Missione Maemi Takahashi

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    Missione Maemi Takahashi
    Missione a Servizio di:Kirigakure No Sato
    Livello:B
    Esecutori della Missione:Maemi Takahashi
    Shinobi, oggi il compito affidatoti è quello di occuparti di un Chuunin del nostro villaggio. Questo Ninja è molto promettente e abbiamo deciso di accompagnarlo con uno Shinobi più esperto perché possa valutarlo in missione: insegnagli i trucchi del mestiere ed in ultimo, valuta se ritieni sia idoneo a sostenere l'esame per diventare Sp. Jounin. La vostra missione sarà quella di recarvi nel Paese dell'Artiglio a Tsume; recentemente infatti il Paese ha richiesto il nostro aiuto per via delle numerose schermaglie con l'insediamento di Jozu, appartenente al Paese rivale della Zanna. In particolare sembra che Tsume stia perdendo territorio per via dell'aiuto che Jozu sta ricevendo da una coppia di Mukenin, uno di livello B e uno di livello C. Recatevi nella città e fate in modo che l'ago della bilancia penda a favore di Tsume e, se possibile, catturate i due Mukenin. Abbiamo bisogno di ottenere informazioni riguardo a ciò che sanno sui legami di Jozu con la criminalità organizzata.
    Buon Lavoro.
     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Kenta» -«Parlato Tsutsumi» - «Parlato Motoshiromizu » - «Parlato Altri»

    Lavoro di Coppia

    Parte I


    Maemi sollevò i grandi occhi blu dalla pergamena con lo stemma del Mizukage; dall'altra parte di un'ampia e incasinata scrivania, l'addetto alle missione ricambiava con tranquillità il suo sguardo.
    «È una presa in giro, vero?» chiese lei, incredula.
    «Presa in giro?» Il signor Fujiwara la guardò perplesso. «Perché dovrebbe esserlo, ragazza?»
    «Ma è...» iniziò a ribattere, lasciando tuttavia in sospeso la frase. Abbassò gli occhi, e avvampò nello scorgere nuovamente il nome del Chuunin. «Perché proprio lui a me?» insistette invece.
    «Non è un Chuunin come un altro?» Il signor Fujiwara sembrava sempre più confuso dal suo comportamento. Voltò il capo da una parte all'altra della propria scrivania, cercando un libretto per aprirlo e ficcarci dentro il naso. «Dovrebbe avere la tua età... ah, sì! Ha proprio la tua età! Un compagno di Accademia, forse?» Mise giù il libro. «Non dirmi che ti appiccicava le gomme da masticare sotto il banco, vero?»
    Per qualche oscuro motivo, il termine "appiccicare" rievocò in Maemi l'immagine delle proprie labbra incollate a quelle di Kenta, ed il rossore in faccia arrivò a rivaleggiare quello dei capelli. Farfugliò parole indistinte e richiuse la pergamena, dopodiché si voltò e uscì dalla Torre senza più dire una parola coerente.
    L'appuntamento - no, l'incontro, si corresse lei mentalmente, l'incontro - era fissato per quello stesso pomeriggio, ma la Sp.Jounin prese seriamente in considerazione di arrivare in tremendo ritardo. Si diresse invece a casa sua, dove sviò le domande intrusive di sua madre e cercò di affogare la propria apprensione spupazzando Sumo in giardino. Subito dopo pranzo passò in rassegna il proprio equipaggiamento, controllando che tutto fosse in ordine e perfettamente affilato. Infine, con ben dieci minuti di anticipo, si decide ad uscire di casa per andare al cancello est. Il debole scricchiolare della porta, quando la richiuse, parve risuonare terribilmente forte.
    Non era la prima volta che incontrava Kenta dopo il diploma. Recentemente la sua migliore amica, Nariko, l'aveva trascinata a forza in un'uscita con dei loro vecchi compagni d'accademia, e - un po' a tradimento - aveva invitato anche Kenta. Un ragazzo ben piazzato, alto ma con dei gentili occhi color cioccolato, che mai si era staccato da lei per tutta la nottata di divertimento. Avevano finito col baciarsi per svariati minuti sotto le brillanti luci dei fuochi d'artificio, ed era stato molto bello.
    Poi Maemi aveva preso ad evitarlo come la peste. Era molto infantile da parte sua, ma aveva deciso di dimenticare tutta la faccenda e procedere come se quella serata non fosse mai successa. Non era ancora certa del perché, ma era l'unica opzione che le dava un po' di pace mentale. Ovviamente quella missione aveva rovinato tutto: rivedersi con Kenta avrebbe significato affrontare il problema del perché lo stava evitando, e Maemi proprio non se la sentiva.
    All'angolo successivo di una via tortuosa, immerso nella calca del primo pomeriggio, la kunoichi individuò una figura familiare. Il ragazzo, così alto da spiccare oltre alla maggior parte delle persone, si guardava attorno nervosamente, sicuramente anche lui teso per l'imminente incontro. Per un breve, folle attimo, Maemi pensò di cambiare strada e ritardare ancora di più l'inevitabile, ma l'idea sfumò completamente quando gli occhi scuri di Kenta rotearono su di lei. La Sp.Jounin fu sicura di essere stata notata da quel guizzo di luce che li fece brillare, e che le causò uno strano sobbalzo di stomaco.
    Kenta fece proprio quello che lei aveva pregato di non fare: si fiondò nella sua direzione. I piedi di Maemi si piantarono bruscamente a terra, come se nulla al mondo potesse spostarli da lì. «Maemi!» esclamò il Chuunin tra le facce dei passanti; due attimi dopo e quasi non inciampò per frenarsi difronte a lei.
    «Kenta» lo salutò lei, facendo un passo indietro. Perché aveva usato quel tono gelido?
    Lui non ricambiò il saluto. «Ti ho cercata dappertutto in queste settimane! Qualcuno deve averti pur detto qualcosa!» esclamò, il tono un misto tra l'accusatorio e il ferito. «Per caso mi stavi evitando?».
    «No» mentì lei spudoratamente, incrociando le braccia davanti al petto. E perché dava l'impressione di essere scocciata da lui?
    Kenta appariva più agitato di lei; si guardava attorno, quasi spaesato, o forse semplicemente non sapeva che dire. «Non hai indosso il ciondolo» constatò.
    Si riferiva al regaluccio che le aveva fatto il giorno del festival. Maemi fece spallucce. «Perché dovrei? Non mi sembra di doverti nulla, o sbaglio?»
    E adesso perché faceva la stronza? Il suo stesso comportamento la sconcertava.
    A giudicare dalla faccia, Kenta pensava la medesima cosa. «Perché fai così? Ho fatto qualcosa di sbagliato...?» I suoi occhi lampeggiarono all'improvviso. «È per il bacio, vero? È per questo che ho cercato di fermarti, so che voi ragazze ci tenete molto che la prima volta sia speciale...»
    Il corpo di Maemi fu come attraversato da una scossa. «Come fai a saperlo?» scattò subito, sciogliendo le mani conserte. «Chi te l'ha detto?»
    «Cosa?»
    «Che per me era la prima volta».
    «Oh». Kenta arrossì. «No, giuro che non me l'ha detto nessuno. Solo che... ehm» Sembrava a corto di parole. «Be', diciamo che si... si capiva...»
    Maemi lo fissò sgomentata. «Scusami?!»
    Da quel momento la situazione precipitò molto velocemente.
    «Quindi secondo te bacio di merda, è così?»
    «Eh? No! Aspetta, non hai capito...»
    «Non ho capito?!» ripeté Maemi, sempre più indignata. «Quindi adesso sono pure stupida?»
    Kenta la fissava allibito. «Ma non ho mai detto...!»
    «Sì che lo hai detto!» ringhiò Maemi, gli occhi fiammeggianti e la voce che aumentava di diverse ottava. Ogni vago senso di colpa si era dissolto in un attimo e, anzi, desiderò esserci andata anche più pesante. «E comunque ero mezza ubriaca, scusa se non ho dato la performance della vita! Ma poi come... come ti permetti?!»
    «Ma se non l'ho mai neanche pensato! Mi stai mettendo in bocca parole che non...»
    «Oh, "si capiva" che non ero un'esperta, secondo te che diavolo può voler dire?! Davvero mi prendi per scema? E stai lontano con quelle mani!»
    Kenta, che aveva allungato un braccio, si arrestò di botto. «Maemi, non volevo offenderti...»
    «E allora perché apri bocca?» lo interruppe brutalmente Maemi, con ben più di una punta di veleno. Gli occhi da infuocati divennero gelidi; alzò il mento e si nascose dietro un familiare senso di superiorità. «Devo ricordarti di moderare i toni quando parli con un superiore, Chuunin?»
    Il tono sprezzante con cui aveva rimarcato l'ultimo termine, quasi fosse un insulto, era totalmente voluto.
    Kenta la guardò dispiaciuto ed abbassò la mano. «No».
    «Bene» si limitò a sibilare Maemi, e senza guardarlo lo sorpassò per dirigersi oltre il cancello del Villaggio. Si passò una mano tra i capelli, come se temesse che la sfuriata glieli avesse scarmigliati. «Non credo ci sia bisogno di dire altro. Ora andiamo e senza tante storie: abbiamo una missione da completare».
    «Ma...»
    «E non mi parlare. La tua voce mi da sui nervi».

    ❋❋❋


    Attraccarono a Suimon dopo quattro giorni di noiosissima navigazione e ne impiegarono tre a percorrere la strada costiera che andava dal Paese delle Valli fino all'Artiglio, nonostante le cavalcature noleggiate per far prima. Le nevicati abbondanti avevano reso le strade difficili da percorrere ed il vento che soffiava dal mare, sferzando le paludi saline coperte di neve, era tagliente e freddo. Maemi e Kenta trascorsero ogni notte nei ben distanziati ostelli che erano dislocati ad uguale distanza uno dall'altro, lungo il tratto di costa disabitato. Gli ostelli non erano ben tenuti come la loro controparti oltremare, ma se non altro erano adeguati.
    La notte del terzo giorno, durante una pausa per far riposare i cavalli prima di arrivare a Tsume, Maemi se ne stava seduta vicino al fuoco, intenta a fissare, cupa, le fiamme. Kenta era seduto dall'altra parte, e non la guardava.
    Dopo svariati minuti di pesante silenzio, il ragazzo fece un sospiro tremolante. «Ti... andrebbe di raccontare una storia?»
    Maemi levò la testa di lato, e trovò Kenta che la fissava come se fosse un'iguana pronta a sbranarlo. Il viaggio era proceduto senza intoppi e in religioso silenzio, nessuno dei due che osava spezzare quella tacita abitudine di ignorarsi a vicenda; i primi giorni, doveva essere onesta, Maemi aveva continuato a incenerirlo con lo sguardo, disincentivando ogni tentativo di riappacificazione. Ma, dopo la traversata via mare, la noia aveva preso il sopravvento sull'arrabbiatura, e la kunoichi iniziava ad aver disperato bisogno di interazione umana. Il problema era che Kenta non sembrava arrivarci. Ok, lei era stata molto chiara che non doveva più rivolgerle la parola... ma davvero non riusciva a leggere la situazione, e capire che le sue intenzioni erano cambiate? Da quando avevano preso i cavalli, aveva smesso di lanciargli occhiatacce, e questo doveva essere un segnale a suo dire eloquente. E, ovviamente, non toccava a lei cedere per prima: col cavolo che avrebbe macchiato il suo orgoglio facendogli credere di aver lasciato perdere il litigio.
    "Be', meglio tardi che mai" fu la sua compiaciuta considerazione. Si sentiva come se avesse appena vinto un braccio di ferro. «Perché?» chiese infine, cercando comunque di non mostrarsi affatto contenta.
    Lui fece spallucce. «I tuoi non erano cantastorie?»
    «Facevano teatro» precisò lei, portando lo sguardo su una ciocca di capelli e iniziando a giocherellarci.
    «Sì, be', è quasi la stessa cosa...»
    «Non è la stessa cosa». La ragazza lo trafisse con lo sguardo attraverso la tremolante luce del fuoco. «Come ti sentiresti se paragonassi la tua katana ad un taglierino?»
    Kenta le riservò un'occhiata impotente. «Scusa» fece. «Volevo dire, comunque narrano una storia. Immagino tu ne conosca parecchie».
    Effettivamente era così. Maemi ci pensò un po' su, senza smettere di intrecciare e strecciare le ciocche dei propri capelli. «C'è una storia ambientata in un regno fantastico, con gli usi e i costumi che ci possiamo immaginare di tantissimo tempo fa» esordì all'improvviso. «Un regno in mezzo a tanti altri, caduto in rovina e presto cessato di esistere. Il loro dio, dal nome dimenticato, piangeva solitario nelle lande desolate e vagava gemendo fra le rovine coperte di muschio. Le colline ed i corsi d'acqua erano pieni di pregiato oro giallo, fonte della loro rovina. Quando un certo regno confinante era venuto a conoscenza di quel tesoro, la tentazione divenne troppo grande, ed il risultato... fu la guerra. Una guerra inevitabile che distrusse e sterminò il popolo di questo regno tanto rigoglioso, ma lo spirito del dio e gli spettri degli uccisi rimasero a custodire la capitale.
    Arrivarono un giorno tre uomini ardimentosi che, nel sentir parlare di tutto quell'oro, decisero di recarsi oltre il confine per conquistarsene una parte. Questi uomini erano avventurosi e non diedero retta alle voci circa l'esistenza degli spettri. Fu un viaggio lungo, ma continuarono ad avanzare arsi dalla bramosia dell'oro. Lo Spirito del dio gemeva intorno a loro, ma lo scambiarono per il vento e dunque non se ne curarono. Udirono, non molto lontano, il rumore di un fiume: sapevano che era più facile trovare l'oro vicino alle rive di un corso d'acqua, quindi i tre si diressero in tutta fretta verso il punto da cui giungeva quel rumore»
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    Gli occhi di Kenta erano incollati ai suoi. I riverberi del fuoco vi danzavano dentro.
    «Uno di essi» continuò Maemi, «abbassò per caso gli occhi sul terreno e vide che era cosparso d'oro... in pezzi e pepite. Sopraffatto dall'avidità, non disse nulla e rimase sempre più indietro rispetto ai compagni fino a perderli di vista, poi si gettò in ginocchio e cominciò a raccogliere l'oro come si potrebbe fare con i fiori in un prato.
    D'un tratto, udì un suono alle proprie spalle, si volse e scorse qualcosa che è meglio non descrivere. Lasciò cadere l'oro e si mise a correre. Cadde nella profonda gola del fiume, e gli altri due avventurosi rimasero sorpresi, si volsero e seppero cosa lo stava inseguendo. Uno dei due impazzì per il terrore e si gettò nel baratro, ma il terzo, che era il più coraggioso, si disse che in realtà gli spettri non potevano fare del male ad un essere vivente, e non si mosse, certo che non gli potessero fare del male»
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    Maemi fece una pausa e bevve un piccolo sorso dalla sua borraccia.
    «E poi» continuò, voltandosi verso Kenta con un sorrisetto malizioso «gli spettri, siccome anch'essi sono in grado di avere fame, lo fecero a pezzi e lo divorarono».
    Il ragazzo ritrasse la testa, come a volersi allontanare col pensiero. La cosa che sorprese la giovane, tuttavia, era la sua espressione: non era disgustata o seccata, quanto più perplessa. «Scusami...» iniziò a dire, seppur con esitazione. «Ma se lo hanno mangiato... gli spettri, intendo... dov'è andato a finire? Voglio dire... se gli spettri sono privi di sostanza allora non hanno uno stomaco, ti pare? E cosa possono usare per mordere?»
    Maemi lo fissò, sbattendo più volte le ciglia. Per qualche istante pensò che la stesse prendendo in giro, poi, d'un tratto, scoppiò a ridere. In un primo momento, Kenta parve seccato, ma ben presto anche lui si unì alla risata che a poco a poco dilagò attorno a loro, facendo scappare scoiattoli e altri piccoli animaletti.
    «Abbiamo riposato abbastanza». Maemi si rialzò, pulendosi le mani sul tessuto dei pantaloni; sembrava che quella risata avesse sgonfiato la tensione tra loro senza bisogno di altre parole. Era... un sollievo. «Su, spegni il fuoco. Voglio arrivare a Tsume prima dell'alba».

    Parte II


    Tsume, la più grande città di tutto il Paese dell'Artiglio nonché sua capitale, era un ampio abitato che sorgeva alla bocca di un fiume, e che costituiva il nodo centrale più logico e naturale per la Grande Strada Orientale; essa procedeva attraverso il Paese della Zanna fino ai misteriosi territori dei Demoni ed alla più estrema terra del Fiore di Garofano. Si poteva quindi affermare, senza timore di sbagliarsi più di tanto, che tutte le strade più importanti della penisola si incrociavano a Tsume.
    In una tarda nottata gelida e nevosa, la coppia di kiriani discese il fianco di una collina verso la città. Ad una certa distanza dalle porte, Maemi fece fermare il proprio cavallo.
    «Quando entreremo, occupati tu di parlare» disse, rivolta a Kenta. «Voglio che ti prendano come il capo, qui».
    Il ragazzo si accigliò. «Perché?»
    «Perché è un ordine».
    Kenta si voltò a guardarla, e sul suo volto balenò un fastidio mal contenuto. Era chiaro che non fosse contento, ma Maemi non lo riteneva affar suo.
    Alle porte della città, due guardie con indosso tuniche macchiate e protezioni chiazzate di ruggine uscirono dal piccolo casotto di guardia che sorgeva appena all'interno delle mura. «Cosa vi conduce a Tsume?» l'interpellò rozzamente una di queste, accostandosi al cavallo di Kenta.
    Questi tirò fuori il rotolo e glielo porse senza dire una parola. La guardia se lo portò sotto gli occhi e lesse con attenzione. «Benvenuti in città, Shinobi» disse allora con voce ufficiosa. «Mi è stato comandato di portarvi subito al palazzo Maeda, dove sarete ricevuti da chi di dovere».
    Kenta lanciò a Maemi un'occhiata di sottecchi. «Siamo molto stanchi dal viaggio, e preferiremmo riposare. Ma se la questione non può aspettare...»
    «No» confermò la guarda. «Purtroppo non può».
    Kenta sospirò, poi fece cenno a Maemi. «Mi sa che non abbiamo scelta, allora. Andiamo».
    Sotto l'andatura controllata della guardia, i due shinobi si addentrarono nella capitale ammantata dall'oscurità. La città era ragionevolmente deserta, mentre sgusciavano silenziosi nei cortili bui e nei passaggi ombrosi, e tuttavia le nere pareti che incombevano tutt'intorno avevano un che di minaccioso.
    «Incontreremo il generale Motoshiromizu?» chiese Kenta dopo svariati minuti di silenzio.
    La guardia gli gettò una rapida occhiata sorpresa. «Gli ordini arrivano direttamente dalla principessa Tsutsumi, che si è recentemente trasferita al palazzo Maeda».
    «Lei è qui?» chiese il Chuunin, strabuzzando gli occhi. «Pensavo che stesse... non so, non qui. I Signori solitamente non soggiornano nella capitale».
    «La nostra signora è ben protetta, e desidera presiedere direttamente alle azioni di guerra».
    Kenta annuì gravemente, ma sembrava ancora scioccato dalla rivelazione.
    «Di chi state parlando?» sussurrò Maemi, dopo aver attirato l'attenzione del ragazzo con un cenno. «Chi sarebbe questa principessa Tsutsumi?»
    «È l'attuale daimyo» mormorò lui in risposta, ancora meravigliato. «Akiko Tsutsumi è il suo nome completo. Il precedente daimyo è morto senza eredi svariati mesi fa, ed ha scelto come successore la figlia di un suo nobile magistrato, nonché carissimo amico. È stato uno shock un po' per tutti, se non erro. Motoshiromizu-dono è invece il generale che ha servito il vecchio daimyo ed ha posto fine al conflitto con il Paese della Zanna anni orsono. Un soldato ultra decorato e molto ben stimato».
    «E tutte queste cose come le sai?»
    «Mi sono informato». Kenta scrollò le spalle, tornando a guardare dritto davanti a sé. «Avevo tutta la mattina libera, prima del nostro incontro... e ne ho approfittato per fare un salto a prendere qualche scritto. Ho letto tutto durante la traversata. Sai, preferisco farmi una cultura quando devo andare a trattare con un paese distante o di poca rilevanza politica... semplifica un sacco di cose, e gli abitanti si mostrano generalmente più cordiali».
    Maemi ne rimase così sorpresa che per un po' non disse nulla. «È... una decisione intelligente» disse, cercando di contenere il suo stupore. «La ripresa delle ostilità può essere legata al cambio di potere?»
    «Indubbiamente. Quando hanno sentito dell'ascesa di Tsutsumi-sama gli sarà venuta la bava alla bocca: credo che si aspettassero, con timore, che il vecchio daimyo eleggesse il generale Motoshiromizu in qualità di suo successore».
    «Aspettativa che condividevamo tutti» aggiunse, a denti stretti, la guardia poco più in là. Probabilmente non era stata sua intenzione farsi udire, ma i ragazzi si scambiarono un lungo sguardo. Quell'uscita poteva solo una stupidaggine, nulla di importante... o forse nascondeva qualcosa di significativo.
    Dopo aver oltrepassato una grande, splendida piazza, imboccarono un ampio viale che conduceva al palazzo. Questo era un imponente edificio a due piani, con ampie ali che si estendevano ai lati di un cortile pavimentato. La guardia precedette i due shinobi e si diresse verso un uomo dall'aria agitata che, dai grandi gradini del palazzo, stava venendo loro incontro. I due parlarono per qualche istante, tempo che Maemi e Kenta sfruttarono per smontare di sella.
    «Prego» fece poi il secondo uomo, rivolgendosi direttamente ai due. «Siate tanto gentili da seguirmi». E fece strada nell'ampio corridoio che si trovava oltre la porta.
    L'edificio era tanto grande che ci misero dieci minuti per raggiungere in un'anticamera immersa nella penombra, dove venne chiesto loro di attendere. Era circolare e con tanti divanetti di velluto scuro. Nell'attesa, Maemi continuava a guardarsi attorno a braccia conserte, vagamente seccata; Kenta invece pareva del tutto tranquillo, seduto rigidamente mentre si osservava intorno con innocente curiosità. «Perché ci stanno facendo aspettare?» chiese.
    «Stanno andando a svegliare le vossignorie» rispose aspramente Maemi, voltando lo sguardo per fissare un quadro particolarmente cupo. «Dici che incontreremo sia la daimyo che questo famoso generale?»
    «È probabile».
    «Cosa dovremmo aspettarci?»
    «In verità non saprei dirti. Le descrizioni sul Generale Motoshiromizu sono generalmente troppo infiorettate per essere prese sul serio. Quel che so è che ha preso con molta serenità l'ascesa di Tsutsumi e l'ha fin da subito appoggiata».
    Per un attimo, Maemi non rispose ed il suo avanti e indietro fu l'unico rumore a rieccheggiare nella saletta. «Un uomo come lui ha tutto il potere per fregarsene delle volontà dell'ultimo daimyo e prendersi il titolo con la forza. Deve avere qualche motivo losco per appoggiarla... almeno temporaneamente».
    «Perché per te dev'esserci sempre un inganno, dietro? Le persone corrette possono esistere, Maemi».
    Maemi storse la bocca, per nulla d'accordo. Non ebbe tuttavia modo di aggiungere nulla, perché un damerino con la puzza sotto il naso aprì in quel momento le porta, invitandoli a seguirlo.
    L'ambiente in cui vennero introdotti era vasto, con due tavoli rotondi al centro sala, uno sulla destra ed uno sulla sinistra, e candele in ogni angolo. Le pareti prive di finestre erano rivestite da ampi arazzi con intricate rappresentazioni di battaglie e vittorie, dando al tutto un'impressione da "sala di guerra". La figura sottile di una donna si ergeva al centro della stanza, e al suo fianco un imponente uomo dalla tunica argentata, che brillava come fosse armatura. Un secondo uomo con una corta barba castana era seduto, con suo notevole disagio, su una delle sedie attorno al tavolo a destra; al suo corrispettivo opposto c'era invece una donna anziana con un lungo bastone serrato in una mano nodosa ed i capelli filacciosi e scarmigliati che le ricadevano sul volto. Infine, a parecchi passi dietro tutti loro, c'era un ragazzetto che si fissava le scarpe a capo chino.
    Erano in cinque, si accorse Maemi mentre camminava a pochi centimetri dietro Kenta. Quest'ultimo si fermò a cinque metri di distanza e si prodigò in un profondo inchino. «Grande Nome» salutò, con tono formare e sicuro di sé. «È un onore essere introdotti al vostro cospetto. Il mio nome è Kenta, mentre questa è la mia compagna di missione, Maemi. Siamo al vostro servizio sotto ordine del Mizukage».
    Maemi lo imitò, considerando che il Chuunin si muoveva bene dinanzi alla più alta carica di un Paese straniero.
    La daimyo riservò a Kenta un sorriso gentile. Dimostrava circa vent'anni ed indossava un kimono di seta, con sopravvesti molto ricche, un'alta cinture alla vita e grosse spalline rigide. «Benvenuti a Tsume, shinobi» disse, con una voce che aveva un suono piuttosto ordinario. «Vi ringrazio per esservi affrettati fino a qui. Permettetemi di presentarvi i miei più fidati Consiglieri: Eguchi-sama è un grande diplomatico che ha, in passato, aiutato a mediare la pace con la Zanna. La venerando Kodai-sama è invece la vedova del precedente daimyo ed ha giurato di aiutarmi nella mia inesperienza».
    Maemi e Kenta fecero cenni di rispettoso saluto ad entrambi.
    «Ed infine» continuò Tsutsumi-sama, voltando lo sguardo verso l'uomo alla sua destra, «ho l'onore di presentarvi il Generale Motoshiromizu, campione dell'Artiglio e mio inestimabile amico».
    Il generale, quando venne introdotto, si piegò in un rispettoso cenno col capo. Era un uomo alto e serio, con penetranti occhi grigi. Kenta e Maemi ricambiarono il cenno. La ragazza, in particolare, si prese il suo tempo per scrutarlo con discreazione. Era un uomo visibilmente orgoglioso, ormai non più tanto giovane da prendere attivamente parte alle azioni sul campo, ma la cui esperienza poteva essere meglio utilizzata nell'ideazione di strategie belliche.
    «Mio figlio minore, Saburo, è qui per apprendere in attesa dei suoi quindici anni» disse il Generale, notando le occhiate che i due shinobi gettavano dietro le sue spalle. «Quando avrà l'età giusta potrà unirsi ai suoi fratelli al fronte».
    Saburo arrossì violentemente alla menzione del suo nome, e calò ancora più in giù la testa; voleva essere un saluto rispettoso, ma parve più un segno di sottomissione. Maemi lo scrutò: sembrava che facesse di tutto per scomparire dietro le spalle del padre, piegato da un'eccessiva timidezza. «Siete solo in cinque» fu la sua considerazione, dopo qualche attimo di silenzio.
    «È mio desiderio che i vostri affari qui rimangano più segreti possibili» fu la risposta della daimyo. «Per preservare la vostra missione. Le persone in questa stanza sono le uniche a sapere il vostro scopo».
    E tra quelle c'era il generale che avrebbe potuto tanto facilmente rubarle il comando, constatò Maemi con una punta di cinismo. Fece passare lo sguardo dalla ragazza all'uomo: non si guardavano, ed il modo con cui erano disposti l'uno affianco all'altro sembrava comunicare una sorta di... paritaria collaborazione. Davvero la giovane daimyo aveva trovato nel Generale Motoshiromizu un amico, una guida? O forse era il Generale che, con la sua esperienza, era diventato il burattinaio di una ragazzina impreparata e schiacciata da una situazione più grande di lei? O forse la daimyo era meno sprovveduta di quel che appariva, e si teneva il Generale vicino per far fede al detto "tieni gli amici vicini e i nemici ancora più vicini".
    "Tutto è possibile" fu la riflessione finale della ragazza, rilasciando un lento sospiro tra le labbra. "E temo che non avrò modo di scoprire la verità". Non non era certo quello l'obiettivo della missione, ma Maemi era curiosa come se si trattasse di un gioco... un rompicapo intrigante.
    «Non è più possibile aspettare». Il Generale prese in mano la situazione: si avvicinò ad una tavolata rotonda, poggiandovi una mano e rivolgendo gli occhi sulla mappa del Paese adagiata comodamente sulla superficie. «I nostri nemici sono riusciti a impossessarsi di alcune piccole province confinanti a sud, e dai movimenti delle truppe sospettiamo si stiano muovendo verso la costa. Se riuscissero ad invadere Kagawa, la nostra città portuale più importante, sarebbe un colpo durissimo per noi. Da quella vena arrivano tutti i maggiori scambi commerciali esteri... tra cui alcuni elementi bellici. È tra le città meglio fortificate del Paese, ma dopo l'attacco dei ninja al granaio di Mitarai, dobbiamo essere pronti a tutto».
    «È stato il colpo più grave» mormorò la daimyo, volgendo gli occhi ai due shinobi. «Si trova ad appena pochi chilometri da qui, e ospita le provviste di grano per l'intera Capitale, nonché le riserve per le truppe. È... era una struttura imponente. Due settimane fa, i due Mukenin assoldati dalla Zanna sono riusciti a farla esplodere completamente e a scappare impuniti».
    Maemi rabbrividì. Un colpaccio, di sicuro: l'inverno era iniziato da poco in quelle zone, e l'avrebbero passato con metà delle riserve di cibo. Senza contare che quei Mukenin erano riusciti ad addentrarsi così in profondità nel Paese senza essere notati, né destare sospetti. «Difficile coprire una campagna, se non hai di che sfamare i tuoi uomini».
    «È il motivo per cui lo volevo maggiormente protetto» fu la sua risposta, con una nota di disappunto. «Già sapevamo che la Zanna aveva ricorso a sporchi aiuti esterni affinché gli rendesse facile il lavoro. Avremmo dovuto immaginarlo».
    «Non c'era alcun motivo di dispiegare uomini su un edificio così lontano dal conflitto». Per la prima volta, la vecchia vedova parlò. Aveva una voce raschiante, come di carta vetrata. «Ovviamente è molto più facile parlare col senno di poi».
    «Era stato suggerito di rinforzare il granaio?» si intromise Maemi. «Qui? In questa sede?»
    «È esatto. Un avvertimento alquanto profetico dato che, nemmeno quattro giorni dopo, c'è stato l'attacco. Le capacità degli shinobi di infiltrarsi oltre i nostri confini è stata sottovalutata».
    «E, ovviamente, non c'è modo di risalire a quanto è stato detto in queste consultazioni, vero?»
    «Certo che no». La daimyo la squadrò curiosamente. «Non è permesso appuntarsi nulla di quanto viene detto, e ai i presente è proibito di parlarne con chicchessia. La punizione è, per legge, la pena capitale».
    Maemi lasciò vagare lo sguardo dietro la donna, dando una lunga e attenta occhiata. «Sono ben presidiati, i confini?»
    «Ottimamente. Ci sono solo un paio di punti nascosti di cui siamo a conoscenza, usati per dell'innocuo - se non addirittura proficuo - contrabbando, ma è impossibile che il nemico li conosca. Di questo ne abbiamo la certezza».
    La kunoichi non disse nulla; roteò gli occhi verso Kenta, che la stava fissando di rimando. Soppresse un sorriso, dopodiché non insistette ulteriormente sulla questione.
    Continuarono a parlare. Parlarono molto, dilungandosi su particolari e dettagli di date, orari e successione di avvenimenti. Kenta si occupò in maggioranza di fare i discorsi, di chiedere maggiori informazioni ed avanzare supposizioni. Quando si arrivò al sodo, il ragazzo esitò sul prendere una decisione; lanciò un'ultima occhiata a Maemi, e optò, con saggezza, di rimandare il tutto al mattino successivo. Erano le tre di notte inoltrate, e avevano bisogno di dormire.
    «Rimarrete al castello, per questa notte» fu la decisione finale della daimyo, accogliendo la sua proposta. «Dopodiché vi chiedo di affrettarvi a compiere la vostra missione. La stabilità dell'intero Paese può dipendere da voi».
    E con questo allegro, e per nulla stressante augurio, i due shinobi vennero scortati in dei veri e propri appartamenti: due stanze da letto separate ma interconnesse da un salottino di modeste dimensioni. Nonostante il buio della notte, il giallo pallido delle pareti e la quantità eccessiva di specchi davano una buona illuminazione all'ambiente.
    Kenta richiuse la porta del salottino, voltandosi immediatamente verso Maemi con gli occhi carichi di sospetto. «Che cosa c'è?» le chiese subito, bruscamente. «Lo vedevo dagli occhi che morivi dalla voglia di dirmi qualcosa. Sputa il rospo».
    La ragazza, che gli dava di spalle, aveva adocchiato il proprio riflesso nello specchio sopra un tavolo da toeletta, e vi si avvicinò. Non rispose subito: si prese qualche secondo per adocchiare la propria figura stanca, le ombre scure sotto gli occhi e i capelli spenti. Fece un sospiro. «Secondo te come facevano i Mukenin a sapere del granaio?» chiese invece, osservando il ragazza dal riflesso del vetro.
    Kenta sbatté più volte le palpebre. «Come?»
    «Il Generale ha sottolineato l'importanza del granaio in sede di consultazione, e guarda caso quattro giorni dopo l'edificio viene dato alle fiamme».
    Il ragazzo fece spallucce. «Non mi sembra una coincidenza così strana. In guerra si cerca sempre di minare cibo e roba del genere».
    «Però è molto difficile, per un solo Sp.Jounin ed un Chuunin, addentrarsi così in profondità in territorio nemico senza dare nell'occhio. Dovresti sapere esattamente dove andare, quali luoghi evitare, cosa aspettarti... altrimenti il rischio supera il beneficio».
    «Non sappiamo le abilità dei Mukenin: possono avere un modo tutto loro per orientarsi senza farsi vedere».
    «Se avessero abilità che rendono semplice un'infiltrazione, non si sarebbero limitati a fare solo quel colpo. Non molto distante c'è la capitale: avrebbero potuto entrare e ammazzare la daimyo, o il Generale. Sono passate settimane dall'attacco a Mitarai e non ci sono stati altri danni».
    «Dove vuoi andare a parare?»
    «Davvero non ci sei già arrivato?»
    Sul viso di Kenta si disegnò un cipiglio più marcato, mentre la mente arrivava alla stessa considerazione di Maemi. «Vuoi dire che...?»
    «Sì, Kenta». Maemi sorrise, gli occhi blu che si illuminavano di sinistra soddisfazione. «Nei piani alti si nasconde una talpa. Ed è tra quelli che abbiamo incontrato oggi».

    ❋❋❋


    Come il caso volle, fu proprio in un corridoio in penombra, non dissimile da quello percorso la sera prima, che Maemi si... imbatté nel il figlio più giovane di Motoshiromizu. Erano le nove del mattino. Saburo stava percorrendo il passaggio in una direzione, la kunoichi procedeva in senso opposto, ed il ragazzo impallidì leggermente quando la scorse, abbassando il capo a mo' di saluto per nascondere la propria espressione. Maemi ricambiò il cenno, come se fosse stata sua intenzione proseguire in silenzio, ma si girò non appena lo ebbe oltrepassato.
    «Saburo» chiamò, in tono quieto.
    Il figlio di Motoshiromizu si voltò, con un'espressione spaventata sul viso.
    «Mi sembri turbato» commentò Maemi, con voce quasi indifferente. «Non è che per caso hai perso qualcosa di importante? Tipo... questa?» Sfilò una pergamena sottile da un taschino nella divisa e gliela porse.
    CITAZIONE
    Pergamene Minori
    PergameneMinori_zpsde63023c
    Si tratta di due rotoli, generalmente usati per sigillare qualcosa tramite appositi Fuunjutsu. Possono essere utilizzati sia da soli che in coppia per i relativi Fuuinjutsu che ne necessitano. Non sono monouso ed utilizzabili per più tecniche, banali o complesse che siano.

    Saburo la fissò con gli occhi sgranati, senza muoversi. Riconobbe la pergamena bianca che, fino a quella mattina, era nascosta per bene sotto un'asse traballante in camera sua.
    «Non disturbarti con le scuse, l'abbiamo già testata» aggiunse Maemi e, come se avesse pronunciato le parole magiche, Kenta sbucò da un corridoio più in là e si avvicinò per chiudere ogni possibile via di fuga. «La tua pergamena è direttamente collegata a quella dei Mukenin, non è vero? Il mio amico qua sa fare lo stesso trucchetto».
    «Si chiama Comunicazione del Rotolo» si intromise Kenta, incrociando le braccia. «Nome parecchio banale, se volete il mio parere».
    Saburo si voltò a guardarlo, la sua figura gracile che pareva ancora più ossuta in confronto alla stazza del ninja. Fu assalito da un tremito violento, poi si gettò di colpo in ginocchio. «Vi prego» supplicò, «permettetemi di uccidermi da solo. Se mio padre dovesse scoprire che cosa ho fatto, gli si spezzerebbe il cuore».
    «Perché hai tradito la tua patria, Saburo?» domandò Maemi.
    «Per amore di mio padre» confessò il giovane, con gli occhi colmi di lacrime. «Lui era l'uomo che più meritava il titolo di Daimyo, e l'arrivo della principessa Tsutsumi lo ha sminuito. Non potevo sopportarlo. Vi supplico, non fatemi trascinare sul patibolo come un comune criminale, risparmiate a mio padre quest'ultima umiliazione! Datemi uno dei vostri pugnali e me lo pianterò nel cuore qui stesso!»
    «Non dire assurdità» ribatté Kenta, prendendolo per un braccio, «e tirati su. Hai l'aria da stupido, così in ginocchio»
    «Ma...» cominciò a protestare Saburo.
    «Oh, taci!» lo interruppe, stizzita, Maemi. Fece due passi avanti, e Kenta mollò la presa su Saburo. «Ho bisogno di risposte certe» mormorò, posando ed artigliando con una mano la spalla del ragazzo.
    Kakkou no Genjutsu - Il Genjutsu di Kakkou
    KakkousGenjutsu-IlGenjutsudiKakkou_zpsf002cd7c
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Genjutsu
    Una Tecnica di basso livello che ha lo scopo d'estorcere informazioni alle proprie vittime. Quando il soggetto viene catturato in questo Genjutsu normalmente è legato poiché in caso contrario sarebbe facile uscirne con il Kai. Il Genjutsu necessita che l'utilizzatore rimanga immobile mantenendo un contatto fisico con il bersaglio per tutto il tempo in cui il Jutsu viene adoperato. L'utilizzatore dovrà fare una semplice domanda per volta, in modo chiaro e comprensibile al bersaglio e quest'ultimo dovrà rispondere. Ninja di grado pari o superiore all'utilizzatore potranno rifiutarsi di rispondere rinchiudendosi in uno stato catatonico da cui potranno uscire solo se il Jutsu viene dissolto, oppure dopo due turni. Se il bersaglio risulta di un grado o più inferiore, sarà tenuto a rispondere con precisione a qualsiasi domanda.
    Dissolvibile con il Kai.
    Gli specializzati in Genjutsu sono considerabili di un grado superiore nell'uso di questo Jutsu, se lo subiscono.
    Se utilizzata a fini investigativi durante le Missioni, la Tecnica non avrà Consumo.

    Consumo: NA

    La mano libera aveva terminato una breve serie di Sigilli, mentre il Chakra fluiva dal corpo ed oltre la mano, per concentrarsi sulle giuste parti cerebrali. «Ammetti di aver passato, di tua spontanea volontà, informazioni classificate ai Mukenin di Jozu?»
    Saburo la fissava, sbattendo gli occhi per scacciare le lacrime. «Sì» biascicò, con voce rauca.
    «Li hai aiutati ad architettare l'attacco al granaio?»
    «Sì».
    «Che informazioni hai passato?»
    «Ho detto loro che il granaio sarebbe stato una preda facile. Poi... ho spiegato la strada più sicura da prendere, e la disposizione delle truppe nella zona».
    Maemi annuì, reprimendo un sorriso di soddisfazione. Ci aveva visto giusto. «E come vi siete messi in contatto, tu e i due Mukenin?»
    «Io... non mi ero messo in contatto con loro. Sono riuscito a far passare un messaggio a quelli di Jozu, e attraverso la stessa mano loro mi hanno inviato quella». Col dito tremolante, indicò la pergamena ancora nelle mani di Maemi. «L'ho aperta... e poco dopo ha iniziato a comparire tutto quello che dovevo sapere».
    «E hai continuato a seguire le loro istruzioni» concluse Maemi. Non era una domanda, pertanto Saburo non dovette rispondere; invece, iniziò a singhiozzare debolmente sotto la sua morsa. «Non ho ancora finito» incalzò lei crudelmente. «Qual è l'ultima informazione che gli hai dato?»
    «Mi hanno chiesto che genere di protezioni avesse la città di Kagawa. È stato... due giorni fa. Poi hanno insistito sulle disposizioni delle catapulte sulle scogliere».
    Maemi fece scattare lo sguardo allarmato verso il compagno. «Allora il Generale aveva ragione! Stanno davvero puntando su Kagawa».
    Kenta non rispose, limitandosi a ricambiare lo sguardo con uno visibilmente preoccupato. La kunoichi ritornò allora sul ragazzino. «È così, vero?» chiese. «Il loro piano è invadere Kagawa via mare?»
    Lui annuì, senza smettere di piangere. Era così patetico: la voce era profonda da ragazzo, ma i singhiozzi erano proprio quelli di un bambino che frignava. La kunoichi fu presa da un improvviso moto di rabbia, e la presa sulla spalla di Saburo si strinse tanto da farlo gemere. «Ma qual era il piano, per l'esattezza?» chiese bruscamente lei. «Preferivi mettere il Paese in mano straniera piuttosto che alla concorrente di tuo padre?»
    «Io... ho fatto una stupidaggine. Ora lo so. Ho pensato che se avessimo accusato duri colpi sotto la guida della daimyo, il Paese intero si sarebbe reso conto di quanto inadeguata fosse, e di quanto fosse necessario destituirla. E mio padre sarebbe l'unica scelta. Tutti volevano lui, quando era morto l'altro! Tutti lo speravano! Il rinnovato conflitto con la Zanna è scoppiato perché lei è salita al comando!»
    Kenta le si affiancò. «Credi quindi di aver fatto la cosa giusta?» si intromise.
    «Io... io...» I tremori alle braccia di Saburo divennero dei veri spasmi. «Pensavo di sì. Pensavo fosse la cosa giusta per mio padre. Ma poi, quando ho sentito i consiglieri parlare di razionamenti... e q-quanto la popolazione avrebbe patito la fame, io...» Una scarica di forti singhiozzi gli impedì di proseguire.
    Kenta lo stava guardando con genuina tristezza, mostrando una pietà che Maemi faticava a comprendere. «Che facciamo con lui?»
    «Non è ovvio?» La ragazza lo guardò sorpresa. «Lo consegniamo alla daimyo. Sarà affar suo decidere che fare, anche se la sentenza è abbastanza ovvia».
    «Ma si è pentito!» protestò Kenta, voltandosi a guardare un Saburo chino e disperato, prima di tornare a Maemi. «Non vedi? Lo ammazzeranno! Ha solo quattordici anni...»
    «Solo un anno in meno di noi».
    «Né il Generale né la daimyo avrebbero dovuto coinvolgerlo. È un ragazzino, e ha fatto quello che credeva giusto».
    «Nessuno lo ha costretto a spifferare segreti di Stato» replicò freddamente Maemi, senza battere ciglio. Scosse la testa. «Che diamine suggerisci, Kenta? Di lasciare a piede libero un traditore? Uno che condannerebbe il popolo alla fame per pura ripicca famigliare?»
    Kenta strinse i denti. «Chiedigli se si è pentito».
    «Cosa?»
    «Chiedigli se è sinceramente pentito! E se mai fosse disposto a rifarlo!»
    Maemi lo fissò ancora per un attimo, scocciata, poi si voltò verso il figlio del Generale. «Ti sei pentito del tuo tradimento, Saburo?» chiese infine, controvoglia.
    Gli occhi di lui si riempirono nuovamente di lacrime. «Oh, sì» piagnucolò, portandosi le mani sulla faccia. «Ho... ho causato un danno incalcolabile. Ma avevo troppa paura di quel che sarebbe successo, se avessi smesso di collaborare. Ho già dato troppe... troppe informazioni. Basta un nulla per ricondurre il tutto a me...»
    «Se avessi una seconda possibilità, lo rifaresti mai più?»
    «No! No, mai più... preferirei piuttosto morire».
    Maemi voltò la testa. «Contento, adesso? Credi che cambi qualcosa?»
    Ma Kenta fissava Saburo con una luce strana negli occhi. «Ha detto che non lo farà mai più, no? Non può mentirti. Possiamo semplicemente togliergli la pergamena. Metteremo a posto questi due Mukenin, e nessuno verrà mai a sapere nulla».
    Maemi lo fissò incredula, incapace di credere alle proprie orecchie. «Mi stai prendendo in giro...?»
    «Ti prego!» In maniera del tutto inaspettata, Kenta e aveva preso le mani di lei tra le sue. «Dammi ascolto! Solo per questa volta!»
    Maemi, presa in contropiede dall'inaspettato contatto fisico, sentì le guance farsi improvvisamente bollenti. «Levati!» farfugliò, ritraendo le mani di scatto. «Che diavolo di salta in mente...?!»
    Ma le parole le morirono in gola nel momento in cui posò gli occhi su quelli di lui. Erano incendiati di un qualcosa che la ragazza non riusciva ad identificare, ma era uno sguardo che pareva penetrarle nella pelle. Il silenzio aleggiò nell'aria per svariati secondi di immobilità totale.
    Poi Maemi sembrò risvegliarsi e staccò con difficoltà gli occhi da quelli di Kenta, per guardare il figlio del Generale. Per qualche motivo, non riusciva pù a ragionare nella stessa maniera: ogni volta che pensava di condannare il traditore, gli occhi imploranti di Kenta tornavano a scrutarla come se lo stesso giudizio divino pendesse su di lei. Era... insolito. «Forse...» borbottò controvoglia, portando una mano a tirarsi indietro una ciocca dal viso. «Potrebbe essere una buona idea non dire nulla. Per il momento. Se lo facciamo esibire in un'isterica confessione pubblica, potrebbe creare un enorme scompiglio. E destabilizzare una situazione già precaria non può certo essere negli interessi dell'Artiglio».
    Kenta la guardò dapprima perplesso, poi leggermente sorpreso; infine le sue labbra si aprirono in un contenuto sorriso di trionfo. «Già... è quello che intendevo» tossicchiò, abbassando gli occhi quasi in imbarazzo. «Tsume ha poi troppo bisogno della guida di Motoshiromizu per permettere che questa faccenda venga a galla o che lui sia sconvolto da una tragedia personale».
    I due si guardarono intensamente, e per un attimo nessuno parlò.
    «Ok». Maemi inspirò profondamente, voltandosi per rivolgersi a Saburo. «D'accordo, ecco cosa faremo: noi ci porteremo via la pergamena, mentre tu continuerai a vivere la tua vita come se nulla fosse successo. Intesi?»
    «Ma...»
    «Non dovrai parlare più di questa storia» si intromise Kenta, questa volta con una voce tanto dura da sorprendere la stessa Maemi. «Dovrai frenarti dal azioni impulsive e non dovrai nel modo più assoluto ucciderti. Il Paese ha bisogno di tuo padre. Hai capito, Saburo?»
    L'altro annuì, stordito.
    «Bene. Adesso ricomponiti e sparisci dalla nostra vista!»
    Saburo si mise malamente in piedi, fece passare lo sguardo scioccato da Kenta a Maemi e viceversa, dopodiché si voltò e fuggì singhiozzando.
    «Spero che non ce ne pentiremo» sbottò la kunoichi, presa da un improvviso conflitto interiore. In un certo senso si sentiva sporca dentro: era appena andata contro ad una sua ferrea regola di condotta, un insegnamento oramai ben radicato.
    «Ti ringrazio, Maemi».
    La suddetta si voltò, e trovò Kenta che la fissava con un sorriso orgoglioso in volto. Odiò sentire le proprie orecchie scaldarsi. «Ho detto che per il momento non faremo nulla» bofonchiò, facendo girare la pergamena tra le dita. «Non cantar vittoria troppo presto. Il suo destino dipenderà da quello che deciderò a fine missione».
    Non era un granché, ma per Kenta parve essere sufficiente. Si limitò a sorridere e scuotere il capo con meraviglia. «Ma come hai fatto?»
    «Che cosa?»
    «A sapere che era Saburo? A sapere che qualcuno faceva la spia?»
    «In realtà, non ne ero affatto certa». Maemi voltò lo sguardo e fissò il punto in cui era scomparso il figlio del Generale, e per un attimo i suoi occhi divennero distanti. «Molto spesso, bisogna fare delle scommesse. L'atteggiamento di Saburo al nostro incontro mi è sembrato... strano, in un certo senso. Quasi avesse paura che lo vedessimo, o che scorgessimo qualche suo terribile segreto. Ma poteva essere semplice timidezza».
    «E come prendi una decisione, quando hai troppe poche certezze?»
    La ragazza si girò di nuovo, e trovò Kenta che la fissava con una certa incertezza, quasi avesse paura di averle chiesto troppo. «Dipende da quanta fiducia hai nelle tue intuizioni» rispose, la voce improvvisamente dura. «E dal buon senso. Cose che purtroppo non si possono sempre imparare».
    Erano parole che le aveva detto Kisuke-sensei, diverso tempo fa. Ripensare a lui le fece rievocare i ricordi più recenti, memorie che riuscirono a contorcerle lo stomaco. Non lo vedeva, né sapeva nulla di lui da settimane ormai.
    Tra i due ninja scese un breve silenzio, mentre Kenta si fissava le scarpe immerso nei propri pensieri. «E adesso... che facciamo?»
    Maemi fece un respiro profondo, costringendosi a distogliere i pensieri dal proprio maestro. Iniziò ad incamminarsi verso le proprie stanze, avvertendo i passi di Kenta che la seguivano veloci. «Sappiamo dove si stanno dirigendo i Mukenin e cosa vogliono fare, no? Qualche ritocchino qua e là, poi partiamo senza perdere tempo. Se Saburo ha dato loro tutti i riferimenti due giorni fa, saranno già in marcia. Dobbiamo anticiparli di almeno un giorno».
    Kenta fece un piccolo sprint e le si affiancò. «Kagawa, dunque?»
    Lei voltò la testa ed annuì. «Kagawa» confermò con un cenno.

    ❋❋❋


    «Presi!»
    Maemi distolse lo sguardo dalle fresche fiamme danzanti, e vide il faccione di Kenta, tutto sorridente, con le braccia cariche di trote. Le aveva appena catturate da una piccola ampolla limpida, e pareva molto soddisfatto del risultato.
    «Ottimo» aveva annuito Maemi, dopo averle esaminate con attenzione. «Ma ti sei dimenticato di pulirle».
    «Oh!» Kenta assunse un'espressione di leggera sofferenza. «Pensavo che... ecco, voglio dire che... dato che le ho prese io...». Lasciò la frase in sospeso.
    «Sì?» lo incoraggiò la ragazza.
    Il ninja sospirò, poi, senza più dire una parola, si mise a pulire il pesce.
    Il cielo aveva ormai assunto la tinta purpurea della sera e qualche stella cominciava già a fare capolino quando terminarono di mangiare. Maemi si era sdraiata addossandosi alle rovine di un muretto, la testa poggiata sulla nuda pietra e le mani intente ad arricciarsi le ciocche davanti alla fronte, con aria pensosa, in attesa che il silenzio e il calore del fuoco la facessero scivolare in un buon sonno. Erano a circa metà strada, ed erano passate dodici ore da quanto avevano lasciato il castello. Quattordici da quando avevano interrogato Saburo. «Perché» si ritrovò a chiedere, spinta da un'insopportabile curiosità, «ti sei intestardito tanto a salvare quel ragazzo? Che ti importava se fosse pentito?»
    Kenta non rispose subito. Si piegò per raccogliere un ceppo rinsecchito, e lo diede alle fiamme. «Temo sia per via di mio zio» sospirò.
    «Tuo zio?»
    «È morto prima che io nascessi, ai tempi della guerra. Una faccenda terribile». Rabbrividì. «Aveva più o meno la nostra età. Sul punto di morte, circondato dal padre e dai fratelli, ha confessato un peccato vecchio di mesi: era fuggito da un'imboscata ed aveva lasciato indietro i suoi compagni, condannandoli a morte certa. Per combattere il senso di colpa, si era dato ad azioni sconsiderate sul campo di battaglia... e questo lo aveva portato con il petto trafitto.
    Chiese perdono, negli ultimi istanti di vita. Ma l'unica cosa che fece mio nonno, colpito dalla vergogna, fu ordinare ai suoi figli di tornare a combattere, perché non c'era tempo da perdere con i traditori. Mio zio rimase a piangere da solo, finché non morì»
    .
    Smise di parlare. Maemi lo fissava, colta da una strana immobilità. «Tuo nonno era.. ehm...»
    «Crudele? Sicuramente. Però mio padre ha detto che piangeva quando lasciava la tenda. Piangevano tutti. Non so perché, ma è una storia che mi ha lasciato il segno: mio padre non se l'è mai perdonato. Era troppo giovane e timoroso per andare contro mio nonno. Ora dice che gli avrebbe spaccato il naso».
    Il modo in cui lo disse riuscì a far sorridere la ragazza, nonostante la storia le avesse tolto qualsiasi vena di divertimento. «E così siete una famiglia di ninja».
    «Tradizione. Non rinomata quanto i clan, ma ce la cavicchiamo. Tu invece sei la prima in famiglia, giusto?»
    Il pensiero, per qualche motivo, le causò un nodo allo stomaco. «Sì» rispose semplicemente.
    Kenta raddrizzò meglio la schiena, quasi volesse sporgersi verso di lei. «Come diavolo ti è venuto in mente?» chiese, gli occhi accesi di improvviso interesse. «Cioè... non è possibile che tu ti sia svegliata un giorno e puff, molliamo tutto e andiamo a Kiri per diventare una kunoichi, no?»
    Maemi distolse gli occhi da lui, fissando le fiamme danzanti. Lo scoppiettio improvviso la fece sussultare. «Ho avuto... un incontro fatale, diciamo. Nel senso, del fato. A pensarci oggi, è inquietante quante coincidenze si siano dovute incrociare, per...» la voce le morì in gola. Si agitò un po' meglio sul posto, cerando di coprirsi un po' di più. «Diciamo che ho visto un ninja in azione, e da quel momento mi è venuto il pallido del voler diventare kunoichi».
    «Te ne sei mai pentita?»
    «No» rispose lei, laconica. «E tu?»
    La domanda parve prenderlo in contropiede: Kenta la guardò come se le fosse spuntata un'altra testa. «Sai che non ci ho mai pensato?» rifletté. «Cioè... non ho mai pensato di fare nient'altro. Ma devo dire che la mia vita mi piace così». Le lanciò uno sorrisetto malizioso. «E poi, se non avessi frequentato l'Accademia, mi sarei perso la più grande rompiscatole "sono-brava-solo-io" della storia».
    La ragazza lo fissò impassibile. «Ti riferisci a me, per caso?»
    «Tu? Oh, no. Proprio no».
    Maemi scosse la testa, tentando di reprimere un sorriso. «Sei impossibile».
    «Lo so. Ci provo» rispose lui con una scrollata di spalle ed un ampio sorriso.

    Edited by Skipio - 10/4/2023, 19:01
     
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    Parte III



    L'insenatura che portava a Kagawa era molto stretta e tortuosa, tanto che per risalirla qualsiasi nave avrebbe dovuto rallentare. Questo gli abitanti lo sapevano, pertanto si erano premurati di installare delle catapulte sulle scogliere per affondare qualsiasi tentativo di attracco nemico. L'unica altra possibilità per raggiungere la città, se si arrivava da Ashi, era una strada che attraversava una serie di passi montani aspri e ripidi, ben presidiati e perfetti per le imboscate. Decisamente poco percorribile, ed impossibile sfuggire alla vista dei soldati appostati.
    Per questo l'obiettivo di Isao e Koichiro erano le catapulte. Una volta neutralizzate quelle, gli uomini della Zanna avrebbero avuto via libera per risalire la baia e dare fuoco ai cantieri, iniziando così la presa di Kagawa.
    Non era difficile per due ninja come loro scivolare nell'oscurità della notte. Il passaggio lungo la scogliera, nel primo tratto, non fu difficile, ma più oltre il vento divenne un fattore di fastidio. Le stelle brillavano nel cielo gelido, i campi apparivano bianchi sotto la luce della luna e gli alberi alle spalle della strada formavano chiazze molto scure.
    «Ma non c'era un modo più veloce?» borbottò Koichiro tra sé e sé, lanciano un'occhiata allarmata al compare più grande. Isao si faceva sempre più irritabile ad ogni giorno che passava, e temeva che ad un certo punto potesse prendersela con lui.
    «Ti ho sentito, sai?» rispose di rimando Isao. «Che diavolo vuoi che...?»
    Un rumore di roccia crepata soffocò le sue prossime parole: lingue di terra si sollevarono veraci, brandendo dapprima i piedi e poi le gambe in un frastuono assordante. Seguirono immediatamente delle lance che emersero dal terreno, allungandosi e fermandosi a pochi centimetri dai loro colli.
    Doton: Dorojigoku - Morsa di Roccia
    P6fg
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica Doton è una delle più rapide. L'utilizzatore comporrà il Sigillo del Serpente e qualsiasi persona si trovi in un raggio circolare di otto metri, che si trovi entro trenta metri da lui, si troverà intrappolata da una morsa di roccia. I bersagli avranno infatti le gambe repentinamente avvolte dalla solida roccia fin'oltre la vita (o l'eventuale parte a contatto con il terreno), senza potersi più muovere e rimanendo quindi immobilizzati sul posto. La Tecnica non causerà alcun danno, ma è perfetta per intrappolare bersagli per via della resistenza della roccia e della sua rapidità, visto che la pietrificazione è pressoché istantanea. I bersagli rimarranno intrappolati per tre Turni o meno se l'utilizzatore desidera dissolvere la Tecnica. Per liberarsi sarà necessario colpire la roccia intorno ai propri piedi con un Jutsu di livello B Raiton o una qualsiasi tecnica di livello A.
    Consumo: 8

    Doton: Ganchūsō - Lance di roccia
    Yfdk
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questo Jutsu consente all'utilizzatore di richiamare da una qualsiasi superficie, anche sopraelevata, una serie di spuntoni di varia grandezza. I pilastri di roccia copriranno un area dal diametro di due metri in maniera molto fitta e avranno un altezza che varia da cinquanta centimetri fino a due metri e presenteranno varie angolazioni, che vanno dai trentacinque ai novanta gradi. La Tecnica non necessita di sigilli e potrà essere utilizzata su qualsiasi superficie che si trovi a meno di quindici metri dall'utilizzatore del Jutsu. Per attivare questa Tecnica sarà sufficiente solamente mantenere il contatto visivo con la zona prescelta per un paio di secondi e sollevare un braccio verso di essa. Questa tremerà leggermente per due secondi, per poi far emergere gli spuntoni a velocità alta. Essere preso in pieno dalla Tecnica causerà danni gravi da Taglio, se presi di striscio questi saranno però solamente medio-gravi.
    Richiede la Doton: Dosekidake - Lance di Fango in scheda.
    Consumo: 8

    Maemi piombò dall'alto, entrambe le mani che brandivano la lame di diversa lunghezza: nella sinistra la katana e nella destra il Tanto, tutte e due puntate a pochi centimetri dalle teste dei due Mukenin. «Con calma, signori!»
    Koichiro non aveva smesso di imprecare dal momento in cui la terra aveva iniziato a bloccarli le gambe; Isao invece tentò di torcere il collo verso la ragazza, un sorriso sul volto, l'occhio strabico che rifletteva la luce semisoffocata della luna. «Così tanta fretta di morire, vedo?» ringhiò.
    Maemi non ebbe tempo di rispondere: l'intera parte del corpo di Isao esposta all'esterno si solidificò in duro carbonio, liberandolo dal pericolo delle lance e della katana. Concentrò Chakra sul proprio pugno e lo sbatté con forza davanti a sé, alla base della conformazione rocciosa: la Tecnica di Kenta parve esplodere in mille pezzi, sparando da tutte le parti tanti piccoli proiettili rocciosi, e lui fu finalmente libero.
    Maemi incespicò all'indietro, distolse lo sguardo e portò un braccio davanti a sé per proteggersi dai detriti; immediatamente lo riabbassò, gli occhi riempiti d'acciaio che si rivolgevano nuovamente al nemico: come temeva, la situazione si era complicata. "Al diavolo l'imboscata breve e indolore!". Tentò di recuperare al danno con una spazzata di spada, ma con sua grande sorpresa la katana impattò contro qualcosa di più duro della carne, che nell'oscurità Maemi non riconobbe. Ci riprovò ruotando la katana verso il basso, riuscendo a causare solo un taglio superficiale al ginocchio prima che il nemico balzasse all'indietro. Mentre era ancora in aria, Isao puntò il braccio contro di lei.
    Kaabon Kontorooru: Yorori - Controllo del Carbonio: Armatura

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa è una la versione matura dell'Armatura Parziale. Tramite essa, l'utilizzatore potrà indurire le molecole di carbonio di una parte del proprio corpo che potrà esser fino alla metà dello stesso, quindi parte superiore dalla testa alla vita o parte inferiore dalla vita ai piedi, oppure il lato destro o lato sinistro del corpo, con uno strato di carbonio duro come il diamante. In questo modo ogni danno derivante da Ninjutsu e Taijutsu di grado B od inferiore viene completamente annullato. Qualsiasi Arma metallica, non Leggendaria, non potrà scalfire il Ninja. Stessa cosa vale per esplosioni derivanti da Carte-bomba e da altri oggetti acquistabili in Armeria. Il suo utilizzo sarà praticamente istantaneo necessitando soltanto di concentrare il Chakra nella zona interessata. È possibile utilizzare la Tecnica anche per potenziare di mezzo grado nel danno qualsiasi Taijutsu di livello B o inferiore utilizzato con l'arto indurito ma, per fare ciò, sarà necessario pagare di nuovo il consumo della Tecnica.
    Fintanto che la Tecnica è attiva l'utilizzatore potrà ricorrere soltanto a Taijutsu, Kenjutsu, Shurikenjutsu e Jutsu della Mutazione del Carbonio.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Fuyuhi no kōtei - Colpo dell'Imperatore dell'Inverno
    PqyT
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Taijutsu
    Questa tecnica consiste in quello che all'apparenza sembra altri non essere che un semplicissimo pugno. Il colpo si presenta infatti come un qualsiasi altro tipo di pugno sferrato dall'avversario ma nasconde dentro di sé una potenza ben più devastante. Il colpo infatti necessita di uno strenuo addestramento ed una dedizione ferrea nell'arte dei Taijutsu o l'addestramento per esso non sortirà nessun effetto. Un pugno del genere non produce grandi distruzioni ma è straordinariamente efficace. Sferrato con precisione è capace di frantumare in un sol colpo la roccia e spostare di parecchi metri una evocazione di Taglia Grande; il colpo se va a segno su una persona sembrerà aver fatto poco o nulla ma sarà all'interno che si verificheranno i veri disastri. Essere colpiti da questo pugno comporta numerose ferite agli organi interni o alle ossa pari ad una grave ed un malus fisico-motorio di un grado per un Turno per via dello Shock nervoso.
    Necessaria la Specializzazione in Taijutsu
    Consumo: 15

    Kaabon Kontorooru: Hasshabutsu - Controllo del Carbonio: Proiettili

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica permette all'utilizzatore di evocare attorno a sé cubi di carbonio aventi dieci centimetri di diametro che potranno essere successivamente lanciati verso l'avversario a velocità alta. Singolarmente ogni cubo causerà danni medio-lievi da Impatto che saranno capaci di abbattere difese di pari livello. A sua discrezione l'utilizzatore potrà decidere di ingrandire i cubi fino alla dimensione massima di mezzo metro di diametro, riducendone però la velocità a medio, permettendogli di causare singolarmente danni medi da Impatto. Ogni Turno si rigenerano i proiettili mancanti fino al massimale consentito dalla Tecnica.
    [Numero Massimo Cubi: Sp. Jounin 5; ANBU 10; Jounin 15]
    Consumo: 4 (A Turno)

    Maemi venne colpita da una serie di proiettili cubici che caddero come grandine. Tentò inizialmente di ripararsi con le braccia, ma la forza con cui la colpirono riuscì a destabilizzarla e farla capitombolare all'indietro.
    «Maemi!» Kenta atterrò poco distante da lei.
    «Sistema l'altro!» esclamò lei, rialzandosi immediatamente, gli occhi animati da un'improvvisa voglia di combattere. Le sue braccia, il busto e le cosce presentavano tagli e perforazioni sanguinanti, ma lei non dava segno di badarci. Uno dei due Mukenin era in mano loro... toccava solo all'altro e poi sarebbe stata missione conclusa.
    Isao era atterrato male, ma non pareva essersi fatto nulla. Si rialzò sul ginocchio, gli occhi che si animavano di esaltazione quanto più si rendeva conto della situazione pericolosa. Finalmente un po' di adrenalina, pensò. Sapeva che non poteva uscire sconfitto da uno scontro mortale.
    Maemi scattò verso di lui: nella mano libera dalla spada c'erano ora tre shuriken che presentavano delle scariche elettriche di natura Raiton. Con un movimento sapiente del polso, la ragazza li lanciò uno dopo l'altro contro il busto del Mukenin. Quest'ultimo si limitò a sorridere, stendendo in avanti il proprio braccio irrobustito e spazzando via gli shuriken come se fossero palline da gioco.
    "Che diamine...? Ma cos'è?" si chiese lei arrestandosi si botto, impressionata. Non capiva. Dalla sola luce della luna riusciva a vedere che la parte superiore del corpo era ricoperta da uno strato scuro... che aveva immaginato fosse Doton. Ma il Doton era vulnerabile al Raiton, non avrebbe dovuto essere così facile falciare via la Tripletta...
    Mentre la sua mente ruminava, Isao si era dato da fare: prese la rincorsa nella sua direzione con una velocità sorprendente, e stendendo l'arto potenziato travolse Maemi direttamente alla gola, spedendola a ruzzolare a svariati metri di distanza. Un tronco d'albero arrestò la sua caduta, e per un attimo la kunoichi rimase così intontiva da temere di esser svenuta.
    Isao scoppiò in una grassa risata: adesso sì che si stava divertendo. Finalmente, non ce la faceva più. Ma il divertimento doveva continuare. «Prendi questo!» urlò, alzando una mano e lanciando un anello di carbonio contro la facile preda.
    Il terreno sotto Maemi parve cedere e sprofondare, riuscendo a farla rinsavire bruscamente. Quando riaprì gli occhi si accorse di ritrovarsi dentro una fossa perfettamente squadrata, e l'anello di carbonio che si era infranto sopra la sua testa.
    Ikazuchi: Sanren - Folgore: Tripletta
    Tripletta
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica offensiva non necessita di alcun Sigillo, ma soltanto di tenere tre Shuriken in una singola mano, per massimo un secondo. A questo punto sarà possibile avvolgerli con un visibile strato Raiton e scagliarli subito dopo contro il proprio avversario. Gli Shuriken così lanciati verranno potenziati dal Chakra Raiton, che ne aumenterà le capacità di penetrazione, arrivando ad abbattere difese di livello C, a causare ciascuno una ferita di medio-grave entità da Scossa e produrre un malus motorio di un grado per un Turno, oltre agli eventuale danni causati dagli Shuriken stessi.
    Necessari tre Shuriken.
    Consumo: 8

    Kongouriki - Forza Del Fulmine Dorato
    GVXE
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Taijutsu
    Questa particolare Tecnica è utilizzata prevalentemente da coloro dotati di una notevole prestanza fisica o di una stazza importante rispetto a quella del proprio avversario. Prevede una rincorsa iniziale di almeno cinque metri, a seguito della quale l'utilizzatore estende un braccio esternamente al corpo e lo irrigidisce, piegandolo leggermente ad uncino, e cerca di colpire l'avversario alla gola. Se il colpo va a segno, la vittima viene trascinata all'indietro e scaraventata a terra dall'impatto brutale con il braccio dell'utilizzatore. Questa Tecnica causa danni medio-gravi da Impatto, più ulteriori ferite da caduta alla schiena o alla testa, a seconda di come l'avversario impatti con il terreno.
    Consumo: 8

    Kaabon Kontorooru: Yorori - Controllo del Carbonio: Armatura

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa è una la versione matura dell'Armatura Parziale. Tramite essa, l'utilizzatore potrà indurire le molecole di carbonio di una parte del proprio corpo che potrà esser fino alla metà dello stesso, quindi parte superiore dalla testa alla vita o parte inferiore dalla vita ai piedi, oppure il lato destro o lato sinistro del corpo, con uno strato di carbonio duro come il diamante. In questo modo ogni danno derivante da Ninjutsu e Taijutsu di grado B od inferiore viene completamente annullato. Qualsiasi Arma metallica, non Leggendaria, non potrà scalfire il Ninja. Stessa cosa vale per esplosioni derivanti da Carte-bomba e da altri oggetti acquistabili in Armeria. Il suo utilizzo sarà praticamente istantaneo necessitando soltanto di concentrare il Chakra nella zona interessata. È possibile utilizzare la Tecnica anche per potenziare di mezzo grado nel danno qualsiasi Taijutsu di livello B o inferiore utilizzato con l'arto indurito ma, per fare ciò, sarà necessario pagare di nuovo il consumo della Tecnica.
    Fintanto che la Tecnica è attiva l'utilizzatore potrà ricorrere soltanto a Taijutsu, Kenjutsu, Shurikenjutsu e Jutsu della Mutazione del Carbonio.
    Consumo: 8 (A Turno)

    Kaabon Kontorooru: Yubiwa - Controllo del Carbonio: Anello

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica consiste, dopo aver generato i proiettili di carbonio, di iniziare a farli vorticare a velocità estremamente alta sopra la propria testa. Così facendo si unirà all'incredibile resistenza del carbonio anche una velocità di rotazione che consentirà alla Tecnica, una volta scagliata, di lanciarsi verso il nemico a velocità alta per una distanza massima di venti metri. Qualora l'Anello andasse a segno causerebbe una ferita da Taglio di entità media e sarà capace di abbattere qualsiasi materiale gli si parerà davanti e difese di pari livello.
    Consumo: 8


    Doton: Chidōkaku - Spostamento nel Centro della Terra
    GVTk
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Una volta eseguiti i Sigilli opportuni e appoggiata una mano sul terreno, sarà possibile smuovere la terra entro un raggio di cinquanta metri. Più precisamente sarà possibile spostare cento metri cubi di terreno verso l'alto o verso il basso. Questo vuol dire che si potrà, ad esempio, creare una trincea lunga cento metri e profonda e larga uno, far sprofondare di dieci metri una superficie di terreno pari a dieci metri quadri e simili. Al tempo stesso si potrà fare il procedimento inverso, ovvero creare un muro alto due metri, largo uno e lungo cinquanta oppure alzare di dieci metri una porzione di terreno dalla superficie di dieci metri quadrati. Gli unici limiti di questa Tecnica sono che non si potrà alzare ed abbassare contemporaneamente il terreno e che le zone smosse dovranno essere a contatto fra di loro. Un eventuale muro così creato sarà però molto fragile e basterà una tecnica di livello C per abbatterlo. Lo spostamento del terreno, in qualsiasi direzione e forma, avverrà a velocità altissima.
    Se utilizzata a fini investigativi durante le Missioni, la Tecnica non avrà Consumo.
    Il numero di metri cubi da spostare potrà aumentare con un'ulteriore spesa di Chakra, pari a cinquanta metri cubi ogni quattro punti Chakra spesi in più oltre a quelli richiesti dalla tecnica.

    Consumo: 8 (+4 ogni 50 mq in più)

    Kenta calò al suo fianco, avvicinandogli preoccupato. «Stai bene?»
    «Più o meno, sì» tossicchiò Maemi, rialzandosi barcollante in piedi. Si toccò il collo, e avvertì delle fitte. «Ma quello non si tira giù facilmente. È molto più tosto di quanto facevano intendere le carte...»
    «Che facciamo?»
    «Quell'armatura lo protegge dalla vita in su. Proviamo a colpire in basso... o meglio ancora, usiamo danni ad aria».
    Gli occhi di Kenta lampeggiarono. «Devi usare una cartabomba, però, lo sai?»
    Maemi annuì. «Vai!»
    Scattarono entrambi in direzioni opposte e con un balzo furono fuori dal crepaccio. Kenta eseguì dei veloci sigilli, per poi sputare un getto di gas altamente infiammabile, che la Sp.Jounin aveva già avuto modo di sperimentare. Quindi le bastò sfilare un kunai con la carbabomba allacciata e lanciarlo, per generare una fiammata improvvisa che illuminò brevemente l'aria circostante.
    «Preso!» esultò Kenta con un sorriso.
    La corsa di Maemi rallentò bruscamente per poi fermarsi. Lei non sorrideva: il nemico aveva continuato a fissarli entrambi con un sorriso euforico, senza muoversi né tentare nulla. Qualcosa non andava... qualcosa era profondamente sbagliato...
    Poi, dalle lingue di fuoco ormai morenti, sbucarono due fruste nere che schioccarono verso posizioni dei due shinobi. La fumara generata si ritorse contro di loro, impedendo di vedere l'attacco in arrivo: Maemi riuscì a difendersi portandosi le braccia davanti al busto, assorbendo i danni che però la fecero indietreggiare di parecchi passi. Kenta fu invece sbalzato direttamente all'indietro con un grugnito di dolore.
    Katoon: Kasumi Enbu no Jutsu - Tecnica della Nube Incendiaria
    KatoonKasumiEnbunoJutsu-TecnicadellaNubeIncendiaria_zps1be2e92a
    Villaggio: Tutti
    Livello: D
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica d'elemento Katon non crea direttamente delle fiamme, ma sprigiona un gas altamente infiammabile, che se inalato provoca lievi giramenti di testa per due turni. La Tecnica viene scelta da molti Shinobi privi di altri Jutsu Katon, poiché basterebbe una cartabomba per creare l'effetto stile "Palla di Fuoco". Qualsiasi altro Jutsu Katon è sufficiente per creare lo stesso effetto, permettendo di cogliere il nemico di sorpresa. La nube arriverà fino a una distanza massima di venticinque metri dall'utilizzatore, dove si espanderà per un raggio di cinque metri dando così vita a una cortina di gas dal diametro di dieci metri. La Tecnica può anche essere usata per dirigere la nube a mezz’aria, ma in questo caso si porterà automaticamente a terra dopo venti secondi. La nube rimane al massimo per due turni (compreso quello in cui viene eseguita la Tecnica) e poi si disperde, ma in presenza di forte vento la durata sarà di un solo turno. Se la nube permane per due turni, nel secondo l’esplosione sarà più ridotta e meno forte, anche se gli effetti collaterali dell’inalazione saranno invariati. Il gas così prodotto sarà incolore e quindi praticamente impossibile da vedere, ma al tempo stesso presenterà un particolare odore molto caratteristico, che permetterà di distinguere il jutsu.
    Consumo: 2


    Kaabon Kontorooru: Yoroi - Controllo del Carbonio: Armatura Completa

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Questa è la versione finale dell'Armatura del Carbonio. Tramite essa, l'utilizzatore rende il proprio corpo duro come il diamante. In questo modo ogni danno derivante da Ninjutsu e Taijutsu di grado A od inferiore viene completamente annullato. Qualsiasi arma metallica, non Leggendaria, non potrà scalfire il Ninja ma anzi si spezzerà sul colpo se entra in contatto con il suo corpo. Stessa cosa vale per esplosioni derivanti da Carte-bomba e da altri oggetti acquistabili in Armeria. La Tecnica è tra le più versatili e potenti in difesa perché può anche essere utilizzata per coprire parzialmente e non totalmente il corpo dell'utilizzatore. In questo caso il suo utilizzo sarà praticamente istantaneo necessitando soltanto di concentrare il Chakra nella zona interessata. È possibile utilizzare la Tecnica anche per potenziare di mezzo grado nel danno qualsiasi Taijutsu di livello A o inferiore utilizzato con l'arto indurito ma, per fare ciò, sarà necessario pagare di nuovo il consumo della Tecnica.
    Fintanto che la Tecnica è attiva l'utilizzatore potrà ricorrere soltanto a Taijutsu, Kenjutsu, Shurikenjutsu e Jutsu della Mutazione del Carbonio.
    Utilizzabile per tre Turni poi saranno necessari due Turni di riposo.

    Consumo: 15 (A Turno)

    Kaabon Kontorooru: Waipu - Controllo del Carbonio: Fruste

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica permette all'utilizzatore di convertire fino a cinque dita di una delle proprie mani, facendole diventare delle vere e proprie fruste di carbonio. Ogni frusta avrà singolarmente una lunghezza massima di cinque metri, sarà capace di superare difese di pari livello e di arrecare danni da Impatto medio-lievi. È possibile eseguire la Tecnica su entrambe le mani con una sola esecuzione ma pagandone due volte il consumo.
    Consumo: 4

    Il fumo si diradò, mostrando un Isao completamente illeso. Con orrore, Maemi notò che ora l'armatura gli ricopriva tutto il corpo, facendolo assomigliare ad un inquietante mostro di roccia nera e bianca. "Merda..." pensò lei, impallidendo. Quella roba era mostruosa, ma doveva esserci modo di danneggiarla. Estrasse di nuovo la spada, conficcandola nel terreno. «Al riparo!»
    Dopo aver avvertito il compagno, la spada di Maemi iniziò ad accumulare piccole saette elettriche; fulmini improvvisi e abbaglianti si abbatterono a terra, seguiti da un tuono assordante che scosse la scogliera in ogni direzione.
    Raiton: Sandāgēto - Cancello delle Folgori
    Mvh9 Xe26RWg
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica, che non necessita di Sigilli, può essere eseguita in varie modalità, tutte necessitano di impugnare almeno un'Arma Media. Nella prima modalità l'utilizzatore conficca al suolo la propria Arma per poi incanalare in esse una grande quantità di Chakra elementale che verrà diretto verso il cielo sotto forma di un fascio di folgori che diparte dal manico dell'Arma. Un secondo dopo, dalle nuvole sopra la testa dell'utilizzatore cascheranno una serie di folgori che occuperanno un'area di cinquanta metri di raggio, che avrà come epicentro il punto in cui l'Arma è stata conficcata e causeranno molteplici ferite da Scossa a chiunque si trovi dentro di essa, tranne l'utilizzatore, complessivamente pari ad una ferita di grave entità. Il danno da Scossa causa inoltre un malus motorio di un grado per due Turni. Durante tutta l'esecuzione della Tecnica l'utilizzatore dovrà rimanere immobile con la mano sul manico dell'Arma. Nella seconda modalità si formerà un flusso di Chakra elementale Raiton sulla lama dell'Arma, condensandosi in una piccola sfera dalle dimensioni di dieci centimetri. Essa è molto instabile, infatti deve essere lanciata nello stesso Turno d'attivazione del Jutsu. La Sfera viaggia a velocità alta fino a quaranta metri di distanza. Se colpisce in pieno causa danni medio-gravi da Scossa ed un malus motorio pari ad un grado per tre Turni. Entrambe le modalità possono essere utilizzate anche impugnando due Armi, una per mano, conficcandole entrambe, o incrociandole una sull'altra per creare il fulmine, se la Tecnica viene eseguita in tale modo, il Jutsu così creato sarà in grado di abbattere difese di pari livello dopo tre secondi.
    Necessario avere la Raiso: Ikazuchi no Utage - Tumulamento del Tuono: Banchetto di Fulmini in scheda.
    Consumo: 15

    La brusca interruzione dei fulmini sfumò nella risata maniacale di Isao, che popolò il silenzio della scogliera come un'inquietante cantilena. Maemi si sentì ghiacciare sul posto, la mano stretta all'elsa: l'armatura era ancora intatta. La sua Tecnica più letale era stata completamente inutile.
    Mai in vita sua aveva visto una cosa del genere, se non...
    Kenta le si affiancò, il respiro pesante e un taglio sul sopracciglio. «Che facciamo?» le chiese. Sembrava spaventato.
    Per la prima volta, Maemi si ritrovò a corto di parole. «Io... non lo so» balbettò infine, sentendo la testa leggera. «Le mie Tecniche migliori non hanno effetto... non lo scalfiscono nemmeno».
    «Dovrà avere qualche punto debole!»
    Ma entrambi avevano l'inquietante sospetto che non vi fosse. Seguì un attimo di silenzio che tuttavia durò poco: arrivò un'altra scarica di proiettili cubici, questa volta pure più violenta, e per evitarli i due ninja dovettero dividersi nuovamente.
    Kaabon Kontorooru: Ikari - Controllo del Carbonio: Raffica

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Il Ninja, dopo aver rivolto la mano chiusa verso suo avversario, come per tirare un pugno, potrà generare dalla propria pelle una vera e propria raffica di proiettili di carbonio. Questi si muoveranno a velocità alta e formeranno un fascio di circa due metri di diametro capace di arrivare ad una distanza di circa venti metri. Al contatto questo fascio causa danni medio-lievi da Impatto, ma il vero punto di forza di questo Jutsu è la capacità di sfondare difese di pari livello e, ogni volta che si subirà il Jutsu oltre la prima, i danni aumenteranno di mezzo grado: la seconda volta i danni saranno medi, la terza saliranno a medio-gravi, che è il massimale di danno che la Tecnica può raggiungere.
    Consumo: 8

    Maemi si tuffò di lato, dopodiché scattò fino a trovare riparo dietro un albero particolarmente spesso; cercò di sbirciare oltre il nascondiglio, ma non riuscì a trovare Kenta. Allora azionò la radiolina che si era sistemata appena prima di iniziare l'operazione. «Tu prendi l'altro Mukenin e torna a Tsume» ordinò.
    «Vuoi che ti lasci qui da sola?! Stai scherzando, vero?»
    «Non mi sembra il momento per bisticciare, Kenta».
    Ne seguì una breve pausa. «Ma perché non possiamo metterlo KO e portarli tutti e due a Tsume?»
    «Lo sai perché». A Maemi si contorse lo stomaco nel dire quelle parole. «Potremmo non uscirne vivi. Almeno uno dei due deve tornare a Tsume con qualcosa in mano, altrimenti...»
    «E allora resto io!»
    «Non fare l'idiota! Non mi sto proponendo per fare la martire, ma perché posso reggere il gioco più a lungo e darti più tempo di scappare! E forse uscirne pure viva! Ho abbastanza Chakra da sostenere...»
    «Maemi!» la interruppe lui di botto, il fiato mozzato. «Chakra!»
    Maemi non fece tempo a chiedere spiegazioni che il ragazzo si affrettò a parlare: «Prendiamolo per sfinimento. Adesso sta buttando un sacco di Chakra in attacchi alla cieca: se riusciamo a resistergli...»
    «Credi che sia così scemo da esaurire il Chakra senza accorgersene?»
    «Credo che sia completamente pazzo da farlo, sì».
    Maemi valutò la cosa, inumidendosi le labbra. «Possiamo provare» azzardò infine, scostando la testa per adocchiare il Mukenin inglobato dall'armatura. «Ma lascia fare a me. Ho più risorse da spendere: tu orbita intorno al Mukenin atterrato e cerca di non farlo ammazzare».
    Unì indici e i medi in una croce, e accanto a sé comparvero due Kage Bunshin. Entrambi scattarono verso il nemico, cercando di stare a sufficiente distanza, una andando per il corpo a corpo e l'altra per un attacco a distanza con armi da lancio.
    Così iniziò il gioco. Le prime due copie di Maemi vennero falciate abbastanza facilmente, ma riuscirono a fargli utilizzare ben due Tecniche dispendiose che menò con esaltazione. Allora la kunoichi utilizzò altre due copie, e continuò a farlo giocare, a fargli sprecare altro Chakra tentando di preservare il proprio per quanto poteva. Il Mukenin era molto veloce, e preferiva dar sfoggio di Taijutsu e quelle sue particolari fruste o proiettili cubici. Il terreno di scontro iniziò ad accusare sempre più colpi, sradicando alberi e dissestando il suolo meno roccioso, fino a frantumare pezzi interi di roccia.
    Kage Bunshin no Jutsu - Tecnica dei Cloni d'Ombra x2(x4volte)
    GVXt
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica è più avanzata rispetto alla Bunshin no Jutsu e consiste infatti nella creazione di copie dotate di consistenza fisica, in grado quindi di provocare danni reali. I cloni svaniscono in una piccola nube di fumo non appena vengono feriti, quando l'utilizzatore decide di annullarli oppure quando non ha più Chakra. Il vero punto di forza del Jutsu è che i cloni, non appena svaniti, trasferiscono tutte le conoscenze e le capacità acquisite al proprietario, che esse siano informazioni segrete o conoscenze acquisite durante un allenamento. Questi cloni hanno la facoltà di utilizzare qualsiasi Abilità o Jutsu. È possibile creare un solo Clone per volta, tranne per le eccezioni previste da Regolamento e FAQ.
    - Il Chakra utilizzato dai cloni viene ovviamente scalato dall'originale e si dissolvono se subiscono una qualsiasi forma di ferita.
    Il clone gode in tutto e per tutto dello stesso equipaggiamento dell'originale, a partire dagli indumenti fino agli oggetti di natura metallica. Fanno eccezione Armi Leggendarie ed oggetti monouso come Carte-bomba e Kit di Pronto Soccorso.
    Consumo: 8 (A Clone)

    Kaabon Kontorooru: Yoroi - Controllo del Carbonio: Armatura Completa x2

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Questa è la versione finale dell'Armatura del Carbonio. Tramite essa, l'utilizzatore rende il proprio corpo duro come il diamante. In questo modo ogni danno derivante da Ninjutsu e Taijutsu di grado A od inferiore viene completamente annullato. Qualsiasi arma metallica, non Leggendaria, non potrà scalfire il Ninja ma anzi si spezzerà sul colpo se entra in contatto con il suo corpo. Stessa cosa vale per esplosioni derivanti da Carte-bomba e da altri oggetti acquistabili in Armeria. La Tecnica è tra le più versatili e potenti in difesa perché può anche essere utilizzata per coprire parzialmente e non totalmente il corpo dell'utilizzatore. In questo caso il suo utilizzo sarà praticamente istantaneo necessitando soltanto di concentrare il Chakra nella zona interessata. È possibile utilizzare la Tecnica anche per potenziare di mezzo grado nel danno qualsiasi Taijutsu di livello A o inferiore utilizzato con l'arto indurito ma, per fare ciò, sarà necessario pagare di nuovo il consumo della Tecnica.
    Fintanto che la Tecnica è attiva l'utilizzatore potrà ricorrere soltanto a Taijutsu, Kenjutsu, Shurikenjutsu e Jutsu della Mutazione del Carbonio.
    Utilizzabile per tre Turni poi saranno necessari due Turni di riposo.

    Consumo: 15 (A Turno)

    Kumo no Tsame - Artiglio d'Acciaio
    Gpn5
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Taijutsu
    L'utilizzatore afferrerà a mani nude la gola dell'avversario, intensificando la pressione e facendo anche uso del proprio Chakra per aumentare la propria forza bruta. Una volta che la vittima è stata afferrata ci sono ben poche speranze di uscire da questa presa, ma potrà tentare di colpire il ninja per farsi lasciare. Se la vittima non riuscirà a liberarsi entro il turno successivo la sua vita giungerà al termine, in caso contrario si troverà con una ferita da Impatto grave alla gola e con le caratteristiche fisico-motorie ridotte di un grado per un Turno a causa del soffocamento.
    Consumo: 15 (A Turno)

    Kaabon Kontorooru: Ikari - Controllo del Carbonio: Raffica

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Il Ninja, dopo aver rivolto la mano chiusa verso suo avversario, come per tirare un pugno, potrà generare dalla propria pelle una vera e propria raffica di proiettili di carbonio. Questi si muoveranno a velocità alta e formeranno un fascio di circa due metri di diametro capace di arrivare ad una distanza di circa venti metri. Al contatto questo fascio causa danni medio-lievi da Impatto, ma il vero punto di forza di questo Jutsu è la capacità di sfondare difese di pari livello e, ogni volta che si subirà il Jutsu oltre la prima, i danni aumenteranno di mezzo grado: la seconda volta i danni saranno medi, la terza saliranno a medio-gravi, che è il massimale di danno che la Tecnica può raggiungere.
    Consumo: 8

    Sembrò passare un'eternità, ma fu dopo la creazione di tre paia di cloni che Isao iniziò a stufarsi. I Kage Bunshin non sanguinavano, non urlavano di dolore. Era un po' come picchiare dei manichini: troppa poca soddisfazione. «Venite fuooooori» fischiò ad un certo punto, dopo aver terminato un copia con un calcio ben assestato.
    Si guardò intorno. I suoi nemici si nascondevano da lui... temevano la sua immensa potenza. La sua faccia si deformò in un ghigno di orribile piacere. Toccava a lui scovarli e lo avrebbe fatto... con un tocco particolarmente scottante. Con uno scatto recuperò un rotolo di piccole dimensioni dalla borsa dietro la schiena, lo srotolò con un solo gesto e da una nuvoletta di fumo si materializzò un'ammasso di cartebombe dal micidiale potenziale esplosivo.
    CITAZIONE
    Ammasso di Cartebomba
    ammassodicartebomba
    Questa palla, del diametro 50 cm circa, è composta di una miriade di foglietti di carta sui quali sono state dipinte delle formule capaci di farli esplodere simultaneamente. Può essere fatta esplodere a comando o con un Timer. L'esplosione ha un diametro di trenta metri e l'onda d'urto si propaga per altri venti metri attorno all'esplosione.
    Per il trasporto di una sola di queste Bombe è necessario un Rotolo Minore, mentre uno Maggiore può contenerne fino a 2.

    Due cloni stavano caricando nella sua direzione, ma si fermarono di botto quando si accorsero delle intenzioni del nemico. «Cartabomba!» urlò a squarciagola uno dei due, prima di scomparire.
    Il ritorno dei ricordi colpì Maemi più velocemente delle parole. Sussultò, il viso terreo e le mani che si muovevano da sole per comporre una veloce, ma massiccia difesa. All'ultimo voltò lo sguardo cercando il proprio compagno, e lo scintillio immediatamente precedente all'esplosione le conferì l'illuminazione necessaria: lo trovò che scattava verso il Mukenin svenuto in uno stupido, patetico tentativo di assicurarne l'incolumità...
    «KENTA!» strillò la ragazza, prima che il muro d'acqua la circondasse tutta. Poi arrivò l'esplosione: fu immediata e catastrofica. Protetta dentro l'anello d'acqua, Maemi avvertì il fragore del botto riflettersi nel proprio stomaco, prima che tutto finisse.
    Suiton: Suijinheki - Muro d'Acqua
    srUi6NC
    Villaggio: Tutti
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Grazie a questa Tecnica Suiton, dopo aver eseguito gli opportuni Sigilli, sarà possibile creare un muro d'acqua lungo dodici metri e alto cinque, in grado di proteggere sia da Ninjutsu che da Taijutsu, massimo di livello B. Il muro potrà essere creato orizzontalmente davanti all'utilizzatore oppure attorno a lui, potendolo coprire a 360°. In questo caso il muro avrà una circonferenza massima di dodici metri (quindi potrà essere creato, al massimo, a due metri scarsi di distanza dall'utilizzatore). Al tempo stesso sarà possibile far assumere al muro una forma semicircolare, ma in ogni caso le dimensioni del muro rimarranno invariate, così come la distanza che lo separa dall'utilizzatore. La Tecnica può essere mantenuta fino alla fine del Turno, ma in questo caso non si potranno eseguire altre Tecniche che non siano A Turno e che non siano già state attivate in precedenza.
    Consumo: 8

    Il Muro d'Acqua ricadde con un sonoro scroscio. L'albero dietro cui si era protetta adesso non la nascondeva più: si era infatti piegato di lato, le foglie e il tronco annerite. Ma Maemi non lo notò nemmeno, né diede peso al fumo nero che si stava ancora dissipando. Cercava il Chuunin con lo sguardo, insieme al Mukenin svenuto, ma di loro non c'era traccia. Il panico le attanagliò lo stomaco, fermandole il respiro in gola. Possibile...?
    Isao intanto osservava con piacere la devastazione attorno a sé, il terreno bruciato sotto i piedi e i fili d'erba inceneriti che ancora riflettevano scintille di fuoco. Il suo fisico era segnato dalla fatica e dall'enorme dispendio di Chakra, ma il suo cervello non riusciva a registrarlo. Lui era perfetto, imbattibile. Quando i suoi occhi trovarono la sagoma di Maemi, subito scattò nella sua direzione urlando: «Miaaaaaa!»
    Lei si voltò, tentando di scuotersi da quella sorte di stordimento, le mani già unite e pronte a formare una breve sequenza di Sigilli. Poi sputò il Manto di Sciroppo a terra, interrompendogli la corsa; in risposta, Isao lanciò un'altra volta l'anello di carbonio, ma Maemi lo evitò con un balzo in alto, atterrando a cinque metri da lui.
    Non riusciva a pensare chiaramente. Nella testa aveva solo il pensiero che, forse, aveva appena perso il suo compagno di missione. Le tremavano le gambe.
    Poi arrivò la rabbia: era per la prima volta abbastanza vicina al nemico da poterci incrociare lo sguardo senza venir tagliata in due. Mentre Isao preparava la pioggia di cubi, Maemi lo fece cadere dentro la sua più potente Illusione.
    Suiton: Mizuame Nabara - Tecnica del Campo di Sciroppo
    GVxM
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica permetterà, dopo aver composto una serie di Sigilli, di sputare dalla bocca un getto di liquido sciropposo che ricoprirà un'area a piacere, dalle dimensioni massime di venti metri in lunghezza ed otto in larghezza. L'utilizzatore saprà muoversi alla perfezione sul manto sciropposo, a differenza di coloro che non sono in possesso di questa Tecnica. Essi si troveranno ancorati allo strato di sciroppo nel primo Turno, mentre nei due Turni successivi potranno muoversi, ma con un malus motorio di un grado. Al termine del terzo Turno la Tecnica si dissolve. Nonostante sia un Jutsu Suiton, per via della sua densità diversa dalla normale acqua, il manto sciropposo non permette di propagare Teniche di elemento Raiton, né di essere utilizzato per Tecniche Suiton che necessitino di fonti d'acqua. In compenso, proprio a causa della differente densità, il manto sciropposo potrà essere utilizzato anche a ridosso di un manto acquatico.
    Consumo: 4

    Kaabon Kontorooru: Yubiwa - Controllo del Carbonio: Anello

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: B
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica consiste, dopo aver generato i proiettili di carbonio, di iniziare a farli vorticare a velocità estremamente alta sopra la propria testa. Così facendo si unirà all'incredibile resistenza del carbonio anche una velocità di rotazione che consentirà alla Tecnica, una volta scagliata, di lanciarsi verso il nemico a velocità alta per una distanza massima di venti metri. Qualora l'Anello andasse a segno causerebbe una ferita da Taglio di entità media e sarà capace di abbattere qualsiasi materiale gli si parerà davanti e difese di pari livello.
    Consumo: 8


    Gyaku Genjitsu no Ketsugō - Congiunzione dei Mondi Illusori
    TW2QE4k
    Sviluppatore: Maemi Takahashi
    Livello: A
    Tipo: Genjutsu
    Dopo aver affinato e portato agli estremi le proprie capacità nel campo delle Illusioni, l'utilizzatore sarà in grado di combinare due Genjutsu per creare un risultato del tutto nuovo e unico, anche in funzione di eventuali potenziamenti che agiranno direttamente sul risultato finale. Dalla loro fusione, infatti, ne uscirà un Genjutsu unico che presenterà gli elementi facenti parte di entrambe le Illusioni, con l'utilizzatore in grado di modificare, amalgamare e valorizzare i singoli elementi per rendere il tutto più uniforme e più realistico. La nuova Illusione, tuttavia, dovrà sempre e comunque rispecchiare l'obiettivo centrale delle singole Illusioni, senza andarne a deturpare il senso principale, ma solo mischiandolo. Per esempio: se il fulcro di uno dei due Genjutsu è l'intrappolamento del nemico, mentre l'altro è provocare un intenso dolore, la nuova Illusione dovrà rispettare queste due necessità. Il resto rimane a fantasia dell'utilizzatore, potendo personalizzare direttamente i due Genjutsu di base, come se si facesse ricorso alla Arte delle Illusioni, ed in questo caso fino a Genjutsu di livello A. Per contro, le due Illusioni perderanno parte del loro potenziale, tanto che eventuali malus non si sommeranno, ma la vittima subirà solo il malus fisico e motorio più alto tra i due Genjutsu. Si sommeranno, invece, la durata dei malus in termini di Turni e la percezione delle diverse ferite illusorie. I requisiti imposti dalle Tecniche (quali immobilità, Sigilli, etc) si sommeranno ed eventualmente accavalleranno. Allo stesso modo, si accavallerà la durata dei Genjutsu, finendo per prevalere la durata maggiore nel risultato finale. Dunque, se si fonderà una Tecnica dalla durata di quattro secondi che non richiede Sigilli ma solo immobilità per tre secondi, con una Tenica dalla durata di tre secondi che richiede Sigilli e immobilità per due secondi, si dovrà rispettare la formulazione di Sigilli e l'immobilità di tre secondi per ottenere un Genjutsu che dura quattro secondi. Sarà possibile fondere solo due Tecniche per volta, e non necessariamente dello stesso livello, purché massimo di livello A. Per la necessità di rispettare i punti cardine di ogni Illusione, sarà impossibile conciliare Genjutsu prettamente difensivi (come la Tecnica dell'Ipnosi) con quelli offensivi (come la Tecnica Della Morte Vissuta).
    Dissolvibile attraverso il Kai (pagando il consumo dei due Genjutsu) se una delle due Illusioni lo permette, o con la ferita più alta richiesta dai due Genjutsu.
    Necessaria la Specializzazione in Genjutsu.
    Consumo: N/A (Necessario pagare il Consumo dei due Genjutsu separatamente)

    Shikumi no Jutsu - Tecnica Della Morte Vissuta
    GVJh
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Genjutsu
    Questa straordinaria illusione permette di creare qualsiasi scenario che culmini con la morte violenta della vittima del Genjutsu, e per andare a segno richiede che lo Shinobi incroci il proprio sguardo con quello della vittima. La libertà creativa dell'utilizzatore è assoluta nell'intessere la scena che ritiene più adatta allo scopo, ma la strategia più efficace rimane solitamente quella di non alterare in maniera eccessiva l'ambiente circostante, per ottenere una morte realistica dell'avversario, così che egli non capisca di trovarsi all'interno di un'illusione. Questo Jutsu è uno dei più temibili in tutto il comparto delle Arti Illusorie perché, oltre alla grande versatilità di utilizzo, permette di causare un notevole trauma psicologico alle proprie vittime. Se la Tecnica va a segno l’avversario subirà un malus fisico-motorio pari a due gradi per tre Turni oltre a essere visibilmente scosso e, nel peggiore dei casi, quasi paralizzato.
    Dissolvibile con una ferita medio-grave.
    Consumo: 15

    Kuyoi Nawabi no Jutsu - Tecnica dei Petali Fuggitivi
    GVSR
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Genjutsu
    Per mettere in atto questo Genjutsu è necessario essere nel raggio visivo del bersaglio, poiché egli dovrà vedere almeno una minima parte dell'esecuzione dei Sigilli. Se la Tecnica viene eseguita con successo, la vittima vedrà l'utilizzatore dissolversi in numerosi petali rosa, scomparendo alla vista. In realtà sarà sempre lì, ma se si avvicina a meno di tre metri dal bersaglio l'illusione si annulla. Solo l’utilizzatore sarà invisibile, mentre qualsiasi attacco verso il bersaglio sarà visibile. Se durante l'esecuzione del Genjutsu l'utilizzatore ha un soggetto o un oggetto sulle proprie spalle il tutto scomparirà con lui, ma dovrà a quel punto rimanere costantemente a contatto con l'utilizzatore, altrimenti tornerà visibile agli occhi della vittima.
    Con un ulteriore apporto di Chakra, per l'utilizzatore è possibile ampliare ed estendere l'illusione, mostrando al bersaglio come anch'egli si stia dissolvendo in una nube di petali rosa insieme all'utilizzatore. Ciò causa l'illusione di non avere i propri arti o il proprio corpo a disposizione. In questa variante è possibile utilizzare il Kai per dissolvere il Genjutsu, ma solo nei primi tre secondi oltre i quali la vittima perderà l'utilizzo delle mani. Per utilizzare questa variante non si potrà attaccare direttamente la vittima, dovendosi concentrare sull'illusione, che comunque si svolge in pochissimi istanti. Il malus nel subire la Tecnica in questa variante consiste in un calo fisico-motorio pari ad un grado per due Turni.
    Dissolvibile con una ferita medio-lieve durante la prima parte o con una ferita media da quando comincia l'estensione. La sola estensione è dissolvibile con il Kai.
    Consumo: 4

    Il corpo di Maemi si dissolse in un nugolo di petali, che si riunirono compattamente a formare la sagoma di una spada puntata contro Isao. Non poté fare nulla: l'arma gli si conficcò nel petto con forza, schizzando sangue a terra e facendoglielo risalire su dai polmoni, intasando le vie aeree e soffocandolo...
    Maemi, intanto, indietreggiava barcollando sulle gambe instabili. Se tutto era andato bene, adesso il Mukenin non avrebbe potuto né vederla né percepirla: non provò nemmeno a colpirlo, non quando aveva ancora l'armatura. Ripensò al piano di Kenta, al fatto che avrebbe dovuto fargli sprecare tutto il Chakra. La sua voce che le rimbombava nella testa riuscì a farle pulsare le orecchie.
    Isao si riprese dall'Illusione, il viso contratto in una smorfia furiosa. Quella puttana... gliel'avrebbe fatta vedere! Dov'era? Ah... sì, certo, si nascondeva. Lo temeva: tutti lo temevano! Tutti scappavano da lui, doveva aspettarselo! Allora caricò il pugno destro col Chakra e lo abbatté a terra, formando grosse crepature nel suolo e una feroce onda d'urto che travolse Maemi e la spedì a volare malamente all'indietro, atterrando male e provocandosi dolorose escoriazioni. Tuttavia rimase invisibile. Isao continuò a guardarsi attorno, e non riuscire ad individuare l'avversaria lo fece imbestialire ancora di più, impedendogli di avvertire i tremori del corpo e il fiatone corto per la mancanza di Chakra. C'erano pochi alberi ancora in piedi, distanti una trentina di metri. Doveva essersi nascosta lì, non c'era altra alternativa... a meno che non si fosse buttata dalla scogliera. No, no, non ne avrebbe avuto il tempo. Scattò verso la coltre di alberi, e quando fu alla giusta distanza evocò i suoi cubi in carbonio, che rotearono brevemente prima di scagliarsi a gran velocità verso la boscaglia.
    Kaabon Kontorooru: Yoroi - Controllo del Carbonio: Armatura Completa

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: A
    Tipo: Ninjutsu
    Questa è la versione finale dell'Armatura del Carbonio. Tramite essa, l'utilizzatore rende il proprio corpo duro come il diamante. In questo modo ogni danno derivante da Ninjutsu e Taijutsu di grado A od inferiore viene completamente annullato. Qualsiasi arma metallica, non Leggendaria, non potrà scalfire il Ninja ma anzi si spezzerà sul colpo se entra in contatto con il suo corpo. Stessa cosa vale per esplosioni derivanti da Carte-bomba e da altri oggetti acquistabili in Armeria. La Tecnica è tra le più versatili e potenti in difesa perché può anche essere utilizzata per coprire parzialmente e non totalmente il corpo dell'utilizzatore. In questo caso il suo utilizzo sarà praticamente istantaneo necessitando soltanto di concentrare il Chakra nella zona interessata. È possibile utilizzare la Tecnica anche per potenziare di mezzo grado nel danno qualsiasi Taijutsu di livello A o inferiore utilizzato con l'arto indurito ma, per fare ciò, sarà necessario pagare di nuovo il consumo della Tecnica.
    Fintanto che la Tecnica è attiva l'utilizzatore potrà ricorrere soltanto a Taijutsu, Kenjutsu, Shurikenjutsu e Jutsu della Mutazione del Carbonio.
    Utilizzabile per tre Turni poi saranno necessari due Turni di riposo.

    Consumo: 15 (A Turno)

    Sakura no Hana no Eikyoo - Impatto della Fioritura del Ciliegio
    GpGU
    Villaggio: Tutti
    Livello: A
    Tipo: Taijutsu
    Si tratta di uno dei più potenti Taijutsu e pertanto richiede un'elevata quantità di chakra che dovrà essere concentrata nella mano con la quale si sferra il pugno. Questo potrà essere diretto solamente verso il basso e, se colpisce il suolo, causerà lo sfaldamento del terreno per circa venti metri attorno all'utilizzatore, causando anche un'onda d'urto di dieci metri. Lo smottamento del terreno causerà inevitabilmente un disagio al nemico che si stia avvicinando, paragonabile al calo della propria velocità d'un grado. Se questi viene invece colpito in pieno, i danni riportati saranno gravi. La tecnica è così potente che viene usata anche per colpire nemici nel sottosuolo, causando in questo caso però solo danni medio-gravi se colpiti in pieno o medi se ci si trova in un raggio di dieci metri dall'epicentro.
    Consumo: 15

    Kaabon Kontorooru: Hasshabutsu - Controllo del Carbonio: Proiettili

    Villaggio: Iwagakure no Sato
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica permette all'utilizzatore di evocare attorno a sé cubi di carbonio aventi dieci centimetri di diametro che potranno essere successivamente lanciati verso l'avversario a velocità alta. Singolarmente ogni cubo causerà danni medio-lievi da Impatto che saranno capaci di abbattere difese di pari livello. A sua discrezione l'utilizzatore potrà decidere di ingrandire i cubi fino alla dimensione massima di mezzo metro di diametro, riducendone però la velocità a medio, permettendogli di causare singolarmente danni medi da Impatto. Ogni Turno si rigenerano i proiettili mancanti fino al massimale consentito dalla Tecnica.
    [Numero Massimo Cubi: Sp. Jounin 5; ANBU 10; Jounin 15]
    Consumo: 4 (A Turno)

    Nel momento stesso in cui i proiettili lasciarono la sua mano, le gambe di Isao cedettero e lui si ritrovò in ginocchio. Sgranò gli occhi: che diavolo...? Era stato colpito? No, impossibile... e perché la sua visione si faceva sempre più annebbiata? Un'Illusione, di nuovo? E il cuore che batteva all'impazzata, le braccia e tutto il resto del corpo tremolanti?
    La sua armatura si ritrasse senza il suo consenso, ma anche in quel caso Isao non capì. Il combattimento, dopo tutto quel tempo di astinenza, gli aveva dato davvero alla testa. In un battibaleno Maemi si ritrovò alle sue spalle, e con un colpo deciso del fodero alla testa lo tramortì definitivamente, facendolo stramazzare al suolo.
    Per qualche attimo la kunoichi rimase ferma, immobile, la mano tremante serrata sul fodero; fissava la sagoma del Mukenin come se potesse rialzarsi da un momento all'altro. Non successe. Un'ondata di sollievo le investì il petto, e quasi si ritrovò a barcollare sulle sue stesse ginocchia. Il silenzio assoluto calò finalmente sulla scogliera, facendole venire la pelle d'oca. La katana le scivolò dalle mani. Silenzio voleva dire che non c'era nessuno. Che era... sola.
    Il respiro le si bloccò in gola, faticava a respirare. Poi, mentre la sua mente faticava ancora a processare tutto, dal limitare della scogliera avvertì un rumore strano; di qualcuno che cercava, molto goffamente, di risalire il muro di roccia.
    Il corpo di Maemi si tese, andando immediatamente in stato d'allerta. Non ce ne fu bisogno: l'attimo dopo una sagoma umana si aggrappò senza alcuna grazia agli ultimi stili d'erba superstiti e si issò su, rotolando sul prato carbonizzato come se il corpo pesasse un quintale. Gli occhi di kunoichi erano fissi come ipnotizzati. Le gambe scattarono verso di lui di loro iniziativa, divorando la distanza a grosse falcate.
    I suoi dubbi furono confermati: quella figura era Kenta, tutto affannato come se avesse fatto la maratona della vita. Quando Maemi gli fu sufficientemente vicino, notò che era bagnato fradicio, oltre che vivo e vegeto. In un lampo mise insieme i pezzi: era riuscito a saltare giù dalla scogliera prima che l'esplosione lo colpisse, trovando rifugio nelle acque torbide.
    Kenta si era rimesso in piedi, piegato con le mani sulle ginocchia. Voltò lo sguardo e la vide. «Ehi, stai be...?» fece per chiedere, ma la ragazza lo interruppe colpendogli forte la testa col manico della katana.
    «Idiota!» strillò poi, colpendolo ancora una volta sulla spalla. «Che diamine pensavi di fare, l'eroe di sto cazzo?! Eh? Sapevi che potevi rimetterci la pelle, razza di decerebrato...!»
    Kenta aveva alzato le braccia per proteggersi dai colpi di Maemi, ma quando le riabbassò aveva gli occhi che brillavano. «Non dirmi che eri in ansia per me».
    «Certo che sì, cretino». Maemi cercò di ricomporsi, ma aveva la faccia ancora accaldata per la rabbia. «Sei sotto la mia responsabilità, dannazione. Non ci tengo ad averti sulla coscienza!»
    Per qualche attimo il ragazzo non rispose; la guardava con un'intensità strana, un sorrisetto che faticava a trattenere. «Ed è... tutto qui? Sicura?»
    Maemi aprì la bocca, ma il fiato le si bloccò in gola. Si era accorta tutt'un tratto di quanto erano vicini, e quanto questa vicinanza le faceva sentire come se nelle vene scorresse elettricità al posto del sangue. I sensi acuiti dall'adrenalina, il pericolo appena passato e le emozioni traboccanti le rendevano confusi i pensieri. La spronavano ad agire, a lanciarsi nell'ignoto come se avesse ancora la vita appesa a un filo.
    Senza rifletterci, Maemi si sollevò sulle punte dei piedi, allungò il collo e lo baciò, premendo le labbra sulle sue. Kenta si irrigidì dalla sorpresa, ma l'attimo dopo le brandì di slancio il viso tra le mani e ricambiò il bacio, costringendola ad aprire la bocca con la pressione delle labbra. L’aria era fredda, ma le sue mani erano piacevolmente calde.
    Maemi si accorse che avrebbe dovuto staccarsi, ma non le andava. Gli incorniciò la faccia tra le mani, facendogli scivolare le dita dietro le orecchie e lo baciò ancora più a fondo. Avvertì le mani di Kenta premerle sulla schiena, come volesse schiacciarla a sé...
    Poi un lamentò gli sfuggì dalla bocca, vibrando tra le labbra di lei. A quello, Maemi si ritrasse di scatto, col fiato corto e il rossore in viso. «Sei ferito?» chiese subito, capendo di avergli toccato un punto doloroso.
    «Un graffio... nulla di che» rispose Kenta, con la noncuranza di chi voleva tornare a dove erano stati interrotti. Ma la ragazza non gli credette, e lo costrinse a voltarsi: il tessuto sulla schiena era stato bruciato, lasciando visibile chiazze e contorni neri dove il vestiario si era fuso con la pelle. Qualcosa dell'esplosione doveva averlo raggiunto.
    Maemi imprecò. «Questo ti sembra un graffio?»
    «Be', dovresti vederti, a te» rispose Kenta, trattenendo una risatina. «Sei messa altrettanto male, e inoltre tremi tutta. Sconvolta dalla mia bravura coi baci, vero?».
    Di rimando, Maemi lo colpì di nuovo in testa. «Dov'è l'altro Mukenin?»
    «L'ho trascinato fuori dall'acqua, ora fa il tricheco spiaggiato su uno scoglio. Siamo stati fortunati a non beccarne uno, alla caduta».
    Al pensiero di una loro probabile e stupidissima morte, la ragazza lo fulminò nuovamente con lo sguardo. «Cretino».
    I due si fissarono ancora, in silenzio. Erano da soli in mezzo ad un campo di battaglia completamente dissestato, bruciato e sradicato, con due Mukenin svenuti da sistemare e delle ferite da curare. Maemi pensò di essere proprio una stupida, per sentirsi ancora a corto di fiato dal bacio appassionato di prima. Avrebbe dovuto pensare a come gestire il rientro con i due prigionieri, a cosa fare con Saburo e a come comunicare con la daimyo. Eppure aveva ancora la testa piena di altro... e non riusciva a concentrarsi come avrebbe dovuto.
    Kenta le prese una mano, e per la prima volta Maemi non si ritrasse. «Ci pensi?» mormorò, guardandola con gli occhi che scintillavano d'orgoglio. «Non siamo più dei bambinetti d''Accademia. Oggi... siamo gli eroi di Kagawa».
    Lo sguardo della ragazza indugiò su di lui, poi l'espressione si aprì in un caldo sorriso. «Già.. non siamo una brutta squadra, dopotutto».
    E non erano nemmeno una brutta coppia... dopotutto.

    ❋❋❋


    Era molto scomodo usare il proprio ginocchio come scrittoio, ma Maemi non aveva molte alternative. La notte ammantava e infreddoliva la brughiera che ospitava il loro bivacco, a mezza giornata di distanza da Kagawa. Era coperta da una rada vegetazione e da poca erba, perfettamenza scoperta e silenziosa; gli unici rumori erano lo scoppiettio del fuoco ed il respiro pesante dei cavalli.
    Non erano passate nemmeno ventiquattro ore, ma i due shinobi di Kiri erano desiderosi di tornare a Kiri quanto prima. Il motivo principale di tanta fretta era quel Mukenin pazzoide: troppo pericoloso per riportarlo a Tsume o anche solo da lasciare cosciente. Kenta aveva proposto di legarlo per bene con doppio strato di filo; Maemi aveva insitito per amputargli mani e piedi. Alla fine si arrivò al compromesso di rompergli le dita delle mani, dei piedi, delle braccia e delle gambe fino alla rotula. A meno che quel verme non riuscisse a farsi ricrescere le ossa, sarebbe stato completamente innocuo.
    Questo, tuttavia, significava una cosa: non si tornava alla capitale, per cui niente rapporto faccia a faccia con la daimyo. Una comunicazione scritta era però d'obbligo. Così Maemi si era preoccupata di usare il suo turno di guardia per stilare un breve e succinto resoconto - scritto con una calligrafia discutibile - riguardante la situazione a Kagawa, dall'imboscata ai Mukenin fino agli avvenimenti subito dopo la loro cattura. La presa via mare da parte della Zanna era stata, abbastanza letteralmente, un buco nell'acqua: la grande esplosione denotata dal Mukenin sulla scogliera aveva fatto credere ai militari che le catapulte erano fuori uso, e così avevano proceduto all'operazione. Tempo di rendersi conto del grava errore, e già molte delle loro possenti e costose navi da guerra erano finite in fondo al mare, causando un danno terribile alle casse ed al morale di Jozu.
    Maemi fermò un attimo lo scribacchiare della penna e voltò lo sguardo oltre il proprio ginocchio, adocchiando la figura di Kenta dall'altra parte del fuoco. Dormiva su un lato, con le braccia goffamente conserte e lo zaino sotto la testa, a mo' di cuscino. Invisibile all'occhio, uno spesso strato di bende gli fasciava le ustioni sulla schiena.
    Alla kunoichi scappò un sorriso. Pensò che fosse proprio tenero, così, nonostante l'altezza sopra la media. Chissà perché, il combattimento contro Isao era stato in grado di dissipare, in un colpo solo, tutta l'incertezza, l'ansia e l'aspettativa che le avevano fatto venire la nausea ad inizio missione. Avrebbero ripercorso lo stesso tratto per tornare a Kiri, ma le circostanze non sarebbero potute essere più diverse. Nonostante la cornice affatto romantica, in mezzo ad un disastroso campo di battaglia e con testimoni due Mukenin svenuti, il loro secondo bacio era stato molto meglio del primo: per Maemi era stato sicuramente un piacere, uno del genere che avrebbe continuato a fare senza stancarsi né turbarsi. Ma quando tornò a fissare il pezzo di carta su cui stava scrivendo, il suo sorriso vacillò. I ricordi avevano deviato percorso per riportarla alla conversazione con Kenta di qualche ora prima, avuta dopo che avevano finito di sistemare i due ceffi.
    -----------
    «Cosa farai... per Saburo? Dirai che è stato un traditore?»
    Quando Maemi aveva alzato lo sguardo, si era ritrovata di nuovo quell'espressione penetrante che l'aveva mandata in confusione al palazzo Maeda. Lasciò passare un sospiro incerto tra le labbra. «Abbiamo neutralizzato i due Mukenin, e senza di loro Saburo non potrà più spifferare segreti così comodamente. È vero che si è pentito... però, Kenta, devi renderti conto che per causa sua della gente potrebbe morire. Molti altri sarebbero potuti morire, se non fossimo intervenuti».
    «Però aggiungere un'altra morte alla conta non serve a nessuno».
    Maemi si era morsa un labbro. «Non saprei...»
    «Ti prego». Aveva preso le mani di lei tra le sue, lo sguardo implorante. «Se non per lui... fallo per me. Fidati»

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    Maemi sospirò, chiudendo gli occhi e lasciando andare il ricordo. Alla fine aveva decretato che a Saburo sarebbe stata data una seconda possibilità, ed il suo volto illuminato l'aveva fatta sentire un po' meno in colpa. Il vento le fece svolazzare qualche ciocca rossa sul viso. Era un vero peccato... avergli dovuto mentire.
    "Abbiamo scoperto che il figlio minore del Generale, Saburo Motoshiromizu, ha utilizzato un rotolo speciale per comunicare direttamente con i due Mukenin di Jozu. Ha passato lui informazioni riservate riguardo il granaio di Mitarai e le difese di Kagawa. Tuttavia, è stato anche grazie a lui che siamo riusciti a intercettare l'attacco e catturare i nemici. È giusto che voi lo sappiate".
    Gli occhi blu di Maemi si scurirono mentre narrava quella parte del racconto. Non voleva sentirsi in colpa, stava facendo la scelta giusta. Kenta non capiva. Non si poteva perdonare un tradimento simile, ma la faccenda toccava il ragazzo in maniera troppo personale e non poteva vedere la verità per quello che era.
    Quello era l'unica vera macchia di una valutazione altrimenti buona riguardo il ninja di Kiri: aveva avuto delle belle pensate, e anche se si era mancato certi collegamenti od intuizioni, era grazie a lui che erano riusciti a sconfiggere Isao. Sì... un vero peccato, quella storia di Saburo.
    Finito il rapporto, Maemi si rialzò in piedi; utilizzò un kunai per ferirsi il pollice, compì i Sigilli per la Kuchiyose e sbatté il palmo sul terreno.
    Kuchiyose no Jutsu - Tecnica del Richiamo
    YkrtwxH
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Ninjutsu
    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie Grandi è necessario il grado Sp.Jounin, per le Leggendarie quello ANBU.
    Consumo: 10

    Hina
    BXfTPyf
    Di dimensioni pari a quelle di un gatto adulto, quindi con una lunghezza di circa trenta centimetri, questo piccolo felino a pelo lungo possiede il dono della parola. Veste con un kimono rosso che tiene chiuso con una cintura bianca. In combattimento è pressoché inutile ma come tutti i gatti può vedere al buio e possiede un udito sopraffine, riesce a captare numerosi rumori entro un raggio di cento metri, anche se gli sarà impossibile percepire un Ninja che si muove silenziosamente tramite un Jutsu. Può intrufolarsi praticamente dappertutto sfruttando l'estrema delicatezza dei suoi passi, risultando impercettibile anche per un comune Ninja di grado Sp Jounin. Ha buone doti atletiche e velocità alta. Basteranno due tecniche di livello D o una C per mettere fuori gioco questo gatto.

    «Devi raggiungere la capitale dell'Artiglio, Tsume» mormorò la kunoichi, facendole segno del silenzio mentre con l'altra mano le consegnava il piccolo foglio arrotolato più e più volte. «Consegnalo direttamente alla daimyo, evita chiunque altro. So che puoi farcela».
    Il rumore e il parlottio fecero agitare Kenta, che borbottò ancora mezzo addormentato: «Maemi...?»
    La ragazza si voltò per controllarlo, tornò dalla micia e le fece segno di andare; questa abbassò il muso con gli occhietti vispi d'intesa, dopodiché scattò senza dire una parola.
    Maemi si avvicinò alla figura distesa del ragazzo. Si inginocchiò al suo fianco, e le venne l'impulso di passargli una mano sui capelli. «Continua a dormire. Ti resta un'altra ora» sospirò lei, sedendosi così vicina a lui da potergli sentire il respiro.
    Kenta borbottò qualcos'altro di incoerente, si agitò per mettersi più comodo e poi tornò a dormire. Non russava, almeno non proprio, ma faceva un lievissimo suono di risucchio abbastanza divertente. Qualcosa per cui prenderlo in giro, senza dubbio.
    Maemi rimase a fissarlo, come incantata: era un bravo ragazzo, dopotutto. Poteva certamente raccomandarlo per il grado Sp.Jounin, anche se con qualche remora. Il modo in cui aveva portato avanti la questione Saburo era deplorevole, ma aveva tutto il tempo per rettificarsi. Maemi poteva perdonare le sue mancanze... per quella volta.
    Non poteva rimanere un ragazzino di buon cuore per sempre, dopotutto.
    Isao
    Status: Ferita lieve ta daglio al ginocchio; svenuto.
    Chakra: 180-8-15-4-8-8-8-15-4-8-15*2-15-8-8-15-15-4=7

    ChakraMentaleMalus/Bonus
    » 240-8-15-8*2(*4)-8-4-15-4-10=112;»Tranquilla;»Cinque ferite medio-lievi da impatto sparse su tutto il corpo;
    »Danno medio-grave da impatto al collo;
    »Danno medio da impatto alla schiena;
    »Danno medio-lieve da impatto alle braccia;
    »Ferita lievissima da taglio al pollice;
    Fisico» Ottimo
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai = 10Kunai = 10Fili Metallici = 30 mtFili Metallici = 30 mt
    Shuriken = 20Shuriken = 20Fili Metallici = 30 mtKit Grimaldelli
    Cartabomba = 5Cartabomba fasulla= 5Occhio CiberneticoPillole del Soldato = 3
    Palla Gelo = 5Fumogeni = 5Rotolo di TrasformazioneBinocolo
    Divisa alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Senbon = 20Cartabomba = 5Torcia ElettricaRadiolina
    Foderi
    Fodero Minore
    Tanto
    Fodero
    Katana
    Rotoli
    Sigilli d'Evocazione
    DecimaShuriken Maggiore
    Frecce = 30//
    Rotolo Minore
    Shuriken Maggiore
    Doppia Tasca da Coscia
    Shuriken ad Astro = 20
    //
    Abbigliamento
    Coprifronte Kiri
    Parabraccia
    Note
    » Trenta metri di Filo Metallico sono legati ad uno Shuriken Maggiore;
    » Trenta metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: quindici ciascuno;
    » Venti metri di Filo Metallico sono legati ad un Kunai;
    » Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Tre Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
    » Tre Palle Gelo sono legate ad altrettanti Kunai;


    Edited by Skipio - 10/4/2023, 23:34
     
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    Correzione:
    Dunque, parto con il dire che leggere questa missione mi è piaciuta molto. Ho apprezzato il tempo speso per delineare una Parte 1 che, oltre a portare avanti narrazioni personali di Maemi, aiuta a delineare bene il rapporto tra lei ed il PNG alleato, Kenta, ponendo le basi per l’evoluzione che il loro rapporto avrà nelle parti successive del racconto. In alcuni momenti, durante i loro dialoghi, avrei voluto tirare due sberloni a meno aperta a Maemi, dunque suppongo che questo fosse il segnale di un personaggio in fase adolescenziale scritto in maniera realistica xD
    I problemi maggiori secondo me si presentano nella Parte 2, principalmente per due motivi, con il secondo che però è molto più personale dell’altro.
    Il primo: le motivazioni per cui Maemi intuisce che ci sia una talpa mi sembrano un po’ frettolose, in particolare citando questa frase qui: “Però è molto difficile, per un solo Sp. Jounin ed un Chuunin, addentrarsi così in profondità in territorio nemico senza dare nell'occhio. Dovresti sapere esattamente dove andare, quali luoghi evitare, cosa aspettarti... altrimenti il rischio supera il beneficio”. Secondo me questo discorso è un po’ azzardato, perché il Paese dell’Artiglio non dispone di una propria forza regolare Ninja, dunque mi immagino che per qualunque Shinobi addestrato potrebbe essere un gioco da ragazzi l’aggirarsi indisturbato per un Paese in cui non c’è letteralmente nessuno che sia forte quanto lui, o che possa rappresentare una reale minaccia, a meno che anche l’Artiglio non lo ponga di fronte ad altri Ninja assoldati, come poi avviene in questa stessa missione quando Maemi e Kenta raggiungono il Paese.
    Il secondo: mi ha lasciato parecchio spiazzato passare dalla realizzazione che esista una talpa al vedere mostrato subito il momento in cui Maemi, a colpo sicuro, capisce quale dei cinque sospettati sia il colpevole e lo metta immediatamente spalle al muro. Mi sarebbe piaciuto vedere più investigazione, più ambiguità tra i possibili sospettati, magari vedere come questo o quell’altro membro del consiglio ristretto avesse i propri segreti, più o meno ricollegabili alla situazione corrente… dunque un deep dive nella situazione politica dell’Artiglio. Ma, ma… questo dispiacere deriva soltanto dal fatto che mi stesse piacendo molto quello che stavo leggendo, e quindi avrei voluto averne di più, entrare nelle cose più in profondità. Fattore che avrebbe comportato molti caratteri in più di quelli previsti, in una missione già di per sé più lunga del normale, e all’atto pratico non credo che il gioco valesse la candela per te che scrivevi.
    Sul combattimento ho solo un appunto: quando Isao usa l’Anello di Carbonio contro Maemi la seconda volta, quella in cui non c’è più Kenta e sta combattendo da solo, non trovo fattibile la schivata con un semplice salto, senza potenziamenti motori, per via del fatto che vi trovate a distanza mi pare ridotta e soprattutto quell’anello viaggia a velocità alta.
    Ho goduto molto quando Maemi, sul finale, ha mentito a Kenta ed ha denunciato comunque il ragazzino. È stato come far cadere una tinta d’inchiostro in un bacino d’acqua fino a quel momento limpido ed imperturbato, e guardarne le nere increspature contaminare la perfezione di quella distesa trasparente.
    Tutto considerato, ti assegno il +1 ed una ricompensa pari a 1050 Ryo. Cheers!

    P.S. Se in futuro volessi fare riferimento a questa Missione per proseguire le tue narrazioni, ti segnalo che la capitale della Zanna non è Jozu, come erroneamente riportato nella traccia iniziale, ma Kiba.
     
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3 replies since 30/1/2023, 20:39   151 views
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