fine qualcosa fece un *click* sotto le sue dita e del neon cominciò a sfarfallare sopra la sua testa. I gradini non scherzavano, scendevano ripidi già verso le profondità della terra, un passo sbagliato e si sarebbe ritrovato a precipitare per parecchi metri verso il basso. Mentre scendeva però, il suo unico occhio non mancò di notare già i primi segni di quella che si preannunciava come i resti di una furiosa battaglia.
Sulla destra c'erano tracce di sangue, una mano per essere precisi, qualcuno si era fatto strada verso l'esterno appoggiandosi alle pareti e nel farlo aveva lasciato dei chiari segni dell'essere stato ferito. Quando il Covo aveva saputo che una sua nuova divisione affiliata la Terra Vuota era stata decimata in una notte, aveva subito mandato i suoi uomini sul posto, i suoi uomini migliori. Ad un primo sopralluogo era stato chiaro che l'uomo che aveva decimato l'organizzazione altro non era che uno dei suoi stessi membri. L'organizzazione era piccola ma le sue misure di sicurezza erano il top della gamma, nessun estraneo avrebbe potuto farsi strada all'interno di essa senza conoscere i codici di accesso. No, uno di essi, e di preciso quello che mancava alla conta dei morti, aveva fatto piazza pulita. Arrivò alla fine dei gradini e subito un forte ed acre odore di carne bruciata gli invase le narici.
La scala si apriva su una grande stanza circolare dal diametro di circa trecento metri, la stanza era una cupola perfetta sui cui bordi si affacciavano quattro aperture che dovevano dare su quattro stanze laterali ma il grosso del massacro era avvenuto lì.
Al centro della stanza c'erano due persone: Il Segugio, o Tonbo come amava chiamarlo Supaku, visto che il segugio faceva di quel grassone una persona fin troppo figa e Makui. Supaku ebbe un lieve brivido lungo la schiena. Non vedeva il capo ufficiale del Covo da circa sei anni ormai, se era lì voleva dire solo una cosa: qualcosa di grosso bolliva in pentola.
Tonbo era un ex ninja di Oto, sovrappeso con la guance rotonde ed una bandana calcata sul capo ormai calvo. Ultimamente aveva deciso di farsi crescere pizzetto e baffetti che ora tremolava per la tensione.
Makui era tutto quello che ci si poteva aspettare da un ninja che ricopriva il ruolo di capo di una delle organizzazioni criminali in ascesa nel Mercato Nero da dieci anni a questa parte. Nonostante fosse sulla sessantina il corpo fasciato da un kimono bianco e nero era così tonico da fare invidia ad un ventenne. Il volto era segnato da numerose cicatrici non ultima quella sopra l'occhio sinistro che rivelava una sclera bianca come il latte, i capelli neri erano legati sulla nuca in una coda stretta e raccolta. Alla vita portava una katana che nessuno gli aveva mai visto usare ma il cui manico consunto raccontava mille battaglie e nient'altro. Quel ninja era un assoluto mistero, nessuno era mai riuscito a sopravvivere ad una battaglia contro di lui e questo aveva portato al crearsi di mille leggende sul suo conto.
L'uomo si chinò, la katana ancora nel fodero estratta dalla vita che veniva usata quasi a mo' di bastone per appoggiarsi mentre scendeva ad ispezionare il cadavere carbonizzato ai suoi piedi.
Un disastro, un vero disastro... Lo udì sibilare Supaku.
L'albino si fermò a pochi metri dai due, nonostante ormai avesse perso da tempo la voglia di vivere, preferiva attendere ancora qualche momento piuttosto che trasformare quella zona già devastata in un secondo campo da combattimento. In tutti quegli anni, aveva perso la paura per qualsiasi membro superiore del Covo, tutti tranne Makui. Il terrore reverenziale che quell'uomo così semplice eppure così letale riusciva ad ispirare continuava ad attanargliarlo. Forse era per quello che era lì.
Oh! Sei arrivato. disse Makui tirandosi in piedi.
Signore.Dia una occhiata intorno, dimmi cosa ne pensi. Il Segugio qui era il primo sul posto, dobbiamo ringraziare lui per l'analisi preliminare, sono morti da.. quanto?Sono non più di dieci ore, signore.Esatto esatto, avevamo bisogno di loro per una missione importante, per questo ci siamo accorti quasi subito della loro assenza. Dimmi Supaku, cosa vedi da questo campo di battaglia?L'albino si guardò finalmente intorno, cercando di assimilare il più possibile dalla scena che gli si parava davanti.
Un tempo quella doveva essere stata una specie di sala comune, divisa in quattro zone. Quella vicino alla porta era chiaramente l'ingresso, e non conteneva nulla se non un tappeto ricamato. Alla destra c'erano stati dei divani imbottiti, un tavolino basso da caffé e sulla parete numerosi monitor dal vetro spesso pieni di cavi che scivolavano verso il basso e si infilavano nella roccia del muro. Alla sinistra un grosso tavolo basso, chiaramente da pranzo, dietro di esso c'era una porta che dava su quello che poteva intravedere essere una cucina ed una cambusa, il tavolo era classico stile giapponese, basso privo di sedie ed era appoggiato su un tatami che si allungava per tutta l'estensione fino al tracimare nella quarta ed ultima zona. La quarta zona era chiaramente un luogo di sparring, un tatami da combattimento, numerose pergamene appese alle pareti niente di più niente di meno.
Questa era come doveva essere la zona, prima che si consumasse il campo di battaglia. Ad i suoi occhi adesso le cose erano molto diverse.
Il tappeto era bruciato e annerito per quasi tutta la sua interezza, i divani imbottiti erano stati traforati in parecchi punti, come se qualcuno avesse preso un grosso ago acuminato e li avesse passati da parte a parte come se fossero stati burro. Nel pavimento intorno ad essi c'erano ancora le piume dell'imbottitura, sporche di rosso e nero. Sul tavolino da caffé basso che era stato tranciato a metà ed ora era collassato dall'interno verso il pavimento riposava il primo cadavere. Un ninja dai capelli biondi e gli occhi azzurri iniettati di sangue il cui petto era stato scavato da qualcosa di grosso. Supaku si avvicinò al cadavere, scivolando tra le piume che si mossero appena.
Su mio ordine nessuno ha toccato niente, il Seguigio qui è l'unico insieme a me ad essere entrato.Chi ci ha avvisati dell'incidente? chiese l'albino mentre si chinava verso il primo cadavere. Sì decisamente, la cassa toracica era stata compressa da qualcosa di molto potente, ma non più grande di una...mano. Un Taijutsu di alto livello, un colpo preciso letale, improvviso, doveva essere stato il primo a morire. Notò dei lividi sul collo dell'uomo, l'assassino lo aveva preso con violenza per la collottola, sbattuto sul tavolo e finito con un singolo colpo ben piazzato...no! Notò le contusioni intorno alla cassa toracica, le costole o quel che ne rimaneva arano rotte in due punti, uno doveva averle leggermente incrinate, il secondo doveva averle spezzate di netto. Il ninja aveva eseguito due colpi in rapida successione sul petto dell'avversario, il secondo più potente del primo. La vittima non era morta subito però, spruzzi di sangue e saliva colavano dalla bocca, l'uomo aveva provato a respirare ancora qualche volta prima di cedere completamente all'abbraccio della morte. Osservò le mani, il cadavere stringeva ancora tra indice e pollice tre carte da gioco, in un rigor mortis illogico. Stavano giocando a carte a quanto pare.
Si sollevò e con esso le piume intorno a lui vorticarono nell'aria, il piede urtò contro qualcosa che rotolò sul pavimento. Una bottiglia di saké. Allungò una mano per afferrarla delicatamente. Sporca anch'essa di rosso, sangue ovviamente e..nero? Toccò con l'indice il bordo coperto dalla sostanza e notò che rimaneva appiccicata...pece? Interessante.
Si voltò tornando sul tappeto bruciato, la scena che si parava nella direzione opposta era anche peggio.
Quanti uomini facevano parte di questa organizzazione?Quattro, tutti ninja esperti, mukenin di livello A e B, addestrati per missioni di alto livello, capaci di uccidere in pochi secondi.La sala da pranzo non presentava grossi traumi a differenza dal salotto. Il tavolo era quasi intatto se non fosse per la presenza di grossi solchi sottili sul legno. Appoggiò una mano su di esso, i polpastrelli che scivolavano sul legno levigato in piccole onde. Osservò numerosi truciolo sul tatami. Fuuton. Qualcuno aveva usato un Jutsu di alto livello e alcuni dei colpi o dei flussi avevano viaggiato rasenti ad esso. La persona che doveva averlo fatto era stata seduta a mangiare probabilmente. Si spostò lateralmente per trovare conferma nella sue supposizioni dalla presenza di una ciotola di ramen rovesciata sul pavimento. Dalla posizione in cui era seduto il ninja che stava mangiando doveva aver avuto una perfetta visione del compagno mentre veniva schiantato sul tavolino e trapassato da parte a parte con un singolo pugno. La cosa più strana era la presenza di una sostanza giallastra sulla parete alle spalle si avvicinò per tastare anch'essa con le dita e portarsela alle labbra. Salata, ma rancida, l'odore era muschiato ricordava quello di uno stagno putrescente. Olio e non olio qualsiasi.
La sostanza era stata schizzata verso il secondo avversario che aveva trovato rifugio sollevando il tavolo da pranzo che era infatti spostato in verticale rispetto al terreno. I segni sul legno erano stati fatti quando era in posizione orizzontale mentre le macchie oleose che lo punteggiavano e che avevano anche colpito la parete erano state eseguite successivamente. Sembrava l'apertura per una mossa successiva, di solito si seguiva un Jutsu Katon ma non era avvenuto, perché? Si sollevò di nuovo guardando nella direzione in cui Makui e Tonbo erano. Esattamente al centro del tatami, davanti ad una seconda porta che doveva dare su quello che sembrava un grosso laboratorio. L'apertura tra le due stanze era però ostruita da roccia, solida e frantumata verso il centro come se...Chiaro. Il ninja aveva appena ucciso uno dei suoi compagni, la prima reazione che doveva aver avuto mentre scansava il Jutsu Fuuton dell'ormai nemico seduto a mangiare era stata di dividere i rimanenti e farli fuori singolarmente il prima possibile. Quindi aveva eretto una parete di roccia a chiudere il passaggio dalla sala principale al laboratorio, probabilente per tagliare fuori dal combattimento il terzo compagno che poi doveva essere riuscito a sfondare la roccia. Questo significava che l'assassino non aveva avuto il tempo materiale di seguire al jutsu dell'olio il katon perché aveva la necessità di chiudere l'altro compagno per non avere le spalle scoperte. Il Jutsu dell'olio doveva essere stato solo un diversivo per prendere tempo.
Tornò sul tappeto che stava sull'ingresso, notò come l'estremità che dava verso l'interno della sala fosse completamente carbonizzata mentre la parte che dava sulle scale verso l'uscita fosse annerita ma ancora leggermente integra. Il Jutsu Katon doveva essere arrivato dalla direzione opposta alle spalle, ravvicinato abbastanza, ma non c'era stata difesa, quindi...quindi il compagno preso di mira si doveva essere scansato. Il Jutsu doveva aver colpito a vuoto.
Si guardò intorno, non riusciva a capire come il combattimento si fosse ribaltato. Era chiaro che il cadavere carbonizzato sul tatami appartenesse all'uomo che aveva utilizzato il Fuuton ma ancora non riusciva a capire come aveva fatto l'avversario ad invetire la propria posizione con quella dell'ex compagno ormai trasformatosi in nemico mortale.
Si avvicinò meglio al cadavere. Al suo approssimarsi Tonbo fece un involontario passo indietro che suscitò un ghigno sulla faccia dell'albino. Ancora lo temeva, bene, non c'era spazio per amicizie in quelle Terre, che i suoi colleghi e collaboratori avessero paura di lui, della sua imprevedibilità, della capacità di farli fuori con un colpo solo. Tutto questo sarebbe stato un discorso molto bello da farsi nella propria testa, magari condito da una risata malvagia interiore alla fine di quel "preferisco essere temuto che amato" soliloquio mentale...il problema era che Makui era lì e ogni velleità di fingersi il cattivo del giorno con lui nella stanza volavano fuori dalla finestra. Leggende volevano che fosse riuscito a fare fuori una intera organizzazione di Mukenin di livello A soltanto usando una spazzola per capelli e del filo interdentale. Non voleva neanche cominciare a sapere in che modo si potesse uccidere una persona con quegli oggetti, un brivido percorse l'albino lungo la schiena.
Si acquattò vicino al cadavere, annusò inspirando profondamente. Nessuna traccia d'olio, almeno non dell'olio che cercava lui. L'odore caratteristico che cercava lui rimaneva addosso persino ad un corpo cotto a puntino come quello. Quindi non aveva dato fuori all'olio, né era riuscito a prenderlo. Fu a quel punto che la voglia di giocare a fare il detective si spense nel petto del traditore della sabbia.
Tutto questo è molto bello, ma non abbiamo dei dati sull'assassino dei propri compagni? Inutile stare a dedurre che possiede il katon, è esperto nei Taijutsu e probabilmente a qualche altro asso nella manica quando possiamo andare a leggere il dossier che sono sicuro Hagoromo avrà accuratamente compilato su questo stronzo.È questo il problema. I dati che abbiamo non tornano.Supaku lo guardò dal basso verso l'alto, sollevando un sopracciglio candido con scetticismo.
Cosa vorresti dire?Tonbo gli porse un fascicolo abbastanza scarno, in una cartellina arancione da cui spuntavano ad occhio e croce massimo sei fogli. Lui glielo strappò di mano irritato aprendolo proprio sul petto carbonizzato del ninja sotto di lui.
Non ti dispiace vero? No, non credo. Aprì la cartellina, ci aveva visto giusto, nella cartellina c'erano quattro fogli, uno per ogni membro della organizzazione.
Allora, il biondo laggiù si chiamava Hiro Nakamura, esperto in ricognizione, conoscenza di Tecniche di lettura della mente, controllo mentale, addestramento nelle tecniche segrete del Clan...Nara, ah ora capisco perché lo ha fatto fuori per primo, non un ninja adatto al corpo a corpo, ma una vera rogna se lasciato in vita...Poi qui c'è soltanto un ninja con il Fuuton quindi immagino sia mister Tronchetto affumicato qui sotto, Kaizen Lee, appunto, elementi fuuton, raiton e doton, esperto nelle tecniche di infiltrazione, spionaggio ed esplosivi quindi...infatti Bakuton, possedeva l'Hiraishin? Cazzo sembra di guardare ad un clone...E...ecco come è morto! Disse sollevando il fascicolo e camminando spedito nella direzione opposta al cadavere, verso il muro, se i suoi calcoli erano giusti...esatto! Per terra, dietro al divano c'era un kunai. Era macchiato di sangue, sporco di olio ed aveva uno strano kanji sulla lama: l'arma del delitto. Kaizen doveva essersi invertito con l'arma e il suo avversario, avendo già visto il truccheto, doveva aver anticipato i giochi ed averlo arrostito ben bene all'arrivo. Una vera sfiga.
Tornò indietro avvicinandosi al duo che lo aspettava pazientemente.
Quindi non ci rimane che Jimura e...Paulo Hozuki? Ditemi che è uno scherzo...Chi cazzo chiama il proprio figliolo Paulo?Se lo è scelto...Il nome originario non gli piaceva.ah, beh, contento lui. Quindi dove è il cadavere di Paulito?Tonbo indicò con il pollice la breccia nella parete. Supaku non se lo fece ripetere due volte e varcò il buco creato in quella che non doveva essere altri che una parete di roccia doton. Il suo sandalo affondò nell'acqua fino alla caliglia con uno *splosh* sonoro.
AH! disse finendo per entrare e osservare quello che un tempo doveva essre stato un laboratorio chimico ma che ora sembrava più una piccola piscinetta. Nell'acqua galleggiavano pezzi di tavoli di legno, armadi sfasciati, becchi bunzer e altre provette urtavano contro i suoi piedi sul fondale. Supaku si guardò intorno per osservare meglio e notò buchi creati nelle pareti, graffi, perforazioni.
Cazzo, Paulo avrà anche un nome cretino ma ha dato del filo da torcere al nostro uomo. Vedo almeno tre Ninjutsu di alto livello capaci di fare queste perforazioni nella roccia così spessa, Suiton per giunta. Un fuoriclasse.Esattamente, l'Hozuki era il pezzo forte, infiltrazione, assalto, guerriglia, assassino di professione. Aveva svolto i lavori migliori per noi, forse lo hai conosciuto con un altro nome nel Covo: l'Anguilla.Supaku fischiò di nuovo. Il Covo aveva l'abitudine di dare ai suoi membri più importanti nomi di animali, spesso non erano bei nomi, ma di solito incarnavano perfettamente le caratteristiche più di spicco del ninja. Come il Segugio lì fuori: fedele fino alla morte ma il miglior ninja in circolazione quando si trattava di rintracciare qualcuno o scovare un bersaglio nel bel mezzo della festa del solistizio d'estate. Tra naso, udito e jutsu sensoriali, era un fottuto cane da tartufo. L'Anguilla non era da meno, era forse nella top tre dei sicari su commissione, letale, silenzioso, inafferrabile. Adorava annegare i suoi avversari nel suo stesso corpo dicevano in molti. Lui non aveva mai avuto il piacere di incontrarlo. Di solito i sicari del Covo non si incontravano mai, ognuno di loro si allenava di nascosto, nel terrore di rivelare le proprie tecniche all'altro. L'unico motivo per cui incontravi un collega era solo perché uno dei due era stato scelto dal Covo per ricevere la "in pensione anticipata" che di solito consisteva nel finire a guardare gli alberi dalla parte sbagliata. Supaku era recentemente salito nella top dieci dei sicari migliori del Covo, così gli era stato detto, immaginava che con l'Anguilla morta forse avrebbe avuto aspirazioni per una top cinque? Il che era strano considerato che lui era un Mukenin di livello S e l'Anguilla di livello A, ma a quanto pare doveva avere qualche combinazione di Jutsu che lo rendeva molto più letale nell'eliminazione di bersagli. Ormai era morto, non avrebbe mai più potuto saperlo. Un vero peccato, gli sarebbe piaciuto misurarsi con lui.
Non vedo il nostro uom... Inciampò in qualcosa di duro. Abbassò lo sguardo per scorgere una sagoma umana deforme, incastonata nella pietra.
Il Jutsu principale e segreto dell'Anguilla era quello di poter assorbire il Chakra della vittima a distanza...bastava che questa fosse a contatto con l'acqua e il gioco per lei era fatto....Capisco... Si abbassò per infilare la mano nell'acqua, le dita scivolarono sulla superficie dura e innaturalmente liscia. Estrasse la mano per portarsela alla bocca, l'acqua come sospettava era dolce, una lievissima nota salata, tipica dei ninja che potevano fondersi a contatto con l'acqua, inavvertibile quasi se non si sapeva cosa cercare. Lo scontro doveva essere andato avanti qualche minuto, fino a quando l'Anguilla non doveva essersi stancata ed aveva sfoderato il proprio asso nella manica. Affondò di nuovo la mano nell'acqua e scoprì che la sagoma di pietra si muoveva, a quanto pare il corpo era stato pietrificato e poi fatto a pezzi. Sollevò quella che doveva essere la testa, era deformata, gli occhi larghi, la bocca grassa con le labbra in rilievo, le guance tese fino all'inverosimile.
Interessante... disse lasciando cadere di nuovo il frammento di testa nell'acqua con uno "splof" sordo.
Penso di aver visto abbastanza, torniamo di là.Si avvicinò al tavolo in precedenza utilizzato come scudo improvvisato durante il combattimento mortale e lo riassestò per potercisi tornare ad appoggiare il fasciolo. A quel punto si sedette sul tatami per finire di osservare i dati raccolti dagli informatori del Covo. A quel punto aprì la pagina che recava scritto il nome Jimura Kando, e cominciò ad osservarne i dati.
Subito qualcosa balzò all'occhio: i datti che erano stati forniti di Jimura non corrispondevano affatto a quello che si aspettava.
Siete stati fregati bene vedo.Vedo che hai capito, ancora non capisco come sia stato possibile. I nostri informatori sono i migliori delle Terre di Nessuno, eppure questto Jimura è riuscito a fregarli tutti. Stiamo parlando di un maniaco a livelli da perfezionista.Supaku sollevò il foglio che recava i dati "letali" del soggetto, di solito includevano cose come gli elementi, i jutsu più di rilievo, le evocazioni tutto quello che poteva rendere un ninja letale in combattimento e che era necessario sapere per affrontarlo con una punta di vantaggio.
Jimura Kando, ninja di supporto ed infiltrazione, esperto di Jutsu Medici, elementi: doton e suiton, evocazione: rospi. Sbattè il foglio sul tavolo, passando ai dati dei "dettagli personali" che ricomprendevano tutto quello che potevano aver raccolto sulla vita personale del soggetto.
Traditore di Konoha, apparteneva alla divisione dei Chuunin che prestavano servizio presso la polizia del Villaggio...Ha tradito da Sp.Jounin poco dopo la promozione, motivazioni: vendetta personale. Qui c'è qualcosa che non torna, più di una.Il soggetto è chiaramente in possesso del Katon e della Modalità Eremitica dei Rospi. disse Makui laconico. La faccia non tradiva nessuna emozione ma gli occhi, gli occhi erano fuoco vivo.
Chiaramente, il Katon lo ha tenuto nascosto, anche la modalità eremitica, mi chiedo chi gli abbia insegnato in queste terre l'arte medica o viceversa...No, non credo sia possibile il viceversa, l'uso intensivo di Jutsu Katon fa presagire un ninja più che capace nell'arte. Per truffare così i nostri informatori...come cazzo ha fatto...cioè è stato sotto copertura per cinque anni? Cinque anni ad addestrarsi in segreto nelle arti eremitiche, e per cosa poi? Non vedo moti...Aspetta un attimo, quale è la missione che i nostri quattro dovevano compiere di qui a qualche giorno?Makui lo fissò di rimando, la bocca serrata in una linea, non rispose. Il Segugio lì dietro si torceva le mani, chiaramente a disagio.
Allora? disse l'albino sostenendo lo sguardo con il più forte del Covo ma tremando leggermente dentro di sé.
Sono informazioni riservate, ti basti solo sapere che grazie a questo giochetto una operazione che ha richiesto un anno di preparazione è stata mandata indietro di almeno sei mesi oltre a questo ci sono una miriade di informazioni che Jimura ha raccolto su di noi. Va fermato, fatto fuori e la sua testa appesa nella Piazza dei Traditori come monito.La Piazza dei Traditori, era un nome folcloristico che usavano i mukenin per indicare la piazza centra le di Iwa dove, recentemente, erano soliti appendere i ninja regolari infiltrati o i mukenin che favevano il doppio gioco e venivano beccati. Recentemente c'era stata una impennata di traditori poco affidabili e la esposizione dei corpi era stata una trovata di uno dei capi del Mercato per dare un segnale forte alle varie organizzazioni. Aveva sortito i suoi effetti però, molti regolari sotto copertura erano stati trovati ed appesi, molti traditori mercenari pure, nel caos era passato un po' di ordine era questo aveva rinsaldato i rapporti di fiducia tra le varie organizzazioni. Questo però poteva dire solo due cose: o i doppiogiochisti erano diminuiti oppure si erano semplicemente fatti più furbi.
Supaku rifletté sul poco che gli era stato detto, era chiaro che se l'operazione aveva richiesto così tanto, la semplice presenza di shinobi in possesso di abilità innate, elementi e specializzazioni chiave era essenziale per la buona riuscita. Anche solo essere riusciti ad avere l'Anguilla ed un ninja possessore dell'Hiraishin in una stessa squadra era incredibile, pochissimi arrivavano a maneggiare una simile tecnica, men che meno ninja non assassini con cui un sicario come l'Anguilla potesse accettare di collaborare per tanti anni.
Tu sei qui per fare il lavoro che sei chiamato a svolgere.Ma perché mi avete fatto venire qui? Potevatte mandarmi un riassunto dettagliato e non farmi perdere tempo ad esplorare la stanza.Makui strinse di nuovo le labbra, aveva scarsa tolleranza per le domande stupide.
Volevo che tu vedessi con chi avevi a che fare, con i tuoi occhi. Scriverti: il soggetto è molto pericoloso ed intelligente non avrebbe reso la stessa cosa. Non la ha resa con il primo che abbiamo mandato.Cosa?! Ne avete già mandato uno? Supaku si sollevò in piedi, quasi stupito.
Non avevamo tempo da perdere, appena il Segugio ha trovato i corpi ha mobilitato il primo mercenario disponibile, trasferendo tutte le informazioni ricevute, lui si è mosso subito ma non ha tenuto conto dell'intelligenza del suo avversario, seppur fosse stato avvisato, avrebbe dovuto fare rapporto mezz'ora fa. Nessuna notizia è giunta, conoscendo il soggetto è già morto per noi. Quindi ora rigiriamo la commissione da lui a te, un nostro membro, sempre meglio farsele da sé le cose. Sei l'unico ninja che siamo sicuri potrà portare a termine il lavoro ma non dobbiamo più sbagliare. Il primo lo avrà almeno rallentato nella sua fuga, dalle sue ultime informazioni era in corsa per Yamamichi, una volta superato il confine siamo certi che avrà compagni ad attendenderlo, vai e portami la sua testa.Supaku si sollevò in piedi, spazzolandosi i pantaloni ed il retro del kimono con le mani. Non disse nient'altro, fissò dritto il Capo del Covo negli occhi e si incamminò verso le scale in un silenzio che valeva più di mille parole.
Una cosa non mi è chiara. Lo shinobi davanti a lui era fermo, il vento che sbatteva il mantello nero contro le sue caviglie.
Perché dopo cinque anni hai deciso che era venuto il momento di fare fuori i tuoi compagni e tornare a casa? Era forse l'unico pezzo di un puzzle molto complesso e fin troppo complicato che stava cercando di rimettere insieme da quando si era imbarcato nella ricerca del ninja di Konoha.
L'uomo fece una smorfia scuotendo la testa e sputando di lato. Senza rispondergli affondò una mano in una tasca e tirò fuori una piccola bottiglia di latta, svitò il tappo di mettallo e tirò su un lungo sorso. Richiuse con decisione la bottiglia, riponendola dove era venuta. Lui aveva atteso in silenzio, si sentiva che avrebbe parlato se gli avesse lasciato il giusto spazio.
Kando si spostò i capelli dalla fronte con un gesto della mano. Un movimento mirato che non puntava a rivelare la stempiatura ma solo a rimuovere qualche ciuffo dagli occhi. Era così delicato che sembrava quasi incongruo su un uomo della sua stazza. La mano rimase vicina alla tempia destra, l'indice ed il medio spinsero contro la pelle, tirando leggermente l'angolo dell'occhio.
Non ti hanno detto quale fosse la missione vero? No certo che no. Non aveva neanche atteso che rispondesse, era partito, le parole che uscivano dalle sue labbra come un fiume in piena.
Era l'ennesima ingerenza di quegli stronzi nelle vite di persone normali. Ti verrebbe da pensare che i Traditori membri di una delle Organizzazioni del Mercato Nero più potenti di Iwa stessero preparando un assalto ad uno dei cinque villaggi o una missione di alto profilo, rubare la katana di Ryu il drago, infiltrarsi a Konoha e rubare le cellule di Hashirama conservate in segreto, oppure ancora la Giara del mitico Kazekage Jinchuuriki del Monocoda...ed invece no. Le nostre missioni erano un lento veleno che corrompeva il substrato burocratico dei Villaggi: ricatti, estorsioni, uccisioni per evitare fughe di notizie e per ultima questa...Assassinio del figlio del Daimyo di Kumo, doveva sembrare un incidente, persino gli ANBU del villaggio non avrebbero dovuto sospettare niente...Un bambino.disse lapidario mentre con un gesto secco colpiva una pietra con un calcio.
Questo Daimyo era un osso duro. Si rifiutava di cedere ai ricatti, alle estorsioni, persino cercare di corromperlo era stato inutile. Così il Covo ha pensato di erodergli la mente. Prima ci ha mandato a disturbargli il sonno, poi a far fallire la sua azienda principale che si muoveva sul mare, affondandone le navi con le merci ed ora...uccidergli l'unico figlio rimastogli. il Covo sapeva che a furia di insistere l'uomo si sarebbe spezzato, la mente compromessa, avrebbe o ceduto alla corruzione o abbandonato il titolo per un successore più...accondiscendente. Beh ho detto basta. disse infilandosi le mani nelle tasche.
Io i bambini non li uccido. Di tutta questa merda ne ho avuto abbastanza. Supaku annuì senza dire una parola. Aveva sempre negato anche lui l'assassinio di minori e donne, a meno che non fossero ninja, ma anche tali era sempre molto difficile per lui dalla morte di Lei uccidere le Kunoichi. Il Covo lo sapeva e lo rispettava a quanto pare, ma qualcuno c'era sempre che si offriva. Immaginò che l'Anguilla non si facesse tutti questi problemi ma a quanto pare il suo collega sì. Ora che lo vedeva meglio poteva scorgere delle profonde occhiaie sul viso del Konohaniano, la mancanza di sonno e l'alcol dovevano aver spinto anche lui al limite, proprio come il Daimyo che dovevano rimuovere. Stentava a potersi immedesimare in una persona del genere, un regolare ancora fermamente convinto di fare del bene che aveva deciso di andare sotto copertura ed assistere al peggio del peggio, senza poter fare molto per fermare i crimini indicibili che si erano consumati davanti ai suoi occhi.
Quell'uomo non era semplicemente fatto per infiltrarsi, però lo aveva fatto comunque, con il senno di poi era stata una pessima scelta. Eppure sospettava che molti fossero addestrati intensamente per andare sotto questo stress psicologico ad alta pressione. Una parte di lui però sospettava che in pochi davvero fossero messi seriamente alla prova, infiltrarsi nelle terre di nessuno richiedeva coraggio, prima di tutto, fermezza e la forza sufficiente per non essere fatti fuori. Le chance di sopravvivere erano molto basse, anche per un vero traditore, figurarsi per uno che si nascondeva sotto mentite spoglie. Essere scoperto poteva esser la fine da un momento all'altro e forse la morte era anche la scelta più facile per quelli come lui. Ad attenderti nel caso in cui la copertura fosse saltata c'erano infinite torture per farsi rivelare tutte le informazioni preziose che il Villaggio aveva divulgato. Era quasi del tutto sicuro che ad essere mandati in missione fossero solo ninja di cui ci si poteva permettere di perdere le tracce, non i migliori quindi, solo i sacrificabili. Anzi, spesso e volentieri quelli scoperti avevano quasi nessuna informazione vitale sul villaggio, questo significava che non erano mai arrivati ad un punto tale da ricoprire cariche importanti, e quindi non erano mai arrivati ad esser le punte di diamente del villaggio.
Potrei dirti che ti comprendo, che hai la mia simpatia, ma immagino non te ne fotta un cazzo.Esattamentte, tu sei solo un altro ostacolo tra me e un bagno caldo...e la soddisfazione di mandare l'Hokage a farsi fottere dopo cinque anni passati a mangiare merda *burp* le parole dell'uomo finiro cancellate da un piccolo rutto. Kando si batté il petto con il pugno come a mandare giù qualcosa che si era incastrato all'altezza dello sterno. Un gesto inutile ma che molti alcolizzati facevano. Il riflusso era forse la peggiore delle maledizioni per quelli come loro, abituati ad annegare la memoria.
Allora? Cosa hai deciso? Morte per mano mia, vittoria e morte per mano loro o...mi lasci andare? C'era una lieve inflessione, quasi speranzosa nelle ultime parole; sotto sotto ci sperava, era chiaramente stanco di combattere.
Supaku spostò leggermente il piede destro alle sue spalle mentre la mano sinistra andava alla tasca da coscia. Il manico del kunai shunsui era leggermente fuori dalla tasca, l'anello che veniva sfiorato dall'indice. Il ninja di Konoha sospirò mettendosi anch'esso in posizione da combattimento mentre le sue iridi cambiavano leggermente colore assumendo una sfumatura dorata. Intorno agli occhi la pelle assumette un colore rosso mentre le pupille diventavano oblunghe. L'albino sapeva che per accumulare Chakra Naturale gli eremiti dei rospi dovevano meditare immobili per molti secondi prima di poter entrare in azione, a quanto pare il ninja aveva cominciato ad accumularlo a metà della loro conversazione o forse aveva nascosto un kage bunshin da qualche parte, dove quello avrebbe potuto vedere lo scontro in tutta sicurezza? Non sapeva dirlo.
Sai, è una vita che sogno un combattimento del genere... Disse Supaku a sua volta mentre richiamava il Chakra Naturale nel proprio corpo grazie all'addestramento svolto nella Grotta del Drago. Vampate di Chakra verde scuro lo avvolsero mentre il suo unico occhio si allungava nella pupilla come quello di un serpente e la pelle si ricopriva di leggere scaglie verdastre. La fronte cominciò a muoversi qualcosa, facendo fuoriuscire due corna a simboleggiare che la trasformazione era completa. Molti eremiti delle serpi avevano un corno solo al centro, almeno i più evoluti, lui aveva una sua forma speciale, forse dovuta all'affinità che aveva con l'animale mitologico da cui aveva preso il nome: il drago.
Eremita contro Eremita vedo...Uno scontro vero, tra maestri dell'arte. Mi è sempre stato sottratto, sebbene un mio caro amico lo avesse, si è sempre dimostrato incapace di rendere il nostro scontro...epico. Magari tu potrai essermi degno. Un sorriso baluginò sulla sua faccia, rivelando canini appuntiti.
Sennin Moodo - Modalità EremiticaLivello: C
Tipo: Senjutsu
Tecnica con cui si accumula Energia Naturale nel proprio corpo ottenendo così maggiori capacità fisico motorie ed un aumento del Chakra. Una volta attivata l'eremita assumerà tratti fisici simili a quelli di un rospo, un bonus fisico-motorio di un grado e un surplus di Chakra ottenibile massimo due volte per incontro. Il surplus non può eccedere il massimale di Chakra Bonus conferito dalla modalità stessa e può essere utilizzato mentre la Modalità è attiva, se non utilizzato tutto, tornerà disponibile al riattivarsi della Modalità Eremitica. Inoltre per tutta la sua durata, l'Eremita sarà in grado di percepire ogni singola entità di Chakra, nel raggio di 500 metri, senza neppure concentrarsi e di riconoscerne il Chakra se lo ha già percepito. Egli non potrà distinguere Cloni fisici dagli originali, ma può essere utile contro Tecniche di trasformazione come la Henge no Jutsu. Non è possibile percepire la direzione, la quantità e la distanza del Chakra individuato. Se si vede il soggetto in questione però, sarà possibile associare al medesimo il Chakra percepito. È possibile conoscere l'esatta posizione del bersaglio attraverso un contatto diretto fra il suo Chakra e quello dell'Eremita. La Tecnica richiede tre Turni di concentrazione dove il ninja deve rimanere immobile e con gli occhi chiusi mentre raccoglie l'energia naturale.
[Chakra Surplus: Chuunin: 20; Sp.Jounin: 30; ANBU: 40; Jounin 50]
Evocando Fukusaku & Shima sarà possibile raddoppiare il proprio surplus di chakra.
La Tecnica dura cinque Turni, con Fukasaku & Shima durerà dieci.Consumo: N/A
Kawazu Kumite - Stile del Rospo Livello: C
Tipo: Senjutsu
Dopo numerosi allenamenti, l'eremita sarà capace d'utilizzare l'energia naturale assimilata per aumentare le proprie capacità nel Taijutsu. Durante l'utilizzo di questo stile di combattimento si avranno le proprie capacità fisico-motorie aumentate di un grado. In più la forza dello Shinobi potrà anche salire vertiginosamente, se si impiega un ulteriore apporto di Chakra, tale da aumentare i danni di qualsiasi Taijutsu, massimo di livello A, sferrato di un intero grado e renderlo capace di sollevare Evocazioni fino alla Taglia Leggendaria, l'apporto di Chakra dovrà esser pagato per ogni azione compiuta. Il vero punto di forza del Kawazu Kumite è però l'aura, invisibile ad occhio nudo, che circonderà il corpo dell'utilizzatore per una ampiezza di quindici centimetri (trenta centimetri di ampiezza massima nel caso di un pugno o di un calcio) e incrementerà la portata dei colpi in corpo a corpo, rendendo molto difficile scansare i colpi. Se si verrà colpiti soltanto dall'aura e non dal Taijutsu in sé e per sé, si subirà una ferita da impatto di mezzo grado inferiore al danno del Taijutsu utilizzato, nel caso in cui si tratti di un pugno normale si riceverà una ferita di medio-lieve entità; eventuali modificatori al danno dovranno essere considerati nel danno complessivo dell'aura.
Necessaria la Modalità Eremitica Attiva, è possibile utilizzare soltanto Taijutsu e Ninjutsu portati in corpo a corpo finché questa tecnica è attiva.Consumo: 4 (A Turno) (+15 Per Azione)
Sennin Moodo - Modalità EremiticaLivello: C
Tipo: Senjutsu
Al grado ANBU lo Shinobi avrà imparato a manipolare il Chakra naturale a livelli ben superiori a quelli precedenti. La Modalità Eremitica lo cambierà al punto da circondarlo con un'aura di Chakra verde-azzurra, sulla fronte crescerà un solo corno e i capelli avvamperanno di un bianco brillante; inoltre il Chakra si plasmerà nella forma di tre serpenti lunghi tre metri composti di puro Chakra intorno all'utilizzatore. Le serpi potranno fungere da veri e propri arti composti di Chakra, capaci di afferrare e contenere al loro interno oggetti od Armi e lanciarle come se fossero i normali arti del Ninja. La modalità una volta attivata donerà allo Shinobi un bonus fisico-motorio di un grado e un surplus di Chakra da utilizzare durante la stessa e che andrà disperso nel momento in cui verrà interrotta. Inoltre per tutta la sua durata, l'Eremita sarà in grado di percepire ogni singola entità di Chakra, nel raggio di 500 metri, senza neppure concentrarsi e di riconoscerne il Chakra se lo ha già percepito. Egli non potrà distinguere Cloni fisici dagli originali, ma può essere utile contro Tecniche di trasformazione come la Henge no Jutsu. Non è possibile percepire la direzione, la quantità e la distanza del Chakra individuato. Se si vede il soggetto in questione però, sarà possibile associare al medesimo il Chakra percepito. È possibile conoscere l'esatta posizione del bersaglio attraverso un contatto diretto fra il suo Chakra e quello dell'Eremita. La Tecnica ha una durata di cinque Turni, il surplus di Chakra sarà ottenibile soltanto due volte per incontro.
[Chakra Surplus: ANBU: 40; Jounin 50]
Necessari due Turni di riposo prima di poterla riutilizzare.Consumo: N/A
Atterrò sul tetto piatto di un edificio ai bordi della città. L'aria era umida, segnale che di lì a poche ore avrebbe cominciato a piovere. L'ombra sopra la sua testa si sollevò nel cielo, cominciando a diventare un puntino lontano. L'aquila da lui evocata era tornata nel cielo, sotto le sue istruzioni. Un tempo le aveva detto il suo nome, ma a lui ormai importava poco dei nomi degli animali. I volatili sopratutto erano raramente evocati da lui per i ricordi che gli riportavano alla mente, ricordi di un ninja più giovane, più grintoso. Un ninja che ancora non aveva perso tutto.
Serrò la mascella e cercò di non indugiare i quei pensieri che nulla portavano di buono se non un forte senso di malinconia nel cuore. Lo shinobi davanti a lui era vestito di verde scuro, aveva soprabito dello stesso colore e segni rossi sulle guance che ricordavano delle linee quasi geometriche. Ormai i ninja erano sempre più strani. Tatuaggi, piercing, pitture di guerra, abiti forniti di borchie o semplicemente dai tagli più stravaganti. Sembravano in cerca di una identità quasi in maniera spasmodica, sopratutto i più giovani. Non capivano che così facendo rendevano sé stessi un bersaglio in quelle terre. Non bastava avere l'abito appariscente o la faccia cattiva per essere ritenuto davvero temibile. Dovevi mostrarlo con tutto te stesso. Era questo quello che non capivano i giovani, erano il tuo modo di muoverti, di parlare, lo sguardo che ricambiavi con gli altri che facevano capire ai veri shinobi se davanti avevi una tigre o una pecora.
Dove è? chiese senza tante cerimonie.
Il ninja annuì senza rispondergli per poi girarsi e proseguire giù per una scaletta d'emergenza che era stata inchiodata sul lato dell'edificio. L'albino lo seguì, la mano destra coperta dalle ampie maniche del kimono teneva tra le dita un kunai shunsui. Fidarsi era bene ma non fidarsi era meglio.
L'uomo scese le scale di ferro arrugginito portandolo sul retro dell'edificio che dava su una viuzza stretta da le case. Si mossero per qualche minuto, passando da un vicolo all'altro per poi arrivare nei pressi di un grosso canale.
Abbiamo trovato il cadavere poche ore fa. Il boss è stato subito avvertito ma non c'è stato molto da fare. Il nostro uomo è morto nell'arco di pochi secondi. Il ragazzo davanti a lui finalmente aveva parlato. La mano si sollevò dal mantello scuro indicando un punto nel canale. Là in mezzo a quella conca scavata nel cemento c'erano altri quattro shinobi, disposti ai quattro angoli. Il ragazzo balzò oltre la balaustra scivolando lungo la parete liscia e arcuata del canale. Supaku lo seguì, il kunai dentro la manica che veniva riavvicinato alla doppia tasca per tornare ad essere rinfoderato. Scivolò lungo il cemento liscio e ricoperto da una sostanza probabilmente bituminosa come un esperto, la mano sinistra che passava sopra la superficie, i polpastrelli che sentivano la pietra sfregare contro di essi. Due passi in avanti ed era al centro del canale, si avvicinò al gruppo di quattro uomini. Nessuno mosse un muscolo, Supaku intradive lo sguardo di quello a lui più vicino, lo riconobbe come un ninja che aveva già visto nella grande mensa del Covo, quello ricambiò lo sguardo abbassando il capo lentamente.
La figura al centro del cerchio era completamente trasfigurata. Un corpo annerito dalle fiamme, la pelle accartocciata dalle ustioni, le vesti a brandelli. Supaku si chinò sul cadavere inspirando a pieni polmoni, l'aria di carne bruciata gli arricciò il naso per un secondo ma ormai era abituato a vedere cose peggiori e un po' di carne umana bruciata non sembrò fargli molta differenza.
Ancora Katon, al nostro uomo piace dare fuoco alle sue vittime. disse mentre il kunai fuoriusciva di nuovo dalla tasca da coscia e ne usava la punta affilata per smuovere parti delle vesti dal corpo. L'uomo davanti a lui, o quello che ne rimaneva era sulla trentina, sulla faccia c'erano i residui di peli neri ed ispidi, una barba lunga doveva aver avuto. Possente nel fisico, Supaku non mancò di notare sotto il ginocchio destro una depressione, di sicuro non dovuta dalle fiamme. Il ninja noto come Kando Jimura doveva avergli dato un bel colpo, finendo per comprometterne la velocità di movimento, poi doveva averlo finito con il suo Katon. Si sollevò in piedi.
L'area intorno al cadavere era identica alla stessa area che aveva visto sul tatami quando aveva osservato il cadavere del ninja del vento che sembrava averlo imitato in tutto. Dodici metri di raggio nero come la pece. Quel Jutsu doveva bruciare come il demonio ed aveva una portata impressionante. Una volta che il nemico era fermo, o incapacitato, non c'era molto altro da fare. Si chiese se il suo kunai lanciato dal centro di quell'area sarebbe riuscito ad uscirvi prima di essere carbonizzato. Probabilmente no.
Si guardò intorno. Era chiaro che avevano combattuto nel canale. Altre tracce si mostravano sulla superficie liscia del cemento. Quella costruzioni artificiale era recente, aveva sostituito il fiume originario e partiva da diga artificiale per poi incanalare dentro Yamamichi l'acqua necessaria per lo smaltimento dei rifiuti. Al momento era stata chiusa, per manutenzione, era durata soltanto tre anni. In quelle terre gran parte delle costruzioni erano fatte con materiali di bassa qualità, e la corruzioni era dilagante. C'era da stupirsi che fosse durata così tanto.
Tornò sui propri passi, percorrendo il canale verso l'uscita della città o meglio l'ingresso della città di Yamamichi se si veniva da Iwa. Presto i primi segni di combattimento cominciarono a farsi vedere. Crateri sul cemeto liscio lasciati probabilmente da Taijutsu. Annerimenti dovuti a Jutsu Katon, scanalature e fori dovuti a qualche Jutsu di perforazione. Il cemento in alcuni punti si era sollevato a formare escrescenze e pareti. Lo scontro doveva essere durato abbastanza e Supaku continuò a muoversi fino a quando non arrivò ad una grata di ferro, là dove il canale scompariva nelle profondità della terra. I suoi piedi si fermarono davanti a qualcosa di molto strano. Si abbassò sulle ginocchi osservandolo da vicino. Era un piccolo cadaverino, rattrappito, di un rospo dal colore vede scuro. La cosa particolare era come era morto. Sotto di lui era aperta una piccola pozzetta di sangue, sopra sul dorso, si poteva vedere un taglio netto. Una katana doveva averlo trapassato da parte a parte. Sollevò l'animale tra le mani portandolo vicino al cadaver dell'uomo e appoggiandolo vicino. A quel punto cominciò a perlustrare meglio la zona fino a quando non trovò quello che cercava. Infilato in un fodero sulla schiena del ninja del Covo c'era un tanto. Estrasse l'arma con decisione, strappandola dal fodero annerito e pieno di bolle dovute al calore estremo a cui era stato sottoposto, la lama era ancora intatta seppure si poteva vedere dai segni sull'acciaio che molto probabilmente non avrebbe resistito ai colpi di altre armi come un tempo. Non gli interessava ovviamente, quello che voleva vedere era solo se la punta dell'arma entrava all'interno della ferita sulla schiena del rospo. Così era. Interessante.
Di che Villaggio era, originariamente, il ninja mandato a recuperare Kando?Kirigakure signore.Quindi aveva la conoscenza della muon di sicuro, questo gli avrebbe permesso di notare la presenza del rospo. Forse conosceva già bene le tecniche della modalità eremitica per sapere che il rospo poteva esser una minaccia od un diversivo e lo ha fatto subito fuori.Ci sono stati altri avvistamenti?Sì, signore, le persone che hanno assistito al combattimento a causa dei rumori dicono di aver visto il ninja darsi alla fuga dentro il villaggio. Supaku annuì, era come gli era stato detto, Kando stava arrivando a Yamamichi ed il ninja del Covo lo aveva trovato e combattuto nel canale prima che potesse entrare nella città e mimetizzarsi nella folla. Seppure per poco tempo visto quanto era pericoloso stare in mezzo alla gente sapendo di essere ricercato dal Covo.
Doveva fermarsi per fare rifornimento sicuramente. Ora però stava a lui stanarlo.
Si sollevò di nuovo in piedi lasciando cadere il rospo ed il tanto al suolo.
penso di aver visto tutto qui, portate via il cadavere e rimuovete ogni traccia. Gli uomini annuirono e cominciarono a darsi da fare. Lui si allontanò dopo aver richiamato con un cenno della mano il ninja vestito di verde. L'uomo si avvicino con aria ossequiosa.
Ho bisogno che dirami un comunicato a tutti i Mukenin della città: rilascia la descrizione del nostro uomo e metti una taglia sulla sua testa. Una somma grossa, non importa quanto, tanto non riusciranno ad ucciderlo, quello che mi serve è che questo comunicato lo faccia schizzare fuori da Yamamichi come se fosse in fiamme. Poi...hai una mappa della zona Sud di Iwa?L'uomo annuì estraendola con fare sicuro. Almeno era venuto preparato.
Richiama le nostre squadre che stanno agendo sul territorio, puoi farlo vero? Bene, richiamale e dille di posizionarsi nelle gole dei canyon di passaggio. Qui, qui, qui e qui. C'erano cinque strade per arrivare a Yamamichi dalle terre dei Regolari e per fortuna loro Iwagakure era un terreno così brullo ed inospitale che tutto il resto era montagna e roccia. Non percorrere le strade scavate nei canyon significava allungare il viaggio di settimane e, senza la risorse sufficienti, morire di fame.
Io mi posizionerò qui. senza aspettare conferma si mosse per scalare il canale e tornare sulla strada. Con un paio di blazi era di nuovo sui tetti della città. Ad un suo fischio deciso l'aquila tornò a scendere verso terra. Supaku cominciò a correre balzando da un tetto all'altro prima che il volatile scendesse di quota a sufficienza da permettergli con un carpiato di balzare verso l'aria ed atterrare sul suo manto piumato.
Si va a Sud. disse laconico mentre la città sotto di lui si allontanava a velocità impressionante.