Kaede Nakayama vs Supaku Handoru

Ricordati, nel caso in cui si riveli una minaccia, fallo fuori...Non dargli il tempo di riprendersi, né di scappare. Se quelli del Covo vengono a sapere che hai cercato di fare fuori un altro dei quindici, avremo già firmato la nostra condanna a morte. Supaku aveva annuito in silenzio mentre si infilava il Kimono nero e verde una manica dopo l'altra. L'incontro organizzato da Yukata con Kaede era stata una sua idea. Voleva del tempo da solo con il ninja con cui anni prima aveva condiviso qualche Missione. Voleva studiarlo, per capire se sarebbe stato una possibile e potenziale minaccia per lui e i suoi compagni una volta che avessero deciso di scappare dal Covo nel momento in cui fosse scattata l'operazione di Epurazione che il Bruco aveva sentito dalle sue spie. Il Covo stava per fare il passo più lungo della gamba, dicevano, presto avrebbe fatto pulizia dei mercenari non fedeli alla causa tra le sue fila e lasciato soltanto i più solidi e affidabili, così da consolidare la sua posizione quale organizzazione di punta nel Mercato Nero e principale esponente del Mercato Nero. Supaku stesso non aveva idea di come funzionassero le cose tra le alte sfere delle Terre di Nessuno, sapeva solo che solo dieci organizzazioni potevano sedere al Tavolo e che quelle Dieci tenevano le fila di tutto, costringendo le organizzazioni inferiori non solo a stare in riga e quindi a mantenere una parvenza di ordine e di prosperità nelle Terre di Nessuno, ma anche a non scatenare guerre intestine. Il Covo aspirava ad un posto nel Tavolo e per farlo, doveva eliminare una delle organizzazioni sedute ad esso, ma soltanto con i guerrieri più forti e fedeli alla causa sarebbe stato possibile. Non c'era spazio per i tradimenti intestini, non ci dovevano essere dubbi sulla fedelità delle proprie fila. Non c'era niente di peggio che iniziare una guerra con i ranghi scompaginati e uomini pronti a tradire e cambiare bandiera, sopratutto in quelle Terre. Quindi l'obiettivo del Covo era semplice, scremare le fila dagli elementi pericolosi, instabili, inaffidabili o indecisi sulla propria fedeltà. Supaku insieme a Yutaka, Xersi, il Bruco e Namida erano tra quelli. Per questo si erano uniti ed avevano deciso di prepararsi alla eventuale fuga inevitabile che sarebbe avvenuta nel momento dell'epurazione. Il Covo non avrebbe infatti aprezzato l'idea che alcuni dei propri membri meno fedeli, riuscissero a scappare per andare a rivelare ad altre organizzazioni segreti importanti sul proprio conto. Nella preparazione di tale Epurazione però il gruppo dell'albino aveva tenuto d'occhio i membri del Covo che riuscivano ad entrare nella Lista dei Quindici, quindici shinobi tra i più forti del Covo stesso e che, apparentemente, per il solo fatto di essere in lista avevano diritto a privilegi e sconti su eventuali trapianti. Quei Quindici, diceva il Bruco, sarebbero stati decisivi per il buon esito dell'Epurazione e infatti il Covo stava cercando di "comprare" la fedeltà dei più forti tra i suoi ninja per far sì che solo i migliori rimanessero al suo fianco. Supaku era nei Quindici ma lui stava rappresentando una eccezione, considerato che, la sua instabilità, era fonte di grande preoccupazione del Covo. Makui però non era uno sprovveduto ed aveva deciso di usare Supaku nelle Missioni più pericolose del Covo nella speranza che un giorno lui stesso fallisse e che i regolari o altre organizzazioni facessero il lavoro sporco al posto suo.
Ora però Kaede era entrato tra i Quindici, questo significava che il Covo avrebbe provato a comprarlo o a farlo fuori mandandolo in qualche missione suicida, oppure che era diventato fedele al Covo stesso. Lui era lì oggi per accertarsene.
Un movimento nell'aria avvertì l'albino, nascosto tra le colonne del penultimo piano dell'edificio, che il traditore del Suono stava arrivando. Un'ombra si avvicinò al tetto del grattacielo e lui intravide le vesti del possessore del Rinnegan. Attese qualche minuto, per accertarsi che non fosse stato seguito. Incanalò Chakra nel naso e nei timpani, cercando di saggiare l'aria e ascoltando con decisione ogni singolo suono che potesse rivelare la presenza di qualsiasi eventuale sorpresina. Alle sue orecchie giunsero i battiti cardiaci di molte persone, quel posto era meno disabitato di quanto potesse sembrare e l'odore dell'olio per le Armi, c'erano altri Ninja, certo, era comprensibile ma non sembrava che nessuno fosse così vicino da rappresentare una vera minaccia, poteva andare avanti, almeno per il momento.

Scivolò fuori dalle ombre, il kimono dalle ampie maniche che frusciava leggermente nel vento che tirava quel giorno su quel paesino dimenticato dagli spiriti. Fletté le gambe per poi balzare in alto ed atterrare sul terrazzo fuori dal buco che anni addietro doveva essere stato causato da qualche contro tra Ninja. Aterrò con un movimento deciso e flessuoso.
Ciao Kaede. disse senza lascia trasparire dal proprio viso alcuna emozione. Si sollevò in piedi mentre il vento agitava la sua chioma bianca davanti all'unico occhio non coperto dalla benda di cuoio. L'iride dorata cercò quella violacea e a spirale del suo interlocutore. Sarò breve...Ho visto che sei entrato nella lista dei Quindici, volevo farti le mie congratulazioni di persona. Devi essere contento della "promozione", giusto?
Attese la riposta dell'altro mentre le labbra si serravano leggermente in una linea e l'unico occhio si stringeva quasi impercettibilmente. Non era un esperto in interrogatori, non era neanche capace di leggere fin troppo bene le emozioni sul volto delle persone, ma era abbastanza capace di capire se una persona stava mentendo o meno, quasi una cosa istintiva, per così dire. Avrebbe cercato di sondare il ragazzo ma nella sua mente c'era la quasi assoluta certezza di attaccarlo e rimuovere questa potenziale minaccia per due motivi. Il primo, Kaede lo aveva visto in combattimento ed avrebbe potuto rivelare al Covo molte delle sue abilità e Tecniche segrete che di solito utilizzava soltanto in Missione, non voleva che i propri segreti fossero divulgati ai suoi prossimi nemici. Secondo, lui stesso aveva visto Kaede in azione e questo gli dava un vantaggio in uno scontro uno contro uno, farlo fuori qui ed ora, quando era da solo, sarebbe stato molto più facile che quando fosse arrivato su di lui insieme ad altri membri del Covo stesso.

E così le informazioni erano corrette? Interessante Shizuma si spostò dietro alla cornice di una delle finestre, non voleva farsi vedere. Aveva ricevuto una soffiata da una fonte sicura. Sul tetto dell'edificio di fronte si sarebbe tenuto un incontro tra due ninja del Covo, eliminare quello dai capelli bianchi avrebbe fruttato a lui ed alla sua banda un bel gruzzoletto. Non se lo era fatto ripetere due volte, aveva preso cinque dei suoi uomini migliori, tutti mukenin di livello B, e si era appostato a distanza di sicurezza, sapeva che molti ninja erano in grado di usare Jutsu di percezione o sensoriali e questo aveva significato nascondere i suoi uomini tra le persone comuni, nella piazza o lasciarli intenti ai piani inferiori a fingere di avere qualcosa da fare. Ora però i due ninja erano apparsi sul tetto, uno dai capelli rossi ed uno dai capelli bianchi. Era tempo di prepararsi a colpire. Dipinse dei Kanji su un rotolo che aveva già steso a terra e questi sparirono per trasferirsi su un altro rotolo in possesso di Buchi, questa avrebbe richiamato all'ordine i suoi uomini con l'uso della radiolina. Essendo Shizuma il più vicino alla torre, non voleva rischiare di essere sentito alle orecchie di un percettore troppo facilmente.
Sulla carta apparvero le parole "ci mettiamo in posizione, ancora cinque minuti e poi dai tu l'inizio alle danze". Shizuma annuì al nulla per poi arrotolare la pergamena e infilarsela in tasca. Cominciò a muoversi di soppiatto mentre afferrava con decisione l'impugnatura della katana che aveva legata alla schiena. Sciolse la tracolla per portarsela vicino al fianco ma non estrasse l'arma, non voleva essere tradito dalla luce dell'ultimo sole che si rifletteva sulla lama d'acciaio.
Questo sarà un giochetto da ragazzi. sghignazzò mentre cercava di avvicinarsi ai due pronto a sferrare l'attacco con i suoi uomini.

Inspirò l'aria fredda nelle narici. I capelli bianchi svolazzarono intorno al viso mentre osservava il suo interlocutore. L'unico occhio si strinse leggermente. Le parole dell'uomo davanti a lui erano indecifrabili, così come la sua faccia. Un muro impassibile sembrava essersi erto tra lui e Kaede. Fissò il suo occhio dorato in quello violaceo dell'interlocutore, dovendo sollevare di poco il mento verso l'alto, si era dimenticato quanto fosse più alto di lui quel giovane ninja. Quando era cresciuto così tanto? L'ultima volta che si erano visti era stato poco più che un ragazzino con qualche pelo sul mento oppure si stava confondendo con qualcun altro? No, forse era stato Yogan...Il suo sguardo si fissò sull'occhio chiuso del possessore delle Sei Vie, una palpebra chiusa che racchiudeva il potere delle tre tomoe, proprio come il Raimu. Anche lui aveva lo Sharingan, anche lui era ossessionato con il potere del Clan Uchiha. Tutti in cerca del potere dello Sharingan, nessuno in grado di comprenderne il vero significato...Nemmeno io.... Trattenne l'istinto di sollevare la mano libera verso l'occhio bendato. Sollevare la benda di cuoio sarebbe equivalso ad una dichiarazione di guerra contro un ninja come Kaede e giustamente. Non voleva che le cose degenerassero, non subito, aveva bisogno di capire, di testarlo. Aveva sentito voci sul ragazzo, solo voci però. Le uniche cose certe erano sulla sua capacità lavorativa: era pigro, svogliato, eseguiva gli incarichi con sbuffi e grugniti, come se stesse facendo lui un favore al Covo e non avesse mai realmente capito il suo ruolo all'interno dell'Organizzazione. Supaku non aveva mai fatto quell'errore, quindi si era meravigliato quando aveva sentito che era stato promosso nei quindici, un uomo che eseguiva a malapena il minimo indispensabile per non essere fatto fuori dal Covo stesso, che si credeva superiore persino ai Ninja più potenti del Covo al punto da poterla far franca con un simile comportamento. Si era quindi chiesto se la scelta del Covo di inserirlo tra i quindici fosse per mettergli un bersaglio sulla schiena, per spingere i ninja appena sotto la classifica a lanciarsi su Kaede e cercare di farlo fuori per conquistarsi un facile quindicesimo posto così da cogliere due piccioni con una fava: eliminare un personaggio che era ormai diventato più una scomodità che un vero e proprio asset, e selezionare nuovi candidati per la Lista. Senza dubbio il ninja in grado di uccidere un possessore del Rinnegan non avrebbe certo potuto essere uno scappato di casa. Poteva essere oppure poteva anche essere che alla fine Kaede aveva stretto un patto con il diavolo o accettato di parteggiare per l'epurazione in cambio di ancora più potere, se infatti tutti gli appartenenti alla Lista erano fedeli al Covo lui poteva chiaramente vedere una eccezione per Kaede per il semplice fatto che era il portatore del Rinnegan.
No, questo non è affatto un incontro di cortesia.
In tutti i casi lui stesso aveva ormai consolidato nella sua testa che non si poteva fidare di Kaede, non al cento per cento, sia per al sua tendenza ad esser fin troppo sicuro di sé, sia per la sua scarsa attitudine dimostrata nel Covo stesso a mostrarsi fedele ad una qualche causa non fosse la sua. Però, forse, avrebbe potuto usarlo per i suoi fini. Farlo semplicemente fuori significava solo una seccatura per lui, Kaede era senza dubbio cresciuto in potere, poteva avvertirlo quasi a pelle, dallo sguardo più sicuro, dalla postura quasi tracotante, quindi eliminarlo sarebbe stato senza dubbio difficile, usarlo per avere un pedina in più per salvarsi la pelle dall'inevitabile fuggi fuggi dal Covo invece, era una idea più allettante.
Aprì la bocca pronto a proporre al suo ex compagno di Missioni una flebile alleanza ma non fece in tempo a proferire parola che l'edificio sotto di lui ebbe un profondo ed inquietante scossone, un sussulto che aveva scosso la roccia del grosso edificio fatiscente come un grosso colpo di tosse. Grosse crepe serpeggiarono sul terrazzo in una frazione di secondo. Allargò le braccia ai lati e fletté le gambe, guidato dall'istinto, spiccando un balzo all'indietro, per buttarsi letteralmente oltre la balaustra del terrazzo, verso il vuoto sotto di lui. Nel secondo in cui scavalcava l'edificio, questo implose in una serie di esplosioni. Cominciando a collassare verso il basso, mentre polvere e detriti schizzavano da tutte le parti, fiamme arancioni serpeggiarono tra i blocchi di cemento in caduta libera mentre l'onda d'urto delle numerose esplosioni travolgeva l'albino.
Supaku si ritrovò spinto sul petto da una forza invisibile che lo scaraventò verso la parete del grattacielo adiacente, a circa dieci metri di distanza. Sentì l'aria lasciargli i polmoni e la dura superficie del cemento scomposto urtargli la schiena. Sbattè con violenza, precipitò per qualche mentro, per fortuna la testa non era stata coinvolta e riuscì a mantenere la lucidità. Estrasse un kunai legato ad un filo metallico e lo lanciò con decisione verso il cornicione del palazzo sopra di lui. Il filo metallico strusciò tra le dita mentre saldava la presa e si dava uno strattone con violenza verso l'alto. Le finetre infrante e le pareti crepate scivolarono sotto di lui mentre riguadagnava la cima dell'edificio. Si librò in aria di un paio di metri oltre il terrazzamento dell'edificio e atterrò roteando sullo stesso con una piccola piroetta. Il kunai con il filo metallico tornò nella borsa con un rapido movimento di polso.

Prese un profondo respiro cercando di saggiare rapidamente la propria condizione fisica mentre il cervello era in piena attività. Quel figlio di puttana, mi ha teso una trappola per farmi fuori?? Davvero è così sicuro di sé, ohhhh aveva ragione Yukata, devo farlo fuor... Un rumore di passi lo costrinse ad alzare lo sguardo. Tre ninja erano apparsi sul tetto nella estremità opposta si erano lanciati verso di lui. Strinse le mascelle mentre la furia omicida lo invadeva. Sta usando tutti i trucchi del mestiere: effetto sorpresa, mercenari, quale sarà il prossimo?? Accumulò Chakra nei muscoli tendendoli oltre misura mentre si risollevava in posizione eretta. Riccioli di vapore acqueo si sollevarono dal suo corpo segno che alcune ferite superficiali erano state curate. Un lieve odore di bruciato arrivò alle sue narici, colse con la coda dell'occhio la manica destra del Kimono già in fiamme forse per via dell'esplosione. Tornò subito con lo sguardo sui tre avversari e si preparò in posizione di combattimento ma sentì il terreno sotto i suoi piedi cedere improvvisamente. Stavano agendo in combinazione, uno fermo lontano a più di dieci metri con il sigillo del Serpente concluso, il primo in prima linea armato di Katana ed il secondo a metà, armato di tre kunai per mano.
Strappò la manica all'altezza della spalla e la lanciò contro il primo Shinobi armato di Katana, l'uomo scartò di lato abbassandosi ed ignorando il suo diversivo con la prodezza di un veterano. La katana sollevata cambiò posizione, scendendo verso il passo e trasformando quello che doveva nascere come un fendente discendente in uno orizzontale verso il suo collo. Nonostante l'esperienza dello shinobi però, quel semplice diversivo aveva costretto l'uomo a spostarsi lateralmente di poco meno di un metro e questo aveva dato all'albino una apertura. Da una rapidissima stima dei movimenti dei Ninja aveva capito che il primo fattosi avanti doveva essere, quanto a capacità fisiche, pari ad uno Sp.Jounin mentre gli altri due erano di poco più lenti, questo era molto importante. Rendeva le cose più facili, afferrò l'anello alla base di uno dei suoi Shunsui Kunai Forgiati facendo fuoriuscire l'arma dalla tasca supplementare sulla coscia per poi roteare intorno al medio per poi lanciarlo sopra la sua testa.
Immagino non abbia avuto fondi per ingaggiare qualcuno di più capace...meglio per me, sarà una cosa rapida...eliminiamo i sottoposti il prima possibile, non voglio dare a Kaede l'opportunità di colpirmi a tradimento.
L'uomo davanti a lui eseguì un fendente orizzontale che poi si trasformò rapidamente in un vero e proprio affondo ma Supaku non era già più lì.


Apparve sopra la testa dell'assalitore la cui katana mordè soltanto l'aria. Afferrò il Kunai avvolgendole la lama di Chakra Fuuton e modificandone i flussi in modo che fossero più letali. Roteò a mezz'aria tranciando di netto il collo del Ninja, lasciando uno spruzzo ad arco rossastro sul pavimento polveroso del terrazzo. Atterrò di nuovo nel fango al termine della piroetta, notando come lo Shinobi più lontano aveva iniziato subito un'altra serie di Sigilli. Lo vide inspirare per poi soffiargli contro una palla di Fuoco. La scelta di ricorrere ad un attacco dalla distanza era sensata, pensò l'albino, sopratutto dopo aver visto la velocità con cui aveva messo fuori combattimento uno Shinobi migliore di loro in corpo a corpo, non c'era neanche il pericolo di colpire il compagno visto che una ferita del genere doveva esser senza dubbio mortale. Compose un Singolo Sigillo con la mano libera e poi lanciò il Kunai ancora avvolto dal Chakra Fuuton verso il petto del secondo degli assalitori, che a sua volta aveva sollevato le mani armate ma che, alla vista del proiettile, decise di lanciare i sei Kunai tutti contro quello avvolto dal Fuuton dell'albino. In quella frazione di secondo in cui aveva visto il compagno morire in e l'arma lanciava verso di lui, Supaku potè chiaramente vedere il panico serpeggiare nei suoi occhi. Perdere la freddezza in uno scontro del genere equivale alla morte. Pensò senza un minimo di pietà. I kunai dell'uomo vennero tranciati uno dopo l'altro dal suo Shunsui, lasciando l'Arma leggendaria a conficcarsi in profondità nel petto del secondo ninja, poco sotto lo sterno. Supaku apparì davanti al ninja afferrando di nuovo la lama su cui ormai si era dissipato il Fuuton per torcerla con decisione, provocando un verso di dolore strozzato dal Ninja. La palla di fuoco un tempo diretta verso di lui, impattò contro il corpo del primo ninja, inginocchiato nel fango e con il collo squarciato. La conflagrazione esplose oltre il parapetto, sfondandolo e facendo scomparire il primo assalitore in una colonna di fiamme e polvere.
Supaku strattonò con decisione lo Shunsui lasciando l'uomo cadere in ginocchio a reggersi quello che rimaneva delle sue viscere. L'albino si voltò per fronteggiare l'ultimo dei suoi assalitori con un movimento lento ma inesorabile mentre la mano sinistra strappava la benda dall'occhio coperto. Lo Shinobi superstite incrociò il suo sguardo freddo come l'acciaio e deciso come una freccia. Il vapore acqueo si sollevò dalla sua schiena come un'aurea biancastra mentre anche la contusione dovuta dall'impatto veniva curata dandogli un po' di sollievo.
Sei l'ultimo sassolino nella scarpa. pensò il traditore della Sabbia diretto al suo avversario mentre quello estraeva la katana dalla schiena pronto a fronteggiarlo. Poi verrò a prenderti, Kaede...