Missione Supaku Handoru

Il pietrone scagliato viaggiò spedito, frantumandosi contro il fisico possente di quel demone. La roccia si spezzò in molteplici punti, schizzando sull'acqua intorno e trascinando l'uomo indietro di qualche metro. Supaku rimase immobile, teso. Le gambe divaricate e leggermente piegate, le braccia ai lati che ancora fremevano mentre tra le dita si agitavano esili flussi di vento che vorticavano ancora a causa della sua ultima enorme spesa di Chakra.
L'uomo era immobile. Poteva vedere, da quella distanza, le nuove ferite causate dalla roccia, il sangue che scendeva copioso dalle ferite. Quella al fianco era terribile, non sapeva come riuscisse a stare ancora in piedi. I muscoli erano tesi ma sembrava che quella fosse più una reazione istintiva, di riflesso che volontaria. L'uomo era immobile.
L'albino vagliò nella sua testa numerose ipotesi nell'arco di un secondo. Una finta per farmi scoprire durante un attacco? Uno Shock nervoso dovuto alle troppe ferita per la gravità delle stesse? Un momento di pausa per riprendersi dal dolore? Sta utilizzando forse un Jutsu particolare? Tra tutte l'ultima era quella che più lo spaventava. La prospettiva che stesse accumulando una enorme quantità di Chakra per lanciare un ultimo assalto letale lo terrorizzava. Aveva visto quel piccolo sole esploso dal suo indice ed era stato fortunato che aveva potuto utilizzare il suo Kamui per risucchiare quella piccola nova in un'altra dimensione dove non avrebbe fatto danno se non a qualche cubo di roccia.
L'ascia si sollevò in aria come animata da una forza invisibile, interrompendo subito i suoi pensieri. Supaku si tese, indietreggiando di un passo, poi la vide schizzare via, lasciando il grosso uomo immobile, solo, in mezzo alle onde basse del mare.
Basta, finta o meno, non posso lasciargli il tempo di riprendersi. Con un rapido movimento del piede, richiamò tutti i suoi Kunai Shunsui originali nella tasca supplementaria, tranne quello che conteneva il Chakra della Fiamma di Samahadi. Quel Kunai apparve nel nulla davanti a lui e lo afferrò al volo.
Si avvicinò a passo spedito verso il suo avversario, sentendo la forza crescere ad ogni metro guadagnato. Lo aveva visto usare il suo Katon per creare quella nuvola di cenere che era riuscito a proteggerlo da un suo attacco poco tempo prima. Avrebbe provato a vedere se davvero era un bluff. Avrebbe usato il Fuuton, sapendo che lui aveva proprio la difesa giusta per questo attacco. Inspirò aria nel polmoni e poi sollevò il kunai affilato davanti al viso, soffiandoci sopra. La lama di vento si contorse in flutti d'aria compressa e fumosi, allungando la portata dell'arma e trasformandola nella lunghezza di una katana.
Supaku stese il braccio verso il basso, la lama che solcava la sabbia, lasciando una linea sottile nella stessa, tranciando i granelli ad un livello così infinitesimale che non poteva quasi essere visto ad occhio nudo.

Cominciò a correre, pronto a qualsiasi cosa. Aveva già in mente una risposta nel caso in cui l'uomo avesse creato la nube di cenere all'ultimo secondo. Avrebbe sfuttato quel momento per lanciare il kunai attraverso di essa per poi sferrare un altro colpo con la Chidori Eisuo, distranedolo così con l'attacco Raiton il tempo sufficiente per far detonare il Kunai denso del Chakra Katon in un ultimo attacco finale. Avrebbe sfruttato il Mangekyo Sharingan per avvisarlo di qualsiasi eventuale movimento improvviso, confidando nella preveggenza e nel Kamui per difendersi da eventuali attacchi finali, ove necessario.
Arrivò a tre metri a tutta velocità. Due metri, un metro poi saltò. Lama eseguì il colpo.
Il gigante non si mosse. La sua lama Fuuton scivolò nell'aria disegnando una linea sottile e lasciando una scia rossa alla base del collo taurino dell'uomo. Un secondo dopo atterrava nell'acqua bassa tra gli schizzi. Rotolò in avanti e tornò in posizione di guardia, voltandosi.
Il bestine era immobile.
La testa gli si staccò di netto dal collo e rotolò tra le onde. Supaku si sollevò in piedi, eseguendo un secondo colpo nell'aria che fece schizzare via dalla lama di vento le gocce di sangue di cui si era intrisa. Fece due passi e poi realizzò che l'uomo era davvero morto. Doveva essere morto da prima probabilmente o forse era stato semplicemente sotto Shock. Non importava, era comunque finita. Attese qualche altro secondo per vedere se sarebbe successo qualcosa, poi rendendosi conto che era davvero morto e vedendo il Chakra dissiparsi dal corpo, chiuse l'occhio sinistro ricoprendolo dalla pellicola bianca.
Si guardò intorno a vide alcuni resti di casse.
Si avvicinò e trovò quello che cercava, un grosso sacco. Afferrò la testa recisa del demone per i capelli e la infilò nel sacco. Chiuse lo stesso con uno spago e legò il tutto alla cintura. Poi si fermò qualche secondo, davanti alla figura imponente e muscolosa senza testa ancora in piedi, immobile, come una statua.
Il Fuuton si dissipò dalla lama.
È stato un bel combattimento. disse al corpo decapitato che ancora stava in piedi. Il rumore delle onde che si infrangevano sulla riva e tra le gambe del gigante scandiva quei secondi di silenzio. Supaku attese qualche secondo, come aspettandosi una risposta.
La tua potenza non sarà dimenticata...Ikkai disse lanciando il kunai shunsui dritto verso il petto del gigante. L'arma si conficcò con decisione nei muscoli tesi.
Che le fiamme ti accolgano concluse sollevando le mani in un sigillo e lasciando detonare l'arma nella Tecnica di Samahadi.
Le fiamme esplosero rosse, avvolgendosi intorno al possente corpo muscoloso del Demone che aveva brandito il sole stesso contro di lui. Il vento soffiò violento una volta, agitando le lingue rosse mentre queste divoravano il corpo avidamente. Supaku rimase immobile, in silenzio osservando le fiamme divorarlo fino a rendere il corpo secco e carbonizzato. Fino a quando anche l'ultima brace non si estinguesse. In quei minuti interminabili, tutta la stanchezza dello scontro sembrò piombargli addosso. Sentì la schiena piegarglisi, le spalle scendere verso il basso e gli occhi stanchi. La spesa di Chakra, la tensione di quello scontro sul filo del rasoio lo aveva consumato sia mentalmente che fisicamente. Ogni cosa di quello scontro era stata difficile. Eppure non poteva fare a meno di sorridere. Ancora una volta era sopravvissuto ma quello scontro, quello era stato una delle battaglie più belle che avesse affrontato in vita sua. Poteva ritenersi fiero di aver affrontato un simile avversario.
È tempo di tornare... si disse mentre si voltava e riprendeva i passi verso Iwagakure no sato. Sentì il vento agitargli i capelli bianchi come la carezza di una madre gentile, sollevò la schiena più dritta ed i passi si fecero più decisi. Osservò in lontananza nella foresta le fiamme alte dovute all'ultimo Ninjutsu lanciato da Ikkai, sperò che almeno gli fornissero un buon diversivo per sfuggire alla grinfie degli ANBU di Kirigakure. Sospirò, realizzando che, ucciso un nemico, altri sarebbero usciti da quelle terre pronti a cercare la sua testa.
Che vengano, io sopravviverò, come ho sempre fatto.
Non era ancora finita, non era mai finita.