Supaku Handoru vs. Yusuke Uchiha & Chidori [PNG]

Sentiva, il movimento del vento intorno a lui, lo sbattere delle ali nell'aria sopra la sua testa dell'imponente creatura, le parole scambiatesi tra i due Shinobi.
Sollevò la testa incorniciata dai voluminosi capelli bianchi spettinati, fissò il suo unico occhio verso le due figure alte nel cielo sopra di lui. Rimase fermo, in silenzio per qualche secondo, analizzando la situazione. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che si era fermato a pensare? Anni. Una ondata di tristezza scivolò nel suo petto come una mano gelida appoggiata sullo sterno. Inspirò con forza, gonfinando il petto sotto il kimono nero e verde. C'erano due Ninja sopra quella creatura: uno era chiaramente il Konohaniano del Clan Uchiha che aveva più volte sfidato, lo poteva riconoscere dagli orecchini che sbattevano al vento, dall'elsa particolare della spada mentre l'altro....L'altra non sapeva chi fosse.
E così Yusuke è venuto accompagnato da un altro ANBU eh? Questo potrebbe esser un problema. Il vento portò al suo naso affinato dal Chakra un profumo femminile, le forme della donna erano appena accennate ma era chiaro si trattasse di una Kunoichi. Inspirò a fondo, a differenza di Yusuke, il cui caratteristico odore della pelle era ferroso e bruciato, come se qualcuno avesse gettato sulle braci uno spruzzo di sangue, quello della ragazza sapeva di olio, rosa ed acciaio. Cosa fare con lei? Riflettè sulla situazione analizzando le proprie scelte. Ucciderla era fuori discussione, non uccideva una donna da anni, il dolore era troppo forte perché lui potesse sopportarlo. Ci aveva provato, ma la mano gli aveva tremato, alla fine ci aveva rinunciato. Meglio così, non era più il tipo da uccidere indiscriminatamente. Le donne si erano aggiunte ai bambini nella sua lista di eccezioni, se la seconda era più comprensibile, la prima era molto più difficile da elaborare, vista l'ondata di Kunoichi che sembravano essersi scagliate sul campo di battaglia nell'ultimo decennio.
Solo Kaori aveva rappresentato una mezza eccezione, ma questo per via delle sue straordinarie capacità rigenerative.
Dubitava che sarebbe mai riuscito ad ucciderla anche se avesse voluto.
Che fare...che fare...accidenti a te, Yogan, tutto questo non sarebbe successo se tu avessi fatto quello che ti avevo chiesto...fanculo...
Osservò la Kunoichi estrarre dalla schiena un grosso spadone, la sua maschera fissata su di lui.
Sorrise, un movimento incontrollato.
Allargò le braccia ai lati, lasciando che il vento agitasse le vesti intorno a lui. Le maniche si mossero strattonandogli le braccia, come due bandiere desiderose di volare via dai pali a cui erano state assicurate.
Stiamo al gioco...
Non pensavo che agli ANBU di Konoha interessasse l'Archeologia.... Urlò sentendo le folate d'aria strappargli le parole di bocca. Sperò che i flutti d'aria riuscissero a portarle ai due Ninja sopra di lui.
Siete venuti a studiare un pezzo di storia di queste Terre abbandonate dagli dei? disse sorridendo di nuovo. Si mosse agitando le braccia, come a voler coprire la grossa ed imponente terrazza su cui era uscito e tutto l'edificio sotto di lui con i suoi gesti.
Questa è la Stazione Onda, la rovina di un antico passato, di una vecchia organizzazione che per qualche anno scosse le fondamenta del Mondo Ninja, durante la Guerra dei Paesi Minori!
Inspirò a fondo, cercando di capire come approcciare la situazione. L'idea era di convocare Yusuke qui e vederlo misurarsi con Yogan, per mettere alla prova il suo allievo contro il Ninja che lui da anni ormai aveva individuato quale forse l'unico regolare capace di racchiudere in sé il seme di un vero avversario. Di un Ninja capace di regalargli uno scontro dove avrebbe davvero un giorno assaporato il sapore della morte.
Purtroppo però Yogan si era dato alla macchia e quindi la prova su cui voleva misurare i due si era persa per sempre. Yogan non avrebbe mai dato prova di sé ai suoi occhi, prova di aver compreso il vero potere che gli era stato affidato, l'occhio di Kusanagi, conto un vero Uchiha. Lui non avrebbe testato ancora una volta le potenzialità di Yusuke contro qualcosa di nuovo.
Gli seccava un po' che tutto il piano fosse andato a rotoli, che si fosse dovuto riprensentare. Che figura ci stava facendo? Una senza dubbio misera. Un vero avversario si celava nell'ombra e mandava avanti i suoi sottoposti. Se sfidare i suoi sottoposti era una vera impresa, di riflesso il potere del "maestro" dietro di essi, aumentava a dismisura e nella mente dell'avversario si creava la convinzione di una figura dall'immane potenza e mistero. Invece i suoi sottoposti latitavano, sparivano, si infrattavano come topi su una nave e lui era costretto ogni volta a mostrarsi, perdendo ogni volta un po' di quel mistero di cui tanto avrebbe voluto ammantarsi.
Il territorio in cui siete incappati è irto di insidie...vi consiglio di recarvi altrove con quel vostro bel volatile...Sarebbe un peccato morire in questa isola dimenticata dal mondo. Le ultime parole vennero pronunciate con una vena di ironia e rabbia malcelata. Ad accentuare la pericolosità delle stesse, il vento stesso si era gonfiato e le nuvole sopra di loro avevano cominciato a scurirsi. L'aria si era fatta di qualche grado più fredda e la luce del sole era stata oscurata facendo cadere tutto in una penombra inquietante.

Le sue parole suscitarono una reazione inaspettata nella Kunoichi. Supaku per poco non spalancò la bocca davanti ad una dimostrazione di simile aggressività da parte di una donna. Per poco.
La ragazza si chinò in avanti e la pelle intorno alle sue gambe cambiò. Divennero improvvisamente grigie e si aprirono come spaccature nella carne, rivelando energia pulsante tra esse. Il Chakra venne espulso come una ondata di vero e proprio calore, propellendola verso di lui ad una velocità impressionante. Nel mentre Yusuke si stava dirigendo sul volatile verso di lui, cercando di fiancheggiarlo.
Affondò le mani nelle ampie maniche del Kimono, giungendole all'altezza del petto e facendo sì che le maniche fossero ben stese sopra di esse. Conosceva il Clan Uchiha fin troppo bene e quello che potevano fare con i loro occhi speciali, meglio non dare loro la soddisfazione di poter copiare le sue Tecniche.
Li ho avvertiti...Ora non posso fare errori, è tempo di mettersi in moto.
Odiava ricorrervi, ma a volte era proprio difficile gestire la superiorità numerica degli avversari, sopratutto uno così insidioso come l'Uchiha senza l'aiuto di questo tipo di Tecniche. Chiuse le mani in un ormai storico Sigillo per evocare al suo fianco, con uno sbuffo di fumo, una copia perfetta di sé stesso.

L'obiettivo era che il clone si sarebbe occupato della ragazza mentre lui avrebbe potuto darsi da fare con il suo vero obiettivo. Purtroppo però, non appena ebbe creato il Kage Bunshin, una enorme fitta di dolore lo prese al cervello.
Cadde in ginocchio, sentendo qualcosa esplodere dentro di sé, si strinse la testa con entrambe le mani, urlando dal dolore. Mille pugnali, era come sentire mille pugnali conficcarsi nella materia grigia del suo cranio, affondare ed emergere e riaffondare di nuovo. La vista gli si appannò, il sangue cominciò a colare da occhi, orecchie e naso. Il dolore era indescrivibile.
Il clone al suo fianco si girò un secondo per osservare cosa stessa succedendo all'originale ma non aveva perso di vista il proprio compito.
Si frappose per l'originale e l'assalto dell'ANBU armata della grossa spada.
La Kunoichi fu su di lui proprio mentre dalla sua bocca fuoriusciva una grande quantità di roccia, prendendo rapidamente la forma di uno scudo umanoide stilizzato. La lama della ragazza si schiantò contro il golem di roccia nel quale era stato impastato più Chakra del normale al fine di resistere alla difesa.
Il clangore dell'acciaio echeggiò nell'aria mentre schegge di roccia volavano da ogni parte.

Supaku grugnì, sentendo il sapore del ferro in bocca.
La vista gli tornò a fuoco mentre le schegge di polvere e roccia cadevano sul terrazzo intorno a lui. Si sentiva ancora debole e spaesato, non sarebbe stato in grado di mettersi in piedi e combattere, ma non poteva neanche starsene lì a prenderle senza reagire.
La rabbia ribollì nelle sue vene.
Sbattè la palpebra macchiata di sangue. Fece tornare la vista da uno spettacolo appannato a qualcosa di un poco più nitido. L'attacco era passato ma il dolore era rimasto, seppure più tenue di prima. Urlò di rabbia sollevando una mano in una rapidissima serie di sigilli davanti al petto per poi distendere le braccia, una verso l'Uchiha in volo sopra di lui e l'altra proprio contro la schiena del clone che stava fronteggiando la Kunoichi.
Il Chakra del Fulmine pulsò dai suoi palmi. Diramazioni violette di energia si diramarono nell'aria sopra e davanti a lui. I fasci elettrici furono un lampo di viola, rimanendo impressi per un secondo nella sua retina mentre frantumavano clone, scudo di roccia ed esplodevano parte della balaustra di pietra.
Il suo unico occhio dorato iniettato di sangue si fissò sulla figura a cavallo del volatile, che lo fissava di rimando con la propria maschera inespressiva.
Sapeva che era stato Yusuke ad arrecargli quell'attacco, non sapeva però come. Non gli importava.
Avrebbero pagato entrambi.

Il sangue colò dalle narici. Inspirò con forza, cercando di rimandarlo sù. Sentiva il sapore del ferro in gola. Aveva un terribile presentimento. La sensazione che ogni cosa stesse per andare per il verso sbagliato da un momento all'altro. Aveva notato solo ora che Yusuke era avvolto da fiamme rosse. Un manto feroce e potente. Una dimostrazione di un potere a lui sconosciuto. Tutto ciò che non conosco è sempre da temere...
Quale potere gli stavano conferendo quelle fiamme, si chiese. Il volatile piumato si era impennato, offrendo il ventre ai suoi artigli di pura energia e proteggendo il Ninja della Foglia. Mandò giù un bolo di saliva e sangue e sentì un odore fetido, risalirgli alle narici. Quali danni aveva fatto quella Tecnica? Non poteva saperlo con precisione. Forse un parte del suo cervello era stata persino spappolata da quel Jutsu, capillari esplosi o forse persino interi vasi sanguigni.
Il rumore sul fianco gli aveva detto che qualcosa era andato storto o per meglio dire, l'assenza delle grida di dolore e della distruzione della balaustra di cemento lo mandarono in allarme. Un ronzio particolare gli fece voltare la testa di scatto, fissando l'attenzione su l'ANBU che aveva a pochi metri da sé. La donna era immobile, il volto mascherato che poteva intravedere a malapena tra le ramificazioni luminose. In un secondo i fulmini violetti venivano risucchiati verso il suo viso. Non riuscì a capire cosa stesse succedendo esattamente ma una cosa era certa, il suo attacco non aveva sortito l'effetto sperato, in nessuno dei due fronti.
Analizzò attentamente la situazione. Non poteva uscirne di lì vittorioso, non se prima non avesse diviso il duo. Era forte sì, ma la strategia combinata di entrambi avrebbe rappresentato un problema per chiunque. Aveva studiato i movimenti della Kunoichi, per quel poco che gli era stato possibile e non sembrava essere fisicamente superiore all'Uchiha.
Ritrasse le mani, afferrando un Kunai Shunsui dalla tasca con la mano destra e facendolo roteare intorno all'indice grazie all'anello alla base. Afferrò l'arma a rovescio, con la lama rivolta verso il basso e fece un passo con la lama sollevata in alto, pronto a pugnalare la Kunoichi davanti a lui.
Il terreno sotto i suoi piedi crepò. No, peggio, il cemento ed i cavi di acciaio che ne rappresentavano l'anima si contorsero, spezzandosi e schioccando mentre si attorcigliavano intorno alle sue gambe, in una presa ferrea.
Nello stesso momento l'occhio della Kunoichi brillò un secondo, rilasciando il suo stesso Jutsu contro l'abino.
Supaku reagì di istinto, rilasciando dalla sua pelle il Chakra Raiton. I rami violetti si scontrarono contro le scosse azzurre come serpi che lottavano nell'aria piena di energia statica.

Un lieve pizzicore alla spalla avvertì l'albino dell'attivazione del suo Fuuinjutsu, era tempo di accumulare un po' di Chakra dall'aria intorno a lui.
Osservò la ragazza e senza esitare passò all'attacco. Il Chakra Naturale avvampò intorno al suo corpo, rivestendolo di un forte strato di energia, per un secondo si sentì più forte, si sollevò più eretto e sorrise persino, sebbene sanguinasse da naso, occhi e orecchie. I miracoli di quella energia che quasi lo facevano sentire dopato.
Aveva dovuto farlo, purtroppo. Non c'era modo di sopravvivere ad uno scontro due contro uno senza un aiuto.
Sembra aver quasi assorbito il Ninjutsu come uno dei Poteri del Rinnegan...forse è davvero così, devo vedere se funzionerà anche con loro... Sollevò la mano sinistra, rilasciando dalla manica nera una moltitudine di Serpenti che si lanciarono in avanti con la fauci spalancate, pronte a mordere la Kunoichi. Le sue serpi miravano ad avvolgersi intorno al corpo della giovane per immobilizzarla completamente, conficcando persino le zanne dentro la sua carne. Nello stesso momento la mano libera, che aveva recuperato il Kunai, tagliava via la benda di cuoio dall'occhio sinistro con la punta affilata.

Fece roteare lo Shunsui Kunai tra le dita accumulando Chakra Fuuton intorno alla lama per poi schiantare tre fendenti sulla roccia intorno alle sue gambe. Tornò libero finalmente e a quel punto strattonò il braccio con le serpi verso di sé per poi cercare di menare un affondo verso il petto della ragazza con la propria lama potenziata.

Il suo Kunai affondò nel petto della Kunoichi. Per un attimo l'intero corpo di Supaku si ghiacciò sul posto. Terrorizzato. No, no...NO! Pensò mentre, nel panico più totale, si dimenticava di tenere chiuso l'occhio sinistro e li spalancava entrambi dalla sorpresa per la ferita aperta tra i seni della ragazza.

Schizzi di sangue erano atterrati sul suo viso. La mano gli tremò leggermente. Dovevi difenderti! Dovevi...Te lo avevo detto, cazzo! cazzo! Cazzo! Pensò imprecando tra sé e sé mentre osservava la ragazza tenersi in modo malfermo sui piedi prima di afferrargli con entrambe le braccia la sua mano armata. La Maschera d'ANBU era inespressiva e macchiata degli schizzi del suo stesso sangue ma oltre le fessure per gli occhi Supaku non vide altro che la furia omicida di una guerriera. Davanti a quegli occhi furenti e carichi d'odio, l'istinto dell'albino prese il sopravvento.
Aveva commesso l'indicibile ma allo stesso tempo, stava rischiando di nuovo la vita.
Poteva sentire le dita ancora serrate intorno al Kunai Shunsui conficcato in profondità nel petto della ragazza. Il sangue che pulsava, avrebbe scommesso che parte dell'Arma stesse spuntando fuori dalla schiena della ragazza. La sua Tecnica aveva reso quel colpo così letale ed affilato che la lama aveva letteralmente passato attraverso carne, muscoli ed ossa come fossero stati burro.
Davanti a quella furia omicida realizzò che si stava comportando come un totale ingenuo. Quella donna davanti a lui era pronta ad ucciderlo e lui le stava estendendo una cortesia che lo avrebbe senza dubbio fatto morire tra atroci dolori e sofferenze.
Gli occhi della ragazza si dilatarono sotto la maschera, in una frazione di secondo realizzò il fatto. Una esplosione di Chakra provenne davanti a lei e lui attinse ad una enorme quantità di Chakra di riflesso. Sparendo davanti a lei e riapparendo alle sue spalle.

Nello stesso momento in cui il laser partiva una lama d'acciaio scuro scendeva in picchiata nel punto in cui si era trovato Supaku neanche un secondo prima, conficcandosi nella roccia tra i piedi di Chidori che si ritrovò a serrare le mani intorno al nulla, il kunai Shunsui ancora conficcato nel petto.
Supaku era apparso letteralmente a ridosso della Kunoichi e subito aveva cercato di afferrare la ragazza per una spalla mentre l'occhio del Clan Uchiha nell'orbita sinistra mutava disegno e il mondo intorno a loro si distorceva.
Mi dispiace... disse con un filo di voce mentre trasportava sé stesso e cercava di portare anche la Kunoichi nel suo mondo parallelo. Avrebbe cercato di portare lì la ragazza e ce la avrebbe lasciata fino alla fine del suo incontro con Yusuke, non poteva rischiare di ucciderla, non lo avrebbe sopportato. Atterrò nel suo mondo fatto di cubi fluttuanti nell'oscurità infinita, e prese un profondo respiro. Era tempo di rimettere in ordine le proprie idee e riorganizzare una strategia.

Inspirò a pieni polmoni, espirò. Osservò il corpo della Kunoichi davanti a lui con una stretta al petto. Non riusciva ad avvicinarlesi per la paura di scorgere nei suoi occhi vitrei la verità che non voleva affrontare. La donna poi si mosse, vomitò e lanciò il Kunai lontano da sé. Supaku osservò con sguardo vitreo il Kunai Shunsui rotolare sulla roccia del cubo di venti metri di lato. Era assorto nei suoi pensieri.
Per lui quella donna non rappresentava più una reale minaccia e ora doveva soltanto capire cosa fare di Yusuke prima che ogni cosa andasse a puttane. Saggiò le proprie riserve, rendendosi conto che in quello scontro al fulmicotone, le aveva intaccate notevolmente. Gliene restavano ancora, ma non abbastanza, non per uno scontro a piena potenza contro un Ninja in grado di padroneggiare il Susano'o. Quella dannata tecnica era la sua nemesi. Una Difesa assoluta inespugnabile che ancora non era riuscito a scalfire. Presto ci sarebbe riuscito, in un modo o nell'altro. Ne era sicuro. Purtroppo non aveva trovato alcuna informazione su di essa nelle sue ricerche decennali e le uniche informazioni che aveva avuto erano sul campo. La primissima volta che l'aveva visto era contro Murasame, ma lì aveva soltanto osservato da lontano quella maestosità. Solo contro Yusuke era riuscito a saggiarne la vera potenza.
Tornò a concentrare la vista e solo ora si era accorto che la Kunoichi si era rizzata in piedi, nonostante la ferita ancora visibile e stava eseguendo una serie di Sigilli che lui riconobbe e predisse in anticipo. Ancora lotta nonostante quella ferita...Quelle abilità sono incredibili. Pensò con guardo distaccato mentre le folate di vento sollevavano in aria, strattonandolo come un pupazzo di pezza e la ragazza si lanciava in avanti con un balzo furioso verso di lui. I piedi si erano aperti di nuovo, rivelando getti di energia sotto di essi, la sua mano si era modificata tramutandosi in una specie di lama. Supaku non batté ciglio, l'unico occhio che aveva visto ogni cosa a rallentatore prima ancora che accadesse. La donna menò il fendente e lui era già sparito, proprio accanto al Kunai che la ragazza aveva con tanta noncuranza lanciato via.
A più tardi ragazza... Disse salutandola con la mano ora armata dal Kunai in un gesto amichevole prima di riattivare il potere del suo occhio e sparire da quella dimensione per tornare nella propria.

Rotolò in avanti, tornando sul tetto della stazione onda. La temperatura intorno a lui mutò, prima l'aria era gelida, secca ed immobile, non un filo di vento. Ora, sulla torretta della Stazione l'aria era fredda, umida e il vento tirava di una brezza decisa e affilata.
Inspirò l'aria sorridendo, aveva usato di nuovo troppo Chakra ma ora poteva finalmente iniziare le danze come doveva. Sollevò la testa, cercando lo sguardo di Yusuke per sorridergli, ormai aveva rivelato il Mangekyo, da l'Uchiha già visto. Nello stesso momento in cui rivelava al ninja il proprio Doujutsu, nel palmo della mano sinistra crepitavano volgori verdastre intense che prendevano la forma di una feroce testa di drago, il cui potere era condensato ai massimi livelli.
Anche se non aveva la stessa faccia di allora, era raro, se non impossibile che due Shinobi avessero lo stesso disegno del Mangekyo. In quello stesso momento lanciava verso il ragazzo il suo Kunai Shunsui per portarsi rapidamente ad meno di due metri davanti allo stesso in un teletrasporto veloce e quasi repentino, riafferrare la lama a mezz'aria e sferrare con la mano sinistra, carica di Chakra Raiton, in un diretto contro il petto del Ninja della Foglia.

Sentì il suo pugno coperto da folgori elettriche aprire un varco nella pelle dell'avversario. Gioì, rivelando un sorriso a trentadue denti mentre il braccio passava oltre la spalla dell'Uchiha, lasciando scariche elettriche a diffondersi su tutto il suo corpo.
Ruotò il busto leggermente, facendo a sua volta roteare tra le dita della mano armata il kunai Shunsui. Era pronto a sferrare un secondo attacco, con la punta della lama impugnata a rovescio, quando Yusuke si mosse. Avvertì il mutamento quasi istintivamente, complici gli anni passati a sfiorare la morte fatta di lame e pugnali celati. Il corpo del Ninja cominciò a fumare leggermente mentre quello gli afferrava il braccio. Reagì di istinto, avvertendo la forza fisica superiore del moro mentre, quasi forzava la mano di Supaku nella sua.
Supaku cercò di opporre resistenza per meno un secondo prima di rendersi conto dove volesse andare a parere l'avversario.
Ah è così eh? Lasciò andare le proprie dita mentre l'Uchiha componeva con esse una serie di Sigili. La sua esperienza nel campo dei ninjutsu era più che decennale e la sua intuizione, unita alla conoscenza intima di quel particolare Jutsu lo fecero arrivare immediatamente a neanche il secondo Sigillo a comprendere di cosa si trattasse. Palla di Fuoco Suprema. Per un secondo un flash apparve nella sua mente. Un ragazzino dai capelli rossicci e dai modi sguaiati su un ponte che lo sfidava con il suo Katon, intimandogli di arrendersi al potere del suo fuoco. Quanto tempo era passato? Sembravano secoli.
L'Uchiha si allontanò da lui e Supaku lasciò cadere il Shunsui Kunai a terra mentre congiungeva le mani nel Sigillo del Serpente e si chinava al suolo per immettervi Chakra Doton e manipolare la roccia, sollevando dalla pietra del tetto una parete di solide pietra larga due metri ed alta tre.

Il Jutsu si infranse con uno scoppio violento contro la parete di roccia, causando una esplosione di polvere e fumo intorno a loro. Le pietre roventi cominciarono a fumare, rivelando una parete di roccia dai contorni aranciastri. Per quanto ancora dovrò giocare a farmi prendere impreparato? La rabbia era salita nel cuore del Ninja. Una rabbia che gorgogliava dopo la ferita subita e la corsa a difendersi che era stata serrata solo fino a quel momento. Non era bastato mandare a segno quel misero colpo con il Drago di Folgore, voleva di più. Unì le mani e compose un sigillo, evocando al suo fianco un Clone della Terra, sperando di intrappolarvi l'Uchiha nel caso in cui quello si fosse lanciato in corpo a corpo su di lui.


Il clone fuoriuscì dalla parete di roccia rivelandosi all'Uchiha che si ritrovò a fissarlo con una intensità ed un odio che fece scorrere lungo la schiena del ninja un brivido.
Cosa voglio da te? rispose alle parole del ninja. Voglio una sfida. rispose prima di realizzare di esser caduto in una illusione.
Il ninja era scomparso alla vista in un secondo. Supaku cercò intorno a sé disorientato l'avversario prima di rendersi conto che qualcosa era andato terribilmente storto. La fitta lo prese al petto con una violenza inaudita. Boccheggiò lievemente. L'Uchiha apparve alle sue spalle, la lama nel fodero. Una linea si aprì nel petto del Clone, mentre parte del busto scivolava diagonalmente via dal resto del corpo, cadendo distesa sul terreno. Supaku rabbrividì alla scena. Yusuke era diventato una forza di cui avere davvero paura. A quanto pare non era stato sufficientemente potente, la Spada dell'Uchiha era stata così affilata da trapassare da parte a parte la copia, senza rimanere neanche incastrata nel fango del Jutsu.
L'albino non perse neanche un secondo, doveva passare all'offensiva e subito.
Ancora accucciato dietro il muro di roccia e a meno di quattro metri dal Ninja della Foglia, schiantò a terra il pugno destro, immettendo nel pavimento intornò a sé una grande quantità di Chakra Fuuton e sollevando il corpo fangoso del clone per aria insieme, sperava, a quello dell'avversario. Aveva impastato il Chakra Fuuton in modo da fare sì che i flussi di vento fossero così veloci da piombare sul ninja prima ancora che questo si potesse accorgere di cosa fosse successo.
Doveva approfittare del momento. Senza esitare scattò in avanti, la mano destra che si sollevava davanti al viso, caricandosi fino a dietro l'orecchio sinistro per poi serrarsi intorno a fasci di folgori a cui aveva dato la forma di una katana di pura energia lunga due metri e sferrava verso il petto dell'Uchiha un fendente diagonale sperando di prenderlo a mezz'aria durante la caduta.