Casa Ameki

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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Mishu» - «Parlato altri»

    «Ciao!»
    Una voce profonda e matura fece scattare la testa di Maemi verso l'alto, togliendole la mano da davanti gli occhi. Le si stava avvicinando un uomo, anzi un armadio, con una corporatura massiccia nascosta dalla divisa bianca. Un medico, anche se dall'aspetto poco convenzionale. La durezza quasi bruta del fisico veniva tuttavia addolcita da un sorriso gentile, illuminato ulteriormente da un paio di occhi porpora molto particolari, il cui colore combaciava con quello di lunghi capelli filanti. «Ho sentito che stai cercando qualcuno... So che potrei sembrare indiscreto ma sono un medico di questo ospedale e se hai bisogno ora sono libero... Sentivo che stavi cercando qualcuno giusto?»
    Maemi si perse un attimo a fissarlo. In confronto a lei era davvero imponente: un omone che le dava almeno trenta centimetri di differenza in altezza, e l'aria di chi poteva stritolarti con un abbraccio troppo caloroso. «Sì» si precipitò a dire dopo una breve pausa, ritornando di botto alla propria situazione. «Nariko Okada, sta in rianimazione. Bassa, un caschetto nero, occhiali rossi...? L'allieva di... ehm, Hinohana mi pare si chiami».
    A detta di Nariko, Hinohara-sensei era un veterano molto rispettato all'interno delle mura ospedaliere, nonché capo di un reparto forse ancora più rispettato. A Maemi, così come agli altri loro amici comuni, aveva fatto una testa così: che onore imparare da un ninja medico come lui, di quelli della vecchia guardia, che aveva partecipato anche all'ultima grande guerra. Ogni volta le storie che raccontava si facevano mano a mano sempre più gonfiate, addirittura inverosimili, tanto che a Maemi fosse pure venuto il dubbio che questo fantomatico Hinohara-sensei fosse davvero così rinomato. Nulla di strano che fosse solo un modo per Nariko di darsi qualche aria in più.
    «Ma è inutile, tanto è in sala operatoria» si lamentò afflitta, portandosi una mano a massaggiarsi la fronte. Che quel signore conoscesse o meno Hinohara-sensei, e magari per estensione anche Nariko, non sarebbe servito a nulla. Non si poteva interrompere un'operazione in corso, e purtroppo Maemi dovette concordare che il suo favore in quel momento non avesse la priorità. Non c'era nulla che potesse fare.
    O forse sì? Un paio di occhi blu marino si levarono verso l'omone in divisa, così alto che per farlo dovette allungare il collo all'insù. Tra tutti, solo quel signore si era preso la briga di avvicinarsi per offrirle aiuto; la richiesta che doveva fare a Nariko era qualcosa che non si sarebbe mai azzardata a fare con nessun altro, ma forse lui sarebbe stato comprensivo. Forse l'avrebbe capita.
    Lo sguardo le si animò di rinnovata speranza. «Dovevo chiederle un favore da amica, una cosa personale». E qui si esibì in degli occhioni dolci. «Ma, se non è di troppo disturbo... forse potrei chiedere a lei? Magari in privato».
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    II: Strane somiglianze

    La piccola ragazza, ignara del motivo che mi aveva spinta ad avvinarmi e ad offrirle goffamente il mio aiuto, mi guardava dal basso con i suoi occhi cerulei. «Sì» Una brevissima pausa interruppe la sua frase. «Nariko Okada, sta in rianimazione. Bassa, un caschetto nero, occhiali rossi...? L'allieva di... ehm, Hinohana mi pare si chiami».. I miei occhi si spalancarono mentre la mia mente faceva riaffiorare la figura magra e tagliente della dottoressa Hinohana: non avevo mai avuto direttamente a che fare con lei ma sapevo che il suo nome era famoso in tutta Kiri per via delle sue particolari abilità mediche e specialmente per le sue abilità nella chirurgia. La suia amica deve essere proprio in gamba... Il vecchio Masuta mi ha sempre detto che pochi sono i medici per cui nutre profonda ammirazione e una di queste è proprio la sua insegnante, se non sbaglio però accetta pochissimi studenti... Non potevo però fermarmi troppo a rimuginare su questi dettagli e quindi, cercando di ricompormi, ripresi ad ascoltare la ragazza dai capelli di fuoco che nel mentre sembrava essersi fatta una ragione dell'assenza della sua amica. «Ma è inutile, tanto è in sala operatoria».
    Rimuginò qualche istante portando la sua piccola e pallida mano ad accarezzarsi la fronte. Forse deve chiederle un parere medico che non si sente di chiedere ad un estraneo? Ormai non potevo tirarmi indietro e anche se quel silenzio poteva risultare strano stetti fermo ad aspettare che si decidesse; ed infatti, qualche momento dopo i suoi occhi tornarono a cercare i miei aprendosi in uno sguardo dolce. «Dovevo chiederle un favore da amica, una cosa personale. Ma, se non è di troppo disturbo... forse potrei chiedere a lei? Magari in privato». Sorrisi senza indugio e con una sola parola confermai la mia disponibilità. Ma certo! Nessun disturbo, però penso che se è una cosa così privata non è il caso di parlarne in mezzo al corridoio. Le feci quindi cenno di seguirmi nell'ambulatorio in cui stavo prestando servizio e che ero certo sarebbe stato vuoto ancora per diversi minuti. Vieni, dentro l'ambulatorio potremmo parlare senza orecchie indiscrete... Feci una pausa rendendomi conto che fino a quel momento non avevo ancora idea di che nome avesse la ragazzina. Ah, comunque il mio nome è Mishu, tu invece come ti chiami?


     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Mishu» - «Parlato altri»

    "Non ha esitato nemmeno un attimo... forse ho trovato la persona giusta". Durante il tragitto nei freddi ed austeri corridoi dell'ospedale, Maemi si guardava attorno con circospezione, scervellandosi per capire come impostare al meglio la sua richiesta. Trovare quel tale non era nei suoi piani, e pertanto non era preparata per una cosa che, secondo il suo giudizio, di preparazione ne necessitasse eccome. Meglio fare un preambolo introduttivo, spaziando prima le motivazioni per addolcire la pillola prima della botta? La gentilezza del signore l'aveva colpita fin da subito, era certa che fosse uno molto empatico, come lo era Nariko; poteva allora puntare su quello? Di sicuro si sarebbe dovuta dilungare in dettagli, sebbene l'idea le facesse storcere il naso; non amava sbandierare ai quattro venti le cose private sue o della sua famiglia, ma si rassegnò che in quella situazione non poteva fare altrimenti.
    «Vieni, dentro l'ambulatorio potremmo parlare senza orecchie indiscrete...» la invitò il medico, tenendo la porta aperta.
    Maemi entrò piano, trovando la stanza di un bianco irritante, l'odore tipico degli ospedali che in quelle quattro mura sembrava ancora più intenso e fastidioso; arricciò il naso, facendo dei passi avanti e adocchiando il lettino con sopra della carta perfettamente intonsa e senza una piega. Non si sedette, né s'azzardò a toccare nulla. Non era certo lì per farsi visitare.
    La voce del medico la distrasse dalle sue considerazioni. «Ah, comunque il mio nome è Mishu, tu invece come ti chiami?»
    Si voltò verso di lui, in qualche modo sorpresa. Era vero, si accorse la kunoichi: non le era nemmeno venuto in mente di fare le presentazioni. «Maemi» rispose, sentendosi improvvisamente timida. «Piacere di conoscerla».
    Prese un respiro profondo, sentendo che era il suo momento di parlare. Da una delle tasche della salopette tirò fuori una scatoletta lunga e sottile, completamente bianca, che conteneva al suo interno delle compresse in blister. Maemi la fissò un attimo, gli occhi scuri, prima di porgerla al medico. «Queste non sono mie» si affrettò a chiarire, scuotendo leggermente la testa. «Servono al mio vecchio. Da qualche tempo ha il cuore affaticato, ma non è mai stato nulla di grave, almeno fino ad ora. Secondo me sta peggiorando, per quanto lui si ostini a dire il contrario».
    Prendendo un respiro profondo, come a farsi coraggio, la ragazzina continuò: «Quello che volevo da Nariko era prima un parere, poi una richiesta». "Iniziamo dal parere". «L'altro ieri io e mio padre eravamo a pesca, in uno dei moli poco distanti dal porto. Ce ne stavamo andando, e all'improvviso è diventato bianco cadaverico e si è dovuto sedere per riprendere fiato». Maemi alzò gli occhi verso Mishu, fissandolo con convinzione e cercando nella sua espressione una conferma che le sue preoccupazioni non fossero infondate, che non stesse esagerando. «Stava solo facendo gli scalini che collegano il porto con la strada, ok che sono ripidi e lui aveva addosso l'attrezzatura, ma comunque saranno stati dieci scalini, non due rampe. Non è normale! Prima d'ora si affaticava sì, ma non così in fretta. Ed era... davvero molto pallido».
    In realtà lo scompenso cardiaco era solo una conseguenza della sua prima, vera patologia. Un nome che a Maemi non stava proprio in testa, causava un perenne accumulo di grasso nei tessuti che non si riduceva mai, né con la dieta né con l'esercizio, reso comunque difficilissimo dalla ovvia condizione fisica. Era genetica e incurabile, ma abbastanza innocua. Il vero pericolo derivava da tutte le conseguenze che accompagnavano l'obesità: nel caso di Yoshito, il cuore aveva iniziato ad affaticarsi un po' più precocemente rispetto alla media statistica.
    Maemi cercava di non darlo a vedere nemmeno a sé stessa, ma ne era perdutamente terrorizzata. Era una sensazione che strisciava nelle viscere, popolando la mente delle peggiori scenari spesso esagerati e infondati, che non sapeva come contrastare. Perché quello non era un nemico che poteva affrontare prendendolo a pugni o a spadate, ma una minaccia lenta e inarrestabile, oltre ogni più pallido controllo. E sapeva solo che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per combatterlo.
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    III: Strane somiglianze

    Maemi, così si chiamava la ragazza, si presentò a sua volta prima di prendere un respiro ed espormi i motivi che l'avevano spinta in ospedale: aveva appoggiato sul tavolo una confezione di compresse, statine in base a quello che riportava l'involucro di cartone, che subito si affrettò a contestualizzare. «Queste non sono mie... servono al mio vecchio. Da qualche tempo ha il cuore affaticato, ma non è mai stato nulla di grave, almeno fino ad ora. Secondo me sta peggiorando, per quanto lui si ostini a dire il contrario». Ora tutto aveva molto più senso. Sarebbe stato preoccupante se una ragazza della sua età avesse avuto bisogno di queste...
    Afferrai la scatola allungatami dalla ragazza e iniziai a rigirarla tra le dita. «Quello che volevo da Nariko era prima un parere, poi una richiesta... L'altro ieri io e mio padre eravamo a pesca, in uno dei moli poco distanti dal porto. Ce ne stavamo andando, e all'improvviso è diventato bianco cadaverico e si è dovuto sedere per riprendere fiato» Scossi leggermente il capo in senso affermativo: le medicine erano state un indizio ma visto il racconto della giovane kunoichi la situazione si stava andando a delineare sempre con maggior precisione. «Stava solo facendo gli scalini che collegano il porto con la strada, ok che sono ripidi e lui aveva addosso l'attrezzatura, ma comunque saranno stati dieci scalini, non due rampe. Non è normale! Prima d'ora si affaticava sì, ma non così in fretta. Ed era... davvero molto pallido» Ascoltai ogni parola e a quel punto mi presi qualche attimo per riflettere. Possibile che sia peggiorato così di colpo? Potrebbe essersi trattato di un episodio di angina? Ma per arrivare ad una sintomatologia simile con uno sforzo così piccolo si tratterebbe di una situazione fuori controllo. Continuavo a muovere la confezione di compresse tra le dita quando, avendo necessità di maggiori dettagli, decisi che la cosa migliore sarebbe stata quella di visitare il paziente direttamente. Hai fatto bene a chiedere un consulto... in effetti la situazione che mi hai descritto non è per nulla normale, soprattutto se sta prendendo queste con regolarità. Dissi afferrando questa volta al scatola tra indice e pollice e allungando la mano per riconsegnarla alla ragazza. La mia preoccupazione è che il cuore stia pian piano andando in sofferenza... La mia valutazione era sicuramente circostanziale, non avevo tutti gli elementi necessari ad una diagnosi accurata. Ma per saperlo con certezza ho bisogno di visitare tuo padre... credi che sia possibile? Non so se sia il caso di farlo muovere fino a qui quindi se vuoi posso venire io, non voglio che ti preoccupi troppo sia chiaro, ma penso che in queste situazioni sia sempre meglio accertarsi di persona che sia tutto ok... Volevo mostrare il mio lato più rassicurante vista la situazione. Farla preoccupare eccessivamente sarebbe controproducente ma credo che sia il caso di indagare meglio questa situazione L'esperienza mi aveva insegnato che, prima di raccontare tutto ai familiari, era sempre necessario parlare con i pazienti: loro erano gli unici che potevano raccontare con esattezza quello che gli stava capitando e, soprattutto, se avessero avvertito variazioni di qualche tipo.



    Edited by Burbear - 9/11/2023, 14:46
     
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    «Parlato Maemi» - "Pensato Maemi" - «Parlato Mishu» - «Parlato altri»

    «Hai fatto bene a chiedere un consulto... in effetti la situazione che mi hai descritto non è per nulla normale, soprattutto se sta prendendo queste con regolarità».
    Maemi riprese la scatoletta che il medico le porgeva senza dire nulla, le labbra contratte in una linea sottile.
    «La mia preoccupazione è che il cuore stia pian piano andando in sofferenza...»
    A quello, lo stomaco le si contorse dalla paura e da una buona dose di senso di colpa. Perché lei sapeva che stava succedendo. Come era possibile che un peggioramento simile le fosse passato inosservato? Vedeva i soliti affaticamenti, qualche tosse e qualche valore sballato tenuto però sotto controllo dalle medicine. Sua madre le aveva accennato che la situazione stava mano a mano peggiorando, ma la realtà non le era cascata in testa finché non l’aveva vista con i suoi stessi occhi. Il suo continuo andirivieni tra una missione e l'altra non giovava alla cosa, e d'improvviso si immaginò con terrore il giorno in cui, di ritorno dall’ennesimo compito per il Villaggio, le avrebbero annunciato che il padre era morto in sua assenza, senza che lei sapesse nulla o avesse avuto tempo di prepararsi.
    Il solo pensiero le fece ghiacciare il sangue nelle vene.
    «Ma per saperlo con certezza ho bisogno di visitare tuo padre... credi che sia possibile?» continuò il medico, ignaro delle sue paranoie catastrofiste. «Non so se sia il caso di farlo muovere fino a qui quindi se vuoi posso venire io, non voglio che ti preoccupi troppo sia chiaro, ma penso che in queste situazioni sia sempre meglio accertarsi di persona che sia tutto ok…»
    «Lui non sa nemmeno che sono qui» confidò, sentendosi improvvisamente più fragile. Si schiarì la voce. «Ha sessantun anni ed è sempre stato grasso, da tutta la vita. I medici gli hanno ripetuto in continuazione che avrebbe avuto problemi al cuore, e lui sembra essersi rassegnato che di questo ci morirà, un giorno. Quando il destino lo vorrà» continuò, imitando il tono del padre con una smorfia. «Non si farà visitare, la caccerà via se ci prova. Dice che sono solo episodi e poi si riprende. Purtroppo la vecchiaia lo ha resto... stupidamente irragionevole».
    Avrebbe voluto dire testardo come un mulo e stupido come un asino, ma si contenne. Prese invece un respiro profondo, cercando il coraggio per continuare. «So che può sembrare… estremo» disse cautamente, alzando gli occhi per incontrare quelli del medico. «Ma tra tre giorni parto, non so quando tornerò. Devo... devo sostenere l'esame per la promozione a Sp.Jounin e sono terrorizzata dall'idea che possa capitargli qualcosa mentre sono via». Abbassò nuovamente lo sguardo sui farmaci stretti tra le mani. «Mi chiedevo se c'era qualcosa che si potesse fare velocemente... non lo so, tipo dargli dei farmaci più forti, o roba del genere. Senza perdere tempo con esami o visite che prenderebbero troppo tempo».
    Nessun medico che avesse sale in zucca avrebbe osato dare farmaci senza prima aver visitato il paziente, ed era per questo che Maemi voleva rivolgersi solo ed esclusivamente a Nariko; perché conosceva la situazione, e conosceva l'amica almeno quanto Maemi conosceva lei. Sapeva quali punti toccare per convincerla.
    Di questo medico invece non sapeva nulla, e in condizioni normali non si sarebbe mai azzardata a coinvolgerlo. E per questo si sentì un po' stupida: forse la sua paura si era davvero gonfiata oltre l'inverosimile, facendole gettare al vento ogni cautela. Ma la testa di Maemi, già agitata dalla prospettiva dell'esame imminente, aveva trovato nell'episodio a pesca la scusa perfetta per partire completamente, la paura a briglia sciolta che aveva rimpiazzato la ragione come matrice delle proprie azioni.
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    I: Uno strano potere

    Il buio che mi avvolgeva improvvisamene si disperse rigurgitando il mio corpo esausto sul terreno dove, fino a pochi istanti prima, mi ero dato battaglia con l'abile shinobi del Clan Asuka. Evidentemente essendosi reso conto della mia impotenza aveva deciso di rilasciare la sua tecnica e, per di più, si era premurato di donarmi una parte del suo chakra in modo che il mio corpo riprendesse un po' di vigore.
    Così va meglio vero? Eri proprio a corto di energie vero? L'ho immaginato dato che non sei riuscito a rompere la tecnica di sigillo...
    >Si, decisamente meglio... ero veramente allo stremo, mi dispiace per l'impietosa scena a cui hai dovuto assistere.
    Mi sedetti rannicchiandomi con le ginocchia vicino al petto e massaggiandomi il collo ancora dolorante per la caduta appena fatta. Lo shinobi di Konoha però sembrava desideroso di andare e non aveva intenzione di dilungarsi in inutili chiacchiere.
    Bene, se ti sei ripreso a questo punto potremo anche salutarci, no?
    Feci per alzare la mano in segno di saluto, quasi come se il mio corpo avesse impostato una sorta di risposta automatica al suo saluto ma, in realtà c'era una domanda che mi premeva fargli, una domanda a cui non ero sicuro sarebbe stato intenzionato a rispondere ma che da quando mi aveva attaccato mi era nata nella testa.
    Scusa...
    Mi alzai in piedi tenendo però la testa china per evitare il suo sguardo.
    Quel potere... quel manto denso di chakra che ti ha avvolto prima... che si insomma, ti ha fatto diventare tutto giallo... che potere era? Perchè è stato incredibile, anche quando ho perso il controllo e mi sono sentito pervadere da una forza per me inarrestabile sei risucito a fermarmi come se nulla fosse. Scusa l'impertinenza ma io... beh, sono decisamente interessato a raggiungere un potere del genere.
    Era vero, da quando tutto era accaduto avevo fatto di tutto per allenarmi e diventare più forte ma ad ogni passo che facevo puntualemnte conoscevo qualcuno che era in grado di ridimensionare i miei successi e le mie conquiste; ero stanco di restare sempre dieci passi indietro e forse, se avessi avuto accesso ad un potere come quello dimostrato dal mio avversario sarei risucito finalmente a colmare quel divario che sentivo di aver accumulato negli anni rispetto a molti dei ninja con cui avevo avuto a che fare.
    So che forse questo potrebbe sembrare solo il lamento di un poppante... ma...
    Strinsi i pugni con forza, ammettere quello che avevo in testa, a voce alta, era decisamente più difficile di quanto non mi sarei aspettato.
    Io non voglio più perdere, e non voglio più deludere nessuno...


    Stato fisico: ferita lievissima all'addome- Ferita di media entità agli arti superiori e ai fianchi - Ferita lieve al petto.
    Stato mentale: Affaticato
    Chakra: 180-2-8-4-2-8=156-4-8-6-4-5-6-8=115-4-4-15-3-3-6-15=65-4-4-8-6-5-15=23-4-3-3=13+20=33
    Equipaggiamento:
    -Sigarette [tasca destra della giacca]
    -Accendino [tasca destra della giacca]
    -Radiolina [orecchio destro]
    -Fascia:
    >bastone del chakra suiton [impugnata]
    >antidoto [4/4]
    -Gilet:
    >pillole del soldato [2/3]
    >Fumogeni [5/5]
    >veleno debole [3/3]
    -Borsa:
    >shuriken [40/40]
    >kunai a 3 punte [5/5]
    >Palle di luce [3/3]
    >Torcia
    >Filo metallico [20 m]
    -Taschino da braccio:
    >Shuriken ad astro [20/20]






    Edited by Burbear - 16/3/2024, 01:03
     
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    Alcuni parlati in legenda possono passare da grassetto a corsivo per indicare eventuali pensati o voci interiori.


    Si, decisamente meglio... ero veramente allo stremo, mi dispiace per l'impietosa scena a cui hai dovuto assistere. Disse il ragazzo mortificato per ciò che era appena accaduto. In effetti non mi era mai capitato, in uno scambio amichevole, che il mio "compagno" arrivasse a toccare così "il fondo" delle sue riserve di chakra. Probabilmente se non ci fossimo fermati avrebbe perso conoscenza da un momento all'altro dato che, nonostante mi fossi dimostrato superiore almeno in quello scontro, il ninja di Kiri sembrava ostinato a non demordere. Questo suo eccesso "di zelo" l'aveva perciò portato a dar fondo a tutte le sue energie. Beh non preoccuparti comunque, può capitare di "esagerare" quando ci si diverte. Dissi io cercando di sdrammatizzare sorridendo, per poi congedarmi da lui. Nel mentre l'Ameki si era portato in una posizione seduta con le ginocchia rannicchiate e stava massaggiandosi il collo dolorante. Vedendolo alzare una mano in segno di saluto gli diedi le spalle ma, quando avevo fatto al più un paio di passi, mi fermai. Scusa... Quel potere... quel manto denso di chakra che ti ha avvolto prima... che si insomma, ti ha fatto diventare tutto giallo... che potere era? Perchè è stato incredibile, anche quando ho perso il controllo e mi sono sentito pervadere da una forza per me inarrestabile sei risucito a fermarmi come se nulla fosse. Scusa l'impertinenza ma io... beh, sono decisamente interessato a raggiungere un potere del genere. Mishu nel frattempo si era alzato e, con la testa china, aspettava una mia risposta. Voltandomi lo vidi e ragionai su quanto mi aveva appena chiesto. Effettivamente non aveva posto una domanda "da poco" e non sapevo quanto potevo fidarmi di lui anche se ero a conoscenza del fatto che il ninja di Kiri aveva combattuto fianco a fianco con Yuzin sul Paese della Luna. Ricordo infatti che l'eremita mi aveva parlato sommariamente dello shinobi con il quale aveva combattuto assieme contro uno di quei demoni. Beh, quello che hai visto effettivamente è un potere piuttosto particolare... E che non è una passeggiata possedere e soprattutto utilizzare... Oltre al fatto che non so quanto "possa fidarmi" posso dirti che per padroneggiare un simile potere, senza divenirne schiavi, serve spirito di sacrificio e una grande forza di volontà. Spiegai io senza addentrarmi volutamente, almeno per il momento, nello specifico. Di fatto avevo risposto a metà ma volevo essere certo, a parte il potersi fidare, che il ragazzo potesse essere davvero "pronto" nel cercare in qualche modo un potere del genere. So che forse questo potrebbe sembrare solo il lamento di un poppante... ma... Disse Mishu con voce in parte rotta dall'emozione. Lo vidi stringere con forza i pugni tanto da far divenire bianche le nocche. Io non voglio più perdere, e non voglio più deludere nessuno... Affermò con convinzione mettendosi "a nudo". Beh direi che di determinazione ce n'è tanta. Pensai ascoltando le sue parole. Il tuo mi pare più che un nobile scopo perciò sì, penso che condividerò un po' della mio sapere con te. Per quel che mi dici credo tu ne possa esserne degno... Anche se non sarà una passeggiata, ti avverto. Dissi io guardandolo. Prima però vorrei capire meglio cos'era quello che ho visto prima, quel potere che hai sprigionato e quasi, in qualche modo, ti ha "controllato"... Viene da quella strana lancia, non è vero? Domandai io con curiosità al ninja di Kiri.

    GohGoh Asuka - Rango: Special Jounin
    Stato fisico: Ferita media da taglio all'addome
    Stato Psicologico: Tranquillo, incuriosito.
    CHAKRA
    BaseSennin MoodoKyūbi Chakura Mōdo
    7600
    Note:
    2 kunai con legata 2 cartebomba
    2 kunai con legata 2 palla di luce
    2 kunai con legate 2 palle gelo
    2 kunai con legati 7 m di filo metallico ciascuno
    2 shuriken ad astro con legati 8 m di filo metallico ciascuno

    Bonus/Malus: 0

    Equipaggiamento:
    Tripla Borsa
    ArmiAccessori
    Kunai x10Radiolina
    Shuriken ad astro x20Specchietto
    Carta bomba x5Pillole del Soldato x2
    Palla Gelo x5Kit Grimaldelli
    Carta x4Cimice x3
    Veleno Debole x3Fili Metallici x30m
    -Libero-Pergamene Minori
    -Libero-Pietra Focaia (tra i denti)
    Gilet
    ArmiAccessori
    Fumogeni x3Torcia elettrica
    //Binocolo
    Taschino da Braccio
    Armi
    -Libero-
    Tasca Supplementare
    Armi
    Palla di Luce x2
    Tasca Doppia
    Accessori
    Occhio Cibernetico
    Tonico del Sangue x3

    Abbigliamento ninja e armi indossabili:
    Indossato
    SlotOggettoDescrizione
    VoltoOcchialoniIndossati
    Collo/voltoShirukushēdo - Ombra di SetaIndossato
    Braccio sxCoprifronteIndossato
    Caviglie/PolsiBendeIndossate
    Busto/Braccia/GambeArmatura LeggendariaIndossata


    Edited by Werner von Wallenrod - 23/4/2024, 17:14
     
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