Missione Okami Yotsuki & Kaori Mitarashi

Il sudore dalla fronte le colava lungo il volto. Con lo sguardo fisso e concentrato fece penetrare la punta di metallo in profondità, poi facendo leva andò a scastrarla per sollevarla sopra la testa e con tutta la sua forza tornò nuovamente ad affondare, due, tre, quattro volte senza interruzione di continuità. Quando ebbe finito si drizzò in piedi e poté finalmente osservare il risultato della sua furia. Il terreno ai suoi piedi era completamente dissodato e due ragazzi sui tredici anni passandole accanto fecero cadere manciate di semi nel solco che lei aveva appena finito di scavare.
"Forza Kaori, è ora di pranzo. Prendiamoci una pausa."
"Finisco di coprire questi e ci sono."
Con la vanga ancora in pugno, andò a rimboccare i solchi appena scavati e coprì la semenza appena seminata. Aveva scoperto di apprezzare la fatica fisica di quei lavori contadini, volta per una volta a generare la vita e non a sottrarla. Con addosso solo un paio di pantaloni sudici e un top leggero, il corpo muscoloso coperto di sudore non necessitava di cibo dato che il sole alto nel cielo era sufficiente a garantirle tutta la sussistenza di cui aveva bisogno, ma se da una parte non voleva che nessuno sapesse quel suo segreto, dall'altra era anche convinta che condividere i momenti conviviali dei pasti servisse ad aumentare quell'amalgama di sentimenti che si stavano andando a formare con gli abitanti del villaggio.
"Ci vorrebbe un po'di pioggia adesso per favorire il raccolto..."
"Allora sembra che siamo fortunati."
Mentre si incamminava con il vecchio contadino verso la sala da pranzo comune in cui si rifocillavano tutti i lavoratori, andò a concentrare un irrisoria quantità di chakra nell'ambiente circostante riuscendo così a influenzarlo e a far raccogliere nel giro di pochi istanti una serie di nubi dall'aria poco minacciosa sopra alle loro teste. Una pioggerellina delicata cominciò a cadere mondando la sporcizia dai loro corpi e idratando a dovere le colture appena piantate.

"Mah, com'è possibile? Non c'era aria di pioggia!"
"Ve l'ho detto che la nostra collaborazione può portare benefici a entrambi..."
I due raggiunsero il resto dei lavoratori e al riparo dall'acqua si sedettero a consumare il pasto frugale che era stato preparato per tutti. Non avevano ancora neanche finito di mangiare, che già Takeda aveva fatto il suo ingresso.
"Abbiamo questioni urgenti da affrontare, Sasuke ha delle informazioni interessanti."
"Sembra che per oggi dovrete finire senza di me. Manderò un paio di Shugo Rei per darvi una mano."
Con un sospiro bevve un ultimo sorso di Sakè e fece un breve inchino ai convitati per poi allontanarsi verso il suo alloggio con l'anziano baffuto. Decisamente preferiva lo zappare la terra all'assolvere i compiti da capo villaggio, ma era la vita che aveva scelto e per quanto ormai la maggior parte delle faccende fossero gestite da Taro e Hikari, c'erano dei momenti in cui la sua presenza si rendeva necessaria. Di solito quei momenti precedevano la morte di diverse persone.
"Oh, Kaori. Non crederai a cosa ho scoperto..."
"Mi sembra che sia questo il tuo lavoro o sbaglio?"
"Così mi ferisci, non farne solo una questione di soldi... Si tratta di Maguma, sai bene quanto sia una questione personale anche per me."
La donna si irrigidì nell'udire quelle parole e il sorriso sparì dalle sue labbra.
"Maguma... Sputa il rospo!"
Kaori e Takeda presero posto al robusto tavolo di legno, Hikari e Atasuke erano già seduti assieme al Nabare, mentre Yōjirō non avrebbe potuto unirsi alla riunione essendo in missione con un gruppo di Shugo Rei.
"In poche parole, finalmente abbiamo l'opportunità di fottere quel pezzo di merda di Jaburo!"
Sasuke fu rapido nel raccontare loro quale fosse la situazione. Grazie agli enormi sforzi dell'ultimo anno, la sua rete era riuscita a estendersi oltre i confini di Iwagakure, ma era dalle Terre di Nessuno che riceveva ancora le notizie più succose. Ungendo i giusti meccanismi era facile avere informazioni relative a qualsiasi grande organizzazione e questo Sasuke lo sapeva bene. Più un'organizzazione era grande, più era facile che le notizie trapelassero, per potente che fosse.
"Quindi le cose stanno così... Senza la protezione del Covo non avranno nessuno a parargli le spalle."
Il Nabare aveva raccontato loro di come Jaburo Kaguya avesse ancora una volta voluto tentare la sorte, facendo il passo più lungo della gamba e mettendosi in una situazione precaria con il miraggio del guadagno a breve termine. Il tutto era ovviamente stato fatto nella massima segretezza perché il Covo non venisse a saperlo, ma anche se adesso si trovava in esilio forzato, Sasuke era pur sempre originario di Maguma e nulla poteva succedere in città senza che alle sue orecchie giungesse qualche sospiro. Fortunatamente nell'ultimo periodo l'uomo aveva un po' lasciato da parte l'alcool concentrandosi appieno sui suoi compiti e quando era sobrio in pochi erano bravi ad unire i puntini come lui. Ricevendo più o meno nello stesso tempo la notizia di carichi di armi in arrivo in città provenienti dai Villaggi Minori, quella di messaggeri del Covo alla ricerca di piazzisti nei Paesi Minori e quella di un pezzo grosso dell'import-export di Kumo che si era ritirato a vita privata, ci aveva messo poco tempo a mettere insieme le cose indagando più a fondo su Kaito Lenizumi.
"Fondamentalmente il bastardo sta provando a tenere il piede in tre scarpe. Un gioco pericoloso, mettersi contro il Covo e tre dei Cinque Grandi, non capisco il perché di questa scelta, ma a caval donato non si guarda in bocca o sbaglio?"
"Ho paura che le cose siano più complicate di come sembrano..."
Mentre sfogliava il fascicolo prodotto dal Nabare, Kaori era impallidita e si era bloccata a fissare una fotografia contenuta al suo interno.
"Per lui? Sembra che Lenizumi non sia proprio un pazzo suicida, ha assunto un po' di guardie del corpo e si è rifugiato nel Paese del Vortice, quello lì preoccupa un po' anche me. Non per altro eh, ma sembra un fantasma. Non ho trovato nessuna informazione su di lui, nemmeno il nome."
"Tamari!"
"Scusa?"
"Tamari, è il suo nome."
"Come la salsa?"
"Come la salsa..."
Il silenzio cadde per un momento sul gruppetto senza che nessuno proferisse parola, tutti stavano riflettendo sulle implicazioni del fatto che Kaori conoscesse quell'uomo, ma una sola persona aveva abbastanza informazioni per capire cosa tutto quello potesse significare.
"Ricomparire così all'improvviso, non vorrei che..."
"Certo che è una qualche sorta di trappola Hikari, non sono stupida. Quell'uomo è un osso duro, ci ho combattuto qualche anno fa, è il braccio destro di mio fratello..."
Ricordava ancora la fatica con cui aveva sconfitto il nero shinobi per poi scoprire che quello in realtà era soltanto un burattino manovrato a distanza, ma era una vita fa e lei non era decisamente più quella stessa kunoichi. La presenza di Tamari, il fatto che il bersaglio si chiamasse come suo padre, tutto in quella missione sembrava gridare 'fatti vedere Kaori, ti stiamo aspettando'.
"Direi che non c'è molto da discutere!"
Con quelle parole abbandonò il tavolo dirigendosi verso le sue stanze per recuperare l'attrezzatura.
Gli altri cominciarono a discutere vivacemente e quando lei uscì le si pararono davanti.
"Non possiamo lasciarti andare!"
"Oyabun-sama, è una follia lanciarsi a testa bassa. È chiaramente quello che si aspettano da voi!"
"Ti prego Kaori, non andare da sola. Mi ricordo come ti ha ridotta l'ultima volta, fammi venire con te!"
"Silenzio! Ci servono le prove di quello che sta succedendo, questo ci darà la possibilità di attaccare Maguma. Non mi importa cosa stia macchinando Tamari, ma se si metterà sulla mia strada lo eliminerò. Dovresti sapere meglio di chiunque altro che non sono più la ragazzina che hai dovuto curare da quelle ferite. È una cosa che devo fare da sola!"
Con quelle parole prese la porta a passo deciso, l'ex ANBU della Nebbia le fu dietro in un attimo e le afferrò il braccio destro in un ultimo disperato tentativo di fermarla, ma Kaori voltò soltanto la testa nella sua direzione. Lo sguardo duro non lasciava spazio a nessuna discussione, quello che si leggeva in quegli occhi erano solo rabbia e odio. Non aveva dimenticato la promessa fattagli dal braccio destro del fratello e voleva chiudere quella storia una volta per tutte. Mentre il suo corpo andava a fondersi con il terreno, Hikari fu costretta a mollare la presa, poi anche la testa sprofondò nel nulla e improvvisamente cominciò a spostarsi a velocità inaudita, la meta il Paese del Vortice.

Il viaggio verso il Paese del Vortice fu più rapido di quanto non si sarebbe aspettata, ma d'altronde da quando il suo corpo aveva trasceso i normali limiti umani non c'era luogo nel mondo per lei che potesse considerarsi veramente distante. Doveva ammettere di dover ringraziare il Covo per quello che erano riusciti a fare, se anche il loro obiettivo era unicamente quello di sfruttare l'occasione presentatasi per i loro esperimenti, alla fine si era risolto in un vantaggio incredibile per lei. Il non aver bisogno di nutrirsi e la capacità di muoversi fusa al terreno si erano rivelati due elementi utilissimi per chi cercava di tirare su un villaggio da zero.
"Dovrei quasi esserci..."
Il suo obiettivo era finalmente in vista ed era rappresentato dalla città di Tsubaki. Per quanto l'assimilazione fosse una tecnica formidabile, purtroppo non le permetteva di attraversare le vaste distese d'acqua e di conseguenza avrebbe dovuto trovare un passaggio più idoneo per raggiungere il Paese del Vortice. Di per sé non le dispiaceva più di tanto la cosa dato che le avrebbe modo di crearsi un'identità di copertura prima di arrivare ad avvicinarsi troppo al suo reale obiettivo, cosa che avrebbe potuto darle modo di essere scoperta.
"Vediamo un po'cosa offre il mercato..."

La ragazza era spuntata in un vicolo della capitale del Paese delle Sorgenti Termali e nascosta all'ombra di una casa era andata a cingere le mani attivando così il suo occhio interiore. La sua coscienza ebbe modo così di espandersi in tutta la città analizzando ogni singola presenza di chakra e la loro posizione. La fortuna sembrava arriderle perché c'erano numerosi ninja in città quel giorno. Di certo una parte di loro aveva da compiere una qualche missione, ma era certa che molti fossero lì semplicemente per godersi le sorgenti termali talmente famose da dare addirittura il nome all'intero Paese. Individuò tre elementi che avrebbero potuto fare a caso suo dato che la loro impronta di chakra era abbastanza scarsa da non potersi rivelare avversari ostici ed il fatto che fossero isolati da altri ninja lasciava presupporre che non fossero in compagnia, per quanto non era da escludere che fossero in congedo con un corrispettivo civile, sapeva per esperienza come quella vita ti sapesse drenare tempo ed energie e difficilmente un ninja riusciva a sviluppare delle relazioni sentimentali con qualcuno che non facesse la sua stessa vita e soprattutto con qualcuno che non si portasse addosso gli stessi demoni.
L'umidità folle presente in quella città a causa dei numerosi stabilimenti termali rese ancor più semplice quello che venne dopo, dopo aver chiuso l'occhio interiore il vapore acqueo attorno a lei venne infuso con il suo chakra e nel giro di un istante sparì completamente dalla vista. Allo stesso tempo andò a schermare completamente il proprio chakra in maniera tale da risultare al cento per cento irrintracciabile. Il nulla assassino che si muoveva per le strade di Tsubaki.

"Eccoti qui! Sembra che mi sia andata bene al primo colpo..."
Muovendosi fluidamente tra la folla senza mai urtare nessuno dei numerosi passanti, aveva raggiunto la zona in cui aveva in precedenza avvertito la presenza ninja più vicina. L'idea era di provare, se possibile, ad individuare la sua eventuale preda senza rinunciare al proprio camuffamento in modo da potersi assicurare del fatto che fosse un candidato adeguato. La fortuna pareva arriderle poiché la tizia sui vent'anni con indosso un bel gilet ninja e il coprifronte di Tentaigakure sul capo, non faceva nulla per nascondere la sua presenza. Le bastò seguirla per un'oretta per essere certa del fatto che fosse lì in vacanza, sapeva che nel Paese del Cielo erano piuttosto isolazionisti, ma evidentemente le voci relative a una loro apertura in seguito all'attacco da parte dell'Impero del Fuoco erano vere. Senza contare che probabilmente vista la vicinanza con il Paese delle Fonti Termali quella era probabilmente la meta prediletta per chiunque sull'isola volesse godersi un po'di relax.
La tizia dai ricci capelli castani sicuramente voleva godersene perché dopo un bel po'di shopping si diresse in uno stabilimento e Kaori si trovò a sorridere tra sé, finalmente sembrava che quella pratica di voyeurismo stesse per finire. Attese nello spogliatoio che la giovane si godesse il suo ultimo bagno caldo e si rilassasse quanto poteva, d'altronde glielo doveva visto quello che di lì a poco sarebbe successo.
Dalla sua impronta di chakra supponeva che fosse una Chuunin e vista l'età non doveva essere una delle più brillanti, aveva l'aria felice quando rientrò nello spogliatoio e la osservò per un momento mentre apriva l'acqua della doccia e cominciava a insaponarsi. La pelle liscia e i seni sodi ben si sposavano con un fondoschiena invidiabile, sembrava più una modella che una combattente. Lentamente cominciò a passare lo shampoo sui capelli e prima che avesse modo di ripulirsi gli occhi, una fitta lancinante proruppe dal costato destro e subito dopo dal costato sinistro. Spalancò gli occhi che iniziarono a bruciare e vide allargarsi sotto di sé una macchia rossa, provò a gridare con tutta la forza che aveva in corpo rendendosi però conto del fatto che non era nemmeno in grado di respirare.
Kaori si era avvicinata lentamente sfruttando il fatto che lo spogliatoio fosse completamente vuoto e aspettò che l'altra avesse la vista fuorigioco per poter fare il lavoro più pulito possibile, tornò ad essere visibile ed interruppe la schermatizzazione per poi estrarre la lama da polso destra che penetrò a fondo tra le coste della sventurata ragazza, mentre già la mano sinistra si chiudeva sul suo capo. La lama fuoriuscì per poi penetrare nuovamente nell'altro emicostato e lei passò il naso lungo la nuca della vittima, mentre dalla bocca aspirava una piccola quantità del suo chakra. La poveretta provava a gridare, ma con entrambi polmoni perforati non riusciva ad emettere che flebili rantoli che nessuno avrebbe potuto ascoltare. Con la mano sinistra cominciò a sondarle la mente, considerando la situazione avrebbe avuto almeno cinque minuti prima che la ragazza morisse per asfissia, decisamente un tempo sufficiente ad ottenere tutte le informazioni che le servivano per assumere la sua identità in maniera credibile. Fermo restando che sperava vivamente di non trovarsi ad avere a che fare con nessun suo conoscente durante il resto della missione.

Quando ormai quello che aveva tra le braccia non era altro che un cadavere, chiuse la doccia ed estrasse il rotolo per cadaveri in cui ne sigillò il corpo, subito dopo riaprì l'acqua per togliere le ultime tracce di sangue e si diresse verso l'armadietto in cui aveva lasciato tutte le sue cose e recuperò documenti, gilet, coprifronte e quello che le sarebbe potuto tornare utile. Il suo corpo andò ad assumere le fattezze della riccioluta mentre raggiungeva l'uscita e fu con un sorriso allegro e rilassato che ringraziò le ragazze alla reception per la splendida esperienza.
"Spero che abbia apprezzato il suo soggiorno qui da noi."
"Da morire!"
A passo svelto si diresse verso il porto ed acquistò un biglietto per Uzushio, era ora di scoprire com'era questo fantomatico Paese del Vortice.

Il coprifronte di Tentaigakure si rivelò una manna per quanto riguardava il raggiungere il Paese del Vortice dato che come aveva scoperto c'era uno sconto piuttosto sostanzioso per i Ninja del Cielo e addirittura le avevano dato accesso al piano superiore del traghetto, una sorta di area VIP dove si poteva affrontare il viaggio con più tranquillità e relativamente coccolati con pietanze non di ultima scelta e un paio di assistenti adibiti a rispondere a eventuali necessità dei passeggeri. Mentre sorseggiava un bicchiere di spumante da quattro soldi, la donna si trovò a riflettere sul fatto che probabilmente tutto ciò era dovuto alla situazione politica internazionale e alla geografia. Kumo a nord, Konoha a est e Kiri a Sud, il Vortice era praticamente circondato da tre dei Cinque Grandi. Non la stupiva che Vortice, Cielo e Sorgenti Termali avessero stretto rapporti economici e commerciali per sostenersi a vicenda. Con tutta probabilità anche a livello militare ci doveva essere qualche accordo per assicurarsi una sorta di protezione reciproca. D'altronde i fatti dell'impero del Fuoco avevano mostrato all'intero mondo ninja che la pace effimera del loro tempo si reggeva su fondamenta fin troppo fragili. L'imperialismo della Foglia giaceva soltanto sopito sotto a uno strato fin troppo sottile di retorica perbenista, una facciata che molti pensavano non avrebbero dovuto aspettare molto prima che un altro Hayter Uchiha facesse la sua comparsa stracciandola e mostrando nuovamente Konoha per quello che era veramente. Gli altri Villaggi certo non erano da meno per quanto riguardava il colonialismo e il posizionamento strategico, lei lo sapeva bene vista la quantità di missioni che aveva affrontato nei Paesi Minori con le squadre speciali. Negli ultimi anni però le cose stavano cambiando. La frattura nell'aura di potere dei Cinque Grandi era palpabile e molti villaggi caduti in disgrazia stavano ora ricominciando ad alzare la testa, garantendosi una certa autonomia anche per quanto riguardava la protezione interna e coalizzandosi con i vicini per proteggersi a vicenda.
Il fatto che Lenizumi avesse scelto proprio il Vortice per la sua fuga la diceva lunga a riguardo, non l'avrebbe stupita scoprire che in cambio di un cospicuo sovvenzionamento, non ci fossero le stesse autorità di Uzushio a garantirne la protezione. Fino a pochi anni prima un posizionamento politicamente così netto non sarebbe stato nemmeno immaginabile, ma le cose stavano cambiando rapidamente e lei di certo non poteva esimersi dal mettere una mano per dare il giro al tavolo.
"Per organizzare una fuga così in grande stile deve essersi preparato per tempo..."
Non si organizza una vita in clandestinità dal Covo e da tre Villaggi Ninja senza prima essersi organizzati, non se si voleva tenere la testa attaccata al collo. Non sapeva nulla di questo Lenizumi, ma se Tamari aveva deciso di farsi ingaggiare voleva per forza dire che c'era sotto qualcosa di grosso. Per quanto sapesse poco degli spostamenti del fratello e della sua vita in generale, aveva capito abbastanza di come agivano quei due e sicuramente il nero non si sarebbe messo alle dipendenze di un tizio a caso, la sua presenza lì aveva senz'altro un significato, così come il fatto che la notizia fosse giunta fino alle sue orecchie.
Il viaggio era quasi giunto a termine, quando andando verso il bagno si trovò a perdere l'equilibrio inciampandosi su di un gradino e e dovendosi appoggiare alla spalla di un marinaio per non cadere. Il tutto avvenne nel giro di pochi istanti e l'uomo nemmeno si accorse della piccola quantità di chakra che gli era stata drenata al tocco della mano avversaria. Per un momento gli parve che fosse successo qualcosa di strano al suo corpo, ma poi la donna era andata verso il bagno e si disse che era stata la sua immaginazione.

Per quanto sicuramente non avrebbe avuto bisogno del chakra di quel marinaio piena di energia com'era, era comunque buono avere a disposizione un travestimento meno appariscente di una ninja del Cielo che per quanto potesse permetterle accesso a determinati ambienti, in altri avrebbe potuto rivelarsi controproducente.
"Per prima cosa devo trovare un posto da utilizzare come base operativa."
Era certa che il suo bersaglio avesse una rete di protezione più che strutturata e questa poteva essere senz'altro una cosa negativa, ma al contempo avrebbe potuto giocare a suo vantaggio. L'essere umano è portato ad abbassare la guardia quando si sente in una zona sicura e ormai era un po' che l'uomo si era trasferito nel Vortice. Probabilmente aveva allentato i limiti riguardo alle sue routine e a quanto diceva il Nabare pareva che avesse una vera ossessione nei confronti delle donne, abbastanza da essere stato allontanato da parecchi bordelli per quello che aveva combinato alle loro professioniste. Non doveva certo essere un bel soggetto e di certo non le avrebbe fatto pena quando una volta nelle sue mani sarebbe andata a strappargli nella maniera più dolorosa possibile tutte le informazioni che le servivano.
"Questa dovrebbe andare bene!"
Aveva scelto una bettola tra le tante dall'aspetto abbastanza dimesso da non attirare l'attenzione, ma al contempo abbastanza dignitoso da non rappresentare l'ultima spiaggia degli sfigati, cosa che avrebbe potuto rappresentare una clientela difficile con cui la possibilità di avere degli screzi si faceva più vivida.
"Buonasera, mi fermerò a Uzushio per qualche giorno e avrei bisogno di una camera."
"Oh, è un onore per noi avere ospite una kunoichi di Tani. Tenga, la camera cinque sarà di suo gradimento, prende poco sole la mattina e la sera si può godere del tramonto. Continueremo a servire la cena fino alle dieci"
"Gentilissimo, ho già mangiato stasera, magari domani, sono stanca morta e voglio solo dormire..."
Dopo aver pagato in anticipo per tutta la settimana, la giovane salì in camera e riassumendo le sue vere sembianze si concesse una bella doccia calda. Fino a quel momento non aveva incontrato particolari ostacoli, ma era adesso che le cose sarebbero entrate nel vivo e che avrebbe dovuto cominciare a tenere alta la guardia.
La notte era ormai calata su Uzushio e Kaori si era concessa un paio d'ore di riposo, erano ormai le dieci passate e nei vari bordelli della città avrebbero probabilmente cominciato ad affluire i clienti. Questo voleva dire che era giunta per lei l'ora di entrare in azione. Lasciò che il suo corpo andasse a fondersi con il pavimento, per poi muoversi lungo i muri della locanda fino a raggiungere terra, nel manto stradale si spostò in un vicolo vuoto da cui riemerse con calma. Il suo aspettò mutò rapidamente in quello del marinaio cui aveva sottratto il chakra sul battello e a passo svelto si mosse alla ricerca del bordello più vicino. Sarebbe stata una lunga nottata.

Il marinaio di cui aveva preso le sembianze era un uomo sulla quarantina, con il volto butterato da quella che doveva essere stata un'acne giovanile particolarmente infausta. L'ispida barba era parecchio arruffata, così come i suoi capelli corvini e probabilmente avrebbe avuto bisogno di un passaggio dal barbiere per poter anche solo sperare di risultare affascinante agli occhi di qualsiasi persona di sesso femminile. Fortunatamente per lei, le donne che si trovavano all'interno del posto in cui si stava dirigendo non avevano bisogno di alcun tipo di fascino per mostrare interesse verso gli avventori. Finché avesse avuto la sacca dei ryo ben nutrita avrebbe potuto divertirsi quanto voleva. Ovviamente quel tipo di divertimento non era minimamente tra i suoi obiettivi, ma il fatto che gli altri lo credessero le avrebbe dato modo di poter raccogliere indisturbata le informazioni di cui aveva bisogno.
Nel buio della notte procedette a passo spedito, fino a che i suoi occhi non si posarono sull'insegna del 'Vortice Di Piacere'. Un bordello il cui nome faceva chiaramente un facile doppiogioco con il nome del Paese in cui si trovava. Un'espressione di sdegno si dipinse sul suo volto, il pessimo gusto di chi aveva optato per quella scelta la lasciava allibita, ma d'altronde cosa si poteva mai aspettare da qualcuno che faceva dello sfruttamento dei corpi degli altri il proprio mestiere.
"Si va in scena!"
Appena entrata dalla porta principale, capì che le aspettative non sarebbero certo state deluse. L'uomo che da come si atteggiava doveva essere il gestore del luogo era un uomo di mezza età piuttosto in carne e con una calvizie incipiente, il ventre teso premeva su di una blusa bordeaux colma di intarsi dorati, probabilmente quel singolo indumento valeva quanto mesi di lavoro di una delle numerose ragazze che si spostavano provocanti nel locale.
Un bancone al centro dell'enorme salone era sovrastato da una serie di scaffali contenenti liquori di tutte le provenienze, alcuni dei quali parevano piuttosto pregiati, mentre sul ripiano più basso vi erano le solite dozzinali merdate che beveva chi non aveva soldi da spendere in roba di qualità. A una prima rapida occhiata risultò subito chiaro che il piano aziendale di quel posto era di spremere fino all'ultimo ryo chiunque vi entrasse, indipendentemente da quanto potessero offrire le sue tasche. A giudicare da com'erano agghindate, anche le ragazze si suddividevano in fasce di prezzo come gli alcolici, alcune di loro sembravano vere e proprie principesse con abiti lussuosi e gioielli a cingere i loro colli. Altre sembravano prostitute appena uscite dalla strada, che per pochi ryo avrebbero potuto donare all'eventuale cliente un po'di piacere a basso costo e una considerevole quantità di malattie sessualmente trasmissibili.
"Sembra che abbia trovato proprio un bel posticino."
"Barista, l'alcolico più forte che hai! Doppia dose!"
Avvicinandosi al bancone aveva attirato l'attenzione del giovane dal bell'aspetto che si occupava di servire i clienti più facoltosi. Ovviamente l'uomo lo osservò in maniera un po'torva visto il suo aspetto, ma quando posò sul tavolo una manciata di ryo la sua espressione mutò nell'affabile sorriso di chi sà che quella sera avrebbe ricevuto parecchie mance.
"Senti ragazzo, se ne avessi i soldi chi ti scoperesti qui dentro?"
Aveva già fatto quattro giri e offerto da bere a un po'di persone, quando decise che era arrivato il momento di entrare in azione. Con la voce un po'impastata dall'alcool iniziò a cercare indicazioni su quali potessero essere le migliori ragazze del posto. Dubitava che Lenizumi avesse fatto tutto quel casino per poi rischiare di morire di sifilide per aver voluto risparmiare sulle sue puttane. Quell'uomo adesso aveva sicuramente un sacco di soldi ed era certa del fatto che li spendesse volentieri nel suo hobby.
"Senza offesa, ma non ha proprio l'aria di chi si possa permettere quel genere di compagnia. Sta già spendendo parecchio per bere, ci sono un paio di ragazze di fascia media che le potrei consigliare..."
"Ahah, grazie per preoccuparti del mio portafogli ragazzo, ma sono abbastanza grande da decidere da solo come voglio spendere i miei soldi!"
"Mi scusi, non intendevo offenderla."
"Oh fanculo è un anno che non mettevo piede sulla terra ferma e tra una settimana dobbiamo ripartire. Ho abbastanza Ryo da scialacquare da scoparmi tutto questo posto e ho tutte le intenzioni di andarmene da qui solo dopo aver fatto la migliore scopata della mia vita! Quindi ti ripeto, chi ti scoperesti se avessi i MIEI soldi?"
Un po'imbarazzato dalla conversazione, il ragazzo le indicò tre ragazze che erano le più richieste del locale dagli uomini veramente facoltosi. A quel punto le sarebbe toccato prendere una decisione e così si mise a osservarle con attenzione. In realtà sapeva perfettamente che l'una sarebbe probabilmente valsa l'altra. Non aveva nessuna intenzione di usare il pisellino di cui era munito il corpo di cui aveva le fattezze per spassarsela un po'con una di quelle meretrici, quindi l'unica cosa che le interessava era chi delle tre potesse darle più informazioni relative al suo bersaglio. Dando per scontato che nessuna delle tre potesse avere un valido motivo per saperne più delle altre, se non per una mera questione di fortuna, decise semplicemente in base alla quantità di uomini che in quel momento la stavano corteggiando.
"Ti dò due volte quello che ti hanno offerto questi qui!"
Raggiunse la donna intrattenuta attualmente solo da due uomini che le offrivano da bere a turno nel tentativo di guadagnarsi le sue grazie. Entrambi lo guardarono con odio, ma lei parve piuttosto soddisfatta della sua proposta e così dopo qualche smanceria gli indicò di salire sulle scale seguendola.
Al primo piano vi erano le camere da letto più dozzinali, ma la sua signora la guidò al piano superiore, dove poche stanze lussuosamente arredate accoglievano i clienti più facoltosi e per un attimo Kaori si trovò ad essere stupita dallo sfarzo e delle perversioni che quel luogo era in grado di mettere in mostra. Un vero e proprio paradiso per i pervertititi di tutto il Vortice e non solo, aveva decisamente beccato un bordello di qualità, ma d'altronde se lo aspettava già da come il luogo si presentava all'esterno.
"Cosa porta un bel tipo come te da queste parti con tutti quei quattr..."
Senza finire la frase, la donna si accasciò sul letto che aveva appena raggiunto. Kaori aveva portato indice e medio destri alle tempie per poi espandere la propria mente invadendo con forza quella della prostituta. L'aveva fatta addormentare per poi andare a scavare a fondo nella sua memoria, lei sapeva solamente il nome e il volto di quello che era il suo obiettivo andando a cercare tutto quello che poteva sapere a riguardo. La ricerca si dilungò più di quanto non si sarebbe aspettata, ma alla fine riuscì a trovare qualcosa di interessante. Non era sicura che si trattasse del suo uomo, ma la donna aveva sentito parlare di un tizio pieno di soldi che veniva ogni tanto in città a cercare ragazze nei migliori bordelli per la collezione che stava preparando nel suo palazzo. Sembrava che fosse piuttosto ambito tra le donne del settore perché pagava uno sproposito, ma il suo capo ancora non era riuscito a organizzare una visita al suo bordello. Evidentemente pagava uno sproposito anche i gestori dei posti dove prendeva le proprie donne o almeno queste erano le speculazioni che facevano le ragazze del 'Guanciale Di Giada' visto che Kansaro era piuttosto geloso della sua merce, ma aveva ceduto con esteemo piacere una delle sue donne migliori a quell'inquietante straniero quando era andato a fare visita al suo bordello.
Con un sorriso amaro sul volto interruppe la connessione mentale, la ragazza si sarebbe svegliata pochi minuti con il ricordo della scadente prestazione sessuale che probabilmente il vero marinaio le avrebbe potuto offrire. A passi lenti e con il viso gongolante per l'eccitazione e la soddisfazione, la kunoichi discese dalle scale e sbatté una banconota sul bancone.
"Te li sei proprio meritati, questa scopata mi resterà impressa per un bel po'!"

Rimase a bere un'altro paio di giri, giusto per non attirare troppo l'attenzione, poi barcollando leggermente se ne andò dal locale.
Tornata sulla strada principale continuò a fingere di essere molto più sbronza di quanto non fosse per qualche isolato, poi prese una via laterale e tornò ad assumere le sembianze della Kunoichi di Tani. Era leggermente brilla a causa ti tutto l'alcool bevuto fino a quel momento, ma poteva ancora ottenere qualche informazione quella notte, decise però che era meglio mandare in avanscoperta la kunoichi, senza che la figura del marinaio pieno di soldi acquistasse troppo prestigio nelle varie case di piacere. Qualcuno avrebbe potuto chiedersi perché quell'uomo aveva passato la notte a spostarsi da un locale all'altro provando le migliori ragazze. Ok, effettivamente il perché sarebbe stato abbastanza logico, ma era più credibile che un tizio del genere si accontentasse massimo massimo di una donna a notte, non per volontà, ma per capacità gestionale.

Una kunoichi in giro per Uzushio inoltre avrebbe attirato senz'altro meno attenzioni da parte degli sporadici gruppi di furfanti. La capitale del vortice non era certo un luogo particolarmente pericoloso, ma muovendosi tra le case di piacere era facile trovarsi ad avere a che fare con le zone più losche della città e di conseguenza con i tizi più pericolosi. Ciò nonostante la criminalità era prevalentemente relegata a piccoli criminali locali, che ben si sarebbero guardati dall'attaccare briga con una kunoichi con il coprifronte ben in vista, sia per il pericolo intrinseco che per il rischio di ripercussioni da parte delle autorità di Uzushio, che certo non volevano fastidi con i loro alleati.
Dunque è questo il famoso 'Guanciale di Giada'
Spostandosi per le vie a quell'ora poco trafficate della città si trovò a passare davanti al suo prossimo obiettivo. Subito capì che quel posto si poneva obiettivi ben diversi da quelli del locale in cui era stata prima. Lo sfarzo e la ricchezza del luogo si poteva notare già dalla struttura, a partire dall'ingresso con due colonne tempestate di pietre verdi. Pur non sapendo che si trattasse di serpentina, Kaori immaginò che fosse un qualche tipo di minerale che imitasse la giada, dato che una simile struttura composta internamente di giada sarebbe costata una fortuna. Ad essere autentiche sembravano invece le pietre che andavano a comporre il guanciale che dava nome al posto e che svettava come fiera insegna tra le due colonne.
"Certo che non hanno badato a spese eh..."
Un sorriso si dipinse sul volto della kunoichi nell'osservare un cliente entrare nel locale e notando dalla porta aperta i marmi verdognoli con cui erano decorati gli interni. Decisamente il gestore del posto sapeva come attirare i ricconi che passavano dal Vortice.
"Una birra per favore."
Sedendosi ad uno dei locali sulla via, fece la cosa che aveva imparato essere la più utile in quei casi, si mise ad origliare le discussioni dei pettegoli ubriachi.
Sorseggiando lentamente la sua birra, andò a foraggiare di chakra naso e orecchie grazie alla Muon, così da potersi concentrare sui discorsi di tutti i pochi avventori di quel bar, ma anche di quelli limitrofi. Per un po' non ottenne nessun risultato, fino a che non sentì un gruppo di amici parlare del locale. Fino a tre anni prima c'era al posto una bettola tremenda, poi la gestione della 'Torre di Giada' l'aveva acquistata aprendo nel giro di pochi mesi quel posto paradisiaco e neanche un anno dopo avevano aperto una locanda. Nessuno dei tre era mai stato al 'Boccale di Giada', ma visti i prezzi del 'Guanciale', erano certi di non avere i soldi neanche per prendersi una birra in quel posto, figurarsi dormirci una notte.

Con quelle magre, ma pur sempre utili, informazioni la ragazza decise che era arrivato il momento di ritirarsi nei propri alloggi. Sapeva perfettamente quanto la fretta potesse essere cattiva consigliera e non aveva nessuna intenzione di affrettare le proprie mosse. La presenza di Tamari tra le guardie del Lenizumi rendeva tutto particolarmente rischioso e non si sarebbe potuta permettere di fare passi falsi dato che ancora non aveva ben compreso se tutta quella situazione non fosse soltanto una grossa trappola costruita apposta per lei.
Con la consapevolezza di quell'eventualità riprese la via della locanda cui alloggiava. Aveva visto il posto e si era fatta un'idea, avrebbe provveduto la sera precedente a scoprire quanto le interessava dalle stesse memorie del direttore del bordello.

La notte trascorse rapida e al suo risveglio si trovò a scendere a fare colazione ancora nei panni della Kunoichi di Tani.
Passò la giornata a fare un giro turistico della città ed ebbe modo di confrontarsi con il locandiere rispetto a quali fossero le opere architettoniche più meritevoli di lode. Non riuscirono a trovare un accordo, ma l'uomo per cena le offrì una dose di udon a mo di ringraziamento per la piacevole discussione artistica. Aveva dovuto studiare approfonditamente la storia dell'arte dei Paesi Minori dell'arcipelago per una missione quando era tra gli ANBU di Kiri, aveva dovuto infiltrarsi in una cellula che contrabbandava opere d'arte fim nel paese degli artigiani. Ora finalmente le cose studiate quasi inutilmente, almeno le tornavano utili.
Dopo cena finse di uscire per una passeggiata ed appena imboccato un vicolo oscuro tornò ad assumere le sembianze del pescatore marpione.

Raggiunse il 'Guanciale di Giada' e si sedette a bere nello stesso bar in cui stava la sera prima. Nascosta sotto al tavolo la mano sinistra si mosse a comporre una serie di sigilli per aprire il suo occhio interiore.

Con quel suo travestimento, difficilmente l'avrebbero lasciata anche solo entrare in quel posto, così cominciò con il capire chi ci fosse all'interno. In tutta la capitale vi erano parecchi ninja, alcuni anche dal notevole potenziale, ma non riconobbe la traccia di Tamari, nel dubbio si segnò mentalmente tutti i chakra potenzialmente problematici, per sua fortuna non c'era nessuno di loro all'interno del locale. Tra piano terra, primo e secondo piano ci saranno state un centinaio di persone lì dentro e trovare così il suo uomo sarebbe stato come trovare un ago in un pagliaio.
Chiudendo l'occhio interiore andò a spostare la sua attenzione sull'uomo della sicurezza che stava all'ingresso, a giudicare dal suo chakra doveva essere stato uno shinobi, ma non indossava nessun coprifronte, cosa che lasciava presupporre che si fosse ritirato o più probabilmente che fosse un traditore riciclatosi guardia del corpo, chissà perché non la sorprendeva che un posto del genere avesse all'ingresso simile feccia. La differenza abissale tra i loro chakra lo fece bollare tra le scartine, ma se da una parte non rappresentava una minaccia, dall'altra era di certo per lei un'opportunità.
"Forza bello, vediamo chi sto cercando..."
Con indice e medio alla tempia finse di massaggiarsi per il mal di testa, ma al contempo emanò il proprio chakra in maniera tale da andare a penetrare dolcemente in quella dello sgherro. Non doveva accorgersi della sua presenza e Kaori dissolse la sua immagine mentale in una sorta di nebbia che si infiltrò tra i cardini del portone mentale dell'altro. Una volta dentro si mosse sinuosa e invisibile tra i suoi ricordi, fino a scoprire quello che le interessava. Toshi Wakame era l'uomo di mezz'età, magro e con due ridicoli baffetti, che dirigeva quel posto. Lo aveva assunto fin dall'apertura e ora era di sopra nel suo ufficio. Anche se non lo avrebbe mai ammesso era probabilmente intento a contare i soldi che avrebbe dovuto consegnare al padrone dell'intera baracca, così come dello stesso franchise della 'Giada'. Wakame pensava che lui non lo sapesse, ma non era scemo ed era cresciuto nei bassifondi di Yamamichi. Sapeva riconoscere qualcuno che ogni mese andava a pagare la propria parte quando lo vedeva, però quel posto era tranquillo e guadagnava bene senza fare praticamente nulla, quindi si teneva quelle cose per sé. Il capo andava sempre in giro con un ridicolo gessato bianco che credeva gli desse l'aria da duro, ma lui sospettava che in fondo fosse una mammoletta.

Kaori si alzò dal tavolo e a passo malfermo si avviò lungo la strada, oramai sapeva perfettamente dove sarebbe dovuta andare ed era inutile perdere tempo a cincischiare.
Superò qualche traversa fino a trovarsi un vicolo scuro sulla destra e lo prese con la foga di chi cercava un posto in cui andare a svuotare la vescica. Appena fuori dalla portata di eventuali occhi indiscreti andò a concentrare il proprio chakra per far sì che il suo corpo si fondesse lentamente con il terreno fino a scomparire completamente nello stesso. Una volta scomparsa alla vista cominciò a muoversi senza fretta verso il bordello, sfruttando la propria abilità per superare l'uomo alla porta e salire fino al secondo piano, dove si trovava l'ufficio di Wakame. Grazie ai ricordi rubati allo sgherro non ebbe difficoltà a orientarsi nella sfarzosa struttura e nel giro di poco si ritrovò a superare la porta in rovere entrando nell'ampio salone pieno di mobili costosi e opere d'arte. Come presupposto dalla guardia, l'uomo era intento a contare soldi. Non aveva capito perfettamente come funzionava quella cosa, probabilmente nemmeno il tizio all'ingresso visto quanto erano confusi i suoi pensieri a riguardo, ma in qualche maniera la 'Torre di Giada', il 'Boccale di Giada' e il 'Guanciale di Giada' appartenevano tutti alla stessa persona o associazione e Toshi doveva pagare una sorta di pizzo a chi gli concedeva di gestire il locale. Doveva essere qualcosa del genere. Continuando a muoversi superò la scrivania e iniziò a fuoriuscire alle spalle del malcapitato, che preso com'era dai conti e soprattutto dalle imprecazioni nemmeno si accorse di quello che stava succedendo.

"Fanculo a te maledetto! Così mi toglierai anche l'aria che respiro!"
Kaori non si disturbò ad ascoltare le lamentele dell'uomo, dato che di lì a poco avrebbe tranquillamente potuto apprendere da lui tutto ciò che sapeva, senza doversi troppo disturbare di perdere tempo. Avvicinandosi di un passo sollevo la mano destra, per poi assestare un potente colpo di taglio alla base del cranio. La sostanza reticolare ascendente dello sventurato venne stirata e l'uomo perse conoscenza prima ancora di capire cosa gli fosse successo. Con il braccio sinistro, Kaori era già pronta ad afferrarlo sotto l'ascella accompagnandolo dolcemente sulla scrivania, così da non provocare rumori che potessero attirare l'attenzione dall'esterno.
"Eccoci qua, è il momento di scoprire un po'di cose..."
Si concentrò sulla mano destra così da andare poi a poggiarla sul corpo accasciato e drenarne una moderata quantità di chakra, nel caso in cui avesse in seguito avuto bisogno di prenderne le sembianze. Quando fu soddisfatta disattivò l'assorbimento, per poggiare il palmo della mano sinistra sulla fronte del Wakame e cominciare a ravanare nei suoi ricordi alla ricerca di qualcosa che lo potesse collegare al Lenizumi.