Casa Ameki

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    ABITAZIONE



    K2uHDcH

    Questa è la mia umile dimora: una casa normale posta nella prima periferia di Kiri; non è certo un castello ma è sicuramente un posto che posso definire a pieno titolo ''Casa''.
    Vivo qui con mia sorella, la piccola Kira, e mia madre Misaki. In realtà la casa è di proprietà del padre di mamma, il nonno, ma da quando si è separata con Tatsuo ci ha lasciato a vivere qui. La parte interna della casa è composta da tre stanze principali e un bagno.
    La cucina, la stanza dove in realtà passano la maggior parte del tempo tutte le persone che transitano per di qua, è anche la parte più grande della casa: comprende quello che potrebbe essere definito il salotto e, soprattutto, è anche la prima stanza che si incontra una volta superato il piccolo vialetto pietroso che dalla strada porta a casa.

    K2uHDcH
    A seguire le altre due stanze sono la mia camera e quella di mia madre e mia sorella: la loro stanza in realtà per me è off limits e non mi è permesso accedere se non in occasioni particolari; la mia camera, d'altro canto, è molto trafficata, specialmente da mia sorella, in quanto è anche la più rapida via per raggiungere un piccolo paradiso nascosto: questo altro non è che un anfratto di bosco isolato e poco conosciuto anche dai vicini che mi permette di restare in solitudine quando non ho voglia di avere rapporti con il resto del mondo. Come detto però la mia piccola sorellina difficilmente mi concede il lusso di restare da solo tanto a lungo e puntualmente viene a stendersi sull'erba vicino a me per farsi raccontare le storie sulle mie missioni.

    K2uHDcH
    Nella mia stanza sono poche le cose che custodisco gelosamente: se infatti i miei libri di testo, le note e i rapporti delle missioni e persino il mio equipaggiamento sono sempre in disordine, la vera punta di diamante è lo stipetto in cui tengo riposte con estrema cura tutte le mie varietà di tabacco e cartine. Sono un fumatore incallito che per la sfortuna dei miei polmoni, sono anche un grandissimo intenditore di tabacco. Se infatti da bambino mi accontentavo di ogni sigaretta mi venisse offerta da un po' ho iniziato a sperimentare per trovare i gusti e gli aromi più raffinati.
    Un'altra, seppur molto meno importante, componente della mia stanza è la piccola raccolta che tengo ben nascosta in cui segno con cura tutte le notizie sui ninja che mi capita di vedere e conoscere, ognuno di loro viene associato anche ad un tipo di tabacco che me ne ricorda odore o carattere.

    IL RIPOSTIGLIO DEI TABACCHI


    Nel mobiletto dei tabacchi ogni singola varietà che possiedo è ben sigillata in un barattolo di vetro in cui viene scritto nome, gusto e note particolari che ho scoperto nel corso del tempo.

    CITAZIONE
    ➤Tabacco Virginia: gusto particolarmente intenso.
    Nota: il mio preferito
    ➤Dokha il gusto non è un gran che ma contiene un sacco di nicotina, utile quando si è in astinenza. Meglio fumarlo in pipa
    ➤White Burley Gusto molto delicato e gradevole.
    Nota: ottimo da portare in missione perchè tende a non assorbire umidità anche nelle situazioni peggiori

    Base per post:
    CODICE
    <fieldset style="background: white;border-radius: 0px">
    [SPOILER]Narrato
    <i>Pensato</i>
    <u>Parlato</u>
    [color=blue]Parlato Yosuke[/color]
    [color=red]Parlato altrui[/color]
    [color=green]Parlato Muten[/color][/SPOILER]
    [font=Optima][size=4]<div style="float: left; margin-right: 10px">[IMG=K2uHDcH]https://i.imgur.com/muIKKXf.jpg[/IMG]</div>[/size]

    [SPOILER]Stato fisico: Illeso
    Stato mentale: Rilassato
    Chakra: 180
    Equipaggiamento:
    -Sigarette [tasca destra della giacca]
    -Accendino [tasca destra della giacca]
    -Radiolina [orecchio destro]
    -Fascia:
    >bastone del chakra suiton [nella fascia]
    >antidoto [4/4]
    -Gilet:
    >pillole del soldato [2/3]
    >Fumogeni [5/5]
    >veleno debole [3/3]
    -Borsa:
    >shuriken [40/40]
    >kunai a 3 punte [5/5]
    >Palle di luce [3/3]
    >Torcia
    >Filo metallico [20 m]
    -Taschino da braccio:
    >Shuriken ad astro [20/20][/SPOILER][/font]

    </fieldset>


    CODICE
    <div style="color:#000; width:640px;"><fieldset style="border-radius:opx; border:3px solid black;"><legend>&#9642; <b><i><u>[color=blue]M[/color]</u>ishu Ameki</i></b> &#9642;</legend><fieldset style="border-radius:0px; border:3px solid black"><legend>&#9642; <b><i><u>[color=blue]S[/color]</u>tatus</i></b> &#9642;</legend><table border="0px" cellpadding="1" cellspacing="0" width="100%">

    <tr>
    <td WIDTH=50% rowspan="4"><div style="float: left; margin-right: 5px; border-radius: 0px; border: 3px solid black;">[IMG]https://i.imgur.com/9qjX1hp.png[/IMG]</div></td>
    <td WIDTH=15%>[color=blue]<b>Fisico</b>[/color]</td>
    <td WIDTH=50%>[color=black]&#9642;[/color] Illeso</td>
    </tr>

    <tr>
    <td>[color=blue]<b>Chakra</b>[/color]</td>
    <td>[color=black]&#9642;[/color]180</td>
    </tr>

    <tr>
    <td>[color=blue]<b>Mentale</b>[/color]</td>
    <td>[color=black]&#9642;[/color]Tranquillo</td>
    </tr>

    <tr>
    <td>[color=blue]<b>Status</b>[/color]</td>
    <td>//</td>
    </tr>

    </table></fieldset><fieldset style="float:left; width: 45%;border-radius:0px;border:3px solid black;" align="center"><legend>&#9642; <b><i><u>[color=blue]B[/color]</u>orsa doppia</i></b> &#9642;</legend><table border="1px" cellpadding="1" cellspacing="0" width="100%">

    <tr VALIGN=TOP>
    <td width=50% ALIGN="center"><b>[color=blue]Armi da Lancio[/color]</b></td>
    <td width=50% ALIGN="center"><b>[color=blue]Accessori[/color]</b></td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Shuriken [20/20]</td>
    <td Style="padding:2px">Filo metallico [20/20]</td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Shuriken [20/20]</td>
    <td Style="padding:2px">Radiolina</td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Kunai a tre punte [5/5]</td>
    <td Style="padding:2px">Torcia</td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Bomba carta [2/2]</td>
    <td Style="padding:2px">Sigarette</td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Palla bomba [5/5]</td>
    <td Style="padding:2px">Accendino</td>
    </tr>

    </table></fieldset><fieldset style="float:right; width:45%;border-radius:0px;border:3px solid black;" align="center"><legend>&#9642; <b><i><u>[color=blue]D[/color]</u>oppia tasca da coscia</i></b> &#9642;</legend><table border="1px" cellpadding="1" cellspacing="0" width="100%">

    <tr VALIGN=TOP>
    <td width=50% ALIGN="center"><b>[color=blue]Armi da Lancio[/color]</b></td>
    <td width=50% ALIGN="center"><b>[color=blue]Accessori[/color]</b></td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Rasoi [25/25]</td>
    <td Style="padding:2px">Palle luci [2/2]</td>
    </tr>

    </table></fieldset><fieldset style="float:right; width:45%;border-radius:0px;border:3px solid black;" align="center"><legend>&#9642; <b><i><u>[color=blue]T[/color]</u>aschino da Braccio</i></b> &#9642;</legend><table border="1px" cellpadding="1" cellspacing="0" width="100%">

    <tr VALIGN=TOP>
    <td width=50% ALIGN="center"><b>[color=blue]Armi da Lancio[/color]</b></td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Shuriken ad Astro [20/20]</td>
    </tr>

    </table></fieldset><fieldset style="float:right; width:45%;border-radius:0px;border:3px solid black;" align="center"><legend>&#9642; <b><i><u>[color=blue]A[/color]</u>bbigliamento</i></b> &#9642;</legend><table border="1px" cellpadding="1" cellspacing="0" width="100%">

    <tr VALIGN=TOP>
    <td WIDTH=30% ALIGN="center"><b>[color=blue]Oggetto[/color]</b></td>
    <td WIDTH=20% ALIGN="center"><b>[color=blue]Posizione[/color]</b></td>
    <td width=30% ALIGN="center"><b>[color=blue]Contenuto[/color]</b></td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Fascia</td>
    <td Style="padding:2px">Schiena</td>
    <td Style="padding:2px">Lancia del Mare
    Antidoti [3/3]</td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Coprifronte</td>
    <td Style="padding:2px">Braccio destro</td>
    <td Style="padding:2px">-</td>
    </tr>

    </table></fieldset><fieldset style="float:left; width:45%;border-radius:0px;border:3px solid black;" align="center"><legend>&#9642; <b><i><u>[color=blue]G[/color]</u>ilet</i></b> &#9642;</legend><table border="1px" cellpadding="1" cellspacing="0" width="100%">

    <tr VALIGN=TOP>
    <td WIDTH=50% ALIGN="center"><b>[color=blue]Armi[/color]</b></td>
    <td width=50% ALIGN="center"><b>[color=blue]Accessori[/color]</b></td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px" rowspan="2">Fumogeni [4/4]</td>
    <td Style="padding:2px">Pillole del soldato [2/3]</td>
    </tr>

    <tr>
    <td Style="padding:2px">Veleno debole [3/3]</td>
    </tr>

    </table></fieldset><fieldset style="width:96%;border-radius:0px;border:3px solid;"><legend>&#9642; <b><i><u>[color=blue]N[/color]</u>ote</i></b> &#9642;</legend>[color=black]&#9642;[/color] Palla luce « Legata a un Kunai a tre punte [2/2]
    </fieldset></div></div></fieldset>



    Edited by Fenix1993 - 6/11/2019, 14:10
     
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    POST DI ADDESTRAMENTO

    Gedoku-zai - Antidoto
    GpQx
    Villaggio: Tutti
    Livello: C
    Tipo: Supplementaria
    Grazie ad una accurata selezione delle erbe necessarie, conoscenza derivante dai lunghi allenamenti, è possibile per i Ninja Medici produrre un antidoto efficace contro qualsiasi tipologia di veleno. E' possibile dunque creare un antidoto ma se ne può portare al massimo una confezione.
    Possibile farsi inserire una confezione d'antidoto gratuitamente nella sezione Armeria.
    Consumo: N/A

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Parlato Kira
    Parlato Mamma
    Parlato Masuta
    Parlato Kusu


    K2uHDcH
    Ehi mi stai ascoltando? Un fruscio accompagnò l'arrivo della lunga stecca di legno; come mio solito mi ero distratto durante la spiegazione del sensei e questo, con il suo consueto fare gentile, mi aveva richiamato all'attenzione colpendomi in testa con quel legno dure e flessibile. In realtà gli serviva per raggiungere alcuni dettagli di immagini posti particolarmente in alto ma, occasionalmente, si rivelava anche un ottimo strumento di tortura. Si sensei... Dissi a bassa voce mentre le mie mani sfregavano sulla zona dolente della testa. Come stavo cercando di spiegarti, oggi andremo a vedere i principali metodi per la produzione di antidoti... stai bene attento perchè è un compito fondamentale per ogni medico quello di saper contrastare in modo rapido ed efficace qualsiasi caso di avvelenamento. Il suo tono, come sempre, non faceva trasparire tracce di rimprovero o di risentimento ma soltanto un amore profondo e sincero per la materia che giorno dopo giorno cercava caparbiamente di insegnarmi; in fondo dovevo a lui gran passe del mio percorso.
    I lunghi baffi bianchi ripresero a muoversi contemporaneamente alla ripresa della sua spiegazione. Come puoi vedere qui, la definizione di veleno è quella di ''sostanza che, in contatto con un essere vivente, genera effetti dannosi sul breve e sul lungo periodo siano essi ad effetto temporaneo o permanente''. Un leggero colpo di tosse fermò la sua spiegazione. In generale invece possiamo intendere, con la parola antidoto, ''una sostanza capace di annullare gli effetti di un veleno su un organismo vivente''. Le tavole, disegnate a mano e appesa su praticamente tutta la superficie del muro, venivano accuratamente indicate di volta in volta da suoi movimenti lenti ma estremamente precisi. Come potrai ben capire quindi la prima fase, nonché la fondamentale, durante il processo di creazione di un antidoto, è il capire che sostanza velenosa dobbiamo contrastare. Ripose la bacchetta di legno sulla cattedra e subito si girò verso di me facendo sventolare la lunga toga beige Sapresti farmi l'esempio di alcuni veleni? Non penarci troppo, i primi che ti vengono in mente... Le sue mani, coperte in gran parte dalle lunghe maniche di stoffa, si mossero in posizione d'attesa dietro alla schiena. Beh, sicuramente tra i più famosi che mi vengono in mente potrei pensare al cianuro o al botulino... Le sue sottilissime labbra si piegarono in una smorfia divertita. Certo certo, in effetti questo sono veleni, estremamente potenti aggiungerei, ma vorrei farti capire, quest'oggi, come anche cose comuni in realtà siano da considerarsi ''veleni''a tutti gli effetti. Mi fece segno di alzarmi e di seguirlo.
    Ci incamminammo così per i corridoi soleggiati dell'ospedale; non parlammo affatto durante il tragitto ma osservai il sensei che con la sua spensieratezza contemplava il cielo cristallino attraverso le finestre. Eccoci qui... La flebile affermazione ci fece fermare davanti all'ingresso nella serra delle piante mediche. Uh?... Stranito entrai all'interno della serra che subito mi accolse con i profumi e gli odori tipici delle piante curative che venivano amorevolmente curate dai botanici. Ora indicami un veleno... Le sue parole, criptiche per certi versi, mi colpirono di sorpresa. Ma come? Qui dentro? Questa è la serra delle piante mediche... non ci sono veleni... Ancora una volta il suo viso si contrasse in una smorfia divertita. oh quanto hai da imparare ancora mio giovane allievo... Fece appena due passi prima di fermarsi davanti ad una pianta di papavero in piena fase di fioritura. Sai dirmi alcune proprietà dei prodotti oppiacei? Cercai di concentrarmi sulle pagine che avevo studiato mentre, ancora mesi prima, stavo sfogliando il libro delle piante mediche. Beh dal papavero si possono estrapolare ottime sostante antidolorifiche, alcune delle migliori vengono ottenute proprio da questa pianta se non sbaglio. Esatto! Disse allungando una mano verso il grande e colorato fiore rosa. Eppure, questa pianta dalle proprietà fenomenali, se utilizzata nel modo sbagliato è in grado di produrre veleni potenti. Non letali come altri, ma capaci di colpire la mente della vittima, di paralizzarla e solo allora, dopo truci sofferenze, di concederle la morte tanto agognata. Per quanto terribile, quella spiegazione centrò il punto a cui il sensei voleva arrivare. Ti sia chiara una regola fondamentale mio giovane allievo...come disse un vecchio medico di cui non ricordo neanche più il nome ''è la dose che fa il veleno''. Il silenzio che calò su di noi al termine della sua frase fu sicuramente incisivo e mi permise di riflettere più chiaramente sull'importanza di questo insegnamento.
    Con lo stesso silenzio con cui eravamo entrati uscimmo dalla stanza portandoci dietro un bagaglio in più. Ora ti farò vedere la stanza in cui ti dovrai addestrare nella preparazione degli antidoti. Svoltammo a destra, poi a sinistra ed infine salimmo una scala a chiocciola tanto lunga da farmi perdere la cognizione dei punti cardinali ma, alla fine, giungemmo in un laboratorio molto grande. Qui imparerai tutto... non da me, purtroppo questo non è il mio campo. Con un piccolo gesto della mano fece avvicinare un giovane ninja dai capelli rossi agghindato con occhiali di protezione, camice e guanti azzurri. Lui è Mishu! Disse senza guardarmi. Il ragazzo quindi mi sorrise, si tolse attentamente i guanti e dopo essersi alzato gli occhiali sopra la testa mi porse la mano. Piacere Mishu, il mio nome è Kusu, sono il capo del dipartimento antiveleni. Rimasi piacevolmente stupido nel vedere un ragazzo appena più vecchio di me ricoprire un incarico così complesso. Sensei Masuta, lo lasci pure a me, mi occuperò io di insegnargli le basi. Il vecchio fece un rapido cenno d'assenso prima di girarsi. Ah, un piccolo avvertimento, Mishu tende spesso a perdere la concentrazione... non aver paura di usare le maniere forti con lui... Stupido vecchietto... Pensai mentre il rosso rideva di gusto.
    Ci portammo nel suo ufficio e qui iniziò a verificare la mia preparazione. Beh se stai studiando con il maestro sicuramente posso considerare valide le tue basi... ora però dovrai impegnarti perchè quello che facciamo qui può essere estremamente pericoloso, ti è chiaro? Attese un mio cenno d'assenso prima di alzarsi. Bene seguimi, ti darò il minimo indispensabile per agire in sicurezza, almeno in queste fasi iniziali. All'interno del laboratorio erano presenti diverse postazioni munite di mortai, ampolle di vetro e distillatori. Questo sarà il tuo miglior amico...è pensato apposta per evitare che le sostanze possano arrivare alla tua pelle. Senza voltarsi fece piovere sulla mia testa un camice bianco che tempestivamente infilai sopra i vestiti. Ha azzeccato anche la taglia... ha occhio... Mi porse anche degli occhiali e dei guanti e, solo a quel punto, mi fece accomodare davanti ad una delle suddette postazioni. Ora, prima di tutto partiamo con una piccola spiegazione teorica. So che è noioso, ma è la base. A quel punto alzò il braccio destro e aprì tre dita della mano. Esistono di fondo tre tipi di antidoti...o meglio, tre tipi di principi d'azione: il primo è l'antidotismo fisiologico. Dopo averlo pronunciato abbassò il primo dito, il medio. Consiste nella possibilità di somministrare sostanze con effetto farmacologico e di intervenire, quindi, su veleni che si trovano già dispersi nell'organismo. Il secondo è l'antidotismo fisico: questo a differenza del primo consiste nell'utilizzare sostanze ''assorbenti'' come ad esempio dei carboni attivi. Come potrai ben immaginare questo metodo può funzionare soltanto del momento in cui il veleno deve ancora entrare in circolo... in poche parole devi averlo ingerito ma non ancora assorbito. Fece una breve pausa. Mi segui fin qui? Il suo tono di voce era calmo ma al tempo stesso trasmetteva una grande sicurezza, si poteva capire la sua esperienza. bene, il terzo ed ultimo principio d'azione è quello chimico. In parole povere consiste nella possibilità di inibire chimicamente gli effetti del veleno prima che questo faccia effetti. Per farti un esempio veloce prendi in considerazione la possibilità di inibire un acido tramite l'utilizzo di una base. Finita la spiegazione mi fece ripetere ad alta voce i tre principi e, solo dopo vari tentativi, quanto a suo dire avevo assimilato i concetti, proseguì ponendomi una nuova domanda. ora però arriva la parte più complessa del nostro lavoro... come possiamo capire con che veleno abbiamo a che fare? In effetti tutto quello che avevamo visto fin qui aveva certamente senso, ma era applicabile solo nel caso io sapessi preventivamente quale fosse stata la sostanza tossica con cui la vittima fosse venuta a contatto.
    Come medico sicuramente saprai che ogni veleno, o più precisamente ogni meccanismo, corrisponderà a sintomi diversi. Il primo metodo da applicare, soprattutto in situazioni di emergenza, è cercare di riconoscere i segni e i sintomi tipici di un avvelenamento: certo è un'impresa difficile, di solito solo gli specializzati hanno capacità di produrre sul campo un veleno efficace. Di solito, e qui entriamo in gioco noi... Disse indicando con le dita la stanza in cui ci trovavamo. Ci si affida a esperti per cercare di riconoscere la tossina. L'ospedale qui sotto generalmente invia dei campioni di veleni o tossine, noi produciamo l'antidoto e poi glielo spediamo. Si alzò e si mosse verso un mobile particolarmente grande. Di norma ogni antidoto viene catalogato e quelli più rari e particolari vengono riprodotti e conservati in modo da essere sempre pronti. Richiuse l'armadio e subito dopo prese un grosso libro da una libreria li vicino. Ora tocca a te, questo è il manuale che contine le procedure di preparazione dei più comuni veleni in circolazione. Vorrei che lo portassi con te e lo studiassi. Nei prossimi giorni proveremo a vedere come te la cavi con la pratica ok? Annuii, afferrando saldamente il libro. Va bene, cercherò di fare del mio meglio... Feci quindi per uscire dal laboratorio ma venni prontamente fermato. Mishu... il sensei mi ha spiegato cosa ti ha spinto ad intraprendere questa carriera...sappi che spesso le nostre motivazioni sono una spinta forte per farci arrivare all'obbiettivo... ma a volte possono annebbiarci e farci dimenticare il vero obbiettivo... salvare TUTTI, indistintamente... questa è la nostra missione prioritaria. Non aggiunse altro; si voltò e tornò nel suo ufficio lasciandomi a rimuginare sulle sue parole.
    Tornai a casa stringendo sottobraccio il grosso libro dalla copertina gialla e verde: ''Guida agli antidoti e al loro utilizzo''; questo era il nome che, con un carattere nero, attirava subito l'attenzione. La mano destra come sempre impegnata a portare ritmicamente alla bocca la sigaretta che con cura mi ero preparato prima di lasciare l'ospedale. A cosa stava mirando con quelle sue ultime parole? Dalla mia bocca uscì una piccola nuvola di fumo mentre la mia testa vagava in cerca di risposte.
    Varcai la soglia della cucina e subito Kira mi saltò addosso incuriosita dallo strano ''dono'' che mi avevano fatto. Uh! Disse eccitata mentre piegando il capo leggeva il titolo del libro di testo. Come mai questo libro? Hanno intenzione di farti avvelenare qualcuno? Disse imitando la faccia di un tipo losco. Sorrisi, e lei mi seguì a ruota. In realtà è tutto il contrario. lasciai le scarpe sul tappeto e dopo essermi seduto in prossimità del tavolo della cucina poggiai il libro e lo aprii a caso. Vogliono che impari come preparare gli antidoti... in pratica mi servirà in caso tu abbia intenzione di cimentarti di nuovo in qualche prova di cucina. Dissi con sguardo divertito; lei per contro si girò incrociando le braccia e riempiendo le guance d'aria. Allora se è così la cena la prepari da solo questa sera... Sbuffò e, probabilmente stanca di gironzolare per casa, andò a chiudersi in camera sua. Ahi ahi... questa non me la farà passare liscia... Pensai mentre mi passavo una mano dietro la testa.
    La mia concentrazione però tornò ben presto sul libro che avevo davanti: era raro che una materia attirasse così la mia attenzione ma, la tossicologia, mi aveva in qualche modo stregato. Passai diverse ore a leggere piccole scritte scure che ricoprivano le innumerevoli pagine del volume e che solo raramente avevano l'intermezzo di figure o formule chimiche. Interessante... ci sono talmente tante piante mediche che in dosi sbagliate possono diventare veleni... ora capisco perchè il sensei ci tenesse così tanto alla mia attenzione. Anche durante la cena non tolsi lo sguardo dal libro e, fino a notte fonda, continuai a girare pagine a ritmo costante. Verso le due del mattino decisi che era arrivato il momento di chiudere e di andare a riposare. Sono curioso di vedere cosa mi farà preparare domani... ormai lacune delle cose più semplici mi sono teoricamente chiare... vorrei provare a metterle in pratica.
    La giornata seguente iniziò, come durante il primo incontro, con Kusu che mi interrogava per capire se avevo afferrato la base dei più comuni antidoti. Beh direi che almeno le basi ti sono chiare... cosa ne dici di provare a preparare qualcosa? Indossai tutte le protezioni che mi aveva fornito il giorno precedente e subito mi spostai verso una delle postazioni del laboratorio. partiamo dalla base, hai un'ora di tempo per preparare dei carboni attivi di qualità. Il tempo inizia da ora. Guardò l'orologio posto sul suo polso e quando questo iniziò un nuovo giro mi diede il via; subito mi spostai in cerca dell'elemento base: circa cento grammi di trucioli di salice che trovai in un barattolo posto nell'armadietto sotto al bancone. Ora mi serve l'acido fosforico, un bicchiere di vetro, una bacchetta e la fiamma. Presi nei vari stipetti del laboratorio tutto l'occorrente per poi portarlo davanti alla postazione in cui, nel frattempo, avevo acceso la fiamma. Devo versare il legno nel beaker di vetro e metterlo sulla fiamma. Dovevo stare attento, per la produzione di questo particolare antidoto dovevo mantenere una temperatura non superiore ai settecento gradi per evitare di accelerare troppo la combustione.
    Osservai quindi i piccoli pezzi di salice prendere lentamente un colorito sempre più scuro fino a diventare dello stesso colore del carbone. Adesso devo trattare questo con l'acido fosforico... questo aumenterà la superficie assorbente. Ricordavo a memoria i passaggi che avevo letto la sera prima sul libro e, nella mia testa, mi ripetevo anche il perchè dei passaggi. Queste sostanze aiuteranno, grazie alle proprietà deidratanti, ad aumentare la porosità... Ci volle quasi un quarto d'ora prima che il trattamento con l'acido potesse dirsi concluso. Ok, ora devo lavare velocemente e dopo averlo fatto asciugare andrà finemente tritato nel mortaio. Presi un pezzo di carta filtrante e dopo averne ottenuto un piccolo cono, lo posizionai all'interno di un imbuto di vetro; bagnai il tutto con acqua distillata per fare in modo che aderisse saldamente alle pareti e solo allora versai all'interno i piccoli trucioli di quello che era a tutti gli effetti carbone. Ottimo, ora devo lavarli con estrema cura... l'acido fosforico è tossico se non viene eliminato tutto. Osservai l'orologio e vidi che il tempo stringeva, presi quindi il contenitore dell'acqua distillata e con movimenti precisi iniziai a fare i lavaggi. Hai ancora cinque minuti! La voce del giovane specializzato smorzò il mio entusiasmo. Come faccio a finire in tempo? I lavaggi erano terminati ma ora il passaggio successivo avrebbe richiesto il passaggio dei miei carboni all'interno dell'essiccatrice. Non ho il tempo, devo inventarmi qualcosa. Presi un pezzo di carta assorbente e vi svuotai sopra il contenuto del filtro; subito la carta si bagnò d'acqua assorbendone la maggior parte. O la va o la spacca. Presi velocemente il carbone e lo misi nel mortaio dove con una certa fretta cercai di pestarlo per creare quella finissima polvere che descriveva il mio libro. Stop! Non avevo finito, ma non solo, per via dell'acqua ancora presente quella che doveva essere una finissima polvere si era trasformata in una poltiglia nera. Direi che non ci siamo...La voce del sensei, che nel frattempo si era avvicinato alle mie spalle, rimarcò solamente quello che già da me avevo capito. Già... ho perso troppo tempo nel passaggio con l'acido... Guardai attentamente il sensei che però, non sembrò d'accordo nella mia valutazione. No, non è quello l'errore... hai sbagliato il tipo di sostanza di partenza. In realtà tutti i tuoi passaggi sono stati corretti ma non hai tenuto conto di una cosa, il tempo. Mentre parlava prese da uno stipetto altri due bicchieri di vetro che subito riempì rispettivamente di trucioli e di fine segatura. Avevi a disposizione una sola ora, avresti dovuto valutare quale sostanza di partenza avrebbe favorito un lavoro in tempi stretti. Senza smettere di parlare mise i due bicchieri su altrettante fiamme e a quel punto mi invitò ad osservare: dopo pochi minuti, mentre nel bicchiere dei trucioli si poteva vedere solo un leggero annerimento, nel barattolo della segatura il contenuto era già praticamente passato allo stadio finale. In situazioni d'emergenza saper scegliere con cura la tecnica più adatta è fondamentale...in questo caso lavorare con la segatura fin da subito ti avrebbe consentito di ottenere il carbone di partenza in circa la metà del tempo e, cosa non meno importante, avrebbe richiesto meno tempo per asciugarsi e meno tempo per essere ridotta alla finezza necessaria. A quel punto però dentro di me si formulò una domanda che, ancor prima di esporre, trovò risposta nelle esperte parole del sensei. Ti starai dunque chiedendo perchè non usare sempre e solo la segatura giusto? La risposta non potrebbe essere più semplice: la qualità del prodotto finale. sempre con il suo muoversi esperto mi fece avvicinare ad un microscopio dove aveva preparato un vetrino che comparava diversi tipi di carboni. Come puoi osservare, sulla destra hai un carbone attivo ottenuto partendo dalla segatura, sulla sinistra hai un carbone attivo ottenuto a partire da trucioli di salice: la porosità è completamente diversa. Certo, in situazioni d'emergenza ci si può tranquillamente accontentare del risultato che si ottiene con il metodo rapido, ma se invece ti trovi a lavorare senza vincoli di tempo quello a cui devi puntare è la massima efficacia. Rimasi sbalordito, la competenza del giovane ninja era incredibile, tutto d'un tratto il fatto che alla sua età ricoprisse una posizione così prestigiosa non mi sorprese più e, anzi, mi spinse ad appassionarmi ancora di più della materia.
    Giorno dopo giorno dedicai ogni singolo momento libero nello studio del manuale e, quando era possibile, nella preparazione delle più varie forme d'antidoto; tutto questo avveniva sotto l'occhio vigile e attento del rosso: non perdeva mai occasione per inserire, nelle lezioni, qualche sua nota personale che io, puntualmente, riportavo in matita a margine del grosso volume di carta.
    Un mattina mi trovavo come oramai di consueto in laboratorio quando, interrompendo la routine che ormai avevo fatta mia, Kusu appoggiò con una certa fretta una gabbietta contente una serie di cavie sul tavolo vicino a me. Ecco il tuo nuovo compito! Il suo tono era come sempre gioviale e i suoi tratti esaltavano ancor di più questo suo tratto. Queste cavie sono state infettate con un veleno che è stato ritrovato nel sangue di alcuni ninja di ritorno da una missione. Il tuo compito è di aiutarmi ad identificare l'agente responsabile e, ovviamente, di trovare il modo di contrastarlo. Nonostante la situazione che ad ogni altro sarebbe sembrata grave lui con gran professionalità iniziò le operazioni necessarie: per prima cosa, dopo essersi preparato e avermi fatto preparare, prese un campione di sangue da ogni cavia tramite una piccola siringa. Tu occupati di vedere se le cavie manifestano sintomi particolari e soprattutto suddividile in modo da poter confrontare l'evolversi dell'avvelenamento. Mentre lui si allontanava per eseguire indagini strumentali sui campioni ematici io nel frattempo avevo recuperato sei gabbie, una per ogni cavia, e avevo iniziato a monitorare i parametri vitali.
    In soli dieci minuti tutti quanti hanno avuto chiari segni di disfagia e debolezza muscolare... Mentre osservavo i sintomi il mio cervello sfogliava figurativamente le pagine per cercare di recuperare tutti quei veleni che mostrassero segni comuni. Pupille dilatate... Mentre stavo annotando su un taccuino tutti i dati finalmente vidi rientrare lo specializzato. Allora come si sta evolvendo? Senza dire nulla porsi tra le sue mani il quadernino dove erano presenti tutti i miei appunti e lui, sempre senza fiatare, lo lesse tutto. Bene, in realtà sono sintomi molto generici per ora... però se gli esami ematici dovessero essere inconcludenti avremmo comunque una base da cui partire, ottimo. Si avvicinò ad ogni singola gabbia per osservare in prima persona lo stato dei piccoli roditori. Guarda il secondo e il sesto. Mi affrettai a guardare nelle gabbiette. Sembra stiano soffocando... In effetti i piccoli animaletti si stavano agitando in modo vistoso. Si, evidentemente si tratta di una sostanza con effetti miorilassanti... se non troviamo una cura in fretta dubito che qualcuna di queste cavie sopravviverà. Non aveva parlato dei pazienti ma, vista la sua espressione, capii subito che in realtà era molto più preoccupato di prima.
    Dobbiamo capire in fretta di cosa si tratta... io vado a recuperare gli esiti, tu continua ad osservare l'evolversi della situazione. Così com'era entrato uscì, il lungo camice bianco a fargli da scia e poi solo il rumore dei passi nel laboratorio.
    Nel giro dei successivi dieci minuti le cavie nelle gabbie due tre e sei morirono mentre, nelle altre, si iniziarono a presentare i primi sintomi di soffocamento. Ci sono! So di cosa si tratta. Con ancora l'esito degli esami stretto tra le mani vidi Kuso correre verso un frigo. E' un ceppo di tossina botulinica... dobbiamo immediatamente preparare l'antidoto. Sapevo bene cosa fare, nonostante si trattasse di un tipo di veleno piuttosto raro, specialmente se pensato come arma, la pericolosità aveva fatto si che il libro spiegasse a fondo come contrastare l'avanzata di questo tipo di avvelenamento.
    Dal frigo il sensei prese la base necessaria alla preparazione dell'antidoto, delle antitossine. Non c'è il tempo di isolare il ceppo corretto... direi di preparare un'antidoto con un anticorpo eptavalente. Nonostante io fossi l'allievo e lui il sensei oramai stavamo lavorando assieme, come una squadra. Mentre lui isolava l'anticorpo io preparavo la soluzione in cui successivamente lo avremmo diluito per testarlo, prima sulle cavie, e poi sui ninja intossicati.
    Ci vollero pochi minuti per terminare il tutto e, quando le fiale furono caricate e pronte iniziammo a testare l'antidoto sui tre topi ancora vivi: escluso il quinti, che purtroppo morì pochi istanti dopo, gli altri due ri rianimarono estremamente velocemente dando conferma della giusta diagnosi. Ok... ci siamo... io corro a portare questi! Mi disse mentre stringeva tra le mani le fiale contenente il prezioso liquido. Sei stato davvero in gamba... complimenti.

    Stato fisico: illeso
    Stato mentale: provato
    Chakra: 135
    Equipaggiamento:
    -Sigarette [tasca destra della giacca]
    -Accendino [tasca destra della giacca]
    -Fascia:
    >bastone del chakra suiton
    >antidoto [4/4]
    -Gilet:
    >pillole del soldato [3/3]
    >Fumogeni [5/5]
    -Borsa:
    >shuriken [40/40]
    >kunai a 3 punte [5/5]
    >Palle di luce [3/3]
    -Rotoli minori:
    >guanti chiodati




    Edited by Fenix1993 - 6/6/2019, 16:09
     
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    Nachuraru sutairu- Roll yourself a cigarette
    7QQVHRa
    Sviluppatore: Mishu Ameki
    Livello: E
    Tipo: Supplementaria
    Mishu, essendo sempre stato un grande appassionato di sigarette, ha imparato a girarsi da solo quelle che lui ritiene le migliori ''boccate d'aria'' della sua vita. Le sigarette così ottenute non produrranno, vista l'assenza di catrame e di altri aditivi comunemente usati dalle grosse fabbriche, effetti nocivi sul fisico.
    Il ninja impiegherà circa un minuto per completare la sua opera che sarà subito pronta all'utilizzo.
    Per poter imparare questa tecnica il ninja dovrà aver compiuto almeno ventun anni.
    Consumo: N/A

    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Parlato commerciante


    K2uHDcH
    Come era potuto sfuggirmi in tutti quegli anni era un mistero ma, quel piccolo negozietto, in uno dei vicoli più piccoli e meno trafficati di Kiri, stava per cambiare la mia vita in modo drastico; non appena la piccola porta di legno e vetro si spalancò facendo risuonare una campanellina, tipica degli empori di vecchia data, mi ritrovai immerso in un mondo nuovo e completamente differente a qualsiasi cosa potessi immaginare: davanti a me, e tutto intorno, vi erano interi scaffali su cui erano riposti vasi di vetro di dimensioni e forme tra le più disparate. Ma questo è...è... Le parole quasi mi si strinsero in gola. Ehi tu! Un uomo dalla capigliatura argentea e grigia e dal viso segnato da profonde rughe, emerse da dietro al piccolo bancone su cui erano disposti, in modo ordinato, altri vasetti. Portava occhiali a mezzaluna e, poggiati sul naso, riflettevano la luce della piccola finestrella apposta sulla porta di legno dell'ingresso.
    S-salve... Dissi facendo qualche passo incerto ed avvicinandomi a quella bizzarra persona. Più mi avvicinavo e più sentivo un pungente odore di tabacco farsi strada nel mio naso, come nel tentativo di inebriarmi. Ragazzino... non mi è permesso vendere questa merce a mocciosi come te... torna tra qualche anno... Sapevo di non dimostrare la mia età ma, nonostante ciò, rimasi sorpreso dalle sue parole e dalla velocità con cui sembrò disinteressarsi a me per tornare a trafficare con la merce che stava riponendo con cura sugli scaffali più bassi posti nella parte posteriore del bancone. In realtà io ho quasi ventisei anni... Quasi mi sentivo in torto a contraddire la sua valutazione ma la voglia di scoprire di più su quel negozietto era decisamente maggiore. Tu? ventisei anni? I suoi occhi, da dietro le spesse lenti trasparenti, mi studiarono con attenzione. Ma chi è questo tizio? Ogni suo sguardo sembra giudicarmi in modo così severo, perchè mi mette addosso tutta questa agitazione? Dopo qualche secondo di assoluto silenzio e immobilità finalmente il vecchio sembrò accettare come vere le mie parole. Ok... allora benvenuto... come mai da queste parti? Il suo tono era cambiato, spostando un ciuffo dei lunghi capelli grigi dietro all'orecchio e alla stanghetta dell'occhiale aveva fatto un mezzo sorriso. Beh in realtà io sono stato attirato dal nome... non avevo mai visto una tabaccheria di questo tipo... Il vecchio rise sollevando un barattolo di vetro dalle modeste dimensioni. Perchè non ne esistono quasi più... oramai vanno di moda solo quelle stupide sigarette industriali. Il suo occhio sembrò incenerirmi mentre, facendomi capire che la sua frase non era detta a caso, finì col fissare l'angolo del pacchetto di sigarette che sporgeva a malapena dalla mia vecchia e logora felpa nera. Ma come ha fatto ad accorgersi? Dopo lunghi secondi di assoluto silenzio, lui, resosi evidentemente conto del mio disagio e del mio imbarazzo riprese a parlare. Oggigiorno nessuno fuma più per passione... Il suo tono era deluso, perfino triste. Tutti fumano per noia o per convenzione, specialmente voi pivelli... Risi per questa espressione tanto antiquata. Pensi che mi stia sbagliando vero? Appoggiò il piccolo contenitore di vetro sul tavolo e con cura levò il piccolo coperchio di vetro che lo richiudeva. Vieni qui e annusa... Con pochi passi svelti mi avvicinai al bancone e, appoggiando le mani sul legno segnato e impolverato, mi piegai avvicinando il naso al bordo del recipiente.
    Il profumo intenso e pungente che impregnava il piccolo locale lasciò spazio ad un aroma molto più intenso, quasi dolciastro che mi riportò alla mente immagini e profumi della mia infanzia. Ma cos'è? Chiesi quasi incantato da quell'esperienza. Questo è un tabacco Cavendish... Rise della mia ingenuità. Quelle... Disse appoggiandosi con entrambi i gomiti sul bancone e indicando con il dito le sigarette nella mia tasca. ...ti hanno mai fatto provare una cosa del genere? I miei occhi si spostarono da lui, alla tasca, al barattolo e poi di nuovo ai suoi occhi. No... Dissi scuotendo inconsciamente la testa. Esatto! Di questo parlavo prima... nessuno di voi piscialletto conosce il piacere di prepararsi una sigaretta scegliendo il tabacco in base alle necessità... nessuno si perde nei ricordi aspirando l'aroma del fumo... Il vecchio ci sapeva fare: oramai ero completamente pendente dalle sue labbra. Insegnami! Le parole uscirono dalla mia bocca come se fossero la richiesta più chiara e ovvia che mai avessi fatto a qualcuno ma, nel vecchio, generarono non poca ilarità. Insegnarti? Il piacere non è qualcosa che posso insegnarti... io posso insegnarti come prepararti una sigaretta, poi starà a te imparare come viverla... Ok! Non avevo idea di quanto sarebbe stata dura imparare ma, quell'arte, mi aveva fatto innamorare in un istante e ora volevo riprovare ancora quella sensazione. Tieni... queste te le regalo io. Iniziò a disporre, in un piccolo cumulo, un paio di scatole di cartine e una piccola scatolina metallica su cui erano incise le iniziali del negozio; solo quando fu soddisfatto le avvicinò con la mano verso di me. No voglio pagarle... Il suo sguardo si alzò appena verso di me ma fece intendere chiaramente che non avrebbe accettato un soldo. Questa attività non la tengo certo in piedi con la speranza di diventare ricco... guardami, sono solo un vecchio che tiene al suo lavoro e che ha voglia di trasmettere a quante più persone possibili la passione che mi ha accompagnato in tutti questi anni di vita... è questa la mia missione. Non insistetti oltre e accettai di buon grado il regalo che mi aveva fatto. Ora però ti manca la parte più importante... la scelta del tabacco. Si girò intorno sforzando gli occhi per leggere tra le etichette dei vari scaffali. Proviamo questo... Lo seguii vicino ad un espositore pieno di grossi barattoli di vetro. Chiudi gli occhi e annusa qui... Dopo aver aperto il grosso recipiente lo prese con entrambe le mani e me lo fece passare due o tre volte sotto il naso. Dolce... ma delicato... sembra quasi di tornare a spiare mia madre che prepara i dolci. Ancora una volta mi persi a rivivere i ricordi che dentro alla mia testa venivano richiamati da quell'aroma. Questo è tabacco Kirginia; più precisamente Bright Kirginia... dovrebbe andare bene per cominciare; si tratta di un tabacco coltivato all'interno dei confini della città, è da li che prende il nome. Aveva fatto centro: anche mentre ne preparava un sacchetto da portare via raccontandomi altri dettagli su quella particolare miscela, la mia mente era ancora in viaggio.
    Bene... direi che ora non mi resta che insegnarti come si deve preparare una sigaretta. Mi fece accomodare su un piccolo sgabello di legno massiccio mentre, presone uno identico, si poggiò a circa un metro da me. Ok, quelle che ti ho dato sono delle cartine di riso, ottime per imparare; non si rompono facilmente ma sono abbastanza facili da manipolare. Ignoravo l'esistenza di altre tipologie di cartine ma la sua lezione continuava e non ebbi il tempo di fermarmi a fare ulteriori domande. Ora, prendine una e appoggiala sui polpastrelli di pollice, indice e medio... Mentre spiegava i gesti da compiere le sue mani si muovevano con sapienza posizionando la cartina in modo perfettamente equilibrato. Ecco, diciamo che circa ci sei. La mia cartina, al contrario della sua, era strapazzata e non perfettamente tesa. Si vede che sei ancora un pivello... ma non ti preoccupare, avrai modo di migliorare.. Il suo volto era sereno e rilassato, si vedeva che amava tutto questo e, forse, anche insegnarle ad una persona giovane come me gli creava non poca gioia. Il passaggio successivo è uno dei più complessi e richiede mano ferma! Ero un medico, non solo un ninja, e avere mano ferma era una prerogativa in molte occasioni ma, tenere ferma la carina di riso mentre con l'altra cercavo di prendere il tabacco da dentro il vaso di vetro richiese tutta la mia pazienza. Il risultato finale appariva come una brutta copia del lavoro che stava portando avanti il vecchio: se infatti lui era riuscito a posizionare il tutto senza far cadere nulla per terra ai miei piedi si poteva osservare un bel po' di ''materiale''. Si... ecco, forse sarebbe stato meglio farti provare prima sopra un tavolo... Disse da dietro gli occhiali mentre scuotendo triste la testa osservava il tabacco che avevo sprecato. Comunque ora arriva la parte davvero difficile di questo passaggio... vedi, generalmente le sigarette industriali hanno quel coso di cotone alla fine, il filtro, che assorbe tutti gli aromi. Quando parlava delle sigarette industriali si sentiva l'astio che provava nei loro confronti. Per chi invece è avvezzo a quest'arte sa bene come valorizzare l'aroma del tabacco e ora ti insegnerò come preparare la tua sigaretta con questo metodo. Per prima cosa ricordati che la sigaretta non dovrà essere stretta a cono, non serve, la cosa migliore è concentrare un quantitativo maggiore di tabacco verso l'estremità che porterai poi alla bocca, così. Con la mano libera si premurò di suddividere il tabacco sulla cartina in modo da concentrarne di più su un lato. Una volta compressa questa parte quello che devi fare è arrotolare la cartina in questo modo. Le sue dita iniziarono a muoversi facendo scorrere il piccolo foglio di riso e, in pochi istanti, un perfetto cilindro bianco venne a formarsi. Arrivati a questo punto non ti resta che chiuderla... Mi indicò il lembo della carta di riso ancora alzato e, portandoselo vicino alla bocca, lecco per lungo tutto il margine prima di tornare ad arrotolare il sottile strato di carta. Come hai visto con un pizzico di saliva si va a sigillare la carta di riso ed a questo punto il lavoro è quasi finito. Al sentire quelle parole mi sorse una perplessità che esternai senza neanche pensarci. Come quasi finito... sembra pronta... In effetti il risultato era simile a quello delle sigarette che avevo in tasca ma, per qualche strano motivo, per il vecchio non era ancora sufficiente. Eh eh eh... Sorrise mentre, alzandosi, si avvicinava nuovamente al bancone di legno da cui era solito accogliere i clienti. Per fumare queste sigarette al meglio è necessario rimuovere ogni forma di ''vuoto'' tra le fibre del tabacco. Con dolcezza iniziò a picchiettare il fondo del cilindro sulla superficie dura del legno. Grazie alla parte dove abbiamo compresso il tabacco non avremo fuoriuscita e, con questi colpetti vado anche a compattare il tabacco nel resto della sigaretta. A quel punto il lavoro era davvero finito e, infatti, il proprietario del negozio si porto il piccolo oggetto alla bocca e con un accendino preso da sotto il banco l'accese. Ah... questo si che si può definire fumare!
    Riempì i polmoni con una seconda boccata della sua creazione e, vedendomi confuso, allungò la fiamma verso di me. Su forza, provala... ti garantisco che nonostante l'aspetto sarà mille volte meglio di ogni altra sigaretta tu abbia mai fumato. Posai la piccola sigaretta che avevo appena preparato tra le labbra e, avvicinando l'estremità alla fiamma feci un bel respiro facendone avvampare il contenuto. Sentivo gli occhi del commerciante fissarmi e così, per non farlo attendere lo imitai inspirando a mia volta. Buona eh? In effetti il risultato superava ogni mia più rosea aspettativa: la sensazione era qualcosa di indescrivibile ma soprattutto di imparagonabile alle classiche sigarette a cui ero abituato.
    Prego! Il tono divertito del vecchio mi fece capire quanto il mio viso doveva avermi tradito. Accidenti, non ho davvero parole per descrivere tutto questo... sembra assurdo che ci sia tutta questa differenza. La sua risata riempì la stanza. Ci credo bene, questo è l'aroma autentico del tabacco... senza tutte quelle porcherie che ci mettono dentro per avere la certezza che tu tornerai a comprarle anche la prossima volta. Mentre lo ascoltavo portai più volte la sigaretta alla bocca per riempire i polmoni con quel sapore delizioso. Sai che nelle sigarette indistriali ci mettono il salnitro? Quelli pensano solo ai soldi e così riescono a far consumare più velocemente il prodotto garantendosi guadagni ancora maggiori. Più parlava e più mi perdevo ad ascoltarlo. Queste... queste invece ti fanno tornare perchè il loro profumo sa riportarti in posti che con la sola memoria non puoi rivisitare. Da sotto il bancone prese un posacenere in ottone che appoggiò esattamente a metà. Grazie... Con il pollice diedi un leggero colpetto alla parte posteriore della sigaretta in modo da far cadere la cenere della parte consumata. E questo non è che l'inizio, quando imparerai a prepararle come si deve ti insegnerò a scegliere il tabacco migliore... però intanto ora devi esercitarti, torna da me quando sarai in grado di ottenere una sigaretta come quella che ho fatto io poco fa.
    Tornai a casa con tutto il materiale gentilmente offertomi dal commerciante e nei giorni successivi provai e riprovai tutte le mosse che mi aveva insegnato nel tentativo di creare finalmente la mia sigaretta: partivo sempre lisciando la carta di riso sulla scrivania della mia camera e poi, con cura, vi ci posavo sopra prima un piccolo quantitativo di tabacco. Soprattutto nei primi giorni cercai di dividere l'operazione e, al contrario di qaunto non avesse fatto l'uomo dalla chioma d'argento, non mi facevo remore ad appoggiarmi sulle superfici più disparate. Certo che è difficile anche così... come diavolo fa a far tutto con una mano sola? In effetti pian piano i miei ''allenamenti'' stavano portando i loro frutti ma sicuramente tra le sigarette preparate da me e le sue vi era ancora un'enorme differenza.
    I progressi, con i passaggi fatti sulla solida scrivania divennero giorno dopo giorno più evidenti ma, proprio quando stavo per decidermi a provare ad imitare quello che era diventato a tutti gli effetti un mio sensei, fui affidato ad una missione che mi avrebbe tenuto lontano da casa almeno una settimana. Maledizione, proprio ora che i miei sforzi stavano dando i loro frutti... Avevo velocemente provato a girare una sigaretta da accendere non appena varcata la soglia di casa ma, data la fretta, dovetti accontentarmi di una di quelle che ancora avevo dentro il pacchetto.
    Uscii in strada e, mentre leggevo la missiva, decisi che prima di partire mi sarebbe piaciuto passare al negozio, quantomeno per fargli vedere i progressi fatti in questi giorni di duro allenamento. Ma si... in fondo si tratta di una piccola deviazione, non penso che nessuno se la prenderà.
    Imboccai un paio di vicoli e mi ritrovai davanti alla vecchia bottega.
    Salve, c'è nessuno? Osservai il bancone ma il venditore sembrava non essere al suo posto. Un secondo e arrivo... La sua voce proveniva da dietro la porta posta dietro la sua postazione e così, impossibilitato a sbirciare, mi sedetti in attesa del suo arrivo.
    Ah... ancora tu! Il suo tono sembrava piacevolmente sorpreso di rivedermi. Eh già! Mi sono allenato e, visto che ora devo partire per qualche giorno, volevo farle vedere il risultato dei miei sforzi e, se possibile, rubarle qualche piccolo segreto o consiglio. Senza che aggiungessi altro l'uomo dai capelli argentei mi fece segno di avvicinarmi al bancone mentre, preso uno sgabello, si sedette con le braccia incrociate per osservare.
    Prego allora... vediamo se ti meriti qualche consiglio. Tirai fuori i materiali dallo zaino che mi ero preparato per la missione e, sistemadoli in modo ordinato sul ripiano di legno, iniziai i soliti passaggi; lisciai la cartina, vi posai sopra un piccolo quantitativo di cartone e poi cercai, delicatamente, di avvolgerla tra le dita utilizzando la saliva per chiuderne l'ultima estremità. Non era certo un capolavoro, ma il risultato era certo migliore di quello ottenuto il primo giorno in questo stesso luogo. Non male... però vedo che hai ancora bisogno di utilizzare una superficie... vedo che però ti stai impegnando quindi, piuttosto che un consiglio, voglio farti un regalo. Con rapidi passi sparì nuovamente nel retro del negozio e quando uscì teneva in mano un piccolo barattolo di vetro ed una bustina. Questo è tabacco della qualità White Burley, è un preparato che andava molto tra i tuoi colleghi fino a qualche decennio fa. Ma... Istintivamente portai la mano sul braccio destro dove ero solito tenere il coprifronte ma, come effettivamente ricordavo, non era ancora annodato all'altezza del bicipite. Come ha capito cosa faccio? Scosse la testa sorridendo. Mio giovane amico, nello zaino hai un set intero di armi ninja... pensavi davvero sarebbe stato così difficile da intuire? E poi solo poche professioni tengono lontano un ragazzo della tua età per così tanti giorni dalle nostre parti; pescatori, marinai o ninja... tutti questi erano comunque soliti utilizzare questo preparato. E adesso, prima di consegnartelo, cerca di capire perchè. Mi feci dondolare sul piccolo sgabello di legno mentre rimuginavo sulle cose che potevano accomunare quelle tre professioni. Come ha detto lui tutte e tre le categorie stanno via tanti giorni... certo, tutti hanno a che fare con le intemperie... Mentre rimuginavo pensai ad un dettaglio che avevo notato qualche sera prima durante una delle molte giornate piovose che caratterizzava le nostre latitudini. Forse ho capito... Il pugno schioccò leggermente sul palmo della mia mano. Qualche sera fa, durante una forte pioggia mi ero messo sul davanzale a svolgere delle prove e mi sono accorto che il tabacco, poco a poco aveva iniziato ad inumidirsi. Li per li ho pensato fosse normale ma ecco... non è che questo preparato invece è più indicato per le situazioni con alta umidità? La mia risposta non doveva essere poi così azzardata visto che un mezzo sorriso piegò le sue labbra. Bravo, ottima intuizione; molti tabacchi sono molto delicati e si rovinano molto facilmente se non vengono conservati in vasi appropriati e alle giuste condizioni; questa varietà invece tende molto meno ad assorbire l'umidità dell'aria ed era molto apprezzato da tutti quelli che per un motivo o per l'altro erano costretti a vivere situazioni più difficili. Come promesso, per aver indovinato, ricevetti in regalo un piccolo quantitativo di tabacco che subito riposi con cura in uno degli scompartimenti del mio zaino.
    Ringraziai di cuore e, felice della chiaccierata, salutai per poi uscire in strada e mettermi a correre nel tentativo di recuperare il tempo perso per quel mio piccolo vizio; ad ampie falcate mi mossi in direzione del molo dove, come ormai era diventata consuetudine, ad attendermi c'era il solito capitano pazzo che avevo imparato a conoscere ed apprezzare.
    Nei successivi due giorni di viaggio, in direzione di Tsubaki, impiegai ogni secondo possibile ad affinare la tecnica e finalmente, verso l'ora del tramonto della seconda giornata dell'attraversata, con mia grande soddisfazione ero finalmente riuscito ad ottenere un risultato che si avvicianva abbastanza a quello ottenuto dall'anziano proprietario del negozio.
    Evvai!
    Contento del sisultato salii la piccola scalinata di gradini che separava la stiva in cui mi ero sistemato dal ponte e, sotto ai raggi caldi del sole estivo decisi di fumare la mia prima splendida creazione.
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    Sviluppatore: Mishu Ameki
    Livello: E
    Tipo: Supplementaria
    Mishu, essendo sempre stato un grande appassionato di sigarette, ha imparato a girarsi da solo quelle che lui ritiene le migliori ''boccate d'aria'' della sua vita. Le sigarette così ottenute non produrranno, vista l'assenza di catrame e di altri aditivi comunemente usati dalle grosse fabbriche, effetti nocivi sul fisico.
    Il ninja impiegherà circa un minuto per completare la sua opera che sarà subito pronta all'utilizzo.
    Per poter imparare questa tecnica il ninja dovrà aver compiuto almeno ventun anni.
    Consumo: N/A

    Mi sedetti sulla balaustra di legno che fungeva da parapetto e, dopo aver acceso la mia piccolina, feci dei profondi respiri assaporando il caratteristico aroma che quel nuovo tabacco aveva da trasmettere: era decisamente più intenso del Bright Kirginia che mi aveva fatto assaporare in precedenza e che, dovetti ammettere, continuavo a preferire. Non male però... non buono come l'altro, ma decisamente meglio di queste. Convinto di aver ormai appreso la tecnica decisi di fare una scelta drastica e così, prese le ultime tre sigarette del pacchetto, le sbriciolai lasciando disperdere la carta ed il tabacco nel vento. Ormai non mi serviranno più... provvederò da solo a farmle.
    La mia determinazione era autentica ma li per li, forse mi sarei dovuto fermare a pensare di più a quello che stavo facendo: era vero, avevo imparato ad eseguire un ottimo lavoro finchè avevo a disposizione una superficie piana e una buona dose di tempo; quello che non avevo messo in conto era il viaggio a piedi che mi attendeva da Tsubaki a Kusa.
    Merda... merda...mi sta cadendo tutto... I miei tentativi di prepararmi una sigaretta mentre ero impegnato a saltare da un ramo all'altro si rivelarono fallimentari. Ogni volta stropicciavo la cartina fino a renderla inutilizzabile e, nei casi peggiori, facevo cadere tutto perdendo anche del prezioso tabacco. Non posso sprecarlo così... se mi vedesse adesso mi prenderei un sacco di parole. Non conoscevo l'anziano proprietario da molto ma avevo trascorso abbastanza tempo con lui da capire cosa avrebbe pensato vedendomi li, incapace di portare a termine un compito tanto semplice e per di più sperperando così il prezioso regalo che lui mi aveva fatto.
    Decisi di attendere il mio arrivo a Kusa prima di riprovare ma questo significava stare due giorni interi senza fumare nulla; da quando avevo cominciato non ero mai stato così tanto tempo senza mettere una sigaretta tra le labbra. Dio mio... sento già il bisogno di fumare... come faccio?
    I giorni trascorrevano e io persi il conto di quante volte le mie mani si mossero istintivamente fino alla tasca interna del mio giubotto di pelle in cerca del pacchetti di sigarette che puntualmente tiravo fuori, aprivo, e ispezionavo per vedere se magicamente una sigaretta non fosse riapparsa dal nulla. Maledissi me e la fiducia in me stesso che, solo qualche giorno prima, mi aveva portato a compiere quello scellerato gesto.Appena arrivo ne fumo trenta... altro che danni ai polmoni.
    Il resto del viaggio lo passai con i nervi a fior di pelle; solo la sera, quando mi accampavo per riposare e dormire, riuscivo a trovare un po' di tranquillità: appoggiandomi sullo zaino e svolgendo il lavoro in modo lento e meticoloso infatti anche in quella situazione riuscivo ad otenere un risultato discreto. Ah... finalmente... Le labbra avevano bramato quella sigaretta per tutto il giorno e, anche se ogni cellula del mio corpo richiedeva di finirla in pochi profondi respiri, il cervello sapeva che non avevo più così tanto tabacco e che quindi dovevo assaporarne ogni respiro.
    Con ancora la sigaretta tra le labbra mi ero preparato a dovere e, raccolte le mie cose, mi ero accampato in prossimità di un grande tronco con radici robuste e nodose che mi avrebbero protetto e nascosto durante la notte. Così dovrebbe andare... Osservai soddisfatto il mio giaciglio e feci per sdraiarmi quando mi accorsi che sopra di me lo spettacolo offerto dalle stelle non era niente male. Quale miglior panorama per assaporare la mia amichetta?
    Con dei rapidi salti scalai la ruvida corteccia fino ad arrivare sulla sommità della grossa pianta che, tra le sue fronde mi avrebbe permesso di sdraiarmi e di godermi così il magnifico cielo stellato sopra la mia testa. Forse era l'effetto del tabacco o forse era la pace che quel panorama era stato in grado di offrirmi ma finalmente, dopo una giornata stressante, mi sentivo finalmente in pace. Cazzo... da casa esisterà un posto per vedere un cielo del genere? I minuti passavano, la sigaretta finì ma io non risucivo a riprendere la strada che mi avrebbe riportato a terra.
    Quando la mattina dopo mi svegliai la mattina mi sentivo particolarmente bene. Forza... se mi do una mossa posso arrivare a Kusa in mattinata e, prelevato il mercante, potremmo finalemnte far ritorno a Kiri. Decisi di approfittare di quella pace interiore e, sapendo anche nella peggiore delle ipotesi avrei potuto rifornirmi a Kusa, durante il tragitto decisi di provare a preparare una sigaretta.
    Piano... deve essere un movimento fluido, senza scatti. Nonostante i salti tra un ramo e l'altro risucii con pazienza a riempire la cartina di riso con un batuffolo di tabacco. Bene, e ora devo risucire a chiuderla senza perdere tutto per terra. Sorreggendo la cartina con sei dita iniziia a muoverla nel tentativo di compattare il tabacco nella parte centrale. Bene così... dai che ci siamo quasi. In effetti, la pazienza stava ripagando; tra le mani stava prendendo vita un prodotto notevole. Cavolo... manca solo la chiusura. Sicuro di aver ormai fatto centro con la punta della lungua bagnai il margine superiore della cartina di riso e con delle ultime manovre chiusi finalmente la mia bambina.

    Stato fisico: illeso
    Stato mentale: provato
    Chakra: 135
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    -Accendino [tasca destra della giacca]
    -Fascia:
    >bastone del chakra suiton
    >antidoto [4/4]
    -Gilet:
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    Edited by Burbear - 7/2/2024, 23:47
     
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    I: alla ricerca di un maestro

    Ero indeciso, da giorni mi premeva fare una domanda al sensei ma non sapevo come avrebbe reagito. Cosa faccio? forse dovrei chiedergli questo favore... La mia mano si muoveva a ritmo con le mie dita che, nel frattempo, battevano ad una ad una sul banco. Sensei... Alla fine uscì, interrompendo il flusso di parole che già da qualche minuto io avevo smesso di seguire. Cosa? Chiese sorpreso il sensei mentre si avvicinava verso di me con una mano a conchiglia attorno all'orecchio.
    Ecco vede... so che magari non è il momento... ma mi stavo chiedendo se per caso avrebbe voglia, oltre ad istruirmi nelle arti mediche, di aiutarmi anche a potenziare la mia abilità di manipolazione del suiton. Il vecchio maestro, con il suo solito modo, mi redarguì per la mia distrazione. Ti sembra questo il momento di parlarne? Io ti stavo spiegando l'apparato... Ci rinunciò, oramai, dopo questi mesi, aveva imparato a capire quando la mia mente si perdeva in pensieri diversi. No, non posso aiutarti purtroppo... Al sentire quelle parole capii che forse, in effetti, avevo preteso troppo. Ma... forse conosco qualcuno che può aiutarti. Bada bene, si tratta di un ninja estremamente influente e che, soprattutto, odia avere a che fare con le seccature tipo queste... Non mi importavano questi accorgimenti, ora volevo solo sapere il suo nome. Ma forse, per un buon compenso e con la promessa che non gli romperai troppo le scatole, potrebbe accettare... Mi disse di recarmi presso il campo d'addestramento il giorno seguente: lui avrebbe provato a contattare la sua fonte e gli avrebbe chiesto la cortesia.
    Non so bene se accetterà... quindi mi raccomando, se non lo vedi arrivare torna a casa senza fare storie... lo conosco solo perchè nelle sue molte missioni ha avuto spesso bisogno di cure... Le parole del sensei ancora mi risuonavano nella testa mentre, la mattina dopo, mi stavo recando a passo lesto verso il campo tredici. Speriamo che si presenti...non sono capace di manipolare altri elementi... devo aumentare la mia abilità con il suiton. Mentre ero fermo, in piedi, presi il necessario dalle tasche e iniziai a girarmi una sigaretta che, pochi stanti dopo, accesi portandomela alle labbra. Ahhhh...ci voleva proprio... almeno sarò più rilassato.
    Nachuraru sutairu- Roll yourself a cigarette
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    Sviluppatore: Mishu Ameki
    Livello: E
    Tipo: Supplementaria
    Mishu, essendo sempre stato un grande appassionato di sigarette, ha imparato a girarsi da solo quelle che lui ritiene le migliori ''boccate d'aria'' della sua vita. Le sigarette così ottenute non produrranno, vista l'assenza di catrame e di altri aditivi comunemente usati dalle grosse fabbriche, effetti nocivi sul fisico.
    Il ninja impiegherà circa un minuto per completare la sua opera che sarà subito pronta all'utilizzo.
    Per poter imparare questa tecnica il ninja dovrà aver compiuto almeno ventun anni.
    Consumo: N/A

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    «Masuta-san, che cosa mi significa questo?» Kisuke aveva in mano un biglietto tutto spiegazzato, mentre lo sventolava verso l'uomo che stava raggiungendo.
    «Come hai fatto a trovarmi?» chiese l'anziano Ninja Medico.
    «Ho il dono della chiaroveggenza» tagliò corto Kisuke, il quale di certo non doveva dare spiegazioni. «E comunque ho fatto prima io una domanda.»
    «Beh, innanzitutto grazie per aver ascoltato la mia richiesta. Comunque... conosco una persona che avrebbe bisogno di una mano e...»
    «Ti sembro forse un istituto di carità?» lo interruppe immediatamente Kisuke, stizzito.
    «No, aspetta: non gli ho mai detto che l'avresti fatto senza guadagnarci qualcosa. Vedilo come un ricambio anche solo per tutte le volte che ci hai creato casini.»
    «Siete pagati dal Villaggio, per questo.»
    «Per sorbirci lavate di capo, ore e ore di rogne burocratiche, complicazioni e tutto solo perché tu non volevi farti curare o ricucire?»
    «Tsk!» Kisuke sollevò gli occhi al cielo. «E, sentiamo, cosa dovrei fare?»
    «Quello che ti riesce fare meglio. Parla con lui, ascolta di cosa sente il difetto nell'Arte dell'Acqua ed aiutalo a colmare quella lacuna.»
    «I Ninja Medici non dovrebbero combattere, ma stare nelle ultime linee.»
    «Sarà un Ninja Medico fuori dalla norma, che vuoi che ti dica?» gli disse il vecchio facendogli un sorriso sornione.
    A quella risposta, Kisuke sollevò gli occhi al cielo e fu così che si ritrovò qualche giorno dopo a dirigersi verso uno dei tanti campi di addestramento di Kirigakure no Sato. Gli era stato dato un orario indicativo, che Kisuke - se possibile - cercò di rispettare al meglio.
    Quando varcò i pesanti cancelli metallici, Kisuke vide che ad attenderlo vi era già il ragazzo di cui gli aveva parlato il vecchio Masuta. Era lui, almeno in apparenza: capelli di quello strano rosso porpora e sigaretta in bocca. "Già che fumi, non mi piace."
    «Ciao! Mishu Ameki, dico bene?» gli chiese Kisuke, ancora in lontananza. «Sono qui sotto richiesta del vecchio Masuta.»

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    Shuriken (20)Fili Metallici (30m)
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    S. Tre Punte (30)Shuriken Maggiore
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    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Trenta metri di Filo Metalico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Due Gokan Sakusou sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Due Palle di Luce sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Simulacro dello Squalo applicato sulla Taglia Teste;
     
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    II: alla ricerca di un maestro

    La sigaretta era ormai praticamente finita quando un ninja, circa mio coetaneo, si avvicinò al campo d'addestramento. Ciao! Mishu Ameki, dico bene? Spensi velocemente la sigaretta e osservai attentamente quel soggetto: se infatti dimostrava più o meno la mia età con i suoi lineamenti adulti ma ancora privi di segni dell'invecchiamento, quello che lasciavano trasparire alcuni dettagli era molto diverso. Il suo occhio, coperto da una benda, gli conferiva un aspetto quasi intimidatorio e mi facevano capire quanto potesse essere bravo per riuscire a combattere come ninja con un solo occhio; ma anche i suoi capelli, tagliati in modo molto regolare, facevano trasparire la sua appartenenza alla vita militare. Sono qui sotto richiesta del vecchio Masuta. Ero contento che alla fine il vecchio avesse mantenuto la sua parola, in fin dei conti questo tizio sembrava affidabile.
    Mi mossi nella sua direzione e, arrivato a circa un metro da lui mi piegai in un inchino in segno di rispetto. Si...piacere! Il sensei non mi aveva detto molto su chi mi sarei trovato davanti ed infatti, nonostante quei pochi dettagli carpiti da un primo sguardo, osservarlo era come cercare di ottenere informazioni da un sasso. Non so se il vecchio Masuta le abbia spiegato perchè ho richiesto questo addestramento...ma in ogni caso è perchè vorrei essere in grado di migliorare le mie capacità offensive e difensive mediante l'utilizzo del suiton. Per tutto il tempo cercai di mantenere un linguaggio dignitoso ma, soprattutto, di sporzarmi di essere più eloquente di quanto non fossi normalmente. Speriamo che accetti...ho un solo elemento a disposizione e devo imparare ad utilizzarlo al meglio... Mi misi fermo, con le braccia in basso,distese e incrociate dietro la schiena: così mi era stato insegnato, dal vecchio, si attendevano gli ordini da parte di un sensei all'interno delle scuole marziali e, sebbene quello non fosse esattamente il caso, mi sembrò il gesto più appropriato.


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    "In quante persone ormai mi hanno già rivolto queste stesse parole?" si ritrovò a pensare Kisuke, non appena ascoltate le parole del Ninja Medico di Kiri. Oramai non erano più semplici casi isolati, quelli che in un modo o nell'altro avevano richiesto il suo aiuto e la cosa sotto un certo punto di vista - per quanto potesse fargli comodo - iniziava a non piacergli affatto.
    «Da quanto sei un Ninja Medico? Non mi pare di averti mai incrociato da qualche parte qui a Kirigakure no Sato... e sì che di occasioni dovrei averne avute per incrociare un Ninja Medico anche solo di sfuggita. E uno con dei capelli come i tuoi mi rimarrebbe impresso.» Kisuke scrollò il capo, che gli rispondesse in merito oppure no era indifferente, avrebbe trovato quelle risposte da solo. «Comunque il vecchio Masuta non mi ha spiegato esattamente i motivi che ti hanno portato a chiedere aiuto, il mio aiuto. Mi ha detto che sei un Ninja Medico, uno fuori dalla norma ha precisato in risposta alle mie contestazioni, ma nulla di più. Allo stesso tempo, invece, non so se a te ha comunicato con chi stai avendo a che fare» preannunciò il Sennin. «Il mio tempo ed i miei segreti hanno un prezzo e delle condizioni insindacabili. Più precisamente parliamo di duemilaottocento Ryo subito ed in contanti più la promessa che non parlerei né insegnerai a nessuno i miei segreti. Anche perché, se tradirai la mia fiducia, io ti posso garantire che lo scoprirò subito e non ci sarà angolo nel nostro mondo in cui tu possa andare a nasconderti» minacciò Kisuke, il tono che si fece duro sul finire della frase, quindi accompagnò la conclusione di quelle parole da un rilascio di Chakra anomalo.

    Iden no Chimamire Kiri - Eredità della Nebbia Insanguinata
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    Sviluppatore: Kisuke Momochi
    Livello: E
    Tipo: Ninjutsu
    Questa Tecnica altro non è che il frutto degli anni passati nell'ombra, come elemento della Squadra Speciale, e dei numerosi omicidi oltre ad una predisposizione naturale alla freddezza per l'utilizzatore che lo ha reso in grado di emanare e manifestare tutto il proprio Chakra nella sua vera forma, rendendolo visibile persino alle altre persone. Il Chakra così manifestato assumerà dietro le spalle dell'utilizzatore una forma demoniaca che potrà causare svariati effetti, tra cui paralisi, brividi, sudori freddi, giramenti di testa per arrivare fino allo shock per svenimento. La Tecnica ha lo scopo di intimidire e funziona meglio con gli inferiori di grado. Ovviamente, gli effetti peggioreranno più un avversario è debole e incapace di gestire psicologicamente e fisicamente la presenza del Chakra, tant'è che i Civili quasi sempre sverranno per lo shock o al più potrebbero addirittura avere arresti cardiaci. La manifestazione dura fino alla fine del Turno, a meno che l'utilizzatore stesso non la interrompa, ed ha effetto su chiunque possa vederla nel raggio di dieci metri, alleati inclusi.
    Non conferisce alcun vantaggio in combattimento.
    Consumo: 1


    Un'aura demoniaca si palesò a ridosso del kiriano, trasudando svariate vibrazioni negative che avrebbero dovuto colpire l'animo del Ninja Medico. Il Sennin voleva che per Mishu fosse più che chiaro il messaggio, poiché ormai aveva imparato che delle parole non sempre potevano bastare con certi soggetti. Lasciò, dunque, che la presenza della sua aura demoniaca pesasse ancora per qualche secondo sul suon interlocutore, quindi si dissipò e scomparve del tutto per volontà dello stesso Kisuke. "Adesso sai bene con chi hai a che fare."
    «Allora: affare fatto?» gli chiese Kisuke, adesso in tono mesto, tendendo la mano destra in avanti. «Se stringerai questa mano, non potrai più tornare indietro. Ci vediamo sempre qui, sempre a quest'ora, tra due giorni. Un patto è sacro, ricordatelo. Soprattutto se lo fai con uno come me.»

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    III: alla ricerca di un maestro

    Il ninja sembrò spazientito e malriposto verso questa mia richiesta ma, nonostante tutto, rimase e mi incalzò con una serie di domande. Ahi ahi sensei... chi mi hai mandato per aiutarmi? Nonostante il mio bisogno trovarmi a che fare con qualcuno così scontroso era contro alla mia natura e la cosa iniziò a pesarmi.
    Sono un ninja medico da poco... Dissi per iniziare a rispondere nell'ordine che mi aveva fatto. E no, in effetti non ho ricevuto alcun tipo di informazione su chi è lei... Mentre pronunciavo queste parole sentii una pressione, quasi un malessere colpirmi mentre, dietro al mio interlocutore, iniziò a formarsi una strana figura di chakra. Che presenza pesante... ma chi è quest'uomo? Mentre finiva di parlare spiegandomi i termini dell'accordo che mi avrebbero consentito di accedere alle sue tecniche ed esperienze vidi finalmente formarsi alle sue spalle quella che era senza ombra di dubbio la figura di un demone; il mio petto, così come la mia testa, iniziarono a pesare e quasi dovetti inginocchiarmi al suo cospetto tanta era la paura che mi causava quella bizzarra emanazione di chakra.
    Questo chakra... è...è... La parola la conoscevo, ma mi suonava così strano associarla ad un ninja del mio villaggio che il mio cervello si dimostrò riluttante. la sua presenza è una minaccia... chi è questo ninja? le sue parole suonarono come una sentenza alle mie orecchie. ...se tradirai la mia fiducia, io ti posso garantire che lo scoprirò subito e non ci sarà angolo nel nostro mondo in cui tu possa andare a nasconderti. Non si trattava di vane minacce, il pericolo era reale e, accettare il suo aiuto, era come firmare un contratto vincolante dove la posta in palio era la vita.
    Sentii chiaramente la parte più istintiva del mio corpo ordinarmi di scappare ma purtroppo non mi era possibile. ...anche se dovrò sottostare a questo pericolo il suo aiuto mi è necessario. Strinsi forte il pugno destro e lo portai lentamente al petto. Se voglio diventare abbastanza forte da proseguire la carriera ninja e diventare un medico in grado di accedere a tutte le cure dovrò migliorare anche le mie abilità combattive. La mia testa per qualche secondo rimase fissa con gli occhi sbarrati e bassi a fissare il terreno ma, quando finalmente raccolsi le forze, alzai la testa e guardai dritto negli occhi quel ''mostro''. Accetto! Non aggiunsi altro, e strinsi la mano che nel frattempo mi aveva posto.
    Ormai il dado è tratto, non potrò più tirarmi indietro da questo patto.


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    «Accetto!»
    La stretta di mano tra i due fu solida così come lo sarebbe dovuto essere il patto che legava loro, nel bene e nel male, in maniera indissolubile.
    Kisuke annuì con decisione, quindi lasciò la presa.
    Il ragazzo dagli strambi capelli aveva non solo accettato le sue condizioni, bensì aveva pure superato il primo esame immediato a cui Kisuke lo aveva sottoposto. "È riuscito a reggere il confronto con il mio Chakra piuttosto discretamente. Non ha retto in piedi, ma la sua testa sembrava invece aver retto il peso al punto giusto da non crollare. Avrebbe potuto svenire o perdere il controllo per un po'... invece è riuscito a controllarsi" realizzò il Sennin, che in realtà si aspettava di vederlo perdere i sensi. A prima vista quel ragazzo non gli sembrava così forte. Avrebbe comunque dovuto fare le dovute indagini nei prossimi giorni su quel tizio, le sole parole di quel vecchio non erano sufficienti per uno come Kisuke che aveva un costante bisogno di monitorare quanto più possibile di ciò che lo circondava.
    «Comunque non mi sono presentato e... dici che il vecchio non ti ha detto nulla sul mio conto. Non so se il vecchio ti ha detto come mi chiamo: il mio nome è Kisuke. Kisuke Momochi» si presentò il Sennin. Quel nome poteva voler dire tutto e poteva voler dire niente. Tutto dipendeva se la sua nomea era giunta in qualche modo alle orecchie del ragazzo. Kisuke ci teneva a rimanere nel suo status di anonimato, uno sconosciuto per la maggior parte della società. A maggior ragione ora che la Nebbia lo riconosceva come un Ninja Leggendario.
    «Allora ci vediamo qui, tra due giorni. Ricordati tutti i soldi in contanti, non uno di più né uno di meno» gli ricordò Kisuke con fare meticoloso. Al che, non essendoci altro, gli fece un cenno di saluto con la mano e prese ad allontanarsi, dicendo: «Ci vediamo, Mishu!»
    Dopo aver percorso una decina di metri in direzione del cancello, a Kisuke venne in mente un'ultima cosa come un fulmine a ciel sereno. Tuttavia, non si fermò e prese a camminare senza voltarsi.
    «Ah, un'ultima cosa...» disse, attirando l'attenzione del ragazzo. «Vedi di fumare il meno possibile quella merda che ti porti appresso, finché sei in mia presenza. Rovina l'olfatto... e non solo.»

    6uE8BXR
    ChakraFisicoMentale
    454- Ottimo;- Ottimo;
    Tripla Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Kunai (10)Fili Metallici (30m)
    Shuriken (20)Fili Metallici (30m)
    Palla di Luce (2)Telescopio
    Makibishi (30)Pietra Focaia
    Cartabomba (5)Pillole del Soldato (3)
    Cartabomba (5)Kit Grimaldelli
    Gokan Sakusou (5)Specchio
    Cartabomba Fasulla (x4)Rotolo Cadaveri
    Equipaggiamento
    SlotOggettoDescrizione
    Tasca Sup.Spada RaijinRiposta
    Tasca Sup.Senbon(20)
    TaschinoRasoi(25)
    FasciaTaglia TesteSchiena
    Fodero MinoreTantoGamba destra
    Fodero MinoreOttavaSchiena
    AbbigliamentoCopriocchioIndossato
    AbbigliamentoCoprinaso BendeIndossato
    AbbigliamentoGuanti RinforzatiIndossati
    AbbigliamentoAnello ReiPollice destro
    AbbigliamentoAnello KūMignolo sinistro
    AbbigliamentoAnello SeiIndice destro
    AbbigliamentoParabracciaIndossati
    AbbigliamentoParabraccia AltiIndossati
    AbbigliamentoParastinchiIndossati
    AbbigliamentoBendeIndossate
    AbbigliamentoScarpe con LamaIndossate
    Divisa Alternativa
    Armi da LancioAccessori
    Fumogeni (5)Radiolina
    CerbottanaTorcia Elettrica
    Sigilli d'Evocazione
    Armi da LancioShuriken Pesanti
    S. Tre Punte (30)Shuriken Maggiore
    Shuriken (20)Shuriken Maggiore


    Note- Sedici metri di Filo Metallico sono legati agli Shuriken Maggiori: otto ciascuno;
    - Quattordici metri di Filo Metallico sono legati a due Shuriken: sette ciascuno;
    - Trenta metri di Filo Metalico sono legati ad un Kunai;
    - Tre Cartebomba sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Due Cartebomba Fasulle sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Due Gokan Sakusou sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Due Palle di Luce sono legate ad altrettanti Kunai;
    - Simulacro dello Squalo applicato sulla Taglia Teste;
     
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    7.1: primo incontro


    Guardo stufo fuori dalla finestra, le gocce d'acqua stanno formando rivoli sulla finestra di vetro trasparente che da sul rio di ciottoli e terra battuta che portano fino all'ingresso dell'ospedale. Questo tempo mi sta uccidendo... Penso contraendo il diaframma e facendo fuoriuscire un lungo sospiro dalle mie labbra; in effetti il tempo invernale, nel paese della pioggia, rispecchia parecchio il nome e di rado lascia intravedere un raggio di sole o, comunque, un'intera giornata asciutta. Mi dirigo a piccoli passi nel corridoio deserto che mi condurrà fino agli spogliatoi.
    E' una domenica pomeriggio, potrebbe vederlo chiunque, corridoi deserti, pochi ninja medici che visitano i pazienti e, ancor più strano, nessuno in attesa di essere visitato. In realtà quasi nessuno. Passando per la hall del pronto soccorso, l'ultimo tratto che mi divide dal mio meritato riposo, noto una ragazza in sala d'attesa. Con lei, steso sulle sue gambe e ripiegato con le ginocchia al petto, vedo un bambino di diversi anni più piccolo. Cavolo... Il mio sguardo la sorpassa ma poi torna indietro, come a ricercare l'origine della mia esclamazione. Non sono solito farmi trasportare dalle emozioni ma quella scena non può che riportarmi alla mente i pomeriggi passati nella stessa identica situazione con Kira.
    Tiro dritto cercando di evitare di farmi coinvolgere e arrivo finalmente a destinazione. Con gesti lenti, in contrapposizione con la mia genuina voglia di tornare a casa, mi fanno perdere altri minuti preziosi. Nella mia mente però torna l'immagine di quella ragazza: c'è qualcosa, oltre alla scena di per se, che me la fa pensare. Dai... non abbiamo tempo da perdere in questioni romantiche... richiedono tempo e voglia... e in questo momento non ho ne l'uno ne l'altra... Un secondo sospiro e poi finalmente mi chiudo la porta dello spogliatoio alle spalle.
    Ripercorro quell'ultimo corridoio senza accelerare. Allora qualcuno si degna di farsi vedere? Una voce cristallina mi risveglia dal mio torpore. Che sia lei? In effetti il timbro di voce lascia trasparire un certo nervosismo e, fino a quel momento, in sala non c'erano altri in attesa. Beh... sarà un problema dei miei colleghi... Continuo il mio tragitto con un pizzico di curiosità e finalmente, oltrepassata la penombra del corridoio, arrivo di nuovo nella stanza luminosa in cui, la ragazza dai capelli corvini, si sta spazientendo. Davanti a lei un mal capitato assistente che cerca di giustificarsi al meglio delle sue possibilità. Signorina... Una delle mani protesa a palmo aperto verso la ragazza e la seconda intenta ad accarezzarsi la nuca. ...cerchi di capire...è domenica pomeriggio... ci sono pochi medici e, quei pochi, sono intenti a visitare i pazienti più critici... appena si libereranno sarà la prima a cui presteranno le loro cure. La situazione, nonostante tutto, mi causa una leggera ilarità: vedere quell'uomo così intimorito dalla ragazza mi stupisce. osservo lo scambio di sguardi ed in effetti noto la forza che lei sta cercando di esprimere. Cerchi di capire COSA? Ringhia improvvisamente la giovane mentre le sue sopracciglia si aggrottavano in quella che, presumo, vorrebbe essere un'espressione infuriata. Non c'è nessuno in attesa eppure nessun medico ha avuto la decenza di farsi vedere! Sbuffo, ancora una volta, ultimamente sono molte, troppe, le occasioni in cui mi ritrovo a farlo. Stupido Mishu... Faccio qualche passo nella loro direzione e, con poche sillabe, evito ulteriore grane all'assistente. Signorina, io sono un medico... Prima di girarsi verso di me ci pensano i suoi occhi a puntarmi. Il suo sguardo si sposta un paio di volte tra me e l'assistente finché, probabilmente convinta, si volta verso di me lasciando libero il pover'uomo. Ah... allora finalmente qualcuno si è deciso a farsi vivo! Le sue parole vorrebbero farmi sentire in colpa ma non ci riescono. In realtà avrei appena finito il turno ma ho voluto evitare che quel pover'uomo perdesse la testa... Dissi indicando con il pollice l'uscita da cui era scappato il moro. Bah... comunque... non perdiamo altro tempo. Non potrei essere più d'accordo e quindi inizio a chiedere cosa l'avesse portata li.Lui è il mio fratellino... è da questa mattina che si lamenta di star male... Poggio delicatamente una mano sulla fronte mentre il mio orecchio continua ad ascoltare il racconto della ragazza. Pensavamo fosse solo una scusa per saltare l'accademia ma poi ha iniziato ad essere stanco e si addormentava di continuo... quando ha iniziato a scottare ho deciso di portarlo qui... circa un'ora fa! Puntualizza quest'ultima frase con particolare enfasi. In effetti è caldo...


    Edited by Burbear - 28/11/2023, 21:14
     
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    I: i caduti della luna

    Mishu... La voce spezzata dalla corsa appena terminata proveniva da un mio collega, Sora; non era il tipo, solitamente, da mettersi a correre per l'ospedale quindi quella scena attirò fin da subito la mia attenzione. Ehi... Chiesi piegandomi in avanti per raggiungere la sua faccia, ancora piegata verso il basso nel tentativo di recuperare aria. Che succede? Il ninja, con il petto che continuava ad espandersi e a contrarsi in modo frenetico, raccolse le forze e mi consegnò il messaggio per cui aveva tanto faticato. Si tratta del vecchio Muten, sembra che le sue condizioni siano precipitate drasticamente nelle ultime ore... A quel punto i miei occhi erano serrati e le mie orecchie ritte ad ascoltare tutto quello che usciva dalle labbra del giovane genin. Lo stanno trasportando qui ma la situazione sembra decisamente grave... Finalmente il ninja sembrò aver ritrovato un po' di serenità e dopo aver finito di parlare si lasciò cadere su una seduta metallica poco distante dal muro.
    Cazzo.... Passai una mano sulla spalla del medico per ringraziarlo di avermi avvisato e mi precipitai verso l'entrata dell'ospedale dove, probabilmente, di li a poco avrebbe fatto il suo ingrasso l'Hozuki.
    Il piazzale di cemento però, quando arrivai, era sgombro se si faceva eccezione per due ninja della squadra medica che sembravano intenti a chiacchierare tranquillamente. Ehi voi... Senza prestare attenzione a quanto strana sarebbe potuta apparire quella scena agli occhi di qualcuno di esterno alla vicenda, mi lanciai in una corsa verso di loro. Per caso è appena entrato un vecchio qui? Il suo nome è Muten Hozuki, sapete che ne è stato di lui? I due si guardarono con uno sguardo stupito e subito dopo, rivolgendosi verso di me si fecero più scuri in volto. Si è appena entrato... Con una voce evidentemente contaminata da una sensazione di disagio il più alto dei due, con ancora un plico di documenti in mano, si decise a parlare. Lo abbiamo trasportato qui noi, non sappiamo dirti cosa sia stato a rendere la situazione così grave ma purtroppo credo che ci sarà ben poco da fare per lui... Chiesi di indicarmi la stanza in cui era stato portato e subito dopo corsi in quella direzione nella speranza di arrivare prima che fosse troppo tardi. Forza vecchiaccio... non ti hanno ammazzato i demoni e te ne vai così? In realtà non potevo sapere se fosse davvero ''sopravvissuto'' ai demoni; da quando eravamo tornati da quella missione il vecchio era stato congedato dalle forze di Kiri ma aveva dovuto osservare una lunghissima degenza per via delle numerose ferite. Dalla sua dimissione non avevo più avuto sue notizie. Arrivai davanti alla stanza che, purtroppo, era assediata da un gran numero di ninja medici. Era evidente la drammaticità della situazione: troppe persone attorno a quel letto, se non fosse stato in pericolo di vita probabilmente non avrei trovato proprio nessuno al suo fianco. La certezza però, che il ninja avesse ceduto nella sua battaglia arrivò quando, quasi venti minuti dopo, di colpo tutti i ninja, avvolti nelle divise bianche, uscirono in contemporanea dalla stanza. Tra di loro riconobbi l'andatura incerta e zoppicante del mio vecchio sensei: Masuta in effetti non appena mi vide, appoggiato sul lato della porta si avvicinò e senza aprire bocca mi fece capire che il mio vecchio compagno di missione non era più con noi.
    Non capivo perchè quella perdita facesse così male, in fondo non avevo mai davvero legato con lui, neanche in occasione del disastro che ci aveva visto entrambi partecipi. Percorsi i corridoi fino all'entrata principale della struttura che conteneva l'ospedale e mi accesi una sigaretta pensando al da farsi. Forse sarebbe il caso di informare ''gli altri''... alla fine sono sicuro che anche loro vorrebbero saperlo. Il giorno stesso scrissi a mano una lettera per ogni caduto della luna indicando il luogo e l'orario della sepoltura del nostro compagno. Magari questa idea è stupida e non si presenterà nessuno...

    Stato fisico: Illeso
    Stato mentale: triste
    Chakra: 180
    Equipaggiamento:
    -Sigarette [tasca destra della giacca]
    -Accendino [tasca destra della giacca]
    -Radiolina [orecchio destro]
    -Fascia:
    >bastone del chakra suiton [nella fascia]
    >antidoto [4/4]
    -Gilet:
    >pillole del soldato [2/3]
    >Fumogeni [5/5]
    >veleno debole [3/3]
    -Borsa:
    >shuriken [40/40]
    >kunai a 3 punte [5/5]
    >Palle di luce [3/3]
    >Torcia
    >Filo metallico [20 m]
    -Taschino da braccio:
    >Shuriken ad astro [20/20]




    Edited by Burbear - 11/10/2020, 16:10
     
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    xnbroxX
    Un vento tagliente sferzava il Villaggio della Foglia con le sue grida stridule, le folate stranamente gelide che si infrangevano contro i volti scolpiti sulla parete di roccia. I grandi Hokage del passato gettavano il loro sguardo spento su un orizzonte grigio, dominato da un esercito di nuvole plumbee. Sembrava che l’intera regione fosse piombata di colpo in una stagione che non le apparteneva, colta da un freddo improvviso che poco aveva a che fare con il clima solitamente mite del Paese del Fuoco. Yusuke Uchiha reggeva tra le mani un foglio spiegazzato, i lunghi orecchini di carta che gli sbatacchiavano contro le guance, sospinti dalle correnti d’aria che mulinavano dispettose intorno a lui. Se ne stava in piedi sul capo del Secondo Hokage, immobile contro il vento, niente più che un puntino rosso e nero per lo sciame di persone che si ammassava nelle strade di sotto. Dicevano che il Secondo fosse stato l’Hokage più duro, tra i grandi capi del passato; quello disposto a fare ciò che andava fatto, quando vi era costretto. Gli sembrava il tipo d’uomo più adatto a fargli da guida, dopo che il suo desiderio di ispirarsi al Terzo si era infranto sulle coste dell’Isola della Luna. Era stato proprio lì, sul quel volto di roccia lì accanto, che aveva maturato la folle idea di tornare laggiù insieme a Nobuo. Una decisione scellerata che entrambi avevano pagato a caro prezzo. A chi dei due fosse andata peggio, restava ancora argomento di discussione con sé stesso, quando faticava ad addormentarsi la notte.
    Abbassò lo sguardo sul foglio che stringeva tra le dita. Una lettera da parte di Mishu Ameki, il Ninja Medico venuto con lui a Tsuki. Era uno di nove, gli Shinobi noti come i Caduti della Luna. Stando a quanto diceva Ameki, erano appena diventati in otto. Lo stringato messaggio recava la notizia della morte di Muten Hozuki, insieme alle indicazioni di data e luogo in cui sarebbe avvenuta la sua sepoltura.
    Yusuke avvertì un raspare negli angoli della mente. "Aspetta… quale di quegli altri idioti era, questo?"
    "…il vecchio", mugugnò in silenzio.
    "Ah, giusto", rispose Baku, la cui voce calda e tagliente echeggiava dentro di lui. "Credevo fosse morto dopo l’esplosione".
    Yusuke serrò la mandibola. "Pare che ci abbia messo più tempo del previsto".
    Il messaggio di Ameki non spiegava quale fosse la causa del decesso. Ad essere sincero non aveva più avuto contatti con nessuno degli altri membri della squadra, fatta eccezione per Tae, da quando erano rientrati dalla missione. Non aveva la benché minima idea di come si fossero evolute le condizioni di salute di Muten; se fosse mai riuscito a riprendersi del tutto dalle gravi ferite che aveva riportato quella notte.
    Sospirò. Aveva già inviato un clone a Kirigakure, perché facesse ricerche più approfondite su Kaori Mitarashi. Se anche fosse riuscito a mettersi in contatto con lui, sarebbe stato meglio non rischiare di far saltare la sua copertura nel Villaggio. Se voleva partecipare a quel funerale, doveva andarci di persona.
    "Aspetta: hai intenzione di andare fin laggiù…?", lesse Baku nei suoi pensieri, sorpresa. "Non pensavo ti importasse nulla di quel vecchio ammuffito".
    "Mi importa… del suo demone". Puntualizzò Yusuke. " Ora che Muten è morto, qualcuno cercherà di impossessarsene ". Ripensò al momento in cui l’anziano Ninja aveva indossato l’amuleto per la prima volta, stringendo il patto con uno dei Demoni Rinnegati. "Devo impedire che cada nelle mani sbagliate".
    "Intendi in mani diverse dalle tue?"
    L’Uchiha notò una strana intonazione nella voce del demone. "Perché, è possibile stringere un patto con più d'uno? Ottenere due poteri demoniaci…?"
    "Impossibile", ribatté in fretta Baku. "Un semplice umano non può sostenere la presenza di due entità demoniache dentro di lui. O meglio, non credo… nessuno ci ha mai provato, prima d'ora".
    Yusuke ricordò la brama distruttrice che aveva provato, impugnando la spada maledetta che ora apparteneva a Tae. Ricordò le vite che aveva preso con quell’arma, e quanto gli fosse piaciuto massacrare quei poveracci nella taverna. Aveva pensato che tutto ciò che aveva provato fosse causato dalla possessione del demone, eppure non era stato poi così diverso quando aveva annientato il campo degli adoratori di demoni, dopo la morte di Nobuo. Accantonò in fretta quel pensiero, prima che Baku potesse accorgersi di ciò che si agitava dentro di lui.
    "Non importa. L’unico potere di cui mi interessa è già alla mia portata. Ho te".
    Mollò la presa sul foglio di carta, che prese il volo sospinto dalle folate di vento. Rimase per qualche secondo a guardarlo dibattersi in volo, sbatacchiato di qua e di là da correnti contrarie.
    "Una volta recuperato l’amuleto, lo distruggeremo".




    Edited by Glustrod - 13/10/2020, 23:29
     
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    Erano circa le nove del mattino. Yuzin era in piedi ad osservare confuso lo strano tempo che c'era nel cielo di Konoha: Non ho mai visto un tempo del genere... così tutto d'un tratto poi... pensava l'eremita mentre sorseggiava da una tazza di tè osservando le foglie roterare in cerchio mosse dalle folate di vento. Improvvisamente apparve un uomo che infilò quello che sembrava una lettera nella cassetta della posta, per poi sparire nel nulla come era arrivato, il mezzo demone della foglia attese qualche minuto prima di uscire osservando la situazione, credendo fosse qualche tipo di trappola degli abitanti del villaggio per attirarlo fuori ed aggredirlo come ormai succedeva dal ritorno da Tsuki: Mah... non mi sembra di vedere nessuno là fuori. Meglio che vado a prendere quella lettera prima che voli via. borbottò Yuzin mentre posò la tazza di tè sul tavolino al salotto, così indossò i sandali e prese di corsa la lettera rientrando pochi secondi dopo dentro la sua abitazione. Una volta dentro si fermò in piedi davanti al tavolino dove c'era la sua tazza di tè, che prese con la mano sinistra dopo aver aperto la lettera ed iniziò a leggere il contenuto, pochi istanti dopo la tazza scivolò dalla mano di Yuzin frantumandosi a terra: Ma cosa... mi ricordo di questo Mishu, era uno dei... si interruppe l'eremita poco prima di nominare quell'orribile soprannome che tutto il mondo aveva ormai associato al gruppo dei ninja mandati in missione quel giorno, poi continuò a leggere: Muten è morto? Ma cosa... come...? balbettò il mezzo demone della foglia mentre si lasciò cadere su una poltrona dietro di lui mentre la lettera scivolò dalle sue mani svolazzando a mezz'aria finchè non toccò il pavimento: E se aveva anche subito anche lui il mio stesso destino in quell'isola? Se è così allora un giorno morirò anche io a causa di quello che ho nel mio corpo! No, no non ci voglio credere, NO! esclamò nella sua mente bombardandosi di mille domande chiedendosi cosa fosse stata la causa della morte di uno dei suoi compagni, mentre nei suoi occhi il puro terrore iniziava a crescere sempre di più: Devo andare lì, a prescindere se sia morto o meno perchè avesse qualcosa di non umano dentro di lui, è comunque morto e mi sembra giusto andare a porgergli l'ultimo saluto... pensava l'eremita mentre si passò le mani sulla faccia non credendo ancora a quello che era successo, prese quindi un respiro profondo per calmarsi e poi andò a prepararsi. Arrivato in camera da letto prese dall'armadio un kimono da cerimonia funerale e lo indossò, poi indossò anche il suo coprinaso ed i sandali ed uscì di casa chiudendo la porta a chiave dietro di lui. Affrontando il forte vento andò in cerca di un fioraio dove comprò un mazzo di fiori da mettere sulla tomba del compagno deceduto, quindi una volta aver preso tutto iniziò a dirigersi verso il luogo del funerale stabilito, come c'era scritto nella lettera.


    Chakra: 151.
    Stato fisico: Ottimale.
    Stato mentale: Triste ed abbattuto.
    Note: Cappuccio nero cucito a mano (non indossato)

    Equipaggiamento:
    Borsa
    ArmiAccessori
    Kunai 10/10Radiolina
    Senbon 20/20Binocolo
    Cartabomba 5/5Pillole del Soldato 3/3
    Shuriken 20/20Fili Metallici 30m
    Tasca supplementare
    Armi
    Rasoi 25/25

    Taschino Supplementare
    Accessori
    Lima
    Indossato
    SlotOggetto
    AltroCoprinaso (indossato)
    Braccio sxCoprifronte
    Avambracci e maniAvambraccio e Guanti Rinforzati - ottimo stato
    StinchiParastinchi - ottimo stato
    Custodia
    Armi
    Tirapugni


    Zaino

    Armi

    LiberoLiberoLibero

    Altro

    Taschino da Braccio
    Armi
    Shuriken a 3 punte 30/30


    Tasche Aggiuntive
    Accessori
    Tonico del Sangue 3/3


    Gilet
    AccessoriArmi
    Cimice 3/3-libero-
    Torcia//
     
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    Mai sanguinare davanti agli squali

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    Bene, disse Otomo con la solita voce melliflua
    Abbiamo quasi finito il nostro tempo insieme. C’è qualcos’altro che vorresti dirmi prima di salutarci?
    Tae era titubante, ancora non era riuscita ad inquadrare quello che era il suo punto di vista sul terapeuta e sulla terapia in generale. Non riusciva a fidarsi di quell’uomo: i suoi modi affabili, sempre irritabilmente gentili e comprensivi le davano una stana sensazione di disagio, ed ogni volta che si trovava chiusa in quella stanza con lui, si sentiva come un animale che annusa l’aria e che sente una tempesta in arrivo…e tuttavia, ogni qualvolta non si trovasse lì non vedeva l’ora di tornarci. In quella stanza d’ospedale percepiva ordine, logicità e protezione, tutte situazioni estranee alla sua normale routine, e trovarsi lì le permetteva, o quantomeno le dava la sensazione, di tornare in controllo di sé stessa e che le sue paranoie, poste sotto un occhio estraneo perdessero forza e fossero meno ossessive. Otomo le parlava come un padre, una guida, l’ascoltava e contraddiceva e forse, anche per la totale assenza di persone vicine nella sua vita fuori da quel reparto, Tae iniziava a sviluppare una sorta di dipendenza.
    Effettivamente si…disse con voce tremante la kunoichi
    Diverse, in realtà, non saprei quale scegliere.
    Mh…scegli l’argomento che senti più…come posso dire…incombente, il preferito.
    Il preferito? Rispose Tae un po’ perplessa e accigliata
    Be…ho…ho ricevuto una lettera l’altro giorno…
    Immagino non siano state buone notizie, giusto?
    Tanto per cambiare… no, non necessariamente…non lo so.
    Dimmi allora, vediamo se possiamo impostare la prossima seduta già adesso.
    Questa lettera…disse tirando fuori una busta dalla tasca della felpa, me l’ha spedita un ninja che…è stata inviata da un mio commilitone, ex per meglio dire…tagliando corto, è morto uno degli shinobi con i quali sono stata inviata…lì.
    Lì? Rispose lo psichiatra con tono fintamente confuso
    Diavolo, lo sai no?...a…a Tsuki.
    È morto uno dei Caduti della Luna?
    Non dire quel nome cazzo…odio quel nome.
    Non appena furono pronunciate quelle tre parole l’intera aria nella stanza sembrò cambiare e fu come se i due fossero stati immediatamente circondati da cumulonembi; Tae squadrò in cagnesco l’uomo, sfoggiando una smorfia sufficientemente pronunciata da far vedere i canini aguzzi della kunoichi; Otomo però, che non sembrava essere rimasto particolarmente impressionato da quella volgare pseudo minaccia, la incalzò.
    Ne abbiamo parlato molte volte no? È solo un nome, e non significa niente se non sei tu stessa ad affibbiartelo.
    Tsk… cazzone ignorante non voglio parlare di questo…devo andare via.
    No, aspetta. Finisci quello che stavi dicendo.
    …mmm…uno dei miei ex compagni e morto e questo tizio che mi ha spedito quella diavolo di lettera vuole che vada ad un maledetto funerale…ecco tutto.
    Lo conoscevi? Mi riferisco al morto.
    No..si, un poco. Arrivati sull’isola siamo stati divisi in gruppi e non so bene cosa gli sia successo. Durante l’estrazione però era ridotto male. Lo incontrai nuovamente qualche mese dopo…per dello sparring.
    Cosa pensavi?
    Quando?
    In entrambi i casi, durante la ritirata e dopo averlo rivisto in allenamento.
    Niente di che. Cosa pensavo quella notte, sulla barca, non saprei dirlo. ȅè tutto molto confuso. Immaginavo sarebbe morto prima di tornare a Kiri, era un ninja vecchio, magrolino, secco e basso.
    Questa la dice lunga sulle intenzioni dei villaggi
    Quando mi scontrai con lui invece…mi diede… mi sentii molto frustrata. Non riuscii a colpirlo neanche una volta. Combattemmo per una decina di minuti e non riuscii mai a toccarlo. Mi sentii molto debole.
    Cosa hai intenzione di fare? Andrai?
    Non lo so…non me ne frega niente di lui…non sento nessun legame con loro. Non li conosco e non li voglio conoscere. Esserci trovati nello stesso cesso nel momento sbagliato non fa di noi una squadra e quindi se uno di quei perdenti dovesse morire non mi terrebbe sveglia la notte un minuto di più…
    Ma?
    Ma potrebbe esserci Yusuke lì.
    Niente…ora vado. Alla prossima.

    ----
    Non sapeva dire il perché avesse cambiato idea, non aveva volutamente più pensato a quella lettera dall’ultima seduta, ma il giorno del funerale Tae era pronta: con il capo coperto dal suo distintivo cappuccio blu notte si avviò verso il tempio.


    Tae Nobunaga [Kiri]

    Chunnin
    fSsO621
    Mai sanguinare davanti agli squali...
    I

    ChakraFisicoMentale
    155OttimaleAngosciata
    Borsa
    Armi da LancioAccessori
    Abbigliamento
    SlotOggettoDescrizione
    FoderoNihiruSchiena
    Arma Leggera////
    //////
    Abbigliamento
    AbbigliamentoFasce di CuoioNon Indosso [Stinchi]
    AbbigliamentoGomitiereNon Indosso
    Gilet Kiri
    Armi da LancioAccessori
    Note


    narrato - parlato - pensato
    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT




    So here you lie, in the belly of the shark...so fucking cold so fucking dark!
    !
    Code © El Gringo 89


    Edited by filippomustdie - 19/10/2020, 21:54
     
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  15. Kabu™
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    User deleted




    Tamashi
    Inuzuka


    Legenda
    «parlato Tamashi»
    pensato Tamashi
    parlato Waira
    telepatia Volatili
    «parlato Hanzo»

    Fiuto dell'Inuzuka
    GpQx


    I membri del Clan Inuzuka risulteranno avere un fiuto incredibilmente sviluppato, che in base al loro livello risulta essere sempre più fine ed efficace. Potranno a qualsiasi livello tracciare con facilità odori come il sangue; per quanto la percezione d'odori neutri e dunque scovare con precisione un eventuale avversario, il raggio varia in base al livello.
    Genin: 10 metri; Chuunin: 30 Metri; Sp Jounin: 60 Metri; ANBU: 100 Metri
    - Una volta Sp Jounin potranno seguire efficacemente le traccie come un vero cane.
    - Una volta ANBU, concentrandosi e rimanendo immobile per un turno l'Inuzuka potrà percepire con la massima precisione qualsiasi odore nel raggio di cinque chilometri.


    FNUeMxj
    I
    l cielo era cupo e le nuvole cariche di pioggia erano pronte a riversarla sul mondo. Tamashi ed Amina erano nella loro baracca a riposare, si erano allenati tutto il giorno ed ora si godevano il tempo che li separava dalla cena. Nonostante la vita sembrava essere tornata alla normalità, non lo era affatto, il demone legato all’Hakemono era sempre presente e si manifestava attraverso incubi ricorrenti. Gli era stato ordinato di non muoversi da un area di circa tre chilometri quadrati dalla sua abitazione, l’avevano chiamata “misura precauzionale” ma il chuunin sapeva bene la verità e gli stava anche bene. Essere isolato da tutti era il modo migliore per non fare male a nessuno, avendo pochi stimoli era più facile controllare Waira e il suo istinto predatorio. Nonostante questo spesso riceveva visite, soprattutto comunicazioni da parte del villaggio e provviste, ed anche oggi, nonostante il brutto tempo, qualcuno era venuto. Tamashi non credeva ai suoi occhi, era Hanzo, l'assistente del funzionario incaricato a sorvegliarlo, se era qui voleva dire che stava succedendo qualcosa di grave. Se ha alzato il culo dalla sua poltrona per arrivare fino a qui, con questo tempaccio, deve essere successo qualcosa di grosso. Pensò l’Inuzuka mentre apriva la porta per accoglierlo. «Tieni Tamashi.» Nessun saluto, nessun convenevole, solo una mano allungata che stringeva due lettere. «Cosa sono? È successo qualcosa?» Chiese preoccupato il chuunin mentre prendeva le lettere. «Una è la lettera di tuo fratello, ci siamo permessi di leggerla per una questione di sicurezza. Mentre l’altra è il permesso di raggiungere Kiri, nel caso tu voglia partire. » L’espressione era neutra come di chi sta leggendo la lista della spesa. Tamashi era confuso e si prese il tempo per leggere la lettera di Mishu, dimenticandosi perfino della violazione della privacy che aveva appena subito. «Morto? » Si lascio scappare. La lettera parlava chiaro era un invito per il funerale di Muten, uno dei compagni che avevano mandato a Tsuki con lui. Fece mente locale cercando di focalizzarlo meglio, ma oltre a qualche parola di circostanza non aveva avuto modo di conoscerlo a fondo. In condizioni normali avrebbe ignorato l’invito, ma non si trattava di un compagno qualunque, lui come Tamashi aveva ricevuto il “dono” un oggetto posseduto. Se fosse morto per colpa del demone? Fu il primo pensiero. Doveva vederci chiaro e l’unico modo per capire meglio la situazione era andare. «Se possiamo partire allora andiamo subito.» Disse ad Hanzo che per tutta risposta scosse la testa con fare negativo e rispose. «No, non ci siamo capiti, il permesso è valido solo per te, il tuo cane deve restare qui.» Fu allora che Tamashi aprì la seconda lettera che confermò le parole dell’assistente. «Ma non posso lasciarla… » Il suo discorso per convencerlo venne troncato ancor prima di iniziare. «O così o non partire nemmeno.» Chiuse il discorso e se ne andò come era arrivato, senza salutare. «Fanculo! » Disse calciando un ramo secco. Voleva, anzi doveva andare, ma non poteva lasciare Amina senza qualcuno a proteggerla, non si fidava del villaggio. Si morse il pollice facendo fuoriuscire il sangue e dopo una serie di sigilli poggio la mano sul terreno evocando una delle sue creature.
    Kuchiyose
    no jutsu


    PSX-20200823-113040

    Villaggio: Tutti
    Livello: C – Tipo: Ninjutsu



    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie Grandi è necessario il grado Sp.Jounin, per le Leggendarie quello ANBU.

    Consumo: 10 / 20 / 30 / 40


    Falco Maggiore: Yoroi
    FalcoMaggiore_zpsfe977b6a
    Questo rapace è di dimensioni molto superiori rispetto ad un Uccello Viaggiatore. Dimensioni tanto grandi, da potergli permettere di portare in volo con sé una persona, raggiunge infatti i tre metri di lunghezza, per un'apertura alare di circa otto metri. Se affrontata in battaglia, grazie al suo possente becco, questa creatura sarà capace, tramite gli artigli affilati, di infliggere fino a danni di media entità. Per metterla fuori combattimento saranno necessari tre Jutsu di livello C o due di livello B. Come la maggior parte dei suoi simili, è capace di comunicare telepaticamente con il proprio evocatore. La sua velocità è alta, medio-alta se porta una persona.

    Yoroi era l’ideale per proteggere la sua compagna, forte, fiero e protettivo. Il suo spirito indomito e selvaggio lo rendeva la scelta migliore in quella situazione. Buona sera Yoroi, ho un compito da assegnati. Disse telepaticamente nel modo più rispettoso possibile. Tamashi, cosa devo fare? Rispose lui, ma con un tono di superiorità che non lascia dubbi su chi fosse il padrone il quel momento. Devo allontanarmi da Amina e voglio che tu la protegga ad ogni costo. Non permettere a nessuno di farle del male o di portarla via, anche se sono shinobi della Foglia. Il tono preoccupato non lasciava dubbi sulla paranoia che attanaglia a Tamashi, tanto da non fidarsi nemmeno dei suoi stessi paesani. Farò come chiedi. Forse colto dalla preoccupazione del suo evocatore per la sorte della cagnolina, Yoroi non replicò nonostante fosse un compito di quart ordine per un volatile della sua caratura. «Amina, tornerò il prima possibile, intanto tu difendi la casa.» Disse grattandola dietro le orecchie per poi dargli un bacio sul tartufo nero. Sentì una stretta al cuore quando si allontanò da casa per raggiungere il limitare della foresta, qui, stimolando nuovamente la ferita per far uscire ancora del sangue evocò un secondo volatile.
    Kuchiyose
    no jutsu


    PSX-20200823-113040

    Villaggio: Tutti
    Livello: C – Tipo: Ninjutsu



    Quest'abilità viene appresa esclusivamente da Shinobi dal rango Chuunin in poi. Non per la complessità stessa dell'abilità, ma in particolare tale normativa tutela gli Shinobi privi d'esperienza in modo che non facciano una scelta avventata ed errata. Una volta stipulato un Contratto con una razza animale infatti, non sarà più possibile tornare indietro e vi si rimarrà legati a vita. Le evocazioni necessitano di una notevole quantità di Chakra emessa tutta insieme per esser evocate, e per questo può risultare di difficile utilizzo. Per utilizzare la tecnica bisogna versar anche una minuscola goccia del proprio sangue per poi formare la serie di Sigilli necessari per l'esecuzione del Jutsu, che sono i seguenti: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora.
    Per riuscire ad evocare taglie Grandi è necessario il grado Sp.Jounin, per le Leggendarie quello ANBU.

    Consumo: 10 / 20 / 30 / 40



    Gru Bianca: Hikari
    GruBianca
    Questa evocazione si presenta come una Gru dal corpo bianco con la testa, le zampe e la coda nera. Le sue dimensioni saranno di poco più grandi rispetto a quelle di un Falco Maggiore, raggiungendo i quattro metri di lunghezza per un'apertura alare di dieci metri. A differenza degli altri volatili, i suoi artigli saranno meno sviluppati e potranno infliggere solo danni di lieve entità. La sua velocità è medio-alta e sarà capace di portare fino a due persone e la sua velocità sarà media, sia che sia una sola o due, rendendola utile per i viaggi in coppia, anche se solo per brevi distanze.
    Per metterla fuori combattimento saranno necessari due Jutsu di livello B oppure uno di livello A. Come la maggior parte dei suoi simili, è capace di comunicare telepaticamente con il proprio evocatore.


    Una gru bianca dall’eleganza innata apparve da uno sbuffo di fumo bianco. Hikari portami a Kiri il più velocemente possibile. Brusco e schietto, Tamashi si rivolse alla splendida gru bianca affinché lo trasportasse a KKiri Ed Amina dov’è? Il volatile solitamente educato e gentile, vendendo la preoccupazione negli occhi del suo evocatore, capì subito quale fosse il problema, ed evitò i convenevoli Non può venire, per questo voglio fare alla svelta, non mi piace lasciarla da sola. La preoccupazione dell’Inuzuka era considerevole, non amava lasciare la compagna, ma dopo essersi fuso con lei ed aver percepito i suoi sentimenti, mescolati ai propri il loro rapporto era divenuto simbiontico e la lontananza faceva male ad entrambi. Hikari abbassò il capo e fece salire Tamashi, poi spiccò il volo verso il paese delle nebbie.

    PSX-20201017-234822





    Condizioni di Tamashi Inuzuka
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    135
    -20 evocazione Yoroi
    -20 evocazione Hikari

    Totale: 95
    ferita lieve al pollicepreoccupato+:
    -:


    Condizioni di Amina
    ChakraFisicoMentaleBonus/Malus
    60

    Totale: 60
    Perfettecuriosa+:
    -:


    Borsa legata alla vita
    Armi/accessoriQuantità
    Pillole del soldato3/3
    Palle luce2/2
    Palle Bomba2/2
    Fumogeni5/5


    Note:
    - Hakemono indossata.
    - Gilet Chuunin indossato.
    - Coprifronte indossato.
    - Borsa indossata.
    - Mantello di pelliccia indossato.
    - Custodia con all'interno un Johyo, indossata.
    - Zaino con all'interno una Kusari Fundo, indossato.








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50 replies since 23/5/2019, 19:36   2288 views
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